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Genere cinematografico

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Il genere cinematografico costituisce una convenzione che permette di classificare
le diverse opere cinematografiche in base ad alcuni temi o caratteristiche
ricorrenti. I generi cinematografici hanno una grande importanza per l'industria
cinematografica, perché il genere crea particolari orizzonti di aspettative nello
spettatore e orienta le sue scelte.

Indice
1 Origine e funzione dei generi
2 Teorie critiche del genere cinematografico
3 Classificazione dei generi cinematografici
3.1 Ricerca di un metodo per la classificazione dei generi cinematografici
3.2 I sottogeneri
3.3 Altre denominazioni
3.4 Terminologia statunitense
4 Note
5 Bibliografia
6 Voci correlate
7 Altri progetti
8 Collegamenti esterni
Origine e funzione dei generi
Dalla sua nascita, la settima arte è stata caratterizzata dalla proliferazione di
opere eterogenee. Questo ha portato ben presto ad organizzare la produzione filmica
entro alcuni filoni, noti come generi, basati sulla ricorrenza di elementi
riconoscibili all'interno dei singoli film che li compongono. Queste convenzioni di
genere contribuiscono a dare a certi tipi di film un'identità comune.

La tipologizzazione è un fenomeno dovuto allo strutturarsi dell'offerta, da parte


dell'industria del cinema, in base ai gusti del pubblico e alla risposta di
mercato. Il riconoscimento dei generi, delle sue convenzioni, permette infatti allo
spettatore di decidere se guardare o meno un determinato film. «A tutti i livelli
del processo di produzione e fruizione dei film, quindi, i generi aiutano ad
assicurare che la maggior parte dei membri di una società condivida almeno delle
nozioni generali sui molti film che si contendono la nostra attenzione» (Bordwell e
Thompson)[1].

Il successo commerciale di un'opera porta al tentativo di ripeterlo, riproponendo


al pubblico - a volte in maniera pedissequa - alcuni degli elementi che si ritiene
possano aver contribuito a determinarlo. "Il pubblico si aspetta che i film di
genere offrano qualcosa di familiare, ma pretende anche che si presentino delle
novità. Il cineasta può inserire qualcosa di discretamente o radicalmente diverso,
ma comunque si richiamerà alla tradizione. Il gioco della convenzione e
dell'innovazione, della familiarità e della novità è essenziale per i film di
genere" (Bordwell e Thompson)[2]. In pratica, un film di genere deve promettere una
novità basata però su qualcosa di familiare, ed è proprio questa familiarità con le
convenzioni di genere che porta alla riuscita (drammatica e/o commerciale) di una
pellicola, e quindi alla sua imitazione.

La duplicazione porta ad un accumulo di opere che seguono un certo filone,


accomunate cioè da alcuni elementi, a un canone. Quando il canone comincia a
diventare ripetitivo, banalizzato e noioso, quando cioè il pubblico comincia a non
reagire più come prima a causa dell'assuefazione, il genere si modifica e conosce
così una evoluzione'. Dal genere derivano altri generi, oppure si creano dei
sottogeneri.

Nella ricerca dell'affezione del pubblico, i generi tendono anche ad evolversi


seguendo le diverse tendenze sociali, arrivando anche a dar voce a quello che è
formalmente riconosciuto come il sentire comune. Ecco allora i film di propaganda
bellica girati durante la seconda guerra mondiale, o i film di fantascienza intrisi
dalla paura del nucleare che fecero seguito al termine del conflitto, o anche
l'evoluzione stilistica delle commedie giovanili in relazione al cambiamento della
generazione che si trovano a rappresentare. Questo tipo di evoluzione è uno dei
fattori principali che porta al cambiamento di popolarità di un genere nel corso
del tempo: la capacità di adattare le proprie convenzioni alla società (e al
pubblico) alle quali vengono proposte.

