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StoriaLab
E-Book di Storia
per la scuola secondaria di primo grado
Volume 1
© Garamond 2009
Tutti i diritti riservati
Via Tevere, 21 Roma
Prima edizione
Cod. ISBN
Volume 1
978_88_86180_50_4
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S. Briotti – L. Camporesi © Garamond 2009
StoriaLab Sezione 1
Sezione1.
Dalla caduta dell’Impero
romano alla civiltà
altomedievale
Alla fine del IV secolo l’Impero romano è
definitivamente diviso in due parti. Dopo varie
invasioni l’Italia è occupata dai Longobardi. In Francia
si forma il regno dei Franchi; nasce l’Europa feudale.
L’Impero d’Oriente continuerà ad esistere fina al 1453.
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StoriaLab Sezione 1
Capitolo1
Il declino dell’Impero romano
1. Il sacco di Roma
L’imperatore Teodosio alla sua morte nel 395 d.C. lasciò l’Impero ai
suoi due figli: Arcadio e Onorio. Al primo diede l’Oriente con capitale
Costantinopoli e al secondo l’Occidente con capitale Ravenna; da quel
momento l’Impero fu governato da due differenti dinastie. La parte
orientale era economicamente più sviluppata, ma soprattutto era meno
soggetta alle incursioni dei barbari 1 ; la parte Occidentale era invece
sempre più debole e sempre più sottoposta al pericolo delle invasioni
barbariche.
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Termine con cui i Greci indicavano gli stranieri, perché quando parlavano sembrava
pronunciassero un suono “bar-bar” dato che non conoscevano la lingua greca, da qui nasce
il termine Barbaro.
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Titolo della figura: I regni romano- barbarici alla fine del V secolo
2. Gli Unni
Gli Unni erano Mongoli di origine siberiana, la loro lingua era simile a
quella turca infatti, i loro discendenti sono proprio i Turchi. Erano una
popolazione nomade, vivevano in tribù, le leggi erano tramandate
oralmente e la loro economia si basava sulla razzia.
Nel 445 gli Unni guidati da Attila, soprannominato per la sua ferocia “
flagello di Dio”, si diressero verso la Gallia, ma furono sconfitti dal generale
romano Ezio. Successivamente invasero l’Italia, assediarono Aquileia,
saccheggiarono Milano e quando giunsero a Ravenna nel 452, una
delegazione inviata da papa Leone I Magno, offrì loro un tributo purché
non saccheggiassero Roma. Attila accettò e Roma fu salvata grazie
all’intervento del papa, perché gli imperatori d’Occidente non erano più in
grado di difendere l’Impero.
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Capitolo2
Inizia il medioevo
1. La caduta dell’Impero romano d’Occidente
I romani ormai da molti anni arruolavano nel loro esercito elementi
germanici. Così durante il IV secolo crebbe il numero degli ufficiali di
origine barbarica, che salirono fino al comando supremo e che sempre più
spesso ottenevano più importanza dell’imperatore.
Nel 475 salì al trono Romolo, che, a causa della sua incapacità di
governare, fu soprannominato Augustolo. Egli dopo un anno di governo
fu deposto da Odoacre, un ufficiale germanico. Dopo Romolo non vi
furono più imperatori romani, finì così l’Impero romano d’Occidente; gli
storici considerano il 476 la data in cui termina l’ Era antica e inizia il
Medioevo, che durerà fino al 1492, quando Cristoforo Colombo scoprirà
l’America. Medioevo significa “ età di mezzo” , viene diviso in: Alto
Medioevo dal 476 all’anno mille; Basso Medioevo dall’anno mille
al 1492, anche se alcuni storici preferiscono come data finale il 1453,
quando Costantinopoli viene conquistata dai Turchi e finisce così
anche l’Impero romano d’Oriente. Questo periodo è importante perché si
sono sviluppate molte delle nostre tradizioni e soprattutto per il fatto che
sono nate le lingue nazionali: il francese, il tedesco e l’italiano, ecc., inoltre
è proprio in questi secoli che è nata la civiltà europea.
