Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
https://books.google.com
Informazioni su questo libro
Si tratta della copia digitale di un libro che per generazioni è stato conservata negli scaffali di una biblioteca prima di essere digitalizzato da Google
nell’ambito del progetto volto a rendere disponibili online i libri di tutto il mondo.
Ha sopravvissuto abbastanza per non essere più protetto dai diritti di copyright e diventare di pubblico dominio. Un libro di pubblico dominio è
un libro che non è mai stato protetto dal copyright o i cui termini legali di copyright sono scaduti. La classificazione di un libro come di pubblico
dominio può variare da paese a paese. I libri di pubblico dominio sono l’anello di congiunzione con il passato, rappresentano un patrimonio storico,
culturale e di conoscenza spesso difficile da scoprire.
Commenti, note e altre annotazioni a margine presenti nel volume originale compariranno in questo file, come testimonianza del lungo viaggio
percorso dal libro, dall’editore originale alla biblioteca, per giungere fino a te.
Google è orgoglioso di essere il partner delle biblioteche per digitalizzare i materiali di pubblico dominio e renderli universalmente disponibili.
I libri di pubblico dominio appartengono al pubblico e noi ne siamo solamente i custodi. Tuttavia questo lavoro è oneroso, pertanto, per poter
continuare ad offrire questo servizio abbiamo preso alcune iniziative per impedire l’utilizzo illecito da parte di soggetti commerciali, compresa
l’imposizione di restrizioni sull’invio di query automatizzate.
Inoltre ti chiediamo di:
+ Non fare un uso commerciale di questi file Abbiamo concepito Google Ricerca Libri per l’uso da parte dei singoli utenti privati e ti chiediamo
di utilizzare questi file per uso personale e non a fini commerciali.
+ Non inviare query automatizzate Non inviare a Google query automatizzate di alcun tipo. Se stai effettuando delle ricerche nel campo della
traduzione automatica, del riconoscimento ottico dei caratteri (OCR) o in altri campi dove necessiti di utilizzare grandi quantità di testo, ti
invitiamo a contattarci. Incoraggiamo l’uso dei materiali di pubblico dominio per questi scopi e potremmo esserti di aiuto.
+ Conserva la filigrana La "filigrana" (watermark) di Google che compare in ciascun file è essenziale per informare gli utenti su questo progetto
e aiutarli a trovare materiali aggiuntivi tramite Google Ricerca Libri. Non rimuoverla.
+ Fanne un uso legale Indipendentemente dall’utilizzo che ne farai, ricordati che è tua responsabilità accertati di farne un uso legale. Non
dare per scontato che, poiché un libro è di pubblico dominio per gli utenti degli Stati Uniti, sia di pubblico dominio anche per gli utenti di
altri paesi. I criteri che stabiliscono se un libro è protetto da copyright variano da Paese a Paese e non possiamo offrire indicazioni se un
determinato uso del libro è consentito. Non dare per scontato che poiché un libro compare in Google Ricerca Libri ciò significhi che può
essere utilizzato in qualsiasi modo e in qualsiasi Paese del mondo. Le sanzioni per le violazioni del copyright possono essere molto severe.
La missione di Google è organizzare le informazioni a livello mondiale e renderle universalmente accessibili e fruibili. Google Ricerca Libri aiuta
i lettori a scoprire i libri di tutto il mondo e consente ad autori ed editori di raggiungere un pubblico più ampio. Puoi effettuare una ricerca sul Web
nell’intero testo di questo libro da http://books.google.com
从
:
1
eted
1825
春
DELL A
GEOGRAFIA ANTICA
D E L FRI U L I
COSTANTINO IL GRANDE
M E MORI E
DE L SIGNOR
PAOLO FISTULARIO
IN UDINE MDCCLXXV.
MYSEVM
BRITAN
NICVM
1
ili
.
PAOLO FISTULARIO .
nome dell ' uno e dell'altro , confeſſo il vero , ch'io non ſep
pi intieramente accomodarmi ; nè credetti affatto di gettar
1
che vi dedico , è tutta coſa voſtra , e non vi farà niente del
A V V ISO
TAS
!
vii
TA V O L A
PREFAZIONE . pag.
CAPITOLO I. Della Pianura poſta fra il Timavo e il Taglia
mento , e della ſua Geografia antica . 4
САР.. II. Della Via Flaminia . 14
САР. III. Delle rimanenti prove , in forza delle quali ſi vuol
deſerto , e abbandonato il noſtro piano 21
САР. IV. Delle Solitudini . 26
CAP. V. Della terra diſtribuita alla Colonia Aquilejeſe , e della
CONCLUSIONE , 191
" Ωσπερ
viii
Δύο μην τρόπες φαμεν ναι ψεύδες και ένα μεν τον κατ ' άγνοιαν και
έτερον δε τον κατα προαίρεσιν . και τούτων δεν τους μεν και
άγνοιαν παραπαίεσι της αληθείας διδόναι συγγνώμη: · τοις δε κα
τα προαίρεσιν ακαταλάκτως έχειν : Duplex efe mendacii genus di
cimus : unum , quod ab ignoratione veri proficiſcitur , alterum , quod
a certo animi propoſito mentiendi ; qui igitur per ignorationem a ve
ritate aberrarent 2 his veniam eße dandam : qui voluntate do certo
1
ܣ܀
Ieprientrini
Man
Eburun
Iluu
Μ Α Ν Ι Α Ε M A G N ÀE
1
Eburodunum aithe
Celemana 4.9
Olli
Casurgis Medostanium
Dan
Pemerusiaubi
us FluP
i. A R Ss
m cu lices
ua Da
i a a cL Fe d ntem
HTAVAA
t
Pen Jau
ri A Po Carnunntum
ub
s iu Fl
HASTRA Boiodurum Isi Comogena s u .
Aequinoctium
About
RI TUL Arlape Erinne Vindebona
Ovilia "CElgium
sive Cvilabis hydond VM
sodu17
E
ag 4d Flerum
RIPENSES
M
Tergolye
pe7r
L
I
Ortobriga Jutatio 48
E
die Incur Delerta Arab
S
s
#Ernplatia Scarabanha
iu
Gabromagus
sus low ti
24 Ani
Pl
F
A
R
Boiorum
Oriens
1:17:21
In
Aviscella JABARIAL
AdPontem th
siteCuculli Serie 'OLONIA
nes lu
F . c Mir
Sabatincat
TUM M
Vacon iumEDITNoreiER a RAN muroela Arnbo Flu .
EUM
Raditanum 47
A
E
Flavium Soluense
2 Dravus Flu . Virunum amus I'll
Dr Petovio
e s Norica Dra
Iuvenna vur Fl
u
Alp Car het oluna
er niS
ceavus Fl di pella
Ma
u.
as
m2 Cricia
o
Em
N
irnicum on
N
a
ColoniZulie
a,the Savus sive Sims Flu . Jovenca
N
ENER api u
FonsTimavis Lapides ni
Al
S
P
E
ITI
Laurens
ME sa
AQUEJA
SUS
WA ChTergelte ım
at s
rs de
Il
ap
na
Tu L
ti
Si
u
a puzt Ile .
c
ri
nu
B
us
ct Ú
s
Il
Lguvani a L R
s
I N
R
yr
IN US Í A
I
a s
RIATICUS HEPola
45
idies
Y
D E L L A
GEOGRAFIA ANTICA
DEL FRIULI .
BBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBB杂
P R E F A Z I O N E.
che tutti i paeſi non foſſer compagni , e non vantaſſero tutti una
eguale e medeſima antichità .
i
trovato chi faccia venire i Saſſoni dagli antichi Saſoni e da’Saci :
Cimbri dai Cimmeri : i popoli della Miſnia dagli antichi Misj : i
Turingi dai Tirageti : i Cauchi dai Cauconi : i Frisi dalla Frigia ,
e i Sicambri da Troja . Di che quere landoſi fortemente e a gran
( a ) Cluv . ragione un erudito e chiaro Tedeſco , ebbe a dire ( a ) : Commune eſt
Germ . Ant. rerum Scriptoribus vitium , ut primordia gentium , quo antiquiora adpa
Lib . 1. Cap .
III . reant , ridiculis fabularum conftruant argumentis . Quod etiam noftris po
ſteriore fæculo placuit Germanis ut gloriam domi natam > ab hoftibu
tributam da celebratam , ita amittere se ſe non animadverterent .
Di queſti ed altri così fatti vizj , non andando eſente neppur la
Storia Friulana , credette la noſtra Accademia di mancar di troppo 2
1
sè ſteſſa , ſe ad imitazione de ' paeſi più colti , non aveſſe dato mano
anch ' eſſa alla riforma ; e di una tale intenzione rettiflima ſi riputò
al giudizio de' piis intendenti . Ma per conto della Verità , ë della Leo
gittimità degli Strumenti , delle Storie , e d' altri Atti , che io citerò ,
e degli Archivj, che andrò allegando , mi ſi farebbe ingiuria , qualor
si voleſſe in menoma parte mettere in dubbio la mia buona fede
Sospettare alterata per malizia una ſola parola a fin di tirare pel
collo l ' Antichità a dir quello , che mai non fu .
Tali per appunto mº ingegnerò anch'io di ſtendere le preſenti No
te . Ma concioſliecoſachè nell'Opera de Saggi , oltre la materia de
Feudi , e de ' Parlamenti ſi è introdotta anche quella de' Nobili , pun
to , che nel Diſcorſo ch' io feci ſopra la Storia del Friuli , nou
ebbe luogo , ſembrami molto utile prima di paſſare alle Note di
dire alcuna coſa ne ſeguenti Capitoli intorno all'antica noſtra Geo 1
grafia , acciò , fcoperte coll' ajuto della medeſima le vecchie noſtre
ſituazioni , gli antichi noftri Popoli , e le vere e onorate noſtre ori
gini , ſi poſſa poi con fondamento diſcendere a parlare anche dell'an
tica noftra Nobiltà .
BBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBR
CAPITOL O P R I M O.
ſente ch ' io ſcrivo , calda mente ſu queſto punto fra i noſtri Eruditi ,
chi fiſſando una oppinione , chi l'altra , e chi rimanendoſi quieta
mente nell ' incertezza . Io per me non ardirò mai d'alzar ſiſtema
grafi : Parlando egli della Francia diviſa dalla natura in tre parti ,
e diſtribuita da Auguſto in quattro Provincie differenti , ebbe a dire
νες προς τες καιρες πολιτευόμενοι διατάττεσι ποικίλως , αρκεί κάν τι. 1549.
& v rocandic Tigen : Quæcumque igitur ſecundum naturæ partes di
Itinéta funt , Geographum dicere oportet , & quæ ſecundum gentium ha
bitationes > & quidquid mentione dignum eſt . Quacumque vero Prin
vero , che la natura in certo modo additò agli uomini i primi lic
neamenti delle diviſioni de ' popoli ; al che ſervirono molto i Fiumi ,
i Monti , i Laghi , i Mari , i Deſerti . Ma tanti ſono i Monti pare
ticolarmente > e i Fiumi cosi frequenti , che all ' umana ambizione
riuſcì molto facile l ' alterar queſti primi limiti , riſtringendo ora ,
ora ampliando i confini de ' Regni , e delle contrade ; donde nacque
la neceſſità dello ſtudio della Geografia non meno primitiva e natu
rale , che della più baſſa , o ſia legale e introdotta dopo , col regi
ftro ſtorico di tutti i cambiamenti , e di tutte le alterazioni , che di
tempo in tempo , e mallimamente ſotto i Romani andarono fucceden
( a ) Cell.
Orb . Ant. do ( a ) , preſervando in cotal modo ai poſteri la memoria dell'antica
Tom . 1. pag. natural Geografia , ſenza che dalla più baſſa , o vogliam dire moderna,
5 2.205.745 . e dominante reſtaſſe , com'era facile , oppreſía , e mandata in obblivione.
Edit . Lipf.
Quindi è che , ſe gli antichi Scrittori , e particolarmente i Geo
1731 .
grafi , non aveſſero regiſtrato di mano in mano tante traſmigrazioni
di Popoli , tante mutazioni di Governi tanti accorciamenti , tante
dilatazioni di confini , noi fareffimo alla neceſſità di credere , che il
mondo foſſe ſtato ſempre a un modo > e che la Geografia dominante
tant'altri valentuomini de' vicini tempi , per tacer de’due chiari orna
menti del noſtro Secolo , Delisle > e Martinier > ſi fon tutti attenuti
" Ispor : Poſt Denetos eſt gens Iftrorum . Dunque i Veneti in quella ve
neranda età confinavano cogl ' Iſtri . Ma gl' Iſtri in que' tempi ſtelli
come più ſotto fi dimoſtrerà , finivano alla ſiniſtra ſponda del Tima
vo ; dunque i Veneti fi ſtendevano fino alla deſtra , e comprendevano
per conſeguente anche il noſtro piano . Di Scilace abbiamo in Ero
doto , come fu ſpedito a bella prova da Dario Iſtaſpe , che vien cré
duto l'Afuero delle Sacre Carte , a raccogliere ſopra il luogo , e di
preſenza tutte le ſpiaggie dei Mari ( 6 ) . Egli vi andò , e dopo un ( b ) Herodor.
pellegrinaggio di trenta meſi reſoſi alla patria , compoſe , é dedicò a Lib. iv, pag .
quel ſaggio Monarca il celebre ſuo Periplo , che noi diremo Circon- 270. Edit.It.
Steph. 1592 .
navigazione , ove fta regiſtrata anche la preſente memoria de' Veneti .
Grave perciò sì è quì l'autorità di Scilace , e della maggior impor
tanza ; di cui non potrà mai dirſi , che ſcriveſſe confuſamente , e per
erudizione , in tempo che ſcriſſe anzi per fatto , paſſato minutamente
fotto gli occhi ſuoi propri .
Erodoto , che fiorì cinquant'anni all'incirca dopo di Scilace , ci
deſcriye i Traci di una eſtenſion tanto grande , che dopo gl ' Indi ,
ſecon
8 DELLA GEOGRAFIA
vedremo coll' autorità di Scimno da Scio , con altro nome ſuo parti
colare ſi chiamavano iſtri ; dunque anche in Erodoto traluce la veri
tà di un tal confine .
Polibio , Scrittore anch'egli antico e che nacque da dugent'anni
prima della ſuddetta Era , e che pel lungo fuo ſoggiorno in Italia ,
( b ) Polyb. pe' viaggi intrapreſi , con cui aſſicurò molto bene quanto ſcriſſe ( 6 ) ,
Lib.111 . Cap.
e per conto della verità non ha eccezione > nella deſcrizion che fa
LVII.LVIII .
LIX. dell'Italia , colloca i Veneti nella ſituazione ſteſſa di Scilace , dicendo
( c )Id . Lib. (c ) : Τα μεν εν πρώτα και περί τας ανατολάς το Πάδε κεί με
11. Cap.xvii.
να Λάοι και Λεβέκιοι , μετα δε' τότες Ισομβρες κατώκησαν , εξης
δε τέτοις Κειομάτοι . Τα δε προς τον Αδρίαν ήδη προσήκοντα γέ
νος άλο πάνυ παλαιον διακατίσχε " προσαγορεύονται δε Ουένετοι :
Ad Padi igitur ortus ſedes poſuerunt Lai , & Lebecii ; poft hos Ina
ſubres ; ac deinceps Cenomani . Quod ſupereſt hinc Spatium ad Adriati
cum Mare , alia gens longe antiquiſſima obtinebat nomine Veneti .
Dopo i Lai , Lebeci , Inſubri , e Cenomani , dice Polibio > che la
Tom . 11. 0. de' Veneti e del ſuo confine parla così : ' Evetäv & Xoutal Opă rec"Ispos
2:01 . 1703 rozóuevos : Venetis contermini ſunt Thraces , qui iſtri vocantur . Fa
dunque queſto Geografo gl' Iſtri di nazion Tracia , in conformità di
quan
ANTICA DEL FRIULI: 9
quanto Erodoto laſciò ſcritto > e confinanti i Veneti cogl ' Iſtri nel
ove fu poſcia Aquileja , haud procul inde , ubi nunc Aquileja eft ; е
ταξυ δε φρέριον Τεργέτε 'Ακυλήιας διέχον β' και π ' ταδίες : Ρoft
Timavum Iſtriorum eſt maritima ora uſque ad Polam , quæ Italiæ adja
cet ; in media oppidum Tergeſte ab Aquileja diſtans cxxc . Stadia . E
poco dopo Τα μεν δη πέραν το Πάδα χωρία , οι τι Ενετοί νόμοι
ται , και οι μέχρι Πόλας Ύπερ των Ενετών Κάρινοι : Ergo
qua trans Padum ſunt Veneti incolunt & Iſtri uſque ad Polam . Supra
Venetos autem fiti ſunt Carni . Ed ecco confermata anche in Strabone ,
e fino all'età di Auguſto la Geografia di Scilace , è il confine de'
Veneti cogl’Iſtri e col Timavo į avvegnadiochè queſto ſia quel ce
lebre paſſo , che vien oppoſto a Strabone , e a cui pretendeſi , che
per il più forte , e il più importante , anzi l'unico per abbattere tut
te queſte autorità , ed è che ( a ) tutto quel terreno , che ora Friuli ( a ) Delle
fi chiama 2 dal Tagliamento al Timavo inondato era da acque e da Ant. Rom .
dell' Iſtr. pag .
torrenti in gran parte , ed il rimanente da paludi occupato e da bo 27. 28 .
Ichi ; cosi che deſerto era ed incolto , senza popolo , e ſenza abitazio
ni , e , quel che reca più gran meraviglia Senza nome Troppo
cata mai ch ' io ſappia , nemmeno alla Terra incognita , o ai climi ( b ) Plin ,
più orridi e sfortunati . Non v'ha deſerto al mondo , non w'ha foli- lib. 111. Capa
tudine , che non porti ſeco il nome della ſua Provincia , e che ſotto XXIV .
( C ) Strab .
qualche appellazione , o generica , o fpcziale , neceſariamente non Lib 111. pag.
appariſca . Tali appreſſo Plinio ſono i deſerti , appellati de' Boj nella 128. vii.
Pannonia ( 6 ) . Tali appreſſo Strabone quelli della Spagna , de' Geti , 295.296 . XV.
658.661.662 .
dell Arabia , 685. xv 1.726 .
dell'Egitto , dell ' Etiopia , dell' India , della Carmania , dell'' Arabia
della Libia (c) . il noſtro Rufino li minutamente de- 728. xvii .
Tali apreſſo
782 .
ſcritti in Egitto , ſotto i nomi particolari di Scyti , Cellule , Nitria ,
( d ) Ruf.Hift .
Apeliotes , Focs , Pifpiri ( .d ) . Eccl. Lib.xi.
Ma Livio nel paſſo da noi ſopra allegato non dice forſe , che Cap. vill.
B 2 verſo
12 DELL A GEOGR
AFIA
$verſo: i ſiti ove poi fu Aquileja , i dodici mila Galli , ſins populaa
tione aut bello , aveano preſo terra per fabbricarvi una Città ? C'era
dunque che faccheggiare , c'era con chi combattere in queſta noftra
pianura , altrimenti non ſolo ſuperflua , ma inſulſa affatto e diſcon
venevole riuſcir dovrebbe queſt ' eſpreſſion Liviana . Non ſoggiunge
forſe lo Storico , che coſtoro , non eſſendoſi contenuti ſempre con
egual moderazione , allorchè ſi diedero l ' anno 570. al Conſole Clau
( a ) Liv. Lib. dio Marcello ( a ) , plerique arma ex agris rapta habebant : ed agre
XXXIX. Cap. patientibus iis adempta ; quæque alia aut populantes agros rapuerant
LIV .
aut ſecum attulerant ? Armi dunque avean trovato quì in buon nu
mero da mettere a ruba , e campagne e popolazioni da porre a fac
CAPI
14 DELLA GEOGRAFIA
CAPITOLO SECONDO .
Lib. II. pag. Codici ripor Piacenza, ove leggeſi Aquileja , e roveſciar la colpa ad
120. Lib. IV. doſlo de' Copiſti. Ma queſto ancor non baſta > perchè converrebbe
pag . 193. dan
alibi paflim . per incontrar a pieno l'ordine , con cui dal noſtro Geografo diceli
aperta coteſta Strada , far sì , che le Paludi fra il Piacentino , e il
Parmigiano, foffero in finc e non in principio della medeſima , e che
collº Alpi ſignificanti 1 * Apennino andaſſero paralelle , perchè la Via
camminalle loro in mezzo > il che punto non ſi verifica . Biſogne
rebbe altresì concludere che i Copiatori ſteſſi di puro arbitrio ci
aveſſer ficcato dentro nel teſto , che la Via principiaſſe a Roma , e che
l' altro Conſole Cajo Flaminio di là condotta l'aveſſe fino a Rimi
ni , in tempo che un tal fatto , come coll'autorità di Livio , e di
Verrio Flacco ſi dirà , non è vero . Converrebbe innapprefio incolpar
di nuovo coftoro che aveſſero ſovvertito il vero ordine , con cui
Gio : Alberto Fabrizio , che ( a ) vere haberi poteft quidam veteris Hi- ( a ) Biblioth.
ſtoria , ac Geographiæ theſaurus , fingulari judicio ac delcétu compoſitus .Grec. Tom.
III. pag. 4.
Il perchè , ch ' ei s'ingannaſſe nel fatto , cioè nell'eſiſtenza , eftenfione,
e antichità di queſta via , non ſarà chi oſi affermarlo , dacchè ſi ſa ,
ch'egli fra gli altri paeſi eſaminò diligentemente anche l'Italia . Che
il Geografo poi aveſſe quì in mente la Flaminia non l ' Emilia ,
baſta riflettere , ch ' egli parla come d'un ſol Magiſtrato , e , quafi an
che difli., d'una ſola Via , dandole un principio , che alla fola Fla
minia fi conviene , e un termine , che all' Emilia in verun modo non
può adattarli , da Roma per la Toſcana e per l'Umbria fino a Ri
mini : indi a Bologna , e di là fino alle parti noſtre d ' Aquileja . Ve
intendo quì di parlar delle Vie di Roma ancor tenera , e principian- (b) Id. ibid .
te , alle quali , per la poca importanza e brevità loro , non fu nep- ( c ) id . Lib.
pur creduto proprio di porre in fronte il nome di chi le conduſſe . II . Cap 111 .
Intenzion mia si è di dire di quelle Vie Militari ſpazioſe e lunghif ( d) Id . Lib.
iv . Cap. XLI,
ſime , intrapreſe ai tempi di Roma adulta , e reſa già vigoroſa , con
magnifica , e più che regia ſpeſa , e a cui reſtò per decoro impreſſo
il nome di que'Cenſori , o di que’ Conſoli , ſotto gli auſpicj de' qua
li furono incamminate . Tali furono la Via Appia , la Valeria , l' Au
relia , tale altresì la Flaminia , di cui parliamo .
quiſte da Capua a Brindiſi ( 8 ) , fu altresì continuata una tal Via , Cap. xxix.
non ſi fa da chi , da Capua fino a quel celebre Porto ( h ) . Cosi ( g ) Eittrop,
Lib . 11 .
la Valeria , da che il Conſole Curio Dentato , vinti i Sanniti , dila ( h ) Cell.
tato ebbe l'anno 463. fino a i lidi dell'Adriatico il confine di Ro- Orb. Ant.
ma ( i ) , fu condotta da Roma ad Atri , non ſaprei ben dire , ſe Tom . 1. Lib.
