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Urano

Cambiamenti improvvisi e inaspettati (Urano),


destrutturazione dei nostri confini (Nettuno) ed
eventi distruttivi di ciò che è cristallizzato (Plutone)
Il pianeta Urano, sia nell’oroscopo di nascita che
nell’analisi dei transiti, indica generalmente se e in
quale ambito il soggetto può subire bruschi
cambiamenti o perdite. Urano tende ad
“elettrizzare” e squotere tutto ciò con cui viene a
contatto,
I manuali che prediligono gli aspetti psicologici e
spirituali insistono nel definire l’azione di Urano come
quel fattore che, indipendentemente dalla nostra
volontà cosciente, impone un elemento di novità
nella nostra vita. Questo può presentarsi sotto
forma di evento esterno, anche violento (un caso
frequente è ad esempio la rottura di relazioni o
qualche drastico cambiamento nelle nostre abitudini
quotidiane) oppure può essere percepito come
un’ondata di novità nella nostra psiche che
determina una forte discontinuità tra il nostro modo
attuale di pensare e di vivere le emozioni rispetto a
quello di un passato più o meno recente. Eventi di
questo tipo vengono spesso descritti come “crisi di
coscienza”, oppure come la sensazione di trovarsi ad
un bivio di fronte al quale è necessario operare una
scelta, nella consapevolezza di non poter più
ritornare a percorrere la vecchia via.

Urano è un pianeta generazionale, dato che impiega


circa 84 anni a completare una rivoluzione attorno
allo Zodiaco. Nell’analizzare il significato per il singolo
è bene quindi soffermarsi più dettagliatamente sul
significato del pianeta nella casa, cercando di
comprendere il modo in cui un determinato tipo di
manifestazione di interesse collettivo possa giocare
un ruolo nella vita di un determinato individuo. Molto
importante è inoltre l’analisi delle relazioni che
questo pianeta forma con gli altri, oppure con i punti
sensibili della carta, come AC, MC, nodi lunari, ecc.
L’Acquario è il segno che chiude e completa la triade
dell’elemento Aria ed è legato alla capacità dell’uomo
di mettere in contatto, comunicare, essere in
relazione e scambiare informazioni con sé stesso e
con ciò che lo circonda. L’Era dei Pesci ha così
passato il testimone a quella dell’Acquario dopo aver
permesso lo sviluppo del sentire empatico, del senso
di compassione e del senso di gestazione delle cose
e lascia ora il posto alla fase di comunicazione,
relazione e scambio di questi contenuti.
A mio avviso il grande passaggio di coscienza che ci
viene richiesto riguarda il salto dalla fase di
“concepimento” avvenuto sotto forma di
“fecondazione” inconscia ad opera di Nettuno – gran
signore dell’Era dei Pesci – a quella di vera e propria
“ideazione-sperimentazione” che produrrà l’effetto
di portare alla coscienza subliminale e alla mente
superiore ciò che prima si è mosso a livello profondo,
creando così le opportunità per poter raggiungere ed
illuminare le coscienze sotto forma di “spirito dei
tempi”.
E’ così che qualcosa che circola prima esclusivamente
a livello di inconscio collettivo e che fluttua senza una
precisa collocazione nello spazio-tempo, può arrivare
alla percezione individuale come qualcosa che si agita
dentro e che dovrà prendere forma; in questo modo
le energie prima si muovono sotto forma di onde
energetiche e riempiono gli spazi vuoti tra la materia,
poi creano vere e proprie reti di informazioni e di
collegamento che restano ferme a livello potenziale
in attesa che qualcuno le catturi e le decodifichi, e
infine vengono trasmesse alla mente razionale e
logica, luogo in cui possono assumere forme
realizzabili.
Urano ha un glifo che ricorda un’antenna; una sorta
di parabola planetaria orientata verso l’alto e pronta
a captare e decodificare ciò che circola nell’etere
sotto forma di “onde”. Personalmente sono convinta
che ciò che l’astrologia moderna ha interpretato
come “spirito dei tempi” è rappresentato
dall’energia di questo pianeta che, da un lato ha la
forza di interrompere i cicli strutturati invertendone il
senso di marcia, ma dall’altro simboleggia la
potenzialità insita negli esseri umani di “catturare o
attrarre” le onde che viaggiano nell’etere cariche di
informazioni evolutive che qualcuno o qualcosa crea,
concepisce ed emette; forse, è questa la ragione per
cui gli uraniani vengono considerati avanguardisti ed
anticonformisti, perché sicuramente sono i più inclini
dello Zodiaco a cogliere ciò che di nuovo circola
nell’aria, ma anche a decodificarlo, a cercare di
tradurlo per trasmetterlo poi alla mente ordinaria
che lo codifica in nuovi schemi di pensiero e di
comportamento.
 
 
Urano – sul piano personale – si pone così come il
“grande ponte” tra il regno dell’inconscio di Nettuno
e quello della coscienza racchiuso dentro i limiti di
Saturno.

