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Sul ΠΕΡΙ ΘΕΟΥ del P.

17027 di Berlino
Author(s): Luigi Alfonsi
Reviewed work(s):
Source: Aegyptus, Anno 23, No. 3/4 (LUGLIO-DICEMBRE 1943), pp. 262-269
Published by: Vita e Penseiro – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore
Stable URL: http://www.jstor.org/stable/41216249 .
Accessed: 17/04/2012 06:05

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Sul ПЕР1 9EOY del P. 17027 di Berlino

Klara Stahlschmidtha pubblicato recentementein Aegyptus


(22 (1942) fase.3-4 pp. 161-76) un papiro berlinese di cui suppone
giustamenteautore, sulla base delle argomentazionisvolte e del
lessico usato, Filone « oder ein ihm nahestehenderVerfasser*.
Argomentodel papiro è una trattazionesu Dio, come è dimo-
strato,in modo si può dire inequivocabile,dal titolo xepì 3-гои,
sulla base del quale si è pensatoappuntodi riferirea Filone questi
pochi frustulisuperstiti(1).
Ma ci sono pure altrielementidai quali noi crediamo di poter
ricavare che di Filone esso con gran probabilitàdovette essere
opera. Trattazionianaloghe a questa nel mondo antico ce n'erano
già state, solo che il titolo era solitamenteal plurale: la Stahl-
schìiiidt(2) richiama appunto il тсерьЭгш di Posidonio. Ora noi
sappiamo che anche altrove Filone imitavae seguiva Posidonio,
p. es. nel prime libro del weptTwpovotaç (3). È perciò chiaro che,
se anche qui si trovano echi posidoniani,quésto superstitepapiro
ci aiuta nello stesso tempo a schiarire in qualche punto le dot-
trine del TceplЗ-eöv posidiano e delle sue stesse fonti (4), e a
confermarcila sua paternitàfiloniana.

(1) Cfr. Klara Stahlschmidt, Eine unbekannteSchriftPhilons von.


Alexandrien(oder eines ihm nahestehendenVerfassers),in Aegyptus22
(1942) p. 165 che appunto si riferisceall'« armenischesBruchstückeines
Kommentarszu Genesis 18, 2 .... das in der lateinischenUebersetzung
bei Aucher den Titel De Deo trägt», sul quale шр' Seoïï filoniano si
veda pure Christ-Schmid-Stählin, G. О. L., München1920е,11,I, p. 635.
(2) Art. cit. p. 165.
(3) Christ-Schmid-Stählin, op. cit., p. 630.
SeGSvposidoniano si veda К. Reinhardt, Poseidonios(Mo-
(4) Sul 7cepi
naco 1921) e inoltreG. Pasquali, Orazio lirico, Firenze 1920, pp. 674-77
che si rifa anche per i testi e i confrontiai lavori del Wendland, in
Archivfür Geschichteder Philosophie1,1888, pp. 200 segg., dello Jaeger,
Ntnusios von Emesa (Berlino 1914) pp. 72 segg., e dello Schmbkel, Die
sul ~epì 5eoO del p. 17027 di berlino 263

