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Christian Lindberg - Il Trombone virtuoso

Christian Lindberg è l'unico trombonista ad avere una carriera simile a


quella di un pianista e sempre alla ricerca del repertorio per i suo
strumento. E' anche compositore e direttore e, nei momenti liberi, si
diverte a partecipare alle maratone. Lo incontriamo in occasione dei
vent'anni di collaborazione con l'etichetta BIS per la quale incide da
sempre.
Di ENNIO SPERANZA

Come le accadde di innamorarsi di uno strumento come il


trombone? In che modo si è propagata poi la scintilla?
E' stato il trombonista Jack Teagarden che ha fatto nascere in me la
passione per il trombone. Avevo diciassette anni e cominciai a suonare in
una band dixieland proprio a scuola.

In quale modo un trombonista riesce ad avere un'agenda cosi


ricca di impegni come la sua?
Penso di essere nato per starmene su un palco, mi riesce naturale, è una
propensione che mi porto dietro un po' da sempre. Non so perché, ma
ho sempre avuto una risposta fenomenale dal pubblico. All'inizio, quando ho cominciato a studiare lo
strumento, ho sempre pensato che fosse un peccato starsene in un angolo e non poter far sentire la propria
voce al di là dei pochi assoli riservati. Ritenevo e ritengo il trombone uno strumento pieno di possibilità e mi
sono adoperato per far vedere cosa si potesse fare con un trombone. Questo mio modo di suonare è stato
all'inizio un grande svantaggio; nel tempo, invece, ho visto che il pubblico rispondeva bene alle mie
sollecitazioni e ho capito che con il trombone si può essere un solista nel pieno senso della parola. Credo di
esserci riuscito.

Lei ha in programma molte composizioni contemporanee: le capita di collaborare con i


compositori che scrivono per lei? Chi è stato il compositore che le ha scritto il concerto più
idiomatico per lo strumento in cui tutto filava liscio tecnicamente?
Con diversi compositori ho lavorato in maniera piuttosto stretta: parlo di Takemitsu, Part, Schnittke, Berio e
Sand-strom. Tra tutti, credo che questi ultimi due siano stati quelli che hanno composto i brani più idiomatici
e, se posso esprimermi così, meglio scritti per lo strumento, sebbene si tratti di pezzi piuttosto difficoltosi e
virtuoslstici.

Qual è secondo lei il miglior concerto per trombone del Novecento sia per la scrittura che per il
rapporto con l'orchestra?
Senza dubbio il Motorbyke Concerto di Jan Sandstrom!

Parliamo dello studio del trombone: come studia? Quali sono stati i suoi insegnanti?
Ho studiato e studio come molti fanno: tecnica e pezzi. Oggi più pezzi e meno tecnica. Per quanto riguarda
la seconda domanda deve sapere che probabilmente detengo una sorta di Guinness perché ho studiato con
quindici differenti maestri, persino con basso tubisti. Sven-Erlk Enksson, Peter Gane, Dennis Wick, John
Iveson e Roger Bobo sono stati i più importanti. Per tornare alla prima domanda, i primi tré anni ricordo di
aver macinato studi e metodi come Arban, Schlossberg, Lafosse, Hansen e Coulliaud ma poi ho focalizzato
l'attenzione sul repertorio solista memorizzando per bene ogni pezzo importante che la letteratura
trombonistica concedeva. Ce li ho tutti ancora in testa.

In Italia, ultimamente, la scuola degli ottoni sta crescendo molto: ha avuto modo di constatare
questo cambiamento?
Assolutamente sì! E' meraviglioso vedere cosa sta accadendo in questo momento in Italia, in Spagna e in
Giappone. Stanno venendo su un mucchio di talenti e di ottimi professionisti.

Ci racconti dell'esperienza nelle diverse orchestre con le quali ha suonato...


Le dirò una sola cosa. Avevo diciannove anni quando suonai con l'Orchestra dell'Opera di Stoccolma. Era una
formazione in cui la maggior parte dei componenti aveva intorno ai sessanta anni... un bei salto
generazionale che mi faceva sentire In difficoltà. Inoltre, stare seduto per circa sei ore per suonare un'opera
di Wagner dove talvolta si hanno pause di venticinque minuti per poi suonare una nota di un singolo accordo
era sicuramente differente che scatenarsi in qualità di membro di una dixieland band in una jam session di
Basin Street Blues...

Che importanza da allo strumento in se? Che tipo di strumenti suona?


Beh, lo strumento deve permetterti di poter espandere le tue potenzialità, e quindi ritengo che sia
importantissimo anche lavorare in questo senso Sono consulente per la Conn dal 1989 e abbiamo lavorato
per produrre uno strumento che battesse in versatilità e maneggevolezza tutti gli altri modelli In circolazione,
lo e mio suocero (Bela Tarrodi, un eccellente costruttore di strumenti, ndr) lavoriamo a stretto contatto, e lui
ha studiato una nuova valvola che è stata una rivoluzione per lo strumento. Questa permette una purezza di
suono e un'escursione dinamica che nessun altro strumento possiede.