Il grande Vecchio è da tutti considerato il Dio delle


Forme, colui che le determina rendendole stabili e
strutturate, bloccando la fluttuazione nell’immenso
mare delle possibilità che permea ancora la
progettazione ideazione di Urano ed inserendole
nella realtà percepibile dai cinque sensi (Mercurio)
che sono in grado di cogliere solo ciò che è visibile,
udibile, toccabile, ecc.

Sul piano collettivo Urano si pone invece come la fase


di transizione tra il regno dell’immanenza e delle
forme di Saturno e quello della trascendenza, della
spiritualità e della non-forma di Nettuno.
L’Acquario, segno che ospita Urano per domicilio
primario, nella codificazione morpurghiana è anche
quello che ospita per esaltazione Nettuno e per
domicilio secondario Saturno e questo potrebbe
simboleggiare – a livello individuale – la possibilità di
riunire i tre grandi stati: corpo, mente e spirito dopo
il lunghissimo cammino che va dalla nascita
all’individuazione, mentre – a livello collettivo –
segnalerebbe l’opportunità che l’umanità avrà di
cogliere le energie sottili che emanano dalla Fonte
Originaria per collegarle al regno della
Manifestazione.
F
orse è anche per questo che la letteratura
astrologica assegna ad Urano il simbolo di “risveglio
ed illuminazione”, perché quando cominciamo a
percepire e ad integrare nella coscienza la sua
energia, sperimentiamo la sensazione di un vero e
proprio choc che ci dà la consapevolezza di essere
vissuti fino a quel momento in uno stato di trance
ipnotico da cui ci si deve risvegliare, interrompendo,
rompendo o cambiando gli schemi psichici e mentali
usati fino a quel momento per andare a cercare
nuovi collegamenti e “nuove connessioni”. Urano ci
fa sempre fare un “salto” che ha lo scopo di
modificare gli schemi di riferimento abituali,
qualunque essi siano.

Urano è anche legato al concetto di “opportunità di


cambiamento” poiché è sua la capacità di cogliere le
informazioni che spingono a nuovi bisogni, nuovi
progetti, ed è così che impedisce a qualunque forma
di restare rigida e cristallizzata nei confini
saturniani. Urano simboleggia quel tipo di energia – e
quella parte di noi – che ci sussurra all’orecchio di
non percorrere le strade, le idee, le forme già
conosciute ma di spingersi al di là, di andare oltre al
consueto, oltre al comune… di cercare dentro ciò che
inizialmente sentiamo come “diverso e nuovo” in
quanto non ancora esplorato; in questo modo,
durante un suo transito, ci permette di cogliere ciò
che di nuovo circola nell’aria portandoci così nuove
opportunità.
Chi ha un Urano molto forte nel tema è predisposto
appunto alla captazione delle nuove opportunità. Ma
vorrei spezzare una lancia a favore di queste persone
che spesso si sono viste accreditate dall’astrologia la
fama di “opportunisti”: l’opportunismo non ha
niente a che vedere con Urano che non simboleggia
altro che un’energia che come tale non è né buona
né cattiva, e opportunista è colui che sfrutta le
opportunità in modo egoistico e non etico… ma
questo attiene alla morale individuale e non al
pianeta.

Urano lavora dopo che Nettuno ha dissolto le


vecchie strutture facilitando così l’apparire di nuove
idee e nuove progettazioni che arriveranno alla
mente superiore sotto forma di nuove intuizioni.
Urano consente così ai processi nettuniani di
traghettare dall’inconscio alla mente superiore:
spesso il processo non è visibile e, nel caso, resta
incomprensibile; quando questo accade, il
cambiamento o l’evento si manifesta in modo
esterno o estraneo a noi, e questo è il caso in cui
Urano sembra annunciarsi come qualcosa di
ineluttabile e di drastico che interviene “da fuori”;
questa modalità di manifestazione resterà fino a
quando non saremo in grado di contattare e di
integrare nella coscienza la sua energia per cui agirà
come se si trattasse di qualcosa di “transpersonale”.
 
