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Manuel Virtù

www.manuelvirtu.it

manuelvirtu@libero.it

Abruzzo Beni Musicali

Giornate di Studi Musicali Abruzzesi

12 maggio – 13 maggio 2017

MARCO DALL'AQUILA

“ PULSATORE DE INSTRUMENTO”

Il “progetto Marco Dall'AQUILA, nasce come fosse una -necessità- di riportare in


luce la vita e le opere di un così grande compositore, musicista e teorico della Musica
vissuto in Italia, tra le terre d'Abruzzi e Venezia, a cavallo tra il 400 ed il 500.

La piccola ricerca che segue è un analisi di tutte le opere esistenti messe in paragone
tra di loro permettendoci di analizzare nel modo più preciso possibile tutte le notizie a
noi pervenute.

Tra i vari studi, quello di Francesco Zimei è senza alcun dubbio la migliore opera in
circolazione.

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Marco dall’Aquila è stato un liutista e compositore rinascimentale della scuola


veneziana maggiormente noto per le altissime capacità di quella che fu la “nuova
tecnica esecutiva” al liuto, tra 400 e 500 e per lo sviluppo della forma musicale da lui
maggiormente sviluppata conosciuta come Ricercare.

Nacque a L’Aquila, presumibilmente nel 1480 (La data di nascita è desumibile sulla
base del primo documento che lo riguarda: una richiesta di privilegio di stampa datata
1505, per firmare la quale M. doveva essere maggiorenne) e trascorse le sua vita a
Venezia, dove, tra le altre cose, si esibiva in concerti nelle case dei nobili della città e
ove l'11 marzo 1505 chiese e ottenne un privilegio decennale di stampa e vendita per
le intavolature liutistiche “Tabullatura et Rasone de metter ogni canto in liuto”

(Arch. di Stato di Venezia, Cancelleria ducale, reg. 23, c. 141; Ness, pp. 350 s.)

Nella supplica indirizzata al doge e al suo "sapientissimo consiglio", M. sottolinea di


essersi

"inzegnato a comune utilitate de quelli che se deletarono sonar de lauto nobilissimo


instrumento pertinente a varij zentilhuomini far stampar la tabulatura, et rason de
metter ogni canto in lauto cum summa industria, et arte", e di aver impiegato a tal
fine molto tempo e risorse;

…chiese inoltre che non si permetta a nessuno di stampare e vendere intavolature di


liuto a Venezia e in genere in territorio veneziano, non essendo però mai stato
realmente stampato alcun lavoro...
Non è rimasto infatti testimone alcuno di una sua effettiva produzione editoriale.
Siamo in un periodo in cui neanche O. Petrucci, che godeva del privilegio di stampa
di musica in genere, aveva mai prodotto intavolature.

Secondo Ottaviano Petrucci non vu fu nessuna stampa per via del fatto che la musica
di Marco Dall’Aquila era troppo difficile tecnicamente parlando. (SBOORMAN
Ottaviano Petrucci, catalogue Raisonne Oxford University 2006 p.38)

Una traccia della presenza di M. a Venezia si trova in una lettera del 10 Novembre
del 1524 di Giovanni Spataro1 al celebre organista veneziano M.A. Cavazzoni che
riferisce di uno scambio di opinioni tra lo stesso Spataro e il celebre Pietro Aaron a
proposito di problemi di temperamento, con riguardo a una composizione di A.

1
Giovanni Spataro (Bologna, 26 ottobre 1458? – Bologna, 17 gennaio 1541) è stato un teorico musicale, compositore
e "maestro de canto" italiano.
Willaert, nel corso del quale Aaron dichiarò di aver discusso le idee di Spataro con
M., considerandolo interlocutore di grande intelligenza. Spataro non sembra gradire
l'iniziativa ed esprime perplessità, ritenendo che un teorico fine come Aaron non
potesse ricavare lumi dall'opinione di un mero "pulsatore de istrumento".