Sec .Cap.
l'anno immediate dopo , cioe 11. v n .ix.
dal Conſole Marco Valerio Corvino , l'anno immediate dopo
l'anno 464. in cui quella Città fu condotta Colonia 2 come da Li- 684.pag.748.
vio ſi raccog
rad lie ( k ) o pur ,, ſe , ſoggiogato avendo i Romani fola- (i ) Flor. Lib.
o pur
1. Cap. xv .
mente l'anno 485. tutto il Piceno ( 1 ) , ciò naſcoſſe parecchi anni ( k ) Liv . Ep.
dopo , cioè l'anno 501. ſotto gli auſpici del Cenſore Marco Valcrio lib. xi.
Maſſimo . Nello ſteſſo modo l ' Aurelia quando il Romano Imperio ( 1 ) Flor.Lib.
I. Cap. xix .
non oltrepaſſava ancor la Toſcana , fu condotta l' anno 512. per Liv .'Ep.
quanto crcdeſi , dal Cenſore Cajo Aurelio Cotta , da Roma a Piſa , Lib. xv .
o lia ai confini della Liguria ( m ) . Così credo io , che ſia nato an
( m ) Cell.
che della Flaminia . Orb.Ant. ibi.
Noi ſappiam di certo , che l'anno di Roma 531. i Romani , do- n . 695. pag .
po molti anni di ſanguinoſa e oſtinata gucrra , giunſero a debellare 750 .
tutta la Gallia Ciſalpina , e per quanto, a me fcmbra , e a ſuo tem
po
18 DILLA GEOGRAFIA
confine per ogni dove ſino alle Alpi . I Faſti Capitolini ci alſicura
no che il Conſole Claudio Marcello in queſt' incontro non trionfo
folamente de Gallis Inſubribus , mi eziandio d : Germanis ; fegno evi
dente , che nel tumulto Gallico s'era inviſchiata anche queſta Nazio
ne , non mai fino a quella età conoſciuta ne' Fafti di Roma . Che fe
così è , ecco quai motivi , e quali geloſie eccitar poteflcro anche gli
Iſtri , divenuti in mal punto confinanti col formidabil Popolo di Ro
ma , a dichiararſi l'anno ſuſſegucnte 532. per nuovi ſuoi nemi
(a ) Eutrop. ci , e a depredare oftilmente le ſue navi frumentarie ( a ) . Ora a
Lib. 111 . e della
fronte di popoli così feroci , com'erano quelli dell'Iſtria ,
Germania , chi mai dirà , che i Romani non aveſier biſogno grande ,
a ſeconda del loro iſtituto , d'una Via Militare a queſti confini ?
Imperciò gran torto , per mio avviſo , verrebbe a farſi al ſommo fuo
giudizio , e alla magnanima lor condotta , penſando , che la Flami
nia , ape rta da eſſi per appunto l'anno 533. cioè l'anno ſubito do
po la guerra Iſtrica , non ſi foſſe , com'era lor coſtume , tirata fino
Queſte coſe tutte in compleſſo , non può negarſi , che non tenda
no con molta forza a far vedere , che non fino a Rimini , ma mol
to più oltre , e fino in Aquileja probabilmente ſtendevaſi la Flaminia.
Ma S. Girolamo , che da giovine educato fu , per quanto credefi , in
Aquileja , e che per qualche tempo in quella Città vi ſtanziò anche
dopo ( h ) , e ne dovca eſſere per tutti i titoli molto bene informa- (h ) Fontanin.
to , porta un tal fatto aſſolutamente , e ſenza forſe , dalla probabili . Hift. Litt.
Aquil. Lib .
tà alla certezza , laddove , rimproverando il noitro Rufino , perchè ri iv. Cap. I.
cufava di portarſi in perſona da Aquileja a Roma a farle ſue di- n . v. VI ..
B 2 fcol
20 DEL GEO
LA GRA
FIA
ſcolpe , altra Via non riconoſce fra queſte due città , che la Fiami
( a ) Hier. nia , le cui parole mi ſia qui lecito di traſcrivere ( a ) : Idcirco , di
Lib .11. Apolo ce egli , patria dereli& ta , Aquilejæ habitat . Periclitatur Romæ illa pro
contra Ruf.
Cap. 112 batilima files cjus, & hic ſupinus laſſulus , poſt triginta annos per
molliſſimum Flaminia iter , effedo venire non poteſt ; ſicque prætendit
longi itineris laſſitudinem , quaſi triginti annis cucurrerit aut biennio
pag . 40, baſſo Trivigiano ; e nell'altra in Friuli , che poco al di ſopra delle
noſtre
21
ANTICA DEL FRIULI .
色色 色 色 色 色 色 色色 色 色 色 色 色 色 色 色 色 色 色 色色 色 色 色 色 色 色 色 色色 色 色 色色 色 色 色 色 色 书卷
CAPITOLO TERZO .
Dice egli in uno de' palli addotti , parlando de'Galli , che coſtoro
crano tranfgrciſi in Venetiam , haud procul inde , ubi nunc Aquileja eſt .
Venezia dunque bella e buona era queſta ; e queſto era il ſuo nome
nazionale . Replica poco dopo lo Storico , che i medeſimi ( a ) in ( a ) Liv. Lib .
Italiam tranfgrelli , oppidum in agro , qui nunc Aquilejenſis eſt , ædifi- xxxix. Cap.
cabant . Italia dunque appellavaſi ancora ; e queſto era il nome co- XLV.
mune a tutti gli altri del vaſto e nobile Regno Italico . Dice più
noi mancano della veneranda Antichità , che pur molte volte fiam
certi , e molte altre intimamente perſuaſi che furono ? Il nome della
ricca , e vaſta Città d ' Aquileja mercè la Storia di Livio , dura an
cora fra le rovine , e durerà in perpetuo nella memoria degli uomi
ni . Ma chi mi fa dir per queſto il nome de' tanti nobili , ė folti
ſuoi Rioni , che pure ogn ' uomo ragionevole è pienamente perſuaſo ,
che lo aveſſero e che Livio tuttavia non ebbe ozio di nominare ?
Ma parliamo alla prova, con cui chiaro diceſi apparire , non aver
avuto queſta pianura , nè popolo , nè abitazioni , dal non vederſi no
minata neſſuna Città prima d' Aquileja ; quafi che non poteſſe dirſi
lo ſteſſo della teſtè mentovata Venezia , fra il Tagliamento e la Li
venza ,, anzi anche di più , conciofliachè molto più tardi. , e fino al .
Triumvirato , durar dovettero ivi con una così fatta regola , le in
ſenza popolo , e ſenza abitazioni l'antica Germania , fe vero è quel libó v. pag. ,
che Tacito , teſtimonio di viſta , di eſla ci laſciò ſcritto ( c ) : Nul- 204.
( c ) Tac. de
las , dice egli , Germanorum Populis urbes habitari , ſatis notum eſt : mor. Germ .
ne pati quidem inter ſe junktas Sedes . Colunt diſcreti , ac diverſi , ut Cap. Xya.
fons , ut campus , ut nemus placuit . Vicos locant , non in noſtrum mo
a
rem , connexis & cohærentibus adificiis : ſuam quiſque domum ſpatio
circumdat ; five adverſus caſus ignis remedium , ſive infcitia ædifican
di . Ne camentorum quidem apud illos aut tegularum uſus . Materia
OL utuntur informi , deya citra Speciem aut dele &tationem . Può
ad omnia
ܬܐ darſi mai un paeſe più difagiato di queſto , ſenza Città , ſenza Bore
ghi , ſenza Ville , e , quafi diſli , ſenza Cafe , e ciò nulla oftante
ibi fine ullius injuria conſediſſe . Al che ſi riſponde, che coteſte eſpreſ
0 fioni de'Galli meritano interpretazione ben diverſa , come a ſuo tem
po ſi farà vedere ; oltrechè infra di eſſe , s'io non isbaglio , non c'è
브
montanoſque proventus .
Pur nondimeno , per ſoddisfare al genio di chi penſa così , diremo,
che inquanto alle innondazioni de ' Fiumi, è alle Paludi , Strabone at
( b ) Strab. teſta , eſſer ciò comune a tutta la Venezia ( b ) : ' Arasde mis vi xc
Lib. v. pag.
204. ρα ποταμούς πληθύα και έλισι μάλισα δ' και των Ενετών : Tota ita
que Venetorum regio fluminibus atque paludibus maxime referta eſt : il
delle nevi, o dalle pioggie le più dirotte , colle quali anche finiſco
no . Ciò che oſſervo molto prima di noi Aggeno Urbico trattando
e non innondano i pacfi ; nè tali ſono quì fra noi , che abbian po
tuto mai invadere , e roveſciare , non dico tutta , ma neppur la par
ganſi le ultime oſſervazioni aggiunte allo ſteſſo da Jacopo Jurin nell' Edit. Neap.
Appendice ( b ) ; e s'imparerà , che alterazioni notabili nella ſuperfi- 1715. Lib. I.
zie della terra , non procedettero mai ſe non dal Mare , e che non prop. II. pag .
ſi è per anco in Fiſica figurato il caſo , che un paeſe intiero di- 123. Cap.
venti Torrente , o che un Torrente riveſta mai la figura , e l ' eſſere xvii . Prop .
II . pag . 205 .
di terra originale , compoſta di que' varj ſtrati , che tutt'oggi co- Prop. v.pag.
munemente fra noi ſi oſſervano , e che furono altrove diligentemente 206.
eſaminati dal celebre Leibnizio > nell'Oper
a fua poſtuma , intitolata (ad
b Var
) App
enend.
.
Proto3&a , o fia De prima facie Telluris ( c ) . ibi , pag. 15 .
Dei Boſchi poi del noſtro piano , io non ho memoria d ' averci ſeq.
trovato cenno nella Storia degli antichi tempi , ſe non fe del Boſco ( c) Edit.
Gotting.1749.
dedicato a Diomede , al porto del Timayo , o , fe aveſle
fi aveſ
ſe fi dire ,, pag. 35. 36.
le aa dire
il che non è affatto inveriſimile che foſſero ſtati in queſta prima 44. 78. 79.
-porzione della Venezia anche i due Boſchi facri uno a Giunone 85 .
CAPITOLO QUARTO .
Delle Solitudini ,
anche gli aridiſimi della Libia , eſpoſtici , come ſopra , dallo ſteſſo
Erodoto , dove egli continua a dire , che abitavano Paſtori : Outw
μες μέχρι της Τριτανίδος λίμνης απ’ Αιγύπτε ομάδες εισί Λί
Bues : Ita ab Ægypto ad Tritonidem paludem paſtoritii Libyes ſunt . Co
( b ) Strab . si anche Strabone ci deſcriſſe i Deſerti della Libia ( b ) : " Epruos záp
Lib. xvII .
pag. 783 . εςιν η πολη της μεσογαίας , και της παρωκεαιίτιδος κατοικίαις δε
καταξικτός εςι μικραίς , και σποράσι , και νομαδικαις ταις πλάσαις :
Nam maxima mediterraneæ pars , & regio circa Oceanum deſerta eſt ,
parviſque habitationibus , & Sparſis , & magna ex parte paſtoralibus
( c ) Georg . diſtincta eſt . Così Virgilio diſle de'medeſimi ( c ) :
Lib. 111 .
verf. 339.
Quid tibi paſtores Libyæ , quid paſcua verſu
Proſequar , & raris habitata mapalia teftis ?
qualità , ci faremo ſtrada a conſeguire il vero e natural ſentimento ren. Lib . i . '
1. Cap . xl. pug .
delle parole di Livio . Nè quì ci cade in acconcio di parlar delle 79.
th
ra idea delle Solitudini , là dove de ' popoli dell'antica Svevia riferi- Oxon. 1678 .
-Тce che ( i ) publice maximam putant eſſe laudem , quam latiſſime a ( i ) Cæf. Com
fuis finibus vacare agros : hac re ſignificari , magnum numerum Civi- ment. Lib.
iv . Cap. 111.
tatum ſuam vim ſuſtinere non potuiſſe . E ad altro paſſo ancor più ( k ) Id . Lib .
eſpreſſamente , parlando di tutti i popoli della Germania ( k ) : Civi- vi. Cap.xxil
D 2
28 DELLA GEÓGRAFIA
quidcm enixe coluint ) Sed ut circa ipſos que jacent vaſta ſint . Baſta
un'occhiata al numero ben grande delle antiche Repubbliche della
Germania , per imprimerſi della frequenza , e della folla di queſte
tali Solitudini , che eſſendo , per atteſtato di Ceſare , quam latiſſimæ ,
non doveano certamente oceupare poca parte di quel vaſtiſſimo Regno.
Nondimeno penſo io , che i Romani nel numero di queſte Solitur
e a chi
dini , e nell'ampiezza , andaſſero innanzi e alla Germania
che ſia , sì per l'antico iſtituto loro , come anco per l'eſtenſione im
menſa del loro dominio . Non s' ha che da riflettere alle Orazioni
pag . 88. Edit. πολεις . μήτε ανδραποδίζεθαι , μηδε γην αυτων ανιέναι μπλόβοτον ::
Lipf. 1691. unc' nampózos ris, auta's croséNevéti népes tuvi onis zápas , mocht
TONGAN
ANTICA DEL FRIULI. 29
tà , e il civile ſtato delle loro perſone ( a ) . Molto meno amara era ( a ) Polyb.
dunque la forte degl'Italiani de' quali dice anche Appiano al caſo apud Urſin.
della conquiſta , che i Romani per maſſima antica di ſtato , non eran Legat.cxlil.
2d ſoliti di ritenere in pubblico , che porzione delle loro campagne ,
ove poter ſpedire di tempo in tempo , le ſue Colonie , perchè fervif
ſero di freno , e di ſoggezione ai popoli conquiſtati ( b ) . Ai nuovi ( b ). Appian .
Coloni foggiunge , che non diſtribuivanſı fe non le terre ben colti- Civil. Lib . 1 .
ri
biade , la quinta parte degli altri prodotti , e una certa particolar Cap. xvi .
13 gabella ſopra i beſtiami , così groſſi , come minuti . Si aveano pre- Tom . v. Opp .
fiſſo i Romani in cotal modo di render ſempre più frequente e nu- Ed. Mediol.
.
meroſo il popolo Italiano , che per capo di buona politica conſide- col. 183 .
che
savano come lor congiunto e confederato . Ma dice Appiano >
nacque ben tutto l'oppoſto , conciolliachè i ricchi occuparono gran
parte della terra non coltivata , che preteſero pofcia fatta ſua col cor
fo del lungo tempo ; e il reſtante levaron di mano ai poveri , o col
prezzo , o colla violenza ; di modo che in vece di creſcere il popo
lo Italiano , ſi occuparono queſte Campagne da' ſoli Servi lavoratori ,
che nulla contavano nella popolazione ; d' onde forſe il nome di Soli
tudini
1
30 DELLA GEOGRAFIA
Opp.col . 183. ceſi dal rimprovero , che fa Cicerone a Rullo , che volea vendere la .
220.
famoſa Selva Scanzia ( f ) : Utrum tandem , dice egli , hanc ſilvam in
foleano per legge dai foli Cenſori ; ciò che però dovea farſi in fac
cia al Popolo di Roma . Il perchè Cicerone eſagera fortemente con
tro la legge di Rullo , che permetteva ai Decemviri , contro il pra
ticato , di vendere lungi da Roma , e ne' loro propri ſiti cotefte Cam
pagne ( b ) : Cenforibus vettigalia locare niſi in conſpectu Populi Roma- ( b ) Agrar .
ni non licet : his vendere vel in ultimis terris licebit ? E poco dopo : 1. Cap. 111.
Hic permittit fua lege Decemviris , ut in quibus commodum ſit tene
bris , aut in qua velint solitudine > bona populi Romani poſſint diven
11. Cap.xxix. ce egli , fundum pulcherrimum populi Romani , caput veſtræ pecunie ,
che non ſolea farſi ſe non nelle Solitudini, cioè a dire nelle campaa
gne di pubblica ragione ; non eſſendo da attenderſi il rifleſſo del dot
to Signor Marcheſe Maffei , che ſi piantaſſe quì Colonia come in ter
rer. acquiſtato da que' dodici milla Galli , che quà diſceſero nel 567 .
e non in terra de' Veneti ; concioſliachè quello di coteſti Galli fu la
杂 杂 杂 孕 孕 孕 孕 孕 孕 孕 孕 孕 孕 孕 孕 套多色 多多 包 多色 孕 孕 孕 孕 孕 孕 孕 孕 孕 孕 孕 参 色 多多多多多多多
CAPITOLO QUINTO .
j
piede Romano corriſpondeſſe intieramente al piede noſtro moderno ;
e ſolamente nel 1702. uſcirono le oſſervazioni del celebre Matemati
co Gio: Domenico Caſſini negli Atti della Reale Accademia delle
Scienze di Parigi ( a ) , citate poi da detto Prelato nella Diſſertazione ( a ) Edit.
poſtuma De annis Imperii Elagabali ( b ) ; con cui principiò a ſcoa Amftel.
1702. pag.
prirſi , che le miſure antiche eran più piccole delle moderne ; di mo 20. 105 .
do che , laddove ſeſſanta miglia moderne coſtituiſcono un grado , ſem- (b ) Edit .
bra che ſecondo il Callini , ne voleſſero a ciò fare ſettanta quattro Ven. 1741.
colle miſure pag. 11 .
Romane . Ma il ſommo Geografo Guglielmo de Lisle >
alla mano , e col confronto diligente delle antiche Vie Militari , fe
ce poi vedere il divario con maggior perfezione , e dimoſtrò , che
ſi
ſettantacinque miglia Romane , e feſtanta delle noſtre comprendevan
cadde in penſiero all’ erudito Monſignor del Torre .. Nè gli alvei de' Miſcell,Var.
Oper. Ven .
noſtri Fiumi e Torrenti , o altri ſiti ſterili ed infecondi ſono tali 1740 .
di gettare a terra un avanzo d'eſtenſion così vaſta , come altrove li ( b ) Deſcr.
dimoſtrerà . Patr. del
Friul. pag .
Ma un altra controverſia , intorno a coteſta noſtra Colonia , chia 99. Ed . Utin .
ma di bel nuovo la noſtra attenzione , per quello che in tal propo- 1604 .
fito ci laſciò ſcritto Giuſeppe Sporeno ( a ) , ſeguitato da Ercole Par- ( c ) Pallad.
tenopeo ( b ) , da Enrico Palladio ( c ) , e ultimamente ancora , il che Hift. Lib. II .
pag. 32. 33 .
par ben troppo , dalla buona fede di un noſtro Accademico ( d ) . (d ) Nuov.
S ' immaginò lo Sporeno , che le Colonie Latine acquiſtaſſero di Raccolt.
Opufc. Tom .
Latine il nome perchè i Coloni in eſſe condotti , foſſero veramente
XII . pag . 396 .
uomini cavati fuori , non da Roma ſolamente , ma da tutto eztandio Ven, 1764 .
il
A
RAFI
38 DE L L A GEOG
per l' appunto da quaſi tutte le Città del Lazio , e, ſe queſto non
baſta , da molte ancora altre Città della Toſcana , dell'Umbria , del
la Campania , de' Bruzj, e del Sannio ; i quali giunti in Aquileja , .fi
divideſſer poſcia fra loro , c , ſeparatiſi i Cittadini di una città da
quelli dell'altra paſſaſſero quindi dalla grande e principal Colonia
Aquileja , a diramarſi , dirò così , in tante piccole Colonie , quante
ſono a un di preſſo le Terre , e i Villaggi della noſtra Provincia
( a ) Spor . ( a ) . Il che s'ingegnò egli di provare colla ſimilitudine e analogia
ibi lib. 111. de' nomi delle medeſime , con quelli di parecchie antiche Città del
pag. 154.158.
Lib. iv. pag . Lazio , e di altri paeſi . L'idea veramente non potea eſſer condotta
27 S. nè con più grazia , nè con più bizzarria , quando a dirittura non ſi
opponeſſe al fatto , e alla verità .
Maſlima originale del governo di Roma fin da Romolo ſteſſo fi
Coloniæ Latinæ ſunt , quo Latini adfcripti ſunt ? Immo vero quo Cives
Romani . Anche Monſignor Filippo del Torre ſoprallegato e citato
dal Chiariſſi mo Signor Abate Lorenzo del Torre , ſuo Nipote , nella
lonia dicebantur , non quæ ex Latio , ſed quæ jus Latii , ſeu Latinita- 337.
tis acceperant ; civium vero Romanorum quæ donatæ erant jure Quiri
tium . Laonde cola affatto ſtrana ci ſembra che ai tempi noſtri co
ſtatuantur , curato . Qui fines ftatuerit , fines horum fua afto , dum ne
extra azrum Colonicum , territoriumve fines ducat . Quiqué termini bac lege
Statuti erunt, ne quis eorum quem eijcito , neque loco moveto ſciens dolo
malo . Si quis adverſus ea fecerit , in terminos ſingulos , quos ejecerit ,
loco moverit , Sciens dolo malo , ss. V. M. N. in publicum eorum , quorum
intra fines hic ager erit , dare damnas efto . Più chiaro di così non
può certamente metterſi in eſſere che alle Colonie di qualunque
che troppa terra era queſta , perchè sì poca gente andaſſe a coprirla ;
e gli Aquilejeſi chiedean ſoccorſo per mancanza di gente , e non per
difetto di terreno . Si lagnarono , dice Livio , i medeſimi ( a ) , Colo- ( a ) Id. ibid.
niam ſuam novam & infirmam , necdum ſatis munitam , inter infeſtas Cap. 1 .
nationes Iftrorum , & illyriorum eſſe . Troppo baſſo era il loro nume
ro , e dovea forſe diminuirſi alla giornata , tra per le malattie , e per
gli accidenti delle vicendevoli ſcaramuccie 2 e per le diſerzioni , ca
gionate dal tedio di dover ſtarſene dì e notte all’erta contro sì bar
bari , e inquieti confinanti . Il perchè a richieſta loro , poftulantibus
Aquilejenſium legatis , piegar dovette il Senato a foccorrerli con un
sì fatto rinforzo , nel modo ftello , che videſi praticato in altri tem .
pi con Venofa ( b ) , e con Narni ( c ) ; il che per altro trovaſi , (b ) Id. Lib.
XXXI . Сар..
che fu negato alla Città di Coſa ( d ) . Non così ai Piacentini e
XLIX.
Cremoneſi , allora quando ( e ) , iis quærentibus inopiam Colonorum , ( c ) Id . Lib.
aliis belli caſibus , aliis morbo abſumptis , quoſdam tædio accolarum Gal- xxxl1.Cap.11.
lorum reliquiſe Colonias ; decrevit Senatus , uti C. Lælius Conful , sc ( ( d ) Id. ibid.
e ) Id . Lib.
ei videretur , Sex millia familiaru m confcribe ret qua in eas Coloni
, qua in eas Coloni as xxxv11. pag.
