Sei sulla pagina 1di 28

UNIVERSIDADE FEDERAL DE SANTA CATARINA

MARIELE LÚCIA TORTELLI

TRADUZIONE

Florianópolis
2019
Mariele Lúcia Tortelli

TRADUZIONE: RE DESIDERIO

Traduzione presentata alla disciplina LLE 7517 Língua Italiana VII


(PCC 54 h/a), del corso di Letras Italiano, all’Universidade Federal
de Santa Catarina.
Professoressa: Dr.a Karine Simoni

Florianópolis
2019
SOMMARIO

1 INTRODUZIONE ......................................................................................................................... 4
2 L’AUTORE ................................................................................................................................... 5
2.1 LE OPERE PRINCIPALI ...................................................................................................... 5
2.2 OSSERVAZIONE SULLA TRADUZIONE.......................................................................... 6
3 REI DESIDÉRIO .......................................................................................................................... 9
4 CONCLUSIONE ..........................................................................................................................15
RIFERIMENTI ...........................................................................................................................16
ALLEGATO A ........................................................................................................................17
4

1 INTRODUZIONE

L'oggetto di studio della traduzione è l'opera scritta da Giorgio Manganelli Le interviste


impossibile (1975), più specificamente il dialogo del “Re Desiderio”. Il principale oggettivo di
questo lavoro è tradurre questo testo dall'italiano al portoghese, conservando lo stile e il ritmo
dello scrittore. La scrittura di Manganelli è un tipo di prosa che sembra poesia. Le allitterazioni,
le ripetizioni di parole e le rime interne, sono parti importantissime della sua scrittura, sapendo
di questo si può dire che questo sarà un arduo travaglio di traduzione.
5

2 L’AUTORE

“Ma non ha proprio niente di meglio da fare?”con questa frase Grazia Menechella (1994
p. 01) finisce il suo racconto verso la personalità difficile, noiosa, chiusa, misogina, orsa e
scontrosa dello scrittore e della persona di Giorgio Manganelli. La collocazione attribuita a
questo letterato è stata rivolta a un professore universitario che l’ha incontrato un giorno a Roma
nella Feltrinelli. Così, felici per aver trovato il suo oggetto di studio le ha detto che stava
scrivendo un articolo su di lei. Però Manganelli l'ha svegliato alla realtà. Nato a Milano, nel 15
novembre 1922, figlio di genitori parmensi. Manganelli fece la Laurea al’Università di Pavia
in Scienze Politiche, anche insegnò qualche anno alle scuole medie, e fu in seguito assistente
di letteratura inglese dell’ Università degli Studi di Roma "La Sapienza”.

Nel 1953 Manganelli si trasferisce a Roma, dove lavorò in collaborazione con la RAI in
un programma radiofonico, ideando e scrivendo con Italo Calvino, Umberto Eco,
Vittorio Sermonti, Guido Ceronetti, Alberto Arbasino e altri, Le interviste impossibili (1975).
Appassionato dalle interviste decise di pubblicare a parte i suoi dialoghi. Il volume intitolato A
e B (1975), fu pubblicato dalla casa editrice Rizzoli. I personaggi, ossia, le grandi personalità
che abitano il immaginario popolare intervistati da Manganelli furono: Fedro, Dickens,
Casanova, Marco Polo, Harun al-Rashid, De Amicis, Tutankhamon, Eusapia Paladino, Re
Desiderio, Nostradamus, Fregoli e Gaudí. Lo stesso contenuto viene ripubblicato nel 1997, con
un nuovo titolo Le interviste impossibile, ora per la casa editrice Einaudi. Sapiamo anche che
un insieme di tutte le interviste scritte non solo da Manganelli viene pubblicato nel 2006 dalla
casa editrice Donzelli.

Alla fine, nel maggio 1990, lo scrittore, il critico letterario, il traduttore e il teorico di
neoavanguardia conosciuto come un adoratore dello stilo paradossale di scritta e dotato di una
intelligenza critica legata l’ironia, muore lasciando a tutti un’opera piena di contraddizione
tipiche della età contemporanea.

2.1 LE OPERE PRINCIPALI

La letteratura come menzogna (1967 n.ed. 1985)


6

Agli dèi ulteriori (1972 n.ed. 1989)


In un luogo imprecisato (1974)
A e B (1975) oppure Le interviste impossibili (1975)
Pinocchio: un libro parallelo (1977, n.ed. 2003)
Sconclusione (1976)
Centuria: cento piccoli romanzi fiume (1979 n.ed. 1995)
Discorso dell'ombra e dello stemma (1982)
Rumori o voci (1987)
Improvvisi per macchina da scrivere (1989)
Antologia privata (1989)
Encomio del tiranno (1990)

2.2 OSSERVAZIONE SULLA TRADUZIONE

Re Desiderio è un personaggio storico conosciuto come l’ultimo re della dinastia


Longobarda in Italia. Questa figura appare anche nella tragedia di Manzoni intitolata Adelchi
(1820-1822), e viene rappresentato come un re che cerca in vena la vendetta contro Carlo
Magno, ma alla fine resta da solo e tradito. Giorgio Manganelli, scrittore di avanguardia
intervista questa figura storica per il progetto intitolato Le interviste impossibile (1975).
All’inizio del dialogo re Desiderio sembra una figura umile e maestosa, però al lungo della
intervista rivela il suo orgoglio e la sua volontà di avere uno stilo tipico delle grandi personalità.
L’intervista a essere tradotta è stata scelta per comprendere meglio la morte di una cultura e il
rapporto tra storia e verità, però la traduzione ha sollevato un insieme di altri dubbi. Il testo base
utilizzato è riferente all'edizione della casa editrice Einaudi di 2011.

