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CAPITOLO 3: le fonti.

Lo storico , economico e non ha sempre bisogno di disporre di documenti di appoggio per la


sua ricostruzione indipendentemente dall'osservazione di un lungo periodo passato che
contemporanei.

Il lavoro di documentazione dello storico può essere distinto in tre fasi:

1:raccolta delle fonti documentarie

2:esame critico delle stesse

3:loro interpretazione e utilizzazione

La raccolta della documentazione questa può essere resa difficile da:

1:la documentazione desiderata può non essere stata prodotta

2:se prodotta può essere stata volontariamente distrutta

3:può essere andata distrutta accidentalmente

Le fonti raccolte dallo storico possono essere viziate o lacunose, cioè anche incomplete.
Questo avviene maggiormente quando si ricercano delle fonti documentarie in epoche
remote.
La documentazione invece è vastissima ad esempio per lo storico delle società
contemporanee.
Lo storico, davanti ad una documentazione lacunosa, deve essere come un detective, deve
aguzzare l'ingegno.
Lo storico, in caso di scarsa documentazione, si deve guardare attorno, deve trovare segni di
archeologia di quel periodo in esame, segni culturali,…
Ogni informazione alla fine può dimostrarsi utile

Per lo storico il termine documento sta a significare: una testimonianza scritta di un fatto di
natura giuridica, compilata con l'osservata di certe determinate forme, le quali sono destinate
a procurarle fede e a darle forza di prova.

Le fonti per lo storico si dividono in:

1:primarie

2:secondarie o derivate

Lo storico deve partire analizzando le fonti primarie e poi se ve ne siano di derivate, ma ciò
non esclude che fonti primarie in un contesto non lo siano derivate in un altro e viceversa.
Una data fonte, inoltre, può essere al tempo stesso primaria e secondaria.

Le fonti primarie scritte per lo storico sono:

1:fonti narrative

2:fonti cronachistiche

3:fonti documentarie

Lo storico deve usare particolare cautela nel momento in cui sia costretto ad usare le fonti
derivate in assenza di quelle primarie.
Comunque l'uso delle fonti primarie non esime lo storico a distogliere l'attenzione dagli altri
eventi(deve sempre stare in guardia), perché anche le fonti primarie possono mentire(sia
quelle di natura narrativa che quelle documentarie).

CAPITOLO 4: la critica delle fonti.

La possibilità di essere fuorviati da informazioni false e di essere accusati di fornire notizie


non vere ha ossessionato gli storici sin dalle più lontane origini dell'attività storiografica.
Si sbaglia immaginando di essere nel vero e questo avviene spesso per eccesso di fiducia nelle
proprie fonti.
Lo storico deve sempre stare all'erta, anche quando lavora su delle fonti primarie in quanto si
può trovare nella situazione di:

1:una fonte falsa con un contenuto falso

2:una fonte falsa con un contenuto veritiero

3:una fonte genuina con un contenuto falso

4:una fonte genuina con un contenuto veritiero

Se alcuni documenti dicono troppo poco altri dicono abbastanza per autocontraddirsi.
Lo storico davanti ad un qualsiasi documento deve per prima cosa chiedersi per quali motivi il
documento è stato scritto.

Sia per le fonti documentarie che per quelle narrative sono poche le fonti che sono giunte in
originale ai giorni nostri (ci sono giunte molte edizioni critiche e trascrizioni)

Chi copia un documento è un copista e può anche commettere degli errori nella copiatura che
poi saranno ripresi da altri, ma anche l'originale può avere degli errori che poi saranno
riportati dai copisti(che possono commetterne altri) e cosi via.
Anche quando due fonti diverse danno lo stesso risultato questo non è indice di veridicità
perché una fonte può avere copiato l'altra ripetendone gli errori.

Esiste la distorsione o errore sistematico, che è difficilmente individuabile dall'interno in


quanto le misure devono essere confrontate con degli standard esterni; inoltre vi è l'errore
causale che può benissimo essere rilevato dal documento con sufficiente precisione.

Il termine errore è inteso dallo storico come una mancanza nei dati, di un'accuratezza.

A volte l'attendibilità o l'inattendibilità risulta dal confronto con altre fonti o da una
combinazione di confronti , di considerazioni varie e di analisi di coerenza interna e/o
esterna.
Particolarmente sospetti sono i documenti di origine fiscale.

Per interpretazione contenutistica si intende quella rivolta alla stessa fonte con riguardo al
contesto storico.

Lo storico raccoglie le sue fonti, le studia, le vaglia, le interpreta e ipotizza la situazione storica
del momento considerato giungendo poi ad una graduale ricostruzione della storia.

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