F 2 CAPI
44 DELL GEOG
A RAFI
A
CAPITOLO SESTO :
con
ANTICA DEL FRIULI . 45
( c) Ver. Ill. già il Marcheſe Maffei ( c ) ch' Euganei e Veneti eran l' iſteſſo , vale
Part. 1. Lib.
a dire , occupavano · la ſteſſa terra . Difcacciati gli Euganei , noto
11. col. 35 .
è , che ai medeſimi fuccedettero i Veneti , abbracciando lo ſteſſo do
minio , é gli ſteſſi ſtelliflimi ſiti . Imperciò non giungo a diſcernere ,
( d ) Delle come un cotal punto in Geografia poſſa pretenderſi ( d ) ignoto a tut
Ant. Rom. ta | Antichità ; ſenza di cui il Cluverio ben di rado trovaſi > che
dell' Ifria . camminaſſe . Livio medeſimo ce ne ſcioglie , per oſſervazion dello
pag . 32 .
( ej liv.Lib. ſteſſo Cluverio , ogni dubbio là dove dice , eſſer cofa nota ( e ) , An
1. Cap. 1 . tenorem cum multitudine Henetum veniſſe in intimum maris Adriatici
Sluv . ibi.
ſinum , Euganeiſque , qui inter mare Alpeſque incolebant , pulſis , Hene
Cap. XII .
tos , Trojanoſque eas tenuiſſe terras . Queſte terre poſte all'intimo feo
no dell' Adriatico , prima Euganee , poſcia Venete > come atteſta lo
ceſſero : ora il nome : ora la patria del conduttor de' Veneti , Ante- Sid. Apoll.
nore . Quindi Stazio ebbe cuore di chiamar Livio , benchè nato ed Carm , Ix. v .
educato in Padova ( d ) , Timavi alumnum non perchè il Timavo ( 6 ) Lucan .
aveſſe a crederſi fiume del Padovano o perchè Livio per avventura Lib. VII. v.
una conſeguenza dell ' eſſerſi dati a diſcrezione ; il che ſecondo Poli
bio , fuor d ' Italia portava una formale , e intiera ſchiavitù , e in
1
Italia ſecondo Appiano , la perdita delle leggi patrie , di porzione
( a ) Sigon . del proprio terreno , e della pubblica libertà ( a) ; laddove il darfi
de Ant, Jure a buoni patti , preſervava ai popoli le proprie leggi , i ſuoi coſtu
Ital. Lib. I.
Cap. XXVI . ini , e le ſue terre ; e importava una ſpezie di clientela o vogliam
Tom . v. opp . dire , di tributaria e dipendente Società ( b ) . L'una e l'altra for
col. 378. ma di dedizione , ſembra toccar Svetonio , dicendo di Ceſare , che
( b ) Id . ibid .
Cap. iv. col. avea ridotto in forma di Provincia tutta la Gallia di quelle Co
307. 308. munanze in fuori , che reſe eranſi docili , e aveano la benemerenza
( c ) Svet. d ' eſſerſi date a tempo in qualità di Sozie (c) : Omnem Galliam ,
Cef.Cap.xxv. præter Socias ac benemeritas Civitates > in provinciæ formam redegit :
Della prima claſſe , ſe così è , fu l' Iſtria , e dovette in queſt' anno
darſi a diſcrezione , abbaſſar la teſta per ſempre , e ſoffrir con raſe
gnazione , di eſſer ridotta in forma di Provincia . Quindi non può
dubitarſi , che i Romani in queſt' incontro , giuſto il lor coſtume
fondo di pubblica ragione . Prova di che non può negarſi , che ben
grande non ſia la Colonia antichiſſima di Trieſte colà ſpedita , non
ſi fa quando , dai Romani . Ella fioriva certamente a i tempi di
Ceſare , come vedremo fra poco ; e già oſſervammo , che le Colonie
dai Romani prima di Cefare , e innanzi alla Monarchia , non ſi
ſpedivano ſe non in queſte tali terre di ragion pubblica , e che que
ſte terre non diventavano tali , ſe non al caſo delle conquiſte .
Se poi con queſta novità ſiccome accrebbeſi l' Italia , così in con
ſeguenza veniſe a dilatarſi anche la Venezia , ſembrami coſa affatto
ragionevole ; anzi il Cluverio la pubblicò per certa là dove dice ,
che a i Carni , popoli Alpini , per cavarneli fuor dai monti , fu
e tutti e quattro uſciti fuori dalla podeſtà loro , e dalle loro leggi ; ant. jur.Civ.
e furono il diritto della cittadinanza Romana il Gius Latino , il Rom . Lib. I.
Cap. 1. de
Gius Italico , e il diritto della Provincia Gallia , o ſia della rimanen- ant. jur. Ital.
te Italia > conoſciuta nella Storia Romana ſotto il nome di Gallia Lib. 1. Cap .
Ciſalpina . Il Gius della Cittadinanza Romana , o vogliam dire l ' ot- IV XX1, XXVI.
timo e perfetto eſſere del Cittadino Romano conſiſteva in tre coſe , Cap. 111.
cioè nel domicilio , nella tribi , o come noi diciamo altrimente , nel Tom.v. Opp .
tribo , e nella facoltà d'occupare i gradi , e gli onori della Repubbli- col. I. 307 .
feqq. 351 .
ca. Il domicilio nondimeno lo avevano anche gl ' Inquilini ſemplici Jeqq. ubi via
della Città di Roma , e il domicilio e il tribo i Libertini ; ma niun de Notas
diritto per queſto di Cittadinanza ebbero gl'Inquilini , nè intieramente 375. feqq.
398. ſeqq. in
buono l'ebbero i Libertini , ai quali in niun tempo reſtò aperto alibi .
l'adito a i gradi , ed agli onori .
Il Gius Latino all'incontro , e il Gius Italico , crano leggi e
Società con quella Repubblica , dell' Italiche genti , e delle Latine, per
forma della quale , tanto Latini che Italici , Sozj de' Romani comune
mente ſi diſſero : ſempre però in rapporto a una Società diſuguale ,
e dura piuttoſto che no , che clientela più propriamente potrebbe
appellarſi ; concioſliachè i Romani allorchè i Latini vinſero e gl
Italici , nel ſognar la pace dieder loro di tempo in tempo impe
rioſamente la legge , in vece di riceverla , donde nacque il Gius La
tino , e l'Italico , e donde ne' Romani ne derivò particolarmente il
picn diritto d' imporre alle Città Sozie altrettanto numero di truppe
auſiliarie , di quello che importavano le legioni Romane . Quindi
ſembra , che Latini ed Italici foſſer poſti a pari condizione , dato
eſſendo loro di poter militare amendue nel Romano eſercito fra le
truppe auſiliarie , e accordato avendo innoltre i Romani agli uni e
agli altri di poter reggerſi colle proprie leggi .
Nulladimcno i Latini ſuperaron gl ' Italici in queſto , che agl' Ita
tato . Ma ottennero i Latini di più degl ' Italici anche una certa non
ſo qual porzione di Romana Cittadinanza , o , per meglio dire
l ' adito , e l'abilità di poter conſeguirne il diritto , conciofliacofachè
qualunque Cittadino di Città Latina , dopo aver ſoſtenuto una volta
uni e degli altri , militar potea nel Romano eſercito fra le truppe
auſiliarie ; ciò che a tutte l' altre Provincie , poſtè fuori del confine
Italico , venia negato .
Tale fu il ſiſtema di coteſti così fatti diritti in Italia durante
nuovo impianto ( f ) : Ita Civitas Italia data eſt , ut in octo tribus ( f) Paterc .
contribuerentur novi cives , do multitudo ve Lib . II . Cap .
ne potentia eorum don
XX .
terum civium dignitatem frangeret , pluſque poſſent recepti in be
neficium , quam auctores beneficii . Ma il tutto fu indarno , per
ciocchè l' anno ſuſſeguente 665. Publio Sulpizio , Tribuno della
por
54 DE -LLA GEOGRAFIA '
( d ) Dio Lib. i duc Cenſori , Marco Craſſo , é Quinto Lutazio Catulo , contenden
xxxvii . Cap. do l'uno caldamente , e opponendoſi l'altro , dintorno ai popoli della
ix .
Tranſpadana , come abbiam da Dione (d ) , Tepi Tüv uzep Tòr 'Hp
Savoy
ANTICA DEL FRIU.L I. :SS
daroo cixsitw : de iis qui trons Padum incolunt ; e ciò ſul doverſi
o no diffondere anche ai medeſimi ta'u molete o : jus civitatis il
diritto della Cittadinanza . Tentarono nuovamente i Tranſpadani , a
v noci és Tov tñs 'Itænéces de vouós eregézparto : quæ tum jam ad xlviii . Cap.
X11 .
Italiæ præfe &turam relata erat .
Ora ad onta , dirò così di tutte queſte ſode e veridiche notizie
ſtoriche , per qual via o pertugio ci entralſe la Romana Cittadinanza
in queſte parti ad accreſcere , come diceſi l'Italia Civile ottanta
ott'anni prima del Conſolato di Pompeo Strabone e cento e vent'
nel 664. e che non precede la natività di Plinio , che di circa cento
& dodici anni , e per conſeguente forma epoca troppo vicina all'età
Pli
AFIA
56 DELLA GEOGR
( a ) Plin . pea ; e fon queſt' eſſe le parole di Plinio ( a ) : Non ſunt adjecta Cot
Lib. i 11. Cap. tianæ Civitates XII. quæ non fuerunt hoſtiles : item attributæ Munici
XXX,
piis lege Pompeja . E vuol dirli , per ſentimento del sigonio , che
Auguſto , a tenor della legge Pompea , fornì del diritto Municipale ,
( b) sig . dę cioè della Cittadinanza Romana coteſte dodici popolazioni ( b ) . Ma
ant . jur. Ital. il Marcheſe Maffei non ſottoſcrive al Sigonio , e interpreta quell'at
Lib . 111. Cap.
11. Tom . v. tributæ di Plinio nel ſenſo anzi , che dette Comunanze ſtate foſſero
Opp. col.419. attribuite , e alloggettate a ' Municipi , cioè a dire ( c ) , ſtate prive
luft. Ver. . 14
1 . del proprio governo, e poſte sotto la giuriſdizione delle vicine Città ,
Lib. v. col. Ad ogni modo è da aſcoltarſi Aſconio Pediano , Scrittore antico , e
103 . di gran peſo , il quale , ne' Comentarj alla Piſoniana di Cicerone ,
(d ) Afc.Ped . trattando della Città di Piacenza , di un tal fatto la diſcorre così ( d ) ,
Ed. Vener.
Neque illud dici poteſt , ſic eam Coloniam eſſe deductam , quemadmodum poſt
1563.pag.77
plures ætates Cn . Pompejus Strabo , pater Cn. Pompeii Magni , tranſpadanas
Colonias deduxerit . Pompejus enim non novis colonis eas conftituit , ſed
veteribus incolis manentibus jus dedit Latii , ut poſſent habere jus , quod
cæteræ Latinæ Coloniæ ; ideſt , ut , petendi magiſtratus gratia , Civitatem
Romanam adipiſcerentur . Dunque Pompeo a queſte tali Colonie non
accordò ſe non ſemplicemente il Gius Latino , ſimile a quello , che
avean tutte l'altre Colonie Latine , e nominatamente in ciò che rif
guarda il poter giungere , mediante il Magiſtrato Colonico , a conſe
guire un giorno anche la Romani Cittadinanza . Contuttociò chi mi
ſa dire , fe tutte o parte debbano intenderſi quì le Colonie della
Tranſpadana ? Sigonio onoratamente confeſſa di non averci trovato in
dizio o memoria , che di ſole tre , cioè di Verona , Como , e . Lodi
( e) sig.ibi. ( e ) . Or come pretendere , dico io , in tanta oſcurità , di condur
col. 450.
ſenza riſerva un tal diritto fino a Trieſte ?
fecus eſt ea quæ genuit , quam illa quæ excepit . Itaque ego hanc
meam eſſe patriam prorſus nunquam nezabo , dum illa ſit major ,
bæc in ea contineatur .
杂杂杂 杂 杂 杂 杂 杂 杂 杂 杂杂 杂杂 杂 杂杂 杂 杂 杂 杂 杂杂 杂杂杂 杂 杂 杂杂 杂 杂 杂 杂 杂 杂 杂 杂 杂色 色 色 色
CAPITOLO SETTIMO .
gcódica
ANTICA DEL FRIULI , 63
v. pag. 203. nalmente nella Geografia per appunto della Francia , parlando di co
teſti Veneti ſituati all'Oceano , ſpiega apertamente il fuo giudizio ,
( 5 ) Ιd . Lib. e dice ( 6 ) : Τέτα ; οίμαι τους Ουενετους οικιςας ναι των κατα τον
1V. pag. 187. ' Αδρίαν . και γαρ οι άλλοι πάντες σχεδόν τι οι εν τη Ιταλία Κελ
του μετανόσησαν εκ της υπέρ των " Αλπεων γης: καθάτερ και οι Βοΐοι
και οι Σίνωνες : δια δε την ομωνυμίαν Παφλαγόνας φασίν αυτους:
λέγω δ' ουκ ισχυριζόμενος αρκεί γαρ περι των τοιούτων το οίκος :
Hos ego Venetos exiſtimo Venetorum 'ad Adriaticum ſinum effe au & tores :
quando reliqui etiam fere omnes Galli qui in Italia ſunt , ex tranſalpi
nis eo immigraverunt Regionibus , ut Boii & Senones ; cum alii Pa
phlagonibus id adſcribant propter Henetorum nominis ſimilitudinem . Ne
que cgo id pro certo tamen affirmo , cum in hujuſmodi rebus probabili
conje &tura par ſit eſſe contentum .
Queſta conghiettura di Strabone , piena di giudizio , e di modeſtia ,
non ſoddisfece intieramente al Cluverio , contro cui vi trovò molte
coſe a ridire , ſembrando a lui , che fra gli antichi a Strabone folo
veniſſe in teſta oppinion ſi peregrina , e ſingolare , e che tutti gli
altri , non eccettuato nemmeno Polibio , teneſſero i noſtri Veneti lon
( c ) Cluv .
tani affatto dall'origine Gallica ( c ) . Ma ſenza perdere la menoma
ibi .
parte della ſtima , che ſi conviene a quel grand' uomo, diremo che
un tal ſuppoſto , per quello che riſguarda Polibio , aflolutamente non
regge ; e che tanto è lontano , che Polibio la intendeſſe così , quanto
che ci pare d'aver fondamento di credere , che Strabone non d'al
tronde ricavaſſe queſta ſua conghiettura , che da Polibio medeſimo ,
della cui Storia egli ne fa un alta ſtima , e un uſo frequentiffi mo
nella ſua Geografia . Imperocchè veggendoſi in Polibio , nella deſcri
zion che fa dell'Italia , e nel regiſtro delle genti Galliche , che co
ftituivano la Gallia Ciſalpina , meſchiati e confuſi inſieme con que'
deſſero dai Veneti della Gallia , che dai poco meno che favoloſi Ene
ti della Paflagonia , o dall oſcuro e ignoto Eneto Re dell' Illirico
Nè altro a mio credere ha trattenuto l'animo e il ſingolar giudi
medeſimo , gli Aquitani non eran eglino diverſi , e dai Celti , e dai
Belgi , non ſolamente nella fattezza del corpo , ma nel linguaggio
ancora ? e i Celti , e i Belgi , benchè ſimili d'aſpetto , non eran fora
fe fra ci , και πάντες ομογλώττοι > non tutti d' una medeſima lingua
( b ) Id . Lib. ( b ) ? Quanto fia poi all'autorità di Plinio , che diceſi anch'egli di
iv . pag. 168. ftinguere i Veneti dai Galli , c il parlar degli uni da quello degli
( C ) Plin. altri , nella deſcrizione che fa d'una cert' erba in quelle parole ( c ) :
Lib . XXVI .
Halus autem , quam Galli ſic vocant , Veneti Cotoneam : riſpondeſi , che
Cap. VII .
Plinio parlava ſecondo i ſuoi tempi , troppo diſcoſti dall'età di Po
libio , e in cui non ſi contavan più genti Galliche , ſe non in Fran
cia ; nè decide punto intorno al ſiſtema Italico de' tempi Polibiani .
Non dirò niente , che Polibio nel ſuo ſecondo Libro fi dichiara di
non accingerſi per altro a deſcriverci l'Italia , che per additarci il
vero ſito , che i Galli Tranſalpini anticamente ivi occuparono , e i
confini di quella pianura , che da eſſi poſsia Ciſalpina Gallia ſi diſ
fe ; de' quali popoli e del qual paeſe particolarmente nel mede
fimo Libro dovea trattare e che ce lo figurò di forma triangola
te , torno a ripetere , benchè in queſta gran pianura , che non com- ibi. Cap.xiv .
prendeva altro che popoli Gallici , e non era che Gallia Ciſalpina
ſicuramente s' includeſſe , giuſto i limiti di Polibio anche la pianu
altri ,,
ad altri
etto ad
dj conſiſteva in un popolo prode , non ſoggetto e vivente
fines cum infeſto exercitu erant ingreſſi , pace. cum Romanis facta i ure
beque ipſis reddita ad fuas ſedes redierunt , Dal qual ſemplice e ori
ginal racconto di Polibio può ſembrare aver odor dă intreccio anzi
che no tutto quello , che da Livio > con omiſſion troppo grande é 1
troppo notabile di un tal fatto > vi s'introduce in cambio e vi ſ
aſſaito de'Galli , del ſilenzio de Cani ; delle grida e dello ſtrepito del
le Oche Capitoline , del vergognoſo accordo ch'eran per far con Bren
no i Romani , della comparſa improvviſa di Camillo a liberar l'aſſe
dio , e della ſconfitta dal medeſimo data in quel gran punto alle
( a ) Liv. Iib. Galliche genti ( a ) ; in tempo che chiaro appariſce , per teſtimonian
v. Cap. XLVII.. za di queſto grande Autore , il vero e principal motivo dello ſcio
ſega
glimento di un tal aſſedio ., nato non già per ſoccorſo , o per valor
di Camillo , ma unicamente per opera , e per fatto memorabile de
gli antichi noftri Veneti . Nè meno chiara fu la vittoria navale de" .
medeſimi , riportata l'anno di Roma 450. ſotto il Conſolato di Lu
cio Genucio , e di Sergio Cornelio Lentulo , contro la flotta de'Gre
ci , e di Cleonimo Spartano loro Amiraglio ; per cui fi fecero le
gran feſte in Padova e durava ſino ai tempi di Livio l'uſo di ce
numero così ſorprendente l' union delle truppe , che i Romani al.
grand
ANTICA DEL FRIULI : 21
ron voglia d' avventurarlo , e ſulle perſuaſioni d' Aneroeſte , un de' due
Regoli delle genti Tranſalpine, preſero il partito di ritornarſene ben
carichi di preda al fuo paeſe; e sloggiando a tutta notte , s'innol
che furon fatte per parte de'Galli e maſſimamente degl ' Inſubri ,
Boj , e Tauriſci . E ſe la barbara riſoluzione de'Geſati di voler com
battere ignudi nelle prime file : la picciolezza degli Scudi Gallici ,
che mal coprivano il corpo , e il diſcapito delle loro fciable , che
non ferivano ſe non di taglio , non gli aveſſer poſti in total diſor
dine , diverſamente forſe potca decider la forte di quella gran gior
nata , che recò loro l'ultimo cccidio , e alla nazion Gallica tutta , e
in cui perirono di quelle genti quaranta mila ſul campo , e dieci
corregge il dotto Cluverio ( c ) , paſarono nel paeſe degl' Inſubri , Cap. XXXII.
là dove l'Adda va a metter nel Po ; ſenza che neppur queſta volta Ital. ( c) Clur.
Ant.
ammeſli foſſero nelle loro truppe nè poco nè punto , nè Veneti , nè Lib. 1. Cap.
. .
Cenomani , non ſi fa bene ſe perchè queſti due popoli ricredeſſero xxVIT,
d'intervenirci , o pure , comº è più veriſimile , perchè i Romani con
artifizio traſcuraſſero di richiamarneli . Che ſe così è , n'ebbero i
Romani ben toſto a pentirſi , imperocchè tanto al paſſar del fiume 3
che allo ſchierar delle truppe , furono dagl'Inſubri con tal valore > с
sì malamente accolti e battuti , che mancò loro il coraggio di più
reſiſtere > e fi riduſlero a patti a uſcirſene da quei confini ; donde per
θον εις την των Κενoμάνων χώραν , και προσλαβόντες τέτες όντας
συμμάχος , ενέβαλον πάλιν από των κατα τας 'Αλπεις τόπων ως
τα των Ισόμβρων πεδία , και την τε γήν εδίαν, και τας κατοικίας αυτών
Een épJov : Tranſmiſſo flumine clufio in ditionem Cenomanorum venerunt.
Quibus aſſumptis , quod ſocii eſſent Romani populi , e Subalpinis locis
in planitiem Infubrum cum infefto exercitu iterum venerunt exuſe
runtque agros , & pazos eorum devaſtarunt .
Ora dico io , l'eſſer iti vagando i Romani per molti giorni dall',
Infubria fin oltre i Cenomani e il Chieſio , ſiccome mette in chia
ro , ch'elli paſſarono nella Venezia , così l'aver eglino nel ritorno
chieſte ai Cenomani le truppe auſiliarie , ci ſvela mirabilmente l'i
dea del viaggio alle parti Subalpine , che fu certamente di rinforzar
come meglio poteaſi il lor battuto eſercito coll' union delle truppe
non men de' Veneti > che de' Cenomani , che a bello ſtudio ſembra
che l'intiera Gallia Ciſalpina in tali anguſtie non ſi riputò più fuf
ficiente a reſiſtere a nemici si prepotenti e riſoluti . Nè veggendo
dice lo Storico , altra ſperanza che quella di rivolgerſi di bel nuovo
ai popoli di là dall' Alpi , fi appigliò al partito di condurre a fti
pendio con ogni ſollecitudine quanti mai fu poſſibile di que' Barbari ,
che vi accorſero prontamente in numero di trenta mila .
Queſti erano Galli , e della razza ſteſſa de' primi , abitanti fra 1"
Alpi e il Rodano ſe fi aſcoltà Polibio ; a cui ſembrano aderire
I 2 Eu
76 DELLA G E O G R A FIA
deſimo con parte delle ſue truppe ( c ) : il quale entrato in un cer- ( c ) Plut.
to diſtretto , che a giudizio di Giacopo Gronovio , fu quel degli Marcell.
Anani ( d ) , paſsò colle medefime ad inveſtir Chiaſteggio ; ciò che (d ) Jac.
neceſſitò Marcello ad accorrervi con un diſtaccamento di Cavalli e Gron . ad 10
Fanti . Alla comparſa del Conſole dice Polibio , che coſtoro fi leva - lyb . Lib . 11.
Cap. XXXIV .
rono dall'aſſedio , e ſe gli fecero incontro con intrepidezza , e ben
chè
A
78 DELLA GEOGRAFI
gol ar giu diz io oſſ erv ò dov erſ i int erp ret are : ter tia die , col autorità
l'
di Teofraſto , e di Demoſt ene , il Chiari fli mo P. Carmeli ( b ) . Il (b ) Diſſert.
