Sei sulla pagina 1di 18

(IV) 36.

I TITOLI DI CREDITO IN GENERALE

1. Premessa.

Sono documenti destinati alla circolazione che attribuiscono il diritto ad una determinata
prestazione. Se ne distinguono diversi tipi:
- titoli di credito in senso stretto (prestazione in danaro)
- titoli di credito rappresentativi di merci (riconsegna di merci depositate)
- titoli di partecipazione (rappresentano una situazione giuridica)
- titoli individuali (emessi ognuno per una distinta operazione economica)
- titoli di massa (di uguale valore nominale di una unitaria operazione economica di
finanziamento ed attribuiscono ciascuno uguali diritti).

2. Funzione e caratteri essenziali dei titoli di credito.

La loro funzione tipica e costante è infatti quella di rendere più semplice, rapida e sicura la
circolazione dei diritti di credito.
Nel titolo di credito il diritto è incorporato nel documento e si concretizza in 4 principi
cardine:
- chi acquista la proprietà del documento diventa titolare del diritto in esso menzionato
purchè sia in buona fede ed entri in possesso del titolo (autonomia del diritto)
- chi acquista un titolo di credito acquista un diritto il cui contenuto è determinato
esclusivamente dal tenore letterale del documento (letteralità )
- chi ha conseguito il possesso materiale del titolo di credito nelle forme prescritte dalla
legge è senz’altro legittimato all’esercizio del diritto cartolare (legittimazione)
- i vincoli sul diritto menzionato in un titolo di credito devono essere effettuati sul titolo
e non hanno effetto se non risultano dal titolo (vincoli).
Quindi in estrema sintesi il titolo di credito è un documento necessario e sufficiente per la
costituzione, la circolazione e l’esercizio del diritto letterale ed autonomo in esso incorporato.

3. La creazione del titolo di credito: rapporto cartolare e rapporto fondamentale.

La creazione ed il rilascio di un titolo di credito trovano giustificazione in un preesistente


rapporto fra emittente e primo prenditore (rapporto fondamentale) ed in un accordo fra gli
stessi con cui si conviene di fissare nel titolo di credito la prestazione (convenzione di
rilascio).
Il titolo di credito riproduce in forma semplificata e schematizzata l’obbligazione derivante
dal rapporto fondamentale. La dichiarazione risultante dal titolo di credito costituisce il
rapporto cartolare ed il diritto dalla stessa riconosciuto al prenditore del titolo il diritto
cartolare.
L’emissione di un titolo di credito produce effetti diversi a seconda che si consideri
l’immediato prenditore del titolo o il terzo portatore. Se l’adempimento è richiesto dal primo
prenditore, il debitore può certamente opporgli tutte le eccezioni derivanti dal rapporto
fondamentale trattandosi di eccezioni a lui personali. Se il titolo invece ha circolato e
l’adempimento è richiesto da un terzo la situazione cambia. Scattano a favore del terzo i
principi di letteralità ed autonomia.
Vi sono due teorie. Quella unitaria che ritiene che già per il primo prenditore il titolo di credito
abbia valore costitutivo di un rapporto cartolare distinto dal rapporto fondamentale; quella
mista che ritiene che un titolo di credito dà via alla distinzione tra rapporto cartolare e
fondamentale solo quando questo ha circolato.

4. Titoli di credito astratti e causali.

I titoli di credito si distinguono in due diverse categoria:


- titoli astratti (quelli che possono essere emessi in base ad un qualsiasi rapporto
fondamentale e che inoltre non contengono alcuna menzione del rapporto che in
concreto ha dato luogo alla loro emissione, come la cambiale, l’assegno bancario e
l’assegno circolare)
- titoli causali (quelli che possono essere emessi solo in base ad un determinato tipo di
rapporto fondamentale, predeterminato per legge, come le azioni e le obbligazioni di
società ).
Nei titoli astratti il contenuto del diritto cartolare è determinato esclusivamente dalla lettera
del titolo, perciò definiti anche titoli a letteralità piena o completa.
Nei titoli causali il contenuto del diritto cartolare è determinato non solo dalla lettera del
titolo ma anche dalla disciplina legale del rapporto obbligatorio richiamato nel documento,
questi si definiscono titoli a letteralità incompleta.
I titoli rappresentativi di merca attribuiscono al possessore:
- il diritto alla consegna delle merci che sono in essi specificate
- il possesso delle medesime
- il potere di disporne mediante trasferimento del titolo.

5. La circolazione dei titoli di credito.

Uno dei profili caratterizzanti la disciplina dei titoli di credito è la distinzione fra titolarità del
diritto cartolare e la legittimazione all’esercizio dello stesso: titolare del diritto cartolare è il
proprietario del titolo; legittimato al suo esercizio è il possessore del titolo. Solitamente le due
figure coincidono in un’unica ma può esservi dissociazione.
È necessario quindi distinguere fra:
- circolazione regolare (quando il titolo viene trasferito dall’attuale proprietario ad altro
soggetto in forza di un valido negozio di trasmissione. Chi trasferisce dovrà poi
consegnarlo ed adempiere le eventuali formalità necessarie per attribuire
all’acquirente la legittimazione all’esercizio del relativo diritto)
- circolazione irregolare (quando la circolazione del titolo non è sorretta da un valido
negozio di trasferimento come nel caso in cui il possessore del titolo non acquista la
proprietà del titolo e la titolarità del diritto e però ha la possibilità di fatto di esercitare
il diritto e di far circolare ulteriormente il titolo).
Chi ha perso il possesso potrà esercitare azione di rivendicazione nei confronti dell’attuale
possessore e riottenere cosi il documento. Chi ha acquistato in buona fede il possesso di un
titolo di credito non è soggetto a rivendicazione. La sua posizione è inattaccabile dallo
spogliato che potrà solo esercitare azione di risarcimento danni. Perché si perfezioni
l’acquisto a non domino devono ricorrere 3 presupposti:
- un negozio astrattamente idoneo a trasferire la proprietà del titolo
- l’investitura dell’acquirente nel possesso del titolo
- la buona fede dell’acquirente.
6. La legge di circolazione. I titoli al portatore.