Ogni astrologo sa quanto sia difficile far comprendere
ad un consultante che ciò che sta affrontando
durante un transito di Urano – apparentemente al di
fuori della sua volontà e delle intenzioni coscienti –
è in realtà fortemente collegato ad un preciso
bisogno personale ancora incapsulato nei meandri
della mente superiore e, pertanto, non
“concettualizzato” dalla mente razionale. Sarà però
proprio questo bisogno a far coincidere
sincronicamente l’accadimento interno con un fatto
esterno visibile ed inequivocabile che produrrà il
cambiamento. Il punto è che questa modalità non
risulta molto facile da accettare al nostro
consultante; pensare che sono le condizioni esterne
a portare i cambiamenti è – per molti – meno
angosciante poiché permette di mantenere sotto il
livello della coscienza bisogni contraddittori e parti
di sé inaccettabili che non si è ancora pronti ad
elaborare e a gestire. Troppe volte ho visto persone
con un Super-Io ipercritico e rigido che, ad esempio,
pur volendo lasciare un compagno o una compagna
(Urano di transito a Venere), hanno vissuto il
transito come “esterno”, nel senso che l’energia è
stata effettivamente convogliata sul partner che,
nell’occasione, ha operato l’abbandono.
Urano agisce sempre a livello di progettazione
superiore; il punto però è che la stessa avviene al di
fuori dei processi della mente inferiore e, quando
appare il progetto finito, tutto sembra avere
carattere di subitaneità e di improvvisazione… in
realtà c’è stato un lungo lavoro interno, avvenuto a
livello subliminale e quindi al di fuori dell’intervento
della coscienza ordinaria.
Possiamo azzardare l’ipotesi che sia stato questo il
modo usato dallo Spirito dei Tempi per manifestarsi
all’umanità, apparendo come del tutto impersonale.
Certo, ora che siamo nell’Era dell’Acquario vi sono già
molti soggetti, che vivono questi tratti in modo
interno e personale sentendo che si attiva il bisogno
di liberarsi da condizionamenti, di aprirsi a nuove
opportunità , di sperimentare le proprie capacità
rimettendosi in gioco, evitando di percorrere le
stesse strade conosciute e battute, creando nuovi
schemi di pensiero e nuove reti neuronali
(connessioni) che allargano le possibilità di spaziare
della nostra psiche.
Quando l’intero processo diventa visibile, in ogni
caso, sono già intervenuti grandi cambiamenti e
trasformazioni interiori; i movimenti infatti sono
partiti dal Sé superiore che ha lavorato sull’essenza,
dando il via ad un processo alchemico che ha
eliminato ciò che non serviva più della vecchia
struttura, fecondato con il nuovo ed attivato le
necessarie metamorfosi inconsce per stimolare il
nuovo passaggio evolutivo collettivo e personale.
 
Noi siamo tutti schiavi di condizionamenti: qualsiasi
sistema si fonda su una serie di criteri e di regole che
sono invisibili ma che determinano; i criteri frenano
la libertà, sia che si tratti di una legge morale che di
un regolamento del codice della strada limiterà in
qualche modo la personalità potenziale senza che ce
ne accorgiamo. Ci sono persone che affrontano
malattie psicosomatiche perché sono perfettamente
conformate ai criteri e alle regole generali; in questo
modo però rimuovono l’immaginazione, la creatività
e, soprattutto, l’unità.
Urano, la cui energia – sul piano personale – entra in
funzione in modo straordinario nella fase
dell’opposizione a sé stesso a 40 anni di età circa,
cercherà di liberarci proprio da questi
condizionamenti, da questi criteri, da tutto ciò che si
è cristallizzato, che ci imprigiona e non ci rende
autentici. Quello che abbiamo sempre interpretato
come “flash intuitivo di Urano” non è altro che lo
stress che vive la nostra coscienza quando
consapevolizza all’improvviso – ovvero per una sorta
di folgorazione – il frutto di un nuovo collegamento: è
il momento in cui il vecchio circuito si è rotto
permettendo al nuovo materiale di accedere; a livello
cerebrale è il momento in cui si è creato un nuovo
circuito e si è allargata la rete di connessione creando
nuove opportunità di visione.
 
Tutti noi siamo affascinati dalle persone geniali e
creative; per esserlo però occorre che la mente non
percorra le tracce già costruite, ma vada alla ricerca
di opportunità non sfruttate. Spesso però le persone
che sfruttano potenzialità inedite della mente
superiore sono trattate alla stregua di pazzi. Lo
vediamo costantemente, soprattutto a livello di
scienza, in cui ogni nuova teoria viene contestata
(Max Plank, il genio della fisica quantistica, ha fatto
questa terribile battuta: “ una nuova teoria fisica non
trionfa mai: sono i suoi avversari che finiscono per
morire”). Questo ci dà la dimensione di come non sia
affatto facile esprimere ciò che giunge dai flash di
Urano, tuttavia possiamo consolarci pensando che la
maggior parte delle invenzioni sono state considerate
follie fino a quando non se ne è compresa l’utilità.
Nel piccolo, quando dobbiamo risolvere un problema
che a livello logico non ha soluzione, ci concentriamo,
ci affatichiamo, lottiamo come forsennati fino a che
sperimentiamo il senso di impotenza; dopo arriverà
la resa. Quella che si arrende è però la mente
razionale ed infatti, magari lavandoci i denti, una
bella mattina abbiamo un flash: in quel momento è
intervenuto qualcosa di diverso, qualcosa che non si
è accontentato di seguire la logica, ma ha attinto in
altre direzioni; in pratica siamo ricorsi alla nostra
parte uraniana che ha cercato finché è arrivata
l’illuminazione.
Questi processi appartengono a tutti ma hanno più
o meno facilità ad essere accettati a seconda dello
stato di coscienza in cui si trova il soggetto: se si
tratta di una persona molto libera e quindi “aperta
al nuovo”, i cambiamenti verranno vissuti come
bisogni interni di sperimentazione che porteranno a
nuove consapevolezze e creeranno grande
eccitazione; se invece si è ancora molto condizionati
è probabile che l’energia di Urano debba scegliere
strade alternative (apparentemente arriverà
dall’esterno ma psicologicamente giungerà
attraverso le proiezioni del soggetto poiché non è
ancora in grado di accogliere all’interno certi
bisogni). Le stesse intuizioni spesso saranno rifiutate
e definite come “irrazionali ed illogiche”.

