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Il racconto dei Cinque Soli

Si tratta di un racconto etnocentrico che caratterizza l’epoca mexica come un perfezionamento delle
epoche precedenti, come un corretto approccio al vivere civile e la nascita di un’umanità perfetta. I due
principali documenti che ne testimoniano la versione mexica sono la Historia de los mexicanos por sus
pinturas e la Leyenda de los soles. Il resoconto inizia con la trasformazione di Tezcatlipoca nel primo sole,
dopo 676 anni (13x52) fu colpito da Quetzalcoatl e cadde in acqua; dopo essersi trasformato in un giaguaro
eliminò tutti i giganti che abitavano la terra. Quetzalcoatl aveva preso il posto di Tezcatlipoca nel secondo
sole e il mondo era popolato da gente ordinaria, dopo altri 676 anni Tezcatlipoca scatenò un fortissimo
vento che trasformò i contadini in scimmie e spazzò via il genere umano. Terzo sole fu quello di Tlaloc, dio
delle acque, anche questo tentativo fu però distrutto da Quetzalcoatl che fece cadere una pioggia di fuoco
e trasformò gli umani in animali. Il quarto sole fu quello di Chalchiuhtlicue (la sposa di Tlaloc) insediato
ancora una volta da Quetzalcoatl con un grande diluvio che trasformò gli uomini in pesci. L’alternanza tra i
soli oltre che mettere in moto una battaglia cosmica tra due divinità fondamentali è espressione del
dualismo come motore della trasformazione del reale. Il quinto sole, abitato dall’umanità attuale, è dunque
in stretto rapporto con i precedenti stati distrutti, da notare il numero 4 dei precedenti che gli oppongono
in maniera simmetrica.

La creazione dell’uomo e dei beni della sussistenza

Nella Leyenda de los soles, dopo che erano stati eliminati Tata e Nene, responsabili del furto del fuoco e
perciò simbolo di un’umanità superba e imperfetta, gli dei decisero che andava creata l’umanità.
Quetzalcoatl scende allora nel sottosuolo, Mictlan, per recuperare le ossa dell’umanità precedente.
Durante uno scontro le perde, vengono recuperate da Nanahuatl che le porta nel luogo degli dei.
L’infrazione di Tata e Nene è dunque fondamentale nel tempo del mito, ma gli uomini dell’attualità
dovranno essere meno potenti, più adatti a stabilire una condotta corretta: l’uomo è infatti tlacatl, essere
diminuito. Le ossa vengono macinate da una dea e poi tutti gli dei compiono un autosacrificio, compreso
Quetzalcoatl che in questo modo dà vista al genere umano. L’atto sacrificale fonda l’uomo comune e il suo
destino, segnato dalla penitenza poiché nato dal sacrificio degli dei. La Terra non è semplicemente il luogo
dove gli uomini vivranno, ma dove potranno vivere grazie al rituale del sacrificio, atto penitenziale, che lo
renderà utilizzabile. Con il sacrificio l’uomo afferma la relazione di scambio reciproco con la divinità.