Teorie critiche del genere cinematografico


Nella teoria cinematografica come nella teoria letteraria, il genere è uno degli
aspetti più analizzati e sui quali si è più scritto. Un genere può variare con il
tempo, la cultura, il momento socio-politico, ecc. perciò è una definizione aperta;
ne consegue quindi che si discute ancora per definirlo, nonostante alcuni teorici
cinematografici abbiano contribuito molto alla teoria del genere.

José Javier Marzal nel testo Melodrama y géneros cinematográficos (1996) segnala
l'origine etimologica della parola “genus” dal latino: lignaggio, stirpe, vincolo
familiare o sanguineo. Marzal parla di identità generica che permette il
riconoscimento strutturale attraverso un'attività regolamentata, dipendente dalla
competenza del lettore, che si sostiene su certe convenzioni e che il pubblico
interiorizza come competenza di lettura nell'apparizione reiterata.

Jean-Louis Leutrat in La noción de género si collega alla teoria della ricezione di


Hans Robert Hauss, ed incorpora questo aspetto nella definizione. È il pubblico che
partecipa alla costruzione del genere nello stesso modo in cui il genere suscita
aspettativa nel pubblico. Il genere gioca tra la ripetizione delle regole e la
differenza degli elementi superficiali che comporta la novità d'ogni film. Citando
John Cawelti, esso è l'equilibrio tra l'invenzione e la convenzione. È sulle
riflessioni di Antonio Costa e Francesco Casetti che si trova l'aspetto del cinema
come industria culturale, nella quale il sistema di generi è una parte costitutiva
insieme allo studio system ed allo star system. In Saper vedere il cinema, Antonio
Costa spiega che la classificazione del film in generi è uno degli aspetti
fondamentali dell'istituzione cinematografica. L'etichetta del genere orienta il
semplice spettatore su che cosa aspettarsi da un certo film. Sostiene anche in
linea con gli altri autori che il sistema di generi cinematografici può essere
studiato nella costante e nell'invariabilità che rimangono sempre, al di là delle
variazione superficiali. Egli propone tre livelli:

il figurativo, che corrisponde ai dettagli e strutture visive,


il livello narrativo, utilizzando il modello degli attanti proposto da Greimas per
analizzare le strutture narrative ricorrenti nel film,
l'ideologico che osserva la dinamica di relazione del genere con la situazione
politica, sociale e culturale.
Per Francesco Casetti, in Teoria del cinema (1994), il genere è un dispositivo
essenziale per comprendere il cinema come arte industriale e popolare; è un modo di
leggere il nuovo attraverso il conosciuto, attraverso le regole condivise tra chi
fa il film e chi lo contempla; uno usa forme comunicative già stabilite e l'altro
ha un sistema proprio di aspettative. Casetti fa riferimento a Stuart M. Kaminsky
per parlare del genere come attualizzazione del mito; i generi cinematografici
sarebbero un modo di incarnare gli archetipi. Cita anche Thomas Schatz, il quale,
spiega il genere sia come leggi linguistiche che funzionano come canone sia come
funzione d'economia narrativa: ad esempio quando si classifica un film come western
fa riferimento a tanti altri concetti che non sono necessari esplicitare. Thomas
Sobchack e Vivian Sobchack stabiliscono due elementi fondamentali per definire un
genere cinematografico:

la formula, struttura completa o insieme d'azioni che si danno in un film (trama e


personaggi),
la convenzione che riguarda l'unità d'azione o episodio che si ripete film dopo
film.
Stuart M. Kaminsky, già citato in precedenza nelle considerazioni di Francesco
Casetti, sostiene anche che se i film di genere durano nel tempo è perché questi si
occupano d'aspetti fondamentali della vita umana, delle interazioni sociali e
psicologiche; sono una forma meno rigida di dare risposte mitiche all'esistenza.
Tra l'altro sostiene che l'analisi del genere cinematografico deve identificare gli
elementi a cui gli spettatori sono più sensibili, quello che fa diventare popolare
un genere cinematografico. Secondo l'autore, lo studio dei generi non implica
giudizi di qualità, bensì un modo di comprendere per valorizzarlo; quanto più
popolare un film, più attenzione merita come manifestazione di genere. Non
condivide la contrapposizione che spesso si fa tra cinema d'autore e cinema di
genere e che solitamente privilegia uno sull'altro. Kaminsky dà grande importanza
ad avere un metodo sistematico d'analisi. Uno studio dei generi non definisce il
genere di modo prescrittivo, cerca piuttosto d'individuare un modello ed
analizzarlo per capire il suo significato.