Qui si inizia dicendo chi sia Dio, e questo dovette essere H


procedimentoanche del trattatoposidoniano in cui pure,come si
può rilevareda Aetio (I, 6) (1), si definisceil dio unico (ttjv to3
З&оОoòfftav),passando poi a segnarevarie categorie di dei singoli:
e così analogamenteCicerone nel H del De natura deorurn,che
combattendoEpicuro risale pure in gran parte a Posidonio,affer-
ma : primům(se. nostri) docentesse deos (II, 3). Naturalmenteun
monoteista come Filone doveva lasciar cadere la seconda parte
guales sint. E indi passa a considerare l'uomo e la sua natura
sottoposta alla passione e quindi secondaria rispetto a quella di
Dio (SeuTspeustv),ma prima fra gli altri esseri del creato хата ¡ле-
Toudťocv... (2). Così si può vedere analogamente,come termine
di confronto,nel e. 62 segg. del II libro de natura deorum di
Cicerone come l'uomo appaia proprio il re dell'universoe tutto
il creato quasi in suo servizio e funzione: principioipse mundus
deorumhominumquecausa factus est, quaeque in eo sunt,ea parata
ad fruetumhominumet inventasunt Est enim mundusquasi com-
munis deorum atque hominumdomus aut urbs utrorumque.Soli
[se. T*?,;Siavota; !) iure ac
enim RATioNEutentes (*.ата u.£Tou(7tav,
lege vivunt. . . Sic, quaecumquesunt in omni mundo,deorumatque
hominumputanda sunt. Iam vero circumitussolis et lunae reliquo-
rumque siderum, quamquam etiam ad mundi cohaerentiamper-
tinent,tarnenet speetaculumhominibuspraebent; nulla est enim
insatiabiliorspecies, nulla pulchrioret ad rationemsollertiamque
praestantior; eorumenim cursus dimetatimaturitatestemporum et
varietatesmutationesque :
cognovimus quae si hominibus solis nota
sunt,hominum /acta esse causa iudicandumest ... Neque enimse-
rendi nequecolendi.пес tempestive demetendipercipiendique fruclus
neque condendi ac reponendi ulta pecudum scientia est, earumque

Philosophieder MittlerenStoa (1892) pp. 137 segg., e ancora Christ-


Schmid-Stählin, op. cit, p. 353 e 354 con i riferimenti al secondo del
De natura deorumdi Cicerone, a Sesto Empirico,al primo delle Tuscu-
lane e a Varrone nel III delle Antichità; e l'articolo del Leiseganq s. v.
Philon, in PW., Reat-enc.der cl. Alt. XX, 1 pp. 2-50. Per un breve ma
succosissimosguardo generale su Posidonio si può vedere: E. Schwartz,
Figure caratteristiche della letteraturaclassica (trad, it.), Lanciano 1936,
pp 114 segg., e si veda ancora K. Reinhardt, Kosmos und Sympathie
(München 1926) passim, anche per i passi citati.
(1) Sul carattereposidoniano di questo brano di Aetio,si veda pure
Pasquali, op. cit. pp. 676 segg.
(2) Convincentel'integrazionesupposta dalla Stahlschmidt, art.cit.,
p. 169 riga 13 хата [¿iTOuaíav [t9JçStavotaç о [той Aoyou.
264 l.UIUI ALFONSI

omniumrerumhominumest et usus et cura . . . Hominumigitur


causa eas rerumcopias comparatasfatendam est, nisi,forte tanta
ubertaset varietaspomorumeorumquelueundus nongustatus solum
sed odoratusetiam et aspectus dubitationemadfertquin hominibus
soiis ea natura donaveritTantumqueabest ut haec bestiarumetiam
causa parata sint, ut ipsas bestias hominumgratia generatas esse
videamus.E perciò preferireipensare che Filone non assegni un
posto secondario all'uomo nel creato,o, se mai, lo faccia secondo
solo rispettoa Dio.
Così ecco che veniva anche implicitamenterisolto Tantico
problema che doveva essere pure in Posidonio ed è attestatoin
Cicerone mundumab Us (se. dus) administrari, postremoconsulere
eos rebus humanis.Ed anzi nel тло' 5e(õv posidoniano si può cre-
dere, sulla base dei passi già citati di Aetio, che dovesse essere
probabilmenteconsideratoe un ordine discendentedi dei - fino
all'ultima categoria dei benefattoridell'umanità,nati uomini ¿*;
'JlpaxXsa, (o; Aio;aópou;,w; Aióvjiov(Aetio I, 6, 15 ap. Diels, Doxo-
graphi Graeci, Berlin 1929s),e in Cicerone (de natura deorumli,
60) multaeautemaliae naturaedeorumex magnisbenéficaseorum
non sine causa et a Oraeciae sapientissimiset a maiorìbusnostris
constitutaenominataequesunt. Quicquid enim magnam utilitatem
generi adferrethumano,id non sine divina bonitateerga homines
fieri arbitrabaniur. . . Suscepit autem vita hominumconsuetudoque
communisut beneficiisexcellentisviros in caelumfama ac volún-
tate tollerent(1). E reciprocamenteuno quasi ascendente dagli
uomini agli dei, quale è attestatonel mito finale della consolatio
ad Mareiam di Seneca (2), e. 29 : ad excelsa sublatus interfelices
сurrit animas. Excepit ilium coetus sacer . . ., nel Somn. Scip. di
Cicerone (3), c. 13: omnibusqui pairiam conservaverint ... cerium