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L’arte bizantina
L’arte bizantina si ritrova
soprattutto nelle chiese e nelle
grandi basiliche. L’abilità
principale degli artisti bizantini
era il mosaico infatti le chiese
bizantine hanno intere pareti
decorate con pezzetti di pietra o
vetro colorato che disegnano
figure della religione cristiana.
Questa tecnica si può ammirare
a Ravenna nella chiesa di
Sant’Apollinare Nuovo.
L’imperatore Giustiniano
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e altre al lavoro infatti, alla base della regola benedettina si trova la frase
latina: “ ora et labora”, cioè “Prega e lavora”. La preghiera occupava circa
quattro ore; la lettura dalle due alle quattro ore; il lavoro dalle cinque alle
otto ore. Si mangiava una volta al giorno d’inverno e due d’estate. Tra le
attività svolte dai monaci aveva molta importanza la coltivazione dei campi.
Molto rilevante per la trasmissione della cultura fu il lavoro dei monaci
amanuensi, che trascrivevano le antiche opere greche, latine e religiose su
pergamene, inoltre decoravano i fogli con miniature, splendide
illustrazioni di momenti di vita di Gesù, dei santi, di vita quotidiana,
vegetali o animali. Spesso venivano decorate anche le lettere iniziali di ogni
capitolo o paragrafo.
Grazie all’opera degli amanuensi sono giunte fino a noi opere che altrimenti
sarebbero andate perdute.
Ben presto i monasteri divennero un punto di riferimento per la
popolazione che viveva nei paesi vicini. Infatti in caso di epidemie, carestie
o guerre i monaci offrivano aiuto e riparo dentro le mura del monastero.
Per tutti questi motivi i monasteri durante il medioevo furono dei centri
culturali ed ebbero un’importante ruolo sociale ed economico.
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Impero romano
Scrive
il corpus iuris civilis
Nasce il monachesimo
Amanuensi
Regola
Ora et labora
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NOTE
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PREREQUISITI OBIETTIVI
Capitolo1.
Gli Arabi
1. la popolazione araba
La penisola arabica è bagnata a ovest dal Mar Rosso, a sud e a est
dall’oceano Indiano e a nord-ovest dal mar Mediterraneo. E’ un
territorio grande circa un terzo dell’Europa, prevalentemente desertico e
solo in alcune zone si trovano le oasi, zone ricche di acqua in cui è possibile
la coltivazione, che divennero presto importanti città, abitate da ricchi
mercanti; fra queste si distinse particolarmente La Mecca.
Nel VII secolo questo territorio era abitato dai beduini, popolazione
nomade, che viveva di commercio e razzie e come mezzo di trasporto
utilizzava il dromedario, soprannominato “la nave del deserto” per il fatto
che è un animale in grado di sopravvivere anche otto giorni senza bere, in
luoghi particolarmente caldi.
I beduini commerciavano con l’estremo Oriente sete, metalli preziosi,
gemme, spezie e profumi.
Questa popolazione era divisa in tribù formate da più famiglie con a capo
uno sceicco, scelto fra i più valorosi. La loro religione era politeista, ogni
tribù aveva le proprie tradizioni e divinità legate soprattutto al mondo della
natura, tra queste divinità vi era anche Allah. Il santuario più importante
dedicato ad Allah si trovava a La Mecca, dove c’era la Kaaba, un edificio a
forma di cubo in cui era conservata la pietra nera, probabilmente un
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meteorite proveniente dallo spazio, che gli Arabi ritenevano fosse stata
mandata dagli dei. A La Mecca si recavano numerosi pellegrini per adorare
la pietra nera e gli altri idoli conservati nel tempio.
Le popolazioni che vivevano lungo le coste e quelle delle città conobbero
altre civiltà e spesso subirono l’influenza di due religioni monoteiste:
quella ebraica e quella cristiana.
2. La predicazione di Maometto
Maometto nacque nel 570 circa, da una famiglia beduina politeista, ma
rimase presto orfano, così fu cresciuto dallo zio, che era un mercante.
