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UNITA’ 5

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CARLO V

Nella prima metà del 500, in Europa nacque l’ultima grande monarchia universale. A capo di questa, si
trovò Carlo d’Asburgo, nipote dell’imperatore Massimiliano d’Asburgo (1493-1519) che si era distinto per
un’abile politica matrimoniale. Infatti aveva sposato Maria di Borgogna (Paesi Bassi, Fiandre, Contea
Franca), fece maritare il figlio Filippo con Giovanna “la pazza” figlia dei sovrani si Spagna Ferdinando
d’Aragona e Isabella di Castiglia, quindi erede del regno di Spagna, dell’Italia Meridionale e delle colonie
americane.

Carlo nacque a Gand (Paesi Bassi) nel 1550. Nel 1506 sia la madre che il padre morirono quindi acquisì a soli
sei anni il ducato di Borgogna. Nel 1516 morì il nonno materno cedendogli i territori della Spagna, Italia
Meridionale e le colonie americane e con la scomparsa del nonno paterno nel 1519 ricevette la corona
austriaca e anche il diritto all’elezione imperiale.

Per la conquista al trono imperiale si era fatto avanti anche il re di Francia Francesco I ( 1515-1547), il quale
vedeva Carlo come una minaccia dato che i suoi possedimenti circondavano il suo regno, quindi cercò di
portarsi a favore i principi elettori versando loro cospicue somme di denaro. Anche Carlo utilizzò lo stesso
metodo e con il sostegno dei più importanti banchieri, i Fugger, comprò il voto dei 7 principi elettori. Fu
incoronato imperatore nel 1519 con il nome di Carlo V (1519-1556).

Con Carlo V si riaffacciava il sogno della restauratio imperii, infatti il nuovo imperatore era profondamente
devoto ai valori evangelici del cristianesimo e considerava la religione cattolica come una dottrina fondata
sulla giustizia e sulla compassione. Allo stesso tempo ricevette un’educazione basata sull’arte della guerra e
la cultura cortese, sviluppando la passione per la cavalleria e la gloria militare. Infatti l’imperatore voleva
dare vita ad un impero esteso a quasi tutta la terra, in cui tutte le comunità sarebbero state unite sotto la
religione cristiana e da un imperatore. Tuttavia si dovette scontrare con la realtà e fu così che si trovo
coinvolto in diverse guerre insubordinazione da parte degli stati nazionale e conflitti religiosi scatenati dalla
riforma protestante.

Dovette sedare delle rivolte in Spagna in Castiglia e Aragona, sin dal 1516 gli Spagnoli non lo vedevano di
buon occhio, che nel 1520 quando partì per andare in Germania insorsero. Chiedevano l’allontanamento
della corte straniera, un più equo sistema fiscale e il ripristino delle autonomie locali. Sedate le rivolte nel
1522, cercò di ridurre le distanze con la Spagna stabilendo lì la sua corte fino al 1529 e sposandolo la
principessa del Portogallo (Isabella) nel 1526.

Fu impegnato principalmente su tre fronti (politico, religioso, militare)


1. Contro il re di Francia, si contendevano il dominio sul’Italia e che voleva prendergli la Borgogna
2. Contro il sultano dell’Impero ottomano, Solimano I il Magnifico, in lotta per il predominio sul
Mediterraneo
3. Contro i principi tedeschi che avevano aderito alla riforma protestante

1Lo Scontro Con Francesco I


Le tensioni tra la Francia e l’impero sfociarono in un duraturo scontro armato. Si affrontarono nelle
Fiandre, in Borgogna, nei Pirenei e nella penisola italiana. Gli stati italiani continuavano a essere
l’obbiettivo delle due potenze, per la Francia perché avrebbero dato lustro e un rafforzamento al suo regno
nello scenario europeo, per l’impero, indispensabili per la sua missione universalistica e per proteggersi
dagli ottomani.