Data la considerazione per lui nutrita da Aaron, si può presumere che M. non fosse
appunto un semplice strumentista, ma possedesse un bagaglio culturale e teorico più
solido infatti tempo dopo tale Giovanni Spataro ammise dicendo che Marco
Dall’Aquila poteva ergersi tranquillamente a pieno titolo a referente di trattatisti.

Un testimone aquilano della generazione successiva ne parla come di un:

"eccellentissimo musico, e sonator di liuto, e tale che combattea di magioranza co'l


gran Francesco Milanese"

...più di dieci anni dopo ricorre il nome di Marco Dall'Aquila nella prefazione di
Francesco Marcolini da Forlì2 a un'antologia di composizioni liutistiche di Francesco
da Milano, stampata a Venezia nel 1536, in essa M. è accostato ad Alberto da Ripa a
fianco di Francesco come esponente di un nuovo, moderno stile, a contrasto della
vecchia maniera, rappresentata da Alemanni e da G.A. Testagrossa…

Ed in effetti ad oggi possiamo affermare che fu il più innovativo compositore e


liutista della sua epoca, diede inizio alla figura del solista, in ambito polifonico, e la
sua scrittura per liuto fu il riferimento più alto per oltre un secolo, fino a John
Dowland, la sua capacità nell’uso delle dita e la maestria nel produrre idee musicali
pongono Marco dall’Aquila all’interno del cerchio ristretto dei maestri compositori
del Rinascimento italiano.

2
Francesco Marcolini (Forlì, XVI secolo – Venezia, 1559) editore e tipografo italiano.

Editore e tipografo nativo di Forlì ma attivo a Venezia. A Forlì ebbe forse bottega di libraio; a Venezia iniziò come
editore, servendosi dapprima della tipografia di Giovanni Antonio Nicolini da Sabbio per aprire nel 1535 una propria
stamperia "presso la Chiesa della Terneta".
Lo stesso Marcolini annunciava altresì l'uscita di una nuova antologia, che avrebbe
dovuto comprendere anche composizioni di Marco tuttavia non si ha alcuna certezza
che quest'opera sia stata effettivamente pubblicata.

Il nome di M. ricompare in una lettera di Pietro Aretino3 a Paolo Manuzio4 (Venezia,


9 dic. 1537), in cui è menzionato come "il mio messer Marco da l'Aquila" (ibid., p.
354).

Dopo questo le notizie sono ormai inesistenti, se non per un’ultima:

3
Pietro Aretino (Arezzo, 20 aprile 1492 – Venezia, 21 ottobre 1556) è stato un poeta, scrittore e drammaturgo
italiano.
4
Paolo Manuzio (in latino Paulus Manutius; Venezia, 12 giugno 1512 – Roma, 6 aprile 1574) è stato un editore,
tipografo e umanista italiano.
Dopo questa data non si hanno più notizie di M., di cui si ignorano il luogo e l'anno di
morte.

L'opera di M. è pervenuta in forma di intavolature manoscritte, con l'eccezione di tre


pezzi a stampa; si tratta di un lascito compatto, testimoniato all'interno dell'ampio
corpus dei manoscritti Herwarth (Monaco, Bayerische Staatsbibliothek, Mus. Hss.,
266, cc. 21-61), riordinato e studiato da Ness nella sua dissertazione dottorale.

il fascicolo relativo alla musica di M. nei manoscritti in questione è databile intorno


al 1539.
La famiglia Herwarth a cui apparteneva Hans Heinrich, aveva raccolto la gran parte
della collezione musicale, (proveniva da Augusta) all'epoca centro di grande
importanza mercantile che culturale della Germania meridionale e negli scambi
commerciali con l'Europa, ovviamente in questa rete non poteva mancare Venezia.

Artur Ness, che ha studiato la collezione e nello specifico il lascito di M., ha


formulato l'ipotesi convincente a favore della copia dei suddetti manoscritti in due o
forse tre stampe che sarebbero poi stati compattati e “impostati” per genere dei pezzi
(MUSICHE) (tipico della tradizione a stampa, contro l'abitudine di accostare pezzi
differenti dei manoscritti, per l'ordine formale delle pagine e la correttezza della
scrittura) ???????????