Il ciclo di Tollan: Ce Acatl Topiltzin Quetzalcoatl

Quetzalcoatl fino ad esso protagonista assoluto della creazione è anche descritto in una serie di miti come
un essere terreno in relazione alla vicenda dei toltechi. Non si è ancora certi dell’esistenza di un sacerdote
governatore di una Tollan storica di nome Ce Acatl Topiltzin Quetzalcoatl, anche se un gruppo di studiosi
sostenne che le rovine della città di Tula potessero essere quelle di Tollan e che lì Quetzalcoatl fosse
considerato effettivamente l’iniziatore di una dinastia. Austin tenta di riscriverne la soluzione: la vicenda di
Quetzalcoatl non deve rinunciare ad un corretto storicismo anche se considerata nella sua prospettiva
mitica. La sua vita e il suo esempio di digiuno e autosacrificio avevano certamente esercitato un’influenza
sul modo di governare di molti potenti mesoamericani, la vita dei governanti storici era plasmata
sull’esempio di Quetzalcoatl di Tollan. La spiegazione probabilmente risiede nel fatto che durante il
passaggio tra periodo epiclassico e classico era necessario legittimare il proprio potere e ciò venne spesso
fatto in nome del mito di Quetzalcoatl e del passato tolteco. Il mito di Tollan ha varie versioni, ma tutte la
vedono come città simbolo di un periodo di immenso splendore in cui fiorirono arti e sapere dei toltechi. La
figura di Quetzalcoatl può dunque essere letta su tre piani: uno puramente mitico come divinità della
creazione, uno su un livello leggendario come figura di sacerdote governante, uno storico in cui i vari
governanti si fecero contenitori della sua forza divina e governarono su città pretendendo che fossero
repliche di una Tollan divina.
Il racconto della Migrazione: la costruzione dell’identità mexica

Anche in questo caso due tesi una storica, che trovava nel mito la possibilità di individuare elementi storici
per giustificare un’effettiva migrazione ed una tesi semplicemente mitica. Il limite della tesi storica è quello
di individuare nel mito il riflesso storico degli avvenimenti di un solo gruppo, ma in realtà ci sono varie
varianti del mito della Migrazione che testimoniano il fatto che sia parte integrante di una tradizione mitica
più diffusa. Il racconto è poi presente in numerose fonti coloniali. Nonostante le diverse versioni esso
contiene una costante: prima dell’inizio del viaggio erano presenti due gruppi, uno civilizzato e uno
barbaro. Il viaggio mette in scena una progressiva acquisizione di quegli elementi culturali che
caratterizzeranno il gruppo civile rispetto a quello dei barbari. Prima grande divisione del gruppo originario,
si staccano i mexica che si dirigono sul lago di Patzcuaro, chiedendosi se fosse il luogo deisgnato da
Huitzilpochtli. La separazione è tanto importante quanto più lo è il fatto di legarsi in un rapporto esclusivo a
Huitzilpochtli. I mexica si rimettono in cammino, si separano nuovamente da un’altra popolazione che
fonda la città di Malinalco e si muovono verso la collina di Coatepec dove era nato Huitzilpotchli, gli appare
in visione l’antica Tollan, prefigurazione della grandezza a cui i mexica devono ispirarsi. Arrivati nel
territorio dei tepanechi dovettero affrontare una coalizione nemica e uno di loro sconfisse Copil gettandone
il cuore nelle acque dai cui miracolosamente iniziarono a sgorgare sorgenti di acqua calda, segno della
futura fondazione di Tenochtitlan. I mexica però erano nel territorio dei colhua, “coloro che hanno
antenati”, fondamentali perché grazie al sacrificio della figlia del re dei colhua viene assorbita una dinastia
autorevole. Ora infatti i mexica possono inaugurare l’ascesa al potere. Trovano una regione lacustre il cui
colore principale è il bianco, colore della condizione originaria, dalle acque della sorgente sgorgano poi due
rivoli, uno rosso e uno azzurro, colori che evocano le divinità del Templo Mayor. Rosso e bianco erano i
colori del tempio di Huitzilopotchtli, mentre l’azzurro e il bianco quelli di Tlaloc: dialettica acqua-fuoco che
rievoca il difrasismo utilizzato per indicare il termine guerra: si alludeva alla Guerra Fiorita. Dopo aver
individuato i segni che annunciano il ritrovamento del luogo per la fondazione della città, i mexica scorgono
il cactus su cui si è posata l’aquila: è l’annuncio della conclusione della peregrinazione. La Migrazione fonda
l’identità del gruppo nonché Tenochtitlan come luogo da cui deve estendersi il potere dei mexica.

Dall’ascesa alla decadenza dei mexica

Con l’ascesa al trono di Acamapichtli, figlio di una principessa colhua e di un nobile mexica, circa 1375, ha
inizio l’egemonia mexica che durerà fino alla Conquista.

La dimensione rituale

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