Quanto al linguaggio manganelliano nella traduzione si può dire che tra le tracce più
importanti della scrittura di Manganelli, sta la ripetizione di parole (rosa), le allitterazioni (blu)
e alcune volte le rime interne (viola). Como si può distaccare nel frammento:

B: Oh, suvvia, maestoso proprio non credo; quando ero veramente re, io volevo avere
dello stile; mi crucciavo che tra noi longobardi ce ne fosse così poco e tutto d’accatto.
Anche la mia umiltà è, come dire? Sincera ma mediocre. Infatti, se avesse stile non
sarebbe così sincera, non trova? No, non sarebbe falsa, forse è questo che lei pensa,
ma sarebbe… eh, il mio lessico non è gran che, vediamo, sarebbe, diciamo, più
cerimoniosa.
MANGANELLI, 2011 pág. 88
7

Nella traduzione, non è stato possibile conservare tutte le volte le rime interne. Alcune
allitterazioni furono mantenute, però non fu realizzata una scelta cosciente di conservare questo
elemento tipico di una scrittura di prosa poetica. Però, la ripetizione di parole è una traccia che
fu mantenuta nel lavoro di traduzione, come si può identificare:

B: Ah, vá lá, majestoso não creio mesmo; quando eu era verdadeiramente rei, eu
desejava ter estilo; me afligia que entre nós lombardos ele fosse tão raro e
emprestado. Também a minha humildade é, como dizer? Sincera, mas medíocre. Na
verdade, se eu tivesse estilo não seria assim sincero, não acha? Não, não são seria
falsa, talvez é isso que você pensa, mas seria ... certo, o meu léxico não é tão grande
que, veremos, seria, digamos, mais cerimoniosa.
MANGANELLI, 2011 pág. 88, tradução minha

Un altro aspetto importante della scrittura di Manganelli, in questa opera sono le parole
non usuale come: famulo, fragor, teppisti, tra altre. Queste parole sono state tradotte per i
termini corrispondenti e anche non usuali nel portoghese mantenendo la caratteristica erudita
dell’autore e stimolando la curiosità dei lettori. Dato questo, si può ricordare anche che lo stilo
di scritta dell’opera Le interviste impossibili è pieno di interiezioni come: Oh, pfut, ... tipiche
del linguaggio orale e molto presenti nel testo, loro furono anche tradotte per il portoghese
cercando di fare una corrispondenza con la cultura locale senza spaccare lo stilo e il ritmo
dell’autore. Sapendo che un aspetto importante della lingua italiana sono i modi di dire, questi
furono tradotti cercando di mantenere il sentito, e non la forma, ad esempio, “menar le mani”
(MANGANELLI, 2011 pág. 91) è stato tradotto come “fazer justiça pelas próprias mãos”

I nomi propri furono anche tradotti per il portoghese. Dato che tutti erano personaggi
storici fu realizzata una piccola ricerca nei libri per rassicurare la grafia dei nomi e scriverli
correttamente per non confondere il lettore. Si ricorda che la traduzione dei nomi non è più
raccomandata, però come stiamo parlando di personaggi storici fu fatta una scelta per mantenere
la tradizione della traduzione.

Quanto alle immagini create dall’autore, come nel piccolo frammento “che ci legava i
denti” (MANGANELLI, 2011 pág. 90) fu fatta una scelta di traduzione legata all’idea di
conservare il senso della frase. Attraverso l’immagine creata dell’autore, “che amarrava os
nossos dentes”, il segmento fa riferimento al idioma longobardo che come il tedesco utilizza
nel parlare una posizione specifica della lingua legata all'asprezza. Ossia, la ponta della lingua
viene messa nella gengiva dei denti incisivi inferiori, creando un ritmo aspro e duro. Un’altra
frase complicata da tradurre fu “per la stessa altezza da cui muove, è assai più umile”
8

(MANGANELLI, 2011 pág. 88) giacché il senso di questo frammento è difficile di trasporre
per il portoghese, una soluzione trovata fu “da perspectiva da qual se move, é
consideravelmente mais humilde”.

Alla fine, vorrei distaccare il frammento che parla di “un popolo candela”, “[...] Come
tale, ero l’essenza, il nocciolo, il succo del mio popolo nato… per sparire, pfut; un popolo
candela, con tutte le sue arie di guerriero; passa il grande smoccolatore e, appunto, pfut. [...]”
(MANGANELLI, 2011 pág. 94), in questa collocazione si può fare attenzione al fatto che
questo “popolo candela” è una espressione troppo manganelliana. Non fu possibile trovare in
nessuna opera letteraria italiana questa costruzione, la quale, viene tradotta come “um povo
vela”. Si deve anche distaccare che il sostantivo maschile smoccolatore è utilizzato da
Manganelli per fare un riferimento alla forbice che si utilizza per spegnere le candele, come si
essa facesse l’azione di smoccolare. L’oggetto simile a questo in portoghese è “o espivitador”.
Sapendo di tutto questo si può, ora leggere il risultato finale della traduzione del dialogo di Re
Desiderio scritto da Giorgio Manganelli in portoghese, a cura di M.L. Tortelli.
9

3 REI DESIDÉRIO

A Majestade

B Bem, sim certo, como não, não posso desmentir, não? Certo é um pouco bufo, mas, nós, o
senhor me compreende, somos menos inclinados a protestar; certo o título, do ponto de vista
terreno, me cabe; mas dado que o meu ponto de vista, obviamente, não desejaria chocar a sua
sensibilidade, já não é e não foi nunca muito terreno, e agora muito menos o é, concluirei que
‘majestade’ embora esperado por mim é também estranho. Mas não o recuso, não o recuso,
sabe? Talvez faça ainda parte da minha pena, essa denominação cheia de lembranças.

