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XXIII – L’ETNOGRAFIA

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2019-2020

1. CARATTERI GENERALI
• Si basa in gran parte sull’osservazione (e
sull’interpretazione!) di comportamenti, pratiche, etc.

• Fa parte dello “insieme non standard”;

DI QUESTO “INSIEME” CONDIVIDE SOPRATTUTTO:


• Analisi di singoli contesti (idiografia);
• Metodo “comprendente”: approssimarsi al contesto da
analizzare: partecipazione (empatia?);
• Metodo induttivo: desumere dai comportamenti i “sistemi
di significati” di quel contesto.
• Diffidenza /grande prudenza verso le generalizzazioni;

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Obiettivo cognitivo: culture “altre”
CULTURA (in senso
antropologico):

 Significati, modelli di
comportamento, sistemi di
norme e di credenze;

 Costumi e abitudini, azioni


ordinarie, stili di vita;

 Prodotti artistici, oggetti di


uso quotidiano, manufatti;

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2. ORIGINI DELL’ETNOGRAFIA
Etnografia = etim.’descrizione
dei popoli’;

Ethnos = popolo;
Graphé = scrittura, descrizione.

l’etnografo si reca, per un certo periodo


di tempo,a vivere con un popolo
scarsamente / per nulla conosciuto;
osserva, ascolta, parla con i “nativi”, etc.

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GLI ANTECEDENTI
DELL’ETNOGRAFIA
• Epoche pre-moderne: convinzione
dell’uniformità del mondo  immutabili leggi
divine e/o naturali universali;

• Età moderna, GRANDI VIAGGI: esploratori e


missionari incontrano i “popoli selvaggi”;

• Storicità, mutamento sociale, pluralità di culture;


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Storicità,
mutamento sociale,
pluralità di culture
(v. slide preced.)

NASCITA DELLE
SCIENZE
ILLUMINISMO: SOCIALI
non solo descrizione
di quei fenomeni
ma spiegazione
razionale
(= ragione occidentale)

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Ragione, scienza  Evoluzionismo

• “Leggi naturali dell’evoluzione culturale”

• le comunità umane progrediscono lungo


gradi diversi di civilizzazione

• Etnografia delle popolazioni non-


occidentali = un “viaggio nel passato”,
verso le origini della civiltà occidentale =
popoli “primitivi”, “selvaggi”
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• Rapporto fra origini e presente

• Continuità fra “popoli moderni” e “popoli


arcaici”

• Ricerca di somiglianze (se non nelle


forme) nelle funzioni, nelle regole, nelle
finalità, nei significati latenti: v. p. es. scambi di
doni, ricorso alla magia, miti, etc.

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Alle origini dell’etnografia:
B. MALINOWSKI (Argonauti
del Pacifico occidentale, 1922)

• Obiettivi cognitivi: osservazione vita quotidiana


(v. fenomenologia)  penetrare nel modo di pensare
dei nativi  significati culturali espliciti o
nascosti a coloro che li vivono;

• Approccio: immergersi nella vita quotidiana dei


nativi  imparare a pensare e a comportarsi
come loro  “osservazione partecipante”

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Metodo

Assenza di contatti
con altri “bianchi”;

Imparare la lingua;

insediarsi nei villaggi


per almeno 1 anno;
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È fondamentale “prendere
Malinowski parte alla vita del villaggio,
pensare in anticipo gli eventi
importanti o quelli festivi,
prendere interesse personale
immergersi ai pettegolezzi e agli sviluppi
dei piccoli avvenimenti del
nella vita degli villaggio, aprire gli occhi tutte
“indigeni”, imparare a le mattine su una giornata che
mi si presenta più o meno come
comportarsi come agli indigeni” (B.Malinowski 1922, 16)
loro

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Malinowski
Tecniche:
• Partecipare alla vita quotidiana dei nativi
(“osservazione partecipante”)  interpretazione
sulla cultura dei nativi  controllo empirico
mediante domande dirette (colloqui);

• Le informazioni raccolte e i commenti di M. sono


inseriti in tavole sinottiche, classificazioni,
diagrammi, schemi, appunti utili per
il’interpretazione.