Per prima cosa combatterono per il controllo del ducato di Milano che volse a favore dei francesi con la
battaglia di Marignano(1515) e con la pace di Noyon(1516) fu determinata la divisione della penisola
italiana. Allora Carlo V volle conquistare la Lombardia per facilitare i collegamenti tra Italia e Austria (via
asburgica). Lo scontro decisivo si ebbe nella battaglia di Pavia(1525), dove Francesco I fu fatto prigioniero,
liberato solo dopo un ingente riscatto. Il re di Francia riorganizzò le forze e fondò la Lega di Cognac(1527)
tra Stato pontificio, Genova, Milano, Firenze, Venezia, ma l’alleanza si dimostrò disunita. L’imperatore
indignato per il voltafaccia del pontefice mosse le truppe dei lanzichenecchi verso il centro-Italia che
saccheggiarono dal 6 Maggio 1527 Roma (il Sacco di Roma).

Approfittando della debolezza dei Medici (sostenitori del papa) fu proclamata di nuovo la Repubblica a
Firenze. Il Papa dovette cedere parte dei territori e cercò una soluzione riavvicinandosi a Carlo V che firmò
il trattato di Barcellona(1529) (in cambio dell’appoggio di Clemente VII, l’imperatore doveva riportare i
Medici a Firenze e riprendere i territori della Chiesa. Mentre Francesco I dovette firmare la pace di
Cambrai(1529) (mediazione diplomatica tra la madre di Francesco e la zia di Carlo: “ pace delle 2 dame”)
che prevedeva le nozze tra il re di Francia e la sorella di Carlo, la rinuncia da parte della francia del ducato di
Milano e del regno di Napoli, in cambio l’imperatore rinunciava alla Borgogna. Nel 1530 Carlo V venne
nominato re d’Italia.

Sia Francesco I, che morì nel 1547, e Carlo V, che abdicò nel 1556, non riuscirono a vedere la fine della loro
contesa. Carlo V morì il 1558, presso un convento. Alla sua morte diede il titolo imperiale al fratello
Ferdinando (Austria, Boemia) mentre al figlio Filippo II(1556-1598) diede la corona Spagnola, i territori
americani, i Paesi Bassi e i possedimenti italiani. La divisione dell’impero pose fine all’accerchiamento della
Francia, quindi la guerra proseguì sempre più stancamente tra Filippo II ed Enrico II(1547-1559). L’ultimo
scontro significativo fu a San Quintino(1557), dove la Spagna grazie ad Emanuele Filiberto vinse. Questo
portò alla pace di Cateau-Cambrésis(1559), i territori della penisola italica rimanevano degli Asburgo di
Spagna.

Le conseguenze di sessant’anni di guerra furono rilevanti per gli Stati Italiani, che persero la loro
indipendenza e si trovarono a subire un controllo esterno. Questa condizione, coincise con la perdita da
parte dell’Italia del ruolo di centro economico e politico europeo. Solo le repubbliche di Genova e Venezia
rimasero indipendenti.

2Lo Scontro Con Solimano I il Magnifico


Ennesimo scontro tra i cattolici europei e gli islamici. Carlo V volle contrastare l’espansione degli Ottomani
che nella battaglia di Mohàcs(1526) avevano sbaragliato l’esercito Ungherese e che nel 1529 erano giunti a
Vienna. Carlo V in difesa della città riuscì a cacciare il nemico, ma non cancellò il timore che i turchi
potessero invadere nuovamente il continente europeo. I Turchi grazie al corsaro Khair al-Din (Barbarossa):
conquistarono nell’Africa settentrionale la Tunisia, l’Algeria e parte del Marocco, danneggiarono gli
interessi commerciali degli Asburgo in Nord-Africa (le navi di Barbarossa razziavano e saccheggiavano gli
schiavi ai danni degli abitanti delle coste calabresi, pugliesi e siciliane).

Carlo V decise di intervenire nel 1535 poiché erano riusciti a conquistare Tunisi. Dopo aver stretto
un’alleanza con la Chiesa, la Repubblica di Genova e il re del Portogallo assediò la città. Barbarossa, decise
di utilizzare gli schiavi cristiani come scudo, che inaspettatamente riuscirono a ribellarsi, facilitando
l’ingresso dell’imperatore il 21 Luglio 1535. Le scorribande Ottomane ripresero e nel 1543 giunsero a
conquistare Nizza e l’Isola d’Elba.