Anche le informazioni che troviamo sui testi di


astrologia ci inducono a pensare che gli ultimi tre
pianeti e le loro energie non siano stati ancora
interiorizzati; il fatto stesso che si scriva che Nettuno
“confonde ed illude” e che Plutone “nasconde e
mistifica” mostra inequivocabilmente le grandi
proiezione di queste energie. Se invece cominciamo
a percepirle come parti di noi allora dobbiamo
cambiare anche il linguaggio con cui ci esprimiamo
ed ecco che Nettuno potrebbe essere visto come
quella parte di noi che è incline ad illudersi e a
confondere la realtà con la fantasia e la sua
posizione nel tema natale indicherebbe il punto e il
settore della vita in cui siamo più portati a sfuggire
la realtà e a fonderci o con-fonderci con ciò che c’è
attorno; Plutone rappresenta invece le parti di noi
che abbiamo manipolato e che pertanto
manipolano la realtà, è dove ci nascondiamo e non
siamo veri perché non abbiamo potuto esserlo e la
sua posizione ci indica il punto della nostra vita dove
mistifichiamo, perché non mostriamo chi siamo e, di
conseguenza, andiamo incontro a vari tradimenti
che originano dal fatto che siamo i primi a tradire la
nostra essenza.
 
L’era dell’Acquario dovrà consentire a tutti la
capacità di percepire, consapevolizzare, introiettare e
vivere come qualcosa di integrato e personale
l’energia sottile di Urano. In questo modo l’intera
umanità potrà andare verso una graduale liberazione
da tutti i condizionamenti posti dai processi del
Super-Io collettivo e individuale, che hanno creato
l’opportunità di controllare e padroneggiare le parti
istintive, ma che se vengono mantenuti inalterati
finiscono per limitare con blocchi e paure che
permettono il mantenimento di un vero e proprio
“Velo di Maya” che non consente ai processi di
liberazione di eliminare le false visioni e le false
verità.
Essendo venuta a contatto con alcune persone che
hanno avuto esperienze di pre-morte, mi sono resa
conto che queste parlano della vita “terrena e
materiale” come di un luogo in cui vige un’atmosfera
di “grande paura” che impedisce e blocca il passaggio
di un’energia che loro definiscono “amore, unità e
guarigione”.
Al culmine dell’esperienza di pre-morte queste
persone hanno avuto la sensazione di
attraversamento del tunnel, al di là del quale hanno
vissuto un “ri-collegamento” con conseguente
ritorno al grande “senso di partecipazione e di
amore universale”. Tutte sostengono di aver
compreso le motivazioni della vita. Uno di questi
soggetti mi ha detto: “in un attimo ho compreso il
senso della vita, del mondo e ho capito perché nella
vita terrena si soffre… perché si è scollegati ed
isolati”.

