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Enciclopedia

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Alcuni dei volumi del Brockhaus Konversations-Lexikon, 1902


L'enciclopedia è un'opera di consultazione che raccoglie voci informative o
critiche «secondo un sistema logico e organico, o anche sotto forma di voci singole
distribuite in ordine alfabetico»,[1] riguardanti l'intero campo della conoscenza
umana o un suo determinato ambito.[2]

Il termine latino rinascimentale encyclopædia deriva dall'espressione greca di


Plinio il Vecchio ἐγκύκλιος παιδεία (enkyklios paideia),[3] letteralmente
"istruzione circolare", cioè completa, in grado di comprendere tutte le discipline.
[2] Tale espressione fu successivamente ripresa in latino da Quintiliano nella
Institutio oratoria[4] e compare nel senso moderno del termine per la prima volta
nella Encyclopaedia Cursus Philosophici septem tomis distincta (1630) di Johann
Heinrich Alsted.[5]

Le opere enciclopediche esistono da circa 2000 anni: la più antica che si è


tramandata, la Naturalis historia, fu scritta nel I secolo da Plinio il Vecchio.
L'enciclopedia moderna si è evoluta dai dizionari intorno al XVII secolo. La più
nota e importante fra le prime enciclopedie della Storia è l'Encyclopédie di
Diderot e d'Alembert, pubblicata a Parigi nella seconda metà del XVIII secolo.

Storicamente, alcune enciclopedie erano contenute in un singolo volume, ma alcune


divennero enormi opere in numerosi volumi, come l'Enciclopedia Britannica o la più
voluminosa, l'Enciclopedia universal ilustrada europeo-americana.[6]

Alcune moderne enciclopedie, come Wikipedia, che è la più diffusa,[2] sono digitali
e liberamente disponibili.

Indice
1 Storia
1.1 Prime opere enciclopediche
1.2 Settecento
1.3 Ottocento
1.4 Novecento
1.5 Era digitale
1.6 Enciclopedie mondiali congetturali: dal World Brain al World Wide Web
2 Caratteristiche generali
2.1 Enciclopedie generaliste ed enciclopedie specializzate
2.2 Organizzazione dei contenuti
3 Formati
3.1 Enciclopedie digitali
4 Note
5 Bibliografia
6 Voci correlate
7 Altri progetti
8 Collegamenti esterni
8.1 Enciclopedie storiche disponibili online
Storia
Prime opere enciclopediche

Rappresentazione dell'Inferno nell'Hortus Deliciarum


L'essere umano ha svolto attività enciclopedica, intesa come sforzo per dare forma
sistematica alle proprie conoscenze, per gran parte della sua storia, almeno da
quando si è affermato il pensiero razionale e scientifico a scapito delle
descrizioni a carattere epico e religioso. Questo passaggio si individua
generalmente nell'antica Grecia.

Spesso si indica in Aristotele il primo enciclopedista, poiché egli, oltre a


fondare filosoficamente tutti i rami del sapere, ha anche accumulato molte
informazioni, soprattutto di carattere naturalistico, ma anche sociale, quale la
descrizione delle costituzioni delle città greche. Non si limitò ad un lavoro
meramente nozionistico e descrittivo-contemplativo, ma a una comparazione del
diritto, usi, costumi e tradizioni, traendone teorie storiche e giudizi di valore,
per stabilire un ordine sociale del regno umano in tutto conforme all'ordine
(divino e) naturale degli altri regni esistenti.

Certamente l'opera di Aristotele è stata la più completa della Grecia classica,


tuttavia la strutturazione di tutti i rami del sapere fu il fine al quale tesero
quasi tutti gli altri filosofi antichi.

Fra gli altri autori versatili del mondo greco si deve citare almeno Eraclide
Pontico.

In ambito romano si considera che la prima opera enciclopedica siano i Libri ad


Marcum filium di Catone il Censore. L'erudito romano per antonomasia fu Marco
Terenzio Varrone, le cui opere ebbero carattere enciclopedico, le Antiquitates e
soprattutto i Disciplinarum libri IX, opera perduta e di cui sono rimasti solo
frammenti:[7] tuttavia queste opere sono andate perdute e ne rimangono solo
frammenti citati da altri autori antichi. Perciò tra gli enciclopedisti romani il
più importante è di fatto Plinio il Vecchio (I secolo), che scrisse la Naturalis
historia (lett. "la storia naturale", ma anche "Osservazione della natura"[8]), una
descrizione in trentasette volumi del mondo della natura che rimase estremamente
popolare nell'Europa occidentale per gran parte del Medioevo e fu la base di molte
successive enciclopedie. Altri compilatori romani furono Aulo Cornelio Celso e Gaio
Giulio Solino.

Nel periodo medioevale era particolarmente apprezzato organizzare le nozioni:


tipiche le raccolte, le summae, i trésors. Nell'età antica e medioevale tipicamente
si è concepita la realtà come un insieme finito e quindi interamente descrivibile.
È solo in epoca moderna che si inizia a pensare al sapere possibile sulla base dei
nuovi metodi di ricerca o più semplicemente al sapere esistente.

Manoscritto delle Etymologiae di Isidoro di Siviglia


Notevole influsso sul pensiero medievale ebbe il trattato De nuptiis Philologiae et
Mercurii ("Delle nozze della Filologia con Mercurio") scritto da Marziano Capella
in età tardo-romana (IV-V secolo), che, con la sua classificazione delle sette arti
liberali (del "trivio" e del "quadrivio") costituisce una specie di enciclopedia
dell'erudizione classica.

