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Alcune moderne enciclopedie, come Wikipedia, che è la più diffusa,[2] sono digitali
e liberamente disponibili.
Indice
1 Storia
1.1 Prime opere enciclopediche
1.2 Settecento
1.3 Ottocento
1.4 Novecento
1.5 Era digitale
1.6 Enciclopedie mondiali congetturali: dal World Brain al World Wide Web
2 Caratteristiche generali
2.1 Enciclopedie generaliste ed enciclopedie specializzate
2.2 Organizzazione dei contenuti
3 Formati
3.1 Enciclopedie digitali
4 Note
5 Bibliografia
6 Voci correlate
7 Altri progetti
8 Collegamenti esterni
8.1 Enciclopedie storiche disponibili online
Storia
Prime opere enciclopediche
Fra gli altri autori versatili del mondo greco si deve citare almeno Eraclide
Pontico.
Le enciclopedie bizantine erano compendi di notizie relative sia alla Grecia antica
sia a quella bizantina. La Biblioteca del patriarca Fozio I di Costantinopoli (IX
secolo) fu la prima opera bizantina che si potesse chiamare enciclopedia. Ma la più
importante enciclopedia bizantina è considerato il lessico Suda, di autore forse
omonimo, redatto intorno al 1000. Sotto la Dinastia macedone ci fu un fiorire
dell'enciclopedismo bizantino che portò alla stesura di una vera e propria
enciclopedia del sapere agronomico chiamato Geoponica, significativamente
attribuito allo stesso imperatore Costantino VII.[9]
Tra le prime raccolte arabo-musulmane del sapere nel Medioevo vi sono numerose
opere onnicomprensive e un certo sviluppo di quelli che oggi chiamiamo metodo
scientifico, metodo storiografico e riferimenti. Tra le opere da ricordare vi sono
l'Enciclopedia dei Fratelli della Purezza (al-Risāla al-Jāmiʿa, 52 volumi),
d'impianto ismailiteggiante, un'enciclopedia della scienza di Abu Bakr al-Razi, la
prolifica produzione del mutazilita al-Kindi (di circa 270 libri) e due opere di
Avicenna: Il libro della guarigione e Il canone della medicina, il secondo adottato
come standard per secoli nell'insegnamento della medicina anche in Europa. Vanno
ricordate inoltre le opere di storia universale (o sociologia) degli Ashariti, al-
Ṭabarī, al-Masʿūdī, Ibn Rusta, Ibn al-Athir e Ibn Khaldun, la cui Muqaddima (i
"Prolegomeni" a quella che si proponeva di essere una "storia universale") contiene
avvertenze sull'affidabilità dei resoconti scritti che rimangono applicabili fino
ai giorni nostri. Questi studiosi ebbero un'incalcolabile influenza sui metodi di
ricerca e di stesura, dovuti in parte alla pratica islamica dell'isnād che
enfatizzava la fedeltà ai resoconti scritti, la verifica delle fonti e l'indagine
critica.
Manoscritto facente parte dell'Enciclopedia Yongle (circa 1403), una delle più
estese opere enciclopediche della storia.
L'enorme opera Quattro libri dei Sung, redatta nell'XI secolo sotto la Dinastia
Song (960–1279), è la raccolta delle prime grandi enciclopedie cinesi, la quarta
delle quali, intitolata Primo guscio di tartaruga dell'Archivio, è composta da 9.4
milioni di ideogrammi raccolti in 1000 volumi. Nella stessa epoca visse il grande
scienziato e statista Shen Kuo (1031–1095) che nel 1088 scrisse l'enciclopedia
Mengxi bitan.
Tutti questi libri erano tutti copiati a mano e pertanto erano estremamente
costosi. Conseguentemente erano scarsamente diffusi, generalmente appartenevano ad
istituzioni: sovrani, cattedrali, conventi, monasteri. Di qui derivava anche la
loro impostazione: erano scritti generalmente per coloro che dovevano estenderne il
sapere, piuttosto che per coloro che le dovevano consultare (con qualche eccezione
nel campo della medicina).
Settecento
Le grand dictionaire historique di Louis Moréri fu pubblicato nel 1674. Nel 1690
apparve postumo a Rotterdam il Dictionnaire universel des arts et des sciences di
Antoine Furetière. Sette anni dopo fu edito il Dictionnaire historique et critique
di Pierre Bayle. Nel 1704 l'inglese John Harris pubblicò il Lexicon technicum in
lingua inglese, nel quale non si spiegavano solo i termini utilizzati nelle arti e
nelle scienze, ma anche le stesse arti e scienze. Isaac Newton vi contribuì con il
suo unico testo pubblicato relativo alla chimica. Nel 1721 apparve l'Allgemeines
lexikon der Künste und Wißenschaften di Johann Theodor Jablonski.