Maometto seguì lo zio nei suoi spostamenti in Siria. Palestina e
Mesopotamia e questo gli perm9ise di conoscere la religione ebraica e
cristiana.
Nel 610 iniziò la sua predicazione. Egli disse di aver avuto una visione in cui
l’arcangelo Gabriele gli aveva rivelato che Allah era l’unico Dio e lo
aveva nominato suo profeta. Iniziò così a predicare una nuova religione
monoteista che chiamò musulmana ( in arabo muslin significa
“sottomesso a Dio”), infatti l’uomo deve sottomettersi completamente ad
Allah, tale sottomissione in arabo è detta islam, perciò questa religione è
detta anche islamica.
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Sunniti e Sciiti
Quando Maometto morì nel 632 non nominò il suo successore così tra i suoi
fedeli vi furono contrasti per scegliere chi avrebbe dovuto prendere il suo posto.
Fu scelto un califfo tra i suoi seguaci, ma Alì, genero di Maometto, rivendicò il
potere. Vi furono scontri tra le fazioni e Alì fu ucciso. I seguaci di Alì però si
unirono in una nuova comunità, gli sciiti, contrapponendosi all’altra fazione,
quella dei sunniti. La maggior parte dei mussulmani oggi è sunnita, gli sciiti
abitano soprattutto in Iran e in Iraq. I sunniti affermano che per la loro religione
hanno valore sia gli insegnamenti di Maometto, sia il Corano; gli sciiti seguono
solo gli insegnamenti del Corano.
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Maometto
Religione
Arabia
Musulmana
Beduini Mecca
Sceicchi
Corano
5 pilastri
Guerra santa
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NOTE
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OBIETTIVI
PREREQUISITI
Conoscere chi erano i
Conoscere i termini
Longobardi e dove si
specifici del linguaggio
insediarono;
storico.
Conoscere chi erano i
Saper collegare gli
Franchi e la loro
avvenimenti storici.
organizzazione politica e
Saper utilizzare i sociale;
documenti storici.
Sapere chi era e cosa fece
Carlo Magno;
Sapere come venne
suddiviso l’Impero di
Carlo Magno alla sua
morte;
Sapere come e perché
nacque lo Stato della
Chiesa;
Capitolo1. I Longobardi
1. I Longobardi invadono l’Italia
I Longobardi, che significa “popolo dalle lunghe barbe”, erano una
popolazione che viveva nella Pannonia, l’odierna Ungheria . Essi intorno
al VI secolo furono spinti a fuggire verso la penisola italiana dagli Avari,
una popolazione guerriera che proveniva dall’Asia. Così guidati dal re
Alboino nel 568 occuparono Aquileia , la pianura padana, Brescia e
Pavia, che poi divenne la capitale del regno longobardo. Successivamente
scesero in Toscana e in breve tempo arrivarono fino a Spoleto e
Benevento. Infatti i Longobardi non trovarono una forte opposizione da
parte degli italici, che erano stremati da guerre, carestie ed epidemie e perciò
non erano preparati a d affrontare un’altra popolazione. L’Italia si trovò
quindi divisa in due parti: una dominata dai Longobardi detta
Longobardia, da cui prenderà poi il nome la Lombardia; l’altra sotto
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2. La società longobarda
I Longobardi furono un popolo violento e di particolare ferocia, infatti
sottrassero all’aristocrazia italica molti possedimenti e sfruttarono le
popolazioni locali. La loro religione era politeista anche se alcuni di loro si
erano convertiti al cristianesimo ariano. In seguito quando il re Autari
sposò Teodolinda, una principessa che si era convertita al cattolicesimo,
molti longobardi si avvicinarono alla religione cattolica. La loro
conversione permise una maggiore integrazione con le popolazioni italiche.