La prima enciclopedia dell'era cristiana furono le Istituzioni di Cassiodoro (560)


che ispirarono l'Etymologiae o Origines (636) di Isidoro di Siviglia, la quale
divenne l'opera enciclopedica più influente dell'alto Medioevo. Queste opere
servirono, a loro volta, come base alle compilazioni redatte intorno all'830 da
Rabano Mauro, la più famosa delle quali è il De universo o De rerum naturis. Fra i
codici della celebre abbazia di San Colombano di Bobbio si annovera il Glossarium
Bobiense, compilato dallo Scriptorium di Bobbio nel IX secolo è una delle prime
enciclopedie ante litteram dell'alto medioevo.

Le enciclopedie bizantine erano compendi di notizie relative sia alla Grecia antica
sia a quella bizantina. La Biblioteca del patriarca Fozio I di Costantinopoli (IX
secolo) fu la prima opera bizantina che si potesse chiamare enciclopedia. Ma la più
importante enciclopedia bizantina è considerato il lessico Suda, di autore forse
omonimo, redatto intorno al 1000. Sotto la Dinastia macedone ci fu un fiorire
dell'enciclopedismo bizantino che portò alla stesura di una vera e propria
enciclopedia del sapere agronomico chiamato Geoponica, significativamente
attribuito allo stesso imperatore Costantino VII.[9]

Fra le prime enciclopedie dell'Occidente basso medioevale fu il Didascalicon di Ugo


di San Vittore. Elaborato in ambiente monastico, ebbe tuttavia larga diffusione
anche nelle scuole cittadine. Questo fatto e la complessità della tematica presente
su questa opera, fanno riflettere sulla simbiosi fra i due poli di cultura (da una
parte la campagna con il monastero, dall'altra la città con la cattedrale) che
talvolta vengono contrapposti in modo troppo drastico e semplificatorio. L'opera
più importante dell'inizio del basso medioevo fu tuttavia l'Imago mundi di Onorio
Augustodunense, scritta verso il 1110: trattava di geografia, astrologia,
astronomia e storia e fu tradotta in francese, italiano e spagnolo.

Lo Speculum Majus di Vincenzo di Beauvais


Fra le enciclopedie più popolari del basso Medioevo citiamo il De rerum naturis
(1246) di Thomas de Cantimpré e il De proprietatibus rerum (1240) di Bartolomeo
Anglico che fu tradotto in mantovano all'inizio del Trecento. Il Liber floridus
(1120) di Lambert de Saint-Omer e l'Hortus deliciarum (1175) di Errada di Landsberg
sono famosi soprattutto per le illustrazioni. L'opera più ambiziosa e completa di
questo periodo fu tuttavia lo Speculum Majus (1260) di Vincenzo di Beauvais, con
più di tre milioni di parole. Di pochi anni successiva allo Speculum Majus è la
prima enciclopedia in lingua volgare, ovvero Li livres duo Trésor scritto in
francese dal fiorentino Brunetto Latini. Essa era in effetti una riduzione dello
Speculum ad uso delle classi mercantili che non conoscevano il latino.

Tra le prime raccolte arabo-musulmane del sapere nel Medioevo vi sono numerose
opere onnicomprensive e un certo sviluppo di quelli che oggi chiamiamo metodo
scientifico, metodo storiografico e riferimenti. Tra le opere da ricordare vi sono
l'Enciclopedia dei Fratelli della Purezza (al-Risāla al-Jāmiʿa, 52 volumi),
d'impianto ismailiteggiante, un'enciclopedia della scienza di Abu Bakr al-Razi, la
prolifica produzione del mutazilita al-Kindi (di circa 270 libri) e due opere di
Avicenna: Il libro della guarigione e Il canone della medicina, il secondo adottato
come standard per secoli nell'insegnamento della medicina anche in Europa. Vanno
ricordate inoltre le opere di storia universale (o sociologia) degli Ashariti, al-
Ṭabarī, al-Masʿūdī, Ibn Rusta, Ibn al-Athir e Ibn Khaldun, la cui Muqaddima (i
"Prolegomeni" a quella che si proponeva di essere una "storia universale") contiene
avvertenze sull'affidabilità dei resoconti scritti che rimangono applicabili fino
ai giorni nostri. Questi studiosi ebbero un'incalcolabile influenza sui metodi di
ricerca e di stesura, dovuti in parte alla pratica islamica dell'isnād che
enfatizzava la fedeltà ai resoconti scritti, la verifica delle fonti e l'indagine
critica.

Manoscritto facente parte dell'Enciclopedia Yongle (circa 1403), una delle più
estese opere enciclopediche della storia.
L'enorme opera Quattro libri dei Sung, redatta nell'XI secolo sotto la Dinastia
Song (960–1279), è la raccolta delle prime grandi enciclopedie cinesi, la quarta
delle quali, intitolata Primo guscio di tartaruga dell'Archivio, è composta da 9.4
milioni di ideogrammi raccolti in 1000 volumi. Nella stessa epoca visse il grande
scienziato e statista Shen Kuo (1031–1095) che nel 1088 scrisse l'enciclopedia
Mengxi bitan.

L'imperatore cinese Yongle della dinastia Ming soprintese alla compilazione


dell'Enciclopedia Yongle, una delle più estese enciclopedie della storia, che fu
completata nel 1408 e comprendeva oltre 370 milioni di caratteri cinesi in 11.000
volumi manoscritti, dei quali 400 circa sono sopravvissuti fino ad oggi. Sotto la
successiva dinastia Qing l'imperatore Qianlong compose personalmente 40.000 poesie
come parte di una biblioteca di 4,7 milioni di pagine in 4 divisioni, compresi
migliaia di saggi, chiamata lo Siku Quanshu che è probabilmente la più grande
collezione di libri della storia. È istruttivo comparare il suo titolo per questo
sapere, Guardando le onde in un Mare Sacro, ad un titolo in stile occidentale per
tutta la conoscenza.

È nota l'esistenza di opere enciclopediche in Giappone dal IX secolo, sia come


imitazione di enciclopedie cinesi che come opere originali.