(1) Si veda ancora per questa idea in Clemente Alessandrino, Pro-


treptico ai Greci (Torino, ed. Cataudella, 1940, p. 53): теХеитоио;lì OrcoXet-
o-jtoi Tpoftoi)t abror/j; Sretaçeùepyfiaia;тг,; si;
'тевта».(l7Tcà yàp ot á-iron/Ts;
ópaoWvo;. Tov y^p еиеруетойута«¿*1cuvievxe;
to"jç àv^poWo'j; xaTav'.vo[A£vy);
Seòv àv67rXa<iávTtva; croir/jpa;Atoaxoúpou; xat 'HpaxXe'a aXtev^axov xoà
'A<7xXv)7Tlòv tOCTpOV.
(2) Sulla contaminazionedi fonti posidoniane e stoiche ortodosse in
questo passo si veda Pasquali, op. cit., pp. 674-75.
(3) Sulla fusione ne! SomniumScipionis ciceroniano di elementideri-
vati da Posidonio, e più, dal giovane Aristotele,si veda E. Bignone,
U Aristoteleperdutoe la formazionefilosóficadi Epicuro (Firenze 1936)
vol. I pp. 240 segg.
sul TTspi3-гоО del p. 17027 di berlino 265

locum ubi beati aevo sempiterno


¿sse in cáelo definitimi fruantur,
e in Plutarco {de def. orac. 10) "IvrepoiSs ¡¿eraßoV/jvто?; те aw¡¿a<n
ójaoúo;, ttoiousivx.at Tat; фи^аь;, соттсер¿*/.y?í; uScop,¿x Se uSaTo;

à*jQp,ex, S* àépo; Tropyevvcipievov ópaxai, тг,с оиоч'а; av(*> (pepoasvyj;
o'jTw; ex (XÇVàv^-ptÓTUcov et; upcoa;, ex, Sé /ipaxovsi; Samova;, at (ie>-
Ti'ove; J/'jyattÍjv '[¿£TaßoV/)v 'Kx, S¿ SatjAÓvwv
^apifiávoucriv. òXtyai ¡¿¿v
èv /jóvtù TcoXkiùSť àperfi; za3-ap5staat TravTaTtaTt S-£tÓT7iTo; ^ете-
<y^ov.E Sesto Emp. (adv. Math. IX, 74) : et o'jv Staaevoudtvaí фи/at,
• xa: Э"£О'!>;
Saíjjioaiv aí aÒTat yívovTat ei Ss Šatnové; etit, pvjT-éov
úíráp/biv.
Il mezzo di questo passaggio dall'umano al divino doveva
essere la morte : e infatti righe dopo (25 segg.) del papiro filo-
niano si parla di 5ávaTo; e di àrcoucrta, dove è ovvio e sottinten-
dibile un toö (кор.ато;, giacché, come altrove lo stesso Filon* dice,
morte (Leg. all. I, 105) /(optarlo; è<rrtAu^f,; arcò аа^латос. Anzi è
interessante vedere come il SiaXúaa; del r. 31 abbia anche un for-
male riscontro con un passo, della sezione già citata da Sesto
Empirico comunemente considerata (adv. math. IX, 73) di ovvia
derivazione posidoniana (1) то StalOaóv те аОта; ...
E pure questo senso di liberazione dal corpo era motivo pla-
tonico edel giovane Aristotele largamente confluito in Posidonio:
si veda per es. nel e. 14 del Somnium Scipionis: immo vero inquit,
hi vivant qui e corporam vinculis tanquam e carcere evolaverunt.
E del resto si ricordi che la StáXuit; apparteneva alla « Poseido-
nische Teilung » (Reinhardt, Kosmos ecc. p. 7).
Strettamente connesso al problema della morte è quello del
giudizio delle anime e dei loro meriti e demeriti che appaiono
solo dopo la morte in piena luce, tanto più se si ammette, come
non esiterei (anche per il confronto con passi analoghi opif. m. 73
e Abrah. 105), colla Stahlschmidt Г integrazione арвтт те ¿y.l]
7-[a]xťa yi[yvoW.sTat. E pure nel mito plutarcheo del ттгрс той
Tfjç (tsXtovy);
**po<xû>7TO'j di ispirazione posidoniana (2) si parla di
questo giudizio dell'anima : Trôdav^ojçtiv avouv те xat <rùvvõ <rcó-
jxaro; ¿XTçeapuaav, et|¿apf/ivov èdTt та> [летало yrj; xat <re)^vy)<;
£а>рш
TrXavTiSflvai oùx. foov • à>V ai aSixot x.at àxóXa<7Toi St'xa;
^póvov f/iv
Töv àSixy)(/.áTíov Ttvouatv та; S* èmeixet; otov àçayveuaai xat òltzot;-
veuaat [той;] аттЬ tou <та>[лато;,й;тсер ат[лои ^ovy)pou,ataa¡i.ou;, èv
то ^раотатео той àépo; Sv ^etjxöva; aSou x-aXouatv, Set yevéd^at /po-
vov Ttvà TeTaypiévov • etra, oiov ¿^
à^oSyjfxta; àvaxotuÇópievat<puya-