3La Riforma Protestante


All’inizio del 500 la vendita delle indulgenze era un’attività particolarmente intensa e in Germania il vescovo
Alberto di Brandeburgo, voleva ottenere il titolo di arcivescovo, poiché era vietato accumulare troppe
cariche ecclesiastiche, versò nel 1517 al papa Leone X una cospicua somma di denaro anticipata dai Fugger.
Per rinsaldare il suo debito Alberto ottenne la licenza dal papa di poter riscuotere le indulgenze. Il vescovo
affidò quest’incarico a un frate (Johann Tetzel). Quest’attività provocò la protesta di alcuni fedeli. La
risposta più grave si ebbe con Martin Lutero.

Martin Lutero nacque a Eisbel(1483), si laureò in legge nel 1505, tuttavia dopo una crisi spirituale entrò in
un monastero e poco dopo fu chiamato a insegnare teologia nell’università di Wittenberg. Al centro della
riflessione di Lutero c’era una concezione cupa dell’esistenza terrena: gli esseri umani parevano
naturalmente portati al male. Ossessionato dal peccato e che l’intera umanità fosse condannata all’inferno,
nutriva poca fiducia nell’efficacia dell’azione umana di fronte al problema della salvezza dell’anima dopo la
morte. Solo la fede in Dio era la condizione necessaria per la salvezza eterna. E’ sufficiente credere in Dio e
obbedire alla Scrittura poiché le opere non possono renderti migliore. Dio ha già stabilito chi salverà e chi
no, solo grazie alla fede del credente di essere stato scelto, Dio lo può “giustificare”, quindi salvarlo. Ogni
credente può interpretare e leggere le sacre scritture, attraverso un libero esame: per questo occorre che
siano alla portata di tutti. Quindi le gerarchie religiose non hanno senso, di conseguenza anche alcuni
sacramenti. Infatti per Lutero sono solo validi il battesimo e l’eucarestia.

Il 31 Ottobre 1517 Lutero affisse sulle porte della chiesa di Wittenberg le sue 95 tesi. Lutero si limitò a farle
circolare in latino per discuterne pubblicamente, furono i suoi studenti a tradurle in tedesco e a dar loro
una grande diffusione. Le sue idee circolarono nell’intera Europa. All’inizio sia il papa che Carlo V non
diedero troppa importanza a ciò che stava accadendo, compresero troppo tardi l’importanza di ciò che
stava accadendo. Il papa scomunicò Lutero con la Bolla Exsurge Domine(1520). L’imperatore indette la
dieta di Worms(18 Aprile 1521) costringendolo a ritrattare a quanto detto, ma Lutero non accetto. Carlo V
allora emanò un editto con cui bandiva il frate dall’impero. Fu Federico di Sassonia, a proteggerlo nella sua
fortezza di Wartburg (fingendo di rapirlo). Lì Lutero tradusse la Bibbia che poi pubblicò nel 1522. Grazie alla
stampa a caratteri mobili riuscì ad avere un rapido impatto esteso. Poiché la stragrande maggioranza del
popolo non sapeva comunque leggere concepì dei libri di piccole dimensioni, poco costosi e ricchi di
illustrazioni. Lutero compose in tedesco anche vari canti religiosi, che la popolazione poteva imparare a
memoria e cantare nei vari villaggi. Tutta questa premura nei non letterati fece si che in Germania, nei Paesi
Bassi, nella Danimarca, in Svezia e in Inghilterra si ridusse l’analfabetismo.

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LA CONTRO RIFORMA
In Italia e Spagna la formazione dei movimenti riformati riguardò solo alcune minoranze della popolazione.
La riforma attecchì debolmente a causa dell’enorme potere della chiesa e della vicinanza della Curia. In ogni
caso si erano accese varie voci che contestavano la mondanizzazione della Chiesa e il continuo ricorso al
denaro. Il Sacco di Roma fu interpretato dai fedeli come il segno di decadenza della città eterna e della sua
imminente caduta.

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