I titoli di credito si distinguono in titoli al portatore, all’ordine e nominativi. La tripartizione


riguarda le forme da osservare per l’attribuzione della legittimazione cartolare. Tutti e tre
presuppongono il possesso del titolo che però per i titoli all’ordine e nominativi deve essere
integrato da indicazioni nominative risultanti dal titolo (titoli a legittimazione nominale).
I titoli al portatore (titoli a legittimazione reale) sono quelli che recano la clausola al portatore
anche se contrassegnati da un nome. Circolano mediante la semplice consegna del titolo. Il
possessore è legittimato all’esercizio del diritto con la sola presentazione del titolo al debitore.
Possono essere al portatore: gli assegni bancari, i libretti di deposito, le azioni di risparmio, le
azioni di SICAV, le quote di fondi comuni. L’emissione di titoli al portatore contenenti l’obbligo
di pagare una somma di denaro è ammessa solo nei casi stabiliti dalla legge. Per prevenire
operazioni di riciclaggio e reati, il trasferimento di titoli al portatore con importo superiore ai
12mila euro può essere eseguito solo tramite intermediari abilitati quali banche e SIM, tenute
ad identificare chi effettua il trasferimento.

7. I titoli all’ordine.

Sono titoli intestati ad una persona determinata. Circolano mediante consegna del titolo
accompagnata dalla girata. Il possessore del titolo si legittima in base ad una serie continua di
girate. Sono tipo di titoli all’ordine: la cambiale, l’assegno bancario, assegno circolare.
La girata è una dichiarazione scritta sul titolo e sottoscritta con la quale l’attuale possessore
(girante) ordina al debitore di adempiere nei confronti di altro soggetto (giratario).
La girata può essere in pieno quando contiene il nome del giratario o in bianco quando è
costituita dalla sola firma del girante. Chi riceve un titolo girato in bianco può :
- riempire la girata col proprio nome o di altra persona
- girare di nuovo il titolo in pieno o in bianco
- trasmettere il titolo ad un terzo senza riempire la girata o apporne una nuova.
Il debitore è tenuto a controllare solo la regolarità formale delle girate e non l’autenticità e
validità . La girata non assume funzione di garanzia.
Il codice regola due tipi di girata con effetti limitati:
- girata per procura o per l’incasso (il giratario assume la veste di rappresentante per
l’incasso del girante. Titolare resta il girante e il giratario non acquista diritti autonomi.
Il debitore può opporre al giratario tutte e soltanto le eccezioni personali opponibili al
girante)
- girata a titolo di pegno o in garanzia (la girata attribuisce al giratario un diritto di
pegno sul titolo, a garanzia di un credito che il giratario stesso vanta nei confronti del
girante. Al giratario non sono opponibili le eccezioni personali al girante).

8. I titoli nominativi.

Sono titoli intestati ad una persona determinata. L’intestazione deve risultare non solo dal
titolo ma anche da un apposito registro tenuto dall’emittente. Il possessore è quindi
legittimato per effetto della doppia intestazione a suo favore.
Complesse sono le procedure per il trasferimento della legittimazione nei titoli nominativi.
Una prima procedura consiste nel transfert e prevedi il cambiamento contestuale delle due
intestazioni. Il transfert può essere richiesto sia dall’alienante (deve esibire il titolo e deve
provare la propria identità e la propria capacità di disporre) sia dall’acquirente (deve esibire il
titolo e deve dimostrare il suo diritto mediante atto pubblico o scrittura privata autenticata da
un notaio o agente di cambio).
Più snella e diffusa è la forma di trasferimento mediante girata. La doppia annotazione è
eseguita da soggetti diversi. La girata deve essere datata, contenere le indicazioni del giratario
(quindi non in bianco) e sottoscritta da quest’ultimo anche se il titolo non è interamente
liberato. Deve essere autenticata da un notaio o agente di cambio e per le azioni da un
funzionario di banca o da una SIM.
La girata di un titolo nominativo attribuisce al possessore solo la legittimazione ad ottenere la
legittimazione. Sono in seguito all’annotazione nel registro dell’emittente il giratario consegue
la legittimazione all’esercizio dei diritti inerenti al titolo. Prima di tale momento il
trasferimento non ha efficacia nei confronti dell’emittente.

9. L’esercizio del diritto cartolare. La legittimazione.

Il possessore qualificato del titolo può far valere il diritto cartolare nei confronti del debitore
senza dover provare la validità della proprietà .
Il possessore del titolo ha diritto alla prestazione in esso indicata verso presentazione del
titolo (legittimazione attiva). Spetta al debitore l’onere di provare il difetto di titolarità .
Nel contempo il debitore che senza dolo o colpa grave adempie la prestazione nei confronti
del possessore è liberato anche se questi non è il titolare del diritto. La liberazione non è
subordinata alla buona fede ma all’assenza di dolo o colpa grave (legittimazione passiva).