A Não desejo de forma alguma colaborar com sua pena, se ainda não terminou; mas chamá-la
majestade me parecia um modo honesto de dirigir-lhe a palavra, um modo respeitoso e que o
tranquilizasse: não desejo importuná-l, se o senhor não deseja ser importunado. Estou pronto a
retirar-me.

B Bem, fique, fique à vontade, por favor; eu sou agora, como nos últimos tempos da minha
vida, extremamente humilde. Tanto quanto um rei, esforço-me para ser prestativo. Se de algum
ponto de vista sinto desconforto por ser espírito puro, é que não posso fazer aquelas tarefas que
um pouco me humilhiariam mas também me dariam alívio; varrer a poeira dos pisos, mover
uma cadeira, colocar em ordem as flores em um vaso sobre a janela. Alguns diriam, como se
diz de um bom fâmulo: “Rei Desidério é útil, apesar de ser rei”. E eu seria feliz. Então fique,
não porque eu seja vaidoso de mim mesmo, bem, não realmente; mas porque o senhor me
oferece um modo por mim ignorado até agora de ser útil. Diga, fale, comande: Rei Desidério
deseja somente obedecer.

A Agora não sei mais chamá-la majestade, e bem na sua humildade o senhor é, posso dizer-lhe
majestoso

B Ah, vá lá, majestoso mesmo não creio; quando eu era verdadeiramente rei, eu desejava ter
estilo; me afligia que entre nós lombardos ele fosse tão raro e emprestado. Também a minha
humildade é, como dizer? Sincera, mas medíocre. Na verdade, se eu tivesse estilo não seria
assim sincero, não acha? Não, não são seria falsa, talvez é isso que o senhor pensa, mas seria ...
certo, o meu léxico não é tão grande que, veremos, seria, digamos, mais cerimoniosa. Sabe, um
pouco de reverência, de cabeça inclinada de um lado, púrpura, mas humilhada púrpura ... Os
reis humildes, existem sabe, os reis humildes têm o seu modo de fazer, como se fossem amigos
pessoais de Deus, e pensassem: Sim, certo, você é Deus, mas eu sou rei, e um rei que se humilha,
10

da perspectiva da qual se move, é consideravelmente mais humilde, embora não é assim tanto,
como um mendigo qualquer, que humilde e humilhado é. Eu não posso ... Você me segue?

A Eu o sigo: e, se me permitir, com honesta admiração.

B Honesta, honesta? O senhor deseja dizer que o senhor me reconhece como não rei, apesar
que eu seja rei? Che o senhor não adula? Sim, afinal, que absurdo, quem pensaria em lisonjear
um rei ... o senhor me entende, não é? Se eu fosse vivo e o senhor fosse, como poderia ser, um
colono que se tornou padre, um homem simples mas não inculto, talvez eu o levasse a minha
corte, como escrivão, como capelão, talvez como trovador; que belos trovadores existiam, aos
meus tempos, talvez seja a única coisa que me arrependo; cantavam, dançavam, escreviam
histórias; se eles não tivessem existido, os que sabiam latim e o escreviam, de mim, de nós
lombardos não teria chegado nem mesmo o nome.

A O senhor foi o rei corajoso e desventurado de um povo ...

B Corajoso, não; não o fui jamais; eu ... não gostava da guerra, por isso os meus duches não me
amavam muito. Eles eram homens duros, todos um fragor de armadura, bastava que montassem
a cavalo e ali se sentia a mil milhas ... pareciam um exército sempre em movimento, e não
passavam de bandidos isolados, caçados e aterrorizados ... Eu não deveria dizer isso, mas não
gostava muito deles; com eles não se podia falar de outra coisa senão de guerras, de dinheiro,
de política ruim e de mulheres ... Guerras eu não amava, talvez era um presságio, o dinheiro
não me importava, a política eu delegava aos cortesãos, mais inteligentes, e de mulheres um rei
não fala, exceto com uma mulher, para aprender, não para humilhar e humilhar-se. Aqueles
duques eram corajosos, é evidente, mas, voltando ao que eles estavam dizendo agora, eles não
tinham estilo ... Cozinha ruim, a nossa, eu não quero negar, mas aqueles como comiam, meu
Deus! Quando tudo terminou, ao menos tive a solitária alegria de comer por minha conta, ou
com veneráveis frades de palavras calmas e de barba branca sempre limpa. E que barulho, que
barulheira! Na minha corte, somente os frades e os trovadores sabiam usar a voz de maneira
que esperava à voz; se levanta a voz quando se está zangado, com ou sem razão, mas não se
pode bramir o dia todo, e à tarde e à noite ...Para eles, uma declaração de amor, uma declaração
de guerra, eram a mesma coisa ... Talvez o são, não cabe a mim julgar, mas você não pode agir
como se estivesse sempre em uma guerra travada, não é? Sempre brigando com tudo e com
todos ... Eles não eram guerreiros ... eu os fiz ler e explicar a Eneida ...eles eram ... os valentões,
os provocadores e, ao mesmo tempo, os assustados ... Rufias, aqueles duques; mas acabaram
mal, e devo ter pena deles, e confesso que às vezes sinto alguma ternura por esses encrenqueiros
11