Filolog . Ed .
che Polibio medeſimo poco dopo , applicando l'eſempio del precipi- Rom . 1768 .
zio delle coſe Galliche ai doveri dello Storico , ſpiega chiariſlimamen- pag. 42. Seqq.
te dicendo , eſſer ufizio proprio e naturale degli Scrittori il traman
dare alla poſterità diligentemente coteſti ſcherzi della fortuna , affin
chè fi conoſca dalle età venture , non doverſi paventare delle improv
wiſe , e temerarie innondazioni de' Barbari , ponendo mente , ch'ella è
poi faccenda di poco tempo , e di ſomma facilità : « sonozcap voor ésia
L και λίαν
DELLA GEOGRAFIA
intorno al Po di Polibio : ta tepi' tòp Ile for ridía , per una non fo
quale appendice della dizion Gallica , quaſi che tutta in compleſſo Ja
Gallia Ciſalpina non conſiſteſſe nelle vaſte pianure , poſte di quà e di
là dal Po , o ſia nella pianura Circompadana : e che Polibio con que
Ni tali vocaboli non uſaſſe ſempre d'eſprimere , come di ſopra ab
biam comprovato , l'intera Gallia Ciſalpina . Manifeſto è imperciò
meno dal fatto , che dall'eſame diligente di tutte le memorie
che i Cenomani all'eſpugnazion di Milano , e non in altro tempo ,
furono anch'eſli del corpo dei vinti aſſieme cogl ' Inſubri , e per cons
ſeguente dei compreſi , benchè non eſpreſli , nel trionfo di Marcello .
Ora tutto quello , che finquì ſi è detto , e ſi è dimoſtrato , riſpet
to ai Cenomani , chi mai potrà vietare con fondamento , che non ſi
dica , e non ſi creda anche de' Veneti , confinanti e amici indiviſibili
come farebbe a dire il non vederſi il nome de ' Veneti ne Fafti trion
fali . Ma ſi è veduto poc'anzi lo ſteſſo de Cenomani nel trionfo di
Marcello ſenza che la lor depreſione abbia per queſto a rivocarfi
in
1
ANTICA DEL FRIULI . 83
col dire , che Colonia allora non fu condotta neppur negl' Inſubri .
Ma per comprenderne i veri motivi , convien paſſar più oltre , ed
oſſervare a quai diſturbi e a quali moleſtie foggetti andaffero i Ro
mani > per aver condotta in quell'incontro troppo ſollecitamen
te Piacenza ne' Boj , e Cremona ne' Cenomani . A una tal novità dice
Livio , che i Boj immediate fi ribellarono ( b ) , non tam ob veteres ( 6 ) Liv. Lib .
in populum Romanum iras , quam quod nuper circa Padum Placentiam , xxi.Cap.xxv.
Cremonamque Colonias in agrum Gallicum deductas ægre patiebantur . E
dichiararon del partito d' Annibale ; e per via de” loro melli , pieni
d'animo , e di luſinga della proſſima ſua venuta , piombarono tumul
tuariamente ſul terreno aſſegnato alle due Colonie , e fecero sì che i
Friumviri , che attualmente dividevano le terre , e i Coloni tutti at
L terris
84 DELL À GEOGRAFI
A
(k ) Id .ibid. parte fere dimidia eos mulētavit : quo ſi vellet , populus Romanus coloa
Cap. xxxix . nias mittere poſjet . Preſero in fatti l'anno appreſo i Romani di man
(1) Id. Lib. darne due ( 1 ) ; ma l'anno 564. ſe ne conduſſe poſcia una ſola in
XXXVII . Cap.
XLVIN Bologna ( m ) , trentatrè anni da che ſeguì l'acquiſto della Ciſalpina,
( m ) Id.ibid . e ventinove dopo la ſpedizion di Piacenza ,, e di Cremona .
Cap. LVII .
Ed ecco quai ſudori , e quanto ſangue ebbero a ſpargere i Ro
mani , per aver nel terreno antico delle genti Galliche fatalmente
introdotte in difpetto loro le ſuddette due Colonie . Ecco quali sfor
tivi , per cui nella Venezia non ſi mandò Colonia prima di queſti
tali tempi .
quia latrocinati naves Romanorum fuerant , quæ frumenta exhibebant , lib. ant.
perd omitique ſunt omnes . Ma Eutropio dice bensì , che un ladronec
cio delle navi Romane frumentarie praticato in corſo dagl ' Iſtriani ,
fu la cagione che portaſſer loro la guerra in caſa , e gli dom aſſero ;
( a)Liv . Ep. parole ( a ) : Iſtri ſubacti ſunt . Non così Zonara , che pure un po ' me
Lib. xx .
glio una tal guerra ci regiſtra ( b ) : Eitt TÓTALOS Ti Kopríncess
( b )Zonar .
Lib .VIII . και Μαριος Μενέκιος επ ' "Ιερες εσράτευσαν , και πολα των εκρά -
Сар. хх . των τα μεν πολέμω , τα δε ομολογίαις υπέταξαν : Deinde P. Cor
nelius co M. Minutius ad iftros duxerunt exercitum , da multas illius
loci gentes partim vi , partim deditione ſubegerunt . Il dirſi , che que
ſti- due Conſoli poſer l'eſercito in marcia verſo l'Iſtria : 7 ' ' Ispyç.
Espériurav : ad Iſtros duxerunt exercitum , par che fi adatti al condur
l'eſercito per terra , e non a tradurlo per mare . Preſto i reci
:
cia ; nel qual caſo dovea dirſi dea opOpévesy : transfretare > ovve
ramente 70F & FEW Tór sprror : traijcere exercitum , piuttoſto che spazio
TÉVELY : exercitum in expeditionem educere : por 1' eſercito alla marcia s
di modo che l'eſpreſſion di Zonara può fervir mirabilmente a to
glicre l'accennato ſcrupolo . Abbiamo innoltre dal medeſimo che ai
queſta ſpedizione intervennero i Conſoli tutti due > di che fa fede
tutta l'Italia da Roma fino alle Alpi , riſcuotendo per ogni dove
omaggi e riſpetto , e ſenza oſtacoli , perchè camminavan fempre
ſul fuo , E le genti ſteſſe contigue all'Italia , in vece di uſar loro
oftilità , molte fi fecero a gara per ottenerne la grazia , e partecipar
della loro amicizia . Donde forſe potrebbe dipendere ciò che all'anno
640. narra Appiano dei Norici con noi confinanti , cioè che fra elli
ei Romani amicizia correva , e oſpitalità ( a ) . ( a ) Appian.
Ma ſiamo oramai giunti a quel tempo , che la fortuna , tanto fi- Urkn. apud
nora amica e parziale de' Romani , incominciò a ftancarſi alquanto , suppl.Liv.
imperciocchè appena ebber eglino l'anno appreſſo , che fu il 534. Lib . LxxII.
colla ſolita felicità foggiogato anche r Illirico , e trionfato folenne- Cap. XXII .
mente di Demetrio Fario ( b ) , che l'anno ſuſſeguente 535. piombò ( b ) Polyb .
loro addoſſo la ſeconda guerra Punica , e fi vider eſli Annibale in Lib. 111. Cap .
caſa propria a contendergli a petto a petto quel Regno Italico , che XIX .
con tante fatiche e difpendj terminato aveano poco prima di ſotto
mettere ( c ) . Oſſervammo di ſopra coll'autorità di Polibio , che que- ( c) Id . ibid.
sto gran Capitano era atteſo ardentemente , e come fuol dirſi , a brac- Cap. XXXIII.
Non era già che i Romani non aveſſero preſentito a tempo queſta
moſſa d'Annibale , e non aveſſero creduto bene di prevenirlo , collo fpe
Italia , e che quanto più ſcoſtavaſi dal mare , tanto più credea sfug
( d ) Liv . ibi.gire un tal pericolo ( d ) , poſti alla retroguardia gli Elefanti e la
Cap. xxxi .
Cavalleria , alla ſiniſtra del Rodano ſi poſe in piena marcia coll' ar
mata verſo oriente ; e paſſando pel Lioneſe , e per le montagne della
Savoja , e de' Valdeſi , e ſuperati i gioghi più alti dell' Alpi Peni
ne , o ſia il nionte di S. Bernardo , ove naſce quel Fiume reale , co
(e) Polyb. ibi. me chiaramente ſcrive Polibio ( e ) , calò in Italia . Per la qual coſa
Cap . xlvii.
( 1 ) Cluver . Cluverio non può perdonarla a Livio ( f ) , e forſe a buona ragione ,
Ital. Ant.L.1. perchè in queſto ſi diſcoſti affatto da Polibio , e faccia capitare An
Cap. xxxiii. nibale , non già per l ' Alpi Penine , e pel nionte di S. Bernardo , ma
con viaggio diverſiſſimo pel Monſenì , o ſia per l'Alpi Cozzie a To
rino ; in tempo mallime che Livio , non meno ne ' fatti d'Annibale e
della ſeconda guerra Punica , che in tutte l'altre coſe Romane , non
fa altro che traſcrivere appuntino , e tradur quaſi verbo a verbo la
Storia di Polibio . E ciò tanto più , quanto che Polibio , intorno al
paſlaggio d'Annibale per l ' Alpi , avviſa particolarmente , aver egli
ciò appreſo da chi viveva in quel tempo , e d'eſſerſi eziandio chia
rito ſopra il luogo della verità del fatto , aſſicurando ogni coſa nel
modo che figue ( g ) : “Ημείς δε περί τέταν ευθαρσώς αποφαινόμεθα ,
δα το περί των πράξεων παρ ' αύτων και οργκέιαι των παρατιτυχόταν
( g ) Polyb .
ivid . Capit. τους καιροίς , τες δε τόπος κατο ττεκνα , τη δια των "Αλπεων
XLVIIL . αυτος κεχρήσθαι πορεία και γιασέως ένεκα κα θίας : Nos autem
de
ANTICA DEL FRIULI . 89
appena Torino , che Scipione da Piſa era ormai giunto a paſſare il Cap. lvi.
Po coll'eſercito in quelle vicinanze ( c ) ; di che fortemente ſe ne ſtupì ( c ) Polyb .
Annibale , per averlo pochi giorni prima laſciato indietro al paſſo del ibi. Cap.lx.
Rodano . Nè minore fu lo ſtupore del Conſole nel vedere Annibale LX1 .
fano e ſalvo , in quindici giorni di viaggio difficiliſſimo , non ſolo
aver ſuperato l'Alpi coll'eſercito , ma aver già dato mano alle im
preſe militari , ed agli aſſedj. Per la qual coſa cercando amendue
queſti prodi guerrieri l'occaſione d' incontrarſi , fi videro a fronte al
fiume Teſino ( d ) ; dove acceſoſi un forte combattimento , finì colla ( d ) Id . ibid.
poggio de' Romani ( e ) . E Scipione ſteſſo avendo rilevato una feri- Cap. LXII .
LXlV .
ta , penſar dovette alla ritirata , a ripaſſare il Po , e a fortificarſi a ( e ) Id . ibid .
Piacenza ( 8 ) ; a cui tenne dietro Annibale , paſſando anch'egli il Cap. 1xv.
fiume , e poſtandofi a ſei miglia dal campo di Scipione . Da queſta ( f) Id . ibid.
prima vittoria dice Polibio , eſſer nato , che tutta la Gallia noſtra Cap. LXVI.
via
ANTICA DEL FRIULI: 91
vla fedele ai Romani , ché Annibale , nel mentre che Tiberio ; capi
tato dalla Sicilia , eraſi già unito al campo di Scipione , preſe per
tradimento d'un certo Brundufino . Dove gli venne anche fatto di ſco
prire , che le genti Galliche > ſituate tra il Po e la Trebbia , ſeg
gendo , come ſuol dirſi , ſu due ſcanni , aveano bensì dall'un canto
ma dall'altro ſe l’intendevano a man
ſeco lui contratto amicizia , ma
falva anche coi Romani ( a ) . Per la qual coſa avendo egli ſpedito ( a ) Id. ibid .
due mila Fanti , e la Cavalleria Gallica e Numidica a ſcorrere e de- Cap. LXIX .
predare i loro confini , coſtoro ebbero ricorſo ai Romani contro An
nibale . Tiberio allora , che nulla più deſiderava , che di venir ſeco
e buona parte
alle mani , fpedì ſubito mille Arcieri di Fanteria
della Cavalleria , che ripaſſata la Trebbia gli affalirono , e gli obbli
garono a rinculare addietro ne' loro alloggiamenti . Ma avvertiti i
Cartagineſi dell'accaduto > con nuovi rinforzi conſtrinſero i Romani
all'incontro a voltar le ſpalle , e a fuga alle loro
raccoglierſi per
e la
tende . Il perchè Tiberio ſpedì di del nuovo gli Arcieri tutti ,
Cavalleria ; onde i Cartagineſi ceſſero di ricapo , e ſi ritirarono al
loro campo . Annibale intanto , che non vedeaſi in punto per un ge
neral fatto d'armi , nè credea bene a tutti i momenti , e ſenza ma
tura premeditazione avventurare ogni coſa , trovò ſpediente per allo
ra il far voltar teſta a fuggitivi , ' sforzandoli a far fronte agl'inimi
ci : proibendo nondimeno loro il combattere , o l'inſeguirli , e chia
mandoli poſcia , per via de' miniſtri e de’trombetti , opportunamente
a raccolta . Allora fu , che i Romani, dopo qualche breve indugio ,
ſe ne tornarono indietro con perdita di pochi de' ſuoi , e con molto
maggior danno e ucciſione de' Cartagineſi.
Baſtò queſto piccol vantaggio a Tiberio , perchè inſuperbito e cal
do azzardaſſe la ſua fortuna ( b ) ; e con tutto che Scipione la fen ( b ) Id . ibid .
tiſſe altrimenti , andaſſe incontro precipitoſamente alla memoranda rot- Cap. LXX .
ta , che ricevette poſcia alla " Trebbia , e che poſe l'armi di Roma
in tale diſcredito che ci volle ben molto tempo , e molto ſangue
a riſarcirlo . Narra Polibio dopo una tale ſconfitta aver piegato al
Annibale . Per la qual coſa non poſſiamo aſcoltar Livio ſenza ſtupo
M 2 rea
92 DE L L A GEOGRAFIA
( a ) Liv. ibi. re a crear Pretore della Gallia : Itaque Galliam , dice Livio ( a)
Cap. xxv . quamquam ftimulabat juſta ira , omitti co anno placuit .
Cap . xxxvi. fole il ſaperſi , che la Toſcana ad eſempio della Ciſalpina inclinava
molto alla ſollevazione ; e ciò che lo metteva in neceflità d' opporſi
riſpoſero i Ciſalpini , che per volontà elli non erano per mancargli.
Sed cum una caftra Romana intra fines , altera in finitima Etruria
Itt
prope in conſpectu habeant ; ſe ciò fi pubblicafle , diceano eſſi : ſ
palam fiat auxiliis adjutum ab se ſe Pænum , extemplo infeſtos utrinque
07
co exercitus in agrum fuum incurſuros . Laonde che non fperafle Magone
dalla Gallia fe non quegli ajuti , ch ' ella potea darli naſcoſtamente :
Ea ab Gallis defideraret quibus occulte adjuvari poſſet . Dalle quali
parole di coteſti popoli chiaro appariſce , che due anni prima che
ܐܐ
Annis
AFIA
96 DE L L A GEOGR
Annibalè uſciſſe d'Italia , cioè l' anno di Roma 548. eraſi ormai ri
dotta da' Romani alla primiera ubbidienza l'intiera Gallia Ciſalpina.
Ed ecco a quai tempi la Romana Repubblica ſi perpetuò il pof
feſſo di queſta vaſta e nobil Provincia , reſo ne' ſuoi principj flut
tuante ed incertiſlimo, anzi interrotto per più anni , durante in Ita
lia la riputazione dell'armi d' Annibale . Da queſt'ora innanzi la
Ciſalpina non alzò più la teſta , ſe non con qualche particolar tu
multo , e con quelle ſedizioni che accennammo di ſopra ; le quali
furono bensì moleſte alla Repubblica , ma non ne turbarono in verun
modo il poſſeſſo , come abbiamo dal lungo catalogo de'Pretori , che
poſcia mandò Roma continuamente a governarla , ſino ai tempi del
Proconſolato di Giulio Ceſare , che ne chiuſe la ferie .
Alla condizione degli altri popoli della Ciſalpina fu in ogni temo
CAPI
ANTICA DEL FRIUL. I. 97
CAPITOLO OTTAVO .
fue parole ( a ) : “Υπέρκειται δε των Καρνών το' Απέννινον όρος , λί- ( a) Strab.
Lib. IV . pag .
μνην έχον εξισαν ς. τον Ισαρου ποταμον : δς παραλαβων " Αταγιν
198.
άλον ποταμόν , εις τον 'Αδρίαν εκβάλα : Supra Carnos Apenninus
mons eſt : is lacum habet exeuntem in Saram , qui alium fluvium A
tagin recipiens , in Adriam effluit . Il fiume Atagi , modernamente
( a ) Strab. breviatore ( a ) : “ Ότι υπo το έκτο κλίμα κάται και " Αλπις το όρος ,
. Epit. Ed . και προς ανατολας σχεδόν επ ' ευθείας διήκει η ορανο αυτό ραχις
ηθ.
Lib. pag. έως Αίμε όρες , τα ας τον Εύξεινον λήγοντος ·
vii1797. ωνόμαςαι δε καθ '
125 2 . έκαςον έθνος έτως: " Αλπις , "Όκρα , Καρέαγκα , 'Aλβις , Βέβια :
Quod ſub ſexto climate Alpis mons jacet , eam ad ortum juxta re &tam
fere lineam dorfum ejus montanum porrigitur , uſque ad montem Emum ,
qui in pont um Euxinum definit . Nomina autem habet juxta unamquam
que gentem hæc : Alpis , Ocra , Caruanca , Albis , Bebia .
Occupavano i Carni anche l ' Alpi più baſſe , poſte alle fonti del
Formione 2 e del Nauporto » come può giuſtificarſi co ſeguenti due
( 6 ) Strab. paffi del Geografo ( 6 ) : Η δ' " Όκρα ταπεινότατον μέρος των 'Αλπεων
Lib. ιν. pag . εσι , καθ ' δ συνάπτεσι τοίς Κάρνους και και δι ' και τα έκ τής ' Ακ :
re i Carni dal monte Ocra , o ſia dalle Alpi del Trieſtino e dar
έτράτευσε , και τες μίν εντός των όρων ου πάνυ πόρρω της θαλάσ- κειX. C.χκαν .
σης οικούντας , απονώτερον προσηγάγετο , τους δε επί τε των άκρων ,
και ας τα επι θάτερα αυτών , ουκ αταλαιπώρως εχερώσατο : Japodes
ipſe bello petiit : quorum eos , qui citra montes hand procul a mari
N 3 babie
Η
1
•
100 DE L L A G E ÖG R A FIA
truppa de' Tigurini , ch'era appoſtata a queſte noſtre Chiuſe ( d ) : Quæ (d) Flor. Lib .
Noricos infederat Alpium tumulos . Così anche Giornande delle mede- 111.Cap. II .
tato ſenz'altro eſame , dall ' erudito Signor Marcheſe Maffei , é da'ala
( a ) Ver. III. tri uomini dotti ( a ) e mi ricorda d'averci anch'io una volta in ve
Part. 1. Lib . vedutamente aderito ( 6 ) . Avvertì con preciſione una tal difficoltà
VI.COM: 113; l'accurato P. de Rubeis in quelle parole ( c ) : Regioni Carnorum jun
Sop: la stor. git Plinius J apidum regionem : & hanc incipere a Timavo adnotant
delFriul. Ed. viri docti . Sed attamen Strabo Lib . vii . Tergeſte vocat Carnorum vi
Utin . 1759 .
Nota 5 . cum : qua de re diligentius perquirant alii , ac certiora doceant . In fat
(c ) Diſs. ti par ben impoſſibile , che chi tiene che l'Iſtria anticamente con
Diſs
Var. Erud. finaſſe col Timavo , fiume di breviſſimo , e quafi diſi , niun corſo
pag . 174 .
poſſa poi acquietarſi , che a quella ſponda medeſima confinar poteſſero
anche gli fapidi. Noi abbiamo già eſpoſto colla bocca di Strabone ,
a che . ſito confinavano i Carni cogli Japidi , cioè alle fonti del For
mione , mediante i due monti Albio , ed Ocra . E queſto è il con
fine qui voluto anche da Plinio , e così vengono inteſi comunemente
amendue queſti Geografi , e particolarmente dai due riſtoratori della
Geografia antica , Cluverio , e Cellario , l'ultimo de'quali ſcriſſe do
d ) Cluv. It. po aver letta l'Opera dell' Arduino ( d ) .
Ant. Lib . I.
Il P. Arduino per quel che s'attiene alla correzione , e reſtitu
Cap. xix.
Cellar. Orb . zione del teſto di Plinio , fu uomo fuor di dubbio de' più eccellenti ,
Ant. Tom . 1. e per eſtenſion d'ingegno è di dottrina forſe ſenza pari ; a cui per
Lió. 11. Cap. ciò per comun ſentimento , e a giudizio del celebre Gio : Alberto
2x.
. 121fedt. 1. Fabrizio ( e ) , plurimum semper e debent littere & debebunt . Ma
. 141
pag . 555 dove poi fi tratta de’ valent' uomini , che prima di lui hanno poſto
562. mano in quella grand ' opera , merita benè , che gli fian tenuti gli
( e ) Biblioth. occhi addoſſo . Equidem , foggiunge il detto Fabrizio , quis non optet
Lib. 11. Cap. de Salmaſio , aliorumque lucubrationibus , eum non tam infolenter , eo
xlii .
indigne pronunciale , cum paſſim ex illis profecerit , etiam ubi eorum
nomina filentio involvit ? Anche Ermolao Barbaro prima dell' Ardui
no avea proccurato di rappezzar Plinio , e d'illuſtrarlo talvolta , ali
qua paullo pluribus verbis explicando , com'egli ſteſſo ſe ne proteſta
( 1 ) Inter Po- ( f ) ; e non di rado ancora , facendone la ſcelta delle varie lezioni ,
litian. Opp. effendo , dice egli, quædam ex confeſſo falſa , quædam ad ele &tionem lia
1536. Tom . bera. Nella qual impreſa però non usò libertà capriccioſa , aſſicuran
I. pag. 459. do egli , d’averlo fatto ſempre entro i limiti della ragione , e dell'
Epift . ad
Alex.vi.S.P. autorità : Pallim vero Auctores poſuimus , pauciſimis exceptis , in qui 1
bus tamen
non aleam aut libidinem , fed rationem aliquam ſequuti
fumus .
Nam Timavus fluvius eſt Denetiæ , vel Hiſtriæ : E così altrove ( b ):(b ) Id . Æ
Timavus autem in Hiſtria eſt , inter Aquilejam ( Tergeſtum . Il che fa , neid. Lib . 1 .
ch' io m'induca a credere , che queſta ſia una di quelle giunte , che V. 249.
avvertì il Maſvicio eſſerſi fatte a Servio in materia di Geografia dagli
ignoranti copiſi , e rappezzatori delle ſue chioſe ( c ) . Non era già ( C ) Maſu.
