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L A R I V I STA D I E L E T T R O N I C A A P P L I C ATA , T EC N O LO G I E E P R O D OT T I

N° 227 - MAGGIO 2004 - ANNO 20 € 4,50 - Frs 9,00

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HARDWARE

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• GLI STABILIZZATORI DI TENSIONE
• INTERFACCIA DI COMUNICAZIONE
RS-232 E PS/2 PER PIC16F877 SCUOLABUS
• SOFTWARE PER SVILUPPO DI FPGA E CPLD XILINX
TUTORIAL
• IL BUS GPIB: LO STANDARD
DEI SISTEMI AUTOMATICI DI MISURA
• PIC® MICROCONTROLLER BY EXAMPLE:
DECODER PER TELECOMANDO A INFRAROSSI
• ALLA SCOPERTA DELL’OPTOELETTRONICA:
I RAGGI INFRAROSSI
• VITAMINA C
PRATICAMENTE
• UN PO’ DI LUCE SULLE BATTERIE RICARICABILI:
ALIMENTATORE CON BATTERIA TAMPONE

SCUOLABUS
• ITIS “GIUSEPPE PEANO“ TORINO

TECNOLOGIE SPERIMENTALI

TUTTO!
• PROGETTIAMO UN RAZZO:
MOTORE A PROPELLENTE LIQUIDO
• SPIRIT, UNA MISSIONE, UN ROBOT:
ESPLORARE, COMUNICARE, STUPIRE.

ROBOMANIA
• INTRODUZIONE ALLA ROBOTICA: I ROBOT
BASSA FREQUENZA
...MA PROPRIO TUTTO
• AMPLIFICATORE STEREO 0,5+0,5 W
PER CUFFIE
SULLE SMARTCARD...
EDIZIONI

www.farelettronica.com
Col-Edi-Som 30-04-2004 20:13 Pagina 3

editoriale “IL PORTAFOGLIO INTELLIGENTE…”


Avevo dieci anni quando mio padre mi ha regalato il primo portafoglio. Conteneva una
banconota da cinquecento Lire e qualche moneta, così, tutto gonfio di orgoglio, corsi a
mostrare ai miei amici il fantastico regalo: di plastica colorata, con una capiente tasca per le
banconote e un piccolo taschino per gli spiccioli.
I portafogli che in seguito ho posseduto li ho comprati naturalmente da solo, ma proprio
recentemente ne ho ricevuto uno nuovo da mia moglie, il quale mi ha riportato in mente il
regalo di mio padre. Sono rimasto colpito dalla profonda diversità dei due oggetti: il mio
nuovo portafogli, oltre alla canonica tasca per le banconote e quella per gli spiccioli, dispone
anche di sei tasche per “smart card”.
Sei smart card? Ma cosa dovrò mai metterci?
Alla fine, raccogliendo le mie smart card sparse un po’ dappertutto, mi sono reso conto di
aver occupato tutti gli spazi disponibili…
Abbiamo il portafoglio pieno di smart card: bancomat, carta di credito (magari più di una),
patente, codice fiscale, carta del concorso a premi del supermercato o del distributore di
benzina, carta per l’accesso alla palestra, e via dicendo. Da qualche tempo in alcune città
d’Italia si fanno i primi esperimenti sulla nuova carta d’identità elettronica, una smart card
che oltre a riportare la foto e dati personali del possessore, contiene altri dati utili per
l’interfacciamento con la pubblica amministrazione.
Gli americani usano il termine “smart” per indicare qualcosa o qualcuno particolarmente
intelligente o furbo: mai parola è più azzeccata per la nuova generazione di smart card. Basti
pensare a quelle utilizzate per la ricezione via satellite della pay-tv: contengono microprocessore
e memoria in grado di gestire le diverse tipologie di abbonamento, il sistema di codifica, ed i
servizi interattivi.
Ormai il nostro portafoglio è diventato intelligente, non è più un semplice pezzo di pelle ma
un contenitore di tanta tecnologia da portare sempre con se.
Quindi, come nostro solito, abbiamo deciso di approfondire l’argomento, ed ecco quindi un
tutorial che non soltanto fa luce su questa tecnologia, ma che vi darà tutti gli strumenti
necessari per utilizzarla con successo; chiaramente non mancheranno i progetti pratici, come
un programmatore, un sistema di pagamento e tanto altro ancora. Il tutorial è stato realizza-
to da Giuseppe Modugno e si comporrà di diverse puntate teoriche e pratiche.

Un numero questo che anticipa l’estate, da leggere tutto d’un fiato e mettere subito in pratica.
Apre il numero Nicola Ulivieri con una trattazione sul bus GPIB, seguito da Nico Grilloni che
ritorna con la prima puntata di una serie di articoli dedicati agli stabilizzatori di tensione.
Continua l’appuntamento mensile con Eugenio Cosolo e la sua rubrica dedicata alla missilistica
amatoriale, con Andrea Perilli e la seconda parte di Introduzione alla optoelettronica. Sergio
Tanzilli presenta la nona parte di Vitamina C e la settima parte di Pic Microcontroller By
Example, Maurizio Del Corso con l’ormai seguitissima rubrica Praticamente, questo mese fa un
po’ di luce sulle batterie ricaricabili e relativi caricabatteria, Massimiliano Bracci continua la sua
trattazione sul mondo della robotica. Visto il successo delle precedenti puntate Riccardo Ricci
ha aggiunto un tassello non previsto inizialmente alla trattazione di Spirit e l’avventura su
Marte. Ritornano a scrivere per Fare Elettronica Marco Lento ed Agostino Rolando che, rispetti-
vamente, presentano un utile amplificatore per cuffie (raccomandato per la sua semplicità ai
principianti) e un articolo molto interessante che spiega come utilizzare con successo il soft-
ware di sviluppo per FPGA e CPLD della Xilinx.
Per concludere, anche questo mese Carlo Pria dà il suo prezioso contributo raccontandovi i
primi 50 anni della TV con una rassegna fotografica da non perdere.

Tiziano Galizia Come al solito concludo questo mio intervento mensile augurandovi una piacevole lettura e
t.galizia@farelettronica.com rinnovandovi l’appuntamento al prossimo numero in edicola a Giugno.

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Col-Edi-Som 30-04-2004 20:13 Pagina 4

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Pianeta Elettronica 83
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Col-Edi-Som 30-04-2004 20:13 Pagina 5

SOMMARIO
hardware robomania
Gli stabilizzatori di tensione (prima parte) 20 Introduzione alla robotica: I robot 102
di Nico Grilloni di Massimiliano Bracci

Interfaccia di comunicazione 36
RS-232 e PS/2 per PIC16F877
di Fabrizio Iacopetti bassa frequenza
Software per sviluppo di FPGA e 96 Amplificatore stereo 0,5+0,5 W per cuffie 108
CPLD XILINX di Marco Lento
di Agostino Rolando

praticamente rubriche
Mailbox 6
Un po’ di luce sulle batterie ricaricabili: 50
alimentatore con batteria tampone News 8
di Maurizio Del Corso Le fiere e mostre mercato 88
di Giugno 2004
In Vetrina:
scuolabus Grifo® GMM 876: 111
ITIS “Giuseppe Peano” Torino 58 Mini modulo Microchip PIC16F876A

tutorial
Il bus GPIB: lo standard dei sistemi 12
automatici di misura
di Nicola Ulivieri

SMARTCARD: un’introduzione teorica 26


di Giuseppe Modugno

PIC® Microcontroller 32
By Example (settima parte)
di Tiziano Galizia e Sergio Tanzilli

Alla scoperta dell’optoelettronica: 44


I raggi infrarossi
di Andrea Perilli

Vitamina C (nona parte) 78


di Sergio Tanzilli

tecnologie sperimentali
Progettiamo un razzo (settima parte): 70
progettazione di un motore a razzo
a propellente liquido
di Eugenio Cosolo, Stefano Innocenti e Stefano Lauciani

Spirit, una missione, un robot (terza parte): 90


esplorare, comunicare, stupire.
di Riccardo Ricci

Mhz
Cinquant’anni di televisione in Italia 84
di carlo Pria
MAILBOX-impaginato ok 29-04-2004 14:49 Pagina 6

mailbox Dubbi, perplessità,


malfunzionamenti, opinioni,
commenti o richieste?
Inviateli a: mailbox@farelettronica.com
Oppure scriveta a:
Mailbox - Redazione di Fare Elettronica
Inware srl
Via Cadorna, 27/31 - 20032 Cormano (MI)

Le lettere più interessanti saranno pubblicate in queste pagine.


Per quanto possibile, inoltre, cercheremo di dare una risposta privata a
chiunque ci scriverà via email.

D ZENITH 3000 diodo serve ad evitare ritorno di corrente elettrica?


Sto riparando uno Zenith 3000 Transoceanic che fun- Ho visto dei motori elettrici in corrente continua con
ziona molto bene nelle gamme AM, mentre non mi fun- montati tre condensatori al positivo e al negativo, in
zione sulla gamma FM sulla quale riesco a sintonizzare questa sequenza: al positivo un condensatore con uno
una sola stazione. Per rimediare all'inconveniente ho dei poli saldato sulla carcassa del motorino, sul polo ne-
fatto diversi tentativi di ritocco della taratura delle medie gativo idem e poi il terzo condensatore tra positivo e ne-
frequenze ma senza successo. Ritoccando le medie fre- gativo. Perchè?
quenze riesco solo a variare la stazione ricevuta ma Sergio Sacrificato
senza riuscire a sintonizzarne mai più di una sola.
Vi chiedo cosa posso fare per riportare questo apparec-
chio a funzionare anche nella gamma FM. Vorrei anche R Rispondiamo per ordine alle sue domande.
sapere con quali altri tipi posso sostituire i transistor Il diodo è un dispositivo che consente il passaggio di
montati su questo ricevitore che hanno sigle che non corrente in una sola direzione. Per questo motivo
sono riuscito a trovare sui prontuari un mio possesso. trova larga applicazione in tutti qui casi in cui si in-
Maurizio Zucchini tende “raddrizzare” una corrente oppure nei casi in
cui si intende evitare inversioni di polarità.
La corrente nel diodo può scorrere, infatti, solo nel
R Dalla descrizione del guasto si può ritenere che verso indicato in figura 1, quindi la tensione ai suoi
il difetto dipenda da non corretta taratura delle medie capi dovrà necessariamente avere la polarità indicata.
frequenze e del gruppo convertitore. Se il diodo si trova in
La taratura nella gamma FM non va mai fatta ad orec- questo stato, si dice che
chio, come spesso si fa per l'AM, ma solo utilizzando è “in conduzione” altri-
l'apposito oscillatore. menti è “interdetto” e
Per posta le abbiamo inviato l'indirizzo di un nostro la corrente che lo attra-
socio che abita nella sua zona e che è disposto ad aiu- versa è nulla.
tarla nel caso che lei non possedesse lo strumento I condensatori saldati ai Figura 1: Scorrimento della corrente
adatto per la taratura. Con la stessa lettera le ab- contatti dei motorini in in un diodo
biamo inviato l'elenco dei tipi di transistor che pos- corrente continua, ser-
sono sostituire quelli montati in origine. vono ad assorbire la corrente residua che si sviluppa
quando si toglie la tensione ai contatti del motorino
stesso.
D COS’È UN DIODO Questi condensatori agiscono come "serbatoi" di ca-
Ciao a tutti, mi sto pian piano addentrando nel mondo rica elettrica ed evitano che la corrente, accumulatasi
dell’elettronica e spero di ricevere qualche aiuto da voi. nelle induttanze degli avvolgimenti, si scarichi sull'e-
Vorrei porre due domande che vi sembreranno banali: il lettronica di controllo dei motori, danneggiandola.

6 MAILBOX
MAILBOX-impaginato ok 29-04-2004 14:49 Pagina 7

D CAMBIARE IL CLOCK DI UN PICMICRO nello schema di figura 2. Se il pin di I/O è a livello alto,
Spettabile redazione, nell’approfondire l’argomento sui la resistenza R1 viene inserita in parallelo alla R2 per
PIC mi sono imbattuto in un problema che non riesco a cui la resistenza totale diminuisce, di conseguenza au-
risolvere. È possibile cambiare la frequenza di oscilla- menta la frequenza di clock. Se il pin di I/O viene
zione del clock direttamente dal programma? Se questo messo a livello basso, R1 è esclusa quindi la resistenza
fosse possibile potrei ridurla limitando il consumo di cor- totale aumenta e la frequenza diminuisce. Questa tec-
rente del mio circuito? Spero possiate aiutarmi. Grazie. nica consente di selezionare la frequenza del clock di-
Giovanni Maccioni rettamente dal programma ed è la risposta alla do-
manda del nostro lettore.
La soluzione estrema è spegnere completamente il PIC
R Approfittiamo di questa domanda per illustrare direttamente dal programma e riaccenderlo mediante
alcune tecniche di base per ridurre il consumo dei cir- un segnale esterno. Questa tecnica è molto diversa
cuiti impieganti PICmicro. La tecnica più semplice è dallo sleep mode analizzato sopra in quanto, mentre
quella di portare il PIC nella modalità sleep in cui l’o- nello sleep mode il PIC è comunque alimentato ed in
scillatore viene disattivato ed il dispositivo non esegue attesa del segnale di “risveglio” (fornito dal watchdog
il codice. Il PIC può essere periodicamente risvegliato timer o dall’interrupt esterno), con questa tecnica il PIC
dalla modalità sleep utilizzando il watchdog timer o è definitivamente spento. I consumi in questo caso sono
un interrupt esterno. dell’ordine del nA contro i mA della modalità sleep.
Una volta risvegliato, il PIC può eseguire determinate ri- Il circuito per il controllo dell’alimentazione impiega un
ghe di codice, quindi tornare nella modalità sleep. In latch CMOS come mostrato in figura 3. In questa mo-
modalità sleep il dispositivo consuma una corrente del- dalità non è necessario utilizzare il watchdog timer con-
l’ordine di qualche microampere. sentendo così un ulteriore risparmio di energia.
Se non è possibile utilizzare la modalità sleep ed il PIC Nella tabella 1 sono riportati i vari assorbimenti di cor-
utilizza un oscillatore RC, è possibile variare la frequenza rente nelle diverse modalità di funzionamento. I dati
di clock utilizzando un pin di I/O, così come riportato sono relativi ad un PIC16C54.

Figura 2: Schema per la variazione di clock Figura 3: Circuito per il controllo dell’alimentazione

Power-up Region Active Region Sleep Region


Osc. Type Frequency Osc. Mode
Current, Time Current,Time Current, Time
Resistor/Capacitor 261 kHz RC 51.2 µA, 17.5 ms 396 µA, 12.8 ms 0.32 µA, 140 ms
Resistor/Capacitor 1.13 MHz RC 61.4 µA, 17.5 ms 810 µA, 2.5 ms 0.3 µA, 140 ms
Crystal 32.768 kHz LP 51.2 µA, 19 ms 23.5 µA, 93 ms 0.3 µA, 140 ms
Crystal 50 kHz LP 61.4 µA, 16 ms 39.4 µA, 48.5 ms 0.28 µA, 140 ms
Crystal 1 MHz XT 92 µA, 17.5 ms 443 µA, 3 ms 0.35 µA, 140 ms
Crystal 8 MHz HS 123 µA, 18 ms 2.11 mA, 250 µs 0.3 µA, 140 ms
Resonator 455 kHz XT 38.4 µA, 17.3 ms 421 µA, 7 ms 0.34 µA, 140 ms
Resonator 8 MHz HS 143 µA, 18 ms 2.5 mA, 250 µs 0.29 µA, 140 ms
Tabella 1: Assorbimento di corrente nelle diverse modalità di funzionamento

MAILBOX 7
NEWS-227 30-04-2004 18:11 Pagina 8

NEWS
416
AMPLIFICATORE VIDEO
TRIPLO
Lt6553 di Linear Techno-
logy (Silverstar-Celdis) è un
trollore single-chip per
schermi a cristalli liquidi
TFT in grado di far funzio-
nare contemporaneamen-
REGOLATORI DI TENSIONE

Questo spazio è gentilmen- amplificatore video triplo te uno schermo principale


te offerto da EONews, il con guadagno di 2 fissato QCIF (176x224) e uno
Quindicinale di notizie e internamente. schermo secondario
commenti per l’industria Ovviando alla necessità di (176x96).
elettronica di VNU Business resistori di impostazione di Entrambi i controllori per-
Publications Italia. guadagni esterni, presenta mettono di realizzare
una larghezza di banda -3 moduli a cristalli liquidi
dB di 650 MHz. Lo slew dai costi più contenuti e di
rate di 2500 V/micros semplificarne lo sviluppo
accoppiato a un tempo di attraverso l’utilizzo di un
settling di 6 ns migliora le numero minore di com- Torex Semiconductor ha
prestazioni Ca, consenten- ponenti. ampliato la sua gamma di
do immagini video più niti- regolatori di tensione Ldo
de. La fase differenziale di readerservice.it 416 - 52 ad alta velocità con rivela-
0,01 grado e il guadagno tori di tensione incorpora-
differenziale dello 0,1% GENERATORI DI CLOCK ti grazie all’aggiunta di tre
forniscono eccellente linea- nuove serie: Xc6404,
rità mantenendo nel con- Xc6405 e Xc6407.
tempo l’integrità dei Offrendo un assorbimen-
segnali. Inoltre, dispone di to di potenza molto limi-
IDEE DI PROGETTO: LA una piattezza di guadagno tato ed una elevata reie-
NUOVA INIZIATIVA SUL di 0,1 dB che si estende a zione al ripple, sono ideali
WEB DI ELETTRONICA 150 MHz, facilitandone per le apparecchiature
OGGI l’uso lungo una vasta portatili a batteria come
gamma di segnali video. Cy25100Sc e Vy25100Zc quelle per comunicazione
“Idee di progetto – Design di Cypress sono generato- radio, lettori di Dvd e Cd,
Ideas” è la nuova rubrica di readerservice.it 416 - 51 ri di clock che impiegano macchine fotografiche e
Elettronica Oggi che è stata tecniche a divisione di videoregistratori.
lanciata dal mese di CONTROLLORI spettro programmabili da
Settembre 2003. Caratteri-
SINGLE-CHIP PER LCD TFT utente. Vengono inoltre readerservice.it 416 - 57
stica saliente di questa nuo-
Renesas Technology Eu- resi disponibili un kit di
va iniziativa è che sarà com-
pletamente ed esclusivamen- rope ha annunciato due programmazione CROSSPOINT SWITCH
te on line ed accessibile dal nuovi controllori single- (Cy3672-Prg) e adattatori ANALOGICO
sito www.ilb2b.it. chip, per schermi a cri- di socket (Cy3690/91) National Semiconductor
L’obbiettivo principale è crea- stalli liquidi (LCD) TFT, con l’obiettivo di fornire ha ampliato la propria
re una vera e propria libreria che supportano la visua- una soluzione veramente offerta nel settore delle
di idee alla quale tutti coloro lizzazione fino 262K colo- completa per la riduzione soluzioni Lvds con l’intro-
che operano in maniera pro-
ri destinati ai telefoni cel- delle interferenze Emi. I duzione di un nuovo cros-
fessionale nel mondo dell’elet-
tronica possano “catturare”
lulari. generatori di clock abbi- spoint switch analogico 2
informazioni e suggerimenti Il controllore HD66782 nati al kit sopra citato assi- x 2 in grado di operare a
utili per il loro lavoro quotidia- supporta un LCD da curano la massima versati- velocità di 1,5 Gbps.
no. Questo nuovo strumento 132x132 pixel, facendone lità in fase di programma- Tra le caratteristiche
vi permette di scaricare, con un dispositivo ideale per il zione e consentono a un salienti di Scan90Cp02,
un solo click, tutte le risorse mercato europeo, e offre singolo dispositivo di questo il nome del dispo-
necessarie per risolvere velo- un consumo energetico sostituire centinaia di Sscg sitivo in questione, da
cemente qualsiasi problema
equivalente a quello di un con funzioni fisse. segnalare la disponibilità
e, in ultima analisi, minimiz-
zare il time to market. LCD a colori STN. della funzione di pre-enfa-
HD66784 è il primo con- readerservice.it 416 - 56 si programmabile, che

8 NEWS
NEWS-227 30-04-2004 18:11 Pagina 9

permette di aumentare (Silverstar-Celdis), è un prendono: IP-PBX, piatta- nuova applicazione inte-


l’intensità del segnale per doppio convertitore Dc/ forme di processo dei ragisce con la tecnologia
migliorare l’integrità dei Dc micropotenza con media basate su host e di probing virtuale inte-
dati in transito su cavi e diodi Schottky interni rac- IAD. La Serie OCT6100 di grata sul chip e permette
backplane che evidenzino chuso in package Dfn da processori di cancellazio- agli analizzatori logici di
fenomeni di perdita e il 3 x 3 mm. I suoi interrut- ne dell’eco ha aumentato misurare fino a 64 segnali
supporto dello standard tori interni da 250 mA, +/- il margine competitivo di interni dei dispositivi
Ieee 1149.6 per semplifi- 42 V possono erogare Octasic permettendo ai FPGA per ciascun piedino
care il test di questi back- uscite a 40 e -40 V da fornitori di apparecchiatu- di debug, anziché uno
plane e cavi. intervalli di tensioni di re di rete di garantire una solo, come avviene con gli
ingresso da 2,3 a 15 V, cancellazione dell’eco analizzatori logici tradizio-
readerservice.it 416 - 58 rendendolo ideale per superiore e miglioramenti nali. Inoltre, questa nuova
polarizzare sia Lcd Tft sia della qualità della voce applicazione per l’analisi
CODIFICATORI dispositivi ad accoppia- alle reti dei provider di logica consente ai proget-
INCREMENTALI mento di carica di video- servizio. tisti di riconfigurare i
camere digitali da ingressi In base a test di laborato- gruppi di segnali interni
spazianti da batterie rio riconosciuti a livello da misurare, senza essere
NiMh/alcaline a ioni di internazionale, l’algoritmo costretti a sprecare tempo
litio. Incorpora inoltre due della Octasic offre una prezioso in dispendiose
diodi Schottky da 42 V, il qualità vocale eccellente attività di ricompilazione
che lo rende perfetto per ad entrambe le reti IP e dei progetti.
usi in applicazioni palmari TDM.
Novità proposte da Itt vincolate da problemi di Sono disponibili densità a readerservice.it 416 - 66
Industries Cannon sono spazio. 32, 64, 128, 256, 512 o
quattro famiglie di codifi- 672 canali, con coda di 64 PROCESSORE INTEGRATO
catori incrementali che readerservice.it 416 - 60 o 128 ms di cancellazione Idt ha reso noto un poten-
offrono ai progettisti la dell’eco disponibili per ziamento delle prestazioni
libertà di scegliere la solu- SOLUZIONE DI tutte le capacità. del suo processore integra-
zione più economica che CANCELLAZIONE to per comunicazioni
si accordi con le loro esi- DELL’ECO PER RETI DATI readerservice.it 416 - 65 Rc32365 Interprise con
genze specifiche. Questi motore di accelerazione
codificatori, che sono SONDE DINAMICHE Internel Protocol security
adatti a una numerosa INTEGRATE PER IL TEST incorporato a livello hard-
gamma di applicazioni, DI DISPOSITIVI FPGA ware. Ha anche rilasciato
comprendenti le apparec- Agilent Technologies pre- una significativa otttimizza-
chiature audio/video, i senta la prima applicazio- zione del supporto softwa-
sistemi di navigazione, gli ne disponibile commer- re. Il processore Rc32365
elettrodomestici, le perife- cialmente per il debug di raggiunge ora una frequen-
riche di computer e l’elet- logiche programmabili za di 180 MHz con un
tronica di consumo per Octasic ha annunciato la FPGA con gli analizzatori throughput Ipsec di 70
l’auto, utilizzano una tec- soluzione di cancellazione logici e sonde dinamiche. Mbps, consentendogli di
nologia elettromeccanica dell’eco “carrier-grade” L’applicazione per l’analisi soddisfare meglio le esigen-
che assicura la migliore Serie OCT6100 a 32 e 64 logica con sonda dinami- ze prestazionali dei mercati
combinazione di affidabi- canali. Questi dispositivi a ca B4655A per FPGA di legati alle applicazioni Sme,
lità ed economia di costo. densità inferiore offrono Agilent consente di Soho, ai gateway residen-
soluzioni d’avanguardia di migliorare notevolmente ziali e all’accesso wireless.
readerservice.it 416 - 59 qualità della voce ai pro- la produttività dei team di L’engine di sicurezza del
duttori di apparecchiature tecnici che si occupano di processore in questione ed i
CONVERTITORE DC/DC Enterprise e Access. debug di dispositivi FPGA relativi algoritmi - compresi
MICROPOTENZA Le apparecchiature che prodotti da Xilinx, tra cui gli algoritmi Des, 3Des
Lt3463, proposto da possono trarre vantaggio le famiglie Virtex-II, Virtex- edAes - sono certificati
Linear Technology da questi dispositivi com- II Pro e Spartan-3. La come conformi ai più strin-

NEWS 9
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genti standard pubblici, CHIP RFID UHF sente ai progettisti di


rendendo il tutto una solu- Em Microelectronic ha pre- amplificatori di potenza
zione ideale per tutte le sentato un nuovo Ic trans- per sistemi di comunicazio-
applicazioni collegate. ponder a tecnologia Rfid ne, quali stazioni base cel-
allo scopo di migliorare l’ef- lulari, reti wireless, wireless
readerservice.it 416 - 68 ficienza della catena di dis- local loop ecc, di migliora-
tribuzione e la disponibilità re prestazioni e efficienza di
CHIP OTTICO ANALOGICO dei prodotti ai clienti. Si uscita riducendo allo stesso ha ampliato la propria
tratta di un Ic Rfid 868 MHz tempo i costi di quasi la offerta nel settore dei dis-
di sola lettura, passivo, con- metà, grazie alla maggiore positivi di power manage-
tenente un numero di iden- efficienza dell’amplificatore ment a elevata potenza
tificazione a 64 bit pro- e all’eliminazione di com- con l’introduzione di un
grammato durante la fab- ponenti costosi. Progettato controllore operante in
bricazione. È contenuto in per supportare tutti gli modalità Pwm per conver-
un’etichetta di carta fissata standard cellulari esistenti e titori diretti che sfrutta la
all’indumento a fianco del- di prossima generazione, tecnica di aggancio/ripristi-
Agilent Technologies ha l’etichetta di prezzatura l’ISL5239 di Intersil esegue no attiva impiegata nelle
presentato il primo chip distinta ed è progettato per l’elaborazione non-lineare architetture ad alimenta-
ottico analogico front-end essere tagliato e gettato via. sui segnali digitali composi- zione distribuita.
(AFE) completamente Si tratta di una soluzione a ti multi-carrier per fornire Denominato Lm5025, è in
integrato per i modem chip singolo a microonde e una predistorsione di quin- grado di operare a fre-
powerline a banda stretta Uhf (300 MHz-2,45 GHz) to ordine di un segnale quenze di commutazione
(PLM), destinato ai merca- con una minima piedinatu- d’ingresso a banda larga elevate ed assicura mag-
ti di fornitura di energia ra (di poco superiore ad un da 20 MHz all’amplificato- giori rendimenti e più alte
elettrica e reti domesti- millimetro quadro) con due re di potenza multi-carrier densità di potenza rispetto
che. Il chip sostituisce più piazzole per collegarvi (MCPA). In questo modo, il ai tradizionali convertitori
di 30 componenti discreti, antenne. In funzione della segnale di uscita all’anten- diretti utilizzati nei settori
dimezzando lo spazio programmazione del chip, na risulta linearizzato in delle comunicazioni, auto-
sulla scheda. Il ridotto etichette possono essere maniera efficiente. mobilistico, dei sistemi di
numero di componenti lette a velocità comprese alimentazione per uso
semplifica il design PLM tra 0,5 e 100 m/s. readerservice.it 416 - 71 industriale e di tipo distri-
ed aumenta le prestazioni È possibile leggere fino a buito e negli alimentatori a
e l’affidabilità del sistema. 240 etichette/s, con veloci- CONTROLLORE PER CON- uscite multiple.
Il chip Agilent HCPL-800J tà di lettura di Id di targhet- VERTITORI DIRETTI
DAA (data access arrange- te media di quasi 200 eti- National Semiconductor readerservice.it 416 - 72
ment) rappresenta un’al- chette/s.
ternativa a basso costo ed COME OTTENERE MAGGIORI INFORMAZIONI
alte prestazioni agli attuali readerservice.it 416 - 70
design AFE che combina- EONews offre il servizio “reader service” che vi con-
no un trasformatore di LINEARIZZATORE DI
sente, utilizzando l’apposito codice riportato alla fine
isolamento con più com- PREDISTORSIONE
di ogni news, di ricevere maggiori informazioni.
ponenti discreti. Il chip
DAA powerline completa-
mente integrato Agilent Visitate il sito www.readerservice.it e compilate la
consente lo sviluppo di cartolina virtuale con i vostri dati, il numero della rivi-
una connettività di rete sta, questo mese il 416, ed i numeri di reader service
PLM a basso costo sia per presi dalle notizie che vi interessa approfondire.
la lettura automatica dei
contatori che per le appli- Il linearizzatore di predi- EONEWS provvederà, tempestivamente, a contattare
cazioni in reti domestiche. storsione (PDL) digitale le aziende interessate, che invieranno al vostro indi-
CommLink ISL5239 di rizzo tutta la documentazione disponibile.
readerservice.it 416 - 69 Intersil Corporation con-

10 NEWS
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TUTORIAL

IL BUS GPIB:
LO STANDARD DEI SISTEMI
AUTOMATICI DI MISURA
di Nicola Ulivieri
nicola@ing.unisi.it

L’esigenza di eseguire in modo automatico i processi di misurazione ha origine fin


dagli anni ’60 e da allora c’è chi si è posto il problema di connettere assieme diversi
strumenti per farli dialogare con un’unità centrale, in genere un calcolatore. Il bus
GPIB, definito dallo standard IEEE 488, ha rappresentato la soluzione a questa
richiesta ed è ormai presente in quasi ogni strumento di misura, che sia un voltmetro,
un oscilloscopio o un generatore di segnali. Vediamo le caratteristiche di questa
interfaccia ed entriamo anche un po’ nei dettagli.

La scelta dell’interfaccia e il relativo il più usato, con cui è conosciuta negata con livelli TTL compatibili.
protocollo di comunicazione per l’interfaccia è GPIB (General Purpose Questo vuol dire che l’1 logico o
l’interconnessione di strumenti di Interface Bus). true viene comunicato tramite una
misura, determina le prestazioni in La GPIB è un’interfaccia parallela tensione VLOW ≤ 0.8V, mentre lo 0 o
termini di velocità di trasmissione, con 24 linee (vedere Tabella 1) di false con VHIGH ≥ 2V. Ogni linea è
lunghezza del bus e semplicità d’uso cui otto sono utilizzate per i bit dei configurata come open-collector,
dell’intero sistema di misura. Uno dati, tre per l’handshake (stretta di permettendo il tipo di connessione
standard di comunicazione risolve i mano, letteralmente), con lo scopo wired-or. In questo modo, basta che
problemi del progettista, specifican- di sincronizzare le trasmissioni, cin- solo uno dei dispositivi connessi al
do le principali caratteristiche dell’- que per la gestione dell’interfaccia bus trasmetta un livello di tensione
hardware, del software e del proto- e, infine, otto per le masse e scher- alto, affinché la linea interessata si
collo per un sistema di interfaccia- matura del cavo. porti a VLOW (figura 2). Inoltre questa
mento fra strumenti elettronici. Già soluzione permette di ridurre il con-
a metà degli anni ’60, la Hewlett- I bit vengono trasmessi con logica sumo di corrente nello stato logico
Packard aveva sviluppato una sua basso.
interfaccia, la HP-IB, per la connes-
sione dei loro strumenti di misura ad CONNESSIONI E CONNETTORI
un calcolatore. Grazie alla sua eleva- (COME SI MONTA…?)
ta velocità di trasmissione dati, addi- Prima di entrare nei particolari della
rittura 1Mbyte/s (un milione di Byte trasmissione, vediamo in quali modi
al secondo), questo bus riscosse possono essere connessi tra loro i
immediato successo e alcuni anni dispositivi dotati di interfaccia GPIB
dopo divenne lo Standard IEEE 488 Figura 1: Un tipico strumento da laboratorio e con cosa vengono connessi. Il
che viene utilizzato ancora oggi in dotato di interfaccia GPIB: il multimetro cavo per la GPIB lo si può vedere in
digitale (Agilent 34401a in figura)
tutto il mondo. Un altro nome, forse figura 3. Ne esistono di varie lun-

12 TUTORIAL
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TUTORIAL

ghezze, in genere non si utilizzano CHAMP), dotati di doppia connes- deve superare i 20m. Il massimo
superiori a 2m. Alle estremità ci sione maschio-femmina ai due lati numero di strumenti connessi,
sono i due connettori, ovviamente (figura 4). I dispositivi possono esse- invece, non può superare i 15, per
standard (tipo Amphenol o Cinch re connessi sia in configurazione via del massimo fan-out permesso
Series 57 MICRORIBBON o AMP lineare, detta anche a festone (daisy dalle porte logiche utilizzate, e di
chain), oppure a stella, come questi, almeno due terzi devono
mostrato in figura 5, o anche come essere autoalimentati. Per versioni
combinazione delle due precedenti. più recenti dello standard
(HS488), che vedremo più avanti,
Per ottenere l’elevato transfer-rate queste condizioni sono addirittura
per cui è stata progettata la GPIB, leggermente più restrittive, per
bisogna limitare le distanze e il permettere una velocità ancora
numero di dispositivi connessi. In maggiore.
genere si usano cavi di 1-2m ma
non più lunghi di 4m, e la massi- CONTROLLORI, PARLATORI,
ma distanza totale, utilizzando ASCOLTATORI (CHI FA COSA…)
una connessione lineare, non Nel mondo della GPIB esistono tre
attori principali: i Controllori
Figura 2: Esempio di connessione wired-or a (Controllers), i Parlatori (Talkers) e
logica negativa gli Ascoltatori (Listeners). I
Controllori governano il flusso delle
informazioni sul bus scegliendo a
chi assegnare i ruoli di Talker e
Listener. Essi rispondono a richieste
di servizio da parte degli strumenti
e possono passare il controllo del
bus ad altri Controllori. Può però
esserci un solo controllore di bus alla
volta e questo viene nominato
Controller-In-Charge (CIC o
System Controller), il quale è
Figura 3: Tipico cavo per bus IEEE 488. I connettori
standard sono del tipo Amphenol o Cinch responsabile della gestione com-
Series 57 MICRORIBBON o AMP CHAMP Figura 4: Dimensioni del connettore standard IEEE 488 plessiva del bus. Generalmente la
funzione di CIC viene svolta dal per-
LA GPIB IN FORMATO BIGNAMI sonal computer. I Talkers spediscono
le loro informazioni sulle linee dati
• Nasce nel 1965 per opera della Hewlett-Packard e diviene standard
IEEE488 alcuni anni dopo. ma solo quando un Controller dice
• Comunicazione di tipo parallelo. loro di farlo. Inoltre, è autorizzato a
• Il bus è formato da 8 linee dati, 3 linee di handshake e 5 linee per la “parlare” un solo dispositivo per
gestione dell’interfaccia. volta. I Listeners, infine, leggono le
• Utilizza logica negata con livelli TTL compatibili (VLOW ≤ 0.8V, VHIGH ≥ 2V); informazioni dalle linee dati del bus,
connessioni delle linee in wired-or. ma anche loro, solo quando un
• I dati vengono trasmessi con codice USA-ASCII a 7 bit. L’ottavo bit Controllore permette di farlo. A
viene usato come bit di parità o, spesso, inutilizzato. questa categoria di dispositivi è
• Velocità di trasferimento dati massima 1Mbyte/s; raggiunge gli invece concesso di “ascoltare” con-
8Mbyte/s nella versione HS488. temporaneamente ad altri Listeners.
• Distanza massima tra due dispositivi 4m. Distanza massima tra dispo- Ogni dispositivo connesso al bus,
sitivi in connessione lineare 20m. che sia un Controllore o altro, ha
• Massimo numero di dispositivi connessi =15, di cui almeno due terzi un’identità unica; questa identità
autoalimentati. non è altro che il suo indirizzo
• I dispositivi possono avere il ruolo di Controller, Talker o Listener. Può
(Address), che può essere ridefinito
esserci un solo Controller-In-Charge alla volta.
dall’utente.

TUTORIAL 13
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TUTORIAL

DENTRO AL CAVO connettore è riportata in figura 6. La sportano sia dati che messaggi. La
(PER I CURIOSI…) funzione dei 16 segnali, elencati in linea ATN indica quale dei due tipi
Abbiamo già detto che il bus GPIB è Tabella 1, è descritta qui di seguito. sta transitando. Tutti i comandi e la
costituito da 24 linee, di cui 16 per i maggior parte dei dati usano il codi-
segnali e 8 per le masse e scherma- Linee Dati ce ASCII a 7 bit. L’ottavo bit, DIO8,
tura del cavo, la cui disposizione sul Le otto linee dati, DIO1-DIO8, tra- è inutilizzato oppure impiegato
come bit di parità.