Tutti questi libri erano tutti copiati a mano e pertanto erano estremamente
costosi. Conseguentemente erano scarsamente diffusi, generalmente appartenevano ad
istituzioni: sovrani, cattedrali, conventi, monasteri. Di qui derivava anche la
loro impostazione: erano scritti generalmente per coloro che dovevano estenderne il
sapere, piuttosto che per coloro che le dovevano consultare (con qualche eccezione
nel campo della medicina).

Nel Rinascimento vennero introdotti due cambiamenti che avvicinarono molto le


enciclopedie a quelle attualmente conosciute. Innanzitutto l'introduzione della
stampa permise una diffusione assai maggiore. In particolare ogni intellettuale
adesso poteva possedere una copia personale.

La prima enciclopedia rinascimentale è spesso considerata De expetendis et


fugiendis rebus di Giorgio Valla, pubblicata postuma nel 1501 dalla tipografia di
Aldo Manuzio, in cui l'autore non si limitò a compilare nozioni desunte dai suoi
studi e ripartite in trattazioni sistematiche, ma inserì anche numerose traduzioni
da opere antiche. Dei 49 libri dell'opera, 19 trattavano di matematica. L'opera era
organizzata secondo lo schema delle arti liberali, integrato da alcune altre
discipline.[10]

La Margarita philosophica scritta dal certosino tedesco Gregor Reisch e stampata


nel 1503, era una tipica enciclopedia rinascimentale, ordinata secondo il modello
delle sette arti liberali. Probabilmente fu la prima enciclopedia espressamente
concepita per essere stampata.

Frontespizio del Lexicon Universale


Nei successivi due secoli vennero pubblicate molte altre opere di compilazione
erudita. Alcune di esse portavano, per la prima volta - e questo è il secondo
cambiamento - il titolo di Enciclopedia. Questo termine era stato coniato dagli
umanisti per significare l'insieme completo delle conoscenze. In realtà si trattava
di un lettura errata delle loro copie dei testi di Plinio e soprattutto di
Quintiliano, che univa le due parole greche enkyklios paideia in una sola. La prima
opera con questo titolo è la Encyclopedia orbisque doctrinarum, hoc est omnium
artium, scientiarum, ipsius philosophiae index ac divisio scritta da Giovanni
Aventino nel 1517, seguita dalle Lucubrationes vel potius absolutissima
kyklopaideia di Joachimus Fortius Ringelbergius del 1541 e dalla Encyclopedia seu
orbis disciplinarum tam sacrarum quam prophanarum epistemon di Pavao Skalić del
1559.

Tuttavia la più completa enciclopedia del Rinascimento è considerata la


Encyclopaedia septem tomis distincta in sette volumi pubblicata nel 1630 da Johann
Heinrich Alsted.

In ambito britannico il medico e filosofo inglese sir Thomas Browne utilizzò


specificamente il termine encyclopaedia nel 1646 nella prefazione al lettore per
descrivere la sua opera Pseudodoxia Epidemica o Errori volgari, una serie di
confutazioni di errori comuni della sua epoca. Browne strutturò la sua enciclopedia
sullo schema collaudato di quelle del Rinascimento, la cosiddetta "scala della
creazione", che ascende una scala gerarchica attraverso il mondo minerale,
vegetale, animale, umano, planetario e cosmologico. Il compendio di Browne passò
attraverso non meno di cinque edizioni, ognuna rivista e incrementata; l'ultima
edizione apparve nel 1672. Le Pseudodoxia Epidemica furono tradotte in francese,
olandese, tedesco e latino.

Spesso viene considerata quale ultima enciclopedia umanistica il Lexicon Universale


di Johann Jacob Hofmann pubblicato in due edizioni, la prima nel 1677 e la seconda
nel 1698. Si tratta in effetti di un'opera a cavallo di due epoche, in quanto da un
lato è ancora scritta in latino, dall'altro segue già l'ordine alfabetico.

Settecento

Frontespizio de Le grand Dictionnaire historique, di Moréri


L'ultimo passaggio verso la forma delle enciclopedie come le conosciamo oggi fu
l'affermazione dell'organizzazione degli argomenti secondo l'ordine alfabetico. In
questo senso le enciclopedie del Settecento non derivarono direttamente da quelle
rinascimentali, che seguivano ancora un ordinamento per materie (come le sette arti
liberali o la "scala della creazione"). Le enciclopedie moderne furono piuttosto lo
sviluppo e l'ampliamento dei dizionari specialistici, scritti in lingua moderna a
partire dalla fine del Seicento, e destinati ad un pubblico meno colto di quello
delle enciclopedie. Queste opere avevano la forma e il nome di dizionari. In realtà
esse approfondivano le voci ad un livello che potremmo definire di un "dizionario
enciclopedico".

Le grand dictionaire historique di Louis Moréri fu pubblicato nel 1674. Nel 1690
apparve postumo a Rotterdam il Dictionnaire universel des arts et des sciences di
Antoine Furetière. Sette anni dopo fu edito il Dictionnaire historique et critique
di Pierre Bayle. Nel 1704 l'inglese John Harris pubblicò il Lexicon technicum in
lingua inglese, nel quale non si spiegavano solo i termini utilizzati nelle arti e
nelle scienze, ma anche le stesse arti e scienze. Isaac Newton vi contribuì con il
suo unico testo pubblicato relativo alla chimica. Nel 1721 apparve l'Allgemeines
lexikon der Künste und Wißenschaften di Johann Theodor Jablonski.

Nel corso del Settecento iniziò a sentirsi l'esigenza di grandi opere in varie
decine di volumi che potessero descrivere tutto il sapere. Quasi tutte ripresero il
titolo rinascimentale di Enciclopedia.