Servio uno Scrittore di baſſa lega , ma bensì un valente è dotto În- Ed.Pref., Virg.
Ven .
terprete di Virgilio , e allorchè il Poeta diſſe ( d ) : Sidonia Dido , 1736.
ſeppe darne la ſpiegazione con mano maeſtra , eſponendo ( e ) : Dido ( d )., Virg.
Tyria fuit , non Sidonia , ſed di & ta eft a loci vicinitate . Così altrove Æneid. Lib .
1 v. 450.
detto avendo Virgilio ( f ) : Ornatus Argive Helenæ : interpretò altre- (e) Serv. ibi.
sì francamente : A vicinitate dixit Argive , cum Spartana fuerit . v. 239 .
Così purè avrebb’egli potuto , è ſaputo eſporre , e interpretar del ( f) Id. ibida
v . 654
Timavo , il quale , appartenendo la ſua ſiniſtra ſponda al Trieſtino ,
territorio che confinava con la Japidia , poeticamente , e con brio
Japide da Virgilio potè appellarſi: indicando un tal attributo non più
l'eſenza , ma la vicinanza .
Penſier più bizzarro nondimanco ha riſvegliato in taluno queſta
chioſa di Servio , e per ſoſtenere a tutte le vie , ' che la Japidia ſton
devafi fino al Timavo , ſe gli è fatto fin dire , che al fiume Tima
vo era una prima Japidia ( 5 ) . Rendevaſi in fatti neceſſario un quals ( 5 ) Delle
che comento , per evitare in certo modo l'obbiezion grande della Ant. Rom .
Japidia , deſcrittaci fra confini affatto diverſi da tutti gli altri Scrit- dell' Ifr.p.69.
tori . Ma non ſi è avvertito , che le parole : Primam modo Japidiam
ingreſſus , fono regiſtrate fra le Serviane interpretazioni al nome е
all' autorità di Salluſtio , e non a quella di Servio ; d'onde poi furon
preſe , e traſportate -nella Raccolta de’ : frammenti di quell'inſigne Sto
rico ( h ) ; nè l' età Salluſtiana era in tempo di conoſcere la diviſion (h ) Sallu
Ed. Pat .
delle Provincie in prima , e ſeconda . Salluſtio mancò a vivi : l'anno 1732. Pag
.
di Roma 719. é ſolamente nel ſecolo 111 : della Naſcita di Criſto , 170 .
credeſi che Diocleziano promoveſſe una tal novità . Quindi in Vopi
O ſco ,
106 ::DELLA GEOGRAFIA
( a ) Vopis. prima volta le Rezie ( a ) ; nè prima dell' anno 426. dell' Era Cri
i ros . Cap.ftiana , in cui ſcriſſe l’Anonimo Autore della Notizia delle Dignità
XVI .
Capito l.Pert. dell ' Imperio , s' incontra in alcun regiſtro prima , e ſeconda Rezia ;
Cap. 11 . ciò che dopo vedeli uſato anche da Paolo Diacono , e da altri ( b ) .
( b ) Diac , de Penſate ora con qual fondamento
poſſa pretenderſi diviſa in prima e
Geft. Lang.
Lib. 11. Cap.ſeconda la Japidia ai tempi di Salluſtio , la quale neppur dopo intro
XVI. dotta da Diocleziano la diviſione , trovaſi che in memoria alcuna s'ap
pellaſſe con tal diſtinzione ; nè i ſuddetti Scrittori de' buoni tempi ,
o altri dopo , riconobbero in veruna età mai più d'una Japidia . Quin
di è che il frammento Salluſtiano inſerito fra le chiore di Servio fa
Ant. Rom . fottomiſe tutta , per autorità di Dione, tanto cioè la fituata ne' mon
dell' Iſtr. ivi,
ti Albj , che la ſparſa citra & ultra , di quà e di là di quelle gran
montagne , e per conſeguente ſoggiogò anche quella , che circa un
fecolo prima avea debellata Tuditano . Così anche l' Iſtria , benchè
depreſſa l'anno 532. convenne ciò non oſtante ſottometterla di bel
nuovo nel 576. La Japidia , torno a dire , fu ſempre una ſola , e
per andar dall'Italia a ritrovar le ſue ſedi , biſognava per inſegna
mento di Strabone andar giù per l ' Alpi fino alle più baſſe , e fin
dove finiſcono , indi urtar in un Monte molto alto e ſublime , ufuner
ozódpc , prima di toccar la Japidia . Ciò che ſi verifica molto bene ai
( e ) 10: Buo monti Albj , e alle fonti del Formione , e non a quelle del Timavo ,
no ad Cluv.
Intr. Geogr. c allc ſuc ſterili e baſſe rupi , come fe ne aſſicurò perſonalmente l'in
Lib. II . Cap. fatigabil Cluverio . Quindi è , che al Formione , e non al Timavo
XXXV. pag. reſta anche oggidì impreſſa in certo modo la memoria degli antichi
344. Ed .
Amt. 1729. monti Albi , onde ſcaturiſce , appellandoſi egli , a riferto dell'erudito
( f, Virg.Ecl. Bunone , in lingua Tedeſca Alben ( e ) . Quando Virgilio diſſe di Au
V [ 1 . V. 6, guſto , allorchè quel Principe ſi mofſc coll ' efercito alla volta della Ja
Delle Ant.
Roin . dell' pidia ( f ) : Tu mihi ſeu magni ſuperas jam Saxa Timavi , & c. quar
itti, ivi, to a me , credo che volcſſc fignificare con quel Saxa Timavi le mon
tagne
1
CA
ANT I C A DEL FRIULI.
109
CAPITOLO NONO .
Poppoſto , cioè , che Quinto Marzio Re , nel ſuo Proconſolato , trion- XIX.
Lib. I. Cap . di cui fra poco ſi dirà . Il ſecondo avvenne per iſtigazione di que
XXXIII.
fti ſteſſi primi popoli Gallici , l'anno di Roma 454. eſſendo Conſo
li , Marco Fulvio Peto e Tito Manlio Torquato , allora che mi
due Re proprj , Ate , e Galato , e appiccataſi fra i due partiti una crus
del
A NTICA DEL FRIU L I. III
urtato ne' Focefi , popoli anch'elli che andavan cercando ſedi preſtò
loro ajuto contro i popoli Salj , che gl ' impedivano di piantar Mar
figlia ,
LI2 DELLA GEOGRAFI A
figlia , par che ſi poſſa dire , che ciò ſia nato verſo la metà del Rice
gno di Tarquinio Priſco , che fu l'anno di Roma 156. perciocchè
Solino aſſicura , che i Foceſi piantaron Marſiglia nell' Olimpiade 45
( a ) Solin . ( a ) , e Tarquinio avea incominciato a regnare l'anno di Roma 137.
Cap. vir. che è il ſecondo dell' Olimpiade 41 .
(c ) Quid fit trecenta millia hominum ad ſedes novas quærendas , velut ( c ) Ver Sacrum
Ver Sacrum , miſerunt . Ex his portio in Italia conſedit , quæ d Urbem Romam ca
vide Feft. in
hac voce.com pitam incendit , ego portie Illyricos ſenus , ducibus avibus ( nam auzu
Dionyf. Ha randi ſtudio Galli præ cæteris callent ) per ſtrages Barbarorum penetra
licarn. Lib. vit , & in Pannonia confedit : gens afpera , audax , bellicoſa , quæ pri
1 ; Cap, XVI. ma poſt Herculem , cui ea res virtutis admirationem , immortalita
ver facrum tis fidem dedit , Alpium invicta juga , frigore intračtabilia loca
legebatur tranſcendit : ibi domitis Pannoniis per multos annos cum finitimis va
olim , velut ria bella geſerunt .
peregrina
Lim . Mancano in Giuſtino i nomi de' due Capitani , Belloveſo e si
goveſo : nel reſto il tutto confronta colla Storia di Livio , e c'è di
più la quantità di queſte genti , o ſia il numero di trecento mila .
Nell'indirizzo del viaggio delle truppe Galliche , che ſeguitarono si
goveſo , convengono inſieme i due Storici , e l'uno ſpiega l'altro .
Livio dice , che Sigoveſo dovca rivolgerſi alla Selva Ercinia , e Giu
ſtino , fatta paſſar l' Alpi quefta porzion di truppe , tranſcendit Al
pium invicta juga, dice che , ibi domitis Pannoniis, fi fermò : in Pan
nonia consedit . La
Pannonia andava a finire alla deſtra ſponda del
Danubio , alla cui ſiniſtra camminava per lungo spazio la Selva Er
confinò mai con altre Alpi , che colle noſtre . Nondimeno può far
fpezie quel dirſi da Giuſtino , che queſta mano di genti Galliche
Illyricos ſenus per ſtrages Barbarorum penetravit , ſembrando in certa
maniera , che queſte genti pei ſeni di mare approdaſſero primi ai li .
di dell' rllirico , e di li colla fpada alla mano alla Pannonia ſi fac
ceffero ſtrada . Ma ſinus bene ſpeſſo ſignifica anche i paeſi marittimi ,
colle ſpiaggie tortuoſe , e piene di feni , come fü l'antico Illirico ,
in cui ſi compreſe anche la Pannonia ; e noi fappiam di certo , per
quello che fi raccoglie dal racconto d'amendue gli Storici , che co
teſta innondazione di genti Celtiche , non fu marittima ma feguì
( a ) Liv. Lib. tutta per terra , afficurando Livio altrove , che coteſti Galli ( a ) exa
XXXVI11. Cap. domo , per afperrimam illyrici oram has
XVIII. torres inopia agrorum profecti
terras ceperunt , e Giuftino ifteffamente , che per l ' Alpi , e non per
mare , entrarono nella Pannonia .
Grecia , e dell ' Aſia ancora fu il loro nome , nè per riſpetto a noi ,
e a queſte noſtre Alpi , fi riconoſcono nella storia altri Galli Tran
falpini , che queſti. Di cotefta razza eſſer dovettero i Galli , che Strabone
( bi ) Strab. appella ( b ) , Kentu's Ty's epi fór 'Adpiær: Gallos circa Adriaticum :
Bibi vii pag. incolentes . E di cui racconta come ſi preſentarono amichevolmente
292.
ad Aleſſandro Magno nella guerra Tracia , e come fedendo con ellos
lui a convito , interrogati da quel fuperbo Monarca , qual coſa pae
ventaſſero al mondo più di ogn'altra , mentre aſpettavafi che diceſſe
ro , il Re Aleſſandro , riſpoſero intrepidamente , di nulla più temere
fe non che il Cielo non precipitaſſe loro addoſſo . Di quà uſcirono i
dodici mila Galli , che invafero il diſtretto , ove poi fu Aquileja ::
di quà forſe anche gli altri tre mila , che diſcefi in Italia l'anno
( c ) Liv. Lib. 574. chiedean terreno al Senato di Roma ( c ) . A queſta diſcenden
*L . Cap.Lili za comandava Cincibilo Re de' Galli Tranſalpini , alleato de' noftri
Carni , di cui fra poco ſi parlerà . Si è già oſſervato colla prova
certa de' Faſti Trionfali , che i Carni eran d'origine Gallica , e che
per teſtimonianza di Livio , fra i popoli che in queſtº incontro fioce
(d ) C & f.Bell. carono dalla Francia , erano anche i Carnuti , gente che al tempo di
Gall. Lib.vii. Ceſare tuttavia, contava molto in quel Regno ( d ) , e coſtituiſce
Cap:. J I. . anche oggidi la nobil Provincia di Chartres . Quindi incominciarono
VII..
Cap . XXXL. nella Pannonia se nel ſuo vicinato ,, a udirli i nomi di Carni , con
sinni
ANTICA DEL FRIULI . 115
gli abitatori delle noſtre Alpi , Carini , o Caritni non cran lo ſteſſo
che Carni ; e oſſervò già il P. de Rubeis , che ſotto queſti nomi co
munemente ſi crede , che fi celaffero i popoli della Carintia , e della
Carniola ( a ) . Carnunto , tanto da Patercolo , che da Plinio ( b ) , che ( a ) Di ].Voro
ſon de' primi che ne faccian menzione , quanto dagli altri , non è Erud. pag .
mai ſtata conſiderata Città de'Carni , ma della Pannonia , verſo gli 171.
ultimi confini del Norico . ( b ) Paterra
Lib . II. Cap.
Pure il confondere queſti popoli tutti inſieme , e lo ſpacciarli per cix .
la ſteſfa .cofa , benchè affatto fra le diverſi, tanto Geograficamente , Plin . Lib. 1v .
che in via di Governo , merita la ſua ſcuſa , e contiene in qualche Cap. XII .
modo , la verità ; conciofliache tutti finalmente è veriſimile , e per la
loro ſituazione , e per l ' uniformità del nome , che foſſero d'una ſteſ
ſa ftirpe , e diſcendeſſero dalla medeſima ſchiatta de' Carnuti . Ma che
fi voglia travedere , o far travedere , e prendere in cambio Norici , ç
P 2 Tau
116 DELLA GEOGRAFIA
goveſo uſciti fuori dalla Francia coi foli Carnuti , perchè tutti i po
poli Gallici , che in tal incontro ſi ſparſero , eziandio di nome dif
ferente e lontaniſlimo , aveſſero a crederfi per forza fuoi difcenden
ti ? Perchè mai non poterono i Norici , è i Tauriſci derivare dai
lib. xxxii. riſci erano del corpo e della razza de' Norici ( 6 ) : Tŵr de Naporan cire
( ) Strab. Koi o Taupiono : Noricorum ſunt etiam Tauriſci. E de Norici parla
Lib. iv. pag. con tal diſtinzione , che impoſſibil fi rende a confonderli coi Carni .
198. Nell' accennata ribellione del 738. dopo aver Strabone annoverati i
Reti , i Vindelici , e i Norici , ſoggiunge , che innoltre s' eran folle
ivati anche i Carni , e certi Norici , che più da vicino al ſeno Adria
tico , e verſo Aquileja abitavang . Vedete quì come ben ſi diſtinguo
no i Carni , non ſolamente dalla provincia ſpazioſa del Norico , po
ſta di là dall’Alpi , ma da quel ramo ancora di Norici , i quali
ſuperata la fommità dell' Alpi , s'erano introdotti in confin de' Carni
ad abitar quelle montagne , che da elli Alpi Noriche furon poſcia
appellate ? Il Norico tutto , conſiderato generalmente , giungeva bensì
( c ) Id . Lib. alla ſommità dell’Alpi , ma non le ſuperava ( C ) : ' Patch di najNa
ται. pag . 283. ρικοί μέχρι των 'Αλποίων υπερβολων ανίχεσι , και προς την Ιτα
λίαν περινέυεσιν , οι μεν Ινσέβρoις συνάπτοντες , οι δε Κίρνοις , και
τους περί την 'Ακυλήκαν χωρίοις : Rheti & Norici ufque ad alpium
ſunema aſſurgunt , & verſus Italiam verzunt , alii Inſubres , alii Car
nos , & quæ funt circa Aquilejam loca attingentes . Dove di bel nuo
vo ecco la diſtinzion chiariffima fra Norici , e Carni , e tanto più
deciſiva , quanto che i Norici fi contano dal Geografo fuor d'Italia ,
e i Carni nel numero de ' popoli Italiani.
E pure a fronte di tutte queſte autorità , ben peſate , e ben gra
Ant. Rom . Norici , che i Tauriſci , ed altre ſimili Genti foſſero generalmente chiamate
' Ifr.pag . Carni. Si è fondata queſta oppinione ſopra un paſſo di Strabone , alle
dell
37
gato di ſopra anche da noi , il quale dice : Supra Carnos Alpius
mons eſt . Ma queſto a me ſembra, che ſpieghi tutto l'oppoſto , cioè
che al Monte Alpio , é non Albio , come per isbaglio .qui fi fcrive ,
finiſſe intieramente il nome Carnico . Vi fi aggiunge il teſto di Pli
nio
ANTICA DEL FRIULI. 117
nio ( a ) : A terg'o Carnorum eg Japidum , qua fe fert magnus Iſteri ( a) Plin . Lib.
Retis junguntur Norici . E quì pure i Carni fi veggono confinati 111.Cap.XXIV.
nelle fue montagne ; giuſto i termini poco fa ſtabiliti da Strabone .
Se ne replica un altro dello ſteſſo Plinio , da noi pärimente addotto
di ſopra : Amnes clari e navigabiles in Danubium fluunt , Dravus ex
Noricis violentior , Savus ex Alpibus Carnicis placidior . E quì ſi fa
il gran caſo , e fi dice : 1 Carni del Savo erano adunque da queſt' al
tra parte della Carniola all oriente di Tarvila , e per conſeguenza de
veſi conchiudere che tanto į Norici , & c.
Ma queſto è un far dire a Plinio quel che più va a grado . Che
i Carni abitaſſero al Savo e nella Carniola , Plinio non lo diſſe mai .
Quel che oggi diciam Carniola , fu poſto di là dall' Alpi , e fuori
del confine Italico > e ai tempi di Plinio era Pannonia : per dove
Reti , e degli Euganei ( d ) : Rhæti & Vindelici omnes in multas ci- ( d ) Id . ibid.
vitates diviſi . Verſo deinde in Italiam pectore Alpium , Latini juris Cap. xx.
Euganco gentes . Ex iis Triumplini , dein Camuni , complureſque fimi
les.. La ſchiena dell' Alpi , dice Plinio era de ' Reti Tranſalpini : il
-
petto degli Euganci , popoli Italiani . Con queſta ſcorta , dico > in
terpreterò , ſempre Plinio , e il fuddetto ſiło paſſo , chiaro per altro per
ſe ſteſso , perchè colla medeſima i migliori moderni Geografi hanno
imparato a ſtendere i confini dell'. Italia Antica , e de’ vecchi ſuoi po
poli , fino alla ſommità dell' Alpi , e non più . Non ſi può dire
eſclama un inſigne Letterato ( € ) , quanta confuſione e quanti errori ( e ) Ver. III.
abbia nell erudizione introdotti il fondarſi talvolta in paſſo unico d ' un Part.
111. co1,
l. Lib.
-
C. SEMPRONIVS . C. F. C. N. TV DITANVS .
COS. DE . IAPV DIBVS. KAI.. OCT. A. DCXXV .
fi legge negli Eſemplari di Plinio , non può negarſi , che non diſtur
bi infinitamente quanto abbiam detto intorno al ſuo trionfo , e che
non iſconcerti eziandio , per quanto può , molti fatti Storici da noi
fopra allegati , ſulla fede maſlimamente di Livio , di modo che ſe il
teſto per isfortuna ha mai patito , non è ragionevolmente da ſoſpet
tarſi che lo poſſa aver fatto , ſe non in queſta parte . L'Arduino .al
le parole , ibi infcripfit , fe ne liberò ſpeditamente col dire : Subin
tellige regionis quam domuit latitudinem infcripfiffe : Stadiorum mille
ab Aquileja ad Titium amnem , qui Liburniæ finis . Ma non poſe men
te , che l'Iſtria litorale era ſtata quaranta nov ' anni prima del Con
folato di Tuditano ſoggiogata ; il perchè queſta porzion di lidi da
Aquileja all'Arſa non potea ſpettare in verun modo al ſuo trion
fo , e così neppure gli altri dall'Arſa al Tizio , appartenendo queſti
alla Liburnia e non alla Japidia . Per ſcioglierſi dunque da tante
la
difficoltà , che dovrà dirſi ? In Plinio , dice il Marcheſe Maffei
Geografia d'Italia , in que' luoghi che appariſce mal trattata , non ſia
chi ſperi di riſarcir del tutto , se qualche eſimio Codice non dà fuori
( b ) . All'Arduino non mancavano nè talenti , nè coraggio , •ma ( b ) Ver ,I.
con tutte queite diffico ltà > che certa mente non avrà paſſat e ad occhi Part.1,Lib.
vi . Col. 112.
chiuſi , non fi fentì nondimeno contro la fede di tutti i codici d'al
terarne il conteſto , dubitando in un Opera che dovea immortalare
il ſuo nome , di non tirarſi addoſſo l ' acerbo rimprovero , da lui ( c ) Hard
medeſimo rapportato nella Prefazione ( c ) , e ſcagliato dallo Scalige- Plin . Pref:
ro contro la facilità del Dalecampio di por la mano nei teſti ( d ) : scal, in sce
Dalecampius , vir alioqui bene doetus Plinium emendandum & excu- ligerian.
e 2 den
124 DELLA GEOGRA
FIA
Carni al nome Romano , e molto più dalla maſlima preſa nel gabi
netto di Roma di deprimerli , la quale poſta che ſiaſi una volta a
campo , in mano ai più potenti non mancano mai preteſti .
si aveano i Romani un poco alla volta reſe ubbidienti fin da
( B ) Liv.Lib. gran tempo l’Alpi Liguſtiche ( 6 ) , e l'anno 610. erano giunti a
xxxix. Cap. fuperare anche quelle de Salafli , mettendoſi in poſſeſſo a quella parte
11. Lib. xl . delle Chiuſe del Piemonte , tanto importanti per la ſicurezza d'Italia
Cap. XXXVIII.
XLI. LIII . @c ) . Porte d'Italia niente meno importanti e geloſe erano queſte
(c) Liv . Epit. delle noſtre Alpi . Ed ecco uno de' motivi , il più vero forſe , e il
Lib. IIII . più forte , per cui da'Romani s'intrapreſe l'oppreſſione della Nazion
Strab . Lib .
Carnica . Coſtumarono i Carri , nemici vecchi del nome Romano ,
14. pag. 196 .
feq. di tenerſi ſtretti in alleanza colle genti Galliche oltre l ' Alpi ; e tan
to più dovette creſcere in quella Repubblica il diſguſto , e la gelom
42.5
ANTICA DEL FRIULI . 129
BUBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBA
CA P I T O L O DE CI M O.
j tre giorni ; ritiratiſi intanto i nemici per la via della Gallia fc ) . (c ) Ver. Ill.
Il teſto d'Appiano è quel folo , che potrà decidere di sì grande , e Párt. 1. Lib .
in che conven 111. col. 51 .
ſingolar diverſità d ' interpretazione . Quello intanto ,
gono il Freinſemio , e il Maffei sì è , che Appiano fa ſeguir la
rumque fecerunt .
Egli è ben vero , che il paſo di Strabone , a leggerlo come ſta
farebbe l'effetto , che la pugna di Carbone contro i Cimbri , ande
rebbe molto di là dall’Alpi. Ma Cluverio , che ſopra il luogo eſa
minò le diſtanze , e le parole del Geografo , vide per tempo eſſervi
dentro un grand errore , ingens mendum e conſommo giudizio e
( b ) Cluv . maeſtria paſsò a correggerne il teſto ( b ) ; il quale , per maggior
If. Ant. Lib. chiarezza , è ben che pongaſi dinanzi agli occhi ( 0 ) : " E & w $ 651
1. Cap. ΧΙΧ. των Ενετικών όρων και Ακυλήια" διορίζονται δε ποταμώ ρέστι από
16. ν. pag. των 'Αλπίων όρων , ανάπλιν έχοντι και σ' σαδίων επί τοις χιλίοις
206 .