Un altro approccio differente ma che completa gli sviluppi della teoria critica sui
generi cinematografici è quello proposto da Ricky Altman. Da una parte questiona la
teoria tradizionale dello studio del genere, quella legata principalmente alle
categorie tassonomiche; dall'altra inserisce la riflessione sul genere
cinematografico nell'ambito della comunità sociale che li recepisce e
dell'istituzioni che li produce; inoltre rivaluta il ruolo della critica
cinematografica in questo processo. Lui sostiene che nel gioco del genere, ogni
soggetto (produzione, ricezione e critica) mette in atto meccanismi differenti di
definizione del genere. La produzione attua la “generificazione”: formule di
successo vengono serializzate; il pubblico crea i meccanismi di riconoscimento; la
critica promuove la rigenerificazione che rilegge il sistema di generi e riscrive
la memoria sociale dei generi. Un'altra linea d'analisi che Altman propone è l'asse
semantico/sintattico; l'aspetto semantico fa riferimento agli elementi tematici del
film (ambienti, personaggi, situazioni), l'aspetto sintattico si concentra
sull'organizzazione di quegli elementi. Sia uno che l'altro, sono necessari per
considerare un film come parte d'un determinato genere. Per Altman il genere
cinematografico esiste quando diversi film condividono elementi sintattici e
semantici; collega fortemente l'aspetto produttivo con l'aspetto di consumo che
riconosce i generi dal momento in cui gli spettatori si scoprono accomunati
attraverso un insieme di film.

Una preoccupazione del cinema di genere, nell'ambito della costruzione del


linguaggio cinematografico e del rinforzamento del modello classico, era occultare
il dispositivo dell'enunciazione. Negli anni cinquanta, periodo della Nouvelle
Vague francese ed altre cinematografie nazionali forti, il cinema rivede il suo
modo narrativo evidenziando il dispositivo e lasciando visibile quello che sarà
chiamato il cinema d'autore. Il genere e il cinema d'autore funzionano mutuamente
come limite e la permeabilità d'entrambi ha donato alla storia del cinema registi
come Alfred Hitchcock o Vincente Minnelli.

Classificazione dei generi cinematografici


Nessun organo ufficiale, né in Italia né in nessun altro paese del mondo, ha mai
provveduto a stilare una classificazione dei generi cinematografici principali.
Questo perché "un genere è più facile da riconoscere che da definire" e quindi "la
maggior parte degli accademici oggi sono d'accordo nell'affermare che nessun genere
si può identificare in maniera rigida"[3].

In generale, i generi cinematografici "possono essere classificati sulla base di


caratteristiche narrative, iconiche e linguistiche".[4] I generi narrativi sono
definiti in particolar modo dal tipo di storia che raccontano e dal tono con cui la
raccontano (dramma, commedia, avventura...); i generi iconici sono invece definiti
soprattutto dalle immagini che vediamo sullo schermo più che dall'aspetto
narrativo, con trucco, scenografie e ambienti a caratterizzare la pellicola (il
western, la fantascienza...); infine, i film che fanno del linguaggio
cinematografico particolare la loro caratteristica principale (come il musical)
fanno parte della terza categoria.

Il cinema popolare di molte nazioni ha prodotto nel tempo generi cinematografici


particolari tipici di quel Paese e mai frequentati da altre cinematografie. È il
caso italiano degli spaghetti western e delle commedie sexy, ma anche del tedesco
Heimatfilme (il racconto della vita di paese) e dei film mitologici indiani.