La prima enciclopedia generale a stampa ordinata alfabeticamente apparve all'inizio


del Settecento. Si trattava della Biblioteca universale sacro-profana del
francescano Vincenzo Maria Coronelli, di cui furono pubblicati (a Venezia) solo i
primi sette dei ben 45 volumi progettati. Di tale opera non rimangono che alcuni
volumi sparsi nelle biblioteche europee. Analogamente fra il 1731 e il 1750 vide la
luce il Großes vollständiges Universallexikon aller Künste und Wißenschaften in 64
volumi, attribuito a Johann Heinrich Zedler. Queste due opere, tuttavia, non furono
molto originali.

Frontespizio della prima edizione dell'Encyclopédie


Zedler fu accusato di plagio. A Lipsia e ad Halle, egli aveva pubblicato la più
monumentale enciclopedia in lingua tedesca del XVIII secolo. Per la prima volta,
furono integrate le biografie di personalità illustri e di artisti viventi. I
soggetti tematici coperti dall'enciclopedia universale comprendevano anche
argomenti dii interesse quotidiano, come l'artigianato, le pulizie o il commercio,
trattati con la medesima dignità dei contenuti prettamente più scientifici. Fu uno
dei primi testi enciclopedici ad ottenere il privilegio reale, un'efficace forma di
tutela del diritto d'autore contemplata all'epoca, in un'area geografica la cui
estensione comprendeva il Regno di Prussia, la Francia, l'odierna Russia europea.
Dal punto di vista organizzativo, fu la prima enciclopedia a suddividere i
contenuti fra i vari redattori e contributori a vario titolo, non per ordine di
lettera, ma per argomento, secondo le rispettive competenze specialistiche di
ciascuno. Da un certo momento in poi, parte delle voci fu inviata dagli autori
all'editore in modo anonimo, una modalità innovativa per quel tempo. Anche il
finanziamento dell'opera risulta originale per la scelta di vendere di alcuni
volumi ad una lotteria, piuttosto che per la prenotazione delle copie conclusa
prima ancora che fosse completata la stesura della serie, anticipando in qualche
modo il moderno crowdsourcing. Tale modello di business consentiva di verificare il
reale interesse di pubblico pe rl'opera e la sua fattibilità economica, avendo
disponibilità liquide adeguate a pareggiare i costi fissi prima della loro
manifestazione temporale.

Maggiore successo ebbe la Cyclopaedia (o Dizionario universale delle arti e delle


scienze) pubblicata da Ephraim Chambers nel 1728. Si trattava di un dizionario
enciclopedico in due volumi. Tuttavia, esso conteneva un'ampia gamma di voci, era
organizzato alfabeticamente, si affidava al contributo di molti autori e
comprendeva l'innovazione di inserire riferimenti incrociati tra le sezioni
all'interno delle voci. Per questo Chambers è considerato il padre
dell'enciclopedia moderna. La Cyclopedia divenne il modello di ogni successiva
enciclopedia, in quanto fu tradotta e imitata. La traduzione italiana apparve a
Venezia nel 1749.

Strette, seppure prudenti, furono le relazioni del movimento enciclopedico con


l'Illuminismo, con lo spirito di apertura alla conoscenza, all'istruzione, alla
consapevolezza della varietà e relatività dei punti di vista, pur nell'universalità
della ragione e della natura umana.

Inizialmente era stato concepito come traduzione francese del lavoro di Chambers
anche il Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri,
universalmente noto come Encyclopédie, pubblicato a Parigi a partire dal 1751.
Quest'opera è certamente la più nota e importante delle prime enciclopedie,
notevole per la sua vastità, per la qualità di alcuni contributi e soprattutto per
il suo impatto politico e culturale negli anni che condussero alla Rivoluzione
francese. L'ambizioso progetto era stato affidato a Denis Diderot con la
collaborazione dei più prestigiosi intellettuali del tempo (Voltaire, d'Alembert,
Rousseau, Quesnay ecc.); tuttavia l'opera, accanto ai contributi dei maggiori
pensatori francesi dell'epoca, dedicava molto spazio alle informazioni di tipo
tecnico, relative alle diverse attività produttive.

L'Encyclopédie, edita da d'Alembert e Diderot, fu pubblicata in 17 volumi di voci


(distribuiti dal 1751 al 1765) e 11 volumi di illustrazioni (distribuiti dal 1762
al 1772). Cinque volumi di materiale supplementare e due volumi d'indici, sotto la
supervisione di altri editori, furono distribuiti dal 1776 al 1780 da Charles-
Joseph Panckoucke di Parigi. Dell'Encyclopédie furono successivamente stampate
altre quattro edizioni, di cui due in Italia: quella del 1758-1776 a Lucca e quella
del 1770-1778 a Livorno.

l'Encyclopédie a sua volta ispirò la Encyclopædia Britannica, che ebbe inizi


modesti a Edimburgo: la prima edizione, distribuita tra il 1768 e il 1771, era
composta di appena tre volumi completati affrettatamente – A-B, C-L e M-Z – per un
totale di 2391 pagine. Nel 1797, quando fu completata la terza edizione, era stata
espansa a 18 volumi che si occupavano di un'ampia gamma di argomenti, con voci
fornite da un insieme di autorità nel loro campo.

Il Meyers Konversations-Lexikon, 1885


Il Brockhaus Konversations-Lexikon fu pubblicato a Lipsia dal 1796 al 1808 in 6
volumi. Parallelamente ad altre enciclopedie del XVIII secolo, l'ambito fu espanso
oltre quello delle precedenti pubblicazioni, nello sforzo di essere
onnicomprensivo. Ma l'opera non era intesa per un uso scientifico, bensì per
divulgare i risultati delle ricerche e delle scoperte in una forma semplice e
popolare senza eccessivi dettagli. Questo formato, in contrasto con quello
dell'Encyclopædia Britannica, fu ampiamente imitato da successive enciclopedie del
XIX secolo in Gran Bretagna, negli Stati Uniti, in Francia, in Spagna, in Italia e
in altri paesi. Delle enciclopedie che ebbero una certa influenza tra la fine del
XVIII secolo e l'inizio del XIX, l'enciclopedia Brockhaus è forse la più simile,
nella forma, alle enciclopedie moderne.