tolos e infantis .. Eles eram mais desajeitados que os vilões, mais ignorantes do que arrogantes.
Você sabe, alguns sabiam um pouco de latim também, mas eram poucos; na maior parte,
algumas frases de vulgar e depois apenas o nosso velho e áspero lombardo, que amarrava os
nossos dentes. Eu não amava nossa língua; eu não a amava de jeito nenhum; eles disseram que
eu a tinha jogado fora; e talvez eles estivessem certos: eu não fui o último por nada. Depois de
mim ... bem, não o dilúvio, pelo amor de Deus! Tudo o que foi preciso foi uma garoa e um
pouco de vento, nem mesmo muito, vamos dizer uma brisa da noite: e estava tudo acabado.

A Dos lombardos não restou quase nada; e ainda ...

B Nada ainda; e não é verdade "quase nada": nada mesmo, nem mesmo a língua. Parece-me um
sinal sagrado este desaparecimento total de uma língua falada por pessoas nascidas para vencer,
para conquistar ... Nossa língua desapareceu como a etrusca, mas nem sequer tem em torno de
si a dignidade do mistério; ela desapareceu, aquela língua não amável, eriçada, mas que ainda
era a língua dos meus sonhos ... Sonhei na língua lombarda, e agora resta o que resta de um
sonho, quando você acorda. Ninguém nunca escreveu nada nessa língua; alguém falava, à noite,
perto do fogo, dos lugares de onde viemos, lugares que nenhum de nós jamais havia visto; e
nossos reis, Audoíno aquele canalha, o despreparado Ratchis, Liutprando, nosso Ulisses, um
homem forte e inteligente, e aquele Adelqui que você conhece, mas isso foi, se devo dizer
francamente, apenas um soldado e nada mais. É bom perder, não é? Quando ouvimos essas
histórias noturnas, percebemos, até mesmo o mais cruel de nós, que não tínhamos pátria, que
não tínhamos casa. Havíamos entrado na casa dos outros, havíamos dado um impulso às pessoas
que, por pouca rudeza, não sabiam fazer justiça pelas próprias mãos, e nós entramos; mas na
realidade, nós éramos pessoas de tendas e cabanas, e em um palácio, este lugar tão estável e
constante, nós não sabíamos como viver. E então estava tão frio; e você não podia erguer uma
parede para sair ao ar livre quando o sol estava fora; e não havia cheiro de peles, barro e ervas;
não havia cheiro, exceto o cheiro ruim de comida e os corpos de guerreiros mal lavados. Quando
fechei o prédio por algum tempo e depois de algumas semanas retornei, senti o cheiro do
palácio, um lugar morto, intimamente deserto; eu sei, nós não tínhamos estilo, em dois séculos
nós não havíamos aprendido. Mas mesmo agora não tenho nostalgia pelo palácio: uma cabana
nunca se fecha; ou está viva ou é abandonada, portanto morta; uma tenda, então, anda atrás de
você, é um animal doméstico, o desejarias com você mesmo no túmulo; mas um palácio, que
tristeza; só um rei pode viver ali por penitência. E naquela época havia, além do palácio, apenas
algumas capelas, muitas ruínas e cabanas; invejei os vilões da Itália, que viveram como os meus
tinham vivido anos antes, gerações antes.
12

A Então a Itália nunca se tornou um lar para você? No entanto, você não tinha mais lugares
para considerar os seus.

B Nós nunca tivemos uma pátria no sentido que o senhor diz; nunca dos lugares que tivessem
aprendido conosco, como um animal aprende com o seu mestre, o ser humano com quem ele
coopera. Tínhamos tendas, e cabanas para abandonar; nós tratamos a terra como navegadores
tratam o mar: um lugar para ir, mas os portos não estão no meio do mar. Nós éramos homens
de rapina, não fazendeiros pacíficos; paramos alguns anos, depois a fama e a mania, e as lutas
constantes com outras pessoas nos empurraram para outro lugar; durante séculos, o filho nunca
conheceu a paisagem que havia visto a infância de seu pai; para cada criança, o pai era um
homem de outros lugares, um vagabundo terminado em sua cabana.

A Mas na Itália não foi diferente?

B Sim, foi diferente; e esta foi a tragédia: nós permanecemos na Itália por dois séculos e no
final algo, em nós, somente em nós, havia mudado. Agora o filho conhecia os lugares onde o
pai crescera; foi uma coisa... desoladora.

A Desoladora?