Linee di Hanshake
Tre linee controllano asincronamen-
te il trasferimento di bytes tra i dis-
positivi. Il processo è chiamato 3-
wire interlocked handshake e garanti-
sce che i bytes dei messaggi sulle
linee dati siano spediti e ricevuti
senza errori di trasmissione.
Vediamoli uno per uno:

• NRFD (not ready for data): Indica


quando un dispositivo è pronto
per ricevere un messaggio. La
linea è comandata da ogni dispo-
sitivo quando si ricevono i coman-
di, oppure dai Listeners quando si
Figura 5: Tipi di configurazioni: (a) lineare o a festone e (b) a stella
ricevono Data Messages o dal
Talker quando si abilita il protocol-
lo HS488 (…tra poco).
PERCORSO STORICO • NDAC (not data accepted): Indica
• 1965: La Hewlett-Packard crea il Hewlett-Packard Interface Bus (HP- quando un dispositivo ha o non
IB) per connettere la loro linea di strumenti di misura ai loro compu- ha accettato un messaggio. La
ters. Il bus permette un transfer-rate di 1 Mbytes/s e guadagna linea è comandata da ogni dispo-
immediato successo. sitivo quando si ricevono i coman-
• 1974: La IEC (International Electrical Commission) accetta lo standard di, oppure dai Listeners quando si
HP-IB della Hewlett-Packard. ricevono Data Messages.
• 1975: La IEEE (Institute of Electrical and Electronics Engineers Inc.) • DAV (data valid): Comunica quan-
pubblica la norma IEEE Standard 488-1975 "Digital interface for do i segnali sulle linee dati sono
Programmable Instrumentation". stabili (validi) e posso essere accet-
• 1976: Alla precedente, fa seguito la norma MC1.1 dell'ANSI
tati con certezza dai dispositivi
(American National Standard Institute), che ricalca la norma IEEE.
• 1978: Viene pubblicata la norma ANSI/IEEE Std-1978 "IEEE Standard
Digital Interface for Programmable Instrumentation" in cui si sottopo-
ne a revisione lo Std. 488-1975.
• 1980: La IEC pubblica la norma IEC-625.1 e, successivamente, la IEC-
625.2 che riguardano rispettivamente gli aspetti hardware e software
del sistema di interfacciamento, basato sempre sulla proposta HP.
• 1987: Definizione degli aspetti software nello standard ANSI/IEEE Std.
488.2-1987 "Standard Codes, Formats, Protocols and Common
Command for Use with ANSI/IEEE Std 488-1978".
• 1990: Le specifiche SCPI (Standard Commands for Programmable
Instruments) semplificano la programmazione definendo un singolo
set di comandi comprensibili da tutti gli strumenti programmabili.
Figura 6: Assegnazione dei 24 segnali nel
• 1993: National Instruments propone la versione High-Speed della connettore standard per GPIB
GPIB, la HS488, che permette di portare il transfer-rate a 8 Mbytes/s. (lato connettore femmina

14 TUTORIAL
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TUTORIAL

comunicanti. I Controllori pilota- • SRQ (service request): Ogni dispo- stato della macchina e files di dati. I
no il DAV quando spediscono sitivo può pilotare la linea SRQ per secondi, anch’essi conosciuti con
comandi e i Talkers quando spedi- richiedere in modo asincrono una altri nomi tipo Device-independent
scono dati. richiesta di servizio dal messages o anche Interface messages,
Controllore. servono a gestire il bus. Le loro fun-
Linee di gestione dell’interfaccia • EOI (end or identify): Questa linea zioni consistono nell’inizializzazione
Queste cinque linee gestiscono il ha due funzioni. Il Talker la usa per del bus, indirizzamento dei dispositi-
flusso di informazione attraverso marcare la fine di un messaggio vi e settaggio della modalità di pro-
l’interfaccia: mentre il Controllore la utilizza grammazione locale o remota.
per identificare quale dispositivo I Controllers utilizzano i Command
• ATN (attention): Il Controllore ha fatto richiesta di servizio in una Messages per dire ai dispositivi (stru-
porta ATN al livello logico true procedura di Polling Parallelo. menti o altri Controllori) quando
quando usa le linee dati per spedi- questi sono autorizzati a spedire
re comandi, mentre la pone false MESSAGGI GPIB informazioni sul bus e quando devo-
quando un Talker può spedire (PER GLI APPASSIONATI…) no invece leggerle. L’assegnazione
Data Messages. Esistono due tipi di messaggi per le del funzionamento come Talker o
• IFC (interface clear): Il Controllore comunicazioni tra dispositivi tramite come Listener è spedita come
del sistema controlla IFC per inizia- interfaccia GPIB: i Data Messages e Messaggio di Comando mentre le
lizzare il bus e diventare il i Command Messages. I primi, informazioni sono passate come
Controller in Charge. conosciuti anche come messaggi Data Messages. La principale diffe-
• REN (remote enable): Il Device-dependent, cioè dipendenti renza tra i due tipi di messaggio è lo
Controllore del sistema pilota la dal dispositivo, contengono infor- stato della linea di attenzione ATN,
linea REN, utilizzata per disporre i mazioni specifiche del dispositivo una delle linee di gestione del bus. Se
dispositivi in modalità di program- stesso, come istruzioni di program- ATN è asserita, ogni messaggio spe-
mazione locale o remota. mazione, risultati di una misura, dito sulle linee dati, è “ascoltato” da
ogni dispositivo ed è interpretato
Pin N° Nomenclatura Tipo
come comando. In caso contrario,
1 DIO1 solo i dispositivi a cui è stato permes-
so di leggere, possono ricevere i mes-
2 DIO2
saggi sulle linee dati. La codifica uti-
3 DIO3 lizzata per i Data Messages è funzio-
ne del tipo di apparecchiatura (codi-
4 DIO4
Linee dati ce binario, caratteri ASCII, ecc.) men-
13 DIO5 tre la codifica adottata per i
14 DIO6 Command Messages è la USA-ASCII
a 7 bit (vedere il documento “GPIB
15 DIO7 MESSAGES” sul sito della National
16 DIO8 Instruments [2] per la tabella di corri-
spondenza comandi-carattere ASCII).
9 IFC
17 REN
11 ATN Linee di Gestione
10 SRQ
5 EOI
6 DAV
7 NRFD Linee di Handshake
8 NDAC
Figura 7: Adattatore GPIB per porta USB della
Tabella 1: Assegnazione dei segnali della GPIB National Instruments

TUTORIAL 15
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TUTORIAL

indirizzi GPIB sono 31x31=961. Per


utilizzare l’indirizzamento secon-
dario, vanno settati entrambi i bit
TA e LA quando si invia un
Command Message. Si indica
prima l’indirizzo primario e imme-
Figura 8: Significato degli otto bit nel protocollo di indirizzamento della GPIB
diatamente dopo quello seconda-
rio. Nella pratica il SAD non viene
IL PROTOCOLLO DI “ascoltare”. Se invece è alto il bit6, quasi mai usato.
INDIRIZZAMENTO DELLA GPIB indicato con TA, il dispositivo
Le otto linee dati della GPIB sono dovrà configurasi come Talker. Il UN ACCORDO IMPORTANTE:
usate per spedire informazioni di bit 7 non viene letto (“don’t care” L’HANDSHAKE
un byte (8 bits) alla volta. I bit) e considerato zero nei (…TANTO PIACERE)
Command Messages usano sette Command Messages. Il trasferimento di dati sul bus pre-
degli otto bits, come mostrato in Si capisce che è importante che vede un protocollo di handshaking
figura 8. ogni dispositivo connesso al bus che utilizza le tre linee dedicate
abbia un indirizzo che lo identifichi DAV, NRFD, NDAC. Fintanto che
I bit dallo 0 al 4, indicano l’indiriz- univocamente. Esso consiste in un tutti i dispositivi listeners non sono
zo primario del dispositivo, talker o indirizzo primario (primary address pronti per ricevere un dato, la linea
listener, per il quale è spedito il o PAD) ed un indirizzo secondario NRFD rimane bassa (la logica è
messaggio. Se il bit5, indicato con (secondary address o SAD). Come negata e quindi nello stato logico
LA, è alto, il dispositivo dovrà indicato in figura 8, cinque delle vero) e appena sono pronti (tutti),
linee dati sono utilizzate per indi- tale linea viene negata passando al
care l’indirizzo primario e quindi livello alto (figura 10). Tutti i liste-
abbiamo a disposizione 32 possibi- ners devono pilotare la linea NFRD
li indirizzi diversi. In pratica, il PAD e la linea NDAC (in wired or). La
31 non è mai utilizzato come indi- sorgente emette il primo pacchet-
rizzo primario perché utilizzato per to dati sulle linee DIO e dopo un
messaggi di comando speciali. In tempo sufficientemente lungo per
genere, al Controller-In-Charge fare estinguere i transitori, se NRFD
viene assegnato il PAD 0, quindi, in è alta e NDAC è bassa, “tira giù” la
definitiva, gli strumenti sul bus linea DAV. Da questo momento i
possono avere i trenta indirizzi che dispositivi cominciano ad acquisire
Figura 9: Scheda interna della National Instruments vanno da 1 a 30. L’indirizzo secon- il dato asserendo la linea NRFD in
da connettere al bus PCI del PC, per la dario della GPIB ha intervallo tra 0 modo da inibire l'invio di ulteriori
gestione del BUS GPIB
e 30. Le possibili combinazioni di pacchetti. Quando tutti i dispositi-
vi hanno acquisito il dato (quindi il
più lento è vincolante) la linea
NDAC viene negata per avvertire il
controller che tutti i dispositivi
hanno ricevuto l'informazione. Il
processo si ripete come mostrato
in figura 10.

LO STANDARD IEEE488.2
(UN ALTRO PASSO…)
Lo standard IEEE488 ha permesso
una notevole semplificazione del-
l’interconnessione di strumentazio-
ne programmabile grazie alla chia-
Figura 10: Principio di funzionamento del protocollo di handshake della GPIB
ra definizione delle specifiche
meccaniche, elettroniche e del

16 TUTORIAL
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TUTORIAL

protocollo hardware di comunica- alcune mancanze. In particolar Come conseguenza, ogni costrut-
zione. Per la prima volta, strumen- modo l’IEEE488, successivamente tore implementava queste voci,
ti di costruttori diversi potevano rinominato IEEE488.1, non definiva: necessarie, differentemente,
essere interconnessi da un cavo costringendo lo sviluppatore del
standard. • Le funzioni di interfaccia di uno sistema ad un temibile lavoro.
strumento. Nasce così, nel 1987, lo standard
Sebbene questo standard avesse • Un formato comune di dati, IEEE488.2, che migliora e rafforza il
fornito un importante mezzo per la • Messaggi standard. precedente IEEE488.1 grazie alla
facilitazione dell’implementazione • Né un insieme di comandi comu- standardizzazione del formato dei
di sistemi si misura, esso presentava ne a tutti gli strumenti. dati, comunicazione dello stato
(status reporting), gestione degli
Sigla Descrizione Compatibilità errori, funzionalità dei Controllori
e comandi comuni a cui tutti gli
RESET Reset del sistema Obbligatoria strumenti devono rispondere in
modo stabilito. Con queste
ALLSPOLL Poll seriale di tutti i dispositivi “
aggiunte, i sistemi basati su GPIB
FINDRQS Trova il dispositivo che ha richiesto servizio Opzionale possono essere ancor più compati-
bili e affidabili. Il IEEE488.2 si è
PASSCTL Pass control “ concentrato essenzialmente sugli
REQUESTCTL Controllo di richiesta “ aspetti software e mantiene com-
patibilità con il IEEE488.1 che è
FINDLSTN Cerca Listeners “ invece orientato all’hardware.
Senza entrare in ulteriori dettagli,
SETADD Definisci Indirizzi “
vorrei fornire ai lettori più curiosi e
TESTSYS Auto-test del sistema “ appassionati, alcune notizie in più
sulle definizioni della 488.2.
Tabella 2: Protocolli di controllo

Protocolli e comandi IEEE488.2


Mnemonico Descrizione Gruppo (per i più tosti…)
Tralasciando le specifiche per i
*IDN? Richiesta di identificazione Dato di sistema
Controllori e relative sequenze di
*RST Reset Operazioni interne controllo definite dal secondo
emendamento (le trovate in biblio-
*TST? Richiesta di auto-test “ grafia [2]), spendiamo due righe e
*OPC Operazione completata Sincronizzazione due tabelle sui protocolli, vale a
dire quelle procedure ad alto livel-
*OPC? Richiesta di operazione completata “ lo che combinano un certo nume-
ro di sequenze di controllo per
*WAI Attesa di completamento “
effettuare operazioni comuni di
*CLS Cancella stato Stato e evento test del sistema. Il IEEE488.2 ne
definisce otto, riportate in Tabella
*ESE Abilita stato di evento “ 2, di cui due devono essere obbli-
*ESE? Richiesta di abilitazione stato di evento “ gatoriamente implementate e sei
opzionali. Questi protocolli per-
*ESR? Richiesta di registro stato di evento “ mettono di ridurre i tempi di svi-
luppo poiché combinano diversi
*SRE Abilita richiesta di servizio “
comandi per eseguire le operazioni
*SRE? Richiedi abilitazione richiesta di servizio “ più comuni richieste da ogni test di
sistemi.
*STB? Richiesta lettura status byte “

Tabella 3: Comandi comuni, obbligatori


Citiamo come esempio il protocol-
lo di RESET, che assicura che l’in-

TUTORIAL 17
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TUTORIAL

terfaccia venga inizializzata e tutti


gli strumenti siano settati ad uno
stato iniziale predefinito.
Accenniamo infine ai comandi,
anche questi standardizzati dal
488.2, che divengono, in tal
modo, comuni a tutti gli strumen-
ti. Tali comandi e richieste sono
riportati in Tabella 3, dei quali
citiamo il primo *IDN? utilizzato
dal Controllore per chiedere l’iden-
tificazione di uno strumento,
richiesta alla quale lo strumento
risponde con una stringa conte-
nente in genere il suo costruttore e
il suo modello.

SPECIFICHE SCPI (ORMAI


STANDARDIZZIAMO TUTTO…)
Nel 1990, le specifiche SCPI
(Standard Commands for
Programmable Instruments) espan-
dono il set di comandi comuni defi- Figura 11: Struttura degli standard GPIB
niti dal IEEE488.2 definendo un sin-
golo, esauriente set di comandi handshake protocol, meglio noto sferimento dati siano compatibili
adatto per tutti gli strumenti. Per come HS488, al fine di aumentare la con l’HS488, per usare il suo proto-
esempio, tutti i voltmetri compatibi- velocità di trasmissione fino a 8 collo. In caso contrario, anche i dis-
li con il SCPI, indipendentemente dal Mbytes/s. positivi HS488 utilizzeranno automa-
costruttore e dal modello, devono La novità di questo protocollo sta ticamente il classico handshake defi-
comprendere lo stesso comando di nell’handshake, che viene gestito in nito dall’IEEE488.1. Va detto che la
lettura di tensione AC come, ad modo diverso. Il Talker asserisce la massima velocità di 8Mbytes/s si
esempio, il seguente: linea DAV per un tempo stabilito, raggiunge tra 2 dispositivi connessi
: MEASure:VOLTage:AC? 20, 0.001 quando i dati sono validi, dopodiché da 2m di cavo. Se abbiamo un siste-
comando che, in dettaglio, significa: nega la linea non aspettando nessu- ma a pieno carico, cioè con 15 dis-
“Fai un misura di tensione in alterna- na conferma (controllate la differen- positivi connessi e 15m di cavo
ta con range 20V e risoluzione za con la 488.1 in figura 10) e velo- (totale), allora la velocità scende a
0.001V e rispedisci la lettura al cizzando così le trasmissioni. Bisogna 1,5Mbytes/s. L’HS488 è stato propo-
Controllore/PC”. Anche il formato quindi che tutti i Listeners siano in sto dalla National Instruments come
della risposta è definito dal SCPI. La grado di leggere il dato nel tempo aggiunta al IEEE488.1 ed è in ballot-
figura 11 riassume la funzione degli concessogli. È inoltre necessario che taggio per essere ammesso anch’es-
standard GPIB. tutti i dispositivi coinvolti in un tra- so come standard IEEE.

L’ULTIMO NATO, L’HS488 Bibliografia


(NON BASTAVA…)
[1] U.Pisani, “Misure Elettroniche, Strumentazione elettronica di misura”,
La GPIB tiene duro ormai da quasi
Politeko Edizioni.
40 anni, quale standard robusto e
affidabile e rimane tuttora un’inter- [2] Notizie su web: http://www.ni.com/devzone/libraries:
faccia per strumentazione largamen- • “History of GPIB”
te usata. Una decina di anni fa, • “GPIB Hardware and Software Specifications”
comunque, la National Instruments • “GPIB Messages”
[2] ha brevettato un protocollo basa- • “HS488 Overview”
to sulla GPIB, l’High-Speed GPIB

18 TUTORIAL
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HARDWARE

GLI STABILIZZATORI
DI TENSIONE
prima parte
di Nico Grilloni
n.grilloni@farelettronica.com

Le apparecchiature elettroniche, dalle più semplici alle più sofisticate devono essere
alimentate con tensioni che siano costanti e stabili nelle diverse condizioni di
funzionamento. Questo articolo, primo di una serie, illustra pertanto le varie
configurazioni circuitali a cui si può fare ricorso per realizzare stadi stabilizzatori in
funzione delle caratteristiche richieste.

È ben noto che le tensioni continue re lo stabilizzatore di tensione che ria del trasformatore. Un filtro, pre-
con le quali vengono alimentate le gli necessita. valentemente capacitivo, smorza il
apparecchiature elettroniche, devo- residuo di alternata (ripple) presente
no rispondere a ben precise caratte- SCHEMA DI BASE all’uscita del ponte e rende disponi-
ristiche che in sintesi, sono: costan- La figura 1 riporta lo schema a bloc- bile in uscita una tensione continua
za del valore della tensione richiesta, chi di un circuito di alimentazione il cui valore è all’incirca eguale al
stabilità di funzionamento sia al che utilizza come sorgente principa- valore di picco della tensione pre-
variare del carico che al variare della le la tensione alternata di rete. sente sul secondario del trasforma-
tensione di rete (per la quale sono Questa tensione, per lo stabilizzato- tore.
prevedibili fluttuazione dell’ordine re elementare che qui viene per Infine - ultimo blocco - c’è lo stadio
del 10 %), minima presenza del resi- primo dimensionato, tramite un tra- stabilizzatore che è quello da
duo di alternata. sformatore che ha anche funzione di dimensionare e la cui funzione,
Per giungere a questi obbiettivi si fa isolamento fra la rete e lo stadio ali- come si è detto, è di mantenere
ricorso agli stadi stabilizzatori (o mentatore in continua, viene porta- costante la tensione di uscita sia nei
regolatori) che, più o meno com- ta ad un valore prossimo alla tensio- confronti delle variazioni del carico
plessi, devono comunque ottempe- ne continua che si vuole in uscita. Al (variazioni di assorbimento), sia nei
rare alle specifiche richieste di pro- trasformatore segue un ponte di confronti della tensione primaria di
getto. Ciò sta a significare che in Graetz atto al raddrizzamento a alimentazione.
alcuni casi sarà sufficiente far ricorso onda intera della tensione seconda- Si inizierà con semplici stadi regola-
a configurazioni circuitali estrema-
mente semplici, mentre, in altri casi,
sarà necessario ricorrere a circuiti
più complessi.
In quest’ambito si esporranno per-
tanto diversi esempi, dai più ele-
mentari ai più sofisticati, fornendo
costantemente per ognuno i criteri Figura 1: Schema a blocchi di un sistema di alimentazione ac/dc che converte la tensione alternata di rete
di dimensionamento al fine di porre in tensione continua e stabilizzata sia nei confronti delle variazioni del carico sia nei confronti
delle fluttuazioni della tensione di rete
il lettore nelle condizioni di realizza-

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tori con transistor in serie al carico, significa che se, per esempio, la ten- Vi = VCE + Vo
detti per l’appunto, regolatori-serie, sione Vo aumenta, la VBE decresce
per passare quindi a stadi più com- determinando una minore condu- Considerando costante la tensione
plessi sia a componenti discreti che zione del BJT. Questa minore con- di ingresso Vi, affinché sia costante
a circuito integrato avvertendo fin duzione si concretizza in un incre- la Vo deve necessariamente manife-
d’ora il lettore che ai primi sarà dato mento della caduta di tensione VCE starsi una variazione della VCE in
uno spazio sufficiente solo a chiarir- fra collettore ed emettitore, caduta senso opposto alla stessa Vo. Tale
ne il funzionamento e le modalità di di tensione che, compensando variazione della VCE è causata dalla
progetto, mentre ampio spazio sarà immediatamente l’incremento della
dato agli stadi stabilizzatori a IC che, Vo, riporta quest’ultima al valore
in quest’ambito, la fanno ormai da prefissato. Viceversa, ad una dimi-
padroni. nuzione della Vo segue un incre-
mento della VBE, e quindi una mag-
STABILIZZATORE CON BJT IN giore conduzione del BJT la cui
SERIE AL CARICO caduta di tensione collettore-emet-
Lasciando da parte i circuiti con titore diminuisce compensando
diodo zener, si riporta nella figura 2 così il decremento della tensione di
il più semplice stadio stabilizzatore uscita. Figura 2: Circuito stabilizzatore con un BJT e un
diodo zener. Il diodo zener determina la
per la cui realizzazione è sufficiente Si può anche ragionare diversamen- tensione di riferimento che, a meno della
un BJT che, posto in connessione a te considerando la maglia esterna caduta base-emettitore VBE, è eguale alla
tensione Vo di uscita
collettore comune ossia come emit- per la quale si ha:
ter follower, è pertanto in serie al
carico la cui corrente IL è quindi
pressoché coincidente con la cor-
rente Ic di collettore dello stesso BJT.
Il funzionamento del circuito è sem-
plice. Con riferimento alla maglia di
uscita si ha infatti:

Vz = VBE + Vo

dove Vz è la tensione di riferimento


fornita dal diodo zener mentre VBE è
la tensione base-emettitore del BJT il
cui valore può essere compreso fra Figura 3: Andamento della tensione Vi in ingresso e della tensione Vo di uscita nello stadio stabilizzatore
di cui alla figura 2 con C = 100 µF
0,6 V e 0,7 V.
Poiché la tensione Vz di zener è
costante, dall’espressione prece-
dente si deduce che se la Vo aumen-
ta o diminuisce, la tensione VBE deve
necessariamente diminuire o
aumentare. Con parole semplici si
può affermare quindi che il valore
della VBE varia in senso inverso alla
Vo: un incremento della Vo porta ad
un decremento della VBE e, vicever-
sa, un decremento della Vo induce
un incremento della VBE.
Ma all’aumentare della VBE aumenta
la conduzione del BJT, mentre al Figura 4: Andamento della tensione Vi in ingresso e della tensione Vo di uscita nello stadio stabilizzatore di
diminuire della stessa VBE segue una cui alla figura 2 con C = 1000 µF. Si noti, nel confronto con i corrispondenti diagrammi di cui alla
figura 3, la notevole riduzione del ripple
minore conduzione del BJT. Ciò

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Rb = (10 – 5,6) / (5 mA + 200 µA)


= 846 Ω
Questo valore si approssimerà al
valore normalizzato immediata-
mente inferiore. Si porrà pertanto
Rb = 820 Ω.
Lo stadio stabilizzatore è così
interamente dimensionato.

La figura 3 riporta l’andamento


delle tensioni Vi di ingresso e Vo ai
capi del carico RL ricavate tramite la
simulazione con Spice. Il marker
Figura 5: Andamento della tensione Vi in ingresso in assenza e in presenza del condensatore C di livellamento orizzontale c indica il valore della
Vo. Si legge infatti: Yc = 5 V. Si noti -
variazione della VBE che determina sono attribuiti gli stessi numeri delle andamento della Vi - come il resi-
una maggiore o minore conduzione formule su riportate. duo di alternata, avendo posto C =
del BJT. 100 µF, sia ancora assai evidente e
In pratica il BJT può considerarsi 1 Si impone una tensione Vi di sia ancora evidente anche nell’an-
come una resistenza variabile in ingresso pari a 2 Vo ossia una Vi = damento della V o. Portando la
serie al carico il cui valore aumenta 2 x 5 = 10 V. capacità di C a 1000 µF si ricavano
o diminuisce a secondo che la Vo 2 Si sceglie il BJT tenendo conto le curve di cui alla figura 4. Qui si
aumenta o diminuisce. che dev’essere in grado di dissi- noti, oltre alla diminuzione del rip-
Venendo alla tensione Vi di ingresso, pare una potenza non inferiore a: ple, anche l’andamento notevol-
è intuitivo che le sue eventuali varia- PQ = (10 – 5) x (20 x 10–3) = 100 mente “pulito” della Vo.
zioni siano ininfluenti sulla tensione mW La figura 5 riporta quindi l’anda-
Vo di uscita dal momento che riman- 3 A questo punto sarebbe opportu- mento della tensione di ingresso Vi
gono costanti sia la Vz che la VBE. Un no conoscere il valore del coeffi- con e senza la capacità C di livella-
aumento, per esempio, della tensio- ciente di amplificazione di cor- mento. La distanza fra i marker
ne di ingresso determina soltanto rente (il guadagno) in continua orizzontali indica il valore da picco
un incremento della VCE e incremen- hFE = Ic / Ib. In assenza del dia- a picco della tensione di ripple che
to della corrente nella resistenza Rb gramma che riporta l’hFE in fun- è fornita, in valore efficace, dall’e-
che non influisce sulla differenza di zione della corrente Ic di colletto- spressione:
potenziale base-emettitore del BJT. re, si può procedere attribuendo
Le espressioni utili al dimensiona- al BJT - qui un 2N2222 che è in
mento dello stadio di cui alla figura grado di dissipare alcune centi-
2 sono: naia di milliwatt - un guadagno
pari a 100. Si calcola quindi la Da questa si vede che la tensione di
1. Vi = (2 ÷ 3) Vo corrente di base del BJT. Si ricava: ripple è proporzionale alla corrente
2. PQ = (Vi – Vo) · IL = (Vi – Vo) · Ic Ib = (20 _ 10–3) / 100 = 200 µA erogata (per cui il ripple aumenta
3. Ib = Ic / hFE = IL / hFE 4 Si sceglie quindi un diodo zener quando aumenta la corrente richia-
4. Vz = Vo + VBE la cui tensione Vz sia prossima al mata dal carico), mentre, a parità di
5. Rb = (Vi – Vz) / (Iz + Ib) valore: corrente, assume valori via via più
Vz = Vo + VBE bassi all’aumentare del valore della
ESEMPIO 1 5 Ponendo VBE = 0,6 V, si sceglie capacità C. Per una frequenza di 50
Si voglia dimensionare uno stadio pertanto un diodo zener con una Hz, frequenza della tensione di rete,
del tipo di cui alla figura 2 per un Vz pari a: l’espressione precedente diviene:
carico RL che richiede una tensione Vz = 5 + 0,6 = 5,6 V
di alimentazione di 5 V con un 6 Ponendo pari a 5 mA la corrente
assorbimento di 20 mA. Si fa notare Iz nel diodo zener, si calcola infine
che, per maggior chiarezza, ai il valore da attribuire alla resisten-
numeri dei vari sottoparagrafi si za Rb. Si ha: da cui si ricava:

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bene per correnti non superiori a noto, come un unico transistor il


un centinaio di milliamper. E ciò cui guadagno di corrente è eguale
perché per poter ottenere correnti al prodotto dei guadagni dei due
di carico (e quindi di collettore) più BJT. Si ha quindi, sempre con riferi-
Uno dei parametri caratterizzanti elevate sarebbe necessario aumen- mento alla figura 6:
uno stadio stabilizzatore è il cosid- tare la tensione di ingresso. Ciò
detto fattore di ripple F usualmente porterebbe ad un incremento della hFEtot = hFE1 · hFE2
espresso in percentuale dal rappor- caduta di tensione collettore-emet- Ib1 = Ic2 = Ie2 = Ib2 · hFE2
to fra il valore efficace VR(RMS) e la ten- titore del BJT che sarebbe quindi Ic1 = IL = Ib1 · hFE1
sione continua di uscita. Si ha per- chiamato a dissipare una potenza
tanto: maggiore (si veda l’espressione su Facendo ricorso alla connessione
riportata della PQ: a parità di Vo, Darlington avendo l’accortezza di
all’aumentare della Vi aumenta la usare per Q2, transistor driver, un BJT
potenza che il BJT deve dissipare). ad elevato hFE, si perviene, in fase di
Fra l’altro si può dimostrare che per dimensionamento, ad una resisten-
Si supponga, per esempio, che nello ottenere un buon coefficiente di za Rb il cui valore è poco vincolato al
stadio di cui alla figura 2 si voglia un stabilità sarebbe altresì necessario valore della corrente di base del BJT
valore massimo del ripple dell’1 %. aumentare il valore della resistenza finale Q1.
Dall’espressione precedente, per Vo di polarizzazione Rb. E per far ciò Le espressioni utili al dimensiona-
= 5 V, si ricava: sarebbe comunque necessario mento dello stadio di cui alla figura
incrementare la tensione di ingres- 6 sono:
so Vi e ciò, come si è appena detto,
condurrebbe ad una più elevata 1. Vi = (2 ÷ 3) Vo
dissipazione del BJT. 2. PQ = (Vi – Vo) · IL = (Vi – Vo) · Ic1
Tenendo conto che IL = 20 mA, dal- Per ovviare a questi inconvenienti e 3. Ib1 = Ic1 / hFE1 = IL / hFE1
l’espressione su riportata per la poter quindi utilizzare la configura- 4. Ib2 = Ic2 / hFE2 = Ib1 / hFE2
capacità, per la medesima si ricava il zione della figura 2 anche nel caso 5. Vz = Vo + VBE1 + VBE2
valore: si richiedano correnti di carico di 6. Rb = (Vi – Vz) / (Iz + Ib2)
qualche centinaio di milliamper
C = (2,88 · 10–3 · 20 · 10–3) / 0,05 = (ma, in genere, non superiori a 1 o ESEMPIO 2
1152 µF 1,5 A), si farà ricorso alla configura- Si voglia dimensionare uno stadio
zione di cui alla figura 6 dove il sin- del tipo di cui alla figura 6 per un
Questo valore si approssimerà al golo BJT è sostituito da due BJT in carico RL che richiede una tensione
valore normalizzato immediatamen- connessione Darlington. Questa di alimentazione di 5 V con un
te superiore (1200 µF). connessione si comporta, come è assorbimento di 1 A. Anche in tal

REGOLATORE-SERIE CON
DARLINGTON
Lo stadio di cui alla figura 2 va

Figura 6: Circuito stabilizzatore con due BJT, Q1 e


Q2, in connessione Darlington. A questa
configurazione si farà ricorso quando la Figura 7: Andamento della tensione Vi in ingresso e della tensione Vo di uscita nello stadio stabilizzatore di cui
corrente assorbita dal carico è maggiore alla figura 6 con C = 2200 µF. La reciproca posizione dei marker verticali indica la frequenza della
di qualche centinaio di milliamper e fino tensione di ripple che è pari a due volte la frequenza della tensione di rete dal momento che si è
a qualche amper eseguito il raddrizzamento a onda intera

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caso si fa notare che, per maggior un’ondulazione evidente, ma la caduta di tensione sui diodi del
chiarezza, ai numeri dei vari sotto- tensione di uscita Vo, il cui valore è ponte. Poiché in ciascun semipe-
paragrafi si sono attribuiti gli stessi indicato dalla distanza (c – d) fra i riodo sono interessati alla corrente
numeri delle formule su riportate. marker orizzontali, si presenta due diodi per volta, si può imporre
comunque “pulita”. Nello stesso che la caduta di tensione sia com-
1 Si impone una tensione Vi = 3 Vo = diagramma la distanza fra i marker plessivamente di 2 V (1V per
15 V. verticali indica la frequenza della diodo). Ciò implica che il seconda-
2 Si calcola la potenza che deve dis- tensione di ripple che, avendo uti- rio del trasformatore deve rendere
sipare il BJT Q1 il serie al carico e la lizzato il raddrizzamento a onda disponibile una tensione compresa
cui corrente di collettore Ic1 coin- intera, è pari a 100 Hz. Si legge fra 9 V e 12,7 V. In pratica, nota la
cide praticamente con la IL (1 A). infatti (a – b) = 100 Hz. tensione Vo voluta in uscita, si mol-
Si ha: Qualche nota pratica. Ai transistor tiplica questa per 2 o 3, si divide
PQ1 = (15 – 5) x 1 = 10 W di potenza, in assenza delle curve per 1,414 e al valore così ottenuto
3 Per Q1 si sceglie il BJT 2N3055 che, caratteristiche che riportano il gua- si somma due. Il valore ricavato
dotato di adeguato radiatore di dagno hFE in funzione della corren- fornisce la tensione che dev’essere
raffreddamento, è ben in grado di te di collettore, è bene non attri- presente sul secondario del trasfor-
dissipare questa potenza anche in buire mai un valore elevato. Questi matore la cui potenza [potenza
regime di funzionamento conti- BJT presentano infatti un guada- apparente fornita in voltamper
nuativo. Poiché l’hFE1 di Q1 è pari a gno di corrente che può variare fra (VA)] dev’essere di almeno un 30
40, la relativa corrente di base Ib1 = 30 e 50. Ai transistor pilota (come % maggiore del prodotto (Vo · IL).
Ic1/hFE1 dev’essere non inferiore a: Q2), per i quali si possono usare i Per i condensatori di filtro è pratica
Ib1 = 1/40 = 25 mA BC107/8/9, o la serie BC140, si porre il valore di 2000 µF per ogni
4 Si utilizza per Q2 il BJT BC140 che, può attribuire un guadagno hFE amper e non valori più elevati per
alla corrente di collettore Ic2 = Ib1 = compreso fra 100 e 150. non sollecitare esageratamente i
25 mA, presenta un hFE2 = 130. La Per quanto riguarda i diodi zener, diodi (ma su ciò ritorneremo).
relativa corrente di base Ib2 = Ic2/hFE2 se di potenza pari a 500 mW si può
vale quindi: sempre porre Iz = 5 mA, mentre se Si fa infine notare che gli stadi
Ib2 = (25 x 10–3) / 130 = 192 µA di potenza pari a 1 W, si porrà Iz = regolatori qui presentati, se dimen-
1. Per VBE1 = VBE2 = 0,7 V, al fine di 10 o 15 mA. sionati seguendo le espressioni su
ottenere una tensione di zener Vz riportate, funzionano egregiamen-
= 5 + 0,7 + 0,7 = 6,4 V si dispor- Per quanto concerne il trasforma- te. Si potrà obbiettare che, al pre-
ranno in serie due diodi zener tore si deve considerare che la ten- sente, può essere più immediato
rispettivamente da 2,8 V e 3,6 V. sione livellata presente ai capi della ricorrere agli stabilizzatori integrati
2. Si calcola quindi il valore da capacità di filtro ha un valore pres- a tre terminali. E l’obbiezione è
attribuire alla resistenza Rb ponen- soché pari al valore di picco della almeno parzialmente giusta.
do la corrente nei diodi zener pari tensione presente sul secondario. Parzialmente perché quando,
a 10 mA. Si ricava quindi: Questa tensione dev’essere, come sempre accade agli speri-
Rb = (15 – 6,4) / (10 mA + 192 µA) comunque, da due a tre volte la Vo. mentatori, si hanno cassetti pieni
= 843,79 Ω Per l’esempio 1 su riportato, per Vo di BJT, diviene senz’altro più con-
Si utilizzerà per Rb il valore di resi- = 5 V, si deve avere ai capi della veniente realizzare gli stadi che qui
stenza immediatamente inferiore, capacità di filtro una tensione con- abbiamo descritto e dimensionato.
ossia Rb = 820 Ω. tinua compresa fra 10 e, al massi- Comunque, già dal prossimo arti-
mo, 15 V. Ciò significa che la ten- colo, entreremo nel merito degli
La figura 7 riporta quindi l’anda- sione (valore efficace) che deve stabilizzatori integrati.
mento delle tensioni Vi e Vo. La Vi, essere presente sul secondario del
nonostante si sia posta in circuito trasformatore, in prima approssi- NOTA PER IL LETTORE
una capacità di livellamento di mazione deve avere un valore effi- La simulazione al computer dei cir-
2200 µF, dato il valore piuttosto cace compreso fra 7 V e 10,7 V (si cuiti qui esposti è stata eseguita col
elevato della corrente richiamata rammenti che, per un segnale programma SPICE (Simulation
dal carico (si veda l’espressione, su sinusoidale, il rapporto fra il valore Program with Integrated Circuit
riportata, del valore efficace della massimo e il valore efficace è Emphasis) della Microcode
tensione di ripple), presenta 1,414). C’è poi da considerare la Engineering Inc. (CircuitMaker).

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TUTORIAL

SMARTCARD:
UN’INTRODUZIONE TEORICA
di Giuseppe Modugno
gppe.modugno@libero.it

Questo primo articolo approfondisce gli aspetti teorici che sono alla base delle
smartcard, ampiamente diffuse ed utilizzate da tutti (al Bancomat, nel cellulare,
al lavoro, ecc.). Nel corso delle altre puntate, analizzeremo in dettaglio gli aspetti
tecnici delle smartcard a memoria e delle smartcard a microprocessore, realizzeremo
un lettore universale di smartcard e lo utilizzeremo in due interessanti applicazioni
(gestione crediti e gestiore rubrica/SMS delle SIM).

