è quello stile artistico e architettonico dominante del XVII secolo. Lo stile barocco
nasce a Roma intorno al terzo decennio del Seicento. Il barocco diviene in brevissimo tempo, grazie alla sua esuberanza, alla sua teatralità, ai suoi grandiosi effetti e alla magniloquenza profusa su ogni superficie e con ogni materiale, lo stile tanto della Chiesa cattolica che delle monarchie europee, tese verso un assolutismo che ha bisogno di esprimere il proprio potere con tutto il fasto possibile. A Roma il rinnovamento del centro urbano fu per il papato di Urbano VIII prima, di Alessandro VII poi, un'espressione di prestigio: Roma diviene così la prima città che nella sua struttura urbanistica rispecchia il proprio ruolo politico di principale capitale europea. La piazza, un elemento architettonico che già era stato ripensato in chiave monumentale nel XVI secolo da Michelangelo Buonarroti, diviene ora la chiave di ogni rinnovamento. San Pietro in Vaticano con i completamenti berniniani della piazza, piazza Navona con la chiesa di Borromini e la fontana del Bernini, piazza del Popolo con le sue tre vie e il suo obelisco, diventano i prototipi della nuova idea di città che si irradierà da qui a tutte le grandi capitali europee. Le inquietudini esistenziali del Seicento si tradussero in mobilità e instabilità: linee curve, serpentine, spirali, torsioni, dominarono la scultura e l'architettura del tempo, così come le ardite metafore della lirica contraddistinsero la letteratura dell'epoca. Furono privilegiati la monumentalità, gli effetti drammatici e i contrasti di luce. In particolare fu ricercato l'illusionismo, un effetto di inganno che traducesse in arte la perdita di certezze dominante nell'epoca. L'illusionismo, cioè la sovrapposizione tra realtà, rappresentazione e finzione, si manifestò in pittura con prospettive impossibili e giochi di specchi che rendevano un'immagine deformata della realtà. Nella scultura barocca, i gruppi di figure vennero ad assumere una nuova importanza; le forme umane, con movimento dinamico e drammatico, si muovevano a spirale intorno ad un vortice vuoto centrale, o si dirigevano verso l'esterno nello spazio circostante. La scultura barocca aggiunse caratteristici elementi extra-scultorei, come ad esempio l'illuminazione a scomparsa, o fontane d'acqua o effetti stravaganti, come tendaggi turbinanti o brillanti dorature. La vera e propria estetica barocca fu abbracciata nell'Europa del sud, nel nord Europa ebbe luogo una sorta di compromesso classico-barocco . SCULTURA BAROCCA L'estetica barocca piena si sviluppò durante il primo periodo barocco e culminò nel corso del periodo tardo. In entrambi i periodi l'Italia ebbe un ruolo preponderante. L'estetica barocca sobria ebbe il culmine nel corso del periodo tardo barocco. L'età barocca si concluse con la nascita, in Francia, dello stile rococò, chiamato rocaille oltralpe, in cui si calmò la violenza e il dramma del barocco in un dolce, giocoso dinamismo. I periodi tardo barocco e rococò videro come principale teatro la Francia. Dal 1750 in poi, in Francia nacque progressivamente un movimento di ritorno al classicismo, conosciuto come neoclassicismo, in reazione contro gli eccessi del rocaille. L'estetica rococò si mantenne però fino al 1770. ESTASI DI SANTA TERESA Transverberazione di Santa Teresa. L’estasi di Santa Teresa è un gruppo scultoreo realizzato in marmo e bronzo dorato di Gian Lorenzo Bernini realizzato tra il 1647 e il 1652. Attualmente si trova nella cappella Cornaro, all’interno della chiesa di Santa Maria Della Vittoria a Roma. La scena raffigurata nell'opera è, per la precisione, una transverberazione e non un'estasi, ovvero la trafittura del cuore con un oggetto affilato da parte di una creatura divina. In quest'opera Bernini trasforma lo spazio della cappella in teatro, infatti non dobbiamo dimenticare il suo impegno nel campo del teatro, oscurato dalla rilevanza del suo contributo agli altri ambiti artistici. Innanzitutto egli amplia la profondità del transetto; poi sulla parete di fondo apre una parete dai vetri gialli e si procura così una fonte di luce che agisce dall'alto, come un riflettore e che conferisce un senso realistico alla irruzione sulla scena di un fascio di raggi in bronzo dorato, così la luce che scende sul gruppo, attraverso i raggi, sembra momentanea, transitoria e instabile in modo da rafforzare la sensazione di provvisorietà dell'evento. Anche la freccia originaria retta dall'angelo, ora sostituita da un semplice dardo, venne realizzata con dei raggi che scaturivano dalla sua punta, a rappresentarne il fuoco del «grande amore di Dio», come santa Teresa stessa scrisse nella sua autobiografia. L'elegante nicchia barocca, realizzata con marmi policromi, nella quale Bernini colloca la scena dell'Estasi di santa Teresa, funge da boccascena del teatro: essa mostra la figura della santa semidistesa su una vaporosa nuvola che la trasporta verso il cielo. Questa trasformazione del Bernini si realizza con la rappresentazione di «palchetti» sui quali sono raffigurati alcuni membri della famiglia Cornaro, come se stessero assistendo ad uno spettacolo di opera lirica. L'evento privatissimo dell'estasi della santa diviene in questo modo evento pubblico, al quale i nobili spettatori paiono assistere non già con trepido stupore e con vivo trasporto devozionale, ma con staccato disincanto; li vediamo anzi intenti a scambiarsi i loro commenti. Egli dimostra qui tutta la sua maestria di scultore, capace di lavorare il marmo come fosse cera, infatti molti dicevano fosse capace di scolpire anche l’aria, con estrema attenzione ai particolari. La veste ampia della santa, lasciata cadere in modo disordinato sul corpo, è un capolavoro di virtuosismo tecnico, per effetto del quale il marmo perde ogni rigidezza e la scultura sembra voler contendere alla pittura il primato nella rappresentazione del movimento. Quest’opera sarà destinata a far scuola e ad essere presa come modello innumerevoli volte nella storia dell'arte sacra. Sul piano iconografico l'Estasi di santa Teresa, che molto probabilmente si rifà all'Apparizione di Cristo a Santa Margherita da Cortona di Lanfranco è direttamente ispirata a un celebre passo degli scritti della santa, in cui descrive una delle sue numerose esperienze di “rapimento” celeste. La Santa è raffigurata con il corpo completamente esanime e abbandonato, il suo volto dolcissimo con gli occhi socchiusi rivolti al cielo e le labbra che si aprono per emettere un gemito, mentre un cherubino con le sembianze di un ragazzo, con in mano un dardo, simbolo dell'Amore di Dio, sposta le vesti della Santa per colpirla nel cuore. Notevole è il contrasto tra l'incarnato liscio e delicato dell'angelo (che fa pensare più a un Eros della mitologia greca che a un'entità spirituale cristiana) e le vesti scomposte della Santa. Molti studiosi ironizzarono sul gruppo scultoreo perché è evidente nell’espressione della stessa Santa in estasi la rappresentazione dell’orgasmo fisico nel rapporto sessuale, nonostante Bernini non rilasciò mai dichiarazioni in proposito, ma possiamo essere più che certi conoscendolo e che quindi il suo intento era esplicito. Ciò che la santa scrive comunque giustifica quella rappresentazione, perché descrive il suo stato estatico nei termini di un orgasmo sessuale, prima ricava dolore e poi a mano a mano sale alla pienezza della soddisfazione estenuante del proprio essere globale.