B Então, sofremos muito; mas nossa maldita língua nem sequer nos permitiu saber, dizê-lo,
deplorá-lo. E essa condição era, para nós, o pior; agora não corríamos mais de uma montanha
para uma planície; estávamos parados, e estávamos na casa de outros. Claro que havíamos
vencido; nenhum italiano teria ousado nos desafiar; e, embora passássemos o tempo brigando
entre nós, como sempre havíamos feito, e nos atormentado e vingado um ao outro, parecia que
continuamos a brincar muito depois de todo o espetáculo ter acabado, e apagadas as luzes e
desaparecido o público, na verdade morto o público, de velhice. Agora estávamos parados, mas
éramos conquistadores solitários; os camponeses nos viram passar a cavalo, ferrenhos e
distantes, e se afastaram. Eles eram gentis e amedrontados conosco; nós éramos insolentes e
tínhamos armas: tenho vergonha; foi uma época triste para aqueles camponeses honestos e
tímidos; dois séculos: gerações que nunca conheceram outra coisa senão aquele modo absurdo
de viver, sob guerreiros e duques que falavam uma língua incompreensível, e nós, os poderosos,
os conquistadores que nem conheciam a língua dos camponeses ... E era uma língua estranha,
diferente de lugar para lugar, um pouco latim, mas com muita coisa que não sabíamos; e os
nossos que estavam em Espoleto e Benevento eventualmente aprenderam um vulgar tão
diferente daquele usado em Padova ou Aquiléia que nada foi compreendido. Mas isso conta
pouco; o fato é que não tínhamos como nos tornar italianos, a menos que deixássemos de ser
13

lombardos, e que não pudéssemos ter nem pátria nem lar enquanto permanecêssemos
lombardos. Era uma coabitação secular: mas que éramos estranhos intrusivos, isso é
demonstrado pelo fato de que, no fim, tendo perdido a última batalha, desaparecemos
completamente; deixamos para trás alguns quilos de objetos trabalhados, uma misteriosa casa
em Cividale, pedaços de muralha construídos por artesãos locais, uma inscrição em volta do
poço de um poço em Bolonha, alguma lei escrita em péssimo latim. Somos uma curiosidade
histórica, como o pavão branco.

A Mas depois da derrota, quando os duques do Norte se dispersaram, você não se tornou
italiano? Alguns dizem que você se vocês se tornam 'camponeses': portanto, perdendo, vocês
encontraram uma pátria.

B Talvez: eu não posso dizer. Eu fui derrotado e acabei na França. Não sei se algum dia quis
ser italiano, um "camponês", como o senhor diz; eu desejava ser latino; tenho livros para ler,
uma história para ouvir e contar, lugares sagrados para os eventos de meus ancestrais, até
tumbas para orar: túmulos de desconhecidos, mas absolutamente meus ancestrais. Eu era o rei
dos lombardos, mas não tinha um nome lombardo; tenho orgulho do meu nome em latino, belo
e melancólico: Desidério. E talvez seja certo que o rei da derrota tenha um nome inédito na
história dos vencidos. Eu gosto de pensar que estava à frente dos lombardos, mas também era
um estranho; eles não tinham pátria na Itália, eu não tinha parentes entre os meus. O senhor
dirá: quando eu era rei, os latinos não mais existiam, existiam os aldeões que daqui a alguns
séculos teriam sido italianos. Exatamente, eu desejava algo absurdo; eu não era nem homem
nem rei: eu era, como eu disse, um desejo; o desejo de algo impossível; acabei fazendo algo
muito parecido com um frade. Nem mesmo um religioso tem uma pátria, até ele não morrer;
quando soube que havia perdido, que Carlo estava se espalhando pela planície, que o papa
estava contra mim, senti uma espécie de felicidade abstrata: a felicidade de ser despojado do
que a vida é feita; Eu não teria mais morado em um palácio, não teria mais em torno aqueles
pobres duques desafortunados pela derrota; quando me disseram que meus resistiam na Brescia
e eu não sei onde, me senti muito triste e muito aborrecido; eles nunca entenderiam que a
história deles tinha acabado, que tinham que ir embora, que éramos uma raça nascida para
perder. Alguém mais morreu e talvez tenha sido o modo de me tornar mais sábio; eu não sei.
Acabei na França, onde não havia falta de homens instruídos, e eles me disseram que meu
comportamento era exemplar. Era preciso uma derrota para me fazer um rei. Se você me chama
de "majestade", suponho que esteja se referindo àquele período doce e isolado da minha vida,
no qual deixei o velho homem lombardo se extinguir por completo. Não havíamos sido um
14

sucesso, na história cansativa dos povos germânicos; apesar de tudo, éramos uma bagunça para
o brasão da família. E você pensa um pouco sobre mim, o rei daquelas pessoas tão mal
colocadas ... Onde está a graça; se o senhor soubesse que dificuldade para os lombardos entrar
na história, nos livros didáticos de qualquer maneira! Nós éramos pouco mais do que uma nota
de rodapé, um apêndice a ser adicionado por uma questão de completude, e levamos dois
séculos e vinte anos para alcançarmos tanto ... Nós, os conquistadores! Se há pessoas que, na
história, realmente erraram em sua vocação, somos nós lombardos; veja, se poderia haver mais
obstinação bestial em uma raça de analfabetos - nós, conquistar a Itália, que ainda era um
labirinto de ruínas requintadas. Nós, que não lemos uma palavra em qualquer língua, que nem
sequer escrevemos a nossa, que tinha lendas ferozes e arcaicas, todos espalhados por nós. O
que restou, foi organizado por um frade da nossa raça, mas talvez ele já não sonhasse em
Lombardo, mas ele sabia latim e vulgar; foi Paulo, o Diácono quem nos levou a acreditar que
fazíamos parte da história. Mas você pode acreditar em mim: às vezes me pergunto se os
lombardos existiram, se eles não eram uma ilusão noturna de não sei o que é uma mente doentia,
talvez a minha ... Se eu tivesse inventado os lombardos? Meu nome é Desidério, eu não sou
nada além de um desejo de existir, um desejo para o qual a raça, a nação, a linhagem, como o
diabo que você quer chamar aquilo que está sobre as nossas costas quando morremos, não
restava nada; Não encontrei nada nos estandartes dos meus pais, só encontrei ... Ah, um rei não
deveria falar nesse tom, parece-me tolamente exibicionista, não? Vamos dizer que sendo o rei
errado de um povo errado, eu era o rei certo. O rei da derrota é sempre um rei justo. Mas é fácil
vencer, por um rei, menos fácil de perder. Eu sabia como fazer isso; digamos que foi a única
coisa que eu pude fazer; especialista em derrota. Como tal, eu era a essência, o núcleo, o suco
do meu povo nascido ... para desaparecer, puf; um povo vela, com todos os seus ares de
guerreiro; passa o grande espevitador e, precisamente, puf.
15

