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ARTERIE
Due tipi di vasi: arterie e vene. Entrambi hanno intima, media, e attorno
l’avventizia. Esse si differenziano per la media perché nelle arterie c’è più tessuto
muscolare. Le vene hanno un sistema a bassa pressione.
Processo di arterosclerosi obliterante è un processo cronico a carico degli arti
inferiore (Nelle gambe perché c’è forza di gravità, per cui nella posizione eretta c’è
più pressione del sangue), è generalizzato perché colpisce tutte le arterie, ma in
alcuni distretti si accentua come nel cuore, arti inferiori (perché rimangono in buono
stato), e della carotide interna (vaso che porta il sangue al cervello).
La diminuzione di sangue in generale porta a un’ischemia.
Può determinare l’indebolimento della parete arteriosa quindi patologia ectasiante o
stonosante.
Ectasiante indebolisce la media stessa quindi nella pressione del sangue sotto i 120
la media si allarga la parete si allarga non resiste ai colpi pressori e si forma
l’aneurisma (porta la sindrome da dita blu (il sangue coagula e si formano trombi
che rompendosi possono arrivare fino alle dita; il flusso diventa turbolento)).
L’aneurisma colpisce soprattutto l’aorta anche la splenica. Questa evolve
continuamente perché non è in grado di resistere. È asintomatica, segue la rottura e
può determinare morte nel 90% dei casi. Se si rompe nel peritoneo la morte è
repentina, il retroperitoneo fa un po’ da tappo e può aspettare.
Stenosante, perché il grasso si accumula nella media per cui si forma una restrizione
del lume vasale, e quindi aumenta la resistenza che si oppone al sangue. Gli uomini
sono più colpiti. Presenza di lesioni ostruttive.
Classificazione di Fontaine in quattro stadi:
1°= assenza di segni premonitori (freddo, sudorazione, rarefazione dei peli, distrofie
ungueali, presenza di soffi, iposfigmia dei polsi periferici)
2°= dolore da sforzo: claudicatio intermittens, il processo continua (cronico) dopo la
camminata; (se uno non cammina non se ne accorge; freddo; pallore)
2°A= autonomia di marcia>200m (tempo di ristoro)
2°B= autonomia di marcia<200m (non arriva la quantità di sangue giusta)
3°= dolore a riposo e notturno, ischemia critica, quantità non sufficiente nemmeno
per il metabolismo basale (freddo)
4°= turbe trofiche: necrosi, gangrena (parte dalla porzione distale); (segue
insufficienza arteriosa assoluta, ulcere periungueali e interdigitali; dolore violento;
diabetici più possibili nello sviluppare ischemia critica)