Il tipo di composizioni che scrive e per che tipi di ambiente

Tale fonte testimonia la produzione di M. di musiche quali ricercari e fantasia, e in


numero minore chansons, intavolate forse dalle prime stampe di Attaignant, oppure
raccolte italiane di "canzoni francesi" (cfr. Ness, p. 302), tra cui le celeberrime Il est
bel et bon di P. Passereau e La bataille di C. Janequin, nonché un preludio e una
versione di una celebre danza del periodo, Traditora

(Da qui possiamo dedurre anche che le composizione quali ricercare-fantastia etc.
erano i generi praticati dai liutisti all'inizio del Cinquecento dissertando così l’ipotesi
di un Marco Dall’Aquila post Medievale)

Per quanto numericamente scarsi alla luce dei dati conosciuti, l'attività di M. sia come
compositore sia come eventuale editore cadrebbe nel periodo che va dal 1505 fino
almeno al 1536, e di tutta evidenza risulta il ruolo che M. dovette rivestire
nell'ambiente liutistico italiano (e forse tedesco) della prima metà del Cinquecento.

E’ soprattutto l'analisi della sua opera, unitamente ai giudizi lusinghieri tramandatici,


che rivela la qualità della sua presenza e della sua incidenza nel panorama musicale
dell'epoca.

Più che concentrarsi sulle opere ed i stili in questione bisogna far evidenza sul fatto
che tra la fine del Quattrocento e l'inizio del Cinquecento si assisté a un passaggio

tecnico-esecutivo essenziale per il prepotente sviluppo successivo del repertorio


liutistico, vale a dire il prevalere dell'esecuzione a dita nude rispetto a quella con il
plettro (non esclusiva come si pensava fino a poco tempo fa, ma certamente
caratteristica della tradizione medievale e primo quattrocentesca).

Questo comportò la possibilità di eseguire polifonie sempre più complesse, e il


passaggio dalla figura del liutista esecutore-improvvisatore a quella del liutista
compositore.
Marco Dall’Aquila appartenente a una generazione di mezzo tra quella dei liutisti
rappresentati nelle stampe di Petrucci e quella di Francesco da Milano, fu un
personaggio-chiave in questo passaggio.

Oltre all'uso o meno del plettro, particolare tecnico importante fu lo sviluppo della
tecnica di diteggiatura della mano destra con l'utilizzo dell'alternanza tra pollice e
indice, con l'indice che passa sopra al pollice. Tale diteggiatura risulta ovviamente
dalle intavolature, e nell'opera di M. ne possiamo osservare l'utilizzo maturo,
evidentissimo nei ricercari5 (il genere più rappresentato all'interno della sua opera).

Marco Dall’Aquila come molti prima e dopo di lui raggiunsero la luce del successo
posto mortem, vedi Serafino Aquilano poeta e cantorem, mentre alcuni altri caddero
nel dimenticatoio e nulla sappiamo di loro, come si legge dai manoscritti riguardanti
notizie della prestigiosa scuola di San Rocco :

“Francesco Dall’Aquila maestro di Corniole”, “Messer Bortolo di Tomaso da


L’Aquila” o ancora “Bortolamio e Gasparo da L’Aquila” tutti liutisti di cui non
sappiamo assolutamente nulla, membri della suddetta scuola.

L’Aquila fu sicuramente un luogo artisticamente e culturalmente importante per la


formazione di questi musicisti, ma si evince che molti di loro emigrarono in giovane
età. Marco dall’Aquila raggiunse la notorietà di Meraviglioso Liutista quando era
ormai lontano dalla sua città natale.

Si evince dal testo: BREVE DESCRIZIONE DI SETTE CITTà ITALIANE,


‘AQUILA del 1528 scritto dal FONTICULANO che la città dell’aquila era
importante anche per un'altra curiosa caratteristica, ossia la lavorazione nonché
produzione di corde armoniche e più specificatamente corde per Liuto.