4 CONCLUSIONE

La traduzione riguardo al dialogo di Re Desiderio nell'opera Le interviste impossibile si


rivelò una sfida ma anche un piacere. Comprendere il ritmo e lo stile di un autore è un travaglio
arduo che necessita di pratica, tempo e pazienza. Però, come tutti i buoni vini le parole in una
traduzione hanno bisogno di maturare per combinare i sapori, equilibrando così le sue
caratteristiche e creando un'opera unica che ancora ha dentro di sé le memorie dell'uva che l'ha
generato.
16

RIFERIMENTI

GARZANTI, Dizionario; DIZIONARI ITALIANO, Grandi. Garzanti editore. I996, 1998.


MANGANELLI, Giorgio. Le interviste impossibili. 9° edição. Milano: Adelphi edizione,
2011.
MENECHELLA, Grazia. Ironia E Parodia Nell'opera Narrativa Di Giorgio Manganelli.
1994. A thesis submitted in conformity with thè reguirements for thè degree of Ph.D.
Graduate Department of Italian Studies University of Toronto. 1994.
PORTUGUÊS, DICIONÁRIO. DIZIONARIO ITALIANO PORTOGHESE e
PORTOGHESE ITALIANO di Giuseppe Mea. Bolonha: Zanichelli-Porto Editora, 1998.
Portoghese-Italiano, Dizionario. "Italiano-Portoghese." Milão: Antônio Vallardi
Editore (1974).
SIMONE, Raffaele. Treccani: dizionario della lingua italiana. Istituto italiano della
enciclopedia italiana; UTET, 2003.
17

ALLEGATO A

RE DESIDERIO REI DESIDÉRIO


A Maestà… A Majestade
B Oh sì certo, come no, non posso smentire, B Bem, sim certo, como não, não posso
no? Certo è un po’ buffo, ma, noi, lei mi desmentir, não? Certo é um pouco bufo, mas,
capisce, siamo meno inclini a protestare; nós, o senhor me compreende, somos menos
certo il titolo, dal punto di vista terreno, mi inclinados a protestar; certo o título, do ponto
spetta; ma poiché il mio punto di vista, de vista terreno, me cabe; mas dado que o
ovviamente, non vorrei urtare la sua meu ponto de vista, obviamente, não
sensibilità, non è più e non è mai stato molto desejaria chocar a sua sensibilidade, já não é
terreno, e ora lo è meno che mai, ne e não foi nunca muito terreno, e agora muito
concluderei che ‘maestà’ pur spettandomi menos o é, concluirei que ‘majestade’
mi è anche estraneo. Ma non lo rifiuto, non embora esperado por mim é também
lo rifiuto, sa? Forse fa ancora parte della estranho. Mas não o recuso, não o recuso,
mia pena, questa denominazione piena di sabe? Talvez faça ainda parte da minha pena,
ricordi. essa denominação cheia de lembranças.
A Non voglio in nessun modo A Não desejo de forma alguma colaborar
collaborare alla sua pena, se ancora non è com sua pena, se ainda não terminou; mas
finita; ma chiamarla maestà mi sembrava un chamá-la majestade me parecia um modo
modo onesto di rivolgerle la parola, un honesto de dirigir-lhe a palavra, um modo
modo rispettoso e che la rassicurasse: non respeitoso e que a tranquilizasse: não desejo
voglio molestarla, se lei non vuole essere importuná-la, se o senhor não deseja ser
molestato. Sono pronto a ritirarmi. importunado. Estou pronto a retirar-me.
B Oh, resti, resti pure, la prego; io sono B Bem, fique, fique à vontade, por favor; eu
ora, come negli ultimi tempi della mia vita, sou agora, como nos últimos tempos da
estremamente umile. Per quel che può un re, minha vida, extremamente humilde. Tanto
mi do da fare per essere servizievole. Se da quanto um rei, esforço-me para ser
un qualche punto di vista provo disagio a prestativo. Se de algum ponto de vista sinto
essere spirito puro, è che non posso fare desconforto por ser espírito puro, é que não
quei lavoretti che un poco mi umilierebbero posso fazer aquelas tarefas que um pouco me
ma anche mi darebbero sollievo; spazzare la humilhiariam mas também me dariam alívio;
polvere dei pavimenti, spostare una sedia, varrer a poeira dos pisos, mover uma cadeira,
18