In ogni caso, difficilmente un film apparterrà ad un solo genere, ma semmai avrà


argomenti che sconfineranno in più di un genere. Un esempio può essere il film The
Hurricane principalmente è un biografico, ma i biografici sono il più delle volte
anche drammatici; trattando di pugilato ovviamente appartiene anche al genere
sportivo; ma ci sono molte scene in prigione quindi appartiene anche al sottogenere
prison movie. Trattando anche l'argomento della pena di morte, può essere incluso
anche nella lista dei film che sviscerano questo tema.

Ricerca di un metodo per la classificazione dei generi cinematografici


Di seguito prendiamo in esame quattro diverse classificazioni, la prima quella del
sito MYmovies.it che è il sito italiano di critica cinematografica più visitato, e
che affianca alle recensioni originali quelle dei dizionari di cinema di Morandini
e Farinotti e quelle presentate in una rassegna stampa specifica; la seconda quella
del Dizionario dei film Morandini così come viene stampato annualmente dall'editore
Zanichelli; la terza quella del sito web della televisione digitale specialistica
Coming Soon Television e la quarta ed ultima quella della rivista mensile
specializzata Best Movie.

MyMovies = Animazione, Avventura, Azione, Biografico, Catastrofico, Comico,


Commedia, Documentario, Drammatico, Epico, Erotico, Fantascienza, Fantasy, Giallo,
Grottesco, Guerra, Horror, Mitologico, Musicale, Noir, Politico, Poliziesco,
Religioso, Sentimentale, Sportivo, Spionaggio, Storico, Thriller, Western
Morandini = Animazione, Avventura, Biblico, Biografico, Carcerario, Comico,
Commedia, Documentario, Drammatico, A episodi, Erotico, Fantascienza, Fantastico,
Fiabesco, Gangster, Giallo, Grottesco, Guerra, Horror, Kung – Fu, Mitologico,
Musicale, Nero, Operistico, Poliziesco, Religioso, Satirico, Sentimentale,
Sperimentale, Spionaggio, Sportivo, Storico, Thriller, Western
Coming Soon Television = Animazione, Avventura, Azione, Biografico, Commedia,
Documentario, Drammatico, Erotico, Fantascienza, Fantasy, Guerra, Horror, Musicale,
Sentimentale, Storico, Thriller, Western
Best Movie = Animazione, Avventura, Azione, Biografico, Commedia, Documentario,
Drammatico, Erotico, Fantascienza, Fantasy, Guerra, Horror, Musicale, Storico,
Thriller, Western
Tra queste quattro classificazioni, solo 15 generi sono ad esse comuni. La maggior
parte dei film è riconducibile ad almeno uno di essi, ma può essere anche l'unione
di più di essi:

Animazione
Avventura
Azione
Biografico
Commedia
Documentario
Drammatico
Pornografico
Erotico
Fantascienza
Fantasy/Fantastico
Guerra
Horror
Musical
Storico
Thriller
Western
I sottogeneri
Le quattro liste prese in esame riportano tuttavia altri suggerimenti, è possibile
quindi stilare una lista anche per i seguenti 14 "sottogeneri":

Catastrofico
Comico
Epico
Giallo
Grottesco
Mitologico
Noir
Politico
Poliziesco
Religioso
Sentimentale
Spionaggio
Sportivo
Space Opera
Altre denominazioni
Esistono poi delle etichette e denominazioni, create per lo più dagli storici del
cinema, che servono per identificare una particolare matrice culturale o estetica o
anche una particolare struttura del film. Ecco quindi il cinema dei telefoni
bianchi, quello espressionista, il film a episodi, quello di arti marziali, il
cinema d'autore, il musicarello, il poliziottesco, la commedia erotica familiare e
tanti altri.

Altri termini frequenti, ma non riferiti ad un filone particolare, sono remake,


sequel, prequel e spin-off, tratti dalla lingua inglese e usati per identificare un
film basato o ispirato, in tutto o in parte, ad un film esistente.