Ottocento
I primi anni del XIX secolo videro il fiorire di enciclopedie pubblicate in Europa
e in America. In Francia non fu ripubblicata l'Encyclopédie. Il suo posto fu
riempito prima dall'Encyclopédie Méthodique ordinata per materie in 157 volumi più
53 di tavole, edita dallo stesso Panckoucke fra il 1782 e il 1832, e poi dalla
Encyclopédie moderne. Dictionnaire abregé des sciences, des lettres, des arts, de
l'industrie, de l'agriculture et du commerce in 30 volumi pubblicata dall'editore
Firmin Didot di Parigi nel 1853. In Germania fra il 1839 e il 1855 apparve Das
große Conversations-Lexicon für die gebildeten Stände in 52 volumi curata da Joseph
Meyer di Gotha, che è rimasta l'enciclopedia più prestigiosa in tedesco. In
Inghilterra la Rees's Cyclopædia in 39 volumi (Londra e Filadelfia 1802–1819)
conteneva una mole di informazioni riguardanti la rivoluzione industriale e
scientifica dell'epoca. Una caratteristica di queste pubblicazioni era l'alta
qualità delle illustrazioni fatte da incisori e disegnatori specializzati.

Nouveau Larousse illustré


Il Grand dictionnaire universel du XIXe siècle in 17 volumi e i suoi supplementi
furono pubblicati in Francia da Pierre Larousse fra il 1866 e il 1890. La casa
editrice Larousse sarebbe rimasta la più famosa casa editrice francese di opere
enciclopediche. Fra il 1898 e il 1907 vide la luce il Nouveau Larousse illustré.
Fra il 1960 e il 1964 uscì il Grand Larousse Encyclopédique in 10 volumi. e infine
nel 1971-1978 è uscita la Grande Encyclopédie Larousse in 21 volumi.

Accanto a queste grandi opere, la crescita dell'educazione popolare e gli Istituti


Industriali, spinti dalla Società per la Diffusione della Conoscenza Utile,
portarono alla produzione della Penny Cyclopædia (1833-1846) che, come il suo
titolo suggerisce, fu distribuita in numeri settimanali al costo di un penny come
un giornale. Questo modello delle enciclopedie a dispense, accessibile ai ceti
medio-bassi, fu imitato in tutta Europa. In Italia l'enciclopedia di questo tipo
che ebbe maggiore diffusione fu l'Enciclopedia Popolare Sonzogno pubblicata a
cavallo fra Otto- e Novecento.

A metà dell'Ottocento il numero delle enciclopedie aumentò nettamente, in quanto


nelle maggiori lingue cominciarono ad apparire nuove opere in concorrenza fra di
loro e di diversi formati. Inoltre iniziarono ad essere pubblicate enciclopedie
anche in altre lingue. In proposito si possono citare l'Enciclopedia moderna
pubblicata a Madrid nel 1851-1855 in 37 volumi; il Winkler Prins in olandese del
1870-1882; il Nordisk familjebok in lingua svedese edito nel 1876-1899 che era
costituito da 20 volumi; il Salmonsens Konversationsleksikon in danese del 1893-
1907 in 26 volumi; e infine il Dizionario Enciclopedico Brockhaus ed Efron in ben
86 volumi, pubblicato fra il 1890 e il 1907 in russo.

Novecento

Tre volumi dell'Espasa


Nel 1911 fu pubblicata l'undicesima edizione dell'Enciclopedia Britannica, che
viene generalmente considerata la migliore edizione di questa longeva enciclopedia.
Questa edizione ha anche segnato il passaggio della redazione da Edimburgo a
Chicago.

Nel frattempo la casa editrice Espasa di Barcellona aveva iniziato la pubblicazione


della sua Enciclopedia universal ilustrada europeo-americana (1908-1930). Essa si
compone di 70 volumi più numerose appendici di aggiornamento e indici. Tuttora
ristampata, si vanta di essere la più estesa enciclopedia moderna e rimane
l'enciclopedia di riferimento in lingua spagnola.

Nel 1917 venne pubblicata a Chicago la prima edizione della World Book
Encyclopedia. Attualmente questa enciclopedia, molto popolare nei paesi
anglosassoni, conta 22 volumi ed è secondo l'editore l'enciclopedia su carta più
venduta al mondo. Nel 1961 venne pubblicata un'edizione per non vedenti in
caratteri Braille.

La Grande enciclopedia sovietica pubblicata a partire dal 1926 in tre distinte


edizioni, rispettivamente di 65, 50 e 30 volumi, rappresentò l'enciclopedia di
riferimento del mondo marxista e fu perciò tradotta anche in inglese e greco.

Nello stesso periodo in Italia si iniziò a pensare alla creazione di


un'enciclopedia universale, sul modello di quelle inglesi e francesi, ma i primi
tentativi non furono coronati da successo. Nel 1925 fu fondato a Roma l'Istituto
dell'Enciclopedia Italiana intitolato a Giovanni Treccani per la realizzazione
dell'Enciclopedia Italiana di scienze, lettere ed arti; il filosofo Giovanni
Gentile fu nominato direttore scientifico e si dedicò ad invitare e coordinare
studiosi italiani di tutti i campi e di tutti gli orientamenti per la realizzazione
dell'opera. Numerosi e importanti furono i contributi, tra tutti si ricordano
Enrico Fermi per la fisica e Guglielmo Marconi per le telecomunicazioni;
quest'ultimo nel 1933 assunse la presidenza dell'Istituto Treccani. La prima
edizione dell'opera fu completata, a livello redazionale, nel 1937. Le voci
dell'Enciclopedia furono pubblicate negli opuscoli della Biblioteca della
Enciclopedia Italiana tra il 1932 e il 1943.