FACCIAMO UNA PARTITA A per dirla all'inglese, una card). Non punti del supermercato sotto casa,
CARTE? si sta ovviamente parlando di assi o crediti per l'ingresso in palestra,
Uno sguardo superficiale alle tes- picche ma di tessere plastificate patente, SIM per il cellulare, carta
sere in nostro possesso della dimensione di una carta di cre- d’identità, carta della salute.
Oggigiorno è difficile trovare una dito, utilizzate un po' dappertutto: Ovviamente questi sono solo alcuni
sola persona che non abbia, nel suo controllo presenze dei dipendenti, esempi… l'elenco potrebbe essere
portafogli o in tasca, una carta (o, bancomat, carte di credito, raccolta molto più lungo.
Per iniziare a conoscere questi pic-
coli ma utilissimi oggetti, apriamo il
nostro portafogli e distribuiamo le
carte su un tavolo. Così ho fatto io
ed il risultato è mostrato nella foto
in figura 1.
Se ad una prima vista possono sem-
brarci tutte uguali, a parte qualche
differenza di dimensione per le SIM
dei cellulari, in realtà un’analisi più
accurata ci può svelare molte diver-
sità. Nel corso di questi articoli
impareremo a conoscerle nel detta-
glio e ad utilizzarle a nostro piaci-
mento.
Per prima cosa, però, cerchiamo di
fare un po’ d’ordine…

DIVIDIAMO LE ROSSE
DALLE NERE
Figura 1: In questa foto si possono osservare vari tipi di carte, comunemente usate e che riempiono Le tessere magnetiche
il mio portafogli
Se raccogliamo tutte le carte in

26 TUTORIAL
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TUTORIAL

nostro possesso, possiamo fare una no l’azione di “strisciare”, ogni mat-


prima classificazione in due grandi tina entrando nell’ambiente di lavo-
gruppi: carte a banda magnetica e ro, per comunicare l’ora d’arrivo? In
smartcard. alcuni casi, come nelle vecchie cabi-
Le carte a banda magnetica sono ne telefoniche o nei moderni banco-
quelle contraddistinte da una banda mat, la tessera viene solo legger-
nerastra sul retro, di circa 1 cm di mente inserita in una fessura ed
altezza. Per esempio, la maggior automaticamente “risucchiata”, Figura 3: Una smartcard: scheda telefonica
parte delle tessere per il controllo quindi letta, dalla circuiteria interna, utilizzata da Telecom Italia

presenze sono di tipo magnetico, senza che l’utente faccia alcun


così come le tessere utilizzate nelle movimento meccanico. poiché integrano all'interno della
prime cabine telefoniche pubbliche Questa tecnologia è stata la prima a plastica (spesso PVC) dei veri e pro-
di Telecom Italia, la maggior parte comparire sul mercato commerciale pri circuiti integrati, come le memo-
dei bancomat e delle carte di credito ed è attualmente molto economica, rie (RAM, ROM, EPROM, EEPROM,
circolanti in Italia. Nella foto in figura anche se presenta numerosi punti FLASH), porte logiche, microproces-
2 è mostrata una scheda per il rileva- deboli. Per esempio, la bassa capaci- sori general-purpose (PIC, Atmel) o
mento presenza in un’azienda privata. tà di memoria e la smagnetizzazione specifici (ST, Atmel).
dovuta a campi elettromagnetici A differenza delle carte a banda
esterni. magnetica, le smartcard:

Le smartcard • Essendo elettroniche non vanno


Proprio per far fronte a questi pro- incontro al fenomeno della sma-
blemi, è nata una nuova tecnologia gnetizzazione.
di carte, definite smartcard. In real- • Possono memorizzare un maggior
tà, il termine smartcard è molto numero di informazioni.
Figura 2: Foto di una carta a banda magnetica
utilizzata per il controllo presenze generico e di difficile traduzione • Essendo elettroniche possono
diretta in italiano. Potrebbe essere interfacciarsi più facilmente con
Al di sotto della banda nerastra, tradotto, abbastanza liberamente, gli attuali apparecchi che ne fanno
coperto da uno strato protettivo, è come "carta intelligente". uso (telefoni cellulari, set-top-box,
presente del materiale magnetico Oltre alla parola smartcard, possono cabine telefoniche, ecc.).
che può essere utilizzato per memo- essere usati altri termini, come: • Presentano delle protezioni contro
rizzare alcuni dati numerici, dell’or- chipcard, IC-card, memory card, la lettura/scrittura non voluta (per
dine delle decine di byte. Per esem- carte a microprocessore, ecc. Alcuni esempio, mediante l'utilizzo di
pio, è possibile memorizzare un di questi termini indicano dei tipi di PIN).
numero seriale che individua una smartcard ben precisi, ma spesso • Possono implementare degli algo-
carta (e quindi l’utente) univoca- vengono usati, erroneamente, per ritmi, più o meno complessi, al
mente nel nostro gruppo, un credi- indicare generalmente tutte le loro interno (per esempio, critto-
to in denaro o in punti, ecc. I dati smartcard. Nel seguito dell’articolo grafia per rendere più sicure le
memorizzati possono essere letti da cercheremo di fare chiarezza sui vari transazioni).
un apposito dispositivo dotato termini. • Possono essere multiapplicazione,
generalmente di una fessura, all’in- Anziché essere dispositivi magneti- cioè una singola carta può essere
terno della quale l’utente fa scorrere ci, le smartcard sono dispositivi usata contemporaneamente in più
(striscia) la carta, facendo in modo elettronici e si distinguono facil- contesti (per esempio, per regi-
che la parte magnetica passi vicino mente dalla presenza di 6-8 contat- strarsi alla rete cellulare del pro-
ad una testina di lettura. È lo stesso ti elettrici ravvicinati a forma rettan- prio provider ed effettuare delle
principio delle vecchie musicassette, golare sul lato superiore (natural- transazioni commerciali in tutta
con l’unica differenza che, per que- mente, è assente la banda magneti- sicurezza).
ste ultime, il nastro magnetico viene ca sul retro, anche se sono previste
trascinato automaticamente da un carte ibride). In figura 3 è mostrata A fronte di questi vantaggi, l'unico
motorino, mentre nel caso delle una nuova scheda telefonica, una svantaggio che attualmente ha
carte è l’utente che deve effettuare il smartcard appunto. senso considerare è probabilmente
movimento. Quanti di voi compio- Spesso vengono chiamate IC-card il maggior costo (delle carte e dei

TUTORIAL 27
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TUTORIAL

lettori) dovuto alla tecnologia più contatto e quelle senza contatto, è microprocessore, dette anche chip-
evoluta, anche se è già alla portata possibile dividerle in smartcard a card o IC-card. Sono dei sistemi
di tutti (hobbisti e professionisti). memoria e smartcard a micropro- elettronici integrati nella tessera
cessore, in funzione dei circuiti inte- plastificata e possono essere anche
DIVIDIAMO I CUORI DAI QUADRI grati presenti all’interno. molto complessi. Normalmente
Tipologie di smartcard: una prima Le smartcard a memoria contengo- all'interno si trova una zona di
classificazione no internamente delle semplici memoria non volatile per la memo-
Una prima classificazione che si può memorie a cui si può accedere in rizzazione dei dati anche a carta
operare sulle smartcard è tra le carte lettura/scrittura mediante i contatti scollegata (EEPROM e/o Flash), una
a contatto (contact-card) e carte presenti sulla carta. Per esempio, è memoria volatile per l'elaborazione
senza contatto (contactless-card). Le possibile integrare in una smartcard dei dati durante l'uso (RAM), un
prime vanno inserite all'interno di un una memoria seriale I2C, come le microprocessore più o meno com-
apposito dispositivo (chiamato comu- diffusissime 24LCxx della Microchip. plesso che gestisce sia il protocollo
nemente lettore) che comunica con In questo caso, i pin della smartcard di comunicazione con l'esterno, sia
esse mediante contatto elettrico dei rappresentano le alimentazioni della l'elaborazione dei dati (si possono
pin che si trovano sulla smartcard. memoria (Vcc e GND) e le linee di trovare degli economici PIC della
Le contactless-card, invece, hanno comunicazione del bus I2C (DATA e Microchip oppure dei microproces-
un'antenna integrata che permette, CLOCK). In altre parole, il chip, anzi- sori dedicati più complessi prodot-
quando viene avvicinata ad una ché essere integrato nei classici pac- ti, per esempio, da Atmel e ST).
certa distanza dal dispositivo di let- kage dual-in-line o SMD, viene inte- La presenza di una piccola (ma
tura, sia l'alimentazione dei circuiti grato in una carta plastificata. anche grande) capacità di elabora-
integrati interni, sia la comunicazio- Queste smartcard, in cui è possibile zione assicura un livello di sicurez-
ne wireless dei dati. Queste tipolo- accedere al contenuto senza prote- za impossibile da raggiungere con
gie di carte si differenziano a secon- zione, sono chiamate a memoria le normali smartcard a memoria.
da della distanza massima dal letto- libera (free memory card). Se una Spesso vengono implementati
re alla quale devono trovarsi per un tessera di questo tipo viene rubata o degli algoritmi di crittografia com-
corretto funzionamento (pochi cen- persa, può essere usata senza diffi- plessi, che aumentano il grado di
timetri o alcuni metri). coltà da un'altra persona, anche non sicurezza di transazioni commer-
Naturalmente, le contact-card autorizzata. C’è da dire, comunque, ciali, permettendo al sistema di
vanno incontro ad una maggiore che questo tipo di carte sono poco riconoscere un determinato utente
usura soprattutto se devono essere diffuse. con un alto grado di affidabilità.
inserite/disinserite molte volte all'in- Molto più diffuse sono le smartcard Infatti, la clonazione di questo tipo
terno di un lettore. Inoltre sono più a memoria protetta che integrano di carte è molto complicata (anche
scomode da usare poiché l'utente non solo una zona di memoria se non impossibile, come dimo-
deve necessariamente impiegare del (generalmente EEPROM) ma anche strano la pirateria satellitare e i
tempo per inserire e disinserire la della logica aggiuntiva che permet- recenti tentativi di clonazione delle
carta dal dispositivo, cosa che non te la protezione del contenuto agli SIM GSM).
avviene con le contactless-card. utenti non accreditati. Esternamente le smartcard a
Avete idea della differenza tra Normalmente lo scopo viene rag- memoria e le smartcard a micro-
Viacard e Telepass per il pagamento giunto memorizzando all'interno processore sono identiche sia in
del pedaggio autostradale? della carta, in una zona di memo- termini di dimensioni che in termi-
In commercio sono di gran lunga ria diversa da quella utilizzata per i ni di contatti elettrici. Solo un’at-
più diffuse le smartcard a contatto, dati, un PIN non leggibile dall'e- tenta analisi del comportamento
soprattutto perché più economiche, sterno. Per poter leggere e/o scri- elettrico della scheda (protocollo
anche se è possibile trovare soluzio- vere il contenuto della memoria di trasmissione usato e dati effetti-
ni contactless e addirittura ibride. dati sarà necessario presentare cor- vamente scambiati) può rivelarci la
Nel futuro, comunque, si prevede rettamente il PIN alla carta che, natura della carta.
un aumento delle carte contactless. solo dopo averlo confrontato con
quello memorizzato al suo interno, A CHE GIOCO GIOCHIAMO?
Tipologie di smartcard: una permette il libero accesso al conte- Le applicazioni delle smartcard
seconda classificazione nuto della memoria. Col tempo le smartcard hanno inva-
Oltre a raggruppare le smartcard a Infine, esistono le smartcard a so il tradizionale campo delle bande

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TUTORIAL

magnetiche e si stanno diffondendo più di un lettore sarà in possesso di carte vengono usate dal provider
in numerose altre applicazioni, diverse schede SIM, qualcuna ormai per accertare che l'utente sia effetti-
prima impensabili. non più usata, altre usate addirittura vamente un suo cliente e abbia i
Per quanto riguarda le smartcard a contemporaneamente) ma non tutti diritti per la visione dei canali su cui
memoria, esse sono molto usate sanno che sono delle smartcard a si sintonizza (in parole povere, abbia
nelle raccolte punti dei supermercati microprocessore. Una grande diffe- pagato).
o distributori di benzina. Per esem- renza con le smartcard a cui siamo
pio, le tessere utilizzate dalla AGIP abituati a pensare è la dimensione. Le applicazioni del futuro (non
appartengono a questa categoria di Infatti una scheda SIM ormai viene tanto lontano!)
smartcard. Tali carte vengono anche distribuita in un formato più picco- Nell'immediato futuro, le smartcard
usate da strutture che prevedono lo, che permette di ingombrare a microprocessore potranno essere
l’accesso della clientela a certi servizi. molto poco all’interno del telefoni- utilizzate anche per firmare elettro-
Per esempio, può essere usata per no, un oggetto che tende sempre nicamente documenti ufficiali e vali-
l’ingresso nelle palestre e per l’utiliz- più alla miniaturizzazione. In figura di a tutti gli effetti di legge, alla stes-
zo delle docce a pagamento in un 4 è mostrata una SIM del provider sa stregua dei documenti manoscrit-
campeggio. Ad ogni ingresso l’uten- Wind. ti. In questo settore l'Italia è partico-
te inserisce la carta nell'apposito dis- larmente attiva ed ha già iniziato le
positivo ed il numero di ingressi (o sperimentazioni sulla Carta
crediti) memorizzato viene decre- d'Identità Elettronica e sulla Carta
mentato, magari aprendo automati- Nazionale dei Servizi. Questo siste-
camente l'accesso agli spogliatoi o ma di sottoscrizione prende il nome
abilitando l’erogazione dell’acqua. di firma digitale. Attraverso la firma
Anche le ultime schede telefoniche digitale sarà possibile firmare elet-
per le cabine pubbliche appartengo- tronicamente un documento pub-
Figura 4: Una scheda SIM altro non è che una
no a questa categoria di smartcard. smartcard a microprocessore blico garantendo la veridicità (docu-
In alcuni casi possono essere usate mento non alterato), l’autenticità
per il controllo accessi: in ogni carta Il formato piccolo delle SIM è relati- dell’autore, la non ripudiabilità (l’au-
viene memorizzato un codice identi- vamente recente, poiché i primi tore non può sostenere di non aver
ficativo dell’utente che, inserendola telefonini (chi non si ricorda il scritto il documento in futuro), la
nel dispositivo di lettura, magari Motorola 8700?) avevano l’alloggio confidenzialità (nessuno, fuorché il
digitando l’opportuno codice segre- per schede della normale dimensio- destinatario, potrà leggere quel
to (PIN), comunica il proprio accesso ni di una carta di credito. Solo con la documento).
al sistema. necessità di miniaturizzare il telefo- Potete ben capire come queste carte
Molto usate sono anche le carte a nino, sono comparse sul mercato siano molto importanti e delicate e
microprocessore che hanno subito SIM del formato ridotto. Cosa suc- devono garantire una certa sicurez-
nel corso degli anni una notevole cede se qualcuno ha la necessità di za. Per questo sono dotate di un PIN
diminuzione di costo. La maggiore utilizzare una “SIM ridotta" in un segreto, noto solo al legittimo titola-
applicazione per queste carte (la telefonino di vecchio tipo? Esistono re della carta, che deve essere ogni
cosiddetta killer application) è sicu- in commercio degli adattatori che volta inserito per accedere al servizio
ramente la telefonia cellulare GSM. servono proprio allo scopo (sono della firma digitale.
Tutti noi sappiamo, infatti, che il molto utili se volete utilizzare la Ma vi fidereste di sottoscrivere un
sistema GSM prevede l’utilizzo di vostra SIM nel lettore universale di atto pubblico con una smartcard?
una scheda SIM (Subscriber Identity smartcard che costruiremo in uno La coppia carta/PIN garantisce un
Module) personale, da inserire nel degli articoli successivi). certo grado di sicurezza sull'autenti-
telefonino, che si preoccupa di L'altra applicazione tipica delle cità dell'individuo, ma questa non è
autenticarci alla rete (comunica al smartcard a microprocessore è la TV assoluta. La carta può essere rubata
provider chi siamo, dal quale si può digitale. Oggi è possibile usufruire o persa ed il PIN può essere ritrova-
risalire al contratto e all’eventuale solo della TV digitale satellitare to (per esempio, scritto su un
credito residuo) e quindi abilita l’ac- (DVB-S) ma nell'immediato futuro foglietto all'interno del portafogli
cesso ai servizi di telefonia mobile a non è escluso di poter utilizzare oppure memorizzato all'interno
cui abbiamo diritto. Le SIM sono delle smartcard per il digitale terre- della rubrica del nostro cellulare,
schede molto diffuse (sicuramente stre (DVB-T). Come per il GSM, tali oppure semplicemente scritto dietro

TUTORIAL 29
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TUTORIAL

la carta) o rubato anch'esso (attra- te digitali, scansione della retina o Un'altra applicazione molto interes-
verso spycam o POS/ATM fraudo- dell'iride, voce, volto). In questo sante, che sicuramente utilizzeremo
lentemente modificati). È per que- modo sarà possibile aumentare il spesso in un prossimo futuro, è la
sto che attualmente la coppia grado di sicurezza sull’autenticità Carta della Salute (health card). In
carta/PIN non è più sintomo di ele- dell’individuo poiché i dati biometri- questa smartcard saranno memoriz-
vata sicurezza e si sta sperimentan- ci appartengono al nostro corpo e zati tutti i nostri dati anagrafici insie-
do la possibilità di memorizzare, non possono essere clonati così me alla nostra storia da un punto di
all'interno della carta, caratteristiche facilmente (oggi, almeno, ciò non è vista medicale. Per esempio è possi-
biometriche dell'individuo (impron- possibile… un domani chissà). bile memorizzare il gruppo sangui-
gno, allergie, malattie o disturbi
Caratteristiche fisiche (dimensioni, resistenza meccanica, radia- gravi, interventi, cura farmaceutica
Parte 1
zioni elettromagnetiche, ecc.) abituale, ecc. A cosa può servire
Numero, posizione e dimensione dei contatti elettrici e relativo tutto ciò?
Parte 2
significato. Immaginate di aver bisogno di cure
Tensioni e correnti massime per ciascun contatto. Descrizione mediche immediate, per esempio in
Parte 3 un pronto soccorso. Supponete di
del protocollo asincrono di comunicazione.
essere soli o, magari, in viaggio in
Comandi standard per la gestione dei dati (lettura e scrittura) in
Parte 4 un paese straniero in cui non cono-
tutta sicurezza.
scete bene la lingua o impossibilita-
Aggiunge sistemi di crittografia (a chiave simmetrica ed asim- ti a parlare (per esempio, perché
Parte 8
metrica) ai comandi definiti nella Parte 4. svenuti). Avendo a disposizione la
Definisce il protocollo di comunicazione per le smartcard sin- vostra Carta della Salute, il medico
Parte 10
crone. potrà avere un quadro dettagliato
Tabella 1: Elenco degli standard più importanti facenti capo all’ISO7816. sulla vostra condizione fisica e potrà
intervenire in modo tempestivo con
cure efficaci. Naturalmente i dati
Numero Nome Direzione Descrizione memorizzati sulla card non saranno
Alimentazione della smartcard, normalmente consultabili da tutti, ma solo da enti
C1 VCC I a 5V, anche se sono previste alimentazioni a e personale autorizzato, magari a
tensioni inferiori (3V o meno). più livelli di accessibilità. Ecco che
una futura Carta della Salute dovrà
Linea di reset utilizzata dal dispositivo di
necessariamente ricorrere a tecnolo-
C2 RST I lettura per inizializzare la scheda, prima di un
gie sofisticate di protezione dei dati
qualsiasi trasferimento di dati.
e autenticazione dell'utente, e forse
Linea utilizzata per fornire il clock ai circuiti sono questi gli ostacoli più difficili
sequenziali integrati nella smartcard (carte da superare. Infatti, la più veloce
C3 CLK I
asincrone), oppure per lo scambio dei dati accessibilità di una grande quantità
(carte sincrone). di dati strettamente personale è in
netta contraddizione con i diritti alla
C4 RFU Riservata per usi futuri.
nostra privacy.
C5 GND I Massa.
QUALI SONO LE REGOLE DEL
Tensione di programmazione, eventualmente
GIOCO?
utilizzata per la programmazione (cancella-
C6 VPP I Gli standard
zione/scrittura) della memoria non volatile
Dalla discussione precedente avrete
integrata nella smartcard (EEPROM, Flash).
sicuramente capito come il mondo
Linea bidirezionale utilizzata per lo scambio delle smartcard sia molto diversifica-
C7 I/O I/O
dei dati tra smartcard e dispositivo di lettura. to e in continua evoluzione. Per evi-
C8 RFU Riservata per usi futuri. tare la nascita di sistemi completa-
mente diversi e non interoperabili,
Tabella 2: Descrizione di tutti i contatti eventualmente presenti su una smartcard. Il numero è relativo alla sono stati pubblicati degli standard
figura 5, mentre la direzione (I=Input, O=Output, I/O=Input/Output) è relativa alla carta
di riferimento dai maggiori organi-

30 TUTORIAL
MODUGNO-impaginato 29-04-2004 12:03 Pagina 31

TUTORIAL

molta probabilità, standard.


Infatti, l’ISO7816 impone solo una
dimensione minima dei contatti,
ma lascia al produttore la possibili-
tà di modificarne la forma e la
grandezza. L’unica restrizione è
che, per ogni contatto, l’area mini-
ma definita dallo standard sia
comunque “coperta” dal contatto
corrispondente. È per questo moti-
vo che la disposizione dei contatti
può sembrare, da carta a carta,
molto diversa. In figura 6 sono
mostrati i particolari della zona dei
contatti di due smartcard in mio
possesso.
Abbiamo detto che lo standard
Figura 5: Rappresentazione della “geometria” di una smartcard secondo lo standard di riferimento ISO7816
(vista lato contatti)
prevede fino ad 8 contatti, ognuno
dei quali ha un significato ben pre-
smi internazionali per la standardiz- delle aziende specializzate che pos- ciso, come mostrato nella tabella 2.
zazione. Il maggiore standard di rife- sono fornirvi delle smartcard bian-
rimento è sicuramente l’ISO7816, che oppure prestampate. In alcuni OK, SIETE STANCHI DI
definito dall’ISO (International casi è possibile utilizzare diretta- GIOCARE?
Standard Organization). Esso è divi- mente una stampante da PC, Cosa contiene il prossimo articolo
so in numerose sezioni, ognuna della soprattutto quelle che hanno la Dopo questa panoramica, di orien-
quali si occupa di un particolare possibilità di stampare sui CD- tamento prettamente teorico, sulle
aspetto di una smartcard. In tabella ROM. smartcard, nel prossimo articolo
1 è presente un elenco delle sezioni Sul lato superiore sono presenti dei studieremo in dettaglio un partico-
più importanti insieme ad una breve contatti elettrici, da un minimo di lare tipo di carta: la smartcard a
descrizione del contenuto. 4 ad un massimo di 8. La dimen- memoria protetta del tipo
sione minima di ogni contatto è di SLE4442, la più diffusa tra questa
LE DIMENSIONI E I CONTATTI 1,7x2 mm ed è definita anche la tipologia.
Secondo l’ISO7816-1, una smart- posizione di ognuno di essi. In Impareremo a gestire la memoria
card è un “rettangolo” di plastica figura 5 è rappresentata una sche- dati interna per la scrittura/lettura
(generalmente PVC) della dimen- matizzazione di una smartcard e di informazioni generiche.
sione di circa 85,6x53,98 mm. Lo dei suoi contatti.
spessore è di 0,78 mm. In realtà Se guardassimo una smartcard in
esiste anche un’altra dimensione, nostro possesso e la confrontassi-
che è quella comunemente usata mo con il disegno in figura, ci
dalle SIM del sistema GSM. È pos- accorgeremmo subito di una diffe-
sibile stampare qualcosa sui due renza nella forma e nella disposi-
lati della scheda, anche in rilievo zione dei contatti. La carta in Figura 6: Disposizione dei contatti di due
smartcard. Pur essendo diverse,
(entro certi limiti fissati). Ci sono nostro possesso è, comunque, con queste schede sono comunque standard

BIBLIOGRAFIA

Faq sulle smartcard (in inglese): http://www.scdk.com/atsfaq.htm


Tutorial sulle smartcard (in inglese): http://www.smartcard.co.uk/resources/tutorials/sct-itsc.pdf
Carta Nazionale dei Servizi: http://punto-informatico.it/p.asp?i=47159 - http://www.card.infocamere.it/
Health Card (in inglese): http://www.iso.ch/iso/en/commcentre/isobulletin/articles/2003/pdf/medicalcard03-06.pdf
Standard di riferimento (in inglese): http://www.iso.ch/

TUTORIAL 31
GALIZIA-PBE 227 30-04-2004 18:03 Pagina 32

TUTORIAL

®
PIC MICROCONTROLLER
BY EXAMPLE
settima parte
di Tiziano Galizia (t.galizia@farelettronica.com)
e Sergio Tanzilli (s.tanzilli@farelettronica.com)

Anche in questa puntata presentiamo un valido esempio pratico di utilizzo del


PICmicro: un semplice decoder per telecomando ad infrarossi con cui potremo
telecontrollare le nostre applicazioni.

RICEVITORE PER TELECOMANDO da 9 V), a cinque elementi con cui è ricevitore ad infrarossi IS1U60, pro-
AD INFRAROSSI possibile selezionare il tipo di televiso- dotto dalla SHARP, il cui schema a
Il telecomando scelto per la nostra re che si vuole comandare. blocchi è riportato in figura 1.
applicazione è il telecomando univer- Per questa esercitazione abbiamo scel- Questo componente è di facile reperi-
sale SIMPLEX® prodotto dalla società to il seguente settaggio dei dip switch: bilità ma può essere sostituito con un
VISA Electronics®. altro modello di pari caratteristiche.
Abbiamo scelto questo telecomando DIP1 = On Esternamente si presenta come un
in quanto è facilmente reperibile in DIP2 = Off normale transistor a cui è stata mon-
qualsiasi negozio di apparecchiature DIP3 = Off tata una specie di calotta di plastica
elettriche ad un prezzo molto interes- DIP4 = Off trasparente verde dotata di una lente
sante ed è in grado di generare segna- DIP5 = On da un lato. Internamente contiene
li per controllare una grande gamma invece tutta la circuiteria necessaria
di TV color. che corrisponde ad alcuni modelli di per ricevere un segnale ad infrarossi
Si tratta di un telecomando semplifi- televisori Hitachi, Sony, Mitsubishi e modulato a 38 kHz, demodularlo e
cato (da cui il nome SIMPLEX) dotato Sharp. Più che al tipo di televisore la generare un segnale TTL pronto per
solamente di sei pulsanti con le scelta della configurazione è stata det- essere decodificato dal nostro PIC.
seguenti funzioni: tata dalla semplicità con cui siamo Nella figura 2 sono riportate le dimen-
riusciti ad interpretare il tipo di segna- sioni e la piedinatura del componente
• Cambio canale + (che indicheremo le in uscita dal telecomando. Per estratte dal datasheet della Sharp.
con la sigla P+). decodificarlo è stato impiegato un Per scrivere il codice d'esempio per
• Cambio canale - (che indicheremo
con la sigla P-).
• Volume + (che indicheremo con la
sigla V+).
• Volume - (che indicheremo con la
sigla V-).
• Mute (che indicheremo con la sigla
M).
• Power (che indicheremo con la sigla
PW).

Questo telecomando dispone di un


dip switch, accessibile rimuovendo lo Figura 1: Schema a blocchi del ricevitore IS1U60
sportello del porta batteria (una pila

32 TUTORIAL
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TUTORIAL

Figura 2: Dimensioni e piedinatura del IS1U60

questa esercitazione, il sensore IS1U60


è stato alimentato collegando il pin
GND (pin 2) a massa ed il pin Vcc (pin
3) a +5 V e quindi, con un oscillosco-
pio digitale, è stato osservato il segna-
le in uscita dal pin Vout (pin 1) pre-
mendo i tasti sul telecomando VISA. I
Figura 3: Le sequenze generate dal telecomando alla pressione dei diversi tasti
segnali ricavati corrispondono al

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TUTORIAL 33
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TUTORIAL

Figura 4: Lo schema elettrico della nostra apllicazione

segnale già demodulato inviato dal RxIfr contenuta nel sorgente, che uti- SCHEMA ELETTRICO
telecomando ad infrarossi. lizzeremo per questa esercitazione. Lo schema utilizzato per questa eserci-
Come visibile nella figura 3, per ogni Una volta lanciata in esecuzione, tazione è un derivato dello schema già
tasto viene generata una sequenza questa routine controllerà se è pre- utilizzato nella puntata precedente e
diversa ripetuta continuamente finché sente almeno un impulso a zero sulla lo troviamo riprodotto in figura 4.
si mantiene il tasto premuto. linea RX_IFR (linea RA2), quindi effet- In quella occasione utilizzammo un
Con la nostra esercitazione vedremo tuerà il conteggio degli impulsi suc- display LCD 16x2 per vedere come
come sia possibile riconoscere le diver- cessivi fino ad un massimo di quattro era possibile controllarlo con un PIC.
se sequenze inviate dal telecomando. gruppi. Nello schema qui riportato, pur man-
tenendo lo stesso LCD, abbiamo
RICONOSCIMENTO DELLE Se al termine del conteggio il nume- aggiunto il ricevitore ad infrarossi
SEQUENZE DI CODIFICA ro di impulsi corrisponde ad una IS1U60 descritto sopra, il quale viene
Osservando le sequenze, possiamo delle sei combinazioni possibili, allora alimentato attraverso i suoi pin 2 per
notare che ciò che cambia nelle diver- ritorna nel registro accumulatore W il la massa e 3 per la Vcc e collegato alla
se configurazioni è il numero di impul- valore corrispondente alla sequenza linea RA2 (pin1) del PIC tramite il pin
si a zero di durata pari a 1 ms e sepa- rilevata secondo la seguente tabella: di uscita del segnale demodulato Vout
rati da impulsi a 1 da 3,4 ms. (pin 1).
Contando quanti impulsi a zero sono Valore W Sequenza rilevata Una volta realizzato il circuito e pro-
contenuti in ogni gruppo otteniamo 0 Nessun tasto premuto grammato il PIC, sul display apparirà
la seguente tabella: 1 P+ la scritta "IFR READER". Se ora provia-
2 M mo a premere qualche tasto sul tele-
Tasto Sequenza 3 V+ comando SIMPLEX noteremo come il
P+ 1, 6, 0, 0 4 P- nostro circuitino ci indicherà il tasto
M 1, 3, 3, 0 5 PW premuto.
V+ 1, 1, 5, 0 6 V-
P- 2, 5, 0, 0 CONCLUSIONI
PW 2, 1, 1, 3 Una volta rilevato il tasto premuto, il Dopo questo ennesimo esempio pra-
V- 3, 4, 0, 0 nostro programma visualizzerà in tico, il prossimo mese vedremo come
chiaro, sul display LCD, il nome del gestire la memoria EEPROM interna al
Su questa tabella lavora la routine tasto relativo. PIC16F84.

34 TUTORIAL
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HARDWARE

INTERFACCIA DI
COMUNICAZIONE RS-232 E
PS/2 PER PIC16F877
di Fabrizio Iacopetti
f_iacopetti@libero.it

Il circuito che andiamo a presentare permette la connessione di un PIC della famiglia


16F87x alla porta seriale RS-232 di un Personal Computer, gestendo tutti gli otto
segnali di I/O, e ad un dispositivo PS/2 quale un mouse o una tastiera. Sulla basetta
trovano posto anche quattro pulsanti e quattro led di segnalazione il cui stato logico
può essere gestito dal microcontrollore.

Il circuito che presentiamo può on-chip, il che rende abbastanza ti dall'utente per fare eseguire al
essere ritenuto a metà strada tra semplice gestire la comunicazione microcontrollore opportune azioni;
una evaluation board e un circuito seriale, anche in assembler, senza ad esempio, in seguito alla pressione
applicativo vero e proprio. La sua preoccuparsi della temporizzazione di un particolare tasto si potrebbe
caratteristica principale è quella di relativa ai singoli bit. voler attivare un transistor o un relè,
consentire la connessione di un Con questo circuito, in particolare, oppure comandare la lettura della
microcontrollore della famiglia sono gestibili tutti gli otto segnali tensione presente su un piedino di
PIC16F87x, un PIC16F877 in parti- input analogico ed il suo invio al PC,
colare, alla porta seriale di un PC e e così via.
ad un dispositivo PS/2. Per la I quattro led possono essere utiliz-
gestione della connessione, sia da zati, ad esempio, per indicare la
parte del microcontrollore che del comunicazione in corso con il PC o
PC, sono resi disponibili appositi con il mouse, oppure l'esecuzione
programmi; in particolare, per il PC di una particolare subroutine da
sono previsti due brevi programmi parte del microcontrollore, oppure
Gwbasic in grado di visualizzare i ancora lo stato logico associato ad
dati in arrivo dal PIC attraverso la un pulsante, fisicamente del tipo
seriale. Per il PIC è invece stato rea- instabile, gestito dal programma
lizzato un programma assembler come bistabile.
che gestisce la comunicazione con delle porte RS-232 a 9 pin: TD, Il circuito è stato testato con un
un dispositivo PS/2, mouse o tastie- RTS, DTR in arrivo dal PC e RD, PIC16F877, la compatibilità con
ra, con particolare riguardo alla CTS, DSR, DCD, RI verso il PC. Il altri microcontrollori Microchip è di
gestione di un mouse, e, nel segui- microcontrollore utilizzato e la altre case è legata solamente al
to, a quest'ultimo faremo riferi- basetta devono ricevere la stessa valore dei resistori utilizzati nel cir-
mento. alimentazione regolata (+5 V). cuito, dimensionati in base alle spe-
I microcontrollori PIC della famiglia Il circuito presenta anche quattro cifiche di corrente erogata/assorbi-
16F87x dispongono di una USART pulsanti che possono essere utilizza- ta dai diversi pin di I/O (qualche µA

36 HARDWARE
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HARDWARE

per gli ingressi e massimo 20 mA degli eventi; più semplicemente, il o, ancora, per scorrere un menu su
per le uscite). PIC può essre utilizzato per inviare un display LCD connesso al PIC, e
In generale, per quanto riguarda la al PC, ad intervalli regolari, il valore così via.
sezione RS-232, il circuito si presta di tensione fornito da una serie di Si fa notare che, senza alcun micro-
ad essere utilizzato in quelle appli- sensori. controllore, questo circuito potreb-
cazioni in cui si devono gestire da Indipendentemente dal collega- be essere utilizzato per controllare
PC dei dispositivi, più o meno com- mento con il PC, il mouse, se direttamente da PC fino ad un
plessi, senza dover avere a disposi- opportunamente interrogato da un massimo di due uscite logiche e per
zione molti canali e una elevata apposito programma in esecuzione rilevare un massimo di quattro stati
velocità di comunicazione; a ciò sul microcontrollore, potrebbe ser- logici; ad esempio, da PC si potreb-
può infatti supplire il microcontrol- vire ad esempio per il controllo di bero controllare due relè pilotando
lore, che può ricevere comandi dal un oggetto mobile, oppure essere le linee RTS e DTR, convertite in
PC attraverso la seriale, interagire utilizzato come potenziometro a TTL dal MAX207 e connesse alla
di conseguenza con il mondo ester- due gradi di libertà per controllare base di due transistor in grado di
no e informare il PC sullo stato l'intensità luminosa di due sorgenti, fornire la necessaria corrente al

Figura 2: Schema elettrico delle sezioni PS/2 e RS-232

HARDWARE 37
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HARDWARE

carico. Per quanto riguarda gli data siano di tipo open collector, mouse a generare il clock vero e
ingressi al PC, si potrebbe rilevare da qui la presenza dei due resistori proprio, le cui transizioni validano i
un fine corsa, una condizione di di pull-up R3 e R4 che, in assenza di dati sia quando trasmessi dall'host
allarme e così via, attraverso la con- pilotaggio, mantengono le due che quando trasmessi dal mouse.
versione da TTL a RS-232 sui canali linee a livello alto. Dal momento Ogni byte scambiato fra host e
CTS, DSR, DCD, RI. che generalmente i PIC possiedono mouse viene trasmesso come
Da PC, la seriale può essere gestita un solo piedino open drain e non trama di undici bit, composta da
abbastanza facilmente attraverso avrebbe molto senso vincolarne l'u- un bit di parità oltre ai classici bit di
un programma in C++ , in Gwbasic tilizzo come pilota di uno solo fra i start e di stop e agli otto bit dati.
o in qualsiasi altro linguaggio in due segnali clock e data, imple- Nel caso in cui la trasmissione sia
grado di controllarla. mentare una configurazione open diretta dall'host al mouse, il mouse
collector richiederebbe l'utilizzo di stesso deve generare un dodicesi-
IL CIRCUITO almeno un paio di transistor; è mo bit che ha il significato di ack-
Nell'esaminare lo schema elettrico, comunque possibile farne a meno e nowledge (“ricevuto”). La consi-
visibile nelle figure 2 e 3, parliamo utilizzare solamente due normali stenza dei dati trasmessi è verifica-
subito dell'alimentazione, da far piedini TTL di I/O, con l'unica ta da host e mouse attraverso l'ana-
giungere alla basetta attraverso il accortezza di evitare che il PIC li lisi del bit di parità, eventualmente
connettore K2. Come anticipato, piloti attivamente a livello logico di quello di acknowledge e del
sia il microcontrollore che questo alto. In tal caso, infatti, se in quel rispetto di una determinata tempo-
circuito devono essere alimentati a momento il mouse stesse imponen- rizzazione.
+5 V regolati e devono essere con- do uno zero, sulla linea si verifiche- La strategia di pilotaggio delle due
nessi agli stessi terminali di alimen- rebbe un conflitto elettrico fra i due linee clock e data da parte del
tazione; microcontrollori alimentati livelli, ovvero una forte erogazione microcontrollore è, in sostanza, la
a tensioni diverse, ad esempio 3.3 di corrente che potrebbe danneg- seguente: quando la comunicazio-
V, NON vanno utilizzati. Nel caso la giare le porte del PIC. Per questo ne è inattiva o quando il PIC vuole
stessa alimentazione debba essere motivo sono stati previsti due resi- ascoltare, i due piedini del micro-
portata anche ad altri circuiti si può stori di protezione, R1 e R2, che, controllore devono essere configu-
utilizzare il connettore K7. nel caso di incorretta connessione rati come ingressi, in modo da
Osservando la semplice sezione o programmazione, permettereb- lasciare che le linee stesse, normal-
PS/2, diciamo innanzitutto qualco- bero il passaggio di un massimo di mente a livello alto, possano essere
sa sui mouse di questo tipo. I circa 5V/330Ω=15mA, corrente portate a livello basso dal mouse.
mouse PS/2 devono essere alimen- effettivamente erogabile dalle Quando il PIC desidera comunicare
tati a +5 V ed i loro livelli di I/O porte del PIC. Il PIC sarebbe quindi con il mouse e quindi imporre sulle
sono TTL. Tali dispositivi sono salvo. Del mouse nulla si può dire, linee una serie di livelli alti e bassi,
diversi dai mouse seriali, sia per perché la corrente massima assor- per imporre uno zero deve portare
quanto riguarda la temporizzazio- bibile dalle sue porte non è univo- basso il piedino della linea coinvol-
ne e il protocollo di comunicazione camente definita. ta e configurare tale piedino come
che per quanto riguarda i livelli Il protocollo di comunicazione uscita, mentre per riportare la linea
elettrici; in quelli seriali troviamo seguito dai dispositivi PS/2 esula ad uno deve semplicemente confi-
infatti i livelli della RS-232, circa dal tema di questo articolo; fonda- gurare nuovamente il piedino
+10V e -10V. La comunicazione fra mentalmente si tratta di un proto- come ingresso.
un dispositivo PS/2 e un host, il PIC collo asincrono che prevede l'im-
in questo caso, prevede l'impiego piego di una linea dati bidireziona- Procedendo nell'analisi dello sche-
di due sole linee di segnale, clock e le, il cui livello sia validato da ma elettrico, si arriva alla sezione
data, come visibile nello schema opportune transizioni sulla linea di per l'interfacciamento del PIC con
elettrico. Il connettore PS/2 presen- clock. Quasi a titolo di curiosità, la porta seriale (figura 2). La piedi-
te sulla basetta è il classico Mini- possiamo dire che l'host pone la natura dei connettori della seriale a
Din femmina a 6 poli, la cui piedi- linea di clock a zero solamente per 9 pin e il verso di pilotaggio dei
natura è riportata nel riquadro “Il interrompere o inibire la comunica- segnali è visibile nel riquadro “I
connettore PS/2”. zione o per segnalare al mouse di connettori DB9”. Per la conversio-
Il protocollo di comunicazione PS/2 tenersi pronto a ricevere un ne TTL/RS-232 viene impiegato il
prevede che le due linee clock e comando, mentre è sempre il MAX 207 della Maxim, che presen-

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HARDWARE

ta tre ricevitori e cinque trasmetti- TD sia in uscita dal PC e quindi in una impedenza di ingresso mag-
tori e permette dunque la conver- ingresso al microcontrollore; il giore delle porte TTL.
sione di tutti gli otto segnali pre- segnale RD deve invece essere pilo- Passando alla sezione di interazione
senti sulla porta seriale a 9 pin di un tato dal microcontrollore e va in con l'utente (figura 3), su quattro
PC; in tal modo, è possibile collo- ingresso al PC. Sul connettore K5 i pin del connettore K6 (Sw nella
quiare con il PC stesso gestendo ad segnali sono raggruppati in base al serigrafia di figura 5), sono presen-
esempio anche RI (Ring Indicator), verso di pilotaggio. Se si commette ti i livelli logici relativi ai quattro
di solito non gestito in circuiti simi- un errore di programmazione o di pulsanti, di tipo normalmente
li. In particolare, la conversione da connessione a K5 delle porte del aperto; in assenza di pressione il
livelli RS-232 a livelli TTL avviene microcontrollore, pilotando ad livello logico associato a ciascun
per i segnali TD, RTS, DTR, in usci- esempio i piedini di uscita Rout del pulsante è alto per la presenza del
ta dal PC, mentre fino a cinque MAX 207 (TTL), che devono invece pull-up (da R13 a R16); in caso di
segnali TTL provenienti dal micro- essere ingressi per il PIC, i resistori pressione, il corrispondente pin di
controllore sono convertiti a livelli di protezione da R10 a R12 limita- K6 va a livello logico basso.
RS-232, permettendo così di pilota- no la corrente a circa Come già per la sezione RS-232,
re RD, CTS, DSR, DCD, RI. La velo- 5V/2.2KΩ=2.5mA. È possibile intro- nel caso si commetta un errore di
cità di trasmissione/ricezione per- durre tali resistori di protezione programmazione o di connessione
messa dal MAX 207 arriva a 116 sulle porte Rout, senza degradare a K6 delle porte del microcontrollo-
kbps. La piedinatura del MAX 207 e sensibilmente i livelli TTL in uscita re, i resistori di protezione connessi
il suo schema interno sono riporta- al MAX207, dato che le porte del ai pulsanti limitano la corrente a
ti nel riquadro di approfondimento PIC16F877 assorbono una corrente circa 5V/390Ω=13mA.
“Il MAX207”. di pochi microampere, dunque la Gli altri quattro pin di K6 (LD) con-
Il cavo da utilizzare per la connes- caduta su 2.2KΩ è trascurabile. Per trollano l'accensione dei LED; por-
sione al PC deve essere un cavo quanto riguarda la protezione sulle tando un pin a livello alto il led cor-
diritto, NON di tipo null-modem, porte del microcontrollore connes- rispondente viene acceso. Con un
in quanto le connessioni del con- se ai cinque trasmettitori Tin del resistore da 680Ω (da R21 a R24),
nettore seriale della basetta (DB-9 MAX 207, i resistori potrebbero la corrente erogata da ciascuna
femmina) sono quelle di un DCE servire in caso di cortocircuito acci- porta del micro è di circa (5-
(Data Communication Equipment, dentale sulla basetta, limitando la 1.6)V/680Ω=5mA.
ad esempio un modem), e non di corrente erogata dal microcontrol-
un DTE (Data Terminal Equipment, lore a circa 5V/390Ω=13mA. Anche REALIZZAZIONE E COLLAUDO
ad esempio un PC). in questo caso è possibile utilizzare Il circuito può essere realizzato a
I segnali a livelli TTL omologhi di resistori di tale valore in quanto le partire dall'immagine del layout di
quelli sulla seriale si trovano sul porte Tin del MAX207 funzionano figura 4 con la fotoincisione o con i
connettore K5. Si fa notare come a livelli TTL, ma, in effetti, hanno fogli per trasferimento a caldo. È
sufficiente una basetta monofaccia
100x85 mm; nel caso non la tro-
viate, va bene anche da 100x80
mm. Il diametro dei fori da esegui-
re è di 1 mm per i connettori, i LED,
i pulsanti; 0.8 mm per tutti gli altri
componenti; circa 3 mm per i pie-
dini di fissaggio dei connettori RS-
232 e PS/2. Per la disposizione dei
componenti potete fare riferimento
alla figura 5.
Dopo aver inserito i ponticelli, nel
posizionare i componenti fate par-
ticolare attenzione ai resistori: per
esigenze di spazio, per molti di essi
Figura 3: Schema elettrico della sezione pulsanti e LED
i terminali vanno piegati vicinissimi
al corpo, ma senza voler arrivare ad