10. Le eccezioni cartolari.

Il regime delle eccezioni che il debitore può opporre al portatore del titolo per sottrarsi al
pagamento è fissato dall’art. 1993. Le eccezioni si distinguono in due grandi categorie:
eccezioni reali (opponibili a qualunque portatore del titolo) e eccezioni personali (opponibili
solo ad un determinato portatore).
Danno luogo ad eccezioni reali:
- le eccezioni di forma (la mancata osservazione dei requisiti formali del titolo richiesti
dalla legga a pena di nullità )
- le eccezioni fondate sul contesto letterale del titolo
- la falsità della firma (sottoscrizione non giuridicamente riferibile a colui che figura dal
titolo come debitore)
- il difetto di capacità o di rappresentanza al momento dell’emissione del titolo
- la mancanza delle condizioni necessarie per l’esercizio dell’azione.
Sono invece eccezioni personali:
- quelle derivanti dal rapporto fondamentale che ha dato luogo all’emissione del titolo
opponibili solo al primo prenditore
- quelle fondate su altri rapporti personali con i precedenti possessori, opponibili solo a
colui che è stato parte del relativo rapporto
- quelle di difetto di titolarità del diritto cartolare, opponibile al possessore del titolo che
non ne ha acquistato la proprietà o l’ha successivamente persa.
L’ultima è un’eccezione personale in senso stretto a cui è applicabile la regola dettata dall’art.
1994: il debitore contesta il mancato acquisto o la perdita della proprietà del titolo. Condizioni
più rigorose sono richieste per le eccezioni fondate su rapporti personali (le prime due). È
questo il caso della exceptio doli che richiede non solo la conoscenza dell’eccezione ma anche
una situazione più grave: il dolo.
11. L’ammortamento.

Per i titoli all’ordine e nominativi è previsto l’istituto dell’ammortamento. È uno speciale


procedimento diretto ad ottenere la dichiarazione giudiziale che il titolo originario non è più
strumento di legittimazione. Chi ha ottenuto l’ammortamento può esigere il pagamento su
presentazione del relativo decreto e se il titolo non è scaduto può ottenere dall’emittente il
duplicato del titolo perduto. La procedura è ammessa solo in caso di smarrimento, sottrazione
o distruzione del titolo e si articola in due fasi: la prima essenziale, la seconda eventuale.
La procedura inizia con la denuncia al debitore della perdita del titolo e con il ricorso dell’ex
possessore al presidente del tribunale del luogo in cui il titolo è pagabile; ricorso con il quale
si richiede l’ammortamento del titolo. Il ricorrente deve menzionare i requisiti essenziali del
titolo.
Il presidente del tribunale dopo gli opportuni accertamenti pronuncia con decreto
l’ammortamento. Il decreto deve essere pubblicato nella Gazzetta Ufficiale e notificato al
debitore da parte del ricorrente. Solo con la notifica il debitore non è liberato se paga al
detentore del titolo. Il debitore non può però pagare neppure all’ammortante prima che siano
decorsi 30 giorni. Entro questo termine, il terzo detentore può proporre opposizione contro il
decreto di ammortamento. L’opposizione è proposta dinanzi allo stesso tribunale che ha
pronunciato l’ammortamento. Si apre cosi un ordinario giudizio di cognizione con oggetto
l’accertamento della proprietà del titolo. Se l’opposizione è respinta il decreto di
ammortamento diventa definitivo ed il titolo è consegnato al ricorrente.
La procedura di ammortamento non è ammessa per i titoli al portatore salvo alcune eccezioni
previste per i titoli a circolazione ristretta. Il possessore che prova la distruzione ha diritto ad
ottenere dall’emittente il rilascio di un duplicato o di un titolo equivalente. Nel caso di
smarrimento o sottrazione chi ha denunziato all’emittente ha diritto alla prestazione, decorso
il termine di prescrizione del titolo.

12. Documenti di legittimazione e titoli impropri.

I titoli di credito vanno tenuti distinti dai documenti che hanno solo una funzione di
legittimazione ma non attribuiscono un diritto letterale ed autonomo. L’art. 2002 prevede due
categorie di tali documenti:
- i documenti di legittimazione (servono solo ad identificare l’avente diritto alla
prestazione. Legittimano il possessore semplicemente come titolare originario del
diritto e non svolgono alcun ruolo ai fini della circolazione)
- i titoli impropri (consentono il trasferimento del diritto senza l’osservanza delle forme
proprie della cessione ma con gli effetti di quest’ultima).
Ai due documenti non è applicabile la disciplina dei titoli di credito tranne che l’art. 1992 che
riguarda la legittimazione attiva e passiva.

13. La gestione accentrata dei titoli di massa. Rinvio.

La circolazione dei titoli si fonda sul trasferimento materiale del documento ed anche
l’esercizio del diritto cartolare comporta la presenza del titolo al debitore. La circolazione
quindi non è senza pericolo dato il rischio di smarrimento o furto. A tal fine nel nostro
ordinamento è prevista una gestione accentrata di strumenti finanziari rappresentati da titoli.
In base all’attuale disciplina:
- l’attività di gestione accentrata di strumenti finanziari di emittenti privati è esercitata
da apposite spa a statuto speciale che operano sotto la vigilanza di Consob e Bankitalia
- sono ammessi al sistema azioni ed altri strumenti finanziari di emittenti privati
individuati dalla Consob
- la gestione accentrata dei titoli di Stato è affidata sempre alla Monte Titoli ed è
disciplinata dal Ministro dell’economia e delle finanze
- le modalità di funzionamento del sistema sono diverse a seconda che gli strumenti
finanziari immessi possono o meno essere rappresentati da titoli in base alla disciplina
della dematerializzazione.
La gestione accentrata di strumenti finanziari non dematerializzati si fonda sulla custodia
accentrata dei titoli presso la società di gestione. L’adesione al sistema è facoltativa. Questo
sistema consente di sostituire la circolazione documentale dei titoli volontariamente immessi
nella gestione con una circolazione dematerializzata fondata su scritture contabili poste in
essere dalla società di gestione. Questo sistema non prevede la soppressione materiale dei
titoli: gli stessi vengono creati, rilasciati e restano depositati presso la società di gestione.
37. LA CAMBIALE