Altra opera di particolare rilievo in Italia fu quella della casa editrice UTET,
che nel periodo 1933-'39 pubblicò il Grande Dizionario Enciclopedico, fondato dal
prof. Pietro Fedele, pubblicata inizialmente in dieci volumi e periodicamente
aggiornata fino alla quarta edizione (1984-'91).

Nel 1936 apparve l'Enciclopedia Bompiani in due volumi, che divenne la più popolare
enciclopedia italiana per famiglie per alcuni decenni. E che nelle edizioni del
dopoguerra aumentò gradualmente di dimensioni.

Fra il 1935 e il 1960 venne pubblicata a Lisbona e Rio de Janeiro la Grande


enciclopédia portuguesa e brasileira in 40 volumi, che rimane la maggior
enciclopedia in lingua portoghese.

Nel 1952, la Federico Motta Editore pubblica in Italia la prima edizione


dell'omonima enciclopedia universale.

Nel 1962 nacque la Wielka Encyklopedia PWN. A partire dal 2001 è uscita la nuova
edizione post-comunista, che rappresenta tuttora la enciclopedia di riferimento in
polacco.

15ª edizione dell'Encyclopaedia Britannica divisa in Micropædia (dorso rosso) e


Macropædia (dorso scuro).
Negli anni sessanta il raggiunto benessere da parte della maggioranza degli
italiani e l'espansione dell'obbligo scolastico alla scuola media ampliarono
grandemente il mercato delle enciclopedie. In particolare ritornarono in voga le
enciclopedie a fascicoli, ora indirizzate soprattutto ai ragazzi in età scolare,
fra le quali la più famosa fu Conoscere pubblicata dalla Fratelli Fabbri Editori.
Nel 1962 nacquero anche le Garzantine, che rappresentarono un nuovo modello di
enciclopedia per famiglia, tuttora popolare. Nello stesso anno iniziò anche la
pubblicazione dell'Enciclopedia Universo in 12 volumi a cura dell'Istituto
Geografico De Agostini. La Rizzoli tradusse e integrò tra il 1966 e il 1970
l'enciclopedia francese della Larousse, venduta sempre a fascicoli o in
abbonamento, come Rizzoli-Larousse, fino al 2000. Tale enciclopedia fu edita dal
1998 al 2003 anche in formato CD-ROM.

Alla fine degli anni settanta nacquero, invece, due opere che avevano l'ambizione
di rappresentare un'alternativa all'Enciclopedia Treccani, sentita come ormai
obsoleta da molti intellettuali: la Enciclopedia Einaudi del 1977 in 15 volumi,
costruita per monografie intorno a poche parole chiave, e la Enciclopedia Europea
Garzanti del 1979 in 12 volumi.

Negli stessi anni in Francia si sentì il bisogno di un'enciclopedia che competesse


con le maggiori enciclopedie mondiali, in particolare con la Britannica. E proprio
con una compartecipazione di questa istituzione fra il 1968 e il 1975 venne
pubblicata l'Encyclopædia Universalis in francese, la cui edizione più aggiornata,
la sesta, è quella del 2009 in 30 volumi.

Nel corso del Novecento si sono inoltre affermate molte autorevoli enciclopedie
relative a particolari ambiti culturali. Fra le più famose si possono citare la
Catholic Encyclopedia, l'Encyclopaedia Judaica, l'Encyclopædia of Islam e la
Realencyclopädie der classischen Altertumswissenschaft edita da August Friedrich
Pauly e successivamente da Georg Wissowa.

Le enciclopedie sono essenzialmente derivate da materiale già esistente e,


particolarmente nel XIX secolo, erano comuni tra gli editori gli atti di plagio
indiscriminato. Le moderne enciclopedie non sono tuttavia meri compendi di sempre
maggiori dimensioni, che includono tutto ciò che è venuto prima: per fare spazio
agli argomenti moderni, doveva essere regolarmente scartato del materiale prezioso
per un uso storico, quantomeno prima dell'avvento delle enciclopedie digitali e in
particolare quelle sul web, che non dipendono da un supporto fisico per la
distribuzione. Inoltre le opinioni e la visione del mondo di una particolare
generazione possono essere osservate nel modo di scrivere un'enciclopedia in un
determinato momento storico; per queste ragioni le vecchie enciclopedie sono
un'utile fonte di informazioni storiche, in particolare per registrare i
cambiamenti nel campo scientifico e tecnologico.

Era digitale
L'introduzione della tecnologia digitale - l'inizio dell'era digitale negli anni
settanta - comportò un ammodernamento delle tecniche di composizione e stampa, ma
non rivoluzionò immediatamente il settore delle enciclopedie, che continuarono a
essere stampate e distribuite su carta per i due decenni successivi. Per modificare
radicalmente il medium fu necessario attendere che i personal computer si fossero
diffusi e che le memorie di massa si fossero evolute fino a produrre un supporto
abbastanza capiente da contenere l'ingente quantità di dati costituita da una
enciclopedia, notevolmente maggiore quando al testo vengono associate immagini e
contenuti multimediali come brani audio e video.

Fu infatti solo negli anni novanta del XX secolo che si iniziarono a pubblicare
enciclopedie generaliste su CD-ROM (una tecnologia introdotta negli anni ottanta)
da utilizzare con i personal computer casalinghi. L'edizione digitale
dell'enciclopedia Grolier fu pioniera,[2] mentre Encarta della Microsoft è stata il
prodotto più importante e tipico di questa nuova tendenza, in quanto non aveva una
edizione stampata. Le voci erano arricchite con contenuti multimediali audio e
video così come con numerose immagini di alta qualità. Dello stesso tipo è
l'enciclopedia multimediale Omnia De Agostini, in varie edizioni, suddivisa a
seconda delle aree tematiche.