Se l’astrologia ha posto da sempre la “malattia” nella


casa VI e la “cura” nella sezione dell’oroscopo legata
a Nettuno (casa XII), forse la liberazione dalla paura e
il passaggio verso il sentirsi nuovamente parte di un
gruppo è qualcosa che apre alla “guarigione” e, a
livello planetario, potrebbe essere proprio Urano che,
nel suo domicilio Acquario permette l’acquisizione di
quella libertà interiore che nasce dal lasciarsi dietro
le grandi paure dovute al “senso di separazione” di
Saturno per giungere a quel “suonare all’unisono”
dato dal sentirsi parte di qualcosa di più grande di sé
e di universale (Nettuno).
L’Era dell’Acquario significherà poter vivere le
energie di Urano in modo personale ed un maggior
avvicinamento al compimento del processo di
Individuazione che, nella psicologia junghiana è la
possibilità dell’uomo di riunire sotto la
consapevolezza dell’Io tutte le parti che prima erano
separate in un vero e proprio centro organizzatore
che possa poi procedere senza timori al
riallacciamento con il Sé (totalità della psiche e
unione spirituale rappresentata da Nettuno).
Forse è questo che indica veramente Urano: la
possibilità di liberare tutto ciò che è bloccato,
interrotto o tagliato fuori dal “centro” ed in questo la
logica zodiacale ci fa comprendere perché tale
pianeta si trovi domiciliato nel segno opposto a
quello del Sole. L’integrazione deve avvenire nel
“centro”; l’Io infatti, fino a che non si riconcilia con il
Sé, rappresenta una falsa identità perché si struttura
su condizionamenti che lo separano da quelle parti
che non possono essere integrate. Il vero senso di
unità è dato dal ritorno al Sé che è molto più grande
ma in un certo senso anche più semplice dell’Io; esso
è il frutto dell’amore dell’uomo per sé stesso e per
tutto ciò che lo circonda. Esattamente quello che dice
Don Juan a Castaneda: “l’uomo di coscienza è quello
che diventa consapevole di essere separato dal senso
della vita e quindi decide di seguire la strada che ha
un cuore”.
L’Io è sempre un prodotto della frammentazione
della mente. Ci sono varie divisioni: tra la natura e
uomo, tra l’uomo e gli altri esseri umani, e tra
l’essere umano e sé stesso; l’Io per formarsi taglia
fuori tante parti e per portare a termine il processo
di individuazione dovrà prima ricongiungerle tutte,
perché solo in quel momento potrà sperimentare il
senso di unità totale e trascendere sé stesso.

Gli astrologi sanno che le opposizioni tra Sole e


Urano e tra Leone e Acquario possono
potenzialmente essere indice di problemi
cardiovascolari; simbolicamente e nella medicina
psicosomatica queste malattie sono indice di una
frattura “tra la testa e il cuore” e ciò spiegherebbe
perché sono così presenti nella cultura occidentale.
Forse, la motivazione profonda potrebbe essere
quella che Don Juan definisce il “senso di
separazione dalla vita” che potrebbe avere la
massima espressione nell’infarto che rappresenta la
morte “di una parte di cuore”. Quasi che il “cuore”,
organo legato simbolicamente dal Sole, decida di
dare battaglia allorché non viene sentito e non
rappresenta più il centro dell’essere perché questo è
scollegato dalla totalità.
Se Urano sta al vertice dell’elemento Aria potrebbe
suggerirci che il suo compito è quello di “ricollegare”
non solo l’uomo ai suoi simili in un contesto sociale
(amicizia e solidarietà) ma anche e soprattutto, le
parti separate e non riconosciute di sé al suo centro.
Non può esistere libertà e riconoscimento del
diverso all’esterno se non abbiamo operato questo
processo all’interno; intendo dire che se non
abbiamo liberato le parti di noi condannate
all’oscurità e al non riconoscimento e non abbiamo
accettato le nostre diversità, non potremo mai
vivere in un mondo dove ognuno possa essere
libero, poiché saremo obbligati a proiettare sul
mondo ciò che non possiamo accogliere dentro.
Se il Sole rappresenta il centro dell’essere, quel punto
da cui tutto origina e a cui tutto deve ritornare, le
malattie cardiovascolari ci ricordano che c’è qualcosa
che non arriva e che non passa per il centro e quindi
che il Sole-cuore-centro-Io è malato.
 
Ad un recente convegno di cardiopatia è stato detto
che per avere cuore sano e coronarie pulite e aperte
non bisogna solo liberare i canali che sono ostruiti
dalla placca, ma bisogna soprattutto liberarci dalla
rabbia, dall’ostilità e dalla distanza emotiva che crea
un vero e proprio senso di isolamento che risulta
distruttivo per l’uomo. Il relatore ha proseguito
dicendo che “l’isolamento” influisce negativamente
sul metabolismo dei grassi e sul colesterolo
favorendo le malattie cardiache ed ha concluso
ipotizzando che le donne, che soffrono meno degli
uomini di disturbi cardiaci, sono molto più pronte a
condividere i loro problemi, a scambiare emozioni, a
fare gruppi e a darsi reciproco sostegno e, forse,
potrebbe essere questa la motivazione della loro
maggior salute e longevità.