1. Cambiale tratta e vaglia cambiario.

La cambiale è un titolo di credito la cui funzione tipica è quella di differire il pagamento di una
somma di denaro attribuendo nel contempo al prenditore la possibilità di monetizzare
agevolmente il credito concesso con il trasferimento del titolo.
Esistono due tipi di cambiale:
- la cambiale tratta (una persona, il traente, ordina ad un’altra persona, trattario, di
pagare una somma di denaro al portatore del titolo. Ha la struttura di un ordine di
pagamento)
- il vaglia cambiario (l’emittente promette il pagamento assumendo la veste di obbligato
cambiario principale e il prenditore è il beneficiario della promessa. Ha la struttura di
una promessa di pagamento).
Queste due cambiali presentano caratteri fondamentali comuni:
- la cambiale è un titolo di credito all’ordine e circola mediante girata
- la cambiale è un titolo astratto e può essere emessa anche se manca un preesistente
debito del traente o dell’emittente nei confronti del prenditore
- la cambiale è un titolo rigorosamente formale
- la cambiale può ed incorpora una pluralità di obbligazioni in cui gli obbligati cambiari
sono obbligati in solido verso il portatore del titolo
- la cambiale è un titolo esecutivo ed è assistita da particolari agevolazioni processuali in
modo da consentire al portatore un pronto soddisfacimento in caso di mancato
pagamento.

2. I requisiti formali della cambiale.

La cambiale è redatta su appositi moduli prestampati. Il modulo bollato è qualificabile come


cambiale solo se contiene determinate indicazioni. L’assenza di requisiti formali comporta la
non validità della cambiale. Vi sono tuttavia requisiti essenziali e altri naturali, che possono
anche mancare.
Sono requisiti formali essenziali:
- la denominazione di cambiale inserita nel contesto del titolo
- l’ordine incondizionato nella cambiale tratta o la promessa incondizionata nel vaglia
cambiario di una determinata somma espressa sia in lettere che in cifre (la somma in
lettere prevale)
- l’indicazione nella cambiale tratta del nome di chi è designato a pagare, il luogo e la
data di nascita oppure il codice fiscale
- l’indicazione nel vaglia cambiario del luogo e della data di nascita oppure il codice
fiscale
- il nome del primo prenditore
- la data di emissione della cambiale
- la sottoscrizione autografata del traente o dell’emittente.
Sono requisiti formali naturali:
- l’indicazione della scadenza (se omessa la cambiale si considera pagabile a vista
- l’indicazione del luogo dove la cambiale è emessa (in mancanza la cambiale si
considera sottoscritta nel luogo indicato accanto al nome del traente o dell’emittente)
- l’indicazione del luogo di pagamento (in mancanza è pagabile nel luogo accanto al
nome del trattario o nel luogo di emissione del titolo o se indicato nel domicilio di un
terzo (cambiale domiciliata)).
La mancanza del bollo non è requisito di invalidità della cambiale ma la priva della qualità di
titolo esecutivo.

3. La cambiale in bianco.

È la cambiale che è sprovvista di uno o più requisiti essenziali. La cambiale basta che sia
completa al momento in cui il portatore ne chiede il pagamento e i requisiti si possono quindi
aggiungere in un secondo momento, eccezion fatta per la sottoscrizione autografata.
Di regola l’emissione di cambiali in bianco è accompagnata da un accordo di riempimento fra
emittente e primo prenditore con il quale si fissano le modalità del successivo riempimento
del titolo.
Chi rilascia una cambiale in bianco è comunque esposto al rischio che la stessa sia riempita in
modo difforme da quanto pattuito (abusivo riempimento). Tale rischio è limitato se il
pagamento viene richiesto da colui con cui è intercorso l’accordo di riempimento.
Il rischio è ben più grave se l’immediato prenditore lo giri ad un terzo. È inopponibile al terzo
prenditore in buona fede.
Il portatore decade dal diritto di riempire la cambiale dopo 3 anni dal giorno di emissione.

4. Capacità e rappresentanza cambiaria.

L’assunzione di obbligazione cambiaria costituisce sempre atto eccedente l’ordinaria


amministrazione. Il rappresentante legale del minore o dell’interdetto può solo previa
autorizzazione del giudice tutelare. Per l’inabilitato e il minore emancipato non autorizzato
all’esercizio di impresa commerciale è previsto che la loro firma sia accompagnata da quella
del curatore.
L’obbligazione cambiaria può essere assunta anche a mezzo rappresentante che però deve
risultare dal titolo tale qualità (formula per procura). Il rappresentante generale di un
imprenditore commerciale può assumere obbligazioni cambiarie a meno che non risulti
diversamente dai poteri conferiti. Il rappresentante generale di chi non è imprenditore
commerciale non può assumere obbligazioni.
Il rappresentante cambiario senza poteri (falsus procurator) è per legge obbligato
cambiariamente come se avesse firmato in proprio.

5. Le obbligazioni cambiarie.

La cambiale può contenere anche più obbligazioni e quindi una pluralità di obbligazioni.
L’invalidità di una singola obbligazione cambiaria non incide sulla validità delle altre ed è
questo il principio della reciproca indipendenza.
Tutti gli obbligati cambiari sono obbligati in solido nei confronti del portatore del titolo alla
scadenza che perciò può chiedere a ciascuno di essi il pagamento dell’intera somma
cambiaria. Nei confronti del portatore del titolo gli obbligati sono distinti in due categorie:
- diretti (l’azione nei loro confronti non è subordinata a particolari formalità )
- di regresso (l’azione presuppone il verificarsi di determinate condizioni sostanziali ed
è subordinata a specifici adempimenti).
Sono obbligati diretti: l’emittente, l’accettante ed i loro avallanti. Sono obbligati di regresso: il
traente, i giranti, i loro avallanti e l’accettante per intervento.

