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L’equivoco
Molière, pseudonimo di Jean-Baptiste Poquelin (1622–1673),
commediografo francese
PERSONAGGI
SCENA QUINTA
Generi
Angelica – La persona più onesta del mondo.
Argante – Parla bene il greco e il latino.
Angelica – Questo non lo sapevo.
Argante – E tra tre giorni sarà laureato in medicina.
Angelica – Lui, babbo?
Argante – Sì. Non te l’ha detto?
Angelica – Veramente no. E a voi chi l’ha detto?
Argante – Ser Purgon.
Angelica – Perché? Ser Purgon lo conosce?
Argante – Che domanda! Certo che lo conosce! È suo
nipote!
Angelica – Cleante è nipote di ser Purgon!
Argante – Cleante chi? Io sto parlando del tuo futuro
marito.
Angelica – Eh, sì!
Argante – Ebbene, il nipote di ser Purgon è il figlio di
suo cognato ser Diafoirus, il dottore, e si chiama Thomas
Diafoirus. E non Cleante. Abbiamo firmato stamattina
il contratto di matrimonio, ser Purgon, ser Fleurant e
io. Domani poi il mio futuro genero mi sarà presentato
dal padre. Beh? Cosa c’è? Perché siete rimasta così
imbambolata?
Angelica – Il fatto è, padre mio, che voi stavate parlando
di una certa persona e io credevo parlaste di un’altra.
Toinette – Come sarebbe? Come potete scherzare su queste
cose? Con tutti i malanni che vi trovate addosso, dareste
vostra figlia in moglie a un medico?
Argante – Sì, certo. Di che ti immischi tu, briccona,
sfacciata che non sei altro!
Toinette – Piano, Dio mio, piano! Voi partite subito con
le ingiurie! Perché non ragioniamo un po’ insieme, senza
lasciarci trasportare dall’ira? Su, parliamo senza scaldarci
il sangue. Per quale motivo avete pensato a un matrimonio
simile?
Argante – La ragione è che, essendo malato e infermo,
voglio avere un genero e una parentela di medici per
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Generi Il racconto autobiografico
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Il racconto autobiografico
Generi
ottomila lire.
Toinette – Deve aver ammazzato molta gente per essere
tanto ricco.
Argante – Una rendita di ottomila lire e in più i beni
paterni… Non sono certo da buttar via.
Toinette – Queste sono argomentazioni che hanno un
certo peso; ma io insisto sullo stesso punto: vi consiglio,
tra noi, di sceglierle un marito diverso. Lei non è fatta
per diventare una Madama Diafoirus.
Argante – Ma lo voglio io.
Toinette – Zitto, non ditele nemmeno certe cose!
Argante – Come, non debbo dirle?
Toinette – Eh, no!
Argante – E perché non dovrei dirle?
Toinette – La gente dirà che nemmeno voi siete convinto
di quel che affermate.
Argante – Dicano quel che vogliono; vi ripeto che esigo
che mantenga la parola da me data.
Toinette – No. Sono certa che non lo farà.
Argante – La costringerò.
Toinette – Non lo farà, ve lo dico io.
Argante – Lo farà o la chiuderò in convento.
Toinette – Voi?
Argante – Io.
Toinette – Bene.
Argante – Come sarebbe «bene»?
Toinette – Non la manderete in convento.
Argante – Non la manderò in convento?
Toinette – No.
Argante – No?
Toinette – Ho detto di no.
Argante – Oh, questa è bella! Non posso mettere mia
figlia in convento, se lo voglio!
Toinette – Vi dico di no!
Argante – E chi me l’impedirebbe?
Toinette – Voi stesso.
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Generi Il racconto autobiografico
Argante – Io?
Toinette – Non avrete il cuore di farlo.
Argante – L’avrò.
Toinette – Scherzate.
Argante – Non scherzo.
Toinette – All’ultimo momento vi lascerete vincere dalla
tenerezza paterna.
Argante – Non mi lascerò vincere.
Toinette – Un paio di lacrimucce, due braccia attorno al
collo, un «paparino caro, paparino bello» detto con tutta
la tenerezza possibile, e voi vi commuoverete.
Argante – Manco per niente.
Toinette – Ma sì, sì.
Argante – Vi dico che non cambierò la mia decisione.
Toinette – Sciocchezze.
Argante – Non bisogna dire «sciocchezze».
Toinette – Vi conosco troppo bene. In fondo siete buono.
Argante – (alterandosi) Non sono buono per niente! Se
voglio, sono cattivissimo!
Toinette – Piano, signore, piano… Avete dimenticato la
vostra malattia?
Argante – Insomma, io le ingiungo4 di prepararsi ad
accettare come sposo quello che le ho scelto io.
Toinette – E io le proibisco di farlo.
Argante – Dove siamo arrivati? A qual punto di
sfacciataggine! Adesso una briccona di serva può parlare
in questo modo davanti al padrone?
Toinette – Quando un padrone non pensa a quel che
fa, una serva che ha due dita di cervello cerca di farlo
ragionare.
Argan – (inseguendo Toinette) Insolente, adesso ti faccio
vedere io!