Nel corso del Settecento iniziò a sentirsi l'esigenza di grandi opere in varie
decine di volumi che potessero descrivere tutto il sapere. Quasi tutte ripresero il
titolo rinascimentale di Enciclopedia.
Inizialmente era stato concepito come traduzione francese del lavoro di Chambers
anche il Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri,
universalmente noto come Encyclopédie, pubblicato a Parigi a partire dal 1751.
Quest'opera è certamente la più nota e importante delle prime enciclopedie,
notevole per la sua vastità, per la qualità di alcuni contributi e soprattutto per
il suo impatto politico e culturale negli anni che condussero alla Rivoluzione
francese. L'ambizioso progetto era stato affidato a Denis Diderot con la
collaborazione dei più prestigiosi intellettuali del tempo (Voltaire, d'Alembert,
Rousseau, Quesnay ecc.); tuttavia l'opera, accanto ai contributi dei maggiori
pensatori francesi dell'epoca, dedicava molto spazio alle informazioni di tipo
tecnico, relative alle diverse attività produttive.
Ottocento
I primi anni del XIX secolo videro il fiorire di enciclopedie pubblicate in Europa
e in America. In Francia non fu ripubblicata l'Encyclopédie. Il suo posto fu
riempito prima dall'Encyclopédie Méthodique ordinata per materie in 157 volumi più
53 di tavole, edita dallo stesso Panckoucke fra il 1782 e il 1832, e poi dalla
Encyclopédie moderne. Dictionnaire abregé des sciences, des lettres, des arts, de
l'industrie, de l'agriculture et du commerce in 30 volumi pubblicata dall'editore
Firmin Didot di Parigi nel 1853. In Germania fra il 1839 e il 1855 apparve Das
große Conversations-Lexicon für die gebildeten Stände in 52 volumi curata da Joseph
Meyer di Gotha, che è rimasta l'enciclopedia più prestigiosa in tedesco. In
Inghilterra la Rees's Cyclopædia in 39 volumi (Londra e Filadelfia 1802–1819)
conteneva una mole di informazioni riguardanti la rivoluzione industriale e
scientifica dell'epoca. Una caratteristica di queste pubblicazioni era l'alta
qualità delle illustrazioni fatte da incisori e disegnatori specializzati.
Novecento
Nel 1917 venne pubblicata a Chicago la prima edizione della World Book
Encyclopedia. Attualmente questa enciclopedia, molto popolare nei paesi
anglosassoni, conta 22 volumi ed è secondo l'editore l'enciclopedia su carta più
venduta al mondo. Nel 1961 venne pubblicata un'edizione per non vedenti in
caratteri Braille.
Altra opera di particolare rilievo in Italia fu quella della casa editrice UTET,
che nel periodo 1933-'39 pubblicò il Grande Dizionario Enciclopedico, fondato dal
prof. Pietro Fedele, pubblicata inizialmente in dieci volumi e periodicamente
aggiornata fino alla quarta edizione (1984-'91).
Nel 1936 apparve l'Enciclopedia Bompiani in due volumi, che divenne la più popolare
enciclopedia italiana per famiglie per alcuni decenni. E che nelle edizioni del
dopoguerra aumentò gradualmente di dimensioni.
Nel 1962 nacque la Wielka Encyklopedia PWN. A partire dal 2001 è uscita la nuova
edizione post-comunista, che rappresenta tuttora la enciclopedia di riferimento in
polacco.
Alla fine degli anni settanta nacquero, invece, due opere che avevano l'ambizione
di rappresentare un'alternativa all'Enciclopedia Treccani, sentita come ormai
obsoleta da molti intellettuali: la Enciclopedia Einaudi del 1977 in 15 volumi,
costruita per monografie intorno a poche parole chiave, e la Enciclopedia Europea
Garzanti del 1979 in 12 volumi.
Nel corso del Novecento si sono inoltre affermate molte autorevoli enciclopedie
relative a particolari ambiti culturali. Fra le più famose si possono citare la
Catholic Encyclopedia, l'Encyclopaedia Judaica, l'Encyclopædia of Islam e la
Realencyclopädie der classischen Altertumswissenschaft edita da August Friedrich
Pauly e successivamente da Georg Wissowa.
Era digitale
L'introduzione della tecnologia digitale - l'inizio dell'era digitale negli anni
settanta - comportò un ammodernamento delle tecniche di composizione e stampa, ma
non rivoluzionò immediatamente il settore delle enciclopedie, che continuarono a
essere stampate e distribuite su carta per i due decenni successivi. Per modificare
radicalmente il medium fu necessario attendere che i personal computer si fossero
diffusi e che le memorie di massa si fossero evolute fino a produrre un supporto
abbastanza capiente da contenere l'ingente quantità di dati costituita da una
enciclopedia, notevolmente maggiore quando al testo vengono associate immagini e
contenuti multimediali come brani audio e video.