Un singolo CD-ROM non era tuttavia sufficientemente capiente per contenere i 12-20
volumi di una tradizionale enciclopedia generalista, incluse le immagini. Questo
comportò inizialmente la necessità, da parte degli editori, di selezionare i
contenuti da distribuire nell'edizione digitale rispetto a quella cartacea, in modo
da fare spazio anche a immagini e contenuti multimediali, o in alternativa di
distribuire l'enciclopedia su numerosi CD-ROM. La sostituzione del CD-ROM con il
più capiente DVD-ROM come supporto permise in parte di superare il problema, ma è
stato solo con la diffusione delle enciclopedie online che venne risolto
definitivamente il problema dello spazio per lo stoccaggio dei dati, grazie alla
diffusione del World Wide Web a partire dalla metà degli anni novanta.

Agli inizi del XXI secolo dunque un numero crescente di enciclopedie sono state
rese fruibili anche per la consultazione on-line, che in genere veniva resa
disponibile all'utente dietro registrazione e pagamento di un abbonamento. Negli
anni successivi quasi tutte le maggiori enciclopedie smisero di essere pubblicate
su carta.

Contrariamente a quanto era sempre accaduto nelle enciclopedie tradizionali,


compilate da un certo numero di scrittori a contratto – in genere persone con una
cultura accademica – la natura interattiva di Internet ha permesso nel primo
decennio del XXI secolo la creazione di progetti quali Wikipedia, Everything2 e
Open Site, detti "open content" - basati sul crowdsourcing, sulla collaborazione
spontanea di un gran numero di utenti - che permettono a chiunque di espandere,
rimuovere o modificare il loro contenuto. Wikipedia – la più grande enciclopedia
mai scritta, nata nel 2001 – ha prodotto oltre 30 milioni di voci (aprile 2014) in
più di 280 lingue[11] il cui contenuto è pubblicato sotto una licenza copyleft, che
ne consente la distribuzione e il riutilizzo a chiunque e per qualsiasi scopo. Le
voci di Wikipedia tuttavia non sono necessariamente sottoposte a revisione da parte
di esperti e molte voci, in effetti, possono risultare banali o contenere errori di
varia natura. Dubbi legittimi sono stati sollevati riguardo l'accuratezza delle
informazioni raccolte in generale mediante progetti open source, anche se nel 2005
la rivista scientifica Nature ha effettuato uno studio comparativo[12][13] tra voci
scientifiche di Wikipedia e dell'Enciclopedia Britannica, in cui si rilevava
un'analoga quantità di errori.[14]

Nonostante queste critiche, la gratuità e facilità di consultazione delle


enciclopedie open content, oltre al loro incessante aggiornamento, ha quasi
completamente fatto uscire dal mercato le enciclopedie informatiche a pagamento,
fra cui anche Encarta, la cui ultima edizione risale al 2009, e la stessa Omnia la
cui ultima edizione risale al 2010.

Enciclopedie mondiali congetturali: dal World Brain al World Wide Web


Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: World Brain e
Memex.
Già prima dell'avvento dell'informatica e di Internet, alcuni ipotizzarono che
attraverso l'uso di nuove tecnologie si sarebbe potuta migliorare la diffusione
della conoscenza creando nuove forme di enciclopedia. Tali idee rimasero in larga
parte congetturali, ma ebbero una certa influenza.

Nel periodo tra la prima e seconda guerra mondiale, l'enciclopedia divenne un


popolare strumento educativo. Nel campo culturale dell'internazionalismo, il
pioniere della documentazione Paul Otlet ridefinì l'enciclopedia come un prodotto
documentario e "multimediale".[15] Dagli inizi del Novecento Otlet lavorò con
l'ingegnere Robert Goldschmidt alla memorizzazione dei dati bibliografici su
microfilm (tecnica allora nota come "microfotografia"); alla fine del 1920 tentò
con dei colleghi di creare una nuova forma di enciclopedia interamente stampata su
microfilm, l'Encyclopedia Universalis Mundaneum.[16]
World Brain di H. G. Wells. Prima edizione, edita da Methuen & Co Ltd, Londra,
1938.
A partire dal 1936 un altro internazionalista, lo scrittore britannico H. G. Wells
- rimasto noto per le sue opere di anticipazione scientifica a sfondo sociale -
sviluppò l'idea di una nuova forma di enciclopedia: un "cervello mondiale" (World
Brain), cui dedicò un libro nel 1938. Nelle idee di Wells, si trattava di nuova
"enciclopedia mondiale", libera, sintetica, autorevole, permanente, che avrebbe
aiutato i cittadini del mondo a fare il miglior uso delle risorse informative
universali e reso il miglior contributo alla pace tra le nazioni. Uno degli
obiettivi del congresso mondiale della documentazione universale, tenutosi a Parigi
nel 1937, fu proprio quello di discutere le idee di Wells sul cervello mondiale e i
loro metodi di attuazione.[17]

Vannevar Bush, nel suo fondamentale saggio As We May Think del 1945,[18] propose di
creare una innovativa macchina ipertestuale, il Memex, affermando inoltre che
"appariranno forme totalmente nuove di enciclopedia, già confezionate con una rete
di percorsi associativi che le attraversano, pronte per essere immesse nel memex e
ivi potenziate."

Bush, come prima di lui Otlet e Wells, ipotizzava di utilizzare i microfilm (la
tecnologia più avanzata all'epoca per immagazzinare informazioni), ma nessuno dei
tre poté vedere realizzate le sue idee.

Nel 1962, Arthur C. Clarke previde che la costruzione di quello che Wells aveva
chiamato il "Cervello mondiale" si sarebbe svolta in due fasi, la prima delle quali
sarebbe stata la costruzione della "Biblioteca mondiale" (World Library), che è
fondamentalmente il concetto di Wells di un'enciclopedia universale accessibile a
tutti da casa propria su terminali computerizzati; Clarke predisse che questa fase
si sarebbe instaurata (almeno nei paesi sviluppati) entro il 2000; la seconda fase
sarebbe stata la creazione di un supercomputer dotato di un'avanzata intelligenza
artificiale (entro il 2100).[19]

Alcuni autori di fantascienza hanno immaginato in varie forme la creazione di


un'enciclopedia universale che raccogliesse le conoscenze e il sapere di una futura
civiltà (umana o aliena) estesa su tutta la galassia, a partire appunto
dall'Enciclopedia galattica di Isaac Asimov nei romanzi del ciclo della Fondazione,
pubblicati dal 1951.

