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novembre 2014
Pagina 21 Gazzetta di Reggio
cultura

soli deo gloria a santo stefano.

Antichi brani emiliani nell' esecuzione di due organi
e coro
REGGIO EMILIA Quando protagonista di un
concerto è l' organo, l' avvenimento diventa un'
occasione ghiotta di riflessione su repertori
musicali poco conosciuti ma preziosi, di rara
bellezza.
Domenica, l' appuntamento è nell' ambito della
rassegna "Soli  Deo  Gloria", nella chiesa di
Santo Stefano; si mettono a confronto due
strumenti uno italiano e l' altro inglese. Il primo
è caratterizzato da una tastiera più limitata e
una pedaliera più piccola, possiede un suono
incisi "frizzante", argentino per la prevalenza di
timbri flautati, mentre quello inglese, oltre a
essere più grande, presenta un suono più
caldo soffuso.
Protagonista, oltre all' organista Istvan Batori, il
Coro della Cappella Musicale San Francesco
da Paola diretto da Silvia Perucchetti che, oltre
a essere musicista è una studiosa di prim'
ordine.
Questa formazione  s o t t o   l a   s u a   g u i d a   è
impegnata nella realizzazione di concerti
contraddistinti dalla ricerca musicologica e
dalla riscoperta di musiche inedite, come di
consueto presenta, a corredo di un
programma composto da celebri mottetti di
grandi compositori (G. P. da Palestrina, T.
L. de Victoria), brani meno noti e solo di recente oggetto di interesse musicologico.
«Fra questi ­ spiega la Perucchetti ­ spiccano "Regina coeli laetare", antifona del luzzarese Maurizio
Cazzati per doppio coro a otto voci e organo, poderoso ma vivace e leggiadro esempio del primo
barocco musicale emiliano; la canzonetta sopra il basso di ciaccona "Di Paradiso, e di Inferno",
conservata nei fondi musicali della Biblioteca  Panizzi, fresco esempio di musica spirituale, a sfondo
educativo, utilizzata nel' 600 negli oratori dedicati a San Filippo Neri; tre inni sul testo di Ut queant laxis,
proposti prima nella versione gregoriana (probabilmente di mano di Guido d' Arezzo), poi in quella di T.
L. De Victoria, anch' essa conservata nella biblioteca Panizzi (il che testimonia le esecuzioni di questo
repertorio nella Reggio del' 500), infine in quella armonicamente coloratissima di Orlando di Lasso».
Giulia Bassi ©RIPRODUZIONE RISERVATA.

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