(1) Si veda al riguardo Christ-Schmid-Stählin, op. cit., p. 354.


(2) Cfr. Pasquali, op. cit., pp. 674 segg.
Aegyptus - Anno XXIII - 13
266 LUIGI ALPONSI

St^Yj; stjç TCÄTptSa, ysúovTat '/^oxç . . ., e si cfr. per questi aerei


campi anche il testo virgiliano, pur esso ricco di elementi posi-
domani (Aen. VI, 886-87) . . . Sic tota passim regione vagantar '
aer is in campis latis atque omnia lustrant. E per Г аргтто ts >cat
xxxta si può vedere pure il brano di Plutarco citato dal Reinhardt
(Kosmos und Sympathie, op. cit. p. 318): ¿v то piv tôovr^ xoyrt
xas Trovou, то Ь' àpsTÎiç.xas xaxíaç.
Continuando a parlare delle anime ormai libere dal corpo, e
che finalmente abbiano raggiunta la visione di Dio, yvcfoi;,nel
papiro si parla di 3éa ys тои: che se si integrasse ayermo colla
Stahlschmidt si potrebbe pure confrontare Sesto Emp., adv. math.
IX, 86-7 асрЗ-арта stvai xaì àyewTjTa. E infine ecco che anche qui
nel brano filoniano si parla di quelle anime che senza corpo va-
gano nell'aria :
]fjzi та; аХХа; фоугас
ot актере;
-spiTjsXWasvai yàp со*7т:[ер
Viene molto a proposito il confronto con un passo significa-
tivo di Gig 6 oOç (i. e. àyyéXou;) aXXot cpikÓGOooi Sataovaç, àyyéXooç

eta)3"£vòvof/.á£eiv S' état z,oct¿tòv àépa TwìTÓjjLSvat.
MřouG/jc tyvyjxt
Ora in questo caso l'insegnamento posidoniano è ben chiaro:
dei passi già citati basta ricordare il luogo del de defec. orac. di
Plutarco precisamente sui SatjAovs; e di Sesto Empirico (IX, 74) :
inoltre il luogo varroniano - di palese derivazione posidoniana (1)
- sull'animazione generale della natura: ab summo autem circuitu
caeli ad circulum lunae aetherias animas esse astra ас Stellas, eos
caelestes déos non modo intellegi esse sed etiam videri: inter lunae
vero gyrum et nimborumac ventorumcacumina aer ias esse animas,
sed eas animo non oculis videri et vocari heroas et lares et genios
(da Aug. de civ. Dei VII, 6). E anzi questa visione di anime che in
то ^а?;/.* ::ep[i7roXoO<7tv)
cielo si girano ([¿v у.]'глХа>ь ritorna pure in
testi analoghi antichi che sembra risentano echi posidoniani : Sesto
Emp. (adv. math. IX, 22) 3ea<7áf¿svotyàp ¡леУ víaépocvu.èv ÝíX.iov
TTspiTCoXouvTa, vúx-TwpSe ttjv eirraxTov töv aXX<ovàTTSpwv x.ťv7j<7tv
¿vójJLKjaveívať TtvxЭ-ebvtov t?5; тоьайттк y-bvóasco;zac ебтаа'а; atTiov.