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Malinowski Impostazione
positivista
• L’osservazione è più “oggettiva” dei colloqui (influenza del modello
delle scienze naturali);

• sono meno “oggettive” le dichiarazioni esplicite degli interlocutori;

• L’osservazione non modifica ciò che viene osservato;

• Distinzione netta fra informazioni raccolte e loro interpretazione;

• Interpretazione: attraverso l’induzione è possibile generalizzare fino


a trovare leggi che regolano la cultura (in analogia con le scienze
naturali).

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Malinowski

CONTRADDIZIONE FRA:

• IMPERSONALITA’ dell’osservazione,
distacco;

• PARTECIPAZIONE, coinvolgimento
personale
L’idea della partecipazione, del coinvolgimento,
dell’intervento di un sapere personale apre la via allo
“interpretativismo” dell’etnografia contemporanea
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3. L’ETNOGRAFIA OGGI: C. GEERTZ
Avvicinamento dell’etnografia e
dell’antropologia culturale all’ermeneutica

• il ricercatore deve cercare di inserirsi per


comprendere la cultura del gruppo  egli
deve tentare di modificare i propri pre-
giudizi.
v.
Ermeneutica:
‘pre-giudizi’

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Geertz

• Andare presso una comunità di “nativi” non basta.


Occorre coglierne i significati (ma non le “leggi”);

• I significati servono ad una comunità per dare senso


alla propria vita sociale; ogni comunità interpreta se
stessa mediante significati.

Interpretazione
significati della propria significati
vita sociale

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Geertz

Per cercare di cogliere questi significati:

1) è irraggiungibile la conoscenza oggettiva,


distaccata, priva di mediazioni;

2) è ardua l’assimilazione psichica e culturale ai


“nativi” (differenza culturale) e incontrollabile
(sempre).

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Geertz
«Fare etnografia è come cercare di
ALTERNATIVA: leggere un manoscritto straniero,
sbiadito, pieno di ellissi, di
Ciascuna cultura è incongruenze, di emendamenti
come un testo scritto sospetti e di commenti tendenziosi,
ma scritto non in convenzionali
da interpretare caratteri alfabetici, bensì in fugaci
esempi di comportamento dotato
di forma» (Geertz 1973/1987, 39)

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Geertz

• Come il testo sta tra l’autore e l’interprete;


• Come l’interprete può interpretare l’autore
solo attraverso il testo;

• Così l’etnografo può interpretare il


significato soggettivo di ciascun nativo
solo interpretando la cultura
intersoggettiva dei nativi, che è l’unica
oggettivazione disponibile all’etnografo;
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Geertz

QUINDI IL TESTO (la cultura come testo) E’


CENTRALE:

= sta in mezzo fra autore (nativi) e interprete


(etnografo);

= è l’unica oggettivazione interpretabile (i


significati soggettivi interiorizzati sono
meno rilevanti e meno raggiungibili).
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Geertz

De-psicologizzazione, de-
”empatizzazione” la auto-interpretazione
del nativo è SECONDARIA

V. F.Schleiermacher, criterio del Besser


Verstehen (‘comprendere meglio’): «Bisogna
comprendere il testo innanzi tutto
altrettanto bene e poi meglio di quanto non
lo capisce l’autore stesso»
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Geertz
L’ermeneutica di 2°grado
«Le
società, come le
• Come il testo vite umane,
interpreta l’autore e il contengono la propria
lettore interpreta quella interpretazione»
prima interpretazione,

• Così l’etnografo
interpreta la cultura
(testo) che è già
un’interpretazione
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Interpretazione e pre-giudizi
• Come ogni interpretazione,
anche l’interpretazione delle «Senza alcun
culture parte da alcuni pre- orientamento
giudizi del ricercatore; concettuale non si può
nemmeno riconoscere il
campo d’indagine» (D.
Silverman 2000, 113)
• Anche la semplice
osservazione è già
interpretazione del
ricercatore.

• suo spirito critico e auto-


critico (E. De Martino);
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Ricerca e riflessività
• Prendere consapevolezza
dei propri pre-giudizi = il «Certo ho avuto qualche vertigine a
ricercatore riflette su se riconoscere anche me stesso come
stesso (‘riflessività’); oggetto di analisi (…). Non è corretto
in nessuna ottica scientifica ignorare
• I pre-giudizi orientano la il ruolo del ricercatore nella
ricerca  La ricerca include costituzione dell’oggetto della sua
il ricercatore stesso; ricerca» (Apolito 1990, 41-2).