La situazione migliorò ulteriormente quando nel 643 il re Rotari decise di
raccogliere tutte le leggi fino allora tramandate oralmente, in un unico
codice, scritto in latino, detto Editto di Rotari. Grazie a questa raccolta di
leggi longobarde si pose fine alla faida utilizzata dai Longobardi per farsi
giustizia da soli , senza l’intervento di giudici. La faida fu sostituita dal
guidrigildo, una penale pecuniaria che il colpevole avrebbe dovuto
versare alla vittima secondo la gravità del reato commesso. In questo modo
si pose fine alle numerose vendette diffuse tra le famiglie longobarde.
3. La donazione di Sutri
Al re Rotari successe Liutprando, che portò al massimo splendore il regno
longobardo e cercò di distendere i rapporti con la chiesa di Roma. Egli nel
728 donò al papa Gregorio II i territori che aveva conquistato vicino a
Roma; dato che in questo territorio sorgeva il castello di Sutri, questa
azione è detta donazione di Sutri. Da questo momento la Chiesa potrà
esercitare non solo il potere spirituale, ma anche quello temporale
infatti, il castello di Sutri rappresenta il primo possedimento della Chiesa
che in seguito andrà a costituire lo Stato della Chiesa.
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L’Adelchi di Manzoni
Manzoni ambienta una delle sue famose tragedie, l’Adelchi, proprio nel periodo
longobardo. Egli narra la storia di Ermengarda, figlia del re Desiderio, che viene
ripudiata da Carlo Magno. Perciò Desiderio decide di vendicarsi e vuole nominare re
dei Franchi i figli di Carlomanno, fratello di Carlo Magno, che si sono rifugiati presso
di lui. Carlo allora dichiara guerra ai Longobardi.
Intanto Ermengarda si ritira in convento e muore dal dolore di essere stata ripudiata.
Adelchi, figlio del re Desiderio, prova a fermare i Franchi, ma molti duchi longobardi
tradiscono il loro re , così i Franchi sconfiggono il popolo longobardo. Adelchi muore
combattendo valorosamente.
1. I Merovingi
I Franchi nel V secolo dalle zone est del Reno si spostarono in Gallia,
l’odierna Francia che prese il nome proprio dai Franchi. Li guidava re
Clodoveo della dinastia dei Merovingi, dal nome del loro capostipite
Meroveo. Nel 498 Clodoveo si convertì al cristianesimo, ottenendo così la
fiducia e la stima della chiesa. Inoltre ciò favorì l’integrazione tra Franchi e
Gallo-Romani, che abitavano in quella zona. Successivamente Clodoveo
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2. I Carolingi
A Carlo Martello successe come maestro di palazzo Pipino detto “ il Breve”
per la sua statura. Egli grazie all’appoggio di papa Zaccaria, depose l’ultimo
re Merovingio, Childerico. Nacque la dinastia carolingia, così chiamata in
onore di Carlo Martello. Successivamente Pipino per dare maggior valore
alla sua nomina di re, fu incoronato da papa Stefano II, che gli concesse
l’unzione papale in cambio di aiuto contro i Longobardi. Con questo
atto si instaurò un rapporto privilegiato tra Franchi e Papato, inoltre
l’unzione papale aveva reso Pipino un re-sacerdote e questo darà ai suoi
discendenti la possibilità di rivendicare il loro potere anche sul papa, come
vedremo nelle prossime unità. Grazie alla donazione di Sutri fatta da Pipino
al papa, che hai studiato nel capitolo precedente, anche il papa era ora un
papa-re.
3. Carlo Magno
Alla morte di Pipino nel 768 il regno fu diviso tra i suoi due figli: Carlo e
Carlomanno. Nel 771 Carlomanno morì così tutto il regno passò nelle
mani di Carlo. Carlo sposò la figlia del re longobardo Desiderio, ma
quando questo decise di attaccare nuovamente i territori della Chiesa, Carlo
ripudiò la moglie, scese in Italia e sconfisse definitivamente i Longobardi.
Carlo si fece nominare re dei Franchi e dei longobardi e donò al papa i
territori sottratti ai bizantini.