(1) Sull'influenzadi vario genere esercitatasu Varrone da Posidonio,


si può vedere, oltre Christ-Schmidt-Stahlin,op. cit.,p. 354 e Pasquali,
op. cit., p. 675; Wendlino, Zu Posidonios und Varro, in Hermes (1893)
pp. 335-353; per gli echi esercitatisu Varronedal giovane Aristotele,si
veda anche Bionone, op. cit., II, p. 527 in rapportopure a passi di Lat-
tanzio.
SUL TwSpt.&80O DEL P. 17027 DI BERLINO 267

E Filone stesso in leg. all. Ill, 32, 97 aat 3-ea<7a¡¿evo;oOpavov¡/iv


¿v хихло* TreptToXouvTa *aí 7:ávra ¿vto; Tuvsur^óra, ~1хщту.<; S¿
xat àTwXaveiç¿стера; ... šrt Ss £фа 5 v/, xá ts TZ у.у.1à5 avara. E
che questi esseri viventi nell'aria dovessero anche da Filone, in
questo trattato, essere probabilmente considerati invisibili come
da Posidonio (per quanto ci è risultato da Varrone), ci appare
anche dal de gig. 2, 7-8 di Filone stesso : vE7Ttv ouv ¿vayxaTov
xat tòv àépa -Çcicov7tz~'v':Õ73*ai• таОта Sé ìojxiv.è?Ttvаората отьтггр
xat аОто; où^ орато; ata^ast.
A descrivere poi lo stato d'animo di questi spiriti nei loro
atteggiamenti di gioia e turbamento, e' è pure una consonanza
verbale tra il testo del nostro papiro, supposto con ogni proba-
bilità filoniano, e il de facie in orbe lunae plutarcheo, nella sezione
già prima citata come ricca di elementi posidoniani. Si veda infatti
та; piv y]zki(jxi та; Se SopuJßsfoSat e Plutarco (с. 28) : ysuovrat
^apa;, otav ot TsXo'Sjxevoi ¡/.áXiTTa 5 o p ó ß a> *at xTo^dSt сиузеекра-
(Aevyj(лет* èX-íSo; tSía; š^oudtv.
Dal confronto condotto tra i pochi frustuli di questo papiro
che, о filoniano о a Filone vicino, tratta ~spì SeoO e quel che ci
è dato ricostruire del mpì 5eõv posidoniano, ci è apparsa una
indubbia vicinanza di argomentazione, quanto non anche una coin-
cidenza di espressioni. Ed è chiaro per converso, anche per la
tecnica propria degli scrittori antichi, che trattavano delle stesse
questioni negli stessi schemi dei loro predecessori (ben altrove
mettendo se mai la loro originalità), che i medesimi argomenti
svolti in questo papiro filoniano dovevano trovarsi con sufficiente
approssimazione pure nel ~ept 5eôv posidoniano. Ma, molti di
questi risulta furono pure trattati da Aristotele, soprattutto nel
7cepì<р'Ло7Оф£ас (l). Si veda infatti come Г idea posidoniana (quale
si trova espressa nella fonte dossografica di Aetio) ~ó5sv swotav
Ž<T£ov Siw av3"pa>7;oi, deriva dal giovane Aristotele (fr. 12 W) 'Apt-
сгтотеХу);Se àzb Sustv àp^&v svvotav 3*eõv šXeye yeyovévat ¿v toi;
<¿v3p<¿7Tot;... (citato si noti proprio da Empirico, adv. math. IX,
20) (2). E inoltre la stessa idea rcõçèvo^da^ev то 5sTov si trova, pure
in Filone (leg. alle g. Ill, 32,97), derivata da Aristotele (fr. 13 W):
e analogamente si possono vedere ancora gli altri frammentidel-

ti) Sul quale si veda Jaeger,Aristotele, trad,it., Firenze1935,pp. 161,


220; E. BiGNONB, op. cit II capp. Vili e, IX.
(2) Ed anzi si noti come questo spunto aristotelico sia stato poi
anche ripreso da scrittoricristianicome Aristide,Apol., I (cfr. O. Laz-
perdutoe gli scrittoricristiani,Milano 1938,pp. 61 segg).
zati, U Aristotele
268 LUIGI ALFONSI