6. L’accettazione della cambiale.

L’accettazione è la dichiarazione con la quale il trattario si obbliga a pagare la cambiale alla


scadenza e diventa obbligato principale e diretto.
La presentazione della cambiale per l’accettazione è di regola una facoltà del portatore del
titolo ed il traente può anche vietare che la cambiale sia presentata per l’accettazione. Tuttavia
è obbligatoria:
- nella cambiale a certo tempo vista
- quando la presentazione è prescritta dal traente o da un girante.
L’accettazione deve essere scritta sulla cambiale ed è espressa con le parole “accetto”, “visto”
seguite dalla sottoscrizione del trattario.
L’accettazione deve essere incondizionata. Può però essere limitata ad una parte della somma.
Ogni altra modifica apportata dall’accettante equivale a rifiuto di accettazione e consente il
regresso anticipato.
L’accettazione diventa definitiva con la restituzione del titolo al portatore e prima di tale
momento può essere sempre revocata, mediante cancellazione.
Il rifiuto di accettazione espone gli obbligati di regresso al pagamento prima della scadenza. In
caso di rifiuto da parte del trattario, l’accettazione può essere fatta da un terzo.

7. L’avallo.

È una dichiarazione con la quale un soggetto (avallante) garantisce il pagamento della


cambiale per tutta o parte della somma.
È una tipica garanzia cambiaria e deve risultare dal titolo.
L’avallante indica l’avallato ed è obbligato nello stesso modo di colui per il quale l’avallo è
stato dato. Diventa infatti obbligato diretto se l’avallato è un obbligato diretto, di regresso se
tale è l’avallato. Nei confronti del portatore l’avallante è obbligato in solido con l’avallato.
L’avallante che paga la cambiale acquista i diritta ad essa inerenti contro l’avallato.
L’avallo può essere prestato anche da più persone congiuntamente per lo stesso obbligato
cambiario (coavallo).
L’avallo è un’obbligazione autonoma e anche per essa trova applicazione il principio cardine
della reciproca indipendenza.
L’avallo è una garanzia autonoma, la fideiussione è una garanzia accessoria e da questa
differisce. Ne consegue che:
- l’avallo invalido come tale non si converte automaticamente in una fideiussione
- non sono applicabili all’avallo le norme proprie della fideiussione.

8. La circolazione della cambiale.

Il trasferimento della cambiale mediante girata può essere escluso dal traente o dall’emittente
apponendo sul titolo la clausola “non all’ordine”. In questo caso la cambiale è trasferibile come
una cessione ordinaria. L’acquirente subentra a titolo definitivo e resta esposto a tutte le
eccezioni opponibili ai precedenti portatori.
La girata deve essere apposta sulla cambiale e sottoscritta dal girante altrimenti è nulla. Anche
la girata della cambiale può essere in pieno o in bianco. In quest’ultimo caso per essere valida
deve essere scritta esclusivamente a tergo della cambiale.
La girata può essere fatta anche a favore del trattario.
I principi cardine che regolano la circolazione della cambiale sono gli stessi di quelli dettati
per i titoli di credito in generale. Anche nella cambiale la girata trasferisce la legittimazione
all’esercizio dei diritti cartolari e il possessore in buona fede del titolo diventa proprietario del
titolo prevalendo sul proprietario spossessato.
La disciplina si distacca dalla generale per quanto riguarda la funzione di garanzia. Nella
cambiale il girante risponde per legge come obbligato di regresso dell’accettazione e
pagamento della cambiale. Con apposita clausola il girante può esonerarsi da ogni
responsabilità .
Diversa dalla girata senza garanzia è la girato non all’ordine. Questa non impedisce che il
titolo possa essere ulteriormente trasferito, limita però la responsabilità del girante. Resta
obbligato nei confronti dell’immediato giratario e non risponde invece nei confronti di coloro
cui la cambiale sia ulteriormente girata.
La cambiale può essere girata per procura o a titolo di pegno.
La cambiale può anche essere girata dopo la scadenza (girata tardiva). Tuttavia la girata
effettuata dopo il protesto per mancato pagamento produce gli effetti solo di una cessione
ordinaria. Il giratario non acquista un diritto letterale ed autonomo.

9. Il pagamento della cambiale.

Legittimato a chiedere il pagamento è il portatore della cambiale che giustifica il suo diritto
con una serie continua di girate. Chi paga alla scadenza è tenuto a controllare solo la regolarità
formale delle girate.
La cambiale deve essere presentata per il pagamento alla diversa persona designata nel titolo
a pagare per loro. Nella cambiale a giorno fisso e a certo tempo data o vista la presentazione
deve essere effettuata nel giorno della scadenza o in uno dei due giorni feriali successivi. La
cambiale a vista deve essere presentata per il pagamento entro 1 anno dalla data di emissione.
L’omessa presentazione comporta la perdita dell’azione cambiaria nei confronti degli
obbligati di regresso.
Il termine di scadenza della cambiale è termine essenziale sia per il credito che per il debitore.
Il pagamento anticipato è consentito anche se è a rischio e pericolo del debitore. Se la
cambiale non è presentata per il pagamento nei termini, l’obbligato cambiario può liberarsi
depositando la propria somma presso la Bankitalia.
Il portatore non può rifiutare un pagamento parziale.
Anche il pagamento della cambiale può avvenire per intervento di un terzo che interviene
spontaneamente o di una persona già obbligata cambiariamente. Il pagamento per intervento
libera gli obbligati di grado successivo a quello per il quale il pagamento è stato effettuato
mentre chi ha pagato acquista i diritti cambiari verso costui e gli obbligati di grado anteriore.

