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Norma Italiana Luglio 1986

Disegni tecnici UNI


or 3977
Convenzioni particolari di rappresentazione

Scopo e campo ai applicazione


La presente norma stabilisce regole e convenzioni particolari da applicare per l'esecuzione dei disegni in tutti i campi della
tecnica.
Qualora si presentino necessità di norme più specifiche, queste devono rispettare la congruenza con quelle già esistenti.

.- 2. Parti contigue rappresentate per riferimento


Quando è necessario rappresentare le parti contigue di un oggetto accoppiato a quello principale, queste si disegnano
con linea mista fine a due tratti brevi (tipo K UNI 3968). .
La rappresentazione dell'oggetto accoppiato non deve nascondere mai quella dell'oggetto principale, ma può essere co-
perta da questa (fig. 1).
Le parti contigue anche se interessate dal piano di sezione non devono essere tratteggiate.

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r"-"~"
L--,

Fig. 1

(segue)

Le norme UNIsono revisionate. quando necessario. con la pubblicazione sia di nuove edizIoni sia di fogli di aggiornamento IOImportante pertanto
che gli utenti delle stesse si accertino di essere in pOssesso dell'ultima edIZione o foglio di aggiornamento

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pago 2 UNI 3977

3. Intersezlonl

3.1. Intersezlonl reali

Le intersezioni reali devono essere tracciate con linea continua grossa (tipo A UNI 3968) se le intersezioni sono in vista e con
linea a tratti (tipo E o FUNI 3968) se sono nascoste (fig. 2).

._.

"°"

Fig. 2

3.2. Intersezlonl fittizie

Le intersezioni di superficie raccordate possono essere rappresentate con linea continua fine (tipo B UNI 3968) che non tocchi
i contorni (fig. 3).

Fig. 3

3.3. Rappresentazione semplificata delle Intersezloni

È possibile usare una rappresentazione semplificata delle intersezioni reali o fittizie tra:

- due cilindri: le linee di intersezione curve sono sostituite da segmenti rettilinei (fig. 4, 5 e 7);
- un cilindro ed un prisma rettangolare: il segmento rettilineo di intersezione reale è spostato ed allineato con le generatrici di
contorno dei relativi cilindri (fig. 6 e 8).

Questa semplificazione è da evitare qualora pregiudichi la buona comprensione del disegno.

(s.gueJ

90

~-
UNI 3977 pago 3

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.+.

Fig. 5

Fig. 4

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I

-+.
5S@JW<J1
Fig. 6 Fig. 7 Fig. 8

4. Facce piane

Le superficie piane in vista riguardanti le facce di un quadro, di un tronco di piramide o di un piano su un corpo cilindrico, quando
la chiarezza del disegno lo richieda, possono essere indicate con due linee diagonali tracciate con linea continua fine (tipo B
UNI 3968), come indicato in fig. 9.

Fig. 9

(segue)

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UNI 3911 pago 5

': . Glioggettisi~metricI,per risparmiodi spazioe ditempo,possonoessere disegnatiper una metào un quartodellalorovistacompleta.


'.Gli assi di simmetria delimitanti la parte rappresentata devono essere contrassegnati su ciascuna delle loro estremità con due
brevi tratti paralleli e perpendicolari (fig. da 12 a 14), eseguiti con linea fine (tipo B UNI 3968).
~ ugualmente possibile, qualora ciò non pregiudichi la chiarezza di interpretazione, prolungare le linee rappresentative dell'og-
getto leggermente oltre gli assi di simmetria; in questo caso i due brevi tratti paralleli possono essere omessi (fig. 15).

Fig. 12 Fig. 13

I .
I .
"-.. L ::.:::::;:;;:.'~=

Fig. 14 Fig. 15

8. Viste interrotte

Quando si vuole rappresentare una vista parziale di un oggetto, questa deve essere limitata da una linea continua fine irregolare
(tipo C UNI 3968) oppure da una linea fine regolare con zig-zag (tipo D UNI 3968), come indicato. per esempio, nelle fig. 1, 10
e 11. Per risparmio di spazio e di tempo può essere sufficiente rappresentare di un oggetto lungo le parti sufficienti a definirlo
awicinate (fig. 16).

Fig. 16

<I
(segue)

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pago 6 UNI 3977

9. Elementi ripetitivl
La rappresentazionedi elementiripetitivipuò essere semplificatacome mostratonellefig. 17e 18. Inognicaso, numeroe forma ~.
degli elementiripetitividevonoessere specificati mediante la quotatura o mediante una nota. ';::
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Yi

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- o',
I

Fig. 17 Fig. 18

10. Particolari rappresentati In scala Ingrandita


Quando la scala è troppo piccola per permettere la rappresentazione o la quotatura chiara di un particolare, questo può essere
contornato da una linea fine continua (tipo B UNI 3968) ed identificato da una lettera maiuscola. Lo stesso particolare può allora ,i
essere rappresentato in scala più grande che deve essere indicata fra parentesi a fianco della stessa lettera identificante il parti-
colare (fig. 19 e 20).
A

.-'

A(5:1)
3i
Fig. 20

Fig. 19

11. Contorno di elementi prima della lavorazione


Se é necessario rappresentare il contorno di un elemento, prima della lavorazione, esso deve essere rappresentato mediante'
linea mista fine a due tratti brevi (tipo K UNI 3968) (fig. 21 e 22).

2)
.=z:L=- {}--i=EB
E =s::c---, -+
Fig, 21
Fig.22')

I) Non p"..,sto Mila norma ISO 128.

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UNI 3977 pago 7

Contorno di elementi finiti nel disegni di grezzl1)


Nella rappresentazione di un grezzo, il contomo del finito può essere tracciato utilizzando la linea fine a due tratti brevi (tipo K
UNI 3968) (fig. 23).

~' 1~

m Fig. 23

13. Oggetti trasparenti


Tutti gli oggetti realizzati in materiali trasparenti devono essere disegnati come se fossero opachi.
In disegni di complessivi, parti quali scale graduate, lancette indicatrici e simili, che si trovano posteriormente ad elementi traspa-
renti, devono essere rappresentate come visibih (fig. 24)1).

r / /
./

Fig. 24

14. Direzione delle fibre 1)

ij La direzione delle fibre può essere indicata con linee continue fini (tipo B UNI 3968) come indicato in fig. 25.

Fig. 25

15. Utilizzazione dei colori

L'utilizzazione dei colori nei disegni tecnici non è consigliabile. Se tale utilizzazione è indispensabile ai fini della comprensione.
il significato dei colori deve essere indicato chiaramente sul disegno: in ogni caso occorre tenere conto della possibile presenza
dei seguenti inconvenienti:

a) daltonismo di chi legge i' disegno;


b) confusione di colori visti in condizioni di luce scarsa o colorata:
c) rischio di errore di interpretazione nel caso di stampa dei colori con gradazioni alterate;
d) maggior costo e maggiore diHicoltà di riproduzione.

1) Non previsto nella norma ISO 128.

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