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un angolo retto. Dopo aver dispo- LED, rispettandone la polarità. stando attenzione alla polarità indi-
sto i resistori, saldate lo zoccolo per Prima di inserire il MAX207 o di cata dalla serigrafia in prossimità di
l'integrato, i pulsanti, i vari connet- collegare il circuito a qualsiasi dis- K2; non è possibile inserire nel cir-
tori; fate particolare attenzione alla positivo, controllate attentamente cuito un diodo di protezione, poi-
saldatura dei connettori PS/2 e che non vi siano cortocircuiti fra le ché abbasserebbe sensibilmente la
seriale, in quanto i terminali risulta- piste, in quanto alcune di esse risul- tensione di alimentazione alla
no abbastanza vicini. Posizionate tano particolarmente vicine. basetta. Ribadiamo che l'alimenta-
infine i condensatori elettrolitici e i Collegate ora l'alimentazione, pre- zione della basetta deve essere di
+5 V regolati, ottenuti ad esempio
da un 7805. Verificate che sui pie-
dini Vcc e GND dello zoccolo essa
sia regolarmente presente; verifica-
te anche che i due pin del connet-
tore K3, data e clock PS/2, siano a
livello alto, così come i pin Sw di
K6, relativi ai pulsanti.
A questo punto potete staccare l'a-
limentazione e montare con una
certa delicatezza il MAX207, dopo-
dichè potete ridare alimentazione
e, se volete, dopo aver collegato il
circuito alla seriale di un PC, misu-
rare la tensione presente sui tre pin
di ricezione TTL (da inviare in
ingresso al PIC) TD, DTR, RTS. Si
ricorda che l'uno logico corrispon-
de, sulla linea RS-232, a circa -10 V,
convertiti dal MAX 207 in una ten-
sione superiore ai 2V, mentre lo
Figura 4: Circuito stampato lato rame in scala 1:1
zero logico RS-232 corrisponde a
circa +10 V, convertiti dal MAX 207
in un valore inferiore a 0.8 V; livelli
analoghi (con noise margins diver-
si) per i pin pilotati dal microcon-
trollore con livelli TTL e trasformati
dal MAX207 in livelli RS-232 (RD,
CTS, DSR, DCD, RI).
Prima di collegare un microcontrol-
lore a questo circuito, staccate l'ali-
mentazione e il cavo seriale dalla
basetta; una volta connesso il
microcontrollore, potete fornire
tensione al microcontrollore e alla
basetta; ricordiamo ancora una
volta che microcontrollore e baset-
ta devono ricevere la stessa alimen-
tazione regolata di +5 V.
Attenzione: se volete connettere un
mouse o una tastiera PS/2, a que-
sto circuito o al vostro PC, fatelo
Figura 5: Disposizione dei componenti
quando l'alimentazione è stacca-
ta; stesse precauzioni per la discon-

40 HARDWARE
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nessione: i dispositivi PS/2 sono programmi in Gwbasic. Il program- e sullo spostamento avvenuto dal-
infatti dispositivi che NON vanno ma assembler è stato scritto per il l'ultima comunicazione; dopo ogni
connessi o disconnessi a caldo. PIC16F877 funzionante a 20 MHz, risposta invia alla seriale del PC una
ma è adattabile con una o pochissi- serie di byte. Fra essi, le informazio-
CONNESSIONE AL MICROCON- me variazioni del listato agli altri ni sullo spostamento del mouse e
TROLLORE E SOFTWARE DI PIC della famiglia PIC16F87x a sullo stato dei suoi pulsanti, ed
GESTIONE 20MHz; indicazioni sui cambia- eventualmente su errori occorsi
Fra le numerosissime risorse dispo- menti necessari sono riportate nel nella comunicazione, ad esempio
nibili per i microcontrollori listato stesso. timeout, errore di parità e così via;
Microchip, potrete certamente In tabella 1 sono riportate le con-
trovare opportuni programmi per nessioni da eseguire fra il PIC e la
PIC Connettore basetta
far comunicare fra loro il PIC e il basetta. Per utilizzare piedini diver-
PC e inventare l'applicazione che si, è sufficiente cambiare alcune PORT A0 PS/2 Clock
preferite. righe del listato, ampiamente com-
PORT A1 PS/2 Data
Sul sito di Fare Elettronica sono dis- mentate, purchè per la connesione
ponibili due programmi Gwbasic con il MAX207 si utilizzino porte PORT B0 LD 4
per il PC e un programma assem- TTL, mentre per led e pulsanti si
PORT B1 LD 3
bler per il PIC, rispettivamente possono usare anche porte ST.
prog02m.bas, prog02k.bas, PORT B2 LD 2
prog01.asm. Il programma assem- Per default il programma gestisce
PORT B3 LD 1
bler permette al PIC di comunicare un mouse; una volta programma-
con un dispositivo PS/2, in partico- to, all'accensione il PIC inizializza il PORT B4 SW 4
lare un mouse, e di inviare dati alla mouse; in seguito, alcune volte al
PORT B5 SW 3
seriale del PC, dati opportunamen- secondo, lo interroga a intervalli
te interpretati e visualizzati dai due regolari sullo stato dei due pulsanti PORT B6 SW 2
PORT B7 SW 1
Elenco componenti
PORT C0 RTS
Sigla Valore
PORT C1 DTR
R1, R2 330 Ω 1/4 W
PORT C2 CTS
R5÷R9 390 Ω 1/4 W
PORT C3 DSR
R17÷R20 390 Ω 1/4 W
PORT C4 DCD
R21÷R25 680 Ω 1/4 W
PORT C5 RI
R10÷R12 2.2 KΩ 1/4 W
PORT C6 RD
R3, R4, R13÷R16 4.7 KΩ 1/4 W
PORT C7 TD
C1÷C5 1 µF 100 V elettrolitico
Tabella 1: Connessioni PIC - basetta
C6 47 µF 50 V elettrolitico
K1 Connettore MINI DIN 6 POLI (PS/2) femmina da c.s.
K4 Connettore SUB-D-9 POLI femmina da c.s.
K2, K3, K7 Connettore 2 poli passo 2.54 mm
K5, K6 Connettore SIL 8 poli passo 2.54 mm
D1÷D5 LED 3 mm
S1÷S4 Pulsante miniatura da c.s. 7x10 mm n.a. Figura 6: Schermata relativa al programma
prog02m.bas - connessione ad un
U1 MAX207 - 24 Narrow Plastic Dip (larghezza 300 mils) mouse PS/2

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HARDWARE

esegue inoltre alcune attivazioni es. R E = RESET), altri come numeri


diversificate dei led durante la decimali (i comandi inviati, gli spo-
comunicazione PS/2, RS-232 e stamenti), altri come insieme di
all'atto della pressione dello switch cifre binarie, associate ad esempio
SW4. L'organizzazione delle trame allo stato logico dei due pulsanti
e molti altri dettagli si possono tro- del mouse.
vare nel listato del programma
assembler. Per visualizzare le infor- Desiderando invece connettere al
Figura 7: Schermata relativa al programma mazioni sul PC, che, ricordiamo, circuito una tastiera PS/2, il pro-
prog02k.bas - connessione ad una non è necessario affinché il PIC gramma Gwbasic da utilizzare è
tastiera PS/2
comunichi con il mouse, deve esse- prog02k.BAS. Una tipica schermata
re lanciato il programma è quella visibile in figura 7; ad ogni
all'interno della sequenza di byte prog02m.BAS in ambiente Gwbasic pressione o rilascio di un tasto, e in
sono inviati anche lo stato rilevato o Qbasic; una tipica schermata pro- caso di pressione prolungata, il
dal PIC sulle linee RTS, DTR, con- dotta è visibile in figura 6, dove si controllore interno alla tastiera
trollate dal PC, e lo stato dei pul- può notare che alcuni byte sono invia al PIC uno o più byte che ven-
santi sulla basetta. Il programma visualizzati come caratteri ASCII (ad gono poi ritrasmessi al PC attraver-

IL MAX 207
Il MAX207 è un convertitore di livelli TTL/RS-232 che dispone di tre ricevitori e cinque trasmettitori dal lato
RS-232; dal lato TTL troveremo ovviamente tre uscite e cinque ingressi. Si tratta di un integrato che trova
impiego tipico negli apparati DCE, Data Communication Equipments, quali ad esempio i modem.
Dal lato RS-232 il MAX 207può essere connesso pin a pin alla seriale dei dispositivi DTE, Data Terminal
Equipments, quali i Personal Computer. I canali T1-T5 del MAX207 sono identici, così come lo sono i canali
R1-R3.
Nella figura relativa allo schema interno si nota come all'ingresso dei terminali Tin, pilotati da una sorgente
TTL, siano presenti dei resistori di pull-up interni al chip, il che permette di lasciare scollegati i terminali non
utilizzati; in tal caso, in uscita, si avrà un uno
logico, ovvero circa -10 V. Analogamente, i rice-
vitori dispongono di pull-down: i terminali Rin,
se lasciati scollegati, sono portati a massa, e sui
corrispondenti piedini Rout a livello TTL si avrà
un uno logico.
Da notare che, sebbene lo standard EIA-RS232
preveda di riconoscere come uno logico tensio-
ni inferiori a -3 V, in effetti il MAX207 riconosce
come uno logico (RS-232) anche tensioni posi-
tive di qualche decimo di Volt.
In figura si notano anche i cinque condensatori
necessari al funzionamento del MAX207, che,
attraverso un circuito di charge pump, permet-
tono di ricavare da una alimentazione di +5V le
tensioni di +10V e -10V necessarie al pilotaggio
dei segnali lato RS-232. Nel circuito è stato scel-
to un valore di capacità superiore ai 100 nF
minimi ammessi.

42 HARDWARE
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HARDWARE

IL CONNETTORE PS/2
Piedinatura del connettore Mini-Din femmina a 6 poli (sulla basetta) -
vista frontale

1 - Data
2 - Reserved (NC)
Figura 8: Connessione ad un PIC16F877 3 - GND
4 - Vcc (+ 5V)
so la porta seriale. Per fare in modo 5 - Clock
che il PIC gestisca una tastiera e un 6 - Reserved (NC)
mouse, è sufficiente tenere premu-
to lo switch SW4 per un paio di
secondi dal momento in cui il PIC
viene alimentato o resettato. Da
notare che, applicando l'alimenta-
I CONNETTORI DB9
zione, anche i dispositivi PS/2 si In figura è riportata la piedinatura dei connettori DB9 maschio e fem-
autoresettano; ciò non avviene mina, visti frontalmente. Su entrambi, lo stesso segnale è associato ad
invece nel caso in cui si resetti solo uno stesso numero di piedino, ma la numerazione dei piedini è diver-
il PIC, per cui nella sezione iniziale
sa fra DB9 maschio e DB9 femmina; per rendersene conto è sufficien-
il programma invia un comando di
te osservare due connettori ai capi di un cavo con attacchi M/F. In
reset al dispositivo PS/2 collegato.
figura è visibile anche la direzione dei segnali RS-232.
Il programma su PIC, in ogni caso, Per connettere un connettore DB9 maschio, tipico di un DTE, e un
non attende una risposta da parte DB9 femmina, tipico di un DCE, deve essere utilizzato un cavo diritto,
del PC, pertanto può anche essere che connette fra loro tutti i pin indicati dallo stesso numero; natural-
utilizzato solo per colloquiare con mente, i pin di uscita del connettore di un DTE corrisponderanno a
un mouse o una tastiera. I dati rice- pin di ingresso del connettore di un DCE. Ad esempio, il piedino
vuti possono essere utilizzati per numero 3, TD, è di uscita per il DTE e di ingresso per il DCE.
realizzare applicazioni autonome, Un cavo null-modem serve invece a connettere fra loro due DTE, ad
ad esempio per comandare uno o esempio due PC; il segnale TD in uscita da ciascun PC sul piedino
più motori passo-passo, per con- numero 3 è connesso al piedino numero 2, RD, all'altro capo del con-
trollare un piccolo robot semoven- nettore; in genere sono presenti anche altri segnali, incrociati, per rea-
te tramite un driver a infrarossi per
lizzare l'handshake fra i due dispositivi.
telecomandi o un trasmettitore RF,
per fare eseguire a dei dispositivi
una serie di operazioni attraverso
comandi impartiti da tastiera.

CONCLUSIONI 1 - DCD (Data Carrier Detect)


Spero che questo mio lavoro abbia 2 - RD (Receiver Data)
fornito una panoramica sull’argo- 3 - TD (Transmitter Data)
4 - DTR (Data Terminal Ready)
mento e mi auguro che vi sia utile
5 - GND
per le vostre applicazioni. Vi ricor-
6 - DSR (Data Set Ready)
do che potete scaricare dal sito di 7 - RTS (Request To Send)
Fare elettronica il firmware ed il 8 - CTS (Clear To Send)
software necessari per la comunica- 9 - RI (Ring Indicator)
zione PS/2 e RS-232.
Buon lavoro.

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TUTORIAL

ALLA SCOPERTA
DELL’OPTOELETTRONICA:
I RAGGI INFRAROSSI
di Andrea Perilli
aperilli@infinito.it

Dopo aver parlato dei diodi, dei led e dei laser in questa puntata parleremo dei raggi
infrarossi. Spiegheremo cosa sono, quando furono scoperti e come si identificano.
In più parleremo dei raggi ultravioletti, di come furono scoperti, cosa sono e come si
classificano. Proseguiremo con un accenno ai diodi led a infrarosso. Alla fine come di
consueto presenteremo un progetto pratico: un prova telecomandi per raggi infrarossi.

UN PO’ DI FISICA sione è da attribuire all’agitazione da 750 nm (10-9 o miliardesimo di


I raggi infrarossi termica degli atomi che cresce con metro) a 1 µm (10-6 o milionesimo
I raggi infrarossi (per brevità IR) l’aumentare del calore. Anche il di metro).
furono scoperti nel 1800 dall’a- corpo umano emette raggi infra-
stronomo tedesco Friedrich Wilhelm rossi che però i nostri sensi rilevano I raggi ultravioletti
Herschel con un semplice esperi- come calore. Dallo spettro di figu- A titolo informativo parliamo
mento. ra 2 possiamo notare l’estensione anche dell’altro estremo dallo
Ponendo il bulbo di un termome- della radiazione infrarossa che va spettro della luce visibile: gli ultra-
tro a mercurio, nelle varie fasce di
colore della luce scomposta da un
prisma, con grande stupore con-
statò che la massima temperatura
riusciva ad ottenerla al di là del
rosso. Dedusse quindi che la luce
solare era composta anche da altri
raggi invisibili capaci di riscaldare
i corpi che chiamò radiazioni
infrarosse.
Le radiazioni infrarosse quindi,
sono delle onde elettromagnetiche
che a causa della loro lunghezza
d’onda risultano invisibili all’occhio
umano, ma che comunque rispet-
tano tutte le leggi della fisica
riguardo a riflessione, diffrazione e
rifrazione.

Gli IR sono generati da ogni corpo Figura 1: Esperimento di Herschel


(in quantità diverse), la loro emis-

44 TUTORIAL
PERILLI-impaginato 30-04-2004 18:13 Pagina 45

TUTORIAL

violetti (per brevità UV).


I raggi ultravioletti furono scoperti
da J. W. Ritter e W. H. Wollaston
che proiettando della luce solare
su una lamina di nitrato d’argento
(AgNo3 che è la stessa sostanza con
cui oggi vengono trattati i negati-
vi), notarono che questa si anneri-
va maggiormente all’estremo del
viola, dove però non vi era luce. Figura 2: Spettro dell’infrarosso
Dedussero quindi che al di là dello
spettro visibile vi erano altre radia-
zioni che chiamarono ultraviolette.
Queste si estendono dall’estremo
della luce viola (400 nm) fino ai
raggi X (20 nm circa), come è indi-
cato nello spettro di figura 3.

Grazie alle loro caratteristiche i


raggi UV sono largamente impie-
gati in elettronica, in medicina, in Figura 3: Spettro dell’ultravioletto
metallurgia e mineralogia per le

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TUTORIAL 45
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TUTORIAL

loro proprietà cangianti e steriliz- re nell’esposizione ai raggi UV-A


zanti (in quanto ledono il protopla- per non incorrere nella produzione • Cilindrici, come comuni led però
sma cellulare). dei radicali liberi responsabili del- in bulbo trasparente.
In commercio possiamo trovare l’invecchiamento cutaneo. • Quadrati con finestra trasparente.
diversi tipi di lampade UV ognuna La gamma UV-B si estende da 280 • Plastici in contenitore TO92 a
adatta ad un impiego appropriato: a 310 nm possiede un forte potere due Pin (quello per intenderci dei
eritematogeno in quanto riesce a BC547).
• LAMPADE UV-A: sono dei tubi penetrare l’epidermide spingendo- • Metallici in contenitore TO18
fluorescenti (tipo i tubi a neon) la alla produzione di istamina (quello dei BC107) con lente
che emettono radiazioni su una responsabile dell’eritema. incorporata.
lunghezza d’onda di circa 352 La gamma UV-C si estende da 250
nm. Sono usate in elettronica nei a 280 nm, dovrebbe comunque POLARIZZAZIONE DEI LED
bromografi per la fotoincisione essere filtrata dalla fascia di ozono INFRAROSSI
del photoresist. Questa categoria perché come gli UV-B anche que- Diodi emittenti
di lampade è usata anche in sti raggi possono provocare scot- Come un comune led non va sot-
cosmetica come lampada tature. toposto a correnti maggiori di
abbronzante. 20/30 mA, a meno che le proprie
• LAMPADE UV-C: sono dei tubi IL DIODO LED INFRAROSSO caratteristiche non lo prevedano.
fluorescenti che emettono radia- In questa puntata daremo solo un Per ottenere delle emissioni infra-
zioni luminose su una lunghezza assaggio su come funzionano i rosse dovremo polarizzarlo diretta-
d’onda di circa 253,7 nm. Sono diodi a infrarosso perché prossima- mente e calcolare opportunamen-
usate in elettronica per la cancel- mente dedicheremo un'intera te la resistenza di polarizzazione.
lazione dei dati contenuti nelle puntata a questo componente.
eprom a finestra. La prima cosa da sapere quando Fotodiodi riceventi
• LAMPADA DI WOOD: Sono parliamo di diodi a infrarosso è che I fotodiodi vanno polarizzati inver-
delle speciali lampade a vetro ne esistono due gruppi principali: samente oppure a seconda delle
nero che coprono una lunghezza esigenze funzionali e dalle proprie
d’onda compresa da 320 a 400 • Diodi led emittenti. caratteristiche. Bisogna però sape-
nm circa. Hanno la proprietà di • Diodi riceventi, detti anche re che un fotodiodo polarizzato
rendere fluorescenti alcuni fotodiodi. inversamente condurrà solo se
oggetti che illuminano. Questa investito dai raggi infrarossi. Altra
lampada fu inventata da Robert Come è fatto un led infrarosso cosa importante da sapere è che
William Wood, fisico americano, emittente alcuni modelli di fotodiodo sono
che trattando del vetro con del- Strutturalmente il led IR emittente sensibili anche alla luce visibile
l’ossido di nichel, si accorse di si presenta come un comune led nonché alla luce solare che come
aver ottenuto un filtro che bloc- cilindrico. Il bulbo può essere tra- abbiamo appreso contiene sia lo
cava la luce visibile e permetteva sparente (sono i più potenti per la spettro infrarosso che quello ultra-
il passaggio solo a radiazioni loro lente incorporata) o a diffusio- violetto.
ultraviolette. Queste lampade ne (di solito sono viola, blu o
sono largamente impiegate comunque scuri). Per l’individua- Siamo giunti al termine di questa
come sterilizzatori in medicina, zione del catodo possiamo attener- puntata e finalmente dopo tutta
come effetti speciali nelle disco- ci alle regole acquisite per i comu- questa teoria arriva il tanto atteso
teche e come rivelatore di filigra- ni led: il bulbo è smussato dal lato momento della pratica. Come già
na per banche e negozi. del catodo, la giunzione più stretta detto questa è la volta di un pro-
indica l’anodo e infine se i piedini getto utile a arricchire l’attrezzatu-
In sintesi la gamma dei raggi UV-A sono integri il più corto identifica il ra di laboratorio: un prova teleco-
si estende da 310 a 360 nm pos- catodo. mandi a infrarossi.
siede un forte potere abbronzante
poiché stimola il derma alla produ- Come è fatto un led infrarosso LA PRATICA:
zione di melanina (che è il pig- ricevente PROVA TELECOMANDI A
mento che rende la pelle bronza- I fotodiodi riceventi si presentano RAGGI INFRAROSSI
ta). È bene comunque non eccede- in svariate forme: Dopo aver compreso cosa sono i

46 TUTORIAL
PERILLI-impaginato 30-04-2004 18:13 Pagina 47

TUTORIAL

raggi infrarossi e come funziona- mo il suo semplice funzionamen- attraverso R3 polarizzeranno il led
no i fotodiodi IR, vi presentiamo to. Il cuore del circuito è U1 che facendolo accendere.
un prova telecomandi per raggi svolge le due funzioni principali: Chi vorrà modificare il circuito
infrarossi. È uno strumento che rilevamento dei raggi infrarossi e potrà inserire al posto di R3 e del
non può mancare tra le attrezza- accensione del led. led, un buzzer attivo che emette-
ture di laboratorio. U1 è montato come comparatore rà un beep ogni volta che il foto-
Le applicazioni sono molteplici: di tensione, la soglia di riferimen- diodo segnalerà dei raggi infraros-
non solo come test per teleco- to è fissata a 0,7 V attraverso il si. Per questa opzione converrà
mandi ma anche come rilevatore partitore R1/D1. dotare il circuito di un transistor
di raggi infrarossi, come ricevitore Sul piedino non invertente sono che amplificherà la corrente del-
per barriere a infrarossi e cosi via. collegati R2 e il fotodiodo, a que- l’integrato altrimenti debole.
Potrà esserci molto utile perché, st’ultimo è affidato il compito di Volendo aumentarne la sensibilità
grazie ad una sua caratteristica, ricevere i raggi infrarossi. ricettiva potrete inserire il fotodio-
potremo sapere se il guasto del Noterete che il fotodiodo è pola- do in una piccola parabola a spec-
telecomando dipende dai led rizzato inversamente in modo da chio, quella per comprenderci
infrarossi oppure dal quarzo che condurre solo quando è investito delle torce tascabili.
non oscilla. dai raggi infrarossi.
REALIZZAZIONE PRATICA
In figura 7 possiamo notare il
master della piccola basetta che ci
servirà per costruire il nostro cir-
cuito stampato su cui alloggeran-
no tutti i componenti. Per costrui-
re il circuito stampato consiglio di
procurarvi delle piastre presensi-
bilizzate di vetronite o bachelite
così da evitare tempi lunghi d’at-
A quanti sarà capitato di chiedersi Tanto è vero che ogni volta in cui tesa per l’asciugatura del photore-
se un telecomando funziona o il fotodiodo sarà colpito da un sist spray (a meno che non abbia-
meno, se i suoi led trasmettono fascio di infrarossi condurrà e te un fornetto, allora il discorso
oppure no, se i led infrarossi del- all’uscita di U1 avremo uno stato cambia).
l’impianto di video sorveglianza logico alto, più precisamente Ottenuta la nostra basetta possia-
coprono una distanza sufficiente? avremo i 9 V di alimentazione che mo procedere col montaggio che
A queste domande può risponde-
re il progetto proposto. È un cir-
cuito molto semplice che sfrutta
un amplificatore operazionale, un
fotodiodo ricevente, un led e
qualche resistenza.
A differenza degli altri prova tele-
comandi la sua struttura circuitale
fa sì che il led lampeggi con la
stessa frequenza dei raggi infra-
rossi che investono il fotodiodo.
Questa possibilità risulta molto
utile quando si ha la necessità di
un rilevatore di infrarossi, oppure
per constatare se il quarzo del
telecomando oscilla.

SCHEMA ELETTRICO Figura 5: Come si presenta la scheda a montaggio ultimato


Dallo schema di figura 6 deducia-

TUTORIAL 47
PERILLI-impaginato 30-04-2004 18:13 Pagina 48

TUTORIAL

non è affatto critico, richiede solo riterrete necessario potrete istalla- telecomando emette un codice
un po’ di attenzione alle polarità re in serie alla clip un interruttore diverso anche se il lampeggio
dei semiconduttori, potremo per risparmiare batteria. sembrerà uguale.
comunque aiutarci col piano di Usando questa scheda potremo
montaggio di figura 8. COLLAUDO effettuare molti esperimenti sulla
A scheda ultimata (figura 5) dare- distanza di propagazione, sulla
Cominciamo dai resistori, poi il mo inizio al collaudo per il quale riflessione degli oggetti e delle
diodo rivolgendo la sua fascia avremo bisogno di un comune pareti propria dei raggi infrarossi.
nera verso l‘esterno della scheda. telecomando (quello della vostra Chi in futuro dovrà costruire un
Dopo averli saldati taglieremo i TV è perfetto). Dopo aver innesta- telecomando o una barriera infra-
piedini in eccesso con l’ausilio di to l’integrato rispettando il suo rossi potrà con questo circuito già
una tronchesina. Successivamente verso e collegato la batteria, sapere che distanza coprono, se
salderemo lo zoccolo a quattordi- potremo allontanarci e puntare il funzionano bene o se è il caso di
ci Pin sede dell’integrato opera- telecomando verso il fotodiodo. potenziarne il raggio.
zionale, mi raccomando di rispet- Noteremo immediatamente che Date le sue esigue dimensioni il
tare l’orientamento del Pin 1 indi- ogni volta che premeremo un pul- circuito potrà essere racchiuso in
cato sullo stampato con la piazzo- sante sul telecomando, il led lam- una scatola plastica dove troverà
la triangolare. peggerà in modo diverso eviden- posto anche la batteria, il clip e
Per completare il circuito saldere- ziando i codici propri di ogni l’eventuale interruttore, consiglio
mo il fotodiodo e il led, infine la comando. per questa ipotesi di praticare un
clip per la batteria a 9 V, se lo Infatti, per ogni tasto premuto, il foro per il led mentre di dotare la
scatola di un vetrino scuro per il
fotodiodo (come quelli che hanno
su i telecomandi), perché que-
st’ultimo presenta particolare sen-
sibilità alla luce delle lampade e
alla luce solare, che come sapete,
contiene anche raggi infrarossi
oltre che la luce visibile.

Elenco componenti

Sigla Valore

R1 12 KΩ 1/4 W

R2 120 KΩ 1/4 W

R3 1 KΩ 1/4 W
Figura 6: Schema elettrico
D1 1N4148

DL1 Led ROSSO 5 mm

FD1 Fotodiodo Ricevente TIL78

U1 LM324

Zoccolo per integrato a 14 Pin

Eventuale interruttore unipolare

Figura 7: Circuito stampato 1:1 (lato rame) Figura 8: Piano di montaggio della scheda Clip per batteria 9 V

48 TUTORIAL
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DELCORSO-praticamente 30-04-2004 18:01 Pagina 50

PRATICAMENTE

PRATICAMENTE...
UN PO’ DI LUCE SULLE
BATTERIE RICARICABILI:
ALIMENTATORE CON
BATTERIA TAMPONE
di Maurizio Del Corso
m.delcorso@farelettronica.com

Questo mese cercheremo di fare un po’ di chiarezza sulle batterie


ricaricabili. Ne esistono di diversi tipi al piombo, al litio al nichel-cadmio…
ma quali sono le differenze? Cosa succede quando si ricarica una batteria?
Cosa è l’effetto memoria? Come circuito applicativo vedremo un alimentatore
con batteria tampone ovvero un alimentatore in grado di funzionare anche in
assenza di tensione di rete.

ANALISI E SPECIFICHE DEL stabilizzato con uscita 5V ed 1A di all’uscita anche in assenza di tensio-
PROBLEMA corrente massima erogabile, che sia ne di rete a 220Vac. Un tale disposi-
Si deve progettare un alimentatore in grado di mantenere la tensione tivo può essere utile in tutte quelle
applicazioni in cui è richiesta una ali-
mentazione costante come nelle
centraline antifurto, sistemi medica-
li critici, ecc…

LA SOLUZIONE PROPOSTA
Lo schema proposto in figura 2 sod-
disfa i requisiti richiesti.
Analizziamone il funzionamento in
modo dettagliato.

Il blocco trasformatore e raddrizza-


tore è costituito dal trasformatore
Tr1 e dal ponte raddrizzatore Br1.
Mentre il trasformatore abbassa la
Figura 1: Schema a blocchi del circuito da progettare sinusoide di rete a circa 15Vac
(segnale in nero in figura 3), il ponte

50 PRATICAMENTE
DELCORSO-praticamente 30-04-2004 18:01 Pagina 51

PRATICAMENTE

Figura 2: La soluzione proposta

Br1 ne ribalta la semionda negativa


(segnale in rosso in figura 3). Il filtro
è costituito dai due condensatori C1
e C2 che tendono a livellare l’onda
in uscita dal ponte, in modo da
inviare in ingresso allo stadio succes-
sivo l’onda in blu di figura 3.

Il blocco di regolazione della carica


della batteria è costituito dal regola-
tore LM317, le resistenze P1 ed R1
ed il diodo D1. Questo è il montag-
gio tradizionale per l’integrato
LM317 che è stato ampiamente
trattato il numero scorso. Il trimmer
Figura 3: Le forme d’onda negli stadi di ingresso: in nero l’uscita del trasformatore, in rosso l’uscita del ponte
P1 dovrà essere regolato in modo da raddrizzatore in assenza di filtro, in blu l’uscita a valle dello stadio di filtraggio
avere sull’anodo del diodo una ten-
sione di circa 14V, in questo modo dell’uscita, costituito da un 7805 il Capacità: si misura in Ah
garantiremo ai capi della batteria quale permette di disporre in uscita (Ampere⋅ora) ed indica quanta cor-
una tensione di circa 13V che con- di 5V con corrente massima di 1A. Il rente può essere erogata in un ora
sentirà la carica della batteria stessa. condensatore C3 funziona da filtro di funzionamento. Una batteria da
Per come è stato inserito nel circui- per la tensione di uscita. 1Ah sarà in grado di erogare una
to, il diodo D1 consente il passaggio corrente di 1A per un ora; se alla
di corrente solo verso destra quindi, BATTERIE… stessa batteria richiediamo una cor-
in assenza di tensione di rete la cor- QUESTE SCONOSCIUTE! rente di 2A, allora la durata sarà
rente erogata dalla batteria non Ciascuno di noi con buona probabi- dimezzata. Viceversa se il carico
potrà raggiungere l’LM317 quindi lità ne ha sempre una in tasca (quel- assorbe 0,5A, la batteria garantirà il
andrà tutta in uscita. Il LED DL1 la del cellulare), ma molti ignorano funzionamento per 2 ore. In genera-
indica la presenza della tensione di le differenze tra i vari tipi di batterie le il tempo di scarica di una batteria
rete: se è spento significa che è in ricaricabili reperibili in commercio. può essere calcolato dividendo la
funzione la batteria. Prima di addentrarci nell’analisi di capacità per la corrente effettiva-
Con questi accorgimenti la batteria questi dispositivi, è bene dare un mente erogata dalla batteria.
sarà costantemente sotto carica per paio di definizioni valide indipen- Collegare più batterie in serie (figu-
cui si devono usare accumulatori al dentemente dal tipo di batteria, sia ra 4a) è equivalente ad utilizzare
piombo che possono restare sotto essa ricaricabile o meno. una batteria la cui tensione nomina-
carica anche per periodi lunghi. le è pari alla somma delle singole
Tensione nominale: è la tensione tensioni nominali e la capacità è pari
La tensione della batteria viene che si misura ai poli della batteria alla minima capacità delle batterie
applicata allo stadio di regolazione quando essa è carica. in serie.

PRATICAMENTE 51
DELCORSO-praticamente 30-04-2004 18:01 Pagina 52

PRATICAMENTE

interrompere la carica:
uno è quello di misurare la tensione
ai capi della batteria che nel caso di
completa carica è di 1,4Volt per un
singolo elemento. Purtroppo però
questo valore non è affidabile in
quanto cambia con l’invecchiamen-
to della batteria.
Un altro metodo è quello di rilevare
una diminuzione repentina della
tensione nota come “deltaV negati-
Figura 4: Connessione in serie (a) ed in parallelo (b) vo” che si verifica sempre in questo
tipo di batterie al termine della fase
Viceversa collegare più batterie in batteria al piombo è indipendente di carica. Infine si può monitorare la
parallelo (figura 4b), equivale ad uti- dai cicli di carica e scarica, ma in carica tenendo sotto controllo la
lizzare una batteria la cui tensione pratica tali cicli alterano minima- temperatura della batteria, infatti al
nominale è pari alla tensione nomi- mente le caratteristiche degli elet- termine della carica le correnti ven-
nale delle singole batterie (che trodi diminuendo la capacità della gono disperse e l’energia trasforma-
dovranno avere tutte la stessa ten- batteria all’aumentare del numero ta in calore: un aumento della tem-
sione nominale) e la capacità è pari di cicli di caricia/scarica. peratura della batteria indica quindi
alla somma delle singole capacità. che la carica è completa. Questo
Batterie al Nichel-Cadmio (Ni-Cd) tipo di batterie sopporta fino a 500
Fatte queste premesse possiamo Sono quelle utilizzate nei telefoni cicli di carica/scarica.
procedere con l’analisi dei vari tipi di cordless più economici. Non hanno
batterie ricaricabili. grosse capacità, ma hanno la caratte- Batterie all’Idrato di Nichel
ristica di mantenere inalterata la ten- (Ni-MH)
Batterie al Piombo (Pb) sione agli elettrodi dall’inizio alla fine Si trovano nei telefoni cellulari meno
Sono le più ingombranti, ma anche della scarica. Vengono ampiamente recenti e sono caratterizzate da una
le più robuste. Il classico esempio di usate nel modellismo in quanto con- capacità assai maggiore rispetto alle
batteria al piombo è quella dell’au- sentono elevati spunti di corrente se Ni-Cd (le capacità si aggirano intor-
to. Il funzionamento è basato sulla pur per periodi di tempo limitati. no ai 2000mAh). Per contro sono
reazione chimica tra gli elettrodi di L’elemento base di una Ni-Cd forni- più delicate per quanto riguarda la
piombo e la soluzione di acido sol- sce una tensione di 1,2Volt e si trova sovraccarica e sopportano un nume-
forico in cui sono immersi. Durante in commercio nella stessa forma ro inferiore di cicli carica/scarica
il normale funzionamento ai due delle batterie “stilo”. Sostituire una (circa 400). La loro tensione diminui-
poli avvengono reazioni chimiche a stilo alcalina con una Ni-Cd può tut- sce durante tutta la fase di scarica.
seguito delle quali si consuma l’elet- tavia creare problemi di funziona- Sono reperibili in commercio sia in
trodo positivo mentre quello negati- mento per la differenza di voltaggio formato stilo “AA” sia nel formato a
vo si ricopre di ossido di piombo. che, anche se di soli 0,3Volt, non forma di parallelepipedo comune-
Durante la fase di carica le reazioni sempre è tollerata dalle apparec- mente usato nei telefoni cellulari più
chimiche si invertono ripristinando chiature. economici. La carica può avvenire
lo stato degli elettrodi. L’elemento La ricarica di una Ni-Cd deve essere con gli stessi metodi illustrati per le
base viene detto “accumulatore al effettuata a corrente costante: con Ni-Cd con due sole differenze: non
piombo” ed è in grado di fornire correnti bassissime (pari a un deci- vale il “trucchetto” del deltaV negati-
una tensione di circa 2V. Per ottene- mo della capacità) la carica può pro- vo e la tensione di piena carica è leg-
re tensioni maggiori, i singoli ele- lungarsi per un tempo indetermina- germente diversa rispetto alle Ni-Cd.
menti vengono connessi in serie for- to, mentre se si usano correnti più Tuttavia esistono caricatori per Ni-Cd
mando così una “batteria di accu- elevate il tempo di carica deve esse- compatibili anche con le Ni-MH.
mulatori” o, più comunemente, re opportunamente calcolato, in
“batteria”. Una batteria per auto- caso contrario la batteria si danneg- Batterie agli ioni di Litio (Li-Ion)
mobili è quindi costituita da 6 ele- gerà per eccessivo surriscaldamen- Sono quelle utilizzate nei telefoni
menti. In teoria la capacità di una to. Esistono anche altri metodi per cellulari di ultima generazione ed

52 PRATICAMENTE
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PRATICAMENTE

5 anni anche se non venisse mai uti- Ma cos’è l’effetto memoria? E


lizzata. Per questo motivo i costrut- soprattutto esiste davvero? Vediamo
tori caricano parzialmente (circa al di capirci qualcosa.
40%) la batteria e questo consente
loro di mettere a magazzino i pro- Supponiamo di avere una batteria
dotti anche per mesi minimizzando nata per durare 10 ore e supponia-
il processo automatico di degrada- mo di utilizzarla sempre per 7 ore
zione. Normalmente un telefono cel- prima di ricaricarla. Perseverando
lulare ha una durata inferiore ai 5 con questo comportamento la dura-
anni pertanto il problema non desta ta della batteria si avvicinerà sempre
troppe preoccupazioni. più a 7 ore. Questo è in sintesi l’ef-
Figura 5: Alcuni formati di batterie All’interno delle batterie al Litio, è fetto memoria della batteria, come
integrato un interruttore elettronico se questa si “ricordasse” che nor-
offrono capacità maggiori a parità di che disabilita la batteria in caso di malmente viene utilizzata per 7 ore
ingombro. L’elemento base fornisce sovraccarica o nel caso in cui la ten- (nel nostro esempio). Questo com-
infatti una tensione di circa 3,6V e sione scenda al di sotto di una certa portamento delle batterie esiste
questo permette di utilizzare ad soglia. Tali batterie non vengono davvero, ma si verifica dopo alcune
esempio un singolo elemento per quindi mai scaricate completamente. decine di cicli carica/scarica. Inoltre
alimentare un telefono cellulare, La ragione di tutte queste protezioni tale effetto è tutt’altro che irreversi-
guadagnando in termini di peso e sta nel fatto che il Litio puro è un bile: eseguendo due o tre cicli com-
dimensioni. Vi siete mai chiesti per- metallo estremamente reattivo (basta pleti di carica/scarica, l’effetto
ché quando acquistate un cellulare gettarlo in acqua per provocare una memoria scompare.
con batteria Li-Ion la batteria risulta esplosione) quindi anche se nella bat- Per quanto riguarda i cellulari, un
“semicarica”? In altre parole nono- teria sono presenti solo ioni di Litio, il comportamento errato è quello di
stante il telefono la riconosca come rischio di esplosione rimane. riaccendere più volte il cellulare sca-
carica, il costruttore suggerisce di La ricarica delle batterie Li-Ion avvie- rico per assicurarsi di aver scaricato
caricarla per una decina di ore prima ne in due fasi: una prima fase in cui la completamente la batteria, infatti,
dell’utilizzo. Bene, la spiegazione sta corrente di carica è costante e la ten- all’accensione, il telefono richiede
nel fatto che fin dal momento della sione aumenta gradualmente fino a un forte spunto di corrente e, se la
loro costruzione, le batterie al Litio raggiungere il valore nominale; una batteria è scarica, si riduce notevol-
sono affette da un processo di seconda fase in cui la tensione rima- mente la vita della batteria. Potete
degradazione che procede indipen- ne costante al valore nominale e la quindi ricaricare la batteria del
dentemente dall’uso della batteria. corrente diminuisce gradualmente vostro telefono anche se non è com-
Tale processo è inoltre tanto più fino ad estinguersi. Mentre la prima pletamente scarica purché vi ricor-
accentuato quanto più la batteria è fase ha una durata di circa due ore e diate di eseguire periodicamente un
carica. In media una batteria al Litio porta la batteria fino al 70% della paio di cicli di carica/scarica com-
diviene inutilizzabile nell’arco di circa carica, la seconda fase ha una durata pleti. Le batterie Li-Ion e Ni-MH non
variabile dalle 3 alle 5 ore e completa soffrono dell’effetto memoria tanto-
il processo di carica. meno le batterie al Piombo (pensate
se la batteria della vostra auto fosse
L’INCUBO “EFFETTO MEMORIA”: affetta dall’effetto memoria…). Le
MA È VERO? Ni-Cd sono le più vulnerabili all’ef-
Diciamo la verità: chi non si e mai fetto memoria quindi vanno utilizza-
ritrovato con il cellulare scarico a te con un certo criterio.
metà di una conversazione (magari L’effetto memoria non è comunque
anche importante)? Alla seconda il solo incubo degli utilizzatori di
telefonata il nostro interlocutore ci batterie. Esiste anche il fenomeno
rimprovera e noi ci giustifichiamo dell’autoscarica per effetto del quale
nascondendoci dietro “l’effetto le batterie tendono a scaricarsi
memoria” delle batterie con la scusa anche se non vengono utilizzate.
Figura 6: Il quesito del mese
che non possono essere ricaricate se Questo fenomeno è dovuto alla
non completamente scariche… deposizione di cristalli che creano

PRATICAMENTE 53
DELCORSO-praticamente 30-04-2004 18:01 Pagina 54

PRATICAMENTE

Tensione per Capacità Resistenza inter- Autoscarica


Cicli ricariche
cella (V) (mAh) na(Ohm) (% per mese)
Nichel-Cadmio
1,2 1100 0,017 500-1000 15-20
(Ni-Cd)
Idrato di Nichel
1,2 1900 0,02 300-800 20-30
(Ni-MH)
Alcaline
1,5 2900 0,1 - 1
(non ricaricabili)
Ioni di litio
3,7 650 0,3 500-1000 6
(Li-Ion)
Tabella 1: Caratteristiche dei vari tipi di batterie

vie di fuga per la corrente. La for- zione “a vuoto” a quella “a carico”. Soluzione al quesito
mazione e la consistenza di tali cri- In particolare la tensione “a carico” del mese scorso
stalli viene comunque ridotta con è data dalla tensione nominale, Il regolatore 7812 darebbe in uscita
un normale esercizio avendo cura di diminuita del prodotto tra la resi- 12V. La presenza di D3 nella con-
effettuare cicli periodici di stenza interna e la corrente erogata. nessione al comune di alimentazio-
carica/scarica. Si deduce quindi che minore è la ne ne innalza l’uscita di circa 0,6V
La tabella 1 riassume le caratteristi- resistenza interna, minore è la diffe- mentre i due diodi in serie all’uscita
che di vari tipi di batterie. Per cia- renza tra la tensione a vuoto e quel- ne provocano un abbassamento di
scun tipo sono riportati: la in esercizio. L’autoscarica è ripor- circa 1,2V. Pertanto in uscita si misu-
tata in percentuale/mese quindi reranno circa 11,4V. Lo stesso valore
• La tensione nominale per un singolo 6%/mese significa che la carica della si sarebbe ottenuto inserendo il solo
elemento. batteria diminuisce del 6% ogni diodo D1.
• La capacità. mese.
• La resistenza interna. NEL PROSSIMO NUMERO
• Il numero di cicli carica/scarica sop- IL QUESITO DEL MESE Il prossimo numero ci addentrere-
portabili. Per il quesito del mese, nel circuito mo nell’analisi degli amplificatori
• L’entità del fenomeno di autoscarica. di figura 6 sono stati volutamente operazionali studiandone il compor-
commessi due errori: sapreste indi- tamento nelle configurazioni più
La resistenza interna è un indice di viduarli? Scrivetemi. comuni e realizzando un mixer
quanto varia la tensione dalla condi- (m.delcorso@farelettronica.com). audio come applicazione pratica.