¡'aristotélicoтт. фЛо^озьа; riportatida Filone (fr. 18 W, 19 W e


22 W c-d-e) e anche lì col confrontodi un passo di Sesto Empi-
rico (adv. math.IX, 8ó). Sembra quindi anche questa una chiara
riprova,aggiunta alle tante altre rivelategià da Ettore Bignone,
dei vincoli che collegano la speculazione di Posidonio al -epì
Ф'Лотооьа;di Aristotele(1) ; e di conseguenza i brani di Filone
riferentisial ~zù zhIogo^ìx; potrebberoanche essere stati mediati
attraversoil filosofodi Apamea: se pure non si vuole ammettere,
il che del resto non ha nulla di improbabile,che direttamentead
Aristotelesia anche in quest'opera risalito,come forse altrove(2),
Filone e così egli abbia fuso,se si può dire,Posidonio ed Aristo-
tele. Comunque, sia direttamenteche indirettamente, sia immedia-
tamente che mediatamente,anche questo ~epì З-eoödi Filone ci
attestala profondavitalitàe l'importanzadecisivache le opere del
giovane Aristoteleesercitaronosu tutto l'ulteriore sviluppo del
pensieroclassico e sugli stessi primordispiritualidell'epoca nuova.
Luigi Alfonsi

(1) Cfr. E. Biqnone, op. cit. I pp. 240 segg. ; li, 358 e pure Jaeger,
op. cit., p. 215 e n. 2. E del resto anche la Stahlschmidt, art cit., p. 174
nota la presenza in questo brano di papiro filoniano di terminologiae
pensieroplatonicoed aristotelico.Significativedel restoa questo riguardo
anche le pagine del Reinhardt, Kosmos ecc. (op. cit.) pp. 61 segg.
(2) Cfr. E. Biqnone, op. cit., I, p. 261 : « è certe dunque che anche
Filone direttamente о indirettamente risale al De phdosophia».

NB. - A proposito del passo riferentisia Dio della r. 2, ferme


restando le ragioniaddotte sul caratterestoico della Weltanschauung filo-
niana dalla Stahlschmidt (sulle tracce del Leisegang, art.cit., pp. 39-40)
integrereiin questo modo:
vou[v t&v <&o>vtov ^eov
7ToXXá]xt;etpiQX3C{A£v
Mi sembra che tale ordine e disposizione di parole,mantenendoinsieme
la terminologiadi Filone, s'adegui anche formalmentea modi espressivi
che, come appare da Aetio (I, 7, 19) devono risalire a Posidonio (cfr.
Reinhardt, Kosmos ecc. p. 209) come ваХ75сvotívтоъ x^jjlou tòv ìfeóv.
Se anche, per richiamaresin dalF inizio la celebre definizione stoica-
vospdvecc. non si deva scrivere- con minore
posidoniana di Srsò;ttvcuu.*
probabilitàperò -
V03[v TÍOV oXwV TO 7TV6'íkULa
tou xdcTfxou
Ma migliore la prima definizione: con la quale Filone da Posidonio
partendoper il suo trattato,ne riprendevaanche,con tecnicaagli antichi
SUL TTSpì 3-SoO DEL P. 17027 Di BERLINO 26C>

consueta, le stesse parole ed immagini. Ali' origine posidoniana della


definizione attribuitaa Tálete ci richiama pure Athenagor., SuppL 23
(in Diels, Doxographi ecc. p. 31), che riportandolaaccenna prima, in
significativaelencazione, vicina ai passi di Posidonio, a eU Sreòvet; Zolì-
(Aovactic,%wa;. Non è escluso quindi che nel 7repìSre&vposidoniano si
parlasse anche delle varie denominazioni di Dio e degli dei, facendo
qua leht excursus,d'ordine pure storico,e poi si venisse agli eroi ecc. :
cfr.pure Aetio I, 8: Ilapax£iui.evw;Ы тф uspi Stewv Xoytotov тгер!oat-
[jLovtovf,ptoo)v taxop'/jTeov.

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