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Il pensiero cattolico, sia in filosofia sia in teologia, ha dato nel secolo XIX
l’impressione di un contrasto non superabile [tra Kant e il cattolicesimo], di
una vera e propria contraddizione, che costringeva a decidere secondo il
modello dell’aut-aut. All’inizio degli anni ’20 del nostro secolo questo modello
ha perduto il suo peso, e in quel contesto si sono create delle vie per un dia-
logo anche con il pensiero kantiano in un senso molto più positivo di prima3.
E ancora:
Qualora l’adoratore di Dio prendesse a prestito dall’attuale metafisica (da
questa presunta scienza del soprasensibile) un bastone per appoggiarvi la pro-
pria religione e qualora anche il suo oppositore se ne procurasse uno, ma per
colpirla, Kant griderebbe a entrambi: «il vostro bastone è ben fragile: non è né
un sostegno sufficiente, né un’arma efficace. Lasciatevi benevolmente istruire sul
fatto che la vostra religione non deve poggiare su un sostegno così marcio e
che non deve però nemmeno venir combattuta con armi così impotenti. Di-
stoglietevi piuttosto dalle vostre speculazioni e dalle vostre dispute metafisi-
che, che non portano vantaggio né al colto né all’incolto, e volgetevi invece
all’agire pratico e morale! Qui Dio, la libertà e l’immortalità dell’anima vi ver-
ranno incontro e vi illumineranno spontaneamente»35.
e ancora:
l’inderogabilità della connessione universale di tutti i fenomeni nel contesto
della natura metterebbe necessariamente capo alla distruzione di qualsiasi li-
bertà (B 565)43.
più profonda sui compiti, sui metodi e sui limiti del la-
voro scientifico. La sua risposta conclusiva è la seguen-
te: il lavoro scientifico si muove con una necessità in-
trinseca in un mondo prodotto dal soggetto conoscente
con l’ausilio del suo apparato conoscitivo, ossia in un
mondo costruito da lui stesso. L’esperienza non è un
qualcosa di immediatamente dato a cui ci si possa ri-
chiamare in maniera ingenua, ma è qualcosa di prodot-
to, le cui condizioni di produzione richiedono una co-
stante verifica44. Ma ciò significa necessariamente che,
per ragioni di principio, rimane escluso un accesso
scientifico alla realtà vera e propria. La scienza serve
per costituire il mondo, non già per rispondere a quelle
che sono le questioni ultime. Quando tenta di pronun-
ciarsi sulle cose ultime, la scienza oltrepassa i propri
confini e fraintende se stessa. Il motivo ispiratore ricor-
rente nella Critica della ragion pura, ossia che «la filoso-
fia consiste proprio nel conoscere i nostri limiti» (B
755), non vale soltanto per la metafisica tradizionale, ma
vale anche, con la medesima forza, per il lavoro scienti-
fico45.
Questa idea è stata formulata da Kant eccezionalmen-
te presto con tutta chiarezza. In un paragrafo della sua
celebre dissertazione inaugurale del 1770, De mundi sen-
sibilis atque intelligibilis forma et principiis, che spesso e
volentieri ci si lascia sfuggire, si legge:
Phaenomena recensentur et exponuntur, primo, sensus externi in PHYSI-
CA, deinde, sensus interni in PSYCHOLOGIA empirica (§ 12; A 13).
51 Gesammelte Schriften, vol. XI, p. 431, trad. it. cit., p. 324 (modifica-
ta); si veda anche vol. XXIII, pp. 496-97.
52 Importante santuario bavarese la cui fama risale al 1730, in cui due
monaci del convento dei Premostratensi di Steingaden, realizzarono, in oc-
casione della processione del Venerdì Santo, una statua in legno raffiguran-
te il Cristo flagellato. La Wieskirche divenne un importante luogo di devo-
zione a partire dal 1738, anno in cui avvenne il «miracolo delle gocce» sul
volto del Cristo. – N.d.T.
414 Norbert Hinske
intimo e che anche per questa ragione merita di essere considerata una legge
divina53.
53 G.L. Reiner, Kant’s Theorie der rein moralischen Religion mit Rück-
sicht auf das reine Christenthum kurz dargestellt, Riga, Hartknoch, 1796, ri-
stampa anast. Bruxelles, Culture et Civilisation, 1968, pp. 100-01; cfr. I.
Kant, Die Religion innerhalb der Grenzen der bloßen Vernunft, B 164-5,
trad. it. di G. Durante, in Scritti di filosofia della religione, a cura di G. Ri-
conda, Milano, Mursia, 1994, p. 149.
54 G.L. Reiner, Kant’s Theorie der reinmoralischen Religion mit Rücksicht
auf das reine Christenthum kurz dargestellt, cit., p. 96; cfr. I. Kant, Die Re-
ligion innerhalb der Grenzen der bloßen Vernunft, B 158, trad. it. cit., pp.
147-48.