L’Acquario che ospita Urano è da sempre considerato


il segno dell’amicizia, dell’amore universale, del
senso della comunità, del sociale e della
cooperazione; forse, far parte di un gruppo, sentirsi
partecipi a ciò che accade attorno e nel mondo e
creare amicizia potrebbe essere la chiave per avere
una miglior salute psico-fisica.
Anche le scoperte di Candace Pert sui
“neuropeptidi” hanno fatto comprendere che i tre
grandi sistemi nervoso, endocrino e immunitario
non sono affatto separati tra di loro, così come non
sono separate la mente e il corpo visto che ogni
cellula è impregnata di pensieri: in pratica è come se
si cominciasse a riconoscere scientificamente ciò che
predicano da sempre le discipline spirituali e le
religioni. Bohm ha teorizzato che “nulla è separato e
che tutto è costantemente informato di tutto” e per
questa ragione le nostre cellule sono organi
coscienti che comunicano tra di loro con quel
sofisticatissimo sistema che è in grado di influenzare
emozioni e scelte. Attraverso i neuropeptidi, tutto
quello che accade a livello emozionale viene
immediatamente trasferito al corpo che reagisce
modificando la sua struttura chimica. Quando parlo
di “grande connessione mente-corpo”, intendo dire
che tutto ciò che accade ad un sistema tocca
inevitabilmente anche gli altri, il che significa che
quando siamo sotto stress i neuropeptidi
comunicano un alto grado di disagio che, attraverso
il sistema immunitario, va ad influenzare il tipo di
risposta difensiva favorendo “difficoltà, stato di
allarme e contrazione ed abbassamento dei
linfociti”; quando invece proviamo gioia e serenità il
funzionamento del nostro sistema immunitario
migliora aumentando la quantità dei linfociti e il
risultato finale sarà un maggior senso di benessere,
di partecipazione e di contatto con noi stessi e con il
prossimo.

Goleman e il Dalai Lama in un loro bellissimo libro


sostengono che chi è impegnato socialmente
sembra soffrire molto meno di stress di chi non ha
alcun impegno in questa direzione. Amicizia e
contatto aumentano il livello di benessere che
sembra volerci dire che nell’Era dell’Acquario quello
che dobbiamo superare sono le divisioni che nascono
dalle diversità, che ancora troppo spesso vengono
viste come “negative” anziché come qualcosa che
può arricchire tutti attraverso lo scambio.
La mente e i neuroni sono qualcosa di molto
complesso e, ogni volta che vengono stimolati
elaborano nuove informazioni che creano nuove vie
di accesso alla consapevolezza. Urano con i suoi
processi potrebbe in un certo senso essere la “porta
di accesso all’universale”, il nostro punto di contatto,
quella parte di noi che capta le informazioni che
fluttuano nell’etere e che devono poi essere portate
ad un livello comprensibile a tutti.
Questa lettura potrebbe spiegare molto bene alcune
caratteristiche degli uraniani: la loro continua voglia
di nuovo che li uccide quando sono fermi; la loro
facilità a rompere con il passato, con lo statu quo e
gli schemi già sperimentati e conosciuti; il loro
bisogno di condividere e di vivere la diversità e, a
volte, la loro difficoltà a far comprendere ciò che
hanno percepito al punto da essere spesso definiti
“utopici” per la difficoltà di far passare qualcosa
dalla mente superiore a quella ordinaria. Sono gli
uraniani che per primi accolgono il nuovo
sintonizzandosi su canali non accessibili a tutti.
Esattamente come la nostra antenna televisiva ci dà
la possibilità di sintonizzarci su una precisa banda
(che è un’onda energetica) che è sempre presente in
forma potenziale ma che possiamo cogliere solo nel
momento in cui ci “colleghiamo” e “decodifichiamo il
segnale”, Urano potrebbe essere lo “sky universal
decoder” che riesce a sintonizzarsi sulle onde di
energia che l’universo e gli altri cervelli emettono,
catturarle e leggerle, per poi comunicarle in forma
decodificata a tutti; come un chiaroveggente, Urano
riesce a leggere segnali che altri non leggono perché
non hanno il giusto… decoder.
Urano simboleggia anche un altro tipo di percezione
che esula da quella dei cinque sensi comunemente
conosciuti ed usati ed è per questo che spesso la sua
“comunicazione” viene percepita come “scollegata
ed utopica, troppo staccata dalla realtà”, perché
dovrà imparare a decodificare ciò che capta per poi
poter trasferire le informazioni alla mente ordinaria.
Urano potrebbe rappresentare un’altra realtà che va
oltre a quella della rappresentazione ordinaria del
mondo contenuta dentro ai limiti di Mercurio e
Saturno che si regge su parametri convenzionali
immessi con l’educazione per formare la nostra
realtà concettuale; potrebbe essere una sorta di
centro sincronizzatore che collega le potenzialità dei
5 sensi ad altri canali, permettendoci di cogliere
qualcosa si superiore.
Forse Urano simboleggia quella parte di conoscenza
o di coscienza che, una volta sviluppata all’interno, ci
permetterà di comprendere ciò che l’universo ha in
serbo per noi e che ci comunica attraverso messaggi
di evoluzione che dal piano celeste si devono
trasferire al piano materiale; consentendoci di
arrivare a quella che gli alchimisti chiamavano “la
grande sintesi”, per cogliere “l’unica realtà” che è
quella di un universo visto come un “corpo immenso”
nel quale tutti gli “organi” sono inesorabilmente
legati.
 