ας Νωρή ειαν πόλιν περί ών Γναίος ο Κάρβων συμβαλον Κιμβρίοις ,
öder om pažev : Sita eſt Aquileja extra Venetorum fines . Qui dirimun
tur a fluvio ab Alpibus delabente , adverfam habente navigationem per
ſtadia cc . ſupra Mille ad Norejam urbem , apud quam Cn. Carbo ina
ni conatu cum Cimbris conflixit . Mille e dugento ſtadj all' insù di
Ora queſta oppinione così fatta non ſerve , nè per l' una , nè per
1 altra di queſte due Noreje . Non per la prima , perchè tende a
portarla di là dall' Alpi , e fuori del confine Italico , contro il teſti
monio di tutti gli antichi ; e ſe anche gli antichi in queſto non ſe
le attraverſaſſero , ſe le oppongono le miſure ſteſſe de' mille e du
gento ſtadj, divolgate in Strabone , che qui vorrebbero ſoſtenerſi ;
imperciocchè come ſi potrà mai ſalvare un così fatto numero di ſta
di , torcendo la navigazione del Tagliamento per l'acqua della Fella
ſino alla Traviſa , ſe dal porto di detto fiume fino a quella Terra .
non ſono più di ſtadi ottocento e venti , o ſieno miglia Romane
cento e due e mezzo , che fanno d'Italia miglia ottantadue ? Aggiun
gaſi , che il fiume Fella non naſce altrimenti alla Traviſa , ma a
Camporoſſo , luogo ſituato quattro miglia Italiane di quà dalla Tra
viſa , dal che ne creſce il divario , non contandoſi dal porto del Ta
gliamento fino a Camporoſſo più di ſtadj ſettecento ottanta , cioè
miglia Rornane novanta fette e mezzo , e Italiane ſettant' otto . Ri
flettaſi ancora , che la Fella non rendeſi
in verun modo navigabile ,
ſe non a Malburghetto , Terra diſcoſta dalla Ponteba , e dal confine
Italico cinque fole miglia d'Italia , e che dal porto del Tagliamento
fino a quella Terra non ſi frappongono ſe non ſtadj ſettecento e
cinquanta , o vogliam dire miglia Romane novanta tre e tre quar
ti , e Italiane ſettanta cinque . Se ne faccia quindi un giuſto calcolo ,
e non potrà certamente negarſi, che ſtando ai mille e dugento ftadi
di navigazione , indiritti a queſta via , non ne riſulti la ſconcia
conſeguenza di dover cercare queſta prima Noreja quattrocento e cin
quanta ftadi, o fieno miglia Romane cinquanta ſei e.un quarto ,
Italiane quarantacinque , più in là di quel che importa l'intenzion
manifeſta del Geografo , e la vera e real navigazione di queſte ac
1 que . Molto meno poi ſervirà un cotal ripiego per la ſeconda Nore
ja , poſta in mezzo al Norico mediterraneo , perciocchè ci vuol al
tro , che i mille e dugento ftadi, pubblicati in Strabone , per tirarſi
in mezzo a quella vaſta provincia , e al terreno che giace fra i due
fiumi , Dravo , e Muro .
il tutto diligentemente ſpiegato co' vocaboli, e aſſicurate alla poſteri- Lips. 1763.
tà , per queſta via più ſoda , e meno eſpoſta a vizio , le diſtanze , Te ) Strab.
Lib. I. II. VII .
che frequentiffime in effi appariſcono ( e ) . J, VIII . IX . com
Lo ſteſſo a un dipreſſo è da dirſi di cinque altri . ſuoi Libri ne"
XI11 . uſq .
quali benchè un qualche eſempio li trovi di cifre d'Abbaco , che for- XyII.
R 2 fe
1
DEL Ľ A GEOGRĀFI Ä
Strabone trovaſi ſegnato co'ſimboli e colle cifre d' Abbaco , dee fup
riſcontrando ſotto gli occhi ſuoi propri il regiſtro col fatto , trovò
dal fatto al regiſtro il divario enorme di più del doppio ; per la
qual coſa non ſi fenti in verun modo di accufar di . negligenza ,
d'ignoranza , il più ediligente e illuminato Geografo dell'antichità , ma
tutto all'oppoſto , colle vere diſtanze alla mano reſegli giuſtizia , e
reſtituì il teſto all'originale , e antica ſua lezione .
Ma tutti coteſti argomenti ſi ſarebbono in fine addotti e raunati.
indars
ANTICA DEL FRIULI . 133
gatio ad Aquilejam ſecundo Natiſone , & diftantia locorum oftendit . Cap. XXVII .
Si attribuì da taluno una oppinion così fatta molto a torto al Con
te Coronini , e all'amor foverchio per la ſua patria , dicendo ( b ) : ( b ) Delle
Il signor Conte Coronini con la ſcorta del Padre Froeling , troppa vio- Ant. Rom.
lenza fa ad un tal paſſo correggendo il numero , e facendo Salsare all dell' Iftr.pag.
21 .
oppoſta parte il fiume ſuddetto per fare che divenga il Liſonzo , e co
si in Gorizia ritrovar l'antica Noreja . Ella è manifeſtamente del
Freinſemio , e non del Padre Froeling , o del signor Conte Coronini
coteſta oppinione , alla quale eglino tutto a roveſcio fortemente anzi
fr oppongono , e colle ſteſſe di lui parole al Cap. xxiv . del Libro
medeſimo de' ſuoi Supplementi Liviani , lo convincono di sbaglio ( c ) ( c ) Tentam
Verum ex ipfa , dicon eglino , quam vir diligentiſſimus veterum aucto- Geneal. Cap:.
ritate comprobatam , perhibet , hujus prælii hiſtoria , manifeſtum eft , Ed. Vien.
Norejam hanc Strabonis nequaquam circa Goritiam fed trans Alpes i uffr. 1758
Satis magno intervallo collocandam eſſe . Avea il Conte Coronini po
co prima ſpiegato quanto baſta il ſuo ſentimento , per non eſſer pre
fo in fallo per interprete troppo violento delle parole di Strabone
e per Scrittor troppo parziale di Gorizia , antica e nobile ſua pa
tria , col dire : Ex ipfo Strabone perſpicue deducam , ſat procul a Go
ritia Norejam Strabonis abfuiſſe . Del Freinſemio , replico , e non del
Conte Coronini , è coteſta oppinione , la di cui diligenza non giun
ſe a diſtinguer bene il divario che paſſa fra il Nadiſone , fiume così
Giornande , dicendo di un tal fiume , come ſcorreva all' oriente, fot- Lib. 11. Cap.
to le mura di quella Città ab oriente muros Natiſſa xv ;
( 3 ) : Cujus
(g ) Jorn . de
amnis fluens , a monte Picis elambit . Reb. Get.
Molti però non fan comprendere , come da tutti queſti Autori Cap. xl.l.
diafi. il nome di Nadilane pel corſo di più ſecoli a coteſto fiume,
--
in .
134 DELLA GEOGRAFIA
in tempo che non può eſſere ſe non quello , che all'orienté d' Aqui
leja per l' appunto ſcorre anche al di d'oggi , e che Liſonzo. fi de
nomina , e non Nadiſone . Ma oſſervò già il non mai abbaſtanza lo
dato Monſignor del Torre , che quel fiume, che preſſo Caffiodorio ,
( a ) Caſiod. e Giornande (a ) ſcuopreſi vicino ad Aquileja , ſotto il nome di. .
D'ar. Lib . 1. Sontium , non ſi trova prima con tal denominazione in neſſuno degli
Epift. XVIII.
Jorn , ibi antichi Geografi, quod illum , dice egli. ( b ) , cum Nitiſone confu
Cap. LVII. derint . Del qual errore ne aſſegna anche la cauſa , ſoggiugnendo ciò
( b) De ann. effer nato , perchè il Nadifone in Sontium una cum . Turro defluit ,
Imper. Ela
quod veterum errori caufam dedit . Nulladimeno potrebbon forſe anche
gab. Cap.xlv.
pag. 142 . crederli eſenti da un tal errore gli antichi Geografi , ſe ai loro
tempi , nell'union che formali quattro miglia all' incirca al di ſopra
d ' Aquileja delle acque del Turro , è del . Nadiſone con quelle del
del Turro
Liſonzo , e nella lor confuſione il comun conſenſo dallora aveſſe co
fpirato a far perdere il nome piuttoſto al Lifonzo , che al Nadi
fone;. il che , a parer mio , non è punto inveriſimile , atteſa maf
ſime l' uniformità del vocabolo di Nadirone con cui per più fea '
coli , da Strabone in poi fino a Caffiodorio un cotal fiume trovaſi
ti delle coſe ( a ) : Putavi aliquando , dice egli del fiume anonimo (a ) Cluv.
di Strabone , eundem effe , quem Natiſonem ante vocat . Verum deinde Ital. Ant.
Lib . i . Cap .
diſpexi , ab oriente præterfluxiſſe Natiſonem Aquilejam : quapropter alius XIX.
perquirendus erat amnis , qui ab occidente fluat . Nè altri fiumi incon
trando quell' uomo diligentiſlimo ſino al Tagliamento , all' occidente
d' Aquileja , ſtabili , ſeguitato poſcia dalla piena de' moderni Geogra
fi , che il fiume anonimo di Strabone , per cui poteva aſcenderſi , o
navigarſi ſino alla Città di Noreja , altro per appunto non poteva
eſſere , che il Tagliamento .
Non dovrebbe ora rimaner quiſtione dintorno a queſto fiume ano
nimo ,
è all'interpretazion del paſo di Strabone in tal propoſito ,
dopo tanti e si pefati eſami , e il pieno e univerſal conſenſo della
miglior letteratura . Pur nondimeno tuttavia non ha molto , che s'è
udito in queſta noftra Adunanza a rivocarſi il tutto in dubbio , full
intelligenza di quelle parole del preſente teſto : arán80 & 20: TI ad
verſam navigationem habente . Se ciò poi laſi fatto con cognizione ,
non dico già della Storia e dell'antica Geografia , di che ne abbia
mo finquà trattato a ſufficienza ma della lingua ancora , in cui
..
intendeſſe di ſignificare un fiume navigabile all'in ſu , o contr ' acqua ,
come fuol dirli , ' e a roveſcio , colla felicità ſteſſa , che ſuol farſi in
mare col favor del vento ; e ſopra un tal fondamento ſi è preteſo
decidere contro la comune , che il fiume anonimo , accennato da
Strabone > non poſſa mai eſſere il Tagliamento , fiume di tanta ra
pidità che non può in verun modo ſoffrire una così fatta naviga
zione ; e che piuttoſto ciò .debba intenderſi del Liſonzo , quaſi che
.
Lib.iv. Epig . particolar maniera ebbe luogo ne' fiumi noſtri dell'Iſtria e della Ve
LXIV.
nezia , come ne reſta un ben eſpreſſo e nobile teſtimonio in Callio
Ma pure s'io debbo dir liberamente quel che fento , non è queſto
id ſentimento delle parole del Geografo . Uſarono i Greci di adope
rar la voce aviais , e il verbo e mathéw , per lo più in fignificato
di ſemplice navigazione , è ben di rado ſi trova , che ſi prendano que
fi due vocaboli , nel ſenſo proprio e naturale , di navigazione a ri
troſo . Lo ſteſſo ſi oſſerva anche nelle altre eſpreſlioni , di cow alów
di
ANTICA DEL FRIULI . 137
poſſo fare a meno di non allegare il ſeguente di Polibio , là dove di- i pae; 177;
ce del Po ( k ) : 'Αναπλείται δ εκ θαλάττης κατα το σόμα το καλό- . pag. 2 .
μενον Ολα α χεδόν επί ταχιλίες σαδίας: Surfum navigatur a mari , ( e) Id . Lib.
per oſtium quod Olanen vocant , ftadii ferme duobus millibus . Percioc- VI . pag. 297,
( f ) Id . Lib.
chè Plinio , che da Polibio probabilmente appreſe queſte medeſime V. pag. 206 .
diſtanze , non crcdette in buon latino di poterlc dichiarare , colle pa- ( g Id.ibid .
role ſecche e materiali de’noftri interpreti Polibiani : ſurſum naviya- pag. 205.
( h ) Arrian.
tur ; ma attcnendoſi alla ſoſtanza del ſentimento di Polibio , ci laſciò in Perip.
ſcritto dello ſteſſo fiume , come correva voce , che compreſi i rigiri , (1) Agatarch .
Lib . v. Cap .
c le obbliquità del corſo , abbracciar poteva dall’Alpi ſino al mare ,
XXXII. apud
una navigazione di due mila ſtadj ( 1) : In Alpes atque oram maris Phot. Cód .
facere proditur ftadia duo millia circuitu . CCL . pag .
Quindi non è da meravigliarſi , ſe Strabonc applicò la navigazio- 1359.Ed. Ge
nev. 1612 .
ne a ritroſo , o ſia il verbo a'venner , fino alle Zattere ( m ) che
( k ) Polyb.
pur ſembrano deſtinate a diſcendere , e non ad aſcendere per gli al- Lib. 11. Cap .
vei de' fiumi ; e ſe Polibio colla navigazione a ritroſo , { vaitív xvt.
( 1 ) Plin .
Ja péccati , giunſe a ſignificare il viaggio ſteſſo di terra , che
Lib . 112. Cap.
alle ſponde del Rodano fece Annone con parte dell'eſercito d' xvi.
Annibale e a dire di quelle truppe ( n ) : Oitorno d' :101 Thu 770- ( m ) Strab.
ρεί αν εναντίοι το ρέυματι παρά διακοσία σαξία , ib. XV1. pag
τον ποταμόν επί
727.
fitxü.Sc. natiusrav : Hi adverfo flumine euntes propter ipfum amnem , ( n ) Polyb .
Lib. 111.Cap .
ſtadia fere ducenta , ibi ſubfederunt . Donde ſempre più impariamo , XLII .
che l'eſpreſſioni Greche , corriſpondenti alla navigazione a ritroſo
bene ſpeſſo ſi uſarono non ſuo proprio e natural ſignificato , ma
nel
translativamente in quello d'indicar le diſtanze maggiori , o mino
ri , de’ viaggi e delle navigazioni . Quindi è pur , che Dion Caſſio ,
non usò mai il verbo cvetnew , nel ſentimento naturale di navigare
S A ri.
IA
A R AF
138 LL OG
DE GE
vii. Cap. Lvi. gli uomini s'introduceſſe l'uſo delle barche . Ma giuſto è ormai di
ritornare a i Carni , donde forſe più del dovere ci ſiamo dilungati ;
il che per ora facendo punto , ſarà ben differire al ſeguente Capitolo .
CAPI
ANTICA DEL FRIULI . 139
.
CAPITOLO UNDECIMO .
coteſi lidi ? Mi ſi potrebbe ben dire , che dai tefi addotti di Stra
bone fembra non eſſere abbaſtanza chiaro , che i Carni occupaſſero
la ſpiaggia Veneta dalla punta dell'Iſtria fino al Tagliamento , ri
ducendo , per quanto oſſervaſi , il Geografo orni coſa al femplice
Trieſtino ove incominciava l'Italia . Ma il dirſi dal medeſimo ad
altro paſſo , che Aquileja non era più nella Venezia , e che fra l'
una e l'altra craſi afegnato per termine il Tagliamento , non dichia
ra egli forſe abbondantemente , che la novità de' Carni non s'era
già fermata a Trieſte , ma diffuſa eraſi ſecondo Strabone a i lidi
tutti della Venezia ſino alle fponde di quel fiume ? Teſtimoni di un
tal fatto maggiori d'ogni eccezione ci fi preſentano , Mela e Pli
nio , Scrittori viciniſſimi all'età di Auguſto e di Strabone e infor
vedlutè leggi della fede umana , tenendo il fatto per certiilimo , paf
farono a cercar del modo in che la coſa ebbe effetto , e conchiu
fero , che ciò non potè naſcere ſe non coll'eſſere ſtati i Carni tra
dotti dai Romani giù dai monti ad abitar nel piano ( a ) . Sopra di ( a) Cellar.
che Cluverio a diſtinzione merita d ' eſſere udito : Toſtquam Carni , Lib. u . Cap .
dice egli ( b ) , alpina gens partem Ventiæ occup.grunt ; vel a Roma- ix. pag. 555 .
nis bello vilti , pars eorum ex montanis locis in plana dedućti fuerunt : ( b ) Cluv.
Ital. Ant.
2 terminus inter Carnos atque Venetos factus eſt Tilavemptus amnis . E Lib . 1. Cap .
più preciſamente altrove ( c ) : Sub radicibus Alpium nunquam Carni xv11.pag.132.
incoluere , antequam eis a Romanis ( neque enim per vim atque arma ( c ) Cluv.
ibi Cap. XIX .
híc eripere quidquam ipſi Carni potuere ) pars Veneticæ oræ inter Tila
pag . 170.
vemptum & Formionem . amnes attributa fuit . Ma pur nè anche Clu
verio , o Cellario , dicon niente del quando , o per qual motivo , e
2 per opera di chi accadeſſe una tal mutazione ; nè alcun altro finora
ſi è dato il penſiero d'inveſtigare .
Jo non poſſo ciò non oſtante fare a meno di non ſentir con dif
guſto , intorno alla preſente difficoltà , a decidere addoſſo a queſti
due grand' uomini, e à dirc , che ( d ) non ſarà queſta la prima vol- Ant.
(d ). Delle
Rom .
P ta , che Scrittori Claſici per poca riflesſione di chi ſuperficialmente gli dell' Iſtr. ivi
legge , conducano fuori di via . Eglino con idea picnillima , e non
leggiera o fuperficiale degli Scrittori Claſſici , che avean per le ma
ni , e con cognizione non ordinaria della Storia Romana ſtabilia
biamo , come narra Dione ( a ) , una fittizia , ed eſagerata , e regi- (a ) Dio Lib .
Itrata eziandio ne' Faſti Capitolini , per cui Lucio Antonio , Conſole XLV111.C.IV.
Ειδ . ΙV . pag. μών Τιβέριος και ο αδελφός αυτα Δράσο; 9 : ρία μια , ώς' ήδη τρί
TOV και τριακοτόν έτος εσίν , εξ ε καθ' ήσυχίαν όντες απευτακτεσι
To's cópos : Horum omnium impudentiſſimis ec crebris incurſionibus finem
impoſuit Tiberius , & frater ejus Druſus unica æftate : & jam annus
agitur tertius Supra trigeſimum , ex quo quieſcentes tributum legitime
perſolvunt . Non è dunque probabil coſa , ma è fatto certiſſimo , per
teſtimonianza di queſt' efimio e contemporanco Scrittore , che i Car
ni ci entrarono anch'elli cogli altri popoli in queſta gran ribellione.
Ed ecco da un cotal fatto , come la Storia Romana già incomin
cia a dare non poco peſo e riſalto al buon giudizio e alla ragione
volezza della conghiettura di Cluverio e Cellario . La ſteſſa deſcrizio
ne , che quì ſi fa dell'indole e de'coſtumi de'popoli Alpini d'allo
ra , e della lor ſituazione , quand' anche il Geografo non ci aveſſe la
ſciatı menzione alcuna de ' Carni , ſembra in certo modo che ce gli
moſtri a dito . In tutte l’Alpi , dice Strabone a queſto paſlo , vi ſon
dai luoghi di colline per ogni dove , molto facili a coltivarſi , e delle
valli ben ſituat? . La maggior parte però , malſime verſo la ſommità ,
dove Sogliono abitar ladroni , Sono incolte ed infruttuoſe a cagione
dell'inerzia di coſtoro , e dell' aſprezza della terra . Sogliono pertanto
-
elli , per la ſcarſızza del vitto e delle altre coſe , perdonarla agli abi
tatori del piano , per aver chi ſomminiſtri loro il biſognevole ; retribuen
do all ' incontro porivne , zittæv , docce , xupov , péro, Tupos : reſi
na , pece , fiaccole di legno , cera , miele , e formaggio , abbondando egli
no di sì fatti prodotti . Finquì Strabone , il quale dell'ultima ficrez
za > e dall'inerzia in fuori, pur che ci dipinga al naturale i mo
dirſi ,
ANTICA DEL FRIULI . 143
dirſi, che le genti Alpinė in que' tempi occupaſſero non ſolo l' Al
pi , o ſieno le montagne alpeſtri e ſelvagge , ma i colli ancora , o
tutti , o in buona parte , che alle radici di eſſe intorno intorno s'
innalzano .
tumulto compreſe oltre i Reti , tutti que'gran popoli , che coll ' au
torità di Strabone , e del Trofeo d'Auguſto abbiam di ſopra indica
ti , chiaro ſcorgeſi , che ſotto il nome di Reti egli abbracciò tutto ,
e che la forte , che in fin della guerra , per atteſtato di lui , toccò
alla Rezia , fu comune ancora a tutti gli altri popoli intereſſati in
quella dura impreſa .
Narra
ANTICA DEL FRIULI . 147
Decimo Giunio Bruto ripigliò queſto medeſimo affare , e nel ſito af- Suppl. Liv.
Lib.lv.Cap.v.
ſegnato da Cepione edificò Valenza e diedela a que ' popoli allieme
4
neque vires ad bellandum erant , edi& to paruerunt . Dal che ben ſi com
prende la qualità della condanna , acerba certamente per elli e dolo
roſa, e la natural reſiſtenza loro fino agli eſtremi , per non ſoggia
cere all'eſilio , e all'abbandono perpetuo di que'monti , ov'erano na
ti . Conchiude finalmente Livio , e dice : Traducti ſunt publico ſum
ptu ad quadraginta millia liberorum capitum cum fæminis pueriſque .
Argenti data centum eu quinquaginta millia ſeſtertiúm , unde in novas
ris Vivianus , Cornelianus , muro du & tus Triumvirali lege . E ſulli- de'Colon.
ſtevano tuttavia in que ' ſiti ai tempi di Plinio , ſotto il nome di Li
gures Corneliani & Babiani , com'egli ſteſſo ne fa fede ( 6 ) ; così ap- ( b ) Plin.
Lib . III . Cap.
pellati in memoria dei due Conſoli , che gli depreſſero , e che deſti
XI .
nati furono al traſporto delle genti , e alla diſtribuzion delle terre .
D'altri fotte mila Liguri Apuani fa memoria Livio in queſt'anno
CKPI
1
CAPITOLO DUODECIM 0 .
i
Della quantità del terreno aſegnato ai Carni nella pianura :
riſpoſto altrove , e colle miſure alla mano ſi è fatto vedere , che page: 33.9 ;
agli Aquilejeli non fu diſtribuita terra all'incirca , ſe non ſe per la Ant. Rom.
quinta parte del noſtro piano , o fia per campi 114651. reſtando dell' Iſtr . pag .
gli altri quattro quinti , che aſcendono a campi 422717. in piena 29 .
hy diſpoſizion de' Romani , dove occorrendo , far potevano a lor bene
placito nuova ſpedizione di coloni . Non rimane dunque innappreſſo
a dimoſtrarſi 2 ſe non che le ſuddette terre , che ſi vogliono eccet
grande , e troppo vafto , dei quattro quinti del noſtro piano . Prima
nondimeno di paſſar più oltre , non può tacerſi ſenza diſſimulazione
il divario , che dagli eſperimenti ultimamente fatti di pubblico or
dine e dalle Carte in tal. incontro ftabilite da ' pubblici Geometri ,
trovers. occupat , vel circumačtus aratri, quod ufucapi non poteft . Frequentiffime
erano coteſte Vic , o vogliam dire Limiti minori e lincari , a riferto
( 1) Hygin. d' Igino ( f ) , e ogni cinque Centuric , vale a dire ogni mille Ju
de Limit.con- geri ſe ne contavano fei . Di queſti il primo che diſegnavaſi ,
ftit. chiamavaſi Attuario e gli altri cinque Subruncivi , così appellati ,
molto afpri , e poſti fuor di mano , per dove il viaggio non potca
praticarſı , il proflimo poſſeſſor delle terre in tal caſo, ſe il Limite
( a ) Liv . Lib. Atene , appellata Dipilo , diſſe anch'egli ( a ) : Intra eam extraque late
xxxI.