mettere in ordine dei fiori in un vaso sulla colocar em ordem as flores em um vaso sobre
finestra. Qualcuno direbbe, come si dice di a janela. Alguns diriam, como se diz de um
un buon famulo: «Re Desiderio è utile, bom fâmulo: “Rei Desidério é útil, apesar de
sebbene sia re». E ne sarei felice. Quindi ser rei”. E eu seria feliz. Então fique, não
rimanga, non perché io sia vanitoso di me porque eu seja vaidoso de mim mesmo, bem,
stesso, oh, no davvero; ma perché lei mi não realmente; mas porque o senhor me
offre un modo a me finora ignoto di essere oferece um modo por mim ignorado até agora
utile. Dica, parli, comandi: re Desiderio de ser útil. Diga, fale, comande: Rei
vuol solo ubbidire. Desidério deseja somente obedecer.
A Ora non so più chiamarla maestà, e pure A Agora não sei mais chamá-la majestade, e
nella sua umiltà lei è, posso dirlo, bem na sua humildade o senhor é, posso
maestoso… dizer-lhe majestoso
B Oh, suvvia, maestoso proprio non credo; B Ah, vá lá, majestoso mesmo não creio;
quando ero veramente re, io volevo avere quando eu era verdadeiramente rei, eu
dello stile; mi crucciavo che tra noi desejava ter estilo; me afligia que entre nós
longobardi ce ne fosse così poco e tutto lombardos ele fosse tão raro e emprestado.
d’accatto. Anche la mia umiltà è, come Também a minha humildade é, como dizer?
dire?, sincera ma mediocre. Infatti, se Sincera, mas medíocre. Na verdade, se eu
avesse stile non sarebbe così sincera, non tivesse estilo não seria assim sincero, não
trova? No, non sarebbe falsa, forse è questo acha? Não, não são seria falsa, talvez é isso
che lei pensa, ma sarebbe… eh, il mio que o senhor pensa, mas seria ... certo, o meu
lessico non è gran che, vediamo, sarebbe, léxico não é tão grande que, veremos, seria,
diciamo, più cerimoniosa. Sa, un po’ di digamos, mais cerimoniosa. Sabe, um pouco
inchini, di capo inclinato da una parte, de reverência, de cabeça inclinada de um
porpora, ma umiliata porpora… I re umili, lado, púrpura, mas humilhada púrpura ... Os
ce ne sono sa, i re umili hanno un loro modo reis humildes, existem sabe, os reis humildes
di fare, come se fossero amici personali di têm o seu modo de fazer, como se fossem
Dio, e pensassero: Sì, certo, tu sei Dio, ma amigos pessoais de Deus, e pensassem: Sim,
io sono re, e un re che si umilia, per la stessa certo, você é Deus, mas eu sou rei, e um rei
altezza da cui muove, è assai più umile, que se humilha, da perspectiva da qual se
anche se non lo è gran che, di un qualunque move, é consideravelmente mais humilde,
pezzente, che umile e umiliato lo è già. A embora não é assim tanto, como um mendigo
me non riesce… Mi segue?
19

qualquer, que humilde e humilhado é. Eu não


posso ... Você me segue?
A La seguo: e, se me lo consente, con onesta A Eu o sigo: e, se me permitir, com honesta
ammirazione. admiração.
B Onesta, onesta? Lei vuol dire che lei mi B Honesta, honesta? O senhor deseja dizer
riconosce come non re, sebbene io sia re? que o senhor me reconhece como não rei,
Che lei non adula? Già, dopo tutto, che apesar que eu seja rei? Che o senhor não
assurdità, a chi verrebbe in mente di adulare adula? Sim, afinal, que absurdo, quem
un re… lei mi capisce, no? Se io fossi vivo, pensaria em lisonjear um rei ... o senhor me
e lei fosse, come potrebbe essere, un entende, não é? Se eu fosse vivo e o senhor
contadino fattosi prete, un uomo semplice fosse, como poderia ser, um camponês que se
ma non incolto, forse la prenderei alla mia tornou padre, um homem simples mas não
corte, come scrivano, come cappellano, inculto, talvez eu o levasse a minha corte,
magari come giullare; che bei giullari como escrivão, como capelão, talvez como
c’erano, ai miei tempi, forse è l’unica cosa trovador; que belos trovadores existiam, aos
che rimpiango; cantavano, ballavano, meus tempos, talvez seja a única coisa que
scrivevano storie; non ci fossero stati loro, me arrependo; cantavam, dançavam,
che sapevano di latino e lo scrivevano, di escreviam histórias; se eles não tivessem
me, di noi longobardi non sarebbe arrivato existido, os que sabiam latim e o escreviam,
neanche il nome. de mim, de nós lombardos não teria chegado
nem mesmo o nome.
A Lei è stato il re coraggioso e sventurato di A O senhor foi o rei corajoso e desventurado
un popolo… de um povo ...
B Coraggioso, no; non lo sono mai stato; B Corajoso, não; não o fui jamais; eu ... não
io… non mi piaceva la guerra, per questo i gostava da guerra, por isso os meus duches
miei duchi non mi amavano molto. Loro não me amavam muito. Eles eram homens
erano uomini duri, tutto un fragor di duros, todos um fragor de armadura, bastava
armature, bastava che montassero a cavallo que montassem a cavalo e ali se sentia a mil
e li si sentiva a mille miglia… sembravano milhas ... pareciam um exército sempre em
un esercito sempre in moto, e non erano che movimento, e não passavam de bandidos
dei bravacci isolati, braccati e atterriti… isolados, caçados e aterrorizados ... Eu não
Non dovrei dirlo, ma molto non mi deveria dizer isso, mas não gostava muito
piacevano; con loro non si poteva parlare di deles; com eles não se podia falar de outra
20