Fu infatti solo negli anni novanta del XX secolo che si iniziarono a pubblicare
enciclopedie generaliste su CD-ROM (una tecnologia introdotta negli anni ottanta)
da utilizzare con i personal computer casalinghi. L'edizione digitale
dell'enciclopedia Grolier fu pioniera,[2] mentre Encarta della Microsoft è stata il
prodotto più importante e tipico di questa nuova tendenza, in quanto non aveva una
edizione stampata. Le voci erano arricchite con contenuti multimediali audio e
video così come con numerose immagini di alta qualità. Dello stesso tipo è
l'enciclopedia multimediale Omnia De Agostini, in varie edizioni, suddivisa a
seconda delle aree tematiche.
Un singolo CD-ROM non era tuttavia sufficientemente capiente per contenere i 12-20
volumi di una tradizionale enciclopedia generalista, incluse le immagini. Questo
comportò inizialmente la necessità, da parte degli editori, di selezionare i
contenuti da distribuire nell'edizione digitale rispetto a quella cartacea, in modo
da fare spazio anche a immagini e contenuti multimediali, o in alternativa di
distribuire l'enciclopedia su numerosi CD-ROM. La sostituzione del CD-ROM con il
più capiente DVD-ROM come supporto permise in parte di superare il problema, ma è
stato solo con la diffusione delle enciclopedie online che venne risolto
definitivamente il problema dello spazio per lo stoccaggio dei dati, grazie alla
diffusione del World Wide Web a partire dalla metà degli anni novanta.
Agli inizi del XXI secolo dunque un numero crescente di enciclopedie sono state
rese fruibili anche per la consultazione on-line, che in genere veniva resa
disponibile all'utente dietro registrazione e pagamento di un abbonamento. Negli
anni successivi quasi tutte le maggiori enciclopedie smisero di essere pubblicate
su carta.
Vannevar Bush, nel suo fondamentale saggio As We May Think del 1945,[18] propose di
creare una innovativa macchina ipertestuale, il Memex, affermando inoltre che
"appariranno forme totalmente nuove di enciclopedia, già confezionate con una rete
di percorsi associativi che le attraversano, pronte per essere immesse nel memex e
ivi potenziate."
Bush, come prima di lui Otlet e Wells, ipotizzava di utilizzare i microfilm (la
tecnologia più avanzata all'epoca per immagazzinare informazioni), ma nessuno dei
tre poté vedere realizzate le sue idee.
Nel 1962, Arthur C. Clarke previde che la costruzione di quello che Wells aveva
chiamato il "Cervello mondiale" si sarebbe svolta in due fasi, la prima delle quali
sarebbe stata la costruzione della "Biblioteca mondiale" (World Library), che è
fondamentalmente il concetto di Wells di un'enciclopedia universale accessibile a
tutti da casa propria su terminali computerizzati; Clarke predisse che questa fase
si sarebbe instaurata (almeno nei paesi sviluppati) entro il 2000; la seconda fase
sarebbe stata la creazione di un supercomputer dotato di un'avanzata intelligenza
artificiale (entro il 2100).[19]
Negli anni novanta alcuni studiosi hanno visto il nascente World Wide Web come
un'estensione del "cervello mondiale" a cui gli individui possono accedere tramite
i personal computer,[20] o lo sviluppo stesso del Web in un cervello globale.
Richard Stallman nel 1999 dichiarò che "Il World Wide Web ha le potenzialità per
svilupparsi in un'enciclopedia universale che copra tutti i campi della
conoscenza",[21] influenzando in seguito Nupedia, un progetto di enciclopedia
online del 2000 da cui nacque l'anno successivo Wikipedia.
Caratteristiche generali
L'illuminista francese Denis Diderot affermò che lo scopo dell'enciclopedia è:
«[...] raccogliere le conoscenze sparse sulla faccia della terra, esporne ai nostri
contemporanei il sistema generale e trasmetterle ai posteri, affinché l'opera dei
secoli passati non sia stata inutile per i secoli a venire; affinché i nostri
nipoti, resi più istruiti, diventino nello stesso tempo più virtuosi e felici; e
affinché noi non dobbiamo morire senza aver ben meritato del genere umano.»
(Diderot[22])
Le enciclopedie sono divise in voci, o lemmi, cui si accede solitamente in ordine
alfabetico. Le voci di una enciclopedia sono più lunghe e più dettagliate di quelle
dei dizionari;[23] a differenza delle voci di un dizionario, che si concentrano
sulle informazioni linguistiche sui termini, le voci di una enciclopedia si
concentrano in genere su cose e concetti per illustrare il soggetto che dà il nome
alla voce.[24][25][26][27]
Formati