Lei appare come un uomo instancabile. Esiste una giornata-tipo


di Christian Lindberg?
E' presto detto. Ore 7.00: caffè. Dalle 7.15 alle 9.00 studio delle partiture
(come lei sa oggi dirigo anche). Alle 9 faccio colazione. Dalle 9,30 alle 11
studio lo strumento. Dalle 11 alle 12.30 circa compongo. Dalle 12,30 alle
14 corro tra i dieci e i venticinque chilometri. Alle 14 pranzo. Alle 16
suono ancora, alle 17 mi rimetto a comporre per un'ora o più. Se non
sono troppo stanco continuo sino alle 8 o alle 9, altrimenti mi diverto con
la famiglia. Dalle 21 in poi: vino, birra, amici, cinema, tutto ciò che ti fa
veramente felice!

Che dire? Complimenti per l'organizzazione e per la suddivisione


del suo tempo! Come è nata la storia dei Los Bandidos?
Beh, il nostro mondo, quello della musica cosiddetta classica si porta
appresso troppi tabù alcuni dei quali, tipo quello dell'eccessiva seriosità.
In un modo o nell'altro volevo sfatare o rompere. Il musicista che si
occupa di Beethoven o Brahms mica deve essere necessariamente un pinguino imbalsamato, può essere un
uomo che vive il suo tempo, che sa divertirsi o giocare, che ride e sorride anche quando fa musica. Sono
molto contento perché la risposta che abbiamo ottenuto dai nostri concerti e dai nostri dischi è stata
incredibile.

Pensa che la trascrizione sia un mezzo ancora valido per aumentare il repertorio del trombone,
o ritiene questa pratica un po "illecita"?
Penso che la trascrizione sia una cosa fantastica, assolutamente! La cosa più stupida nel mondo della musica
classica è che spesso ti criticano in questo senso e storcono il naso su un fenomeno che è sempre esistito e
che è di vitale importanza. Mozart faceva trascrizioni, Mahler pure, per non mettersi a citare gente come
Bach, Schumann, Berio, Miles Davis e via così. No, grazie al cielo la musica viaggia attraverso i mezzi di cui
dispone, tutti, senza curarsi di ciò che dicono i pedanti.

Qual è il segreto del matrimonio così lungo fra lei e la Bis Record?
La fantastica intelligenza di Robert von Bahr, la sua devozione e la sua passione, il suo perfezionismo, il suo
reale interesse per la musica. E' veramente una delle figure più importanti nell'industria della musica
classica. Ci sono volte in cui mi fa arrabbiare, ovviamente possono sorgere divergenze, e so che qualche
persona si è irritata per la mia cocciutaggine, ma guardando a quello che è riuscito a costruire e al tipo di
energia che ha messo e mette nel suo lavoro, non credo ci sia migliore ambasciatore per la musica
cosiddetta classica di qualità.

Dal punto di vista musicale qual è il risultato o la cosa che la rende maggiormente orgoglioso?
Sono realmente orgoglioso di essere riuscito a rendere reale, effettiva, palpabile la mia visione della musica,
quella che avevo sin dall'inizio. Sarei rimasto delle mie convinzioni anche se fossi stato frainteso. Molte
persone all'inizio hanno deriso in maniera forse un po' troppo snob i miei tentativi di far considerare anche il
trombone uno strumento realmente solista...

Il jazz da questo punto di vista ha offerto sicuramente più chances allo strumento...
Direi proprio di sì. Per questo ho deciso di perseguire le mie idee con tenacia, perché volevo che il mondo
della musica classica si accorgesse delle enormi potenzialità del trombone e credo di avercela fatta. Sono
orgoglioso di aver avuto seguito e credito, il successo è andato oltre ogni più rosea aspettativa, ben oltre i
miei sogni. Ma di ciò devo ringraziare anche chi sin dall'inizio ha creduto in me e nelle mie idee, persone
come appunto Robert von Bahr.

Lei ha debuttato come direttore nell'ottobre del 2000. In che modo è stato spinto verso la
direzione? Possiamo tracciare oggi un piccolo bilancio della sua esperienza direttoriale?
L'orchestra Northern Sinfonia quasi mi ha obbligato a dirigere un concerto. Ai loro primi inviti dapprima
risposi di no, ma l'insistenza dell'orchestra ha avuto il sopravvento. E gli sono grato di questo perché è stato
un successo sorprendente e in tal modo ho scoperto un lato della mia personalità musicale che, con il
tempo, sta uscendo allo scoperto sempre di più. Pensi che la seconda orchestra che ho diretto mi ha
proposto di diventare da subito direttore principale. Nel 2003, tra l'altro, è uscito il mio primo CD nella
triplice veste di solista, direttore e compositore. Ora sono molto orgoglioso di essere il direttore sia della
Nordic Chamber Orchestra sia dello Swedish Wind Ensemble.