Negli anni novanta alcuni studiosi hanno visto il nascente World Wide Web come
un'estensione del "cervello mondiale" a cui gli individui possono accedere tramite
i personal computer,[20] o lo sviluppo stesso del Web in un cervello globale.
Richard Stallman nel 1999 dichiarò che "Il World Wide Web ha le potenzialità per
svilupparsi in un'enciclopedia universale che copra tutti i campi della
conoscenza",[21] influenzando in seguito Nupedia, un progetto di enciclopedia
online del 2000 da cui nacque l'anno successivo Wikipedia.

Caratteristiche generali
L'illuminista francese Denis Diderot affermò che lo scopo dell'enciclopedia è:

«[...] raccogliere le conoscenze sparse sulla faccia della terra, esporne ai nostri
contemporanei il sistema generale e trasmetterle ai posteri, affinché l'opera dei
secoli passati non sia stata inutile per i secoli a venire; affinché i nostri
nipoti, resi più istruiti, diventino nello stesso tempo più virtuosi e felici; e
affinché noi non dobbiamo morire senza aver ben meritato del genere umano.»

(Diderot[22])
Le enciclopedie sono divise in voci, o lemmi, cui si accede solitamente in ordine
alfabetico. Le voci di una enciclopedia sono più lunghe e più dettagliate di quelle
dei dizionari;[23] a differenza delle voci di un dizionario, che si concentrano
sulle informazioni linguistiche sui termini, le voci di una enciclopedia si
concentrano in genere su cose e concetti per illustrare il soggetto che dà il nome
alla voce.[24][25][26][27]

Gli elementi cardinali che definiscono i caratteri di un'enciclopedia sono quattro:

la specificità e la settorialità degli argomenti trattati;


la loro intertestualizzazione;
il metodo d'organizzazione;
i criteri di redazione delle voci.
Enciclopedie generaliste ed enciclopedie specializzate
Le enciclopedie possono distinguersi in "generaliste" (o "universali"), contenenti
voci di differenti e innumerevoli campi d'interesse (l'Enciclopedia Treccani e
l'Enciclopedia Britannica sono tra gli esempi più noti), rivolte al pubblico più
vasto, o possono essere specializzate in un unico campo di interesse, così come
un'enciclopedia medica, scientifica, filosofica o poetica. Ci sono anche
enciclopedie che coprono una grande varietà di argomenti e aspetti di una data
cultura con una prospettiva oggettiva del gruppo etnico, politico o religioso, come
la Grande enciclopedia sovietica, la Jewish Encyclopedia o la Catholic
Encyclopedia.

Trafiletto pubblicitario dell'Enciclopedia Britannica (1913).


Le opere enciclopediche hanno lo scopo di trasmettere le conoscenze più
significative accumulate in relazione al soggetto in questione. Opere di questo
tipo sono state pianificate e sono state tentate nel corso di maggior parte della
storia umana, ma il termine enciclopedia è stato usato per la prima volta solo nel
XVI secolo. Le prime enciclopedie generaliste che sono riuscite a essere sia
autorevoli sia esaustive nella trattazione apparvero nel XVIII secolo. Ogni opera
enciclopedica è, chiaramente, una versione sintetizzata di tutta la conoscenza, e
le opere variano per vastità e per approfondimento. Il pubblico di destinazione può
influenzare la trattazione: un'enciclopedia pensata per bambini, ad esempio, sarà
più ridotta di una per gli adulti.

Organizzazione dei contenuti


La disposizione sistematica del materiale è essenziale per rendere l'enciclopedia
uno strumento di consultazione fruibile. Storicamente, si sono distinti due metodi
di allestire le enciclopedie cartacee: il metodo alfabetico, che consiste in voci
distinte, organizzate in base all'ordine alfabetico, o la disposizione in categorie
ordinate gerarchicamente. Il primo metodo è quello a tutt'oggi maggiormente
utilizzato, anche se la fluidità dei media elettronici consente delle possibilità
di ricerca, rinvio e indicizzazione prima inimmaginabili. L'epigrafe di Orazio
sulla prima di copertina della Encyclopédie del XVIII secolo trasmette
efficacemente l'importanza della struttura di un'enciclopedia: '"Che grazia possono
aggiungere agli argomenti banali il potere dell'ordine e del collegamento."

Le enciclopedie moderne sono in genere dotate di un indice analitico (come la


Encyclopædia Britannica Eleventh Edition) per facilitare la ricerca dei contenuti.

L'attuale multimedialità ha esercitato una crescente influenza nella raccolta,


verifica, sintesi e presentazione di ogni genere di informazione. Progetti come
Wikipedia (gratuita) e Encarta (a pagamento) sono esempi di nuove forme di
enciclopedia, che rendono il reperimento di informazioni più semplice e immediato.

L'enciclopedia, per come la conosciamo oggi, si è sviluppata dal dizionario nel


corso del XVIII secolo. Un dizionario si concentra in primo luogo sulle parole e
sulle loro definizioni e solitamente fornisce poche informazioni sul contesto in
cui esse vengono usate e su come esse entrino in contatto con altri settori del
sapere. Tuttavia alcune opere che hanno nel titolo "dizionario" in pratica
risultano spesso più simili ad un'enciclopedia, specialmente quelle che trattano
ambiti settoriali.

Le enciclopedie spesso contengono anche numerose illustrazioni e carte geografiche,


oltre che bibliografie e statistiche.

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