1) Nel romanzo Uno, nessuno e centomila Pirandello, attraverso la metafora della
maschera, spiega come l’uomo si nasconda dietro una “maschera”. Nella realtà quotidiana gli individui non si mostrano mai per quello che sono, ma assumono una maschera che li rende personaggi e non li rivela come persone. Si viene quindi ad alienare la persona ed a frantumare il proprio io in molteplici identità. L’uomo per Pirandello, non è mai uno, in quanto le altre persone assoggettano ad esso centomila facce e centomila volti differenti, tanto che l’uomo alla fine viene a perdere la propria realtà, diventando per l’appunto nessuno. Il protagonista del romanzo, Vitangelo Moscarda, capisce tutto questo, dopo l’avvenimento di due fatti minimi, quali la vista del suo naso che non è poi così dritto e la presa di coscienza che egli è un usuraio. Tutte queste rivelazioni, lo portano ad agire in modo folle agli occhi dei suoi coetanei, come il fatto che si mise da solo in casa, con uno specchio e cercasse di sorprendersi mentre era naturale e vedersi così come lo vedevano gli altri abitudinariamente, cosa che però è impossibile da attuarsi. Egli dunque impazzisce, agli occhi della società che lo taglia fuori, in quanto i suoi amici e parenti, la stessa moglie prenderà le distanze da lui, considereranno i suoi gesti, come quelli di un folle. Seppur egli viene considerato tale, Moscarda risulterà però in fin dei conti essere libero, poiché solo grazie alla follia si riesce ad essere veramente liberi.
2) Quando si parla di metateatro si deve prendere in considerazione la trilogia del
teatro nel teatro, e di essa ne fanno parte “Sei personaggi in cerca d’autore”, Ciascuno a suo modo” e Stasera si recita a soggetto”. Queste tre opere hanno segnato una svolta radicale nel teatro pirandelliano, in quanto si ha una vera e propria interazione tra personaggi e pubblico, questo non è più statico ma bensì partecipa attivamente alla messa in scena, compatendo e vivendo il dramma in modo diretto. E sarà il pubblico poi a trarre le proprie conclusioni. “L’Enrico IV”, avente il tema della maschera, racconta di un uomo che durante una festa di carnevale, si veste da Enrico IV, e sfortunatamente cadendo da cavallo perde la memoria. Egli al risveglio, crederà veramente di essere il famoso re, e nella sua pazzia verrà assecondato dai suoi amici. Successivamente però riacquista la memoria all’insaputa di tutti, e scopre tutti gli inganni che durante la perdita della memoria gli sono stati fatti, decide dunque di vendicarsi, uccidendo in un duello chi lo aveva fatto cadere da cavallo, in quanto era lui che aveva organizzato tutto. Il personaggio si trova dunque davanti ad una scelta, quella di evitare la galera fingendosi ancora pazzo, e quella di andarvi. Sceglierà la pazzia, che però lo terrà schiavo a vita.