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Chirurgia 25/10/17 14->17.

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ARTERIE
Due tipi di vasi: arterie e vene. Entrambi hanno intima, media, e attorno
l’avventizia. Esse si differenziano per la media perché nelle arterie c’è più tessuto
muscolare. Le vene hanno un sistema a bassa pressione.
Processo di arterosclerosi obliterante è un processo cronico a carico degli arti
inferiore (Nelle gambe perché c’è forza di gravità, per cui nella posizione eretta c’è
più pressione del sangue), è generalizzato perché colpisce tutte le arterie, ma in
alcuni distretti si accentua come nel cuore, arti inferiori (perché rimangono in buono
stato), e della carotide interna (vaso che porta il sangue al cervello).
La diminuzione di sangue in generale porta a un’ischemia.
Può determinare l’indebolimento della parete arteriosa quindi patologia ectasiante o
stonosante.
Ectasiante indebolisce la media stessa quindi nella pressione del sangue sotto i 120
la media si allarga la parete si allarga non resiste ai colpi pressori e si forma
l’aneurisma (porta la sindrome da dita blu (il sangue coagula e si formano trombi
che rompendosi possono arrivare fino alle dita; il flusso diventa turbolento)).
L’aneurisma colpisce soprattutto l’aorta anche la splenica. Questa evolve
continuamente perché non è in grado di resistere. È asintomatica, segue la rottura e
può determinare morte nel 90% dei casi. Se si rompe nel peritoneo la morte è
repentina, il retroperitoneo fa un po’ da tappo e può aspettare.
Stenosante, perché il grasso si accumula nella media per cui si forma una restrizione
del lume vasale, e quindi aumenta la resistenza che si oppone al sangue. Gli uomini
sono più colpiti. Presenza di lesioni ostruttive.
Classificazione di Fontaine in quattro stadi:
1°= assenza di segni premonitori (freddo, sudorazione, rarefazione dei peli, distrofie
ungueali, presenza di soffi, iposfigmia dei polsi periferici)
2°= dolore da sforzo: claudicatio intermittens, il processo continua (cronico) dopo la
camminata; (se uno non cammina non se ne accorge; freddo; pallore)
2°A= autonomia di marcia>200m (tempo di ristoro)
2°B= autonomia di marcia<200m (non arriva la quantità di sangue giusta)
3°= dolore a riposo e notturno, ischemia critica, quantità non sufficiente nemmeno
per il metabolismo basale (freddo)
4°= turbe trofiche: necrosi, gangrena (parte dalla porzione distale); (segue
insufficienza arteriosa assoluta, ulcere periungueali e interdigitali; dolore violento;
diabetici più possibili nello sviluppare ischemia critica)

È importante camminare, poiché si formano i circoli collaterali grazie alle quali il


sangue arriva distalmente, a destinazione.
Claudicatio intermittens che comincia dal secondo stadio, sintomo primario è dolore
al polpaccio, perché sotto sforzo l’arteria non soddisfa la domanda di O2.
Chirurgia 25/10/17 14->17.15

La porzione arteriosa sotto al punto di stenosi è pienamente dilatata, perché cerca di


portare più sangue possibile.
L’ischemia critica minaccia la sopravvivenza dell’arto e si può ricorrere ad
amputazione (sotto al ginocchio si può camminare con protesi, sopra no).
Il giovane non ha circoli collaterali, per cui l’embolia diventa urgenza chirurgica,
evento di ischemia acuta, arto interessato pallido, polso assente, 6-8h prima di
divenire trombosi secondaria.

Attacco ischemico transitorio (TIA: transient ischaemic attack) (occlusioni acute),


dura 24h, episodi rari che durano dai 5 ai 30min (se dura di più può andare incontro
a un infarto), può precludere l’ictus (che è definitivo). È un deficit neurologico focale
di natura ischemica ad insorgenza improvvisa. È legata moltissimo alla
vascolarizzazione dell’endotelio dell’avventizia per cui dalla placca ulcerata
fuoriescono micro-trombi.

Le varici le faremo la prossima volta (26-10)

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