Potremmo così comprendere ancora meglio la lotta
atavica ed ancestrale tra Saturno e Urano: la
materia ha bisogno di solidità e di struttura e quindi
rischia costantemente la troppa solidificazione e
l’abuso dei sistemi di riferimento che finiscono per
imprigionarci e non permetterci più di sperimentare
altre opportunità; Urano ha il compito di
“risvegliarci” dalle cristallizzazioni e dai
condizionamenti che sono le nostre “induzioni post
ipnotiche”, e così, per confermare quanto diceva
Milton Erickson, abbiamo all’interno un’energia che
tende a sorprenderci, a rompere gli schemi di
riferimento spingendoci verso canali non ancora
conosciuti.
Questo risveglio ha però uno scopo preciso che è
quello di ricondurci verso l’unità: mi piace riportare
qui un brano molto interessante di Pierre Daco
rispetto all’unità e all’amore universale: “L’amore è
un’informazione che ci giunge. In caso contrario,
come saremmo informati della sua esistenza? Non è
perché pensiamo all’amore che esso un giorno
esisterà: ma è perché esiste che noi lo sogniamo. E’
perché ‘emette’ in un qualche posto che noi lo
captiamo e, di conseguenza, ci pensiamo. Se questa
informazione-amore non esistesse nell’universo, non
capteremmo nulla di nulla e la parola ‘amore’ non
sfiorerebbe nemmeno il nostro cervello. Non siamo
noi che cerchiamo l’amore, anche se abbiamo
l’impressione di galoppargli dietro: al contrario,
‘qualche cosa’ cerca noi, come un’onda hertziana
potrebbe cercare un’antenna e un recettore per
essere tradotta in musica. Così, ciò che noi
chiamiamo amore sarebbe la traduzione che noi
facciamo di questa informazione proveniente da
altrove. Siamo immersi in questa emissione e la
traduciamo alla misura delle nostre possibilità.
Ciascuno possiede il suo ‘livello di amore’, ma noi
siamo ‘recettori’, non ‘fabbricanti’; captiamo
l’informazione che ci giunge ma non c’entriamo
affatto, non più di quanto un apparecchio radio
c’entri per quanto riguarda l’esistenza delle onde.”.

Urano potrebbe essere quella parte di Aura


chiamata “corpo mentale”: un campo energetico
che ci rende capaci di comunicare con l’Universo e
con gli altri; sarebbe anche il campo che emana le
“intuizioni”, il luogo simbolico dove si formano i
nostri pensieri... Chi sa leggere l’aura sostiene che
attraverso questo corpo sottile si possono leggere
tutte le “idee”; tutto questo ci riporterebbe a
Platone che parlava di Urano come dell’impalcatura
su cui Dio poggiava le Sue idee.
Forse, in quest’epoca dove si parla tantissimo di
olismo, di guarigione e di spiritualità (simboli
nettuniani), possiamo ipotizzare che la via di accesso
a Nettuno sia proprio rappresentata dalle potenzialità
di Urano; la guarigione vera può arrivare solo se
Urano ci spinge a trovare la nostra autenticità ed
unità che possiamo intravedere dopo esserci liberati
dai condizionamenti e dopo aver risvegliato e
ricollegato le parti che prima erano “separate e
scollegate”. Urano ci permette di superare tutti gli
stati mentali di separazione; è la possibilità di guarire
da tutte le falsità interrompendo la catena che si è
tramandata di padre in figlio e di generazione in
generazione che ha a che fare con la paura e il senso
di colpa.
 
LIBERARSI vuol dire guarire e guarire vuol dire non
aggrapparsi a qualcosa o a qualcuno; per questo
Urano è libertà e lavora per tagliare con tutti gli
aggrappamenti, le dipendenze e i condizionamenti.
GUARIRE vuol dire prima di tutto “diventare sé
stessi” togliendosi via via tutte le maschere
indossate per compiacere gli altri e la società
esterna.
 