10. Le azioni cambiarie.

In caso di rifiuto del pagamento il portatore del titolo può agire contro tutti gli obbligati
cambiari per ottenere il pagamento. La relativa azione però è differente se si tratta di obbligati
diretti o obbligati di regresso.
L’azione diretta non è soggetta a particolari formalità e non è subordinata alla levata del
protesto. Il portatore è tenuto ad osservare solo il termine della prescrizione di 3 anni che
decorre dalla scadenza della cambiale.
Più complessa è l’azione di regresso. Il suo esercizio è subordinato a particolari condizioni
sostanziali. L’azione può essere esercitata alla scadenza se il pagamento non ha avuto luogo.
Può essere esercitata anche prima della scadenza:
- se l’accettazione è stata rifiutata
- in caso di fallimento del trattario o dell’emittente, di cessazione dei pagamenti da parte
di questi o di esecuzione infruttuosa sui loro beni
- in caso di fallimento del traente.
Negli altri casi l’esercizio dell’azione di regresso è per legge subordinato alla constatazione del
rifiuto di pagamento o accettazione con atto autentico denominato “protesto”. Il protesto deve
essere elevato nei 2 giorni feriali successivi alla scadenza della cambiale. L’omessa levata
comporta la decadenza dalle azioni di regresso. il portatore può essere dispensato dal
protesto ma comunque è tenuto a dare avviso della mancata accettazione o pagamento al
traente, girante e i loro avallanti.
Gli obbligati cambiari sono tutti obbligati in solido nei confronti del portatore che può agire a
sua scelta contro chiunque e qualunque sia il suo grado. Inoltre l’azione promossa contro uno
degli obbligati non gli impedisce di agire contro altri obbligati, congiuntamente o meno anche
se obbligati di grado successivo a quello contro il quale si sia prima proceduto. Il grado degli
obbligati ha importanza per il rapporto fra gli stessi. L’obbligato cambiario che ha pagato
libera i coobbligati di grado successivo mentre ha azione cambiaria contro gli obbligati di
grado anteriore e può chiedere a ciascuno di essi il rimborso, oltre gli interessi e le spese.
Mentre per i pari grado non acquisisce nessun azione cambiaria.
L’azione di regresso del portatore del titolo è soggetta al termine breve di prescrizione di un
anno, che decorre dalla data del protesto levato.

11. Il protesto.

Con esso si constata la mancata accettazione o pagamento. Deve essere elevato dietro
presentazione del titolo contro i soggetti designati nella cambiale per l’accettazione o
pagamento. Sono abilitati alla levata del protesto i notai e gli ufficiali giudiziari che possono
avvalersi della collaborazione di presentatori, nominati su loro indicazione dal presidente
della corte d’appello. I presentatori presentano il titolo, ne incassano l’importo o constatano il
mancato pagamento. L’atto di protesto è redatto successivamente dal notaio o ufficiale e
sottoscritto dal presentatore.
I protesti sono soggetti a pubblicità legale che viene curata dalle Camere di commercio e
pubblicati in un apposito registro informatico. La registrazione di ciascun protesto è
cancellata dopo 5 anni. Tuttavia il debitore che paga la cambiale entro 12 mesi dalla levata del
protesto ha diritto a richiedere l’immediata cancellazione e il protesto si considera come mai
avvenuto. Inoltre pagato il debito dopo il protesto e passato 1 anno dal pagamento, senza la
presenza di altri protesti a proprio carico, il debitore può chiedere la riabilitazione al
presidente del tribunale.
12. Il processo cambiario. Le eccezioni.

La cambiale in regola col bollo vale come titolo esecutivo. Il possessore della stessa può
iniziare la procedura esecutiva sui beni del debitore senza doversi preventivamente munire di
un provvedimento giudiziale di condanna. L’esecuzione deve essere preceduta dalla
notificazione del precetto che deve contenere la trascrizione integrale della cambiale o del
protesto.
Il portatore della cambiale può avvalersi in alternativa dell’ordinario procedimento di
cognizione diretto ad ottenere sentenza di condanna. Alle stesse condizioni si può far ricorso
al procedimento monitorio per ottenere un decreto ingiuntivo, provvisoriamente esecutivo
che gli consente di scrivere ipoteca giudiziale sui beni del debitore.
Su istanza del creditore il giudice deve emettere sentenza provvisoria di condanna se le
eccezioni opposto dal debitore sono di lunga indagine.
Anche per le cambiali sussiste la differenza tra eccezione reale e personale (per i portatori) ed
eccezione oggettiva (opponibile da tutti gli obbligati cambiari) e soggettiva (opponibile da un
determinato obbligato).

13. Le azioni extracambiarie.

Per realizzare il proprio credito, il possessore della cambiale ha perciò a disposizione, oltre le
azioni cambiarie anche l’azione casuale nei confronti del debitore che è stato parte del relativo
rapporto. Per poter esercitare l’azione casuale è infatti necessario che:
- siano stati accertati col protesto la mancata accettazione o pagamento
- il portatore offra al debitore la restituzione della cambiale depositandola presso la
cancelleria del giudice competente
- il portatore abbia adempiute tutte le formalità necessarie per conservare al debitore le
azioni di regresso che possono competergli.

14. Ammortamento. Duplicati e copie.

La disciplina dell’ammortamento per la cambiale è uguale a quella per i titoli di credito in


generale.
La creazione invece di duplicati e copie è uno strumento in disuso.