Ci sono direttori con cui ha studiato in particolar modo? Ha dei modelli particolari?
Cerco di avere uno stile personale e di lasciarmi influenzare il meno possibile dagli altri. Ogni direttore è solo
con se stesso e credo che possa diventare un gran direttore solo se non imita gli altri o se non si lascia
conquistare da modelli precostituiti. Lo studio va fatto da se stessi sulla musica... Sebbene è indubbio che
durante il tirocinio bisogna essere in grado di assorbire tutti gli stimoli che provengono da chi ne sa più di tè.
In questo senso devo moltissimo, in termini di aiuto, consigli, insegnamenti tecnici a Paavo Jarvi, Gilbert
Varga, Tommy Anderson, James de Preist, Hans Graf, Leif Segerstam e Okko Kamu.

Lei ha dato un grande impulso alla letteratura odierna per trombone. Chi è stato il compositore
più difficile da convincere a scrivere un pezzo per trombone? C'è un compositore che ammira e
che non ha scritto ancora nulla per lei?
Gyórgy Ligeti su tutti! Dovrebbe comporre un pezzo per me, ma è sempre occupatissimo e siccome è un
perfezionista, e ci mette molto tempo per scrivere: generalmente accetta il 5% delle commissioni che riceve.

Ho trovato semplicemente straordinario il suo CD con i


concerti classici per trombone. Ci può parlare di come ha
scelto i pezzi, di come ha lavorato su quei pezzi e delle
eventuali difficoltà che ha incontrato?
Fare delle buone edizioni di musica del passato è incredibilmente
lungo e faticoso. Non parliamo poi di quando il materiale è di difficile
decifrazione e ti costringe a comportarti come una sorta di detective
della musica. Tra una cosa e 'altra ci ho messo una decina di anni per
trovare la giusta maniera di rivedere questi pezzi e in seguito non è
stato immediato rintracciare i musicisti adatti a lavorare sulle
partiture. Già nel 1986 ho avuto proposte da una major per incidere
tale repertorio con una delle più grandi orchestre del mondo, ma ho
rifiutato perché avevo dei dubbi. Ora, diciotto anni dopo, sono
veramente felice di aver trovato la giusta orchestra e sono orgoglioso
del lavoro svolto con loro e con la casa editrice. C'è voluto un
mucchio di tempo, ma credo ne sia valsa la pena.

Suo fratello Jakob è un liutista di fama mondiale. Come mai


in famiglia avete scelto strumenti così inconsueti? C'è un
Lindberg che suona almeno il violino o il pianoforte?
Nostro padre è stato un grande pittore, ma suo padre non ha mai
accettato l'idea che egli potesse fare l'artista Così ha promesso a se
stesso di non ostacolare le eventuali inclinazioni dei suoi figli. Qualslasi nostra scelta è stata infatti
supportata e incoraggiata, e sia io che Jakob siamo stati comunque abbastanza pazzi da scegliere due
strumenti così "oltraggiosi". Ma non ci sono solo folli in casa Lindberah: un altro mio fratello fa l'architetto,
mentre nostra sorella è un medico specializzato in chirurgia oculistica.

Com'è andata l'ultima maratona?


Sono imbarazzato, ma devo dire che ho osato troppo...
Ho deciso di spingere per arrivare sotto il muro delle tré ore e mezzo e così ho mantenuto sino al ventesilmo
chilometro un'andatura assai sostenuta. Troppo sostenuta... E alla fine non ce l'ho fatta!
L'inevitabile domanda: progetti futuri?
Ci sono tre commissioni che stanno richiedendo molte energie: una dalla Scottish Chamber Orchestra, una
dalla Chicago Symphony Orchestra e la terza dalla Australiar Chamber Orchestra. Quindi sto lavorando molto
sulle promozione delle mie due orchestre. Stiamo pianificando tournées, commissioni, programmi etc. E su
tutto questo, la registrazione in prima mondiale per la BIS del concerto per trombone di Turnage con la
London Phiiharmonics. E poi tanti altri progetti, letture, concerti, dischi. Non riesco a stare fermo. E poi non
mi va.

L'articolo è apparso sul numero 54 della rivista "i Fiati" pubblicato dalla società editrice RIVERBERI SONORI ed è stato inserito in questo sito
dietro gentile autorizzazione dell' Editore e dell'Autore. Tutti i diritti sono riservati. Copyright 2004 RIVERBERI SONORI Per ricevere informazioni
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Trascrizione a cura di Mirko - redazione di **Trombone Italia Magazine** www.iltrombone.it

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