• egli dovrebbe allargare la


propria attenzione
«dall’osservazione
partecipante
all’osservazione della
partecipazione» (Tedlock 1991)

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C. GEERTZ E L’ERMENEUTICA
• Incontro con l’Altro (differenza culturale)  volontà di
comprenderlo;

• Natura sempre interpretativa della comprensione;

• I pre-giudizi la rendono possibile e la orientano;

• La cultura come testo;

• La centralità del testo;

• Autonomia del testo dall’autore  Besser Verstehen;

• L’etnografia come ermeneutica di 2°grado.


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4. ACCORGIMENTI TECNICI

La durata della “immersione”:


Ovviamente non esistono regole fisse.

Un gruppo molto distante dalla cultura dell’etnografo (p.


es. studio di Paesi lontani, di sette molto chiuse, di
fruitori stranieri di media, etc. ) richiede una durata
maggiore e continuativa;

Un gruppo più familiare (p. es. analisi famiglie-tv)


richiede un’osservazione più breve, con possibilità di
osservazioni intermittenti.

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Le note etnografiche
• Appunti – almeno inizialmente
non strutturati – su
informazioni, impressioni e
intuizioni, interrogativi in
sospeso, abbozzi di
classificazioni, difficoltà
incontrate, fraintendimenti, etc.

• Perché la memoria non


disperda tutto ciò, è bene
compilare quotidianamente le
note;
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• Di solito è opportuno scriverle


in assenza delle persone
osservate;

• Procedendo verso una


progressiva focalizzazione
degli obiettivi cognitivi, gli
appunti possono essere
riassunti in schede più
strutturate.

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Integrazione fra osservazione e
interviste
Spesso l’osservazione è affiancata da
interviste non-standard, utili a:

1) Aggiungere informazioni;
2) “triangolare le fonti”;
3) Avvicinarsi ulteriormente ai soggetti
osservati.

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5. ETNOGRAFIA E MEDIA
• E. De Martino: l’etnografia deve fare “scandalo”,
turbare il nostro etnocentrismo, svelare i limiti
della nostra cultura  alimentare la critica;

• Successivamente: tendenza ad attenuare la


critica  descrittivismo, visioni frammentate

• applicazione ad una variegata gamma di campi


d’indagine e di obiettivi cognitivi perseguibili, fra
cui “etnografia dei media”.
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Etnografia dei media
• I media (tradizionali e nuovi) sono
considerati fonte di produzione-
diffusione-rielaborazione di significati e di
sub-culture;

• Osservazione di:
a) produzione;
b) fruizione.
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ALCUNE DIFFERENZE CON L’ETNOGRAFIA


TRADIZIONALE

1) Gli obiettivi cognitivi non riguardano


nativi di paesi lontani;

2) Le pratiche osservate e i colloqui


riguardano testi mediali;

3) L’osservazione e la partecipazione
non si svolgono in lunghi periodi  è
difficile e troppo intrusivo partecipare
alle attività di una redazione, alla vita
domestica, sfera privata della
famiglia, etc.

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6. LIMITI DELL’OSSERVAZIONE
ETNOGRAFICA
• Eccesso di distacco  l’etnografo non coglie significati,
motivazioni, emozioni, rappresentazioni dei “nativi”;
Eccesso di coinvolgimento  l’etnografo smarrisce il
proprio senso critico e si identifica nelle rappresentazioni
offerte dai “nativi”;

• La presenza dell’etnografo influisce sulla - / disturba la


comunità indagata. Possibili rimedi:
1) osservazione non partecipante = dissimulata, non
dichiarata; ma problema etico;
2) Molto tempo  i “nativi” si abituano alla presenza
dell’etnografo.
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Problemi di ispezionabilità della base empirica:

«Nella ricerca etnografica la


base empirica effettiva è
l’insieme delle esperienze e delle
osservazioni dell’antropologo, ma
la base empirica ispezionabile è
solo un piccolo corpus di
documenti e di resoconti (le
note etnografiche)
inevitabilmente “filtrati” dalla
precomprensione teorica e dalla
soggettività dell’interprete»
(Ricolfi 1995, 24).

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