XXIY. Cap. Sunt via ; & extra limes mille ferme paſſus in Academic gymnaſium
ferens . Eo limite Athenienſes Attali præſidio , & cohorte Dioxippi ſi
gna extulerunt .
cumdatur , live peregrina Urbi , aut locis facris , aut religioſis ; atque
ad populum Romanum pertinentibus datus non eft , jure ſubſecivorum
3 in ejus , qui aſſignare potuerit , remanet poteſtate . La campagna eſtra
cluſa , dice egli , fi aſſomiglia inquanto alla condizione alle terre ſub
ſecive ; e s'ella non è ſtata conſegnata , nè al popolo di Roma , nè
alla Colonia , entro i cui confini è collocata , nè ad altra Città fore
ſtiera , nè a luoghi ſacri e religiofi appartenenti al popolo di Roma,
nava in conto alla Repubblica . Che poi una tal campagna impor
taffe non di rado una eſtenſion molto grande di terreno evidente
! è già
160 DELLA GEOGRAFIA
Tit. vir.vill. mezzo ai fondi privati . Così de' Tempj ancora , e de Boſchi facri
Digeſt. De
Relig. dos atteſta lo ſteſſo Urbico , come non eran porzione di fondo pubblico ,
fumpt. fun. ma obblazioni ſemplici e volontarie di terreno tolto dal compleſſo
I de Mort. delle private poſſeſſioni ( c ) : Si enim , dice egli de' Temps, loca ſa
infer .
Inſt. Tit . De cra ædificabantur , quam maxime apud antiquos in confinio conſtitueban
Rer. Divif. tur , ubi trium vel quatuor poſſeſſionum terminatio conveniret : « unus
Lib. 11. 8.9. quiſque poffeffor donabat certum modum Sacro illi ex agro ſuo , o quan
Tit . I.
( c ) Agg. tum donaſſet Scripto faciebat , ut per diem Solemnitatis eorum privato
Urb . ibi . rum agri nullam moleſtiam inculcantis populi ſuſtinerent . Sed eo ſi quid
ſpatioſius cedebatur , Sacerdotibus Templi illius proficiebat . Lo ſteſſo
ſignifica il medeſimo Autore anche de'Boſchi , aflicurando di averneli
anche queſti oſſervati con frequenza in trifinio , & quadrifinio , cioè ,
come i Tempj , in mezzo di tre , oppur di quattro poſſeſſioni.
Soddisfatto nel miglior modo anche al punto de' luoghi pubblici , e
a quello inſieme de' luoghi ſacri e religioſi non ci rimane ora a
parlare ſe non delle terre appellate • relicta , ed infolutæ , le quali
comecchè ſian due voci fra ſe diſtinte affatto e diverſe non COIII
prendono nondimeno che un ſolo ſignificato , ſecondo che abbiamo da
Aggeno Urbico , e tanto l'una quanto l'altra vaglion lo ſteſſo che
( d ) Agg . terra ſterile e infeconda ( d ) : Dicuntur ego ea reli & ta loca , dice quellº
Urb. ibi . Autore parlando di terre occupate da ' fiumi , da innondazioni , e da
torrenti , quæ vis aquæ obtinuit : hæc loca & infoluta vocantur . Con
tuttociò Frontino par che traſporti il vocabolo di reli &to a ſignificare
( e ) Frontin. anche le terre fertili non per anco diſtribuite ( e ) : Relikta autem
de controv . loca ſunt , quæ ſive iniquitate locorum , live, arbitrio conditoris relicta
limites non acceperunt . In ogni modo però non eſſendo noi quì per
trat
ANTICA DEL FRIULI . 161
gro che ſia , tanto {terile , e tanto ingrato , che non poſſa dall'indu
ſtria degli uomini ridurſi a una qualche fertilità Quod folum , di
cea Cicerone di queſte tali terre ( b ) , tam exile & macrum eſt , quod ( b ) Cic . A
aratro perſtringi kon poſſit ? aut quod eſt tam afperum Saxetum , in quo grar. II . Cap .
agricolarum cultus non elaboret ? Per paludi poi , nelle quali niuna col- XXV.
tivazione può aver luogo , non poſſiamo intendere ſe non quelle , che
infeconde rendonli , putride , e peftilenti dalla ſoverchia acqua , che
le allaga , nè per la lor ſituazione v'è modo alcuno di ſcaricarle ; e
quelle ancora , dove l'acqua marina giunge a penetrare , e co' ſuoi
ſali troppo forti e copioſi , a introdurvi la ſterilità . Ecco adunquc
quali erano , e in che conſiſtevano , ſecondo che inſegna Aggeno Ur
bico , le terre riputate comunemente ſterili e incapaci di coltivazio
ne . Si riſtringevan elleno fosto il nome di relitte , negli alvei de'
fiumi e de' torrenti o altre innondazioni permanenti , ſe ve n'era
no , e ſotto quello d ' infolute nei fondi di puro ſaflo , e nelle palu
di , o falſe , o peſtilenti . Tutto il reſto ne' territori Colonici ſi ri
putava fertile e buono e vi ontrava ſenza oftacolo nelle miſure
forte ſilva limitem detinet , per la cui ſelva per avventura paſſava il
limite ,era tenuto negli altri ſuoi fondi alla fervitù della ſtrada . E
ſappiamo ancora per teſtimonianza d'Aggeno Urbico , che alle Colo
nie ſi diſtribuivano occorrendo fin quelle felve , che ſituate erano ne'
monti più ſterili ed alpeſtri ( b ) : Nam , dice egli , ubi mons fuit ( b) Id. ibid .
proximus aſper , seu ſterilis , ſuper quo fundi conſtitui nequiverint :
filva tamen , cum effent glandiferæ , ne earum fructus perirent , diviſo
monte particulatim date ſunt proprietates quædam fundis in locis planis
& uberibus conftitutis , qui parvis finibus ſtringebantur . Vedete con
quanta economia procedevano i Romani nella materia de ’ boſchi , e
coinc non avean cuore di laſciar perire ſenza abbadarci neppur le
ghiande ? Se dunque generalmente tale era la natura de boſchi , e
tale la ſtima e l'uſo , che di lor ne fecero i Romani , con qual
fondamento mai può pretenderſi, che quelli del noſtro piano , tutti
certamente ſituati in fondi ottimi ed acceſlibili , non entraſſero in
conto , come parti utili e neceſlarie , colla reſtante pianura ?
Quel che ſi è detto de' boſchi, con egual ragione diremo anche
delle paludi , quando non ſian di quelle , ubi nulla potuit exerceri
cultura vale a dire , che non ſiano , o falſe , o peſtilenti e inpon
tatem translata ſint , vel vendi , vel peti , vel quaſi fertilia ſeparatim
X 2 cenſe
164 DELLA GEOGRA
FIA
lità immenſa che ne deriva dalle noſtre paludi , tanto per quel che ſia
la copia de' paſcoli , e il mantenimento degli animali , che pel raccolto
abbondantiſſimo dell' erbe paluſtri , tanto utili e neceſſarie per uſo delle
qa ſtalle , e pel buon impaſto de' concimi . E ſe di quando in quando
dall'induſtria degli uomini fi van le medeſime diſeccando , e ſcarican
do dalle acque , con grande ufura fogliono riſarcire i diſpendi e le
fatiche degli agricoltori , producendo in compenſo frutti d'ogni ge
21
nere , e raccolti abertofi a diſmiſura : tanta è la fertilità del fondo ,
in cui ſon ſituate . Nè reſiſte punto la lor ſituazione , tutta piana , e
dolcemente inclinata verſo la fpiaggia , a queſta qualità di operazioni ;
di che , ſenza ricorrere al troppo antico degli Aquilejeli , non ci man
cano eſempj moderni , e de' vicini tempi , e de' noftri , tutti di fom
mo utile , e della miglior riuſcita . Che ſe ficcome poſſon eſſe difen
derſi coll' induſtria dall'acqua ſtagnante , così foſſe il modo di ripa
rarle anche dalla marina , non avrebbe nelle medeſime il minimo
luogo la ſterilità . Ma il mare è troppo grande avverſario , perchè
forza umana giunga a refifterli con profitto . Non vi ſon nè argini,
nè ripari , s'egli s'altera e s'innalza , come accade di quando in
quando , che vagliano a trattenerlo . Laonde nella parte più baſſa ,
dov'egli s'inſinua frequentemente , non è da porſi in dubbio , che le
paludi non diventin falſe , e dell'indole deſcrittaci da Aggeno Urbi
co , ove niuna coltivazione può praticarſi . Nulladimeno , ſe ful pie
no di queſti tali fondi fi formin bene i calcoli , la faccenda viene a
riftringerſi in molto poco .
fia meglio abbondare , e ingannarſi piuttoſto nel più , che nel meno ,
e farne la fottrazione di una quarta parte , che in venticinque mi
老老 免 杂 杂 杂 杂 杂 杂 杂杂 杂 杂 杂 杂 杂杂 杂 杂 杂杂 杂 杂 杂 杂 杂 杂杂 杂 杂 杂杂 杂 杂杂 杂 杂 杂 杂 杂 杂 杂 杂
Óc. Col qual modo di dire verrebbe a farſi l'effetto , che l ' intiera Ven . 1497.
Region Decima > in cui fon deſcritti anche i Carni , foſſe general
mente compoſta dalla ſola Venezia . Ma poichè una sì fatta propofi
zione non regge alle prove , trovandoſi nella Region Decima di Pli
nio incluſi , oltre i Veneti, e i Carni , anche gl' Iſtri , che ſenza al
IL cun dubbio non furono mai compreſi nella Venezia , così credette il
Cellario ( d ) , e crediamo anche noi, doverſi quì aſcoltare l' Ardui- ( d ) Orb .
no il quale colla teſtimonianza di tutti gli Eſemplari ſcritti a ma- Ant. TomCa . I.
Lib . 11. p.
re
no , e delle Edizioni di Plinio uſcite fuori prima del Barbaro , Ix , Sect . v.
ftituì il teſto alla ſua vera lezione , e avvertì doverſi ſcrivere ( e ) : n . 680. pa
Sequitur decima Regio Italiæ , Adriatico mari appoſita : cujus Vene- 747.
tia , fluvius Silis , &c . di modo che la Venezia non debba altri- ( e ) Hard .
in Plin .
menti intenderſi l'intiero , ma una ſola parte componente allieme coi Ed. Parif.
Carni , e cogl' Iſtri la Region Decima . 1741 , Nota
Egli è vero però , come oſſervò lo ſteſſo Cellario ( f ) , che la 26. pag. 174 .
Deſcrizion Geografica d'Italia fatta da Auguſto , in ſoſtanza riuſcì più LXXV111. pag.
operoſa che utile , non avendo i poſteri , avvezzi a deſcriver l'Ita- 186 .
lia per popoli e per genti , potuto accoſtumarſi a ritener l'ordine ( f) Cellar.
ibi n. 687 .
delle undici Regioni . Ma pure ella ebbe forza di bandire in perpe
tuo la denominazion di Gallia dall'Italia Circompadana , e di reſti
tuirle il ſuo vero e antico nome d'Italia , e di preſervare ſtabilien
te al noſtro piano il nome e la Geografia di Carni , per lo meno
fino all'età di Tolommeo .; benchè ſolamente fino a quella d'Adriano
alcuni penſano , che ciò poſſa foftenerſi , il quale regnò dall' anno
Y 117
170 DELLA GEOGRAFIA
117. dell' Era volgare fino al 138. e di cui difíe Aurelio Vittore ;
( a ) Aur. che ( a ) Officia publica & palatina , necnon militiæ , in eam formam
Vidt. Epir. ſtatuit , quæ paucis per Conſtantinum immutatis hodie perfeverat . Sul
in Hadr.
fondamento delle quali parole , oppinion fu del Panvinio , a cui ten
( b ) Tom .Ir. ne dietro Emmanuel da Scheltrate ( b ) , che la nuova forma data
Antiquitatis agli Ufizi da Adriano foſſe poco o nulla differente da quella > che
Eccleſiæ .
ſtabilì poſcia Coſtantino , in maniera che fin da quel tempo le Pro
Diſſert. IV,
vincie incominciaffero fra le altre coſe a dividerſi in due , e
Cap. 1. n. 6.
la Rezia per cagion d ' eſempio , che la Venezia , il Norico , la Da
cia , l' Epiro , e altre Provincie principiaſſero ad appellarſi nel nume
ro del più , e per conſeguente , che abolito il nome di Carni , live
deſſe fin dallora reſtituito al noſtro piano quello di Veneti , non già
aſſolutamente come prima , ma ſotto il nome di Venezia baſſa , oin
feriore', come replicatamente nella Notizia dell' Imperio fi legge . In
provincia Venetia Inferiore Prafectus Claſſis Venetum Aquilejæ . Procu
( * ) al. Gy. rator Cynecii ( * ) Aquilejenſis Venetia Inferioris ; e queſto a differen
necæi . za della rimanente > che alta Venezia o Superiore da indi innanzi
anch'eſſa dovette appellarſi .
Non può negarſi , che una tal deſtinazione non ſia quella , che die
de il grave colpo alla libertà d'Italia , e non ne formi una prima
epoca , per averla Adriano tutta intiera aſſoggettata al giudizio di
quattro Confolari , o fieno Preſidi , e ridotta del pari colle altre gen
ti in forma di Provincia . Coteſta piaga aperta in ſeno all'Italia non
fi rimarginò mai più , e fu tenuta viva anche ſotto i fucceffori di
Adriano , che dieder luogo a un tal Magiſtrato , ora ſotto il nome
di Giuridici , ed or di Correttori . Ma i turbamenti grandi , celebri
-
tore ben diſſe , che fotto di lui perſeverava ancora il ſiſtema d'A
driano , paucis immutatis ; perciocchè i cambiamenti , e le matazio
ni ſi fermaron tutte alla ſuperficie , e non andarono a battere fe
non fe il nome , e il numero de' Preſidi ; e all'incontro il piano ef
ſenziale delle Preſidenze Italiche , e la condizion di Provincia perſe
verarono ; e laddove Adriano a quattro Confolari , Coſtantino a due
Vicarj aſſoggettò l'Italia dividendola non più in quattro Preſiden
ze , ma in due Dioceſi , l'una delle quali intitolo di Roma , e l'al
tra d'Italia . L'eſſer , o il non eſſer ſoggetta a Preſivi, fu quel che
deciſe dello ſtato d'Italia nè l'andar ſottopoſta più a due che a
quattro , importò per eſſa differenza notabile , o diverſità di condi
zione . La minuta diviſion medefima in diciaſſette Provincie che vi
Oppone quel chiaro Scrittore coll' autorità d' Appiano , che l'or
dine de' Conſolari non fu ſtabile provvedimento , e che dopo Adria
no li tralaſciò . Sopra di che convien riflettere , che Antonino Pio
ſuo ſucceſſore , ſecondo che atteſta Capitolino , fatto che fu Impera
dore , laſciò ognuno col ſuo , e tutti in poſſeſſo di quegli Ufizi', che
( a ) Capitol. amminiſtravano , ſenza dar loro ſucceſſore ( d ) : Fa &tus Imperator nul
ibi.
li eorum quos Hadrianus provexerat , Succeßorem dedit. Ogni ragion
vuole adunque , ch' egli non abbia dato ſucceſſore neppure ai Conſo
lari , e che un tal Ufizio duraſle anche ſotto di lui nelle perſone ,
che Adriano avea promoſſe a quel poſto . Morto Antonino Pio , cer
ta
ANTICA DEL FRIULI . 173
veuso deima iš Mufus dind' Corteç : At poftea morem illum diſtribuen- Hamb. 1752 .
di quædam in ludis iftis majoribus , quos Prætores curant , exceptis qua pag. 1329 .
Flore fiunt , Juridici Italiam adminiſtrantes abcleverunt , præter ftatuta
A Marco jus dicentes .
Non furono dunque ſotto Macrino aboliti i Giuridici ammini
ſtran
174 DELLA GEOGRAFIA
tenerſi per certo , che una tal incombenza non fu mai appoggiata a
un ſolo . De'Giuridici , l'eſpreſlion di Capitolino ſoprallegata non ci
la ſcia nemmen dubbio : e de' Correttori, non è da farſi caſo , perchè
Diocleziano e Maſlimiano per cagion d'eſempio , a un certo Numi
( a ) Lib. vii. dio ſcriſſero aſſolutamente ( a ) : Numidio Correctori Italia ; imperoc
Tit . XXXV .
chè anche Trebellio Pollione nella Vita di Tetrico , diſſe di Aure
Leg. 3. Cod .
Quibus non liano che avea fatto coſtui Correctorem totius Italia , in tempo che
obiicit Loc. dal medeſimo ſuo conteſto fi ricava , che ciò dee intenderfi ſolamen
te di parte , come ſi dirà ; ed è ben da dolerſi , che di niun al
tra diſtribuzion di territorio fra Conſolari , o . Giuridici , e Cor
retto
ANTICA DEL FRIULI. 175
tum rediit , fimul etiam Præfe &turæ Urbana appellatio univerſa decreta
eſt . Dello ſteſſo tenore dice Vopiſco che fu ſcritto Antiochenſibus ,
fra l'Italia e le Provincie una tal differenza , non ſon forfe que'
medeſimi, che all'incontro aſſicurano , che l'Italia tutta fu da Adria
no aſſoggettata ai quattro Conſolari ? Il perchè non è da farſi alcun
fondamento , fe Lattanzio , Scrittor de' tempi di Coſtantino , diſſe an
ch'egli di Maſlimiano collega di Diocleziano , che tenea l' Italia ſe
de dell'Imperio ( a ) : ipfam Imperii Sedem tenebat Italiam ; e che ( a ) De Mort.
Lib . 1. Cap. ti caperet . L'autorità de'quali era sì grande e ſterminata > che du
v. VII.
Cic. pro Deiot. rante il loro Ufizio tutti gli altri Magiſtrati tanto in Roma che
don Famil.Lib. fuori , benchè tuttavia fufliſteſſero , perdevano in certo modo la loro
xvi . Ep . x.
attività , e la Repubblica tutta era talmente pofta nelle ſue mani
( e )
ped. in Cic . che dal lor Tribunale non davaſı appellazione nemmeno in Roma
Milonian . come oſſerva l'eruditiffimo Dujacio ( f ) : Senatusconſulto in hanc for
! f). Jo. Dou- mam fačto , Conſulibus tota Reſpublica committebatur > ita ut ab iis
jacius in
Nos. cd Liv. provocatio non eſſet , etiam intra Urbem . Niente dunque queſti tali
loc. cit. Magiſtrati pregiudicavano all ' eficre delle ſolite Magiſtrature , tanto
Urba
ANTICA DEL FRIULI : 179
Urbane ; che Provinciali , nè può dirſi per tal motivo , che gli Sta
ti , dove s'innoltravano , fofſer mancanti dell'ordinarie Preſidenze .
si va nondimeno per ultimo predicando , che ( a ) nell' iſteſsa ve- ( a ) Ver. III.
nuta di Coſtantino , il quale preſe Suſa a forza d'armi , fu accolto in ivi .
Milano , attraversò con eſercito tutta l'Italia Circompadana , e venne
ad aſſediar Verona , non era poſſibile , che rimaneſſero ignoti affatto , ed
innominati i Preſidi dell' Abpi Cozie , della Liguria , della Venezia .
Ma chiunque fa , che della venuta in Italia di Coſtantino il Grande
i regiſtri Storici ſono affatto mancanti , e che non ci reſta altra me
moria di Scrittori contemporanei , che quella dei due Panegirici la
fciatici , l'uno da Nazario e l'altro da Scrittore Anonimo > dai
che non
quali a gran fatica ſi fon potute riunire le poche notizie
iſtoricamente , ma in via ſemplice dimoftrativa > e con mano molto
parca , per quello che riſguarda la Storia , d'un ingreſſo così ftrepi
toſo ci fon pervenute , non ne farà gran caſo del ſilenzio iſtorico , e
di queſti così fatti argomenti negativi . Anzi eſaminando diligente
mente l' Anonimo Panegiriſta , che l'anno 313. cioè l'anno ſubito
1 dopo l'ingreſſo di Coſtantino , alla preſenza del medeſimo recitò l'O
razion ſua in Treveri , troverà ch'egli , benchè non eſca fuor del
proprio iſtituto , e di niun Preſide in Italia faccia menzione , pur
che
2 3.
180 DELLA GEOGRAFIA
Geogr. Lib.
11. Cap. xv , ebbe nella regolazion di Coſtantino anche l'uſo antico di dividerle
XVI.
in ſuperiore e inferiore ; e il trovarſi per appunto diviſe in tal mo
( e) Herodian.
Lib. III. Cap. do la Germania di quà dal Reno , l'Illirico , la Meſia , la Panno
VII . nia e la gran Brettagna fin dai tempi ſopraccitati , e la Venezia
ſolamente dopo la diſpoſizion di Coſtantino , forma argomento ben
grande , che la diviſione della Venezia in due , all'età di Coſtantino ,
d ' una Colonia dai fondi Colonici ad eſſa diſtribuiti . Noi ſiamo in
poli Carni , condotti giù dai monti per opera d'Auguſto , non co
prirono ſolamente il piano Veneto fra il Tagliamento e il Timavo
ma ſi fteſero ancora a tutto il Trieſtino dalle foci del Timayo fino
a quelle del Formione occupando in tal guiſa tutto il terreno fut
topoſto all'Alpi , che tra il Formione e il Tagliamento s'innalzano ,
come di ſopra coll'autorità di Plinio abbiam dimoſtrato . Il che può
fervire d'indizio manifeſto , contro quel che Strabone par che inten
deſſe nel pallo altrove da noi poſto in diſamina , che Carni erano
anche i popoli dell' Alpi poſte ſopra Trieſte , e che l ' Alpi Carniche
comprendevano fin dallora anche il Monte Ocra , o ſia quella porzio
ne
เย็น DELLA GEOGRAFIA
ſteſle montagne , o ſia ſotto il monte Alpio , poco dopo non ci met
te più Norici , ma i Carni in vece loro ci fa comparire , come può
raccoglierſi da quanto fu eſpoſto , ove trattammo di coteſte Alpi .