15. Le cambiali finanziarie.

Sono un nuovo strumento finanziario delle imprese e la loro funzione è quella di offrire alle
imprese, ed in particolare a quelle non abilitate all’emissione di obbligazioni, uno strumento
per la raccolta fra il pubblico di capitali a breve termine meno costoso del credito bancario.
Sono titoli di credito all’ordine emessi in serie con scadenza non inferiore a 3 mesi e non
superiore a 12 mesi dalla data di emissione. Contengono una promessa incondizionata di
pagamento da parte dell’emittente.
Sono emesse in numero predeterminato. In particolare devono avere un taglio minimo di
50mila euro. La denominazione di “cambiale finanziaria” deve essere inserita nel contesto del
titolo e devono essere indicati anche i proventi a favore del prenditore (solitamente la
differenza fra valore nominale della cambiale e la minor somma corrisposta all’emittente).
Le cambiali possono essere girate esclusivamente con la clausola senza garanzia e quindi
senza assunzione di obbligazione cambiaria di regresso da parte del girante.
L’ammontare della raccolta fra il pubblico effettuata mediante cambiali finanziarie e
obbligazioni o altri strumenti finanziari non può complessivamente superare i limiti fissati
per l’emissione di obbligazioni.
38. L’ASSEGNO BANCARIO

1. Nozione. Caratteri essenziali.

L’assegno bancario è un titolo di credito che contiene l’ordine incondizionato diretto ad una
banca di pagare a vista una somma determinata all’ordine di una determinata persona o
portatore.
La funzione è quella di consentire l’utilizzo di somme disponibili presso una banca per
effettuare pagamenti a terzi senza l’utilizzo materiale del denaro. Ed è quindi funzione diversa
da quella della cambiale. Questo è uno strumento di pagamento e non uno di credito.
L’assegno bancario è redatto dal traente su moduli prestampati fornitigli dalla banca (carnet
di assegni) ed ha la stessa struttura della cambiale tratta. Nell’assegno figurano 3 persone:
- il traente che dà l’ordine di pagamento
- la banca-trattaria alla quale l’ordine di pagamento è rivolto
- il prenditore dell’assegno.
Le principali differenze tra l’assegno e la cambiale tratta sono:
- il trattario può essere solo una banca
- il rapporto di provvista tra traente e banca può essere costituito solo con fondi
disponibili presso la banca
- l’assegno è sempre pagabile a vista e deve essere presentato entro brevi termini
- l’assegno è soggetto ad una modesta imposta di bollo fissa e non come la cambiale che
presenta un’imposta di bollo proporzionale.

2. I requisiti dell’assegno bancario.

I requisiti formali di validità se non son presenti comportano che il titolo non vale come
assegno bancario. La mancanza dei requisiti di regolarità espone solo a sanzioni
amministrative pecuniarie. Quest’ultimi sono:
- l’esistenza presso la banca dei fondi disponibili
- l’esistenza di una convenzione che attribuisce al traente il diritto di disporre mediante
assegni bancari dei fondi disponibili.
Entrambe le condizioni sono soddisfatte quando il traente ha un conto corrente bancario. Se
non si osservano tali condizioni si configura un illecito sanzionato con pena pecuniaria e
comporta anche il divieto di emettere assegni per un periodo da 2 a 5 anni e nei casi più gravi
anche l’interdizione dall’attività professionale.
Sono invece requisiti di validità :
- la denominazione di assegno bancario
- l’ordine incondizionato di pagare una somma determinata espressa in lettere ed in
cifre
- l’indicazione della banca-trattaria
- l’indicazione del luogo di pagamento
- la data ed il luogo di emissione dell’assegno
- la sottoscrizione del traente.
3. La posizione della banca trattaria.

La banca non può accettare l’assegno bancario e quindi non assume in nessun caso la
posizione di obbligato cartolare nei confronti del portatore del titolo.
Se la banca si rifiuta di pagare l’assegno si espone a responsabilità contrattuale solo nei
confronti del traente e non del prenditore. Nei confronti di quest’ultimo la banca ha la facoltà
ma non l’obbligo di pagare l’assegno pur se regolare e coperto.
Il visto è uno strumento legale che consente di tutelare parzialmente l’aspettativa del
portatore di pagamento dell’assegno. Il visto, scritto sull’assegno e firmato dalla banca, non
comporta un obbligo di pagamento della stessa ma ha l’effetto di accertare l’esistenza di fondi.
Più diffuso è il benefondi che è la conferma, per lo più telefonica, dell’esistenza dei fondi da
parte della banca trattaria su richiesta della banca cui il titolo è girato per l’incasso.

4. Circolazione. Avallo.

La circolazione dell’assegno bancario all’ordine è regolata da norme che coincidono con quelle
della cambiale. L’unica differenza è che la girata al trattario vale come quietanza ed estingue il
titolo. È preclusa la possibilità che la banca trattaria giri ulteriormente l’assegno assumendo
obbligazione cartolare di regresso.
La circolazione dell’assegno al portatore è regolata dalle disposizioni generali. La legge
assegni si limita a stabilire che l’eventuale girata apposta su un assegno bancario al portatore
rende il girante obbligato in via di regresso ma non trasforma il titolo in un assegno bancario
all’ordine.

5. Il pagamento dell’assegno.

L’assegno bancario è pagabile a vista e deve essere presentato presso lo sportello della banca
trattaria indicato nel titolo entro i termini fissati (8 giorni dalla data d’emissione se l’assegno è
pagabile nello stesso comune in cui fu emesso, se no 15 giorni). Il mancato rispetto dei termini
comporta la perdita dell’azione di regresso contro i giranti ed i loro avallanti, non però verso il
traente. La banca quindi è libera di pagare anche dopo la scadenza.
La banca è tenuta a verificare la legittimazione del portatore. Se si scopre successivamente la
falsità della firma o l’alterazione della somma solitamente la banca, tramite clausole inserite
alla stipula del conto corrente bancario, scaricano sul cliente ogni responsabilità che possa
derivare dalla perdita, smarrimento o uso abusivo degli assegni. Resta ferma comunque la
responsabilità della banca nel pagamento degli assegni secondo i principi della diligenza
professionale.