Successivamente Carlo combatté contro gli Arabi a Cordova, ma l’impresa
fallì e mentre tornava in Francia, mentre attraversava i Pirenei al passo di
Roncisvalle, l’esercito franco subì un’imboscata da parte dei Baschi,
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alleati degli arabi. Tra i suoi paladini morì Orlando, che successivamente
divenne protagonista di numerosi poemi cavallereschi.
Nel 787 Carlo sconfisse anche i Bavari, che abitavano nell’odierna
Baviera. Infine conquistò i territori dei Sassoni nella Germania
nordorientale. Con questa popolazione Carlo fu particolarmente crudele,
massacrò numerose tribù e li costrinse a convertirsi al cristianesimo.
In pochi anni Carlo era riuscito a conquistare numerosi territori che un
tempo appartenevo all’impero romano d’Occidente, così il papa Leone III
decise di incoronarlo imperatore la notte di Natale dell’800. Da allora
Carlo venne detto “ Magno” cioè “ Il grande”.
Grazie a Carlo si ricostituì il sacro romano impero, sacro perché
riconosciuto dall’autorità pontificia, romano perché ricordava il grande
impero di Roma.
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La chanson de Roland
La battaglia di Roncisvalle, in cui i paladini di Carlo subirono un’imbosca
da parte dei Baschi, ha ispirato la composizione di numerosi poemi
cavallereschi tra cui “ La chanson de Roland”dove si raccontano l’eroiche
imprese del paladino e della sua spada Durandal.Qui Orlando, dopo aver
vinto contro i musulmani, muore a causa del tradimento di Gano, un suo
compagno che per gelosia lo tradisce. Questa storia fu poi ripresa da
Ludovico Ariosto che nel 1532 scrisse “L’Orlando furioso” e da Boiardo
che compose “ L’Orlando innamorato”.
5. La divisione dell’impero
Carlo Magno morì nell’814 e il suo impero passò, secondo la legge salica,
nelle mani di Ludovico il Pio, unico figlio rimasto in vita. Ludovico non
fu un grande imperatore e quando decise di dividere l’impero fra i suoi figli,
scatenò una lunga disputa per il potere. Egli infatti aveva deciso di assegnare
a ogni figlio una parte dell’impero e di nominare imperatore il più grande,
Lotario. Solo quando Ludovico morì i figli posero fine alle dispute con il
trattato di Verdun, che stabilì di suddividere l’impero in tre parti:
- A Carlo il Calvo venne assegnato il regno di Francia e la marca di
Spagna;
- A Ludovico il Germanico fu assegnata la Germania;
- A Lotario fu data una parte tra Francia e Germania, poi detta
Lotaringia, e il regno d’Italia con il titolo di imperatore.
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StoriaLab Sezione 1
Il trattato di Verdun
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Longobardi
Rotari Editto di
Rotari
Liutprando Donazione
di Sutri
Sconfitti dai
Franchi
Clodoveo Si converte al
cristianesimo
Carlo Sconfisse
Martello gli Arabi
Unzione papale
Pipino
Donazioni al Papa Stato della
Chiesa
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Unità4.L’Europa feudale
PREREQUISITI OBIETTIVI
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Le invasioni Normanne
Capitolo . 2 Il Feudalesimo
1. Il sistema feudale
A causa delle invasioni degli Ungari, dei Saraceni e dei Normanni e
dell’indebolimento dell’Impero carolingio, in Europa si affermò
maggiormente l’organizzazione politica e sociale introdotta da Carlo
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StoriaLab Sezione 1
Magno, che si basava sulla proprietà dei feudi, perciò questo fenomeno fu
chiamato feudalesimo. Ricordi nella precedente unità hai studiato che
Carlo Magno affidava a conti e marchesi un appezzamento di terra in
cambio della loro fedeltà e li nominava suoi vassalli. Col tempo i
successori di Carlo Magno non riuscirono più a imporsi sui
feudatari che ottennero sempre più potere, staccandosi dall’autorità
imperiale.