Dal che potrebbe forſe dedurſi ſenza offendere la verità , che ai tem
pi di Strabone , è nella general depreſſione delle ġenti Alpine ſi cam
biaſſe anche queſta fecna e che coteſta Colonia di genti Noriche
forzata foffe a levarſi inticramente dai noſtri monti > e a ritornarfe
ne probabilmente colà di dove anticamente ſe n'era uſcita , cioè
nel Norico di là dall' Alpis e che Auguſto , che ful nome di Carni
Gcrcava fama , fuppliſſe anche alla popolazione dell'Alpi Noriche con
tanta gente Carnica ,, qu anta ,, co
quanta me dice
come dice Di one ,
Dione incolendæ regio
ni Sufficeret , & ad rebellandum non ſatis virium haberet .
da que
che da
Comunque però ſiaſi un tal fatto , egli è coſa certa , che
fti tempi in poi nell'Alpi Noriche i Norici non fi udirono più , e
che i Carni in vece loro , o tempo o tardi vi s'introduſſero > e vi
chio nome di Carni : Non giunſero l' Alpi Carniche ; fteſe · antica
mente , come ſi diſſe dalle fonti del Nadifone e del Savo a quelle
ſuoi giorni , o vogliam dire Carnica . Si ſon già addotti que' palli ,
dove Strabone fa Veneto il noſtro piano , e quelli ancora , dove lo
fa Carnico nè quì perderemo inutilmente il tempo a ripeterli ; e
aggiun
' 184 DELL GEO
A GRA
FIA
aggiungeremo ſoltanto , che una ſol volta nel Libro quinto egli to
( a ) Strab. foce Veneto ( a ) , laddove replicatamente ce lo deſcriſſe Carnico , cioè
Lib . v . pag. una volta nello ſteſſo Libro quinto , e un altra nel ſettimo : dichia
Ed .Hagenſis. più di otto in nove anni ; nella qual tenera età , nè vi è memoria ,
( d ) Cic. nè tampoco è veriſi
mile , che il medeſimo ſi portaſſe fin dall'Aſia ,
Philip. 11 .
Cap. y. dov'era nato , in Roma per veder Servilio , nè ſi fa che Servilio in
Din Lib. xlv. queſti ultimi nove anni della ſua decrepitezza uſciſſe mai da Roma .
Cap. XVI. Uſch ben egli nel 678. e alla teſta dell'eſercito ſi portò in Aſia ,
dove
A NTICA DEL FRIUL I. 185
dove guerreggiato avendo per tre anni continui , domð l' Iſauria
paeſe confinante colla Cappadocia , in cui giace Amaſia patria di
Strabone ; per la qual cagione Ifaurico cognominoſli , e ne celebrò il
trionfo nel 682. ( a ) . E di queſt'impreſa il Geografo regiſtrandone (a) Liv. Epit.
la memoria vi unì per appunto la predetta notizia d'aver veduto Lib. xciii.
Eutrop . Lib.
queſto prode Capitano , narrando come que' popoli ed ai Romani , .
ed a lui dieder molto da fare ( b ) : Mapé's zou dat nog Pwpaíos ( b ) Strab.
ſua vita , che tuttavia ſuſſiſteva nel 770. ſe Strabone medefimo non
ci daffe animo e non ci ſi palefaſſe altrove per contemporaneo di
nal. Lib. iv . Pretende il Morlerio , ſenza però il fondamento d' álcun vecchio Scrit
Cap. xxxvi. tore , come oſſerva il Fabrizio ( d ) , che Strabone campaſſe fino all
ubi vide Lip
fium . anno medeſimo 776. Che ſe cost è , giunſe egli all'età all'incirca
( d ) Bibl. d'anni 103. età rariſſima fra mortali , ma che pur nondimeno non
Græc . ibi .
è ſenza eſempio anche ai di noſtri. Ma ciò che ſiaſi di queſto , che
non è il vero ſcopo del noſtro diſcorſo , ella è coſa certa per le ra
gioni allegate , che il noſtro Geografo nacque molto prima dell'ot
tavo ſecolo della fondazione di Roma , e morì in conſeguenza in età
molto più grande di quello che finora non ſi è creduto .
Fu Strabone gran confidente e compagno d'Atenodoro , Filofofo
( ? )xvi.pag
Lib Strob. Stoico ( e ) , che per atteſtato di Dione conſideravaſi fin dall' anno
. .
724. da Mecenate per uno de' più ſaggi e autorevoli conſultori di
739
( tj Dio Lib . Ceſare Auguſto ( f ) . Fu altresì amico e compagno ( g ) , pidos no
11. Cap. Éræīros , d 'Elio Gallo , che nel 729. ſucceſſe nella Prefettura d'Egit
( g ) Strab. to a Cajo Petronio ( b ) . Circoſtanze tutte , che ci fanno comprende
lib . 11. pag. re in queſti tali tempi un età ben ſoda e virile non meno in Ate
110. nodoro ed Elio Gallo , che in Strabone medeſimo , che ſi dà il tito
( h ) Dio Lib .
lo di loro amico e compagno . Atteſta egli d'avere ſtanziato lungo
1111. Cap .
xxIx. Strab . tempo , ach je zrórco , in Aleſſandria (i ) . Se poi , come ſembra
Lxb. xv11. p . veriſimile , vi ſi tratteneſſc in quella dotta Città per attendere agli
; Strab. ſudj nell ' età ſua giovanile , tacendolo cgli , non ardirò nemmen io
( i
Iib . 11. pag di pronunziarlo . Dico bene , che molto per tempo , e fin dai prin
2-3. cipj di quel ſecolo dovette dedicarſi con particolar cura allo ſtudio
della Geografia , trovandolo già noi nel 724. ſull' ancore nel mar c .
Candia , e nell' Arcipelago a eſaminar l'Iſole di que'mari , nel mo
mcnto che Auguſto , dopo la famoſa battaglia d ' Azio , ſtava in Co
( k ) Id . Lib . rinto ſulle moſſe , per trasferirſi in Roma a celebrarne il trionfo ( k ) .
X. tag . 466 . Scrvirà , credo io , tutto queſto abbondantemente per provar quello
che
187
ANTICA DEL FRIULI .
A
che ci ſiamo propoſti , cioè che nel 738. tempo in cui mutò faccia
la noſtra Geografia , innoltrati s'eran di molto gli ſtudi Geografici di
Strabone , ai quali trentadue anni dopo , cioè l' anno 770. ſtava dan
do l'ultima mano . Per la qual coſa ceſar dee ſempre più la mera
viglia , fe paſſato eſſendo ſul più bello , e a mezzo il corſo delle
ſue Geografiche applicazioni , il noſtro piano dall'eſſer di Veneto a
quello di Carnico , ei credette a diſtinzione di dover quì proceder
colla ſua regola , ferbando un filo , e una qualche memoria anche
della Veneta Geografia , in tempo maſlime che la Carnica introdotta
C: eraſi di recente , e gettate avea non per anco profonde le ſue radici.
Trattò Strabone l ' Iſtria di una ſteffà maniera , e avvegnachè quella
li
Provincia fi confefli da lui replicatamente , che ai giorni ſuoi era
C
ſtata incorporata all' Italia ( a ) , pur nondimeno trovaſi nella ſua Geo- ( a ) Strab.
grafia , che ad altro paſſo egli la calcola fuori ( b ) . Lib . v . pag .
Mapaſſiamo oggimai ad altro teſto del noſtro Geografo , di cui 201. Lib.vil.
pag. 301
ci reſta a parlare , e contro cui fe ne fanno te gran querele , come ( b ) Id . Lib .
fe Strabone ben ottufo e dormiglioſo aveſſe il capo , e peſante ol- v. pag. 207 .
tremodo , quando lo ſcriſe . L'allegammo già noi fra quelli , ov ' ei
' fa Carnica la noſtra pianura , ma l'allegammo con buona fede , e
ſenza laſciar fuori , come ſi fa quì , il confine de'Carni , che pure
ci entra . Alzanſı adunque i regiſtri contro il medeſimo , e fi eſcla
ma così ( c ) : Ma che diremo di Strabone medeſimo , ove parlando ( c ) Delle
dell' illirico foggiunge : Docuimus in Italiæ defcriptione, primos in donc. Roma
Ant.pag. 65 .
Illyrici ora maritima eſle Iſtros , contèrminos Italiæ ? Diremo ch ' egli
11
certamente s' inganna, perchè nella deſcrizione dell'Italia non fa nep
pur parola d'Illirico . Col qual modo di dire in apparenza ſi dà a
Strabone dello ſmemorato , ma in ſoſtanza ſi vuol far l'effetto , che
al Geografo caſcaſſe giù dalla penna contro volontà , che l' Iſtria ſi
comprendeſſe nell'Illirico quaſi che nell'Illirico ſecondo Strabone lº
in vilipendio l ' autorità degli Scrittori più gravi , tale nondimeno offer
dee lo ſtudio , e la diligenza di chi rimprovera loro un tal difetto ,
di non urtare nell' altro d’un giudizio troppo debole e precepitoſo ;
per evitare il quale , farà ben fatto di ſpiegar nuovamente ſotto gli
occhi il teſto di Strabone originale , e tutto intiero , ed è queſt' eſſo
( a ) Strab. ( a ) : "Έφαμιν ' εν τη περιοδεία της Ιταλίας Ιερες αναι πρώτες
Lib.VΙΙ.
304 . pag . της Ιλλυρικής παραλίας , συνεχώς την Ιταλία , και τους Κάρνοις , και
διότι μέχρι Πόλας Ιερικής πόλεως προήγαγον οι νυν ηγεμόνες τ8ς
jñs 'Iranías opos : Docuimus enim in Italiæ deſcriptione primos in il
lyrici ora maritima ſe iſtros , conterminos Italiæ & Carnis : Princi
peſque noſtros hodie Italiæ fines ad Polem uſque Iſtriæ urbem protuliſſe .
Due coſe dice quì Strabone d' aver inſegnato nella deſcrizione dell'
Italia , l'una , che gl'Iſtri erano i primi popoli della ſpiaggia dell '
Illirico in confin dell'Italia , e de'Carni : l'altra , che gl ' Imperadori
de' ſuoi tempi aveano fatto la novità di ſtaccar l ' Iſtria dall'Illirico ,
e di aggiungerla all ' Italia . Ora per veder ſe Strabone ci dica il ve
ro , e per far d'amendue queſte coſe un buon confronto , non dee
già egli pretenderſi con ſuperſtizione , e negli felfi termini , ma è da
rintracciarſi per equivalente , come ſuol fare chi non ſi paſce di pa
ralogiſmi e ſofiſticherie , e cerca ſolo la verità , poco importando a
noi delle parole , qualora altronde chiaramente ci conſta dell'intenzio
ne . In due luoghi adunque abbiamo in Strabone la deſcrizion dell'
ragguaglio non men dell'Italia , che de' ſuoi mari . L'Altra ci ſi pre
fenta più diffuſamente e parte per parte nel Libro V. In queſto
Libro V. non veggiamo noi forſe accennata con chiarezza l ' unione e
incorporamento dell'Iſtria coll ' Italia , e calcolata quella Provincia nel
la Gallia Tranſpadana in quelle parole , che altrove allegammo : Er
30 quæ trans. Padum ſunt Veneti incolunt e iſtri usque ad Polam ?
Ciò che ſi verifica più chiaramente ancora a quell'altro paflo , dove
parlandoſi dell'Italia , dice il Gcografo , che la medeſima unì a fe
( b ) id . Lib . fteſa , e incorporò anche l ' Iſtria ſino a Pola ( 6 ) : Ilfovánaße voi
v . P g. 201. Tis 'Ispices uízp. Ilonas : Occupavit & iftriam ufque ad Polam . Ec
co adunque dalla memoria in fuori de ' Principi di quel tempo , che
non è di eſſenza nella Geografia, il fatto Geografico tal quale , re
giftrato fedelmente anche nella deſcrizione d'Italia .
Ma ciò che ſiaſi di quefto , mi și dirà , ſulliſte però ſempre , che
Stra
ANTICA DEL FRIULI : 189
CON
ANTICA DEL FRIULI . 191
CONCLUSIONE :
Neſſun popolo dalla diſperſion delle genti in poi , per comun fen
gura , per abilità , e per talenti dal baſſo popolo . Chiunque ebbe la
.
popoli ( a ) :
Infame in omnem vitam ac probroſum , fuperftitem prin- (a ) Id. ibid .
Cap. xiv .
cipi ſuo ex acie receilfe . E ad altro pallo ( b ) : Scutum reliquiſſe ( b ) Id . ibid .
præcipuum flagitium , nec aut ſacris adeſſe , aut concilium inire igno- Cap. vi.
minioſo fas , multique ſuperſtites bellorum , infamiam laqueo finierunt .
22
.
In una parola , la Nobiltà era un fregio appreſſo i medeſimi , che ſi
perdeva nell'iſteſſo modo che fi acquiſtava ; nè intendevaſi ereditaria
}
1 e ciò tanto più incerto , quanto che coſtoro , come aſſicura Tacito ,
talmente andavano perduti dietro al giuoco , che bene ſpeſſo ſi giuo
cavano con indifferenza , oltre le ſoſtanze , non ſolo la Nobiltà , ma
( d ) Tacit.
eziandio la Libertà ; entravano nel numero de Servi , e ſe ne faceva Mór. Germ .
ftefli Romani , ella è coſa certa che infra di noi riſplendette ſempre
la Nobiltà , così non è da metterſi in dubbio , che la medeſima non
vi fioriſſe ancora in tutti i tempi egualmente in qualità d'Eredita
ria . I Veneti , i Carni , i Romani , i Goti , i Longobardi , tutti eb
bero le lor famiglie Nobili , e le generoſe loro e illuſtri proſapie .
Ma chi per queſto mi fa dire , ove ficno andate a finire le antichif
fime de Veneti e de' Carni ? Chi le ricche e potentiſſime de' Romani
che più degli altri qui fra noi ſi trattennero ? Chi quelle de'Goti ?
Chi quelle de'Longobardi ? La nazion Longobarda , che fra queſte
è l'ultima , e la più vicina a noi , alla venuta di Carlo Magno eb
be un tal crollo , che appoco appoco perirono le memorie in tutta
Italia , non ſolamente della ſemplice Nobiltà Longobarda , ma di tut
te ancora le famiglie illuſtri di tanti Principi e Duchi di quella gen
te ; di modo che non farà alcuno al dì d'oggi , che vaglia addıtarci ,
non dico già legittimamente e con prove , ma neppure con ragione
voli conghietture , la ftirpe chiariſlima de ’ Duchi del Friuli , di Tri
vigi , di Ceneda , Trento , Bergamo , Breſcia , Spoleti , e di tant'al
tri . Fra i Longobardi, i foli Duchi di Benevento fecero teſta a Car
lo Magno , e perciò fi conſervarono anche dopo per molto tempo in
poſſeſſo di quel Principato ; il quale poſcia diviſo in tre , fi dira'mò
il lor caſaio in Benevento , Capua , e Salerno . In cotal modo pote
rono cíli più a lungo degli altri Principi Longobardi conſervare in
Pi
fin nei Secoli di quà del Mille . Gran lufinga imperciò potrebbe ef
fer queſta della diſtinta e illuſtre Nobiltà Napoletana d'oggidì , di
partecipare del ſangue di que' Principi .
Merita nondimeno di ſentirſi in tal propoſito , come la decida Pie
tro Giannone , chiariflimo Storico Napoletano de' noſtri tempi . Nar
ra egli , che l'anno 1077. a mancar venne intieramente la ſucceſſio
ne de' Principi di Benevento ( a ) , e che nel 1062. il Principato ) Stor.
. .
di Capua , e nel 1075. quello di Salerno , erano già paſſati dai Lon- 11. pag. 60 .
gobardi ai Normanni ; e dintorno a quello di Capua la diſcorre così Ed. Ven .
1766. Lib.
( b ) : Ecco il fine della dominazione de' Longobardi nel Principato di
Cap. iv.
Capua , che da Atenulfo , con non interrotta ferie di tanti anni , final- ( b ) Stor.
mente nella perſona di Landolfo V. seſtinfe in queſta Nazione &c . Nap ivi ,
Lib . 1x. Cap .
Narra l'Abate Defiderio ne' ſuoi Dialoghi , aver egli nell'età ſua ve
v. pag. 43
duti molti figliuoli di Landolfo di qua e di là cſuli , e raminghi , an
dar mendicando per sostenere la lor miſerabile vita , &c. Donde può
che vi rimaſero alcuni Conti della razza di Atenulfo , de' quali per qual
abe tempo per li loro Feudi , che poſſedevano , ſi potè tener conta , e mo
Atrar la loro diſcendenza in alcune famiglie : vi reſtarono ancora i fa
gliuoli di Landolfo , da quali per la loro eſtrema miſeria , e povertà
non ſarebbe forfe incredibile , che ne foffero nati artigiani , e lavorato
ri di terra., ed altra gente di braccia , c che forſe anch ” oggi , ancor
chè ignoti , infra di noi vi ſiano : documento delle coſe mundane >
della laro incoſtanza , e volubilità , e di non doverſi molto infuperbire
per la nobiltà det lignaggio Sopra gli altri , i quali ſe bene non la pe
tranno mostrare , forſe ſaranno diſceſi da più illuſtre e generoſa prosapia ,
chi' effi non ſono . E del Principato di Salerno terminato in Gifulfo
( a ) Store ultimo Principe Longobardo , ſegue ifteftamente a dire ( a ) : Ed ecco
Nap. ivi . come in Salerno s'eſtinfero i Principi Longobardi . Ma non però reſtà
Lib. X. Cap. in tutto eftinta queſta Nazione ; rimaſero ancora , non altramente che
111. pag: 59. nel Principato di Capua , molte famiglie dell'ifteffo Sangue ne' Contadi
vicini". Rimaſero Guaimaro Conte di Capaccia , Pandolfo Conte di Cor
neton
Ge . i quali erano ancor viventi negli anni 1110. 1114. E.
Sicelg aita figliuola di Glorioſo vedova di Marina Cacapece di Napoli
ancar vivea nel 1155. Così ancora da Canti Guaiferia , ed Alberto di
queſto sangue , narra Pellegrino , effer derivata in. Salerno: la nobile faa
miglia di Porta , la di cui poſterità con ordine certo infino all' anno:
1335. fi ritrova nell' antiche carte : ſiccome di molt' altri Conti Saler
nitani C. & fe oggi per ordine certo ſarà quaſi che impoffibile trou
Ora ſu queſti principi , che oggimai ſon paſſati in giudicato , che Æv.Tom III.
fi oſi pretendere , che i Longobardi , gente barbara e immaniffima , col. 722. Ed.
e per atteſtato di Patercolo teſtimonio di preſenza , più feroce ancora Mediol. 1740.
e beſtiale della fierezza ſteſſa Germanica ( d ) : etiam Germana feri- ( C) Diſſert,
Fam . VVald .
tate ferocior , abbianci recata come una coſa nuova la Nobiltà , e e VVart. Ed.
qual patrimonio ſuo particolare in eredità tramandata infino a noi Gorit. 1766.
( e ) , non può eſſere che un inganno del genio , e di chi non può pag; 47. fege
reggere al troppo chiaro e sfolgorante lume della verità . I Longo- libu Cocvi:
!! bardi non poſſedettero il Friuli che per due ſecoli 3 o poco più : ( e) De Nob.
B
uſcirono dalla Germania , e della Nobiltà Germanica fi è già parlato de'Parlam .
de Feud . Ed.
abbaſtanza : introduſſero fra noi più d'ogn'altro barbaro , e in par- Ven. 1761.
u
Friuli , che fu uno degli Ambaſciadori ſpediti dal detto Auguſto l'
( b) Annal. anno 811. al Greco Imperadore Niceforo ( b ) ; e di un tal Rodaldo
Ital, ivi pag. Longobardo , che innanzi l'anno 928. ucciſe il noſtro Patriarca Lio
477 .
ne ( c ) . Della diſcendenza di coſtoro neſſuno ne fa più parola . Non
( c ) Monum .
Eccl. Aquil, v'è documento da Carlo Magno in poi , che di poſterità Longobarda
col. 463 • ne faccia cenno ; e benchè nelle vecchie carte bene ſpeſo s'incontri
chi profeflava di vivere ſecondo la Legge Longobarda , e per conſe
guente Longobardo era di nazione , pur nondimeno pel difetto de
Cognomi , non traluce quindi il minimo filo di diſcendenza , nè res
ſtan prove o indizi della lor proſapia , nemmen per via di conghietture .
Altro è Nobiltà Ereditaria , altro poſterità . Che non ci ſia più
poſterità Longobarda fra noi , non già del ballo popolo , ma eziandio
della medeſima Nobiltà , temerità farebbe il pronunziarlo . Ma chi
mi fa dire , ſe queſta pofterità riſplenda ora fra i Nobili , oppure
ſe , come la ſtirpe nobiliflima de' Principi di Capua e di Salerno , ſia
andata a ſeppellirfi fra gli artigiani , e lavoratori di terra , ed altra
gente di braccia ? I Principi di Capua , e di Salerno conſervarono per
qualche tempo , anche dopo il riſorgimento de* Cognomi in que'
contorni il nome , e la diſcendenza Longobarda ; e pure della lor po
ſterità ciò non oſtante ſi è ſmarrita affatto la traccia . Quì fra noi
tanto prima , che i Cognomi ſi riſtabiliſſero , ſi è perduta ogni me
moria del nome Longobardo . Con quai mezzi adunque , e con quali
ajuti , uomini di ſenno pretenderanno di provare fino ai dì noftri la
diſcendenza ?
(d ) Murat. han detto , e con più cognizione di me , gli uomini più intendenti ,
Aptig. Med . e più celebri , ch' egli è un punto da ſperarſene molto poco onore
Æv. Tom . e da riporſi oramai tra le favole , e tra i Romanzi . Tale fra gli
1740. Signor Muratori , con cui darò fine alle preſenti Memorie ( a ) : Quia
cum
ANTICA DEL FRIULI . 201
tur : & prope pro argumento falfitatis ftatim habendum eſt , ſi qua Char
ta ante Milleſimum exarata eruitur , quam ornent , aut onerent ævi no
ftri Cognomina . Le quali autorevoli e chiare eſpreſſioni avendo ripu
tato utile al pubblico quell ' Autore immortale di laſciarnele traſpor
tate anche nella noſtra Italiana favella , ci ſiam creduti in debito ,
anche noi di regiſtrarle iſteſſamente nel modo che ſegue ( a ) : Chiun- ( a ) Id . Dif
ſert.Ital.Tom .
que pertanto è verſato nelle antiche Memorie , confeſſerà , che appunto 11. Ed. Me
circa que' tempi introdotto fu in Italia l'uſo de Cognomi . Per confe- diol. Jeu Ve.
guente groſſolanamente s'ingannano coloro , che penſano di averli trova- net. 1751 .
ti ne ſecoli precedenti , per incenfare le illuſtri Famiglie de' noſtri pag. 559.
tempi ; e ſono impoſture , o ſogni quei che ſi spacciano in alcune Ge
nealogie , di modo che regolarmente s' ha da tenere per falfa qualunque
Carta , che ce li rappreſenta prima del Mille .
m2i 1
E.0:2+2
I L F I N E.
3127
ERRO
ERRORI CORREZIONI .
-
NOI RIFORMATORI
BRITAN
NICM
NU
IN UDINE MDCCLXXV.
PROBABBBBBB SPBBBBBBBBBBBBBBBBBBER
Stampatori DELL'ACCADEMIA ..