Urano rappresenta il nuovo paradigma filosofico del
terzo millennio che potrebbe aver a che fare con
l’individuazione – che avviene con il lento e graduale
ritiro delle proiezioni che ancora ci illudono di trovare
nemici fuori per evitare di guardare quelli che sono
dentro – e con la globalizzazione, intesa come una
forma di grande comunicazione-connessione che ci
aiuti a trovare nuovi modelli di sintonizzazione che
permettano di dar vita a progetti evolutivi comuni
che spingano ad un vero e proprio “senso sociale”.
In termini individuali Urano potrebbe confermare la
teoria di Eccles e di Sperry sulla facoltà di
“sincronizzare i due emisferi celebrali” che, oltre a
permetterci di utilizzare contemporaneamente sia la
parte razionale analitica sia quella creativa
associativa, favorirà anche il cambiamento a livello di
onde cerebrali e una diversa interpretazione di ciò
che oggi vediamo come realtà; forse, la
sincronizzazione ci darà modo di vedere il mondo
della realtà ordinaria e quello della realtà
trascendente come “non separati tra di loro” e
potremo così percepire ciò che trascende il visibile.
Oggi sappiamo che mentre la mente ordinaria è
confinata dentro ad uno spazio tempo, quella
superiore non è separata e isolata dagli altri; è
piuttosto una forma di consapevolezza condivisa da
ogni forma di vita – animata ed inanimata – che
aderisce al paradigma di interconnessione e di
guarigione.
Urano potrà infine chiarirci meglio i concetti di
“energia vitale”, di “campo energetico”, di “aura” e
di tutto ciò che si muove attraverso quei piccoli canali
chiamati “meridiani”. Tutti questi fenomeni
energetici stanno mettendo a dura prova il pensiero
scientifico tradizionale; solo la fisica quantistica
sembra in grado di accettare l’idea che siamo in
grado di influenzarci a vicenda e a distanza perché sa
che tutto è collegato da un’energia universale che,
ovviamente, trascende i limiti dello spazio e del
tempo.
Bell afferma che un atomo di una molecola “sa” cosa
sta facendo un altro atomo con il quale sia stato in
contatto, ed entrambi sarebbero in grado di
influenzarsi anche a milioni di anni luce di distanza…
Forse è giunto il momento di cominciare a decifrare il
mondo che sta dietro le quinte, che è fatto di
apparenti spazi vuoti in cui fluttuano molecole ed
atomi che invece sono in costante collegamento e
che condividono un’enorme banca dati di esperienze
e di informazioni con tutto ciò che li circonda.
Urano ci risveglierà permettendoci di cogliere che la
vera illusione sta nel vedere separazioni a tutti i
livelli; sono proprio le nuove scoperte della scienza a
riconsegnare all’individuo l’opportunità di aprirsi ad
una nuova coscienza capace di rendersi
progressivamente più libera sottraendosi ai troppi
vincoli della materialità e della realtà ordinaria per
andare incontro ad aperture che consentiranno di
percepire anche la parte energetica, quella che oggi
non è ancora visibile, ma che sembra essere il
preludio allo stato di Unità con il Tutto. Urano
sembra dirci che dobbiamo essere svegli, uscire dalla
dittatura della parzialità e della polarità, non lasciarci
più ingannare dalle proiezioni della nostra mente che
ci ha mantenuti schiavi in un lungo sonno da cui
stiamo lentamente risvegliandoci.
Il terzo millennio e l’Era dell’Acquario ci richiedono di
espandere la nostra coscienza e di comprendere che
la vita non ha alcun senso se non viene messa in
“relazione” a tutto ciò che la circonda; credo che
questa sia la vera filosofia del futuro: cominciare a
pensare che il millennio appena iniziato sarà
all’insegna del SENSO DI PARTECIPAZIONE.
Urano potrebbe essere la via di accesso al
ricontattamento della nostra Anima: oggi abbiamo
perduto miti, religioni e sogni, siamo alla deriva in
cerca di nuove dimensioni interiori; forse è proprio
questo il momento in cui possiamo integrare il nostro
piccolo mondo personale con il mondo universale e
capire che la coscienza non sta da qualche parte nel
nostro corpo ma è una manifestazione
dell’intelligenza e della coscienza cosmica che arriva
e fluisce dentro di noi attraverso la nostra esistenza
per promuovere senso di unità a tutti i livelli:
personale, sociale e spirituale. Solo così arriveremo a
comprendere e sperimentare ciò che scriveva
duemila anni fa Platone: “l’uomo insegue un ideale di
esistenza collettiva costruita in accordo con le leggi
simboliche rispettose del destino sia dell’individuo
che della collettività”.
 
Forse il senso di alienazione che prova l’uomo
moderno è dovuto proprio all’allontanamento dalla
dimensione centrale: questa frammentazione sembra
aver fatto il suo tempo e Urano ci sta segnalando la
via per porre fine al conflitto tra uomo e natura, tra
mente e corpo, tra individuo e collettività. La reale
energia di Urano potrebbe essere quella di “amore”
visto ed inteso come “senso sociale”, come
“comunione” e “cooperazione” a tutti i livelli; il punto
è che tutti noi dovremo diventare “recettori ad alta
fedeltà” e tradurre ciò che giunge dall’Universo in
modo chiaro, corretto e autentico senza tutte quelle
false interpretazioni che sono il frutto delle difese
create dalle nostre paure.
In conclusione, possiamo dire che oggi, grazie alle
nuove potenzialità di crescita della coscienza, l’uomo
può raggiungere con maggior facilità una vera visione
olistica di unità e di continuità e questo, più che
un’ipotesi deve diventare una realtà; per riuscire in
questo compito dobbiamo risvegliarci, diventare
autentici e permettere alle due parti di noi di lavorare
all’unisono in una sorta di sincronizzazione interna
che ci permetta di sentire respirare l’universo che ha
il nostro stesso ritmo. Giungere alla “grande sintesi”
può essere l’occasione unica di accedere ad una
sensibilità e ad una coscienza nuova che permetta
all’uomo e al Divino di re-incontrarsi.
 

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