Inoltre i vassalli, dato che il feudo aveva dimensioni molto vaste,
potevano a loro volta dare in affidamento parte del territorio a
vassalli minori detti valvassori e valvassini. Questi giuravano, attraverso
la cerimonia dell’investitura, fedeltà al vassallo e non al re, ecco perché i
vassalli avevano sempre più potere.
Il sistema feudale era quindi strutturato come una piramide, al vertice si
trovava l’imperatore, che affidava i feudi ai vassalli, i quali poi potevano
scegliere di nominare dei valvassori o dei valvassini. Alla base di questa
piramide si trovavano i contadini liberi e i servi della gleba, dal latino
“gleba” che significa “terra”. I contadini liberi erano coloro che
possedevano un piccolo terreno da coltivare, ma spesso in caso di carestie o
di guerre, dovevano cedere il terreno a un feudatario e lavorare per lui.
I servi della gleba erano persone considerate “proprietà” del signore, se
infatti egli vendeva il feudo con esso erano inclusi i servi della gleba. Le
condizioni di queste persone erano davvero misere, essi infatti dovevano
dare al signore le corvées, cioè lavorare dei giorni gratuitamente; inoltre
dovevano pagare molte tasse per usare il forno, il mulino e le varie
attrezzature che erano di proprietà del signore. Il signore sul feudo aveva il
diritto di banno, cioè il potere di dare ordini, di giudicare e punire chi
trasgrediva le regole.
Avrai quindi capito che il sistema feudale non era per nulla un
potere unitario, come poteva essere quello di un imperatore su un intero
territorio, ma era molto frammentato infatti, i vassalli ne approfittarono e si
ribellarono all’imperatore e ben presto iniziarono dispute anche tra
valvassori e vassalli.
Inizialmente però i feudi non erano ereditari, alla morte del signore
infatti il feudo tornava nella mani dell’imperatore. In seguito però Carlo il
Calvo fu costretto a concedere ai feudatari maggiori di lasciare in eredità ai
figli il feudo. Questo documento si chiama Capitolare di Kiersy e segna
la nascite delle signorie feudali indipendenti.
Per ovviare al capitolare di Kiersy molti sovrani iniziarono a donare i
feudi ad ecclesiasti, abati o vescovi, che non avevano figli e quindi alla
loro morte il feudo sarebbe tornato nelle mani del sovrano. Questi vescovi
vennero così chiamati vescovi-conti.
L’imperatore però perse sempre più potere, così nel 1037 Corrado II il
Salico emanò la Costituzione dei feudi, una legge che prevedeva che
anche i feudi minori diventassero ereditari.
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StoriaLab Sezione 1
2. La cavalleria
Ottenuta l’eredità dei feudi i feudatari si preoccuparono di mantenere
intatto il loro patrimonio, così stabilirono che il feudo dovesse andare
in eredità soltanto al primogenito maschio. Se nella famiglia vi erano
altri figli, questi erano destinati o alla carriera ecclesiastica, diventando
vescovi o abati; oppure potevano diventare cavalieri.
Si diventava cavalieri attraverso una dura preparazione. Infatti il bambino,
che doveva diventare cavaliere, all’età di dodici anni lasciava la famiglia e
andava presso un signore per fare il paggio. Quando cresceva diveniva
scudiero, cioè doveva portare lo scudo pesante del signore; solo a diciotto
anni diventava cavaliere attraverso la cerimonia dell’investitura, durante la
quale il cavaliere riceveva la spada dopo aver giurato fedeltà al signore per
cui avrebbe combattuto e dopo aver promesso di difendere sempre i più
deboli e soprattutto la chiesa. Il cavaliere infatti doveva dimostrare di essere,
oltre che coraggioso, fedele, generoso e leale.
In realtà molti cavalieri non si dimostrarono così probi anzi, spesso
devastavano campagne e monasteri, tanto che nel XI secolo si cercò di
impegnarli nei tornei. Ai tornei partecipavano squadre di cavalieri, o
coppie, che si affrontavano fino alla morte.
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StoriaLab Sezione 1
La fortezza di-Bardi
Il castello
Le continue incursioni di Ungari, Saraceni e
Normanni costrinsero i feudatari a costruire
delle fortezze per difendere la popolazione.