6. Il regresso per mancato pagamento.

In caso di mancato pagamento da parte della banca trattaria il portatore può agire in regresso
contro il traente, i giranti ed i loro avallanti. Se però la presentazione è tardiva e il trattario
non paga il portatore perde i diritti verso il traente per la somma che è venuta a mancare.
L’azione di regresso del portatore contro il traente si prescrive in 6 mesi dal termine di
presentazione.
7. Assegno sbarrato, da accreditare, non trasferibile. Assegno turistico.

All’assegno bancario possono essere apposte alcune clausole da ambo le parti per ridurre il
rischio di smarrimento o furto.
L’assegno sbarrato è un assegno cui vengono apposte due rette parallele sulla faccia anteriore.
La sbarratura può essere generale (quando fra le sbarre non vi è alcuna indicazione) o
speciale (quando fra le sbarre è scritto il nome di un determinato banchiere). Lo sbarramento
non preclude la circolazione ma circoscrive i legittimati ad incassarlo. Quando è generale può
essere pagato solo ad un banchiere o determinato cliente. Quando è speciale può essere
pagato solo al banchiere designato tra le linee.
L’assegno da accreditare non può essere pagato per contanti ma può essere regolato dalla
banca trattaria solo mediante scritturazione contabile.
Maggior sicurezza da rischi offre invece l’assegno non trasferibile. Questo assegno può essere
pagato solo all’immediato prenditore o accreditato nel suo conto. L’assegno non può circolare
o al massimo l’intestatario può solo girarlo per l’incasso ad una banca che a sua volta non può
ulteriormente girarlo. Gli assegni con importi superiori ai 12mila euro devono avere la
clausola di non trasferibilità per prevenire operazioni di riciclaggio.
La banca che paga un assegno non trasferibile a persona diversa dall’originario prenditore
risponde del pagamento.
L’assegno turistico è un assegno che viene tratto da una banca su una propria filiale o
corrispondente estera. È stilato in valuta estera e rilasciato al prenditore dietro consensuale
versamento dell’importo in euro. Quindi chi si deve recare all’estero dispone di un titolo
agevolmente negoziabile in quanto la copertura è sicura. Caratteristica peculiare è che il
pagamento è subordinato alla presenza di una doppia firma del prenditore: la prima è apposta
al momento del rilascio del titolo, la seconda al momento del pagamento o della negoziazione.

8. L’ammortamento.

La disciplina è la stessa di quella della cambiale. È da tenere presente solo che:


- non si distingue tra assegno all’ordine e assegno al portatore perciò l’ammortamento è
previsto per entrambi i modelli
- la procedura di ammortamento è esclusa per l’assegno non trasferibile dato che non
può circolare. Il prenditore però ha diritto ad un duplicato, a proprie spese, in caso di
smarrimento o distruzione.
39. L’ASSEGNO CIRCOLARE. GLI ASSEGNI SPECIALI

1. L’assegno circolare.

È un mezzo di pagamento come l’assegno bancario. Si differenzia però in quanto ha la


struttura del vaglia cambiario: incorpora infatti un’obbligazione diretta di pagamento della
banca emittente. Infatti è un titolo di credito che contiene la promessa incondizionata della
banca emittente di pagare a vista una somma di denaro.
L’emissione di un assegno circolare è subordinata ad una serie di condizioni di regolarità :
- l’emissione è consentita solo alle banche autorizzate da Bankitalia
- la banca può emettere assegni circolari per somme che presso di essa siano disponibili
al momento dell’emissione
- la banca autorizzata deve costituire presso Bankitalia una cauzione in titoli a garanzia
dei medesimi.
Sono invece requisiti di validità :
- la denominazione di assegno circolare
- la promessa incondizionata di pagare a vista
- l’indicazione del prenditore
- indicazione di luogo e data d’emissione
- la sottoscrizione della banca emittente.
Non è richiesta l’indicazione del luogo di pagamento dato che è pagabile presto tutti i recapiti
della banca emittente.
All’assegno circolare si applica la disciplina del vaglia cambiario. Tuttavia:
- la girata a favore dell’emittente estingue il titolo
- il possessore deve presentare l’assegno per il pagamento entro 30 giorni
dall’emissione pena la decadenza dell’azione di regresso
- la prescrizione triennale dell’azione diretta contro la banca emittente.
Si applicano anche discipline dell’assegno bancario come quella riguardanti le clausole. Però
l’assegno circolare non trasferibile decorsi 20 giorni dalla denuncia di smarrimento può
ottenere il pagamento dalla filiale alla quale è stata fatta.
Le banche emittenti possono affidare ad altre banche l’emissione e la prima banca si
sottoscrive come rappresentante.

2. Gli assegni della Banca d’Italia.

Il vaglia cambiario della Banca d’Italia è un titolo di credito all’ordine che contiene la
promessa incondizionata della Banca di pagare a vista una somma determinata. È rilasciato
solo dietro versamento in contati del relativo importo ed è pagabile presso tutte le filiali della
Banca.
Altro titolo è l’assegno bancario all’ordine nel quale figura come traente una banca della Banca
autorizzata e come trattario la Banca stessa. Esso è pagabile a vista presso qualunque filiale
(libero) o solo presso una determinata filiale (piazzato).
Un titolo speciale che può invece essere emesso solo dal Banco di Napoli e dal Banco di Sicilia
è la fede di credito o polizzino, titolo oggi in disuso.

Potrebbero piacerti anche