Terminologia statunitense
Negli Stati Uniti d'America oltre alla categorizzazione di genere, estremamente
simile a quella riportata più sopra, si usa descrivere un film anche attraverso
altre sue caratteristiche principali, specificando in questo modo quali possono
essere gli aspetti più di richiamo della pellicola nei confronti del pubblico e
cosa il pubblico vedrà esattamente.

Un film può quindi essere definito come family movie quando si tratta di una
pellicola adatta a tutta la famiglia, o come all star movie quando tutti i membri
del cast sono attori di primo piano, ma anche semplicemente come foreign movie
quando appartiene ad una qualsiasi cinematografia diversa da quella statunitense.

Queste indicazioni, però, possono riguardare anche aspetti della trama che vanno al
di là della semplice appartenenza ad un genere. Un caper movie (o heist movie) è un
film la cui trama gira interamente attorno ad un furto che i protagonisti devono
commettere; un buddy movie racconta la forte amicizia tra due o più personaggi; uno
slasher è un film horror o thriller in cui l'assassino colpisce sempre con armi da
taglio.

Allo stesso modo, l'etichetta può riguardare i modi di produzione della pellicola
quando questi influiscono fortemente sul risultato finale. Ecco quindi il film di
serie B (B-movie), girato in fretta e senza cura dei particolari; il no-budget
movie, girato quasi totalmente senza fondi e quindi con la maggior parte delle
persone (professionisti o meno) che hanno lavorato gratis; il film indipendente
(independent film), girato esternamente all'industria cinematografica principale e
quindi anche al di fuori dei regolamenti sindacali nazionali; e l'instant movie,
che si propone di raccontare fatti di cronaca avvenuti poco tempo prima della
realizzazione del film.

Nel mondo della critica cinematografica, si possono talvolta incontrare termini


"misti" per indicare dei film in cui c'è una commistione di più generi. Ad esempio:
un docu-fiction è un documentario con elementi sceneggiati utili alla ricostruzione
di un evento o di una storia reale; un horror fantascientifico o fanta-horror è un
film che presenta allo stesso tempo elementi dell'orrore e fantascientifici; un
thriller giudiziario (legal thriller) è un thriller con scene ambientate in un'aula
di tribunale o con degli avvocati per protagonisti.

Note
^ David Bordwell e Kristin Thompson, 2003, p. 148.
^ David Bordwell e Kristin Thompson, 2003, p. 149.
^ David Bordwell e Kristin Thompson, 2003, p. 146.
^ Giorgio Cremonini e Sandro Toni, 1982, p. 233.
Bibliografia
AA.VV. (a cura di Gino Frezza), Fino all'ultimo film. Sull'evoluzione dei generi
cinematografici, Editori Riuniti, Roma, 2001. ISBN 88-359-5057-0.
Luca Aimeri, Giampiero Frasca, Manuale dei generi cinematografici. Hollywood: dalle
origini a oggi, UTET, Torino, 2002. ISBN 88-7750-777-2.
Ricky Altman, Film/Genere, Vita & Pensiero, Milano, 2004
David Bordwell e Kristin Thompson, Cinema come arte, Editrice Il Castoro, 2003.
Francesco Casetti, Teorie del cinema, Bompiani, Milano, 1993
Antonio Costa, Sapere vedere il cinema, Bompiani, Milano, 1985
Giorgio Cremonini e Sandro Toni, Immagine e racconto, Ponte Nuovo, 1982.
Stuart M. Kaminsky, Generi cinematografici americani. Pratiche Editrice, Collana
Cinema, Parma, 1997. ISBN 88-7380-466-7.
Jean-Louis Leutrat, La noción de género in Historia general del cine, Vol. II,
Editorial Catedra, Madrid, 1996
José Javier Marzal, Melodramma y géneros cinematográficos, Ediciones Epistme S.L.,
Valencia, 1996
Thomas Sobchack e Vivian Sobchack, An introduction to Film, Little Brown, Boston,
1980

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