LE FASI DI CARICA DI UNA


BATTERIA LI-ION

Nella prima fase viene utilizzata una cor-


rente di carica costante. In questa fase la
corrente assume il suo valore massimo.
Nella seconda fase la corrente di carica
diminuisce gradualmente fino ad interrom-
persi quando scende al di sotto del 3% del
valore nominale.

54 PRATICAMENTE
DELCORSO-praticamente 30-04-2004 18:01 Pagina 55

PRATICAMENTE

LE FASI DI CARICA DI UNA


BATTERIA NICHEL-CADMIO

Andamento della temperatura, pressione e


tensione di una cella Nichel-Cadmio in fun-
zione della percentuale di carica. Si noti
come pressione e temperatura crescano
vertiginosamente nella fase finale della
carica.

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PRATICAMENTE 55
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Imp. SCUOLABUS 30-04-2004 18:27 Pagina 58

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ITIS “GIUSEPPE PEANO”


TORINO
A cura dei prof. E. Cuniberti, L. De Lucchi, D. Galluzzo

L’I.T.I.S. “Giuseppe Peano” di Torino iniziò la sua attività come istituito autonomo
nell’anno scolastico 1961/62 con la specializzazione in “Elettronica Industriale” sotto
la direzione illuminata, competente ed appassionata del Preside Ing. Enrico Marantonio.
In breve tempo si affermò nel panorama scolastico superando il migliaio di iscritti con
corsi diurni e serali, ponendosi sempre come scuola che, nonostante difficoltà legate
all’esiguità dei locali, ha sempre privilegiato l’innovazione e l’attualità dei contenuti,
la qualità della preparazione ed una disciplina non oppressiva ma rigorosa.

La tradizione di serietà e impegno, Scolastico, il Direttore Amministra- orientate alla navigazione veloce in
unita ad un certo spirito pionieristico, tivo, 134 Docenti, 14 Assistenti Internet (2Mb/s), alla teledidattica,
si è mantenuta nel corso sperimenta- Tecnici, 13 Assistenti Amministra- alla trasmissione di immagini e filmati
le “Ambra” e nell’attuale “Elettronica tivi e 24 Collaboratori Scolastici. (videoconferenza), alla realizzazione
e Telecomunicazioni”. Le qualità umane e professionali di prodotti multimediali e di servizi
Nel 1968 fu istituito il corso di del personale hanno favorito, nel orientati alla didattica a distanza.
“Elettronica e Programmazione”, con corso degli anni, lo sviluppo delle Proprio per questa ricchezza tecnolo-
un Centro di calcolo molto attivo ed attività e l'incremento numerico gica e per la comprovata esperienza,
efficiente, da cui è poi derivato l’at- delle iscrizioni. insieme ad altri istituti tecnici distri-
tuale corso di Informatica, progetto buiti sul territorio cittadino, provincia-
“Abacus”. le e regionale, l’ Istituto è stato indivi-
Nell’anno scolastico 1995/96 è stato duato dall'Ufficio Regionale Scolastico
attivato il corso sperimentale di Liceo come polo di riferimento (C.S.A.S:
Scientifico-Tecnologico, che ha riscos- Centri di Servizio, Animazione e
so un notevole successo. Sperimentazione ) in ambito delle ICT
Dall'anno scolastico 1999/2000 è (Tecnologie dell'Informazione e della
stato introdotto per la sezione serale il Comunicazione) per le scuole dell'a-
progetto Sirio. rea Torino nord di ordine e grado
Negli ultimi anni l’istituto, che conta OFFERTA FORMATIVA paritetico o inferiore.
1200 alunni, ha acquisito nuovi locali L’offerta formativa è arricchita da Conseguiti la Certificazione di Qualità
che consentono di organizzare le atti- numerosi progetti e iniziative. ISO 9000:2001 e l'accreditamento
vità in modo più razionale e che offro- Per quattro anni la Scuola ha parteci- presso la Regione Piemonte per la for-
no una nuova Biblioteca, ricca di pato al progetto sperimentale mazione post-diploma, sono stati atti-
15.000 volumi, il collegamento in TO2000 per la diffusione della comu- vati corsi IFTS nel settore delle comu-
rete di tutto l’Istituto, una palestra nicazione via rete telematica, pro- nicazioni wireless.
con parete per arrampicata, una sala mosso da Comune di Torino, Da tre anni la Scuola è Test Center,
multimediale. Telecom, altri istituti e partners. Le sede di esami per il conseguimen-
Nella scuola operano il Dirigente attività sono state e sono tutt'ora to della Patente Europea del com-

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SCUOLABUS

puter (ECDL). Animatori strettamente volontari di un numero molto ristretto di allievi, di


La sezione Informatica collabora atti- queste attività sono alcuni docenti ed solito solo due o tre, in certi casi
vamente alla diffusione del software in particolare i professori Elisabetta anche uno solo, proprio per aumen-
libero con riunioni e seminari sul siste- Cuniberti, Luciano De Lucchi e tare il livello di responsabilità indivi-
ma operativo Linux. Domenico Galluzzo, che si sforzano duale.
Molto successo incontrano stage esti- di far fronte nel migliore dei modi È proprio per questo motivo che,
vi organizzati per gli alunni delle clas- all’impressionante mole di lavoro che avendo a disposizione molti lavori,
si quarte presso aziende dei settori l’allestimento della mostra comporta: alcuni anche di elevato contenuto
elettronico-informatico. orientare le scelte, seguire i progetti, tecnico e didattico, ci siamo trovati
pubblicizzarli all’esterno (Internet) e nella impossibilità di scegliere.
all’interno dell’Istituto, rincuorare i Abbiamo allora preferito optare per
“progettisti” ed aiutarli a superare gli una panoramica di progetti, scelti fra
attacchi di disperazione, che, come i più significativi, pensando in que-
ben si sa, colpiscono nei momenti sto modo di offrire ai lettori spunti e
meno adatti (inesorabilmente subito stimoli progettuali. Anche perché la
prima della mostra). complessità dei progetti è tale che
Oltre ad una buona dose di entusia- non sarebbero bastate le pagine
smo, la molla che spinge questi messe a disposizione dalla Rivista per
docenti è un moto di ribellione nei descrivere in modo sufficientemente
Foto 1: Uno dei laboratori della sezione elettronica confronti della tendenza, sempre più chiaro il loro funzionamento. Chi
diffusa, che porta nella scuola un pro- fosse interessato ad avere maggiori
La mostra dell’elettronica fluvio di “progetti”, di “corsi” e “cor- ragguagli sui progetti presentati e a
È tradizione ormai consolidata per la settini”di tutti i tipi, la cui ricaduta ricevere il loro software di gestione,
Specializzazione di Elettronica e sugli studenti è il più delle volte insi- potrà rivolgersi agli autori, che
Telecomunicazioni dell’ITIS “PEANO” gnificante ma che produce un mare saranno ben felici di offrire la loro
dar vita nel mese di maggio ad un inutile di parole e di carta scritta e completa disponibilità. Altre utili
evento che vuole sintetizzare in un soprattutto cospicui finanziamenti informazioni possono essere raccolte
paio di giorni il lavoro di un intero per chi tali corsi richiede e per chi, visitando il sito internet della scuola
anno scolastico. Si tratta di una espo- spesso al di fuori dell’istituzione scola- all’indirizzo www.peano.it.
sizione, la “Mostra dell’Elettronica e stica, tali corsi propone e organizza. La fotografia di gruppo, scattata
delle Telecomunicazioni”, nella quale Ma torniamo alla nostra mostra. I nella zona Laboratori dell’Istituto,
vengono proposti all’ammirazione gruppi di lavoro, sempre numerosi, mostra alcuni degli autori di questi
degli alunni di tutte le classi, dei geni- sono, per scelta didattica, costituiti da progetti.
tori e di qualche rappresentante del
mondo industriale, i lavori più signifi-
cativi realizzati dagli studenti delle tre
classi di specializzazione.
Si va dai lavori più semplici delle clas-
si terze a veri e propri progetti “pro-
fessionali” delle classi quinte. La
mostra, che riscuote invariabilmente
un grande successo, costituisce un
appuntamento molto atteso e stimo-
lante e vede una partecipazione in
continua crescita. Gli studenti della
specializzazione dedicano ai proget-
ti, in genere scelti da loro stessi,
parte delle ore di TDP, sotto forma di
Area di progetto, e tantissime ore a
casa o nei Laboratori dell’Istituto in
ore extra-curriculari. Potenza della Figura 2: Alcuni degli autori dei progetti
passione!

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IL PROGETTO:
SCRITTA LUMINOSA
SCORREVOLE
A cura dei proff. E. Cuniberti, L. De Lucchi, D. Galluzzo (dgalluzzo@libero.it)
Realizzazione di Fabio AIRAUDI e Carmelo ZARBO

Il progetto consiste in un sistema elettronico che consente la visualizzazione di scritte


luminose scorrevoli. Il display, costituito da 12 matrici di LED da 7 righe per 5 colonne,
è controllato mediante il PIC16F84A, che provvede ad attivare in rapidissima
successione una colonna per volta del display e a fornire ai sette LED attivi la
corretta combinazione di stati spento/acceso.

È presente inoltre una memoria VISUALIZZAZIONE di colonna e vede una immagine


E2PROM seriale per la memorizza- Il procedimento utilizzato per la fissa e nitida.
zione dei caratteri da visualizzare. visualizzazione statica o scorrevole Vediamo ora come si sono caricati in
Un PC, con interfaccia software in dei caratteri è piuttosto complesso e memoria i caratteri da visualizzare.
Visual Basic, consente di impostare sfrutta la proprietà della persistenza Si pensi per semplicità ad un solo
in modo rapido la scritta e di dell’immagine sulla retina dell’oc- carattere, ad esempio alla lettera A.
inviarla tramite la porta seriale al chio umano. In realtà le 60 colonne Come si vede in figura 2, la prima
PIC e quindi alla memoria. La figu- vengono attivate in rapidissima suc- colonna del carattere, a cominciare
ra 1 mostra il display in funziona- cessione una alla volta ed il PIC dall’alto, presenta il primo LED
mento. Come si nota, la realizza- provvede a fornire per ogni colonna spento e tutti gli altri sei accesi; la
zione è ancora in forma di prototi- il corretto pattern di LED spenti o seconda colonna vede acceso il
po, realizzato con infinita pazienza accesi. Se la frequenza di ripetizione primo e quarto LED accesi, spenti
su un numero esorbitante di è sufficientemente elevata, l’occhio tutti gli altri, eccetera.
bread-board. non si accorge dei rapidissimi cambi È allora sufficiente memorizzare in
locazioni successive di un banco di
memoria lo stato di acceso (1 logi-
co) oppure di spento (0 logico) dei
LED. Così i 7 bit memorizzati nella
prima locazione saranno 1111110
dove il bit meno significativo (0)
corrisponde al LED superiore spen-
to. Nella seconda locazione della
memoria dovremo poi memorizzare
0001001, lo stesso nella terza e
quarta locazione, per poi nelle quin-
ta memorizzare nuovamente
1111110.

Figura 1: Il display in funzione


In fase di visualizzazione statica le
colonne vengono attivate in succes-

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SCUOLABUS

ad alta velocità. modo l’effetto di scorrimento è


Per ottenere l’effetto dello scorri- garantito.
mento l’abbinamento fra la colonna
attivata e la locazione di memoria,
anziché mantenersi fisso (1a colon-
na con 1a locazione, 2a colonna con
2a locazione, eccetera), viene variato
ad ogni frame, ad intervalli di dura-
ta dipendente della velocità con cui
si desidera effettuare lo scorrimento
(ad esempio ogni 100ms). Così nel
primo frame l’abbinamento è quello
indicato sopra, cioè 1a colonna con
1a locazione, 2a colonna con 2a loca-
zione, ecc. Nel secondo frame l’atti-
Figura 2: Il carattere “A” visualizzato dal
display a matrice vazione della 1a colonna viene inve-
ce abbinata alla lettura della 2a loca-
sione mentre viene letta la corri- zione, la 2a colonna con la 3a loca-
spondente locazione del blocco di zione, ecc. Nel terzo frame l’abbina-
memoria, con l’accensione dei rela- mento si sposta ancora: 1a colonna
tivi LED. Ovviamente il procedimen- con 3a locazione, 2a colonna con 4a Figura 3: Circuito di controllo della scritta scorrevole
to viene ripetuto in continuazione locazione, e cosi via. In questo

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SCUOLABUS

REALIZZAZIONE CIRCUITALE pnp Q1-Q7 saranno in conduzione 8 74HC238 e da una fila di otto
La realizzazione circuitale è risultata tranne Q1, consentendo così di decoder di colonna, identici al
molto laboriosa per l’elevato nume- accendere tutti i LED della colonna, primo e da esso selezionati.
ro di componenti impiegati; la figu- ad eccezione di quello superiore, Ciascuna delle loro otto uscite Y0-Y7
ra 3 fornisce un’idea della comples- pilotato appunto da Q1. Si è dovuto controlla tramite il buffer di colonna
sità del circuito. In figura 4 è ripor- ricorrere a questa soluzione circuita- ULN2803 l’attivazione di una corri-
tato lo schema di quello che è il le per poter alimentare i LED con spondente colonna del display. In
cuore del sistema; i componenti una tensione Va indipendente e questo modo al procedere del con-
fondamentali sono il microcontrol- regolabile da 5 a 15V, in modo da teggio del contatore le colonne una
lore PIC16F84A, che provvede a poter variare la luminosità del dis- alla volta vengono attivate in pro-
pilotare tramite una serie di BJT i play a secondo dalle esigenze. gressione.
LED delle matrici, la memoria seriale
E2PROM 24C04, in cui sono caricati Esaminiamo ora le altre linee del Vediamo più in dettaglio il funziona-
i caratteri da visualizzare, ed infine microcontrollore. La linea RA2, con- mento di questo circuito, suppo-
l’interfaccia MAX232, che adatta il figurata come ingresso, è adibita nendo ad esempio che il contatore
formato RS232 con cui trasmette il alla ricezione dei dati inviati dal PC sia arrivato al conteggio 000011 (3
PC ai livelli logici 0-5V del circuito. tramite l’interfaccia seriale decimale). Allora i tre bit più signifi-
Vediamo più in dettaglio le varie MAX232. Le linee RA3 e RA4 a loro cativi (000) selezioneranno l’uscita
parti circuitali. volta provvedono al collegamento Y0 del decoder U2, che di conse-
con la memoria 24C04. Questa è guenza attiverà fra tutti i decoder di
Il display è costituito da 12 matrici, provvista di 512 locazioni di 8 bit colonna il solo U3. I tre bit meno
formate ciascuna da 35 LED disposti ciascuna e comunica con il proces- significativi (011) del contatore sele-
su 5 colonne e 7 righe. I catodi dei sore tramite il protocollo I2C. In zioneranno a loro volta l’uscita Y3 di
LED sono collegati per colonna particolare la linea RA3 del PIC è
mentre gli anodi per riga; le righe di adibita a generare il clock per la Elenco componenti
ciascuna matrice sono a loro volta memoria, mentre la linea RA4 prov- (schema di figura 4)
collegate alle corrispondenti righe vede allo scambio dei dati.
Sigla Valore
delle altre matrici. Il display si pre- Poiché in una prima fase del funzio-
senta quindi costituito complessiva- namento del sistema la scritta, R1, R3, R7, R9,
5,6 KΩ 1/4 W
mente da 60 colonne indipendenti impostata sul PC, deve venire trasfe- R11, R13, R15
e da 7 righe. Nello schema di figura rita tramite il PIC alla memoria R2, R4, R8, R10,
24C04, la linea RA4 dovrà inizial- 22 Ω 1/4 W
4 sono disegnate per semplicità solo R12, R14, R17
le prime due colonne. mente essere configurata come usci-
R6,R5 3,9 KΩ 1/4 W
Come si è detto le colonne vengono ta. Nella seconda fase tuttavia,
attivate una alla volta portando i quando il PIC preleva i caratteri R16 10 KΩ 1/4 W
catodi dei LED a massa tramite il immagazzinati nella memoria per
R17 15 KΩ 1/4 W
corrispondente BJT del buffer di visualizzarli sul display, la stessa linea
colonna ULN2803. La corrente nei RA4 dovrà essere configurata come C1÷C4 1 µF elettrolitico
LED della colonna attiva viene forni- ingresso.
C5, C6 18 pF ceramico
ta dall’alimentazione Va attraverso i Infine le linee RA0 e RA1 sono dedi-
BJT pnp Q1-Q7. Questi sono pilota- cate al controllo del circuito per la Q1÷Q7 BC557
ti tramite l’inverter open-collector a selezione e attivazione delle colon-
Q8 2N222
sei uscite 7406 ed il BJT npn Q8 ne, il cui schema è illustrato in figu-
direttamente dalle uscite RB0-RB6 ra 5. In particolare RA0 genera il S1 Pulsante N.A.
del PIC. clock per l’avanzamento della
U1 PIC16F84A
Se ad esempio deve essere visualiz- colonna attiva, mentre RA1 genera il
zata la prima colonna della lettera comando di reset per l’intero dis- U2 SN7406
“A” illustrata in figura 2, la linea RB0 play. Il circuito di selezione delle
U3 MAX232
sarà bassa mentre le linee RB1-RB6 colonne è costituito da un contato-
alte, così le uscite del 7406 e di Q8 re binario a 6 bit, realizzato tramite i U4 24C04A
saranno tutte basse ad eccezione del due contatori presenti nel
U5 Quarzo 4 MHz
pin 2. Di conseguenza tutti i BJT 74HC393, da un primo decoder 1 di

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Figura 4: Schema elettrico dell’unità di controllo del display

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Figura 5: Schema elettrico dell’unità di selezione delle colonne

U3 e quindi fra le 60 colonne sol- In figura 6 è riportata l’interfaccia, (vedi il carattere A dell’esempio pre-
tanto la 4a sarà attiva e solo i suoi realizzata in Visual Basic, che per- cedente) e inviati. La selezione del
LED potranno essere opportuna- mette di impostare la scritta e di tasto “Visualizza” attiva il display
mente illuminati. inviarla tramite la porta seriale al PIC fisico e dà inizio allo scorrimento.
e quindi alla memoria E2PROM. I
Elenco componenti caratteri vengono immessi dalla
(schema di figura 5) tastiera e visualizzati sullo schermo
sotto forma di LED di colore regola-
Sigla Valore bile mediante tre cursori. Una volta UNA RASSEGNA DI
U1 74HC93 inseriti nel PC, vengono trasformati
nelle sequenze opportune di byte PROGETTI
U2÷U10 74HC238
Come già accennato nell’articolo
U11÷U18 ULN2803
introduttivo, i progetti dell’ITIS “G.
Peano” sono molteplici. A titolo
informativo ecco una breve rasse-
gna di ciò che è stato realizzato,
completa di documentazione foto-
grafica.

SMART VILLA
Lo scopo del progetto, realizzato
Figura 6: Interfaccia grafica per l’impostazione Figura 7: Interfaccia grafica: visione panoramica da Alessandro Gianasso e Nicola
della scritta del complesso
Rinaldi, è quello di applicare solu-

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zioni di “domotica” al modello in L’aspetto interessante del progetto La figura 8 mostra ad esempio la
scala di una villa “californiana”. La consiste nel fatto che i vari comandi zona ascensore con la serie dei pul-
costruzione, realizzata dagli stu- vengono dati tramite un computer santi interni ed esterni alla cabina.
denti, prevede spazi chiusi ed remoto e trasmessi via radio ad una Una simpatica animazione permet-
aperti nei quali collocare le appli- unità di controllo posizionata nella te alla cabina di salire e scendere a
cazioni elettroniche. Queste, che villa. Per realizzare l’interfaccia grafi- seconda dei pulsanti premuti, di
potranno essere arricchite negli ca sul PC si è scelto Visual Basic e
anni a venire, per il momento con- come canale di trasmissione la porta
sistono in: seriale.

1 Comando di luci interne ed ester- Interfaccia software via PC


ne, realizzate mediante LED. Questa, realizzata in Visual Basic, si
2 Azionamento di un ascensore compone di diversi frame richia-
mediante motore passo-passo. mabili a cascata e caratterizzati
3 Controllo di una pompa per il tutti da uno sfondo tratto da foto-
riempimento di una piscina trami- grafie che riprendono da diverse
te una cascata. prospettive le varie parti della villa.
4 Visualizzazione su schermo gigan- Si parte da una visione panoramica
te (per le dimensioni della villa) del complesso (vedi figura 7) in cui
delle immagini TV trasmesse dalle le diverse zone sono richiamabili in
reti televisive o riprese da una tele- visione ravvicinata e maggiormen- Figura 8: Interfaccia grafica: ascensore con
pulsante di comando
camera. te dettagliata tramite pulsanti.

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aprire e chiudere le porte, eccete- pia di moduli integrati ibridi della motore passo-passo che aziona l’a-
ra; il tutto ovviamente in modo vir- Aurel che, lavorando alla frequenza scensore.
tuale. Il bello è che ad ogni movi- a 433,92 MHz, sono in grado di
mento virtuale, viene fatto corri- coprire una distanza di almeno una Azionamento del motore
spondere un movimento reale trentina di metri in ambiente chiu- passo-passo
della cabina vera e propria, realiz- so. I moduli radio, opportunamen- Allo scopo di conoscere quanto
zata in plexiglas e comandata da te affiancati da un microcontrollo- offre il mercato, anziché un aziona-
un motore passo-passo. re, si sono rivelati veramente ottimi mento artigianale di tipo unipolare
Ogni frame è corredato di pulsan- ed affidabili; funzionano benissimo con BJT di potenza, si è optato per
ti di comando, con cui si possono addirittura montati su bread-board l’impiego di integrati dedicati quali
attivare i vari dispositivi elettroni- ed il loro impiego è estremamente lo stepper motor controller L297 in
ci della villa, ossia i circuiti di illu- semplice ed il costo contenuto. abbinamento con il driver L298,
minazione, di accensione della La scelta di usare due ricetrasmet- entrambi prodotti dalla ST
telecamera e del ricevitore TV, di titori anziché una coppia trasmetti- Microelectronics.
azionamento della pompa della tore-ricevitore, sufficiente per il Il PIC si limita a fornire all’L297 il
piscina. progetto attuale, è dovuta al fatto numero di impulsi di clock neces-
che si prevede per il futuro non sari per lo spostamento della cabi-
Porta di comunicazione solo di controllare a distanza l’elet- na da un piano all’altro e il bit per
La scelta non poteva cadere che tronica della villa, ma anche di il verso di rotazione del motore.
sulla porta seriale, vista la necessità ricevere da essa tutta una serie di
di dover inviare i dati “serialmen- rilevazioni (di temperatura, lumi- Telecamera con ricevitore TV
te” ad un trasmettitore radio. In nosità, umidità, ecc), da elaborare Per la telecamera (vedi figura 9) si
una prima soluzione del progetto, mediante il PC remoto. è impiegato un kit di montaggio
vista la difficoltà di trasmettere dati commerciale, che già in passato ci
esenti da errore, ci si è orientati Controllore aveva fornito ottime prestazioni. Il
verso una trasmissione tramite fili, Elemento fondamentale per la rice- kit, costituito da una telecamera in
soluzione che si è rivelata priva di zione corretta dei dati trasmessi e bianco e nero di ridotte dimensio-
grosse difficoltà. per il controllo delle varie funzioni ni e da un trasmettitore televisivo,
Queste invece si sono presentate in “domotiche” della villa, è il micro- consente la ricezione delle imma-
pieno quando si è passati alla tra- controllore della Microchip gini tramite un comunissimo rice-
smissione wireless a causa dei dis- PIC16F84A. vitore TV.
turbi elettromagnetici che rende- Questo dispositivo dispone di due
vano spesso inaffidabili i dati tra- porte di I/O, le cui linee possono
smessi. Dopo diversi tentativi si è venire programmate indipenden-
trovato una soluzione a prova di temente come ingressi o come
qualsiasi disturbo. I byte dati ven- uscite.
gono tutti duplicati e fatti precede- Le uscite RB0, RB1 e RB2 sono
re da un byte di indirizzo, anch’es- dedicate al controllo del LED di
so duplicato. illuminazione, RB3 e RB4 all’attiva-
Il dispositivo di ricezione e control- zione del relé della pompa della
lo, essenzialmente costituito da un piscina e al controllo del relé della
microcontrollore collegato ad un telecamera e del ricevitore TV.
ricevitore radio, è programmato La prima linea RA0 del PORT A,
per accettare solo i dati preceduti configurata come ingresso e colle-
dall’indirizzo corretto e duplicati gata al ricevitore radio, riceve i dati
correttamente. In ore di funziona- trasmessi dal PC e li avvia ai pro-
mento non si è mai verificato un cessi di elaborazione del PIC. Figura 9: La telecamera
errore dovuto ai disturbi. A loro volta le linee RA1 e RA2,
configurate come uscite, provve- Questo per il momento è un 5 pol-
Trasmissione radio dono rispettivamente a fornire il lici commerciale ma si è in attesa,
Come unità di trasmissione e rice- segnale di clock ed il segnale del per fine maggio, del ricevitore
zione radio si è impiegata una cop- verso di rotazione al driver del completamente montato da uno

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degli autori del progetto con i


componenti di recupero forniti dal
padre, tecnico riparatore TV. Nella
versione definitiva un sensore di
movimento commuterà automati-
camente la ricezione dal canale
televisivo commerciale a quello
impiegato dalla telecamera di sor-
veglianza.
La figura 10 mostra il ricevitore TV
collocato nel giardino come gran-
de schermo di un fantastico “home
theatre”. Si tenga presente che
quando funziona la telecamera, la
stessa immagine viene visualizzata
sullo schermo del PC remoto gra-
zie alla scheda TV.

Formato dei dati trasmessi


Come si è detto, i dati prodotti dal
PC, trasmessi dal radiotrasmettito- Figura 10: : Home Theatre
re remoto, ricevuti dal radioricevi-
tore locale e controllati dal PIC, scensore si trovi al primo piano;
sono costituiti da due byte, ciascu- allora nel registro di posizione i tre
no ripetuto due volte per sicurez- bit dedicati assumeranno il valore
za. Il primo byte rappresenta l’indi- P2 P1 P0 = 010.
rizzo del ricevitore e solo se corret- Se sullo schermo del PC viene pre-
to, consente la ricezione del secon- muto uno dei due tasti relativi ad
do byte. esempio al secondo piano, la porta
Gli 8 bit di quest’ultimo, a partire seriale del PC invierà al PIC un byte
dal meno significativo, provocano di comando in cui i tre bit più
l’accensione (1 logico) o lo spegni- significativi assumono il valore B7
mento (0 logico) dell’attuatore B6 B5 = 100. A questo punto il PIC
collegato, ovvero i LED di illumina- esegue una comparazione fra i bit Figura 11: Globo luminoso
zione per i bit B0, B1 e B2, la memorizzati e quelli ricevuti e fa
pompa della piscina per B3, la tele- partire una subroutine che produ- La soluzione brillante consiste nel
camera per B4. I tre bit più signifi- ce un numero prefissato di impulsi far ruotare la colonna di LED ad
cativi B5, B6 e B7 controllano il di clock sul pin RA1 e porta il pin una opportuna velocità, mentre
funzionamento dell’ascensore. RA2 al livello opportuno per far questi cambiano il loro stato di
compiere la rotazione del motore acceso e spento in modo da ricrea-
Controllo dell’ascensore nel verso corretto. re i vari caratteri della scritta (vedi
L’ascensore collega il piano terra figura 11).
con il primo e il secondo piano GLOBO LUMINOSO
della villa. Per controllarne il movi- Realizzato da Roberto Lovato, que- Il progetto impiega come control-
mento tramite il motore passo- sto progetto è basato sul fenome- lore il solito PIC16F64A, che è
passo sono sufficienti i tre bit più no della persistenza dell’immagine sostenuto insieme con la colonna
significativi B5, B6 e B7 del byte sulla retina dell’occhio, questo di 7 LED, da un braccio rotante.
trasmesso, purché un apposito progetto, anche se più semplice Quest’ultimo è movimentato da un
registro di posizione del microcon- del precedente, utilizzando una normalissimo motore in continua
trollore memorizzi volta per volta sola colonna di LED riesce a rico- regolabile in velocità. Interessante
la posizione dell’ascensore. struire scritte, che possono essere è stata la soluzione che ha permes-
Supponiamo ad esempio che l’a- rese anche scorrevoli. so di alimentare PIC e LED e che ha

SCUOLABUS 67
Imp. SCUOLABUS 30-04-2004 18:27 Pagina 68

SCUOLABUS

fatto ricorso ad una coppia di con-


tatti striscianti su due anelli di
rame, solidali con l’albero del
motore.

SCHERMO A LED
Sempre nell’ambito dei giochi di
luce si colloca questo spettacolare
schermo a 256 LED tricolori (16
colonne per 16 righe) realizzato
da Leandro Lavopa. Pilotato dal
PIC16F873, consente di visualiz-
zare scritte rosse, verdi, gialle e
giochi colorati di luce. Di effetto
sono le animazioni che possono
essere realizzate con una certa ric-
chezza di dettaglio.

Anche in questo caso le immagini


da visualizzare vengono realizzate
al PC con interfaccia Visual Basic
ed inviate allo schermo via porta Figura 12: Schermo realizzato con 256 LED tricolori
seriale. In figura 12 è mostrato lo
schermo: Si pensi alla complessità
dei collegamenti, tenendo pre- del robot, può avvenire sia trami-
sente che ogni LED tricolore è for- te fili sia wireless, utilizzando i
nito di tre terminali. moduli trasmettitori e ricevitori
della AUREL.
ROBOT A QUATTRO ARTI
Realizzato da Fabio Giardino e DIRIGIBILE RADIOCOMANDATO
Francesco Ponsetti, è uno dei pro- Di notevole effetto, questo pro-
getti più complessi e meglio getto, realizzato da Andrea
riusciti. Il robot (vedi figura 13) è Villata, utilizza due grossi palloni,
provvisto di quattro arti ciascuno uniti insieme e gonfiati ad elio,
dotato di tre articolazioni, per trasportare una leggera strut-
comandate ognuna da un servo- tura in balsa fornita di tre motori.
motore. Due di questi sono adibiti al
È possibile pertanto ruotare cia- movimento in avanti e indietro
scun arto, alzarne la coscia e la del dirigibile, il terzo provvede
gamba indipendentemente. agli spostamenti verticali. Figura 13: Robot a quattro arti

I motori sono radiocomandati in


I 12 motori sono controllati dal modo indipendente tramite tra-
PIC16F84A che invia in continua- smettitori AUREL dal PC, provvisto
zione a ciascun servomotore un al solito di interfaccia Visual Basic.
impulso di durata proporzionale Dulcis in fundo una telecamera,
all’angolo di rotazione desiderato. tratta da un kit commerciale, tra-
Anche in questo caso gli angoli di smette a terra ad un normalissimo
rotazione vengono impostati da ricevitore televisivo o alla scheda
PC su una interfaccia Visual Basic e TV del PC le immagini riprese dal-
inviati tramite porta seriale al PIC. l’alto.
La modalità di trasmissione fra PC Figura 14: Il dirigibile
e PIC, quest’ultimo posto a bordo

68 SCUOLABUS
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TECNOLOGIE SPERIMENTALI

PROGETTIAMO
settima parte
UN RAZZO

PROGETTAZIONE DI
UN MOTORE A RAZZO
A PROPELLENTE IBRIDO
di Eugenio Cosolo e Stefano Innocenti con la collaborazione di Stefano Lauciani
info@missilistica.it

In questa puntata della nostra “saga” sull’argomento della “Missilistica amatoriale”


illustreremo i princìpi di progettazione e dimensionamento del componente più
importante del nostro vettore a razzo, il sistema di propulsione.
Non vogliamo però limitarci a descrivere un motore “già pronto”, dove si dà per
scontato che le misure siano quelle o peggio ancora improvvisate. La nostra intenzione
è quella di illustrare passo passo tutti i calcoli necessari al dimensionamento del
propulsore, in modo da rendere comprensibile il metodo di progettazione.
Il calcolo di un endoreattore si basa su precisi metodi scientifici, gli unici in grado di
garantire risultati sicuri.
Passeremo dalla teoria alla pratica ricavando un progetto completo che una volta
realizzato costituirà il motore del nostro razzo.