5
Il ricercare o ricercata è una composizione musicale strumentale del tardo rinascimento e del primo barocco.

Nel XVI secolo, la parola ricercare poteva essere riferita a diversi tipi di composizione I ricercari erano comunque
raggruppabili in due tipi: uno di struttura prevalentemente omofonica non diversa dalla toccata; un altro realizzato a
sezioni in cui ognuna di queste iniziava con una imitazione in forma di variazione. Il secondo tipo di ricercare, quello
contrappuntistico imitativo, si sarebbe dimostrato storicamente il più importante e avrebbe infine dato origine alla
fuga.
In ogni caso all’origine di tale forma musicale c’è il concetto di sperimentare sino in fondo le possibilità tecniche ed
espressive di un determinato strumento, in questo caso il Liuto.
Recentemente le composizioni di M. sono state oggetto di un diffuso recupero da
parte dei liutisti, con diverse incisioni discografiche; l'edizione critica a cura di Ness
(in corso di stampa a Lucca, già da parecchi anni) aiuterà presumibilmente a
restituirgli il ruolo che merita anche rispetto al più ampio contesto della musica del
Cinquecento.

Elenco degli studi al momento esistenti (sopratutto internazionali, a cominciare dal convegno fatto a
L'Aquila da Zimei, ma anche Grove, DEUMM, ecc. ecc.) e anche delle incisioni esistenti

CONVEGNO INTERNAZIONALE DI STUDI

Regione Abruzzo, Comune dell'Aquila - Assessorato alla Promozione Culturale Provincia dell'Aquila con il patrocinio di
Società Italiana di Musicologia e in collaborazione con l’Associazione "I Solisti Aquilani" e con la presenza di Paul
O’Dette e Maurizio Pratola in data 2 - 4 OTTOBRE 1998 presso il Centro Congressi, Hotel Duca degli

Sulla pagina internet della società di musicologia Italiana risulta che siano in corso la pubblicazione gli Atti a cura di
F. Zimei Marco dall'Aquila e il suo tempo riportante però data (1998)!!!

L’edizione delle opere di Marco da L’Aquila ha subito percorsi piuttosto complessi.


Il grande musicologo Arthur Ness, cui tutti dobbiamo la fondamentale edizione critica delle opere di
Francesco Canova da Milano, aveva curato e pubblicato online la sua edizione delle opere di Marco da
L’Aquila, ma il suo sito personale era stato successivamente rimosso, per ragioni credo molto banali, dal
suo provider Verizon.

Ebbene, effettivamente nel settembre 2014 il sito di Arthur Ness era ancora disponibile ed ora è stato
effettivamente archiviato.

L’opera di raccolta di Francesco Zimei da cui tutta questa discussione prende forma chiamata:

“Architettura e identità locali II, Burns-Mussolin-Altavista” MARCAO DALL’AQUILA A VENEZIA E RITORNO


(Francesco Zimei)

Io sono riuscito a reperire con molte peripezie le Opere di Marco Dall’Aquila di Arthur Ness sia in forma
trascritta che intavolata. (Manuel Virtù)
DISCOGRAFIA:

Dall'Aquila* / Da Crema* - Dall'Aquila* / Ricercars / Intabulations /


Naxos 8.550778 Europe 1996
Christopher Wilson Dances (CD)

Chris Wilson, Tom Finucane - Music for Two Lutes by Franceso da Milano and his Plant
PLR058 UK 1983
Contemporaries (LP, Album) Life

Paul O’dette, Marco dall'Aquila, Brilliant Classics 28 marzo 2014 Brillant 5028421948058

Maurizio Pratola liuto, Marco dall'Aquila. Opere per liuto 1999 CoOpera, CO.CD 001 DDD

Sandro Volta Marco Dall'Aquila: Music for Lute Brilliant Classics #94805

Marco dall’Aquila Pieces for lute, Paul O’Dette liuto 2010 Harmonia mundi, 907548

marzo 2014

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