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Verifica di italiano su Tacito 18 marzo 2020

1) La Germania, è un’opera scritta nel 98, ed è uno scritto di tipo etnografico, ed esso
costituisce l’unico esempio di opera puramente ed esclusivamente etnografico. Il testo si
compone di due parti, una riguardante la descrizione generale della Germania, ed una più
specifica sulle singole popolazioni. La maggior parte delle informazioni presenti nel testo,
sono probabilmente tratte dal De bello Gallico di Cesare, dal qual Tacito ha sicuramente
preso spunto, ma anche dalla stessa opera di Plinio il Vecchio, sulle guerre germaniche. Lo
scrittore, tratta queste tematiche, per focalizzare l’attenzione dei romani sulla decadenza
dei propri costumi, lo fa attraverso le popolazioni germaniche, che ci vengono presentate
come, seppur barbariche, molto schiette. La descrizione dei due popoli, di cui il confronto è
inevitabile, è d’altro canto molto oggettiva, in quanto al contrario di Cesare, non deve
giustificare nulla (De bello Gallico). Tacito vuole dunque grazie a quest’opera, fare un
monito al popolo romano, segnalando ad esso un potenziale nemico in grado di poter
ribaltare la situazione così precaria a Roma. Esalta quindi i germani, soprattutto riguardo il
loro odio nei confronti della corruzione, cosa che stava dilagando nella capitale. In futuro,
l’opera verrà ripresa soprattutto dai filosofi tedeschi che la reinterpreteranno in modo
distorto a causa della propaganda nazista.

2) Il titolo Annales si ricollega alla tradizione annalistica romana, ovvero al modello di


narrazione della storia di Roma anno per anno. Il panorama politico di Roma, viene
descritto dall’autore, attraverso un tono cupo e torvo, da cui si evince la nostalgia per la
Roma repubblicana. L’opera diventa quindi, anziché una mera descrizione di fatti ed
avvenimenti che si susseguono in una successione cronologica, testimonianza viva della
corruzione dei princéps. In particolare, la descrizione ricade sui tre imperatori tiranni,
Tiberio, Claudio e Nerone. Il primo visto come cupo e paranoico nei confronti di tutti, il
secondo come usato dalla moglie Messalina ed inadatto alla carica, infine Nerone il quale è
visto come crudele e perverso. Ciò nonostante, non viene l’obiettività nella presentazione
dei fatti o l’onestà intellettuale nei confronti degli altri partecipanti agli eventi. Al tempo
stesso, conscio della corruzione dei suoi tempi, Tacito non ripone molte speranze nel ruolo
del vulgus, e sottolinea spesso con amarezza l’ambiguità dell’atteggiamento della classe
senatoria, scissa tra sterile opposizione al princeps e sua smodata adulazione servile.

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