LA SCELTA DEL TIPO DI MOTORE Il propellente dei motori “solidi”


Come abbiamo visto nelle prece- contengono una formulazione che
denti puntate pubblicate sulla rivi- contiene il combustibile e l’ossi-
sta Fare Elettronica, i sistemi di pro- dante intimamente miscelati. Sono
pulsione usati per i razzi si dividono costruttivamente semplici ma
nelle seguenti classi: potenzialmente pericolosi in quan-
to il propellente è altamente
• Motori a propellente solido. infiammabile e la sua preparazione
• Motori a propellenti liquidi. richiede procedure di sicurezza,
• Motori a monopropellente. Figura 1: Serie di motori ibridi sperimentali
competenze ed attrezzature difficil-
• Motori a propellenti ibridi. mente disponibili agli sperimenta-

70 TECNOLOGIE SPERIMENTALI
COSOLO-impaginato 30-04-2004 19:52 Pagina 71

TECNOLOGIE SPERIMENTALI

tori dilettanti.
Nella classe dei motori “liquidi” il
combustibile e l’ossidante sono
conservati in due distinti serbatoi
generalmente non pressurizzati,
necessitano perciò di un complesso
e costoso sistema di alimentazione
in grado di pompare combustibile
ed ossidante nella camera di com-
bustione, controllando e regolando
alla perfezione il flusso di entrambi.
Offrono una resa molto elevata ma
per la loro complessità ed alto
costo sono utilizzabili solo a livello Figura 2: Componenti del motore da 400 Ns (i cilindri bianco e blu sono i grain combustibili)

professionale.
sua intrinseca affidabilità e sicurez- Se il peso del propellente (combu-
I sistemi di propulsione a “mono- za, inoltre non è richiesto l’impiego stibile + ossidante) che ha generato
propellente” sono generalmente e la manipolazione di prodotti chi- questo impulso totale è di 200
usati per i piccoli motori di assetto mici pericolosi, infiammabili o grammi, ovvero ~ 2 N, possiamo
ma offrendo spinte e rese piuttosto esplosivi. ricavare il valore dell’ISP:
basse sono scarsamente usati per la Affrontiamo perciò la fase di pro- 400 Ns / 2 N = 200 s
propulsione dei vettori. gettazione e dimensionamento,
Il loro pregio è la semplicità necessaria per ottenere i risultati Possiamo notare che la strana unità
costruttiva, infatti per ottenere la desiderati. di misura dell’ISP (secondi) nasce
spinta è sufficiente iniettare del In una delle puntate precedenti dal fatto che la forza N (dell’impul-
perossido di idrogeno (acqua ossi- abbiamo introdotto il concetto so totale) e la forza N (del peso del
genata) nella camera di combustio- dell’IMPULSO SPECIFICO (ISP) di propellente) si elidono, conservan-
ne dotata di una griglia catalizzatri- un dato propellente. Questo para- do solo la ”s” dei secondi.
ce dove il perossido viene decom- metro indica a livello teorico (e Da queste premesse possiamo
posto generando un flusso di gas perciò puramente indicativo) l’effi- comprendere che l’ISP è un valore
ad alta pressione. cienza di un determinato sistema tipico di una determinata combina-
di propulsione. Il valore dell’ ISP si zione combustibile – ossidante,
I motori “ibridi” sono una via di ricava da una serie di prove speri- che indica sostanzialmente la
mezzo tra i primi due: hanno la mentali al banco di test di una serie “bontà” del propellente.
semplicità costruttiva dei motori di motori configurati in modo
solidi, avendo una parte del propel- diverso, al fine di ricavare dei dati Il valore dell’ISP tipico di una com-
lente immagazzinato nella camera che successivamente saranno inte- binazione ottimale di propellenti
di combustione, l’ossidante gasso- grati e correlati per ottenere un ibridi si aggira sui 210-220 secondi,
so è invece contenuto in un appo- valore medio. ma dipende da alcuni fattori che
sito serbatoio. Essendo quest’ulti- contribuiscono a peggiorarla.
mo già pressurizzato non è richie- L’ISP è ricavato dall’ IMPULSO
sto l’impiego di pompe ed altri TOTALE erogato (misurato in
complessi sottosistemi di alimenta- Newton secondo) diviso per il peso
zione, è sufficiente realizzare un totale del propellente (misurato in
sistema di accensione e di apertura Newton) che l’ha generata, senza
della valvola dell’ossidante. tener conto del peso dell’hardware
del motore.
Come già preannunciato nelle pre- Ad esempio se un motore genera
cedenti puntate, la motorizzazione una spinta media di 100 N per un
scelta per il nostro vettore è quella tempo di 4 secondi possiamo Figura 3: Serie di ugelli. Sono costuiti in acciaio
basata sulla tecnologia ibrida. I inox, in grafite (quelli neri) e in ceramica
dedurre che offre un impulso tota- speciale (quelli bianchi)
motivi di tale scelta sono dovuti alla le di : 100 N * 4 s = 400 Ns.

TECNOLOGIE SPERIMENTALI 71
COSOLO-impaginato 30-04-2004 19:52 Pagina 72

TECNOLOGIE SPERIMENTALI

L’ossidante ideale per un motore scopo l’ideale sarebbe l’Hydroxyl motore perciò possiamo ipotizzare
ibrido sarebbe l’ossigeno liquido Terminated Poly Butadiene, noto che il valore massimo cui potremo
ma purtroppo il fatto che sia un anche come HTPB, che in combi- aspirare si aggirerà sui 180 secondi.
liquido criogenico (cioè conserva- nazione con l’azoto protossido Nel nostro motore useremo il
bile solo a bassissime temperature) potrebbe offrire un ISP medio di POLIPROPILENE per il semplice
e la necessità di un sistema di tur- 200 secondi. fatto che possiamo trovare facil-
bopompe per la pressurizzazione, Si tratta di un polimero a base di mente in commercio delle barre
lo rende poco idoneo all’impiego butadiene, cioè una gomma, gene- dell’esatta misura che ci serve per il
amatoriale. ralmente usato per l’isolamento di nostro scopo.
Dobbiamo perciò accontentarci di cavi elettrici, guarnizioni, manicot- Si tratta infatti del materiale usato
qualcosa di più pratico ed abborda- ti, particolari tecnici ecc. negli impianti idraulici di tutte le
bile, come l’azoto protossido, che Per fare un esempio i motori latera- abitazioni, sono quei tubi in plasti-
conservato in recipienti sotto pres- li a stato solido (booster) di molti ca di vari colori usati per la distribu-
sione (~50 bar) rimane allo stato vettori professionali (compreso lo zione dell’acqua sanitaria, del dia-
liquido. shuttle) sono basati sul propellente metro esterno di 20 mm con un
L’uso di questo ossidante semplifica composto da HTPB, potassio per- foro centrale di 13 mm. In alterna-
notevolmente l’architettura del clorato, alluminio ed altre sostanze. tiva possiamo anche considerare
motore in quanto non sono richie- Purtroppo la disponibilità di questo dei tubi in plexyglass, PVC (usati
sti complessi sistemi di pressurizza- polimero non è delle migliori e anche per gli scarichi domestici) ed
zione, visto che è disponibile già sembra anche che sia stato classifi- addirittura tubi di gomma.
immagazzinato ad una pressione cato dalle autorità statunitensi
accettabile per il nostro uso. come “materiale strategico” e per- Vediamo perciò come dimensiona-
Il lato negativo è che il contenuto ciò esportabile solo con procedure re il nostro motore: per prima cosa
di ossigeno molecolare è inferiore a lunghe e complesse. occorre stabilire l’impulso totale
quello dell’ossigeno liquido e per- necessario.
ciò la resa è inferiore. In mancanza dell’HTPB dobbiamo Abbiamo visto in una puntata pre-
ripiegare su materiali più facilmen- cedente che il peso del nostro
Per il combustibile il problema è te reperibili, come polietilene, poli- razzo (completo di motore e di
leggermente diverso in quanto carbonato, nylon, PVC, polipropile- equipaggiamenti ausiliari) sarà di
sarebbe necessario un composto in ne ed altri polimeri termoplastici. circa 950 grammi a vuoto e di
grado di generare la massima Queste considerazioni indicano che 1250 grammi carico di propellenti.
quantità di gas combusti in propor- con dei mezzi artigianali è difficile L’impulso totale applicabile al
zione al suo peso e per questo ottenere il massimo ISP dal nostro nostro vettore può andare dai 200
ai 500 Ns.

Con un modello di calcolo che sarà


oggetto di una delle prossime pun-
tate possiamo verificare che dispo-
nendo di un impulso totale di 400
Ns possiamo raggiungere un’altez-
za massima di circa 870 metri, più
che adeguata per i nostri scopi.
Possiamo progettare il nostro
motore per raggiungere questa
quota.

La spinta istantanea del motore


deve garantire una determinata
accelerazione per permettere al
razzo di raggiungere la velocità
Figura 4: Ugello in acciaio inox per il motore da 400 Ns descritto nell'articolo
minima all’uscita della rampa,
necessaria alle superfici aerodina-

72 TECNOLOGIE SPERIMENTALI
COSOLO-impaginato 30-04-2004 19:52 Pagina 73

TECNOLOGIE SPERIMENTALI

miche per stabilizzare la traiettoria Per motivi di sicurezza possiamo ingolfa.


di volo. stabilire una spinta media di 100 N. Allo stesso modo il combustibile di
Come abbiamo già visto l’accelera- Se l’impulso totale erogato dal un motore a razzo richiede un’esat-
zione iniziale non deve essere infe- motore è di 400 Ns, il tempo di ta quantità di ossidante per brucia-
riore ai 4 G, il che significa che la spinta risultante sarà di: 400/100=4 re perfettamente. Nel caso di un
spinta non deve essere inferiore a secondi. motore ibrido ad azoto protossido
(il “G” unitario rappresenta l’acce- il rapporto è approssimativamente
lerazione di gravità = 9,81 m/s^2): Considerando un ISP (abbastanza di 4 : 1, ovvero 4 parti di ossidante
reale) di 180 s, per ottenere un e una di combustibile, in peso.
(4G + 1G) * peso totale = 5 * impulso totale di 400 Ns abbiamo Se il peso complessivo del propel-
1,250 Kg = 5 * 12,50 N = 62,5 N bisogno di una massa totale di pro- lente è di 2,22 N, lo possiamo sud-
pellenti di: dividere in:
Il motore deve perciò garantire una
spinta minima di 62,5 N. 400 Ns / 180 s = 2,22 N = 224 gr. 2,22 / 5 * 4 = 1,776 N = ~ 0,1812
In realtà l’erogazione della spinta Kg (di ossidante)
non è costante ma segue una Questo valore rappresenta il peso 2,22 / 5 * 1 = 0,444 N = ~ 0,0453
curva caratteristica di ogni moto- complessivo dell’ossidante più il Kg (di combustibile)
re, ricavata dai test al banco dina- combustibile, ma a noi serve cono-
mometrico. scere per prima cosa la quantità di Il peso specifico dell’azoto protossi-
Inizialmente la spinta è maggiore ossidante necessaria. do è di 0,77 Kg/litro, perciò il volu-
della media, nei successivi secondi Per combinarsi chimicamente (in me del serbatoio dovrà essere di:
cala progressivamente, per il moti- questo caso BRUCIARE), due
vo che la pressione nel serbatoio sostanze richiedono un esatto 0,1812 / 0,77 = 0,235 litri = 235 cc
dell’ossidante diminuisce, la geo- rapporto quantitativo, conosciu-
metria del grain si modifica ed to come RAPPORTO STECHIOME- Per riuscire a riempire quasi com-
anche a causa dell’erosione dell’u- TRICO. pletamente il serbatoio è necessa-
gello. Ad esempio, nel motore di un’auto rio prevedere uno spazio aggiunti-
L’integrazione matematica di tutte la quantità di benzina introdotta vo per i gas che si formano all’inter-
queste spinte istantanee variabili nel cilindro dev’essere proporzio- no, dobbiamo perciò sovradimen-
nel tempo ci fornisce il valore della nale alla quantità d’aria, se questa è sionare il volume interno.
spinta media, che caratterizza il poca o troppa il motore non fun- Dalle sperimentazioni fatte risulta
nostro motore. ziona correttamente oppure si che il 20% in più può andar bene,
perciò il nuovo volume dovrà essere:

235cc * 1,2 = 282,2 cc

Nel progetto del nostro vettore


avevamo previsto un diametro
esterno del motore di 30 mm, i
tubi commerciali di alluminio nor-

Figura 6: Dettaglio della "termovalvola", composta


Figura 5: Particolare della "termovalvola", che libera il flusso di ossidante nella camera di combustione da un tubo in nylon sigillato a caldo

TECNOLOGIE SPERIMENTALI 73
COSOLO-impaginato 30-04-2004 19:52 Pagina 74

TECNOLOGIE SPERIMENTALI

malmente reperibili hanno uno


spessore della parete di 2 mm, per-
ciò il diametro interno sarà di 26
mm. Supponendo che i “tappi” del
nostro serbatoio siano piatti, possia-
mo calcolare che la lunghezza inter-
na del serbatoio dovrà essere di:

L = V / r^2 * Pigreco = 282,2 /


1,3^2 * Pigreco = 531,9 mm

Il flusso di gas ossidante iniettato


nella camera di combustione deve
rispettare dei precisi parametri, per
fare in modo che la curva di spinta
rispecchi fedelmente quella deside-
rata. Per ottenere questo, è neces-
sario calcolare esattamente il dia-
metro dell’iniettore:
La massa di 181 grammi di azoto
protossido deve essere consumata
in 4 secondi e questo corrisponde
ad un flusso di:

0,181 / 4 = 0,0453 Kg/s

Il flusso attraverso un ugello iniet-


tore è descritto dalla seguente for-
mula:

Flux = Cf * Ai * RadQuad (2 * Df
* DeltaP)

da cui ricaviamo:

Ai = Flux / (Cf * RadQuad (2 * Df


* DeltaP))

dove:

Ai = area iniettore in mq
Flux = flusso gas in Kg/s
Cf = coefficiente caratteristico
dell’iniettore (tipicamente 0,5)
Df = densità del fluido in Kg/mc
(770)
DeltaP = caduta di pressione in
Pascal

Il valore DeltaP è la differenza tra la


Figura 7: Schema del nostro motore ibrido da 400 Ns
pressione nel serbatoio e quella
nella camera di combustione.

74 TECNOLOGIE SPERIMENTALI
COSOLO-impaginato 30-04-2004 19:52 Pagina 75

TECNOLOGIE SPERIMENTALI

La prima dipende dalla temperatu- perciò essere: La velocità di combustione del poli-
ra dell’ossidante che a 20 gradi C propilene è di 0,0053 mm/s, per-
corrisponde a 652 Psi, la seconda 45,3 / 3,084 = 14,69 cm = 146,9 mm ciò la formula per il calcolo del
possiamo stabilirla noi a 300 Psi (un rateo di regressione diventa:
Psi esprime un Pound/pollice qua- che arrotonderemo a 160 mm per
drato, corrispondenti a 0,068947 garantire un leggero sovradimen- Rr = 0,0053 * (4500^0,6) = 0,824
Bar, a 0,070307 Kg/centimetro sionamento. mm/s
quadrato oppure Atmosfere).
Perciò 652 – 300 = 352 psi. È indispensabile anche verificare Il tempo di funzionamento previsto
Un Psi corrisponde a ~6894 Pascal, che lo spessore della parete del per il nostro motore è di almeno 4
da cui otteniamo che 352 Psi equi- grain sia sufficiente per completare secondi, perciò lo spessore del
valgono a ~2430000 Pascal la combustione. Poichè il cilindro di grain combustibile non deve essere
combustibile si riduce durante la inferiore a:
Applichiamo i vettori alla formula reazione dobbiamo essere certi che
ed otteniamo: ce ne sia a sufficienza. Il consumo si Sg = 0,824 * 4 = 3,30 mm
definisce come RATEO DI REGRES-
Ai = 0,0453 / (0,5 * RadQuad ( 2 SIONE. che arrotondiamo a circa 4 mm, in
* 770 * 2430000)) = 0,000001481 La formula che descrive questo modo da lasciare un margine di
mq = 1,481 mmq importante parametro è la seguente: sicurezza nel caso la combustione
non avvenisse in modo regolare su
L’area dell’iniettore dovrà perciò Rr = v * Pfx^n tutta la superficie.
essere 1,481 mmq, dalla quale pos-
siamo ricavare il diametro: dove: I tubi in polipropilene reperibili in
commercio hanno un diametro
Di = RadiceQuad (Ai / Pigreco) * Rr = Rateo di regressione esterno di 20 mm mentre l’interno
2 = 1,373 mm v = velocità di combustione in è di 12 mm. Lo spessore della pare-
mm/s te è perciò di:
arrotondato per esigenze meccani- n = coefficiente di combustione
che a 1,4 mm (esponente adimensionale) Sg = (20 – 12) / 2 = 4 mm
Pfx = Parametro del flusso di ossi-
Passiamo ora al dimensionamento dante (N/m^2/s) Anche se come spessore siamo
della camera di combustione e per quasi al limite possiamo definire
prima cosa calcoliamo la sezione Pfx è un parametro piuttosto criti- idonei questi tubi per questa appli-
del grain: co che deve essere compreso tra i cazione.
2000 e i 6000 N/m^2/s.
Sezione = ((20 / 2) ^2 * pigreco) Se il flusso è troppo debole il fun- Non ci resta che calcolare le dimen-
– ((13 / 2)^2 * pigreco) = zionamento del motore è instabile sioni dell’ugello di scarico del
181,427 mmq = 1,81427 cmq mentre se è eccessivo il motore nostro motore:
potrebbe spegnersi. Stabiliamo un La formula che dobbiamo impiega-
Il peso specifico del polipropilene è valore medio di 4500 e cerchiamo re è la seguente:
di 1,7 g* centimetro cubo, perciò di avvicinarci a tale valore.
ogni centimetro di lunghezza del Da test sperimentali possiamo asse- S = Cs * Ag * Pc
nostro grain peserà: gnare ad “n” un valore 0,6.
dove:
1,81427 * 1,7 = 3,084 gr.
Ag = Area della gola dell’ugello
Abbiamo già ricavato dal rapporto (in mq)
stechiometrico che il combustibile S = Spinta (in Newton)
necessario al nostro motore è di Cs = Coefficiente di spinta (valo-
0,0453 Kg, corrispondenti a 45,3 re sperimentale = 1,4)
grammi. La lunghezza minima del Figura 8: Foto delle parti che compongono Pc = Pressione in camera di com-
il motore Vulcan 400
nostro grain combustibile dovrà bustione (in Pascal)

TECNOLOGIE SPERIMENTALI 75
COSOLO-impaginato 30-04-2004 19:52 Pagina 76

TECNOLOGIE SPERIMENTALI

da cui ricaviamo il dato che ci Du = 2 * (Radquad ( Au / pigre- Ogni materiale possiede uno speci-
serve, cioè quello del diametro co)) = 13,25 mm fico valore del sigma, ad esempio la
della gola dell’ugello: lega di alluminio AA6061 - T6
Ag = S / (Cs * Pc) Ci rimane ancora un passo impor- conosciuta commercialmente
tante, quello di verificare ed even- come ANTICORODAL, ha un
Inseriamo nella formula i nostri tualmente ricalcolare gli spessori del sigma di 2957 Kg per cmq.
valori ed otteniamo: serbatoio e della camera di combu- La pressione di lavoro possiamo
stione, in modo da garantire i stabilirla in 60 bar, inseriamo allora
Ag = 100 / (1,4 * 2070000) = necessari margini di sicurezza. i valori nella formula:
0,000034507 mq = 34,507 mmq Lo spessore si calcola nel seguente
modo: Sps = 60 * 26 / (2 * 2957) * 5 =
L’area della zona di uscita dell’ugel- 1,32 mm
lo generalmente adottata è quattro Sps = Ps * Dis / (2 * Sigma) * Fsi
volte l’area di gola, perciò: I tubi in alluminio in commercio
dove: hanno generalmente uno spessore di
Au = 34,506 * 4 = 138,026mmq 2 mm, che è perciò adeguato al
Sps = spessore parete serbatoio nostro impiego. A questo punto
Da quest’area possiamo facilmente (in mm) abbiamo calcolato le dimensioni prin-
ricavare il diametro della gola del- Ps = Pressione serbatoio (in Bar) cipali del nostro motore e siamo in
l’ugello: Dis = Diametro interno serbatoio grado di passare alla fase successiva,
(in mm) quella di disegnare i componenti ed
Dg = 2 * (Radquad ( Ag / pigre- Sigma = Coefficiente di resisten- ingegnerizzare l’assemblaggio.
co)) = 6,628 mm za del materiale ( in Kg/cmq) Nella prossima puntata illustreremo la
Fsi = fattore sicurezza (consigliato progettazione e realizzazione fisica del
e il diametro della zona di uscita: => 5) nostro motore.

WWW.MISSILISTICA.IT
Gli autori della rubrica "Missilistica amatoriale" hanno fondato un sito internet per la divulgazione delle tecno-
logie sulla missilistica amatoriale, l'indirizzo è: www.missilistica.it
La Federazione Missilistica Europea (FME) è un'associazione senza scopo di lucro ed è nata per offrire un punto
di riferimento agli sperimentatori dilettanti nella costruzione di razzi, per lo scambio di esperienze e per dar
vita a programmi ambiziosi quali il
"Progetto Stratosfera", un vettore disegna-
to per raggiungere il limite della stratosfera
con a bordo un sofisticato payload di radio-
telemetria, camere video, sensori di vario
genere e un innovativo sistema di rientro
con vela alare guidata dal GPS.
Lo sviluppo sta procedendo ed i primi pro-
totipi in scala ridotta sono già stati lanciati
mentre un propulsore ibrido di grande
potenza (25KNs) è in fase di costruzione.
Gli interessati possono aderire al progetto
inviando un loro curriculum a:
info@missilistica.it

76 TECNOLOGIE SPERIMENTALI
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TUTORIAL

VITAMINA
nona parte C
di Sergio Tanzilli
s.tanzilli@farelettronica.com

Riprendiamo questo mese ad occuparci di teoria prendendo in esame le diverse


caratteristiche di base del linguaggio C. Per chi non avesse letto le parti precedenti
ricordiamo che per effettuare le prove di compilazione abbiamo usato l'ambiente di
sviluppo C/C++ BloodShed Dev C++ scaricabile gratuitamente dal sito
http://www.bloodshed.net.

GLI ARRAY printf ("R%d=%d\n",i,R[i]);


Gli array sono degli elenchi di variabili accessibili trami- }
te uno o più indici. Se ad esempio dobbiamo memoriz- }
zare e scrivere a video l'elenco dei valori delle resistenze
in un circuito possiamo scrivere: Nella definizione:
int R[5] = {10,4700,1000,1500,470};
main() { il numero tra parentesi tonde indica il numero di ele-
int R1 = 10; menti contenibili nell'array. I numero elencati nelle
int R2 = 4700; parentesi graffe sono i valori iniziali assegnati all'array.
int R3 = 1000; È possibile referenziare ogni singolo valore nell'array tra-
int R4 = 1500; mite un indice indicato tra parentesi quadre.
int R5 = 470; printf ("R2=%d\n",R[2]);

printf ("R1=%d\n",R1); Il conteggio degli elementi di un array parte da 0.


printf ("R2=%d\n",R2); Gli array possono essere create con qualsiasi tipo di varia-
printf ("R3=%d\n",R3); bile ed essere a più dimensioni.
printf ("R4=%d\n",R4); Vediamo un esempio di array a due dimensioni in cui è
printf ("R5=%d\n",R5); possibile memorizzare per ogni valore di resistenza anche
} un valore di tolleranza:

Risultato: main() {
int i;
R1=10 int R[5][2] = {
R2=4700 {10,5},
R3=1000 {4700,10},
R4=1500 {1000,5},
R5=470 {1500,1},
{470,1}
Oppure, più semplicemente: };
for (i=0;i<5;i++) {
main() { printf ("R%d Valore = %d
int i; Tolleranza=%d\n",i,R[i][0],R[i][1]);
int R[5] = {10,4700,1000,1500,470}; }
for (i=0;i<5;i++) { }

78 TUTORIAL
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TUTORIAL

In questo caso: utilizzati per funzioni particolari che vedremo di seguito.


int R[5][2];
definisce un array di cinque elementi composti a loro In figura 2 viene riportato il cosiddetto codice ASCII
volta da altri due elementi. esteso, introdotto da IBM con l'invenzione del Personal
Computer del 1981, in cui vengono rappresentati i
LE STRINGHE caratteri di alcuni alfabeti diversi da quello inglese ed
Le stringhe sono degli array di variabili di tipo char in cui alcuni caratteri semigrafici. Tra questi caratteri troviamo
è possibile memorizzare delle parole di testo. La memo- anche i caratteri accentati dell'alfabeto italiano.
rizzazione di testi nella memoria del computer avviene, Per definire una stringa in C si fa cosi:
indipendentemente dal linguaggio utilizzato, tramite il
codice ASCII. main() {
char a[20]="Ciao a tutti";
Il codice ASCII (in inglese si pronuncerebbe "aschi" ma }
in Italia si rischia di non essere capiti anche dagli
addetti ai lavori per cui "asci" va benissimo) è una Semplice no? Le stringhe, infatti, insieme ai puntatori
tabella di codifica ideata nel "lontano" 1963 rappresentano forse uno dei concetti più ostici per il
dall'American Standard Computer Information neoprogrammatore C ed un vero enigma per chi ha
Interchange per rappresentare, nella memoria dei imparato ad usare prima altri linguaggi, ad esclusione
computer, le lettere dell'alfabeto. Ad ogni lettera maiu- ovviamente per chi arriva dall'assembler. Vediamo quin-
scola e minuscola, cifra decimale e segno di interpun- di di procedere con i passi giusti.
zione il codice ASCII assegna un valore numerico pre- Vediamo per prima cosa come si fa a visualizzare una
stabilito adatto ad essere memorizzato all'interno di un variabile stringa:
singolo byte.
In figura 1 viene riportata l'intera tabella ASCII con le main() {
corrispondenze tra i caratteri ed i relativi valori nume- char a[20]="Ciao a tutti";
rici in formato decimale ed esadecimale.
Oltre ai caratteri alfanumerici, nella tabella ASCII trovano printf("a=%s\n",a);
posto anche alcuni codici di controllo (valori da 0 a 31) }

Figura 1: Codice ASCII Figura 2: Codice ASCII esteso

TUTORIAL 79
TANZILLI-impaginato 30-04-2004 19:56 Pagina 80

TUTORIAL

Vediamo quindi come viene memorizzato in memoria la il C non determina la lunghezza di una stringa dalla
stringa con il seguente programma: memoria ad essa riservata ma dalla posizione del suo ter-
minatore.
main() { La definizione:
int i; char a[20]="Ciao a tutti";
char a[20]="Ciao a tutti"; riserva 20 byte in memoria per l'array a[] quindi scrive in
esso il testo "Ciao a tutti" memorizzando automatica-
printf("a=%s\n",a); mente uno zero alla fine di esso. Di questi 20 byte quin-
printf("a occuppa in memoria %d di, solo 19 possono essere effettivamente utilizzati dal
byte\n",sizeof(a)); testo. Un byte deve essere sempre riservato per il termi-
natore.
for (i=0;i<sizeof(a);i++) { L'istruzione:
printf("a[%d]=%d\n",i,a[i]); printf("a=%s\n",a);
} visualizza, grazie al parametro di formattazione %s, la
} stringa fino ad incontrare il primo terminatore.
Il loop:
Il risultato che otterremo è il seguente: for (i=0;i<sizeof(a);i++) {
printf("a[%d]=%d\n",i,a[i]);
a=Ciao a tutti }
a occuppa in memoria 20 byte visualizza ogni singolo elemento dell'array a[] in forma
a[0]= 67 numerica per cui:
a[1]= 105 a[0]=67
a[2]= 97
a[3]= 111 corrisponde al primo carattere della stringa in cui è con-
a[4]= 32 tenuto il carattere “C”.
a[5]= 97 Possiamo cambiare leggermente il programma in questa
a[6]= 32 forma:
a[7]= 116
a[8]= 117 main() {
a[9]= 116 int i;
a[10]= 116 char a[20]="Ciao a tutti";
a[11]= 105
a[12]= 0 printf("a=%s\n",a);
a[13]= 0 printf("a occuppa in memoria %d
a[14]= 0 byte\n",sizeof(a));
a[15]= 0
a[16]= 0 for (i=0;i<sizeof(a);i++) {
a[17]= 0 printf("a[%2d] = %3d %02X
a[18]= 0 %c\n",i,a[i],a[i],a[i]);
a[19]= 0 }
}
Per memorizzare una stringa occorre definire un array di
variabili di tipo char di lunghezza sufficiente a contene- Per ottenere una corrispondenza tra il contenuto in
re il testo. Nel conteggio dei caratteri necessari dobbia- memoria ed i relativi carattatteri alfaberici memorizzati:
mo tener conto anche degli spazi, di eventuali segni di
interpunzione o caratteri di controllo. Alla lunghezza che a=Ciao a tutti
desideriamo riservare alle stringhe dobbiamo sempre a occuppa in memoria 20 byte
aggiungere almeno un carattere in più per memorizzare a[ 0] = 67 43 C
il terminatore. a[ 1] = 105 69 i
a[ 2] = 97 61 a
Il terminatore è il codice 0 (NUL) utilizzato in C per a[ 3] = 111 6F o
determinare la fine di una stringa in memoria. In pratica a[ 4] = 32 20

80 TUTORIAL
TANZILLI-impaginato 30-04-2004 19:56 Pagina 81

TUTORIAL

a[ 5] = 97 61 a vedremo come sia la strlen(a) che la printf("%s\n",a)


a[ 6] = 32 20 considereranno la stringa a più corta.
a[ 7] = 116 74 t
a[ 8] = 117 75 u main() {
a[ 9] = 116 74 t int i;
a[10] =116 74 t char a[20]="Ciao a tutti";
a[11] =105 69 i
a[12] = 0 00 a[4]=0;
a[13] = 0 00
a[14] = 0 00 printf("a=%s\n",a);
a[15] = 0 00 printf("a occuppa in memoria %d
a[16] = 0 00 byte\n",sizeof(a));
a[17] = 0 00
a[18] = 0 00 for (i=0;i<strlen(a);i++) {
a[19] = 0 00 printf("a[%2d] = %3d %02X
%c\n",i,a[i],a[i],a[i]);
In linea generale è buona norma allocare con un po’ }
di abbondanza gli array che devono contenere le }
stringhe in modo da evitare di utilizzare memoria
non allocata e provocare condizioni di buffer over- Il risultato è il seguente:
run. Il buffer overrun, ovvero l'uso di memoria non
allocata, è una delle maggiori cause di errore di fun- a=Ciao
zionamento dei programmi in C. Nei “vecchi” siste- a occuppa in memoria 20 byte
mi operativi Windows 95/98 era spesso causa di a[ 0] = 67 43 C
blocchi di sistema, mentre nei sistemi più attuali a[ 1] = 105 69 i
(Linux, Windows XP, ecc.) sempre più connessi ad a[ 2] = 97 61 a
Internet è uno dei veicoli più usati dagli hacker per a[ 3] = 111 6F o
violare i server di rete o i normali software di naviga-
zione in Internet. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, per asse-
Se al posto della funzione sizeof(a) usiamo la funzio- gnare un testo ad una stringa non è possibile usare que-
ne strlen(a) otterremo la stampa dei soli caratteri sta forma semplificata:
appartenenti alla stringa: char a[20]="Ciao a tutti";
nel corpo del programma. Questa sintassi è accettata
main() { dal C solo in fase di definizione dell'array ma se usata in
int i; un qualsiasi altro punto del programma genera un erro-
char a[20]="Ciao a tutti"; re di sintassi.

printf("a=%s\n",a); Per poter inserire dinamicamente un valore in una strin-


printf("a occuppa in memoria %d ga occorre usare la funzione strcpy() nella seguente
byte\n",sizeof(a)); forma:
strcpy(stringa destinazione,
for (i=0;i<strlen(a);i++) { stringa sorgente);
printf("a[%2d] = %3d %02X
%c\n",i,a[i],a[i],a[i]); Ad esempio:
}
} main() {
char a[20]="Ciao a tutti";
La funzione strlen(a), così come la printf("%s\n",a) uti-
lizzano il terminatore per determinare la fine della strin- printf("a=%s\n",a);
ga. Se proviamo ad inserire nel programma la seguente strcpy(a,"Come state ?");
istruzione: printf("a=%s\n",a);
a[4]=0; }

TUTORIAL 81
TANZILLI-impaginato 30-04-2004 19:56 Pagina 82

TUTORIAL

Risultato: eta=40
c= Nome:Sergio Eta:40
a=Ciao a tutti
a=Come state? LE STRUTTURE
Le strutture sono degli insiemi di variabili che possono
Ancora più versatile è l'uso della funzione sprintf(). La essere trattate come entità uniche. Per chi ha dimesti-
sprintf() è una versione della prinft() pensata per gene- chezza con i database le strutture sono paragonabili ai
rare una stringa formattata all'interno di un'altra stringa record che contengono al loro interno i singoli campi.
invece che su video. Questo consente di fare molte cose
interessanti: Riprendiamo l'esempio fatto nella sezione dedicata agli
array. Ipotizziamo di avere la necessità di memorizzare
main() { un elenco di resistenze presenti all'interno di un circuito.
char a[20]="Ciao a tutti"; Per ogni resistenza abbiamo un valore che possiamo
char b[20]="io sono Sergio"; indicare con la variabile intera:
char c[100]; int ohm;
Un valore di tolleranza:
printf("a=%s\n",a); int tolleranza;
printf("b=%s\n",b); Un valore di potenza:
float potenza;
sprintf(c,"c=%s %s",a,b); Per la potenza usiamo una variabile di tipo float in quan-
printf("%s\n",c); to in grado di memorizzare anche numeri decimali.
} Potremmo aggiungere anche una campo stringa in cui
memorizzare una eventuale descrizione:
Con l'istruzione: char descrizione[50];
sprintf(c,"%s %s",a,b); Possiamo raggruppare ora queste variabili all'interno di
abbiamo unito la stringa a alla stringa b mettendo un una struttura in modo da poterle trattare come un unico
spazio in mezzo e copiando il risultato nella stringa c. oggetto:
Il risultato è il seguente:
struct resistenza {
a=Ciao a tutti int ohm;
b=io sono Sergio int tolleranza;
c=Ciao a tutti io sono Sergio float potenza;
char descrizione[50];
La sprintf() funziona a tutti gli effetti come la printf() per };
cui possiamo inserire in una stringa anche valori nume-
rici formattati e testo statico: Il nome "resistenza" indicato dopo "struct" ci permetterà
di identificare la tipologia di struttura all'interno del pro-
main() { gramma. Ora possiamo creare un array di strutture di
char nome[20]="Sergio"; tipo "resistenza" in cui poter memorizzare i nostri valori:
int eta=40; struct resistenza R[5];
char c[100]; crea un archivio di cinque strutture di tipo "resistenza".
Vediamo un esempio completo:
printf("nome=%s\n",nome);
printf("eta=%d\n",eta); main() {
int i;
sprintf(c,"c= Nome:%s Eta:%d",nome,eta);
printf("%s\n",c); struct resistenza {
} int ohm;
int tolleranza;
Risultato: float potenza;
char descrizione[50];
nome=Sergio };

82 TUTORIAL
TANZILLI-impaginato 30-04-2004 19:56 Pagina 83

TUTORIAL

R2 (Resistenza a strato)
struct resistenza R[5] = { Valore = 1500
{ 100 , 5, 0.50,"Resistenza a Tolleranza = 5
filamento" }, Potenza = 0.25
{ 4700,10, 0.25,"Resistenza a R3 (Resistenza a strato)
strato" }, Valore = 1000
{ 1500, 5, 0.25,"Resistenza a Tolleranza = 5
strato" }, Potenza = 0.25
{ 1000, 5, 0.25,"Resistenza a R4 (Resistenza di precisione)
strato" }, Valore = 150
{ 150 , 1, 1.00,"Resistenza di Tolleranza = 1
precisione" }, Potenza = 1.00
};
Le variabili all'interno della struttura possono essere refe-
for (i=0;i<5;i++) { renziate specificando il nome della variabile struttura
printf("R%d (%s)\n",i,R[i]. seguito da un punto e quindi dal nome dell'elemento
descrizione); contenuto nella struttura.
printf(" Valore = %d\n",R[i].ohm); Ad esempio:
printf(" Tolleranza = %d\n",R[i].tolleranza); strcpy(R[0].descrizione,"Trimmer");
printf(" Potenza = %.2f\n",R[i].potenza); cambia la descrizione associata ad R0.
}
} CONCLUSIONI
Il mese prossimo torneremo ad occuparci di pratica
Il risultato è il seguente: prendendo in esame l'ambiente di sviluppo Dynamic C
per i microprocessori Rabbit 3000, con i quali e possibi-
R0 (Resistenza a filamento) le realizzare apparati elettronici dotati di porta Ethernet
Valore = 100 e capacità di gestione dei protocolli TCP/IP.
Tolleranza = 5 Vedremo come realizzare un dispositivo compatibile con
Potenza = 0.50 Internet in grado di essere telecontrollato a distanza tra-
R1 (Resistenza a strato) mite un normale browser web.
Valore = 4700
Tolleranza = 10
Potenza = 0.25

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TUTORIAL 83
PRIA-impainato 29-04-2004 12:09 Pagina 84

MHz

CINQUANT'ANNI DI
TELEVISIONE IN ITALIA
di Carlo Pria
c.pria@farelettronica.com

Cinquanta anni fa, il 3 gennaio


del 1954, la Rai dava l'avvio ufficiale
alle trasmissioni di televisione sul
territorio italiano.
Per la verità la televisione non era in
Italia una novità assoluta perché le
prime trasmissioni sperimentali
risalivano agli anni precedenti lo
scoppio della seconda guerra mondiale,
e la sua introduzione ufficiale era
prevista per il 1942 in concomitanza
con quella che doveva essere
l'Esposizione Universale di Roma,
la famosa EUR.
L'avvio delle ostilità portò alla
sospensione di quel programma,e le
trasmissioni sperimentali non furono
riprese fino al 1948.
In quell'anno furono costruiti i centri di RICEVITORE PER TELEVISIONE RADIOMARELLI
Anno di costruzione 1937/38
Milano,Torino e Roma dai quali avvenne Cinescopio da 9"
Produzione italiana
poi l'avvio ufficiale delle trasmissioni. Standard 440 linee
Per ricordare questo evento l' AIRE ha
Questo apparecchio appartiene alla serie costruita
organizzato una mostra di ricevitori prima della guerra in vista dell'introduzione delle tra-
televisivi dell'epoca in occasione smissioni ufficiali di televisione, previste per il 1942,
in occasione della esposizione universale di Roma. Il
dell'ultimo Radiant che si è tenuto a programma fu poi sospeso al momento dello scop-
pio della guerra in Europa. In Italia gli esperimenti di
Novegro il 24/25 gennaio 2004. televisione furono ripresi nel 1948 con standard
Di questa esposizione diamo ai nostri diversi da quelli precedenti e questi apparecchi fini-
rono tristemente fra i rottami.
lettori una panoramica fotografica.

84 MHz
PRIA-impainato 29-04-2004 12:09 Pagina 85

MHz

RICEVITORE SPERIMENTALE RADIOMARELLI


Anni 1948/52 RICEVITORE SPERIMENTALE
Anni 1948/54
Cinescopio da 9”
Cinescopio da 9”
Produzione italiana
Produzione italiana
Standard europeo a 625 linee
Standard europeo a 625 linee
Questo apparecchio è stato ottenuto per trasforma-
Questo ricevitore è .stato utilizzato dalla RAI nel
zione di un ricevitore d’anteguerra per uso di labo-
corso degli esperimenti di trasmissione.
ratorio prove.

RICEVITORE COMMERCIALE PHILIPS RICEVITORE COMMERCIALE EFFEDIBI


Anni 1949/52 Anni 1940/52
Cinescopio da 14” Cinescopio da 9”
Produzione italiana su progetto olandese Produzione italiana
Standard europeo a 625 linee con intercarrier Standard europeo a 625 linee

Questo modello è in assoluto uno dei primi ricevito- Questo è uno dei primi ricevitori commerciali di pro-
ri prodotti in serie per il mercato civile. duzione interamente italiana.