Questi luoghi fortificati venivano costruiti in luoghi elevati circondati da
mura e fossati e furono chiamati castelli, dal latino “castrum” che significa
luogo fortificato. Nel castello viveva il vassallo e in caso di incursioni o
guerre tutta la popolazione poteva rifugiarsi nella fortezza. Il vassallo era
circondato dai nobili di corte e spesso organizzava banchetti, feste e tornei
per far divertire i suoi sudditi.
Inizialmente le prime fortificazioni erano delle semplici torri di mattoni o di
pietra, dette mastio, e serviva come rifugio solo per il signore e la sua
famiglia; successivamente si trasformarono in veri e propri castelli dove,
oltre alle stanze riservate al signore, si trovavano i magazzini con le scorte di
viveri, le stalle, le botteghe degli artigiani e anche la cappella per recarsi a
pregare.
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StoriaLab Sezione 1
Ungari, Saraceni,
Normanni invadono
L’Europa
Si costruiscono
castelli
Feudalesimo
Il signore concede
un feudo a
Per coltivare
feudi si
Capitolare Vassalli servivano di
di Kierzy contadini liberi
o servi della
Valvassori gleba
Costituzion
valvassini
e dei feudi
Cavalieri
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PREREQUISITI OBIETTIVI
Capitolo 1: Ottone I
1. Il regno di Ottone I
La dinastia dei Carolingi finì con Carlo il Grosso e la nomina di re non fu più
ereditaria ma elettiva, cioè le famiglie tedesche più nobili si riunivano ed
eleggevano tra loro il futuro re. Ovviamente questo sistema fece nascere
nuove dispute tra i feudatari tedeschi.
Nel 919 fu eletto Enrico di Sassonia che riuscì a bloccare l’avanzata
degli Ungari. A lui successe Ottone di Sassonia, tale successione suscitò
nuovamente le proteste dei feudatari tedeschi, dato che Ottone non era
stato eletto dalle famiglie nobili, ma aveva ereditato il regno dal padre
Enrico. Una volta placate le rivolte dei feudatari scese in Italia in aiuto
del papa che era minacciato da alcuni feudatari, il pontefice in cambio lo
nominò imperatore del sacro romano impero germanico. In
seguito però Ottone volle controllare la nomina del papa, stabilì così che
l’elezione del pontefice sarebbe stata valida solo se vi era l’approvazione
dell’imperatore. Questa legge fu detta Privilegio ottoniano, in questo
modo l’imperatore aveva il potere universale, cioè non aveva solo il
potere spirituale e temporale, ma aveva anche la supremazia sul potere del
papa.
Ottone I morì nel 973, i suoi due figli, Ottone II e Ottone III, cercarono di
continuare la sua politica ma morirono entrambi in tenera età, così
finì anche la dinastia dei Sassoni.
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paterno. Questa situazione causò che sempre più ecclesiasti erano dediti più
ad arricchirsi, che a seguire la vocazione religiosa, perciò non rispettavano
gli insegnamenti del Vangelo, vivevano nel lusso, avevano figli illegittimi,
contravvenendo così alla regola del celibato. Inoltre erano molto diffusi i
reati di simonia e nepotismo, cioè si vendevano o si concedevano cariche
ecclesiastiche ad amici o parenti.
4. Il concordato di Worms
Enrico IV fu deposto dal figlio Enrico V nel 1106. La lotta per le investiture
aveva indebolito sia il papa che l’imperatore, così nel 1122 papa Callisto II
ed Enrico V posero fine al lungo conflitto con il Concordato di Worms. Fu
stabilito che i vescovi dovevano essere eletti dal papa e potevano ricevere
dall’imperatore il titolo di conte. In pratica il pontefice concedeva al
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Ottone I
Sacro romano
impero
Privilegio
ottoniano
Lotta per le
investiture
Imperatore Papa
Enrico IV Gregorio VII
Enrico V Dictatus
Papae
Callisto II
Concordato
di Worms
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NOTE
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