RICEVITORE SIMPLEX
Anni 1952/54
Cinescopio da 14”
Produzione italiana
Standard europeo a 625 linee

MHz 85
PRIA-impainato 29-04-2004 12:09 Pagina 86

MHz

RICEVITORE WESTINGHOUSE MOD. E5


RICEVITORE AUTOVOX MOD. TM801 STRATOVISION
Anni 1957/58 Anni 1954/56
Cinescopio da 17” Cinescopio da 17”
Produzione italiana Produzione americana ma probabilmente montato
Standard europeo a 625 linee con intercarrier in Italia con parti d’importazione
Standard europeo a 625 linee

RICEVITORE PHONOLA MOD. 1718 DETTO


“IL MARZIANO”
RICEVITORE ANSALDO LORENZ MOD. 54/27 Anni 1956/59
Anni 1953/56 circa Cinescopio da 17”
Cinescopio da 27” Produzione italiana su progetto olandese
Produzione italiana Standard europeo a 625 linee con intercarrier
Standard europeo a 625 linee
Questo modello è il primo esempio di “design” nel
settore dei ricevitori per televisione.

TELEPROIETTORE PRESTEL
Anni 1949/52
Produzione italiana
Standard europeo a 625 linee

Questo tipo di ricevitore era utilizzato in locali pubbli-


ci ove era necessario rendere l’immagine visibile al
maggior numero possibile di spettatori.
Questi apparecchi ebbero la loro massima diffusione
nell’epoca della trasmissione “Lascia o raddoppia”.

86 MHz
PRIA-impainato 29-04-2004 12:09 Pagina 87

MHz

RICEVITORE ZEUS MOD. 1021 RICEVITORE RADIOMARELLI MOD. RV99


Anni 1954/55 Anni 1953/55
Cinescopio da 21” Cinescopio da 17”
Produzione italiana Produzione italiana
Standard europeo a 625 linee Standard europeo a 625 linee

RICEVITORE RADIOMARELLI MOD. RV123


RICEVITORE IRRADIO MOD. 17T41
ULTRAVISION
Anni 1954/56
Anni 1957/58
Cinescopio da 17”
Cinescopio da 21”
Produzione italiana
Produzione italiana
Standard europeo a 625 linee
Standard europeo a 625 linee

RICEVITORE ANSALDO LORENZ MOD. 5421


Anni 1954/56 circa
Cinescopio da 21”
Produzione italiana
Standard europeo a 625 linee

MHz 87
FIERE-impaginato 29-04-2004 11:49 Pagina 88

Le fiere e mostre mercato


di Giugno
5-6 Giugno 2004
2004
28a RADIANT
La Mostra RADIANT è nata nel 1991. Inizialmente la Manifestazione era soprat-
tutto rivolta al settore radiantistico con una componente dedicata alle radio
d’epoca. Fin dalla prima edizione ha goduto del patrocinio dell’A.R.I.,
Associazione Radioamatori Italiani, diventando presto la più importante Mostra
Mercato nazionale in questo campo. A livello espositivo sono centinaia gli operatori che si sono avvicendati negli stand
di Novegro costituendo un punto di grande attrazione per migliaia di appassionati, provenienti da varie regioni del
nostro Paese e anche dall’estero accanto alla prestigiosa partecipazione di importanti Enti Pubblici come la Provincia di
Milano, sempre presente con le sue postazioni mobili del Servizio di Protezione Civile. In un’animata carrellata tra pas-
sato e futuro, la Rassegna si è venuta a configurare in tre speciali settori: MOSTRA-MERCATO (apparati e componen-
ti per telecomunicazioni, Internet e ricetrasmissioni di terra e satellitari, antenne, elettronica, computer, console, video-
giochi, telefonia statica e cellulare, editoria specializzata) - BORSA-SCAMBIO (di surplus radioamatoriale, telefonia, val-
vole, strumentazioni elettroniche, videogiochi) - RADIOANTIQUARIATO EXPO (radio d’epoca).
Attualmente RADIANT, che si sviluppa su una superficie espositiva di 10.000 mq., conta più di 160 espositori ed oltre
12.000 visitatori.

LUOGO: Parco Esposizioni - Novero (MI) INGRESSO: n.d.


ORARI: dalle 9.00 alle 18.00
ORGANIZZATORE: COMIS Lombardia
(Tel 02.7562711 - Fax 02.70208352)

12-13 Giugno 2004


COMPUTERFEST & RADIOAMATORE IN SARDEGNA
Un progetto ambizioso, in una regione da sempre esclusa per colpa dei costi e
della lontananza da tutti i calendari nazionali delle fiere del radioamatore. Con
l'appoggio di oltre 60 espositori che spaziano dai settori del radiantismo, del-
l'elettronica, dell'informatica, della ricezione satellitare all'editoria specializzata, stiamo cercando di creare un evento d’im-
portanza regionale che diventi un vero e proprio momento d’incontro e confronto tra i numerosi appassionati di questi
settori. D’anno in anno dalle date del 12 e 13 giugno 2004 vi aspetteremo nel quartiere fieristico di Cagliari.

LUOGO: Quartiere Fieristico - Cagliari (www.compendiofiere.it - Tel. 337676719)


ORARI: dalle 9.00 alle 20.00 INGRESSO: Intero € 5,00 - Ridotto € 3,00
ORGANIZZATORE: Fiera Internazionale della Sardegna
& Compendio Fiere S.r.l.

19-20 Giugno 2004


13a MOSTRA MERCATO NAZIONALE DEL RADIOAMATORE E DELLE COMUNICAZIONI
LUOGO: Palasport - Roseto degli Abruzzi (TE) INGRESSO: Gratuito
ORARI: dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00
ORGANIZZATORE: A.R.I. sezione di Roseto
(Tel 329.8045445)
A LCUNE DELLE DATE INDICATE POTREBBERO SUBIRE VARIAZIONI
FIERE-impaginato 29-04-2004 11:49 Pagina 89

25/27 Giugno 2004


HAM RADIO
HAM RADIO, la fiera del settore numero uno in Europa, si compone di circa 300 espositori pro-
venienti sa 35 diverse nazioni, i quali esporranno una completa gamma di prodotti per radio ama-
tori. Ogni anno approssimativamente 20.000 visitatori partecipano a questo evento.

LUOGO: Neue Messe - Friedrichshafen (Germania) ORGANIZZATORE: Messe Friedrichshafen GmbH


ORARI: dalle 9.00 alle 18.00 (Ve/Sa) (www.messe-Friedrichshafen.de
dalle 9.00 alle 15.00 (Do) Tel ++49.7541/708-0)
INGRESSO: € 7.00

AL VIA UNA NUOVA ASSOCIAZIONE TRA ESPOSITORI


È nata l’esigenza tra un vasto numero di espositori, di associarsi tra loro al fine di sopperire ad alcune gros-
se lacune evidenziate dal modo di lavorare di qualche organizzatore.
Pur volendo instaurare delle regole comuni, democraticamente stabilite e utili a migliorare le singole atti-
vità, l’associazione non vuole né limitare le scelte operative dell’associato né tanto meno condizionarlo nel
prendere decisioni piuttosto che altre. Lo scopo ispiratore del progetto è di creare una vera e propria
immagine istituzionale gestita dagli espositori stessi che possa con il tempo essere una garanzia qualitati-
va e quantitativa per il visitatore che sempre più spesso, e le riviste specializzate lo testimoniano, manife-
sta la propria insoddisfazione, trovando fiere sempre più care e meno assortite. Ricercare quindi esplicite
garanzie da tutti gli organizzatori sia Nazionali sia Locali non vuol essere né una prevaricazione del loro
operato né tanto meno un’imposizione ma una vera e propria tutela nei confronti del pubblico, necessaria secondo l’associazione
stessa, al corretto e proficuo proseguimento dell’attività professionale di ogni singolo associato.

Espositori Professionisti Organizzazioni Commerciali Associati


Scopo dell’associazione
L’associazione s’ispira alla logica della solidarietà, della socialità e della reciproca responsabilizzazione e nasce con lo scopo di tute-
lare gli interessi sociali, morali ed economici dei soggetti imprenditoriali che operano nel settore fieristico sia come espositori sia
come operatori. L'associazione non ha alcuno scopo di lucro. Gli obiettivi che l'Associazione intende perseguire sono sinteticamen-
te sotto descritti.

Principali obiettivi:
a) Promuovere, sostenere e valorizzare le iniziative e le attività fieristiche.
b) Promuovere la costituzione di società di servizi, anche in forma consortile, tra i propri associati.
c) Istituire un calendario nazionale di eventi approvati dall’associazione, dove gli stessi rispettino criteri omogenei di organizzazione
e costi, al fine di evitare sovrapposizioni di date o periodi di inattività.
d) Creare un sodalizio omogeneo tra espositori, al fine di promuovere sia qualitativamente sia quantitativamente la presenza degli
stessi negli appuntamenti curati dagli organizzatori sensibili ai progetti dell’associazione.
e) Promuovere e tutelare gli interessi morali, sociali ed economici degli associati stessi nei confronti di qualsiasi organismo, sia pub-
blico sia privato.
f) Favorire le relazioni tra gli associati per lo studio e la risoluzione dei problemi di comune interesse e, in caso di contrasto, effettua-
re azione conciliativa tra gli stessi e le parti associative di pertinenza.
g) Prestare agli associati, tanto sul piano generale, quanto su quello specifico delle singole aziende, assistenza e consulenza in mate-
ria di contratti di lavoro; assistenza in materia tecnico-legale, tecnico fiscale, tecnico-amministrativa e contabile, tecnico-finanzia-
ria, nonché servizi di informazione e formazione su tutte le materie di interesse specifico per gli espositori.
h) Creare un fondo assistenziale o assicurativo, anche con convenzioni presso terzi, al fine di garantire sostegno economico o reddi-
to alternativo agli associati in difficoltà temporanea o permanente.

L'Associazione intende inoltre valutare la possibilità di inserire, negli obbiettivi da perseguire, tutti i suggerimenti dei nuovi associati.

Per ulteriori informazioni contattare:


Associazione Epoca
Via Sereni, 12 - 51018 Pieve a Fievole (PT)
Tel/Fax 0572.950368.
RICCI3-impaginato 30-04-2004 19:57 Pagina 90

TECNOLOGIE SPERIMENTALI

SPIRIT, UNA MISSIONE, UN ROBOT


ESPLORARE,
COMUNICARE,
terza parte STUPIRE.
di Riccardo Ricci
r.ricci@farelettronica.com

I “ragazzi” di Marte si stanno comportando meglio del previsto. Risolti i piccoli grandi
problemi iniziali i due rover lavorano senza sosta e fanno gli straordinari. E vista
l’importanza delle scoperte compiute, la Nasa ha deciso prolungare la durata delle
due missioni nonostante Spirit e Opportunity siano ormai prossimi ai limiti fisici che
presto li obbligheranno al silenzio. Intanto, dall’alto, le sonde orbitanti osservano...

Spirit e Opportunity sono stati con- re efficienza dei pannelli solari e 15 milioni di dollari, i rover si
cepiti per portare a termine le loro degli accumulatori, oggetto di natu- potrebbero esaurire in qualsiasi
missioni scientifiche in circa 90 gior- rale decadimento. momento. È poi da considerare che
ni, un periodo di attività relativa- La Nasa è consapevole che non- la mole di lavoro a cui sono stati sot-
mente breve dovuto in gran parte ostante la decisione di prosegui- toposti i rover è stata, ad oggi, supe-
alle condizioni ambientali presenti mento e lo stanziamento di ulteriori riore a quanto previsto e che questo
su Marte. Dopo aver perso diverso
tempo in modo imprevisto all’inizio
della missione, tutti i problemi si
sono risolti ed entrambi i rover
hanno iniziato la loro straordinaria
avventura esplorativa. Nel corso dei
giorni le scoperte si sono susseguite
e le informazioni inviate hanno con-
fermato ipotesi e aperto, oltre ogni
aspettativa, nuovi importanti scena-
ri scientifici. Per questo motivo, la
Nasa ha deciso di prolungare la mis-
sione di altri 5 mesi e di sfruttare
ogni ulteriore minuto di vita dei due
instancabili rover. Come abbiamo
già visto nelle puntate precedenti, il
sostentamento energetico delle
sonde robotizzate viene meno con il
trascorrere di ogni giorno, minaccia-
to dall’allontanamento del Pianeta Foto 1: Grazie al raggiungimento di risultati inaspettati la Nasa ha prorogato di altri 5 mesi la missione su
Marte nella speranza che i rover riescano a rimanere ancora attivi e inviare ulteriori preziose informazioni.
Rosso dal Sole e dalla sempre mino-

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TECNOLOGIE SPERIMENTALI

affaticamento potrebbe contribuire riate competenze. Come nelle inda- vato un certo tipo di raro idrato
negativamente per il proseguimen- gini della polizia scientifica, nei thril- (jarosite) la cui presenza su Marte
to delle missioni. ler mozzafiato, il più piccolo indizio era stata solo teorizzata 10 anni fa in
In ogni caso la Nasa è fiduciosa ed è diventa il tassello che permette di uno studio condotto sulle probabili-
convinta che gli ulteriori fondi stan- capire con precisione come si sono tà chimiche dei minerali di Marte...
ziati ben ripagheranno gli 800 milio- svolti i fatti e chi ne è coinvolto. Ed
ni di dollari già spesi per Spirit e il è altrettanto spaventoso vedere, Nel crescente entusiasmo generale,
suo gemello. giorno dopo giorno, che le ipotesi l’esperienza acquisita nei movimenti
fatte in una scena del crimine sul suolo di Marte e la necessità di
Grazie al lavoro finora compiuto distante milioni di Km sono sempre massimizzare i tempi di lavoro
sono stati appresi quasi tutti gli ele- confermate da successive misurazio- prima dell’inevitabile esaurimento
menti di un complesso puzzle geo- ni e rilevazioni strumentali. Ogni dei rover, ha portato a rivedere i
logico e chimico che sta conferman- giorno arriva una nuova conferma, software che controllano gli sposta-
do, passo dopo passo, uno scenario ogni giorno si fanno nuove ipotesi e menti. Abbiamo già visto in prece-
passato nel quale tutte le condizioni si acquisiscono nuove certezze. denza che è possibile intervenire via
erano idonee e favorevoli allo svilup- radio sul software installato a bordo
po della vita. Ancora un ultimo Il dettaglio più piccolo, in questo dei computer di ciascun rover.
passo e forse arriverà anche il tassel- caso, nasce anche dall’osservazione Ebbene, vista la fretta, i tecnici
lo decisivo con la prova inconfutabi- e dall’analisi di ogni singolo pixel hanno deciso di inviare una nuova
le: una forma di vita extraterrestre. E delle immagini inviate dai rover. Ad versione del software di controllo
se questa si troverà, la più grande esempio, dal numero di pixel di del terreno e degli ostacoli circo-
scoperta nella storia dell’umanità altezza che dovrebbe avere un certo stanti per ridurre la frequenza delle
verrà compiuta da una macchina...! cratere situato in lontananza, visto osservazioni e i conseguenti tempi
Interessante, no ? E chissà, magari in dalla posizione in cui si trova il rover, di mappatura tridimensionale.
futuro, a fianco dei ritratti dei gran- si capisce se tutti i dati precedente- Nonostante Spirit si trovi in una
di esploratori storici si affiancherà mente raccolti coincidono con la zona molto rocciosa i rover potran-
anche quella di un robot a 6 ruote posizione, la direzione e la distanza no percorrere autonomamente,
con un lungo collo. calcolata. Si capisce inoltre com’è ogni giorno, una distanza maggiore
l’atmosfera marziana in quel rispetto a quella inizialmente previ-
Mentre i rover-robot fanno il loro momento analizzandone la traspa- sta e riusciranno quindi a raggiun-
dovere su Marte, qui sulla Terra c’è renza in base al contrasto con cui si gere più rapidamente le loro nuove
chi sostiene ritmi un po’ anomali per vede il cratere e considerando l’ora destinazioni. Tuttavia, diminuendo
adattare la propria vita a quella dei del giorno, la posizione del Sole e il la frequenza dei controlli sulla sicu-
giorni del Pianeta Rosso anziché a confronto con i dati precedenti. rezza del terreno aumentano i rischi
quella tradizionale che coincide con Con soli 20 pixel si acquisiscono così e i potenziali pericoli.
il nostro sorgere del Sole. Stiamo tante informazioni che per quanto
parlando dei team che dal centro di nel nostro mondo servano a ben Oltre a rendere più veloci i rover, il
controllo organizzano e supervisio- poco, diventano fondamentali per la nuovo software supera anche alcune
nano tutte le operazioni e i dati riuscita e la sopravvivenza di una difficoltà riscontrate con il precedente
inviati dai rover. Dopo i terribili gior- missione dove nulla può essere controllo autonomo dei movimenti,
ni di fuoco che hanno tenuto le mis- lasciato al caso. più volte andato in “stallo” di fronte
sioni in balia di un errore di gestione Dal punto di vista scientifico i dati alla percezione di situazioni di rischio
dei files (vedere precedenti puntate) raccolti dagli strumenti diventano dalle quali non riusciva ad uscire. Il
ora si è concentrati prevalentemen- poi sempre più complessi e proprio nuovo programma provvede ad ela-
te sulla pianificazione delle attività e per questo risultano essere ancora borare in ogni caso percorsi e vie di
sull’analisi delle informazioni inviate più affascinanti. Le proprietà rilevate fuga alternative per superare gli osta-
da Marte. È spaventoso, per i non sul suolo e sulle rocce forniscono coli imprevisti o quelle particolari con-
addetti ai lavori, vedere come da un dati che mai si sarebbe sperato di dizioni che in precedenza bloccavano
insignificante dettaglio si possano ottenere. Anche qui si parla di la marcia del rover. Il nuovo software
fare ipotesi concrete e compiere microrilevazioni che consentono di è stato poi ulteriormente affinato per
scelte precise concatenando ragio- azzardare nuove ipotesi e aprire gestire i files e la memoria in modo
namenti appartenenti alle più sva- nuove strade. È stato addirittura tro- ancora più efficace.

TECNOLOGIE SPERIMENTALI 91
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TECNOLOGIE SPERIMENTALI

vano il collegamento già alla fine


degli anni ’50 con le prime sonde
Pioneer. Il canale di ricezione era
unico ed era quindi possibile segui-
re una sola comunicazione alla
volta. C’è da dire che, in ogni caso,
la velocità di trasmissione era
comunque proporzionale alla sem-
plicità e alla quantità di dati inviati
dalle sonde.

Oggi il DSN è un potentissimo


sistema multicanale, superveloce e
Foto 2: Ecco i due angeli custodi che osservano i rover e offrono un indispensabile appoggio nelle comunicazioni
con la Terra. Il Mars Express (a destra) ha portato sul Pianeta Rosso un campione di vernice del famoso flessibile che può gestire contem-
“rosso Ferrari” conservandolo in una speciale ampolla poraneamente tante diverse forme
di comunicazione in tutte le dire-
Lo scambio bidirezionale di dati tra te tutte le comunicazioni tra la Terra zioni. Le antenne principali sono
i rover e la Terra avviene via radio e le diverse sonde attive (circa 28) strategicamente piazzate sul piane-
sia in modo diretto che attraverso i sparse per il Sistema Solare. ta a 120° l’una dall’altra per offrire
satelliti-sonda posizionati nell’orbi- Le antenne utilizzate dal DSN sono con sole 3 postazioni di base la
ta di Marte, (Mars Global Surveyor e classiche parabole inizialmente totale copertura dello spazio: il
Mars Express) ai quali è affidato costruite con diametri di 26 metri; deserto della California, la Spagna
anche l’importante compito di fun- nel corso degli anni, si sono affian- e l’Australia sono i punti equidi-
zionare da ponti radio, come cate le successive 34 metri, le 64 e stanti tra loro nei quali sono instal-
abbiamo già avuto modo di vedere le attuali 70 metri. In oltre 40 anni lati le antenne del DSN. Ogni com-
nella scorsa puntata. Le antenne di di attività sono cambiate molte plesso ospita almeno 2 antenne da
cui i rover e le sonde sono dotate cose, soprattutto dal punto di vista 34 metri, una da 26 e una da 70.
hanno dimensioni davvero minime della velocità di trasmissione e rice- Tutte le grandi parabole sono
se si pensa alla distanza che le sepa- zione dei dati: i primi sistemi fun- mobili e si orientano in funzione di
ra dalla Terra. Ma come vedremo, il zionavano solo in ricezione a 8 un programma che coordina le
segreto del successo nella trasmis- baud (8 bit al secondo) e garanti- operazioni di trasmissione e ascolto
sione e ricezione dei dati è proprio
sulla Terra...

Il DSN è l’acronimo di Deep Space


Network, una specie di piccola
internet formata da enormi antenne
rivolte verso lo spazio, sparse qua e
là per il nostro pianeta. Abbiamo già
accennato in precedenza la presen-
za di questa fondamentale rete di
comunicazione che assicura la conti-
nuità nelle trasmissioni tra la Terra e
i rover. È facilmente intuibile che, a
causa della rotazione terrestre, una
sola antenna non garantirebbe la
vista di Marte o di una stessa porzio-
ne di spazio per tutte le 24 ore del
giorno. Per assicurare una copertura
radio totale in tutte le direzioni e in
modo costante è quindi nato questo Foto 3: Le antenne del DSN situate nella postazione di Canberra
potente strumento a cui sono affida-

92 TECNOLOGIE SPERIMENTALI
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TECNOLOGIE SPERIMENTALI

nelle diverse direzioni richieste. (Il Oltre agli esperimenti radio, il DSN saggio impiegherà per attraversare
programma di quando e con chi si può essere utilizzato anche come la distanza alla quale questa si
comunica è visibile sui siti internet avanzato strumento di ricerca e di trova. Il tutto è armoniosamente
dei relativi centri, in un formato esplorazione scientifica, a disposi- sincronizzato con una altissima pre-
che, in modo simile ad una guida zione dei ricercatori. cisione grazie ai tempi forniti dalla
TV, indica per ogni ora del giorno la frequency standard room, un
sonda “in onda”). Il DSN utilizza principalmente 4 ambiente rigidamente controllato
bande radio situate nell’intorno dei nel quale “vivono” quattro disposi-
Le antenne del DSN possono esse- 2, 8, 15 e 32 MHz più una serie di tivi atomici che si controllano l’uno
re sfruttate in diverse configurazio- altre diverse frequenze. (Per garan- con l’altro per generare una fre-
ni e modalità per compiere diffe- tire esclusività e ordine nelle fre- quenza di riferimento ultra-stabile.
renti operazioni principali: quenze da utilizzare nello spazio Pare che l’errore massimo di questo
esiste un apposito gruppo di con- super orologio sia stato quantifica-
• Controlli di telemetria: consisto- trollo denominato SFCG che ne to in meno di un secondo ogni 30
no nell’acquisire, processare, coordina l’assegnazione). La poten- milioni di anni. Ma perché tanta
decodificare e distribuire ai vari za di trasmissione del DSN può precisione? Diciamo che amano
centri responsabili i dati raccolti variare dai 20KiloWatt delle anten- essere puntuali... e anche che il più
dalle sonde spaziali. ne più piccole ai 400KiloWatt delle piccolo errore temporale può gene-
• Invio di comandi e ordini ai vei- più grandi. La potenza viene rare un enorme errore di posiziona-
coli spaziali: con questo canale, opportunamente dosata in funzio- mento capace di mandare all’aria
il centro di controllo può dialoga- ne della distanza a cui si deve invia- importanti appuntamenti (radio)
re con le navicelle che orbitano re il messaggio nello spazio. che in molti casi possono essere
attorno alla Terra e con le altre Considerando che alcune sonde si ripetuti solo dopo settimane o
sonde. Il centro trasmette i trovano ai confini del Sistema mesi. E questo farebbe irritare qua-
comandi al DSN che provvede Solare, il segnale radio, pur viag- lunque fidanzata.
autonomamente a ritrasmettere i giando alla velocità della luce,
dati orientando l’antenna più impiega talvolta anche mezza gior- L’altro aspetto di grande rilevanza
vicina al punto in cui si trova il nata per arrivare a destinazione. del DSN è la funzione di ascolto,
destinatario in quel momento. con la quale vengono captati i
• Tracking radiometrico: una Le antenne vengono orientate segnali trasmessi dalle sonde lonta-
comunicazione bidirezionale con idraulicamente o con motori elet- ne. Normalmente la massima
la quale si determina la posizione trici da un sistema computerizzato potenza di trasmissione di una
e la velocità dei veicoli spaziali. di puntamento dotato di predicted sonda è di soli 20 Watt; percorren-
• VLBI (Very long baseline interfe- positioning information che per- do milioni di chilometri, il segnale
rometry): un sistema di orienta- mette di muovere in anticipo le raggiunge la Terra notevolmente
mento che include parametri di grandi parabole verso il punto che attenuato. La ricezione ottimale del
tempo, frequenza e posizione verrà di lì a poco raggiunto dal vei- segnale si otterrebbe utilizzando
angolare degli oggetti spaziali colo spaziale o dalla sonda con cui solo una antenna con un diametro
rispetto alla Terra. si deve comunicare. Questo accor- di circa mille volte superiore al dia-
• Esperimenti radio: si utilizzano gimento si rende necessario in metro della Terra stessa. E questo
le onde radio per studiare quanto il preciso posizionamento rende già l’idea di quanto sia dav-
l’Universo e compiere ricerche. Si di una antenna parabolica di 70 vero debole l’informazione captata
determinano, ad esempio le metri richiede un certo tempo; da una antenna di “soli” 70 metri,
masse dei corpi celesti, la presen- viene quindi calcolata la posizione un diametro che credevamo essere
za di onde gravitazionali, si stu- che il destinatario raggiungerà imponente e che invece è appena
diano le caratteristiche delle dopo il tempo di movimento della visibile. Appena captato e identifi-
superfici dei pianeti, ecc. gigantesca struttura che sostiene cato, il bassissimo segnale viene
• Attività di Monitor & control: l’antenna. Nell’istante stabilito, la amplificato in un modo molto par-
una attività di monitoraggio che trasmissione potrà quindi partire e ticolare in quanto ogni eventuale
consente di testare e controllare raggiungere con estrema precisio- minimo rumore introdotto nella
le operazioni e la funzionalità del ne la sonda (o viceversa), tenendo stessa fase di amplificazione sareb-
network DSN. conto anche del tempo che il mes- be molto più ampio del segnale

TECNOLOGIE SPERIMENTALI 93
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TECNOLOGIE SPERIMENTALI

stesso; in questo caso l’informazio- Attraverso la funzione di rilevamen- mamente importante mantenere i
ne in esso contenuta ne verrebbe to Doppler viene inoltre acquisita la contatti per monitorare l’andamen-
totalmente e irreparabilmente velocità alla quale la sonda si allon- to delle missioni, giunte alla loro
immersa. Il segnale viene perciò tana dalla Terra. La misurazione fase più critica. Tutte le antenne
amplificato con strumenti la cui della distanza viene invece calcola- disponibili del DSN vengono quin-
tecnologia relega a ruolo di “orolo- ta attraverso l’invio di un segnale di puntate nella direzione di Marte
gino” la frequency standard room radio che, una volta captato dalla e anche le sonde orbitanti si dedi-
vista poco sopra. I sistemi di ampli- sonda, viene immediatamente cano all’ascolto dei dati provenien-
ficazione utilizzano due diverse tec- ritrasmesso sulla Terra. Misurando il ti dai veicoli in discesa sul Pianeta
nologie denominate MASER tempo che impiega il segnale ad Rosso. In questo modo si evita che
(Microwave Amplification by andare e tornare si ricava la distan- dati e importanti informazioni pos-
Stimuled Emission of Radiation) e za esatta con un margine di errore sano andare perdute.
HMET (High Electron Mobility compreso entro 10 metri.
Transistor). Entrambi i sistemi sono Considerando che la sonda si può In questa fase i rover (protetti dalle
mantenuti rispettivamente a tempe- trovare a milioni di chilometri, la loro capsule) vivono una esperien-
rature costanti di –269°C e di -259°C precisione risultante è davvero za fisica molto turbolenta sia in ter-
che come avrete già intuito servo- incredibile. mini di scossoni che in termini di
no a minimizzare l’insorgenza di grande aumento di calore. Ne con-
ogni rumore parassita. Il segnale Durante le operazioni più delicate, segue che le comunicazioni avven-
amplificato viene quindi fatto pas- come le fasi di atterraggio delle gono in condizioni molto difficolto-
sare attraverso un demodulatore sonde sul suolo marziano, è estre- se ma devono comunque continua-
che elimina la frequenza portante
per convertire l’informazione in
dati digitali finalmente utili.

Dopo questa rapida panoramica


forse si comincia ad intuire come
mai il proseguimento per 5 mesi
delle missioni Spirit e Opportunity
costa 15 milioni di dollari. Non
siamo a conoscenza dei costi di cia-
scuna sezione impegnata nella mis-
sione ma, risorse umane a parte, il
solo utilizzo (e neanche continuo)
delle attrezzature e delle tecnologie
del DSN sembra già essere di per sé
una buona scusante. Pare poi che
per assicurare e garantire le sole
comunicazioni con i rover, siano
impegnate alcune centinaia di per-
sone, a cui si aggiungono tutti gli
ulteriori team scientifici e tecnici
che impiegano ulteriori tecnologie
estreme.

Per mezzo di una delle funzioni


viste poco sopra, il DSN si occupa
anche di monitorare i viaggi spazia- Foto 4: Le grandi antenne paraboliche del DSN si spostano su cuscinetti idrostatici che garantiscono fluidità
li funzionando come un gigantesco e dolcezza ad ogni più piccolo e millimetrico movimento. Le parabole sono bilanciate con contrappesi
che gravando sulla già imponente mole della struttura garantiscono una maggiore stabilità e
radar capace di individuare la posi- precisione nel mantenimento della posizione assunta. Questi giganti si muovono a velocità di circa
zione dalla quale proviene il segna- 2 o 3 gradi al secondo con una precisione che varia da un centesimo a un millesimo di grado,
in base al tipo di antenna. Possono inoltre sopportare raffiche di vento fino a 160Km/h.
le radio di una qualsiasi sonda.

94 TECNOLOGIE SPERIMENTALI
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TECNOLOGIE SPERIMENTALI

re per tenere informato il centro di il successo di tutti i campi della necessario dividere il tempo in fra-
controllo di quanto sta avvenendo. scienza nota. Fisica, matematica, zioni sempre più piccole. Tutto
Le sonde utilizzano perciò un appo- chimica, elettronica, ecc, ma anche questo è oggetto di meraviglia, di
sito codice di trasmissione formato competenze e settori talmente riflessione e forse di riconoscenza
da semplici toni che vengono usati distanti da quelli che possiamo ma probabilmente l’aspetto più
singolarmente: ciascun tono corri- immaginare contribuiscono in stupefacente è che tutto questo
sponde alla conferma di attivazione maniera rilevante alla costruzione succedeva già dai tempi delle
di una funzione o alla segnalazione di tali risultati. Finora abbiamo par- prime esplorazioni spaziali, quando
di una specifica condizione, come lato di sonde e di robot ma le stes- la potenza dei computer e delle
ad esempio, l’apertura del paraca- se difficoltà e gli stessi sottili margi- tecnologie utilizzate era molto
dute, l’azionamento di razzi frenan- ni rimangono simili o si riducono simile a quella di una lavatrice dei
ti, il gonfiaggio degli airbag, ecc. quando si parla di missioni con nostri giorni. Spirit forse troverà
Le sonde dispongono di un “alfa- equipaggi umani. Vite che dipen- tracce di vita passata su Marte.
beto” di 128 toni che opportuna- dono anche dalla frequency stan- Oppure non troverà nulla e lascerà
mente interpretati permettono di dard room la cui incredibile preci- che il più grande mistero
seguire l’evolversi dell’atterraggio sione, poco fa, ci aveva fatto sorri- dell’Universo rimanga ancora tale,
con una piccola sinfonia. dere; successi basati anche sull’ac- unico ed esclusivo, proprio come
curatezza con cui viene calcolata ciascuno di noi.
Grazie al perfetto funzionamento e dalla Terra la posizione e la rotta
sincronismo di tutto l’insieme delle del proprio veicolo e di quelli vicini. Tutte le immagini utilizzate sono
tecnologie finora viste, il successo Grandi traguardi maturati in un copyright dei rispettivi enti: NASA,
di una missione spaziale è in realtà continuo crescendo che rende JPL, ESA.

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tecnologia Wireless
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TECNOLOGIE SPERIMENTALI 95
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HARDWARE

SOFTWARE PER SVILUPPO


DI FPGA E CPLD XILINX
di Agostino Rolando
a.rolando@farelettronica.com

ISE Webpack è un pacchetto software, semplice da utilizzare, messo a disposizione


da Xilinx Corporation per progetti che impiegano componenti programmabili, FPGA o
CPLD, di media densità. Il software e’ scaricabile gratuitamente, previa registrazione,
al sito www.xilinx.com.

I componenti supportati da questo ta che combina la flessibilità a livello loro, sono riportate in tabella 1 e
pacchetto di sviluppo sono quelli di sistema con i bassi costi. Questi riguardano principalmente la tensio-
appartenenti alle categorie Fpga componenti garantiscono una note- ne di alimentazione del core (che
della serie Virtex-II (con capacità fino vole affidabilità nel lungo periodo. può essere di 5, 3.3, 2.5 Volt), la
a 300.000 gates) e delle famiglie capacità di potersi interfacciare con
Spartan oltre alle CPLD della serie CPLD DELLA SERIE XC9500 dispositivi alimentati a differenti ten-
Cool-runner e XC9500. Le famiglie di CPLD della serie sioni (I/O tolerance) e il numero di
Queste ultime, in particolare, sono XC9500 sono classificate in figura 3. pin di I/O a disposizione, come sin-
caratterizzate dai bassi consumi e Le caratteristiche salienti di questi tetizzato in tabella 1.
dalla elevata frequenza di clock di dispositivi, che li differenziano tra Le performance, in particolare i
lavoro. Ulteriori vantaggi sono rap-
presentati dai costi contenuti e dalla
disponibilità in package maneggiabi-
li e saldabili senza necessità di parti-
colari attrezzature.
Per tutti gli aspetti elencati, i compo-
nenti CPLD sono particolarmente
indicati per applicazioni hobbistiche.
Prenderemo in considerazione le
CPLD delle famiglie XC9500™, che si Figura 2a: Famiglia Virtex II Figura 2b: Famiglia Spartan 3
basano su di un’architettura avanza-

Figura 1: Logo di Webpack ISE Figura 2c: Famiglia Cool Runner Figura 2d: Famiglia IQ, con cpld della serie XC

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HARDWARE

XC9500 XC9500XL XC9500XV


Core Voltage 5.0V 3.3V 2.5V
5.0V 3.3V
I/O Interfacing 5.0V 3.3V 2.5V
3.3V 2.5V 1.8V
I/O Banks 1 1 1-2
Tabella 1: Caratteristiche principali delle famiglie XC9500
Figura 3: Famiglie di CPLD della serie XC9500

36mc 72mc 108mc 144mc 216mc 288mc


tPD (ns)
XC9500 5 7.5 7.5 7.5 10 10
XC9500XL 5 5 n/a 5 n/a 6
XC9500XV 5 5 n/a 5 n/a 6
fSYS (MHz)
Figura 4: Struttura interna di una CPLD
XC9500 100 83.3 83.3 83.3 66.7 66.7
tempi di propagazione e la frequen- XC9500XL 178 178 n/a 178 n/a 208
za massima di clock di sistema, sono
invece evidenziate in tabella 2. XC9500XV 222 222 n/a 222 n/a 208
La tabella 3 riporta, in particolare, le Tabella 2: Prestazioni delle famiglie XC9500
caratteristiche della famiglia 9572XV,
che viene considerata la più econo- Feature/Product XC9536XV XC9572XV XC95144XV XC95288XV
mica e affidabile della serie 9572.
Macrocells 36 72 144 288
APPROCCIO ALLE CPLD Usable Gates 800 1.600 3.200 6.400
Approfondiamo ora la struttura interna Tpd (ns) 5 5 5 6
di una CPLD Xilinx.
La CPLD è costituita da un insieme di fSYS (MHz) 222 222 222 208
blocchi logici di tipo AND/OR e di Package User I/O User I/O User I/O User I/O
banchi di macrocelle (vedere figura 4).
PC44 34 34
I blocchi AND/OR sono riprogram-
mabili e possono realizzare una mol- VQ44 34 34
titudine di funzioni logiche. TQ100 72 81
Le macrocelle sono blocchi funzio-
nali atti a far transitare i segnali, TQ144 117 117
diritti o negati, verso i buffers di I/O. PQ208 168
La struttura comprende inoltre per-
CS48 36 38
corsi di feedback per i segnali di usci-
ta, in parte a livello di pin e in parte CS144 117
a livello di macrocella, in modo da CS280 192
poter implementare sia reti combi-
FG256 192
natorie che reti sequenziali.
Al centro è raffigurata la matrice di Tabella 3: Capacità, performances e packages delle CPLD della serie XC9500XV
interconnessione programmabile,
che permette di effettuare i collega- fatto uso di amplificatori analogici alto tributo in termini di corrente
menti tra i segnali che transitano per migliorare le prestazioni delle assorbita.
all’interno del dispositivo. proprie architetture. Tuttavia, que- La serie Cool Runner, creata da
Tradizionalmente, le CPLD hanno sto tipo di soluzione richiedeva un Xilinx, utilizza un innovativo core

HARDWARE 97
ROLANDO-impaginato 30-04-2004 20:02 Pagina 98

HARDWARE

tutto digitale per raggiungere com- nate fasi, che si possono rappresen- alla sua installazione. Al termine di
parabili livelli di prestazioni, ma con tare sinteticamente nel diagramma questa operazione, sul Desktop
consumi molto più ridotti. a blocchi di figura 5: verrà visualizzata l’icona di ISE
Questo permette ai progettisti di • Design Entry: è il procedimento Project Navigator (figura 6).
utilizzare le medesime architetture attraverso il quale viene descritto il
di CPLD sia per progetti che richie- progetto e si definiscono le funzio- ISE PROJECT NAVIGATOR
dono alte prestazioni sia per quelli nalità che il progetto deve realizzare. Project Navigator è l’interfaccia-
che richiedono bassi consumi. La entry può essere di tipo sche- utente attraverso la quale è possibi-
L’eliminazione degli amplificatori ana- matico oppure può utilizzare un le gestire l’ambiente Xilinx ISE
logici ha reso inoltre l’architettura sca- linguaggio di descrizione dell’- (Integrated Software Environment).
labile, permettendo quindi una forte hardware, quale ad esempio il Da qui è possibile creare un nuovo
riduzione dei costi parallelamente VHDL o il VERILOG. progetto, o aprirne uno preesisten-
all’incremento delle prestazioni. • Design Synthesis: la fase di sintesi te, ed eseguire tutti i passi necessari
effettua una sorta di “compilazio- alla sua compilazione, fino alla fase
PERCHÈ UTILIZZARE UNA CPLD? ne” del progetto, cioè di traduzio- di trasferimento del file di program-
Le CPLD presentano un’ ampia ne della descrizione che abbiamo mazione verso il dispositivo target.
varietà di utili caratteristiche: inserito in linguaggio sorgente In figura 7 riportiamo una scherma-
• Riprogrammabilità: cioè possibi- verso una forma interna, vicina alla ta di Project Navigator.
lità di modificare il progetto rapi- struttura fisica del componente. La schermata è suddivisa in quattro
damente, senza costi aggiuntivi e • Design Implementation: la fase sezioni. La sezione in alto a sinistra
più volte. di implementazione consiste nella contiene i riferimenti ai files che
• Semplicità d’uso: il progetto di generazione del file di program- concorrono al progetto. La sezione
CPLD è semplice e fa risparmiare mazione per il dispositivo reale a destra è dedicata a visualizzare ed
tempo e denaro. che dovrà supportare il nostro eventualmente editare il file sorgen-
• Economicità: possibilità di rim- progetto. te che lo descrive.
piazzare le antiquate logiche di- • Device Programming: è la fase A sinistra in basso sono evidenziate
screte TTL/CMOS, con notevole finale di trasferimento del codice tutte le fasi e i processi che sono
riduzione del numero totale di oggetto verso il dispositivo pro- coinvolti nel nostro progetto (crea-
componenti sul circuito e aumen- grammabile. zione/modifica dei vincoli di timing,
to dell’affidabilità globale. sintesi, implementazione, program-
• Non volatilità: la programmazio- COME SI SINTETIZZA UNA CPLD mazione).
ne viene ritenuta anche in man- Dopo avere scaricato l’applicativo, La finestra in basso, infine, contiene
canza di alimentazione. La CPLD nella versione adatta al sistema ope- il log dei messaggi (warning, errori,
riprende a funzionare istantanea- rativo del nostro PC, si provvederà attuazione dei diversi step).
mente all’accensione del circuito,
senza bisogno di procedure di APERTURA DI UN PROGETTO
caricamento, come avviene invece Per cominciare, anziché creare un
per i dispositivi che, ad esempio, progetto ex-novo, è più convenien-
necessitano di boot. te partire da un esempio già esisten-
te. Per fare questo, occorre posizio-
Xilinx, insieme ad Altera, Actel ed narsi sul menù superiore “a tendi-
altri, è uno dei principali produttori di na” e selezionare la scelta File >
componenti programmabili e forni- Open Project (vedere figura 8).
sce soluzioni complete per i progetti-
sti, tra cui tools di progetto, messi a
disposizione gratuitamente, help on-
line, esempi e tutorials dettagliati.

FLUSSO DI PROGETTO
Il disegno di una logica combinato-
ria o sequenziale entro un dispositi- Figura 5: Flusso di progetto Figura 6: Icona di Project Navigator
vo CPLD o FPGA prevede determi-

98 HARDWARE
ROLANDO-impaginato 3-05-2004 10:07 Pagina 99

HARDWARE

begin
if (!res)
conta8 <= 8'b00000000;
else
conta8 <= conta8 + 1;
end

assign { out7, out6,out5,


out4, out3, out2, out1,
out0 } = conta8;

endmodule

Notiamo come il linguaggio Verilog


presenti somiglianze notevoli con i
linguaggi di programmazione soft-
ware di alto livello, in particolare con
il “C”; tuttavia, il contesto di appli-
Figura 7: Schermata di ISE Project Navigator
cazione è completamente diverso da
quello di un linguaggio per micro-
A questo punto, viene richiesto di //Inputs processori o microcontrollori.
indicare la directory ove sono pre- input clk; // Clock Verilog permette di definire registri,
senti i files del progetto. input res; // Reset fili di collegamento, tri-states, porte
Richiamiamo l’esempio di un conta- logiche, multiplexers, decoders,
tore binario a 8 bit, cliccando sul //Outputs contatori, shift registers, blocchi di
nome CONTABIN.NPL, Output out7, out6,out5, memoria ram, macchine a stati,
che rappresenta il file che contiene out4, out3, out2, out1, eccetera, con una sintassi relativa-
tutte le informazioni di configura- out0; mente semplice e intuitiva.
zione del progetto.
// Internal Come introduzione al linguaggio,
Il file sorgente relativo a questo Wire out7, out6,out5, analizziamo brevemente la struttura
esempio è scritto in linguaggio out4, out3, out2, out1, di questo modulo.
Verilog, ed è riportato qui di seguito. out0; Con la sintassi:
reg [7:0] conta8; module conta (clk, res,
/* contatore a 8 bit */ out7, out6,out5, out4,
module conta (clk, res, //Implementazione out3, out2, out1, out0);
out7, out6,out5, out4, always@ (posedge clk or definiamo il modulo “conta”, il
out3, out2, out1, out0); negedge res) quale riceve in ingresso i segnali
“clk” e “res” e genera le uscite
out7÷out0, come ritroviamo nelle
dichiarazioni seguenti:
input clk; // Clock
input res; // Reset
Output out7, out6,out5,
out4, out3, out2, out1,
out0;

Poi, con la dichiarazione:


reg [7:0] conta8;
definiamo un registro a 8 bit, a
Figura 8: Apertura di un progetto
nome “conta8”, il quale, in corri-
Figura 9: File di configurazione del progetto
spondenza del segnale di reset (atti-

HARDWARE 99
ROLANDO-impaginato 30-04-2004 20:02 Pagina 100

HARDWARE

vo basso), verrà resettato e,successi- tipico linguaggio di programma- CONCLUSIONI


vamente, in corrispondenza del zione software, ma parallelamen- Prossimamente, presenteremo i
clock di conteggio, verrà incremen- te. Nel nostro esempio, dal punto passi necessari per trasferire il codice
tato di uno. di vista funzionale, l’incremento di programmazione sul dispositivo
del contatore e l’assegnazione reale, inoltre, sarà presentato un cir-
Queste operazioni vengono effettua- delle sue uscite sono processi che cuito di esempio che, unitamente
te con il loop seguente, che utilizza il vengono eseguiti non in momenti ad alcuni moduli accessori e
costrutto always, con il significato: successivi, come a prima vista all’Interfaccia Jtag già descritta nel
“esegui per sempre il seguente bloc- potrebbe sembrare, ma contem- numero precedente, consentirà di
co di istruzioni (racchiuso tra le paro- poraneamente. rendere operativi una serie di esem-
le chiave begin e end), ogniqualvol- È indifferente scrivere prima l’uno pi applicativi concreti.
ta si verifica un fronte di salita del e poi l’altro.
clock (posedge clk) oppure un livello
basso del reset (negedge res)”: Il linguaggio, infatti, descrive pro-
always@ (posedge clk or prio l’hardware, cioè è un modo per
negedge res) esprimere la presenza di registri, di
begin collegamenti, proprio come se fos-
if (!res) sero disegnati con un editor grafico
conta8 <= 8'b00000000; di tipo tradizionale.
else
conta8 <= conta8 + 1; Graficamente, la rappresentazione
end equivalente di questo modulo è
Figura 11a: Fase di sintesi
dunque un contatore a 8 bit con
I segnali contenuti entro le parente- reset asincrono, come da figura 10.
si, clk e res, sono denominati “guar-
die” del loop.

Infine, con l’istruzione:


assign { out7, out6,out5,
out4, out3, out2, out1,
out0 } = conta8;
stabiliamo un collegamento tra il
contatore e le uscite del nostro
Figura 10: Simbolo schematico equivalente alla
modulo. descrizione Verilog Figura 11b: Fase di implementazione

Da notare che la dichiarazione:


wire out7, out6,out5, SINTESI ED IMPLEMENTAZIONE
out4, out3, out2, out1, Per effettuare la sintesi del nostro
out0; progetto, dovremo cliccare su
è necessaria per definire l’esistenza Synthesize, nella finestra dei pro-
dei “fili” di collegamento (wires) cessi (figura 11a).
verso le uscite. Al completamento di questa fase,
dovremo cliccare su “Implement
Per chi è abituato a utilizzare lin- Design” (figura 11bB).
guaggi di programmazione soft- Se tutto è andato bene,a questo
ware, un linguaggio HDL, descritti- punto, non rimane altro che lancia- Figura 11c: Fase di generazione del file di
vo dell’hardware, comporta un re l’esecuzione della fase “Generate programmazione

certo “ripensamento” di mentalità. Programming File” (figura 11c).


Infatti, come possiamo notare, le
istruzioni HDL non devono essere Al termine, nella finestra di log
intese come da eseguirsi sequen- dovrà comparire il messaggio: Figura 11d: Completamento della fase
zialmente, come avviene in un “Completed process”.

100 HARDWARE
ROLANDO-impaginato 30-04-2004 20:02 Pagina 101
BRACCI-impaginato 30-04-2004 19:46 Pagina 102

ROBOMANIA

INTRODUZIONE ALLA ROBOTICA:


I ROBOT
di Massimiliano Bracci
m.bracci@farelettronica.com

“Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa
del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno”.
“Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non
contravvengano alla prima legge”.
“Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti
con la prima e la seconda legge”.
(Le tre leggi della Robotica di Isaac Asimov)

INTRODUZIONE ti da uno o più sensori e da uno o caso più banale, un elettromagnete


L’idea del robot risale ai tempi più più attuatori, necessari per l’aziona- che imita la presa di una mano tiran-
remoti. Il termine robot deriva dal mento delle varie articolazioni. do a se l’oggetto di metallo; mentre
vocabolo ceco robota che significa Quest’ultimi possono essere sia dei per i sensori, nel caso più semplice,
lavoro forzato. Il commediografo motori che spostano il robot, dei si può pensare a una fotocellula tipo
ceco Karel Capek fu il primo a dise- pistoni che effettuano lo spostamen- quella che provoca l’apertura di una
gnare un dispositivo meccanico to di una parte della struttura sia, nel porta oppure un pulsante di avvio
che sembra essere un uomo con il
compito di svolgere alcune opera-
zioni automatiche.
La costruzione dei primi manipola-
tori iniziò nel XVIII secolo nell’in-
dustria tessile con la progettazione
di telai.
I primi robot sono stati realizzati
nel XX secolo grazie allo sviluppo
del computer.
Nel presente articolo verranno
descritte le varie tipologie di robot
che sono a servizio nel vasto pano-
rama dell’automazione industriale.

IL SISTEMA ROBOT
L’insieme funzionale del sistema
robot, oltre alla sua struttura e alla
specifica tecnica di movimentazio-
ne, sia essa realizzata mediante
zampe (o gambe) oppure ruote, è
costituito da un microprocessore Figura 1: Schematizzazione del sistema robot
necessario per elaborare i dati invia-

102 ROBOMANIA
BRACCI-impaginato 30-04-2004 19:46 Pagina 103

ROBOMANIA

(figura 1).
LA STRUTTURA MECCANICA
La struttura meccanica dei robot è
costituita da una sequenza di ele-
menti meccanici connessi da giunti
cinematici che ne consentono il
moto relativo. I singoli elementi
possono essere connessi tra loro in
serie oppure in parallelo.
In ambito industriale ad esempio
sono molto diffuse le strutture
seriali, definite dalla meccanica
Figura 2: a) giunto prismatico: manicotto
applicata come catene cinemati- b) giunto di rotazione: perno-cuscinetto
che aperte.Il primo tra gli elementi c) giunto elicoidale: vite-dado

che costituiscono la catena cinema-


tica è il collegamento a terra, defi- ognuno di questi spostamenti rap- corpi ad essi collegati: un giunto
nito telaio (struttura portante) presenta un grado di libertà (g.l.). prismatico permette un moto rela-
quando è fisso, oppure base mobi- Un corpo rigido nello spazio ha sei tivo traslatorio come un manicotto
le quando ha possibilità di movi- gradi di libertà, corrispondenti ad che scorre in una guida, quello
mento. altrettante possibilità di sposta- rotatorio permette una rotazione
L’ultimo elemento della catena può mento.Si immagini infatti di rende- relativa come un accoppiamento
terminare con un sistema di affer- re solidale l’oggetto interessato perno-cuscinetto, e in fine il giunto
raggio oppure con un utensile. nell’origine di una terna cartesiana elicoidale permette una rotazione
Compresi tra questi due elementi XYZ. I sei parametri sopradetti intorno ad un asse accompagnata
appena descritti si trovano uno o risultano chiari: tre definiscono la da una traslazione come quella
più giunti cinematici di collega- posizione dell’origine della terna effettuata tra una vite ed il suo
mento, classificati come prismatici XYZ e i rimanenti ne individuano dado.
o rotatori, in funzione del tipo di l’orientamento.Gli spostamenti I robot hanno tanti gradi di libertà
movimento relativo che permetto- corrispondenti sono tre traslazioni quanti sono i giunti contenuti nella
no rispettivamente traslatorio e e tre rotazioni. struttura (figura 2, modello a, b, c).
rotatorio. Questo permette di affermare che
un robot per poter muovere ed Le strutture dei robot sono realizza-
GRADI DI LIBERTÀ E GIUNTI orientare un oggetto nello spazio te, nella maggior parte dei casi, uti-
CINEMATICI ha bisogno di almeno sei g.l.. lizzando dei giunti tipo prismatico
Lo spostamento di un corpo rigido I giunti a singoli gradi di libertà e/o rotatorio.
può essere ottenuto componendo sono classificati in base al tipo di Il giunto prismatico si presenta
dei singoli spostamenti elementari: movimento relativo permesso ai costruttivamente più impegnativo

Figura 3: Sistema di coordinate riferimento: (a) cartesiano - (b) cilindrico - (c) sferico

ROBOMANIA 103
BRACCI-impaginato 30-04-2004 19:46 Pagina 104

ROBOMANIA

di quello rotoidale ma garantisce minazione di uno o due assi nel


una migliore precisione e rigidezza polso ne migliora le caratteristiche
alla struttura. Il movimento relativo di precisione. In ambito industriale
tra i due elementi che compongo- le caratteristiche di queste macchi-
no un giunto in robotica si ottiene ne vengono impiegate per realizza-
mediante interpolazione di corpi re robot di misura, robot per il
volventi (sfere o rulli) in modo da taglio di precisione e per la saldatu-
minimizzare la resistenza al moto ra di lamiere mediante tecniche
dovuta dall’attrito. I movimenti laser.
sono infatti caratterizzati da una Per la loro movimentazione vengo-
sequenza di partenze-arresti e inol- no impiegati motori a corrente
tre un robot non può far affida- continua a magneti permanenti
mento su grandi forze motrici per oppure, come accade nelle versioni
ovvi motivi di peso. più recenti dei motori brushless, o
L’estremità del braccio di un robot motori passo passo.
Figura 4: Robot cartesiano a “portale”
deve possedere almeno tre possibi- Le trasmissioni necessarie per tra-
lità di movimento traslatorio in sformare il moto rotatorio in moto
quanto deve poter muovere gli rettilineo possono essere del tipo
oggetti nello spazio, si avranno così vite senza fine-pignone nei casi più
dei bracci cartesiani (con la caratte- comuni, mentre per applicazioni di
ristica di possedere tre articolazioni precisione si impiegano viti a ricir-
lineari), bracci cilindrici (due lineari colo di sfere.
e uno rotazionale), sferici (uno pri- Le guide con cuscinetti a rulli anche
smatico e due rotazionali) ed infine per le applicazione più comuni
antropomorfi (con la caratteristica hanno preso il posto di quelle a
di possedere tre articolazioni rota- coda di rondine, mentre per appli-
zionali) - figura 3, sistema a, b, c. cazioni particolari si può pensare di
utilizzare delle guide a sostentamen-
TIPOLOGIE DI ROBOT to pneumostatico, mediante l’utiliz-
ROBOT CARTESIANI zo di pattini con aria.
In tale configurazione si hanno Per il rilevamento della posizione
movimenti cartesiani (figura 3a) in degli assi si impiegano dei trasdut-
quanto i movimenti sono ottenuti tori quali encoder rotativi o revolver.
Figura 5: Robot cartesiano a “montante”
mediante accoppiamenti prismati-
ci. Si può così pensare di realizzare ROBOT CILINDRICI
una struttura fissa a portale (figura Nei robot cilindrici il movimento è
4), oppure dei robot cartesiani con assicurato da una rotazione attorno
una struttura a montante (figura 5) ad un asse verticale e da due movi-
dove è presente un montante verti- menti cartesiani. La posizione del-
cale ed uno orizzontale. l’organo di afferraggio può essere
individuata utilizzando le coordina-
Questa tipologia di struttura è te cilindriche, cioè da un raggio
molto rigida, in quanto le parti a vettore, da un angolo θ (anomalia)
sbalzo sono limitate e pesanti.Sono e dalla coordinata z (figura 3b).
oltretutto poco versatili e non sem- Questa macchina ha le parti a
pre possono raggiungere un qual- sbalzo e di conseguenza è neces-
siasi punto nello spazio superando saria una struttura molto resisten-
ostacoli.Si ha sempre un asse di te, il che limita la velocità di spo-
rotazione (rollio) e un eventuale stamento.
secondo asse che può essere oriz- La configurazione cinematica di
Figura 6: Robot cilindrico
zontale o verticale per l’inclinazio- questo robot si presta particolar-
ne (beccheggio o imbardata); l’eli- mente all’impiego di attuatori

104 ROBOMANIA
BRACCI-impaginato 30-04-2004 19:46 Pagina 105

ROBOMANIA

pneumatici. Nei casi di normale


impiego vengono usati attuatori
elettrici; nelle applicazioni dove si
richiedono forze di impiego ecces-
sive si tendono ad usare attuatori
oleodinamici.
Nell’industria tale robot viene
usato per l’assemblaggio dei vari
elementi grazie alle sue capacità di
sfruttare un’area di lavoro circolare
e di raggiungere precisioni dell’or-
dine +/-0.10 mm.

ROBOT POLARE O SFERICI


In questo tipo di robot il moto è effet-
tuato mediante due rotazioni (una
intorno ad un asse verticale e l’altra
intorno a quello orizzontale) ed uno
sfilamento (usualmente un movimen-
to telescopico traslazionale).
La posizione desiderata nello spazio
Figura 7: Robot sferico (o polare)
può essere raggiunta grazie all’ausi-
lio delle coordinate polari, indivi-
duate appunto da un raggio vettore 1, 2, 3, 4, 5, 6 (figura 8). zione attorno all’asse 1.
r e da due angoli µ e θ (figura 3c). In questa macchine si individuano i • Spalla: è il segmento di struttura
Queste macchine devono essere seguenti elementi: che collega la base e il braccio ed
molto rigide per evitare flessioni e effettua una rotazione attorno
vibrazioni indesiderate e nello stesso • Piede: essenzialmente il basa- all’asse 2.
tempo leggere per ridurre l’inerzia. mento del robot. • Avambraccio: è il segmento del
Per la movimentazione delle artico- • Colonna: elemento di sostegno robot collegato al braccio tramite
lazioni spesso si impiegano degli principale che effettua una rota- un’articolazione chiamata gomi-
attuatori oleodinamici.
Con tale configurazione si ottiene
un robot molto versatile tale da
poter essere impiegato nell’indu-
stria per la saldatura a punti e ver-
niciature.

ROBOT ARTICOLATI O
ANTROPOMORFI
Il moto di queste macchine è rea-
lizzato grazie a tre articolazioni,
due con asse orizzontale ed una ad
asse verticale: è il tipo di robot che
meglio riesce a simulare l’azione di
un braccio umano e per questo è
chiamato anche robot antropo-
morfo.

Per descrivere le caratteristiche del


moto degli assi si fa riferimento alle Figura 8: Robot antropomorfo
rotazioni attorno agli assi numerati

ROBOMANIA 105
BRACCI-impaginato 30-04-2004 19:46 Pagina 106

ROBOMANIA

to con movimento attorno all’as- cisione. Queste sono macchine in strutture utilizzate sono usualmen-
se 3. cui non si hanno guide prismatiche te di tipo scatolato così da utilizza-
• Polso: articolazione finale dotata ma solamente accoppiamenti re gli spazi interni per i cablaggi dei
di tre movimenti quali il bec- rotoidali. I motori vengono gene- cavi elettrici e tubazioni per l’azio-
cheggio, l’imbardata e il rullio. ralmente posti direttamente in cor- namento delle parti terminali.
rispondenza delle articolazioni e
Figura 9: Polso del robot antropo- sono di tipo, anche in questo caso, Nell’industria tale robot è impiega-
morfo. I tre movimenti: beccheg- a corrente continua a magneti per- to nelle più svariate applicazioni
gio, imbardata e rullio manenti; nel caso di robot di pic- quali ad la saldatura ad arco a filo
cola taglia allora si possono impie- continuo, la foratura e avvitatura,
La struttura è a sbalzo e la colonna gare dei motori brushless in quan- lo scarico e carico di pallet e in
del robot poggia su un cuscinetto a to, a parità di potenza, hanno un applicazioni più delicate come il
rulli in esecuzione speciale per assi- peso e un’inerzia minore rispetto ai taglio laser oppure il taglio con
curare una grande rigidezza e pre- motori a corrente continua. Le water-jet.

ROBOT SCARA
Questi sono robot articolati oriz-
zontali denominati mediante l’a-
cronimo scara (selective complian-
ce assembly robot arm) – figura 10.

Cinematicamente sono costituiti da


tre movimenti rotatori attorno a tre
assi paralleli, uno dei quali posse-
duto dal polso ed un movimento
lineare lungo un asse verticale. La
Figura 9: Polso del robot antropomorfo. I tre movimenti: beccheggio, imbardata e rullio
peculiarità di questa macchina è
quella di possedere una struttura
con una cedevolezza selettiva,
appositamente studiata per le ope-
razioni di montaggio (assemblag-
gio di oggetti) nell’industria.
Tale configurazione consente di
raggiungere tutti i punti di una
superficie circolare o di una corona
circolare.

La precisione che può raggiungere


tale robot è dell’ordine dei cinque
centesimi di millimetro.

CONCLUSIONI
Nel prossimo numero ci occupere-
mo dei vari sistemi di afferraggio,
necessari all’ organo di presa per la
movimentazione di oggetti, descri-
vendone tipologie e cinematismi.

Figura 10: Robot scara (selective compliance assembly robot arm)

106 ROBOMANIA
BRACCI-impaginato 30-04-2004 19:46 Pagina 107

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CD-ROM cod. 3423 - Euro 25,49
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SURPLUS E DINTORNI Volume 2


Giancarmelo Moroni
Conversione del BC 357 in relè a capacità. Il ricevi-
SURPLUS E DINTORNI Volume 1
Giancarmelo Moroni
A.R. 18 piccolo grande ricevitore. Frequen-ziome-
LA RADIO A GALENA:
ORIGINI E PROGETTI
CIRCUITI STAMPATI
Software + manuale
In questo CD-ROM trovate: EAGLE - software
IL PLC
Nella gestione dei controlli e
nell’automazione
SANDIT
MARKET
Giancarmelo Moroni
tore professionale CR 100. L’unità ricetrasmittente tro etorodina BC 221. Apparecchiature comple- Studi sulla galena. Come funziona il detector a cri-
che consente di disegnare o importare lo sche- G. Filella
canadese N. 52. Il ricetrasmettitore portatile mod. mentari per BC 221. Ricevitori del tempo di guerra: stallo. Sull’isolamento degli aerei. Montaggio di un ma elettrico ed automatizzare la tracciatura Al volume è allegato un software, sviluppato in
FELDFU. Il radioricevitore Collins “51J”. Il radiorice- il Mark I. Il ricetrasmettitore Bendix VHF SCR 522. antenna interna. La costruzione dei trasformatori di delle piste sul circuito stampato con l’ausilio ambiente Windows, che trasforma il vostro PC in
vitore professionale “Super Defiant” Mod. SX25 Il ricevitore BC348 o AC224. Il ricevitore professio- alta frequenza. Bobine a solenoide con prese inter- dell’Autorouter Integrato. Funzioni avanzate, per un PLC virtuale, per apprendere la logica Ladder
Hallicrafters. OCM 208: radioricevitore profession- nale R 107 per OC. Il ricevitore per VHF R 1132A. medie. I cristalli oscillanti. Apparecchio supercri- la gestione di ogni fase di lavorazione. Librerie di attraverso l’animazione di alcuni automatismi. Nel
ale. Il BC221 modulato di ampiezza a frequenza Dal radioricevitore tedesco Torn E.B. un oscillato- stallo R.T. 19. Tre classici apparecchi a galena. Un componenti, possibilità di scegliere tra migliaia testo vengono messi a confronto i PLC di più
variabile. Radiotelefoni portatili: storia, cenni, dati,
schemi e considerazioni su questi moderni mezzi di
re modulato. Il Beacon Receiver BC 1206A. Il rice-
vitore professionale UKW. Trasmettitore di poten-
amplificatore a microfono magnetico per ricevitore
a cristallo. Un nuovo ricevitore a cristallo. Un appa-
di componenti di ogni categoria, analogica o
digitale, con tipologia convenzionale oppure
recente diffusione prodotti da Siemens, Omron e
GE. I principi di funzionamento del PLC. Le memo-
Via Quarenghi, 42/c
telecomunicazione a breve distanza. L’ap-parato di za per stazioni autotrasportate BC610. Il preampli- SDM. Manuale in lingua italiana, per apprendere
bordo “Funksprecher f”. TX80: un semplice, eco-
nomico trasmettitore radiantistico con quattro tubi
ficatore BC614E. Il complesso ricevente trasmit-
tente SCR-506A. Il ricetrasmettitore B 30 MT. Il
recchio a cristallo molto efficiente. La “Crisolina”.
Il “Multiplex”. Il Galenofono II. Il Bigristallofono. Il ad usare EAGLE con facilità senza che vi sia
richiesta una precedente esperienza. Requisiti
rie. I moduli di ingresso e di uscita. L’elaborazione
di un programma all’interno del PLC. Le tecniche di 24122 Bergamo
Cristallovox. Il “Selettivissimo”. Il “Galenofono III”. programmazione e la Normativa IEC1131-3. Unità
unificati. Amplificatori a RF per la QB 3/300 con o complesso ricevente e trasmittente canadese n.9 consigliati e installazione. Il programma funzio-
senza neutralizzazione della capacità anodo-
griglia.Il radioricevitore “Ukw E. e”. “Ukw E.g.”: un
mk 1.
Il “Dui-bigri-galenofono”. C.R. 511: ricevitore a cri-
stallo perfezionato per la ricezione a grande na in ambiente PC, si richiede Windows
95/98/2000 ME, un browser tipo Explorer nella
didattiche per la progettazione e schede guida.
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onde metriche. La stazione radio 610 (SCR-609-A,
il calcolo dell’induttanza di una spira circolare (E). versione 5 o superiore, se non possedete que-
st’ultimo potete installare Explorer per Windows info@sandit.it
SCR-610A, B). La stazione mobile n° 19 MK III. Il Pagine 138 cod. 3282 - €13,50 presente nel CD-ROM.
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LENTO-impaginato 29-04-2004 12:00 Pagina 108

BASSA FREQUENZA

AMPLIFICATORE STEREO
0,5+0,5 W PER CUFFIE
di Marco Lento
sglent@tin.it

La maggior parte degli amplificatori audio dispone di un’uscita per cuffie. Servirsi
di un potente finale per prelevare pochi milliwatt appare però evitabile; costruiamo
quindi un dispositivo più adatto, completo di controllo volume e bilanciamento.

L’utilizzo in HI-FI di potenze sempre TDA2822M prodotto dalla ST PROVA D’ASCOLTO


più elevate non appare del tutto Microelectronics. Si tratta di un Terminato il montaggio, possiamo
immotivato, quando ascoltiamo la completo finale stereo in grado di subito mettere alla prova il disposi-
nostra musica preferita tramite erogare una potenza di 0,5 + 0,5 W tivo collegandolo alle più svariate
casse acustiche; le moderne sor- con carico in uscita di 8 Ohm. Il sorgenti audio, quali: lettori CD,
genti audio digitali presentano, circuito è completato dal controllo piastre a cassette e sintonizzatori.
infatti, dinamiche elevate che pos- di volume, ottenuto tramite il dop- Le moderne cuffie presentano, di
sono essere espresse in modo con- pio potenziometro R1A-R1B, e dal solito, impedenze di 32 Ohm per
vincente solo disponendo di molti comando di bilanciamento R2, ciascun padiglione; su tali carichi il
watt. Diverso il discorso per l’ascol- utile ad eliminare le fastidiose diffe- nostro amplificatore erogherà
to in cuffia; dotati di magneti sem- renze di livello tra i due canali. quindi poco più di 100 mW per
pre più efficienti e di membrane canale, con livelli di distorsione
ultraleggere, questi trasduttori si Realizzato il circuito stampato, il assai contenuti, una potenza
accontentano di potenze ben montaggio dei pochi componenti, comunque sufficiente ad ottenere
minori, ottenibili dal piccolo ampli- prestando attenzione a quelli pola- pressioni acustiche assordanti.
ficatore stereo che passo a descri- rizzati, è alla portata di tutti.
vere. Buon ascolto!
Ricordo che, per prevenire fenome-
SCHEMA E COSTRUZIONE ni di ronzio, è consigliabile collega-
È l’applicazione dell’integrato re a massa i corpi metallici dei due
potenziometri. L’integrato, eviden-
temente studiato per equipaggiare
dispositivi portatili, accetta tensioni
d’alimentazione comprese tra 1,8 e
12 Volt, con un assorbimento che
in ogni caso non supera i 50 mA;
per un primo collaudo potremo
quindi utilizzare una normale pila
da 9 Volt tipo “transistor”, mentre
per ascolti prolungati è consigliabi-
le realizzare il piccolo alimentatore
stabilizzato, proposto in questo
Foto 1: Prototipo dell’alimentatore Foto 2: Prototipo dell’amplificatore
stesso articolo.

108 BASSA FREQUENZA


LENTO-impaginato 29-04-2004 12:00 Pagina 109

BASSA FREQUENZA

Figura 1: Schema elettrico dell’amplificatore

Elenco componenti amplificatore

Sigla Valore
2x47 kΩ (doppio poten-
R1
ziometro logaritmico)
22 kΩ (potenziometro
R2
lineare)
R3, R4 4,7 Ω 1/2 W

C1, C2 1 µF poliestere

C3, C4 10 µF 25 V elettrolitico

C5, C6 100 µF 25 V elettrolitico

C7, C8 100 kpF ceramico

C9 220 µF 25 V

Figura 2: Circuito stampato scala 1:1 (lato rame) e posizionamento componenti dell’amplificatore IC1 TDA2822M

BASSA FREQUENZA 109


BASSA FREQUENZA

Elenco componenti alimentatore


Sigla Valore
R1 1,5 kΩ 1/4 W
C1 470 µF 35 V
C2 100 kpF 50 V
C3 100 µF 25 V
C4 100 kpF 50 V
IC1 LM7812
DL1 LED 3 mm
B1 Ponte 1 A
Figura 2: Schema elettrico dell’alimentatore
T1 Trasformatore 15 V 200 mA

Figura 7: Circuito stampato scala 1:1 (lato rame) e posizionamento componenti dell’alimentatore

110 BASSA FREQUENZA


GRIFO-impaginato 30-04-2004 19:54 Pagina 111

in vetrina
®
GRIFO GMM 876:
MINI MODULO
MICROCHIP PIC16F876A
Un economico e versatile Mini Modulo basato sul controllore Microchip PIC
16F876A. In un contenitore DIP da 28 piedini trova posto un completo modulo
di elaborazione e controllo programmabile In Circuit con linguaggi evoluti come
C, Assembler e BASIC.

Il GMM 876 è un sistema integrato in grado di esse- costo molto conveniente. A questo scopo è stata
re utilizzato direttamente sulla scheda di supporto creata la scheda di supporto GMM PIC-PG. Questo
dell'utente come macro componente. Può essere ali- strumento è dotato di uno zoccolo ZIF da 40 piedi-
mentato trai 3 e 5 Vdc ed a bordo scheda ha tutto ni e di ben 3 differenti modalità di pilotaggio.
ciò che serve per funzionare e per comunicare tra- Possiede infatti un primo connettore plug da 6 vie
mite una linea a livello TTL oppure in RS232. che si interfaccia direttamente al Microchip MPLAB
Il GMM 876 è il componente ideale per risolvere ICD 2. Un secondo connettore a scatolino da 10 vie
problemi di automazione domestica: accensione e serve per interfacciarsi ai programmatori MP PIK+
spegnimento luci, controllo riscaldamento e condi- della grifo®. Un terzo connettore, a vaschetta D9
zionamento, supervisione elettrodomestici e servizi Femmina, per collegarsi in RS232 a qualsiasi PC.
elettrici, sistemi di sorveglianza e controllo accesso.
A questo scopo è sufficiente bufferare, tramite una PROGRAMMI DI ESEMPIO
circuiteria esterna, le linee di I/O disponibili. Nel Con l'acquisto della scheda di sperimentazione
caso non si voglia costruire questo tipo di interfaccia GMM TST, vengono forniti, sotto forma di sorgenti,
è possibile utilizzare il GMB HR84 il quale provvede due programmi dimostrativi completi. I programmi
ad alimentare e bufferare le linee di I/O del GMM sono forniti sia in BASIC che in C.
876 con 8 ingressi optoisolati e visualizzati tramite I programmi, perfettamente funzionanti, sono super
LED che possono essere indifferentemente usati documentati e sono stati scritti totalmente in italia-
come ingressi NPN o PNP, e 4 relais da 5 A di uscita. no. Il programma, tra le varie cose, fa la completa
Molto interessante può essere l'utilizzo di questo gestione di un pannello operatore con tanto di
Mini Modulo nel settore automobilistico i cui impie- gestione dello scanning della tastiera, gestione del
ghi possono essere: accensione e spegnimento luci,
controllo riscaldamento e condizionamento, super-
visione servizi elettrici, sistema antifurto, diagnostica
di funzionamento.

SETTORE DIDATTICO E SPERIMENTAZIONE


Dato il suo basso prezzo il GMM 876 si presta egre-
giamente ad essere impiegato in ambito hobbistico
e sperimentale. Da un punto di vista didattico è il
componente ideale per sperimentare ed apprendere Figura 1: grifo® Mini Modulo Microchip PIC 16F876A vicino ad una moneta
da 1 Euro
il funzionamento delle CPU con Core PIC16 ad un

IN VETRINA 111
GRIFO-impaginato 30-04-2004 19:54 Pagina 112

Figura 2: grifo® Mini BLOCK HR84 - a sinistra aperto con montato un Mini Modulo GMM 876 - a destra chiuso

display LCD, buzzer e linea di comunicazione in sità che si possono presentare nell'affrontare le pro-
RS232. Con questo programma si ha la possibilità blematiche di controllo e di gestione in un moderno
non solo di capire, nei minimi dettagli la gestione di controllore. Per le caratteristiche tecniche è disponi-
un pannello operatore completo, ma anche quella di bile, direttamente dal sito grifo®, un succinto ma
poterlo facilmente adattare alle proprie esigenze. esauriente foglio tecnico e, per chi ha bisogno di
Il compilatore BASIC adoperato è l'ottimo PicBasic maggiori approfondimenti, il completo e dettagliato
Pro Compiler, la cui versione demo può essere scari- manuale della scheda in italiano. Non staremo quin-
cata dal sito della grifo®, può essere abbinato al di a ripetete tutte le caratteristiche ma citeremo le
comodo MicroCode Studio il quale si integra per- principali ricordando che il mini modulo è costruito
fettamente con il MPLAB della Microchip. su un contenitore DIP da 600 mil di larghezza con
Il compilatore C adoperato, di cui può essere scari- 28 piedini.
cata una versione demo, è il compilatore professio- Consuma solo 25 mA ed accetta una alimentazione
nale HTC PIC della Hi Tech. compresa tra 3 e 5 Vdc. Monta un Micro Microchip
con 14,3K di FLASH, 368 byte RAM, 256 byte
CARATTERISTICHE RIASSUNTIVE GENERALI EEPROM e dispone 22 line di I/O. Dispone inoltre di
A bordo della GMM 876 è disponibile tutto quello 2 linee di PWM; 5 A/D da 10 bit, una tensione di
che può servire per affrontare le più disparate neces- riferimento interna ed una sofisticata sezione com-
paratore con cui è possibile realizzare facilmente un
ottimo A/D da oltre 14 bit di risoluzione. Una linea
I2C bus; 2 timer counter; DSP; SPI. Una potente
sezione UART, con baud rate generator in grado di
operare fino a 115K Baud con linea di comunicazio-
ne settabile a livello TTL oppure in RS232, comple-
tano le caratteristiche della GMM 876. Il mini modu-
lo è impreziosito dalla presenza di un LED rosso in
SMD che può essere gestito direttamente dal soft-
ware dalla CPU.

Per ulteriori informazioni


GRIFO®
Via dell'Artigiano, 8/6
40016 San Giorgio di Piano (BO)
Figura 3: La scheda GMM PIC-PG serve per Programmare i Mini Moduli PIC Tel. 051 892052 - FAX 051 896331
da 40 e da 28 piedini come il GMM 876
grifo@grifo.it - www.grifo.it - www.grifo.com

112 IN VETRINA
GRIFO-impaginato 30-04-2004 19:54 Pagina 113

Organizza
I° WORKSHOP SUL
DEVICE NETWORKING
In collaborazione con: SENA TECHNOLOGIES

EMBEDDED L’INTERFACCIAMENTO
INTERNET DEI DISPOSITIVI SERIALI

Sessione Pomeridiana (14.00-18.00)


ALLE RETI LAN
Sessione Mattutina (09.00-13.00)

Il corso permetterà al partecipante di


apprendere nozioni sulla configurazione Il corso permetterà al partecipante di
ed integrazione dei dispositivi apprendere nozioni sulla configurazione ed
Sena Technologies (www.hellodevice.it) integrazione dei dispositivi Sena Technologies
serie HD1x00, Serie Super SS110, SS400, SS800 (www.hellodevice.it) serie Lite, Pro, STS, VTS.

Argomenti principali della sessione: Argomenti principali della sessione:


• problematiche di connessione di apparecchiature • la conversione Seriale/Ethernet semplice ed economica
e dispositivi elettronici alle reti TCP/IP • bridge di dispositivi seriali mediante LAN
• i micro web servers Sena Technologies ed • interfacciamento di dispositivi con diversi livelli di
i loro possibili campi di applicazione integrazione (dal modulo all’apparato multiporta)
• tecniche per il controllo remoto e via web • il console management
• domande e risposte • domande e risposte

QUOTA DI PARTECIPAZIONE € 99,00 + IVA* QUOTA DI PARTECIPAZIONE € 99,00 + IVA*


COMPRESO UN MICRO WEB SERVER COMPRESO UN SERIAL/ETHERNET CONVERTER
MOD. HD1100 DEL VALORE DI € 125,00 + IVA MOD. LS100 DEL VALORE DI € 125,00 + IVA

ISCRIVITI AD ENTRAMBE LE SESSIONI AL PREZZO IRRIPETIBILE DI € 189,00 +Iva


compresi 2 sistemi del valore complessivo di € 250,00 +IVA (1 mod. HD1100 + 1 mod. LS100)

SCHEDA DI PREREGISTRAZIONE
Da compilarsi in ogni sua parte ed inviare via fax al n. 02 66508225 o per e-mail ad academy@elettroshop.com
È possibile iscriversi online all’indirizzo www.elettroshop.com/academy

Evento di*: ❑ Roma ❑ Milano ❑ Padova ❑ Torino

Nome e Cognome Azienda

Via Cap Città Prov.

Tel. Fax E-mail

Sessione Workshop:
❑ Mattutina (€ 99,00 + Iva compreso un sistema HD1100)
❑ Pomeridiana (€ 99,00 + Iva compreso un sistema LS100)
Firma
❑ Entrambe (€ 189,00 + Iva compreso un sistema HD1100 e un LS100)

Autorizzo il trattamento dei dati personali ai sensi della Legge 675/96

*Seguiranno dettagli sulle date degli eventi (I Workshop si terranno nei mesi di Aprile/Maggio 2004)
e sulle modalità del saldo della quota di partecipazione
GRIFO-impaginato 30-04-2004 19:54 Pagina 114

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FE - 227

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(11 uscite) a soli € 39,00 anziché € 51,00, il mio codice abbonamento è
❑ Regalo: Regalo ad un amico Fare Elettronica per un anno (11 uscite) a soli € 35,00 anziché € 51,00
Riservato agli abbonati, il mio codice abbonamento è
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Riservato a Scuole ed Università

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