niente altro che di guerre, di soldi, di cattiva coisa senão de guerras, de dinheiro, de
politica e di donne… Guerre non amavo, política ruim e de mulheres ... Guerras eu não
forse ero già presago, soldi non curavo, la amava, talvez era um presságio, o dinheiro
politica la delegavo ai cortigiani, più astuti, não me importava, a política eu delegava aos
e di donne un re non parla, se non con cortesãos, mais inteligentes, e de mulheres
una donna, per apprendere, non per umiliare um rei não fala, exceto com uma mulher, para
e umiliarsi. Quei duchi erano coraggiosi, va aprender, não para humilhar e humilhar-se.
da sé, ma, per tornare a quello che si diceva Aqueles duques eram corajosos, é evidente,
or ora, non avevano stile… Cattiva cucina, mas, voltando ao que eles estavam dizendo
la nostra, non voglio negare, ma quelli come agora, eles não tinham estilo ... Cozinha
mangiavano, mio Dio! Quando tutto finì, ruim, a nossa, eu não quero negar, mas
almeno ebbi la solitaria gioia di mangiare aqueles como comiam, meu Deus! Quando
per conto mio, o con venerabili frati dal tudo terminou, ao menos tive a solitária
sorso sommesso e la barba bianca sempre alegria de comer por minha conta, ou com
netta. E che baccano, che baccano! Alla mia veneráveis frades de palavras calmas e de
corte, solo i frati e i giullari sapevano barba branca sempre limpa. E que barulho,
adoperare la voce nei modi che spettano alla que barulheira! Na minha corte, somente os
voce; si alza la voce quando si è adirati, a frades e os trovadores sabiam usar a voz de
torto o a ragione, ma non si può berciare maneira que esperava à voz; se levanta a voz
tutto il giorno, e la sera e la notte… Per loro, quando se está zangado, com ou sem razão,
una dichiarazione d’amore, una mas não se pode bramir o dia todo, e à tarde
dichiarazione di guerra, erano la stessa e à noite ...Para eles, uma declaração de
cosa… Forse lo sono, non sta a me amor, uma declaração de guerra, eram a
giudicare, ma non si può agire come se si mesma coisa ... Talvez o são, não cabe a mim
fosse sempre in guerra guerreggiata, no? julgar, mas você não pode agir como se
Sempre in rissa con tutto e con tutti… Non estivesse sempre em uma guerra travada, não
erano dei guerrieri… io m’ero fatto leggere é? Sempre brigando com tudo e com todos ...
e spiegare l’Eneide… erano… degli Eles não eram guerreiros ... eu os fiz ler e
attaccabrighe, dei provocatori, e insieme explicar a Eneida ...eles eram ... os valentões,
degli spaventati… Teppisti, quei duchi; ma os provocadores e, ao mesmo tempo, os
sono finiti male, e devo avere pietà di loro, assustados ... Rufias, aqueles duques; mas
e lo confesso, ho talora qualche tenerezza acabaram mal, e devo ter pena deles, e
per quei mettimale sciocchi e infantili… confesso que às vezes sinto alguma ternura
21

Erano più goffi che villani, più ignari che por esses encrenqueiros tolos e infantis .. Eles
tracotanti. Sa, qualcuno un po’ di latino lo eram mais desajeitados que os vilões, mais
sapeva anche, ma erano pochi; per lo più ignorantes do que arrogantes. Você sabe,
qualche frase di volgare e poi solo il nostro alguns sabiam um pouco de latim também,
vecchio e aspro longobardo, che ci legava i mas eram poucos; na maior parte, algumas
denti. Io non amavo la nostra lingua; non la frases de vulgar e depois apenas o nosso
amavo per nulla; dicevano che avevo velho e áspero lombardo, que amarrava os
dirazzato; e forse avevano ragione: non per nossos dentes. Eu não amava nossa língua; eu
niente sono stato l’ultimo. Dopo di me… não a amava de jeito nenhum; eles disseram
oh, non il diluvio, per carità! È bastata una que eu a tinha jogado fora; e talvez eles
pioggerellina e un po’ di vento, neanche estivessem certos: eu não fui o último por
molto, diciamo una brezza notturna: ed è nada. Depois de mim ... bem, não o dilúvio,
finito tutto. pelo amor de Deus! Tudo o que foi preciso
foi uma garoa e um pouco de vento, nem
mesmo muito, vamos dizer uma brisa da
noite: e estava tudo acabado.
A Dei longobardi non è restato quasi nulla; A Dos lombardos não restou quase nada; e
eppure… ainda ...
B Niente eppure; e non è vero «quasi nulla»: B Nada ainda; e não é verdade "quase nada":
nulla proprio, nemmeno la lingua. Mi nada mesmo, nem mesmo a língua. Parece-
sembra un segno sacro questa scomparsa me um sinal sagrado este desaparecimento
totale di una lingua parlata da gente nata per total de uma língua falada por pessoas
vincere, per conquistare… La nostra lingua nascidas para vencer, para conquistar ...
è scomparsa come l’etrusco, ma non ha Nossa língua desapareceu como a etrusca,
attorno nemmeno la dignità del mistero; è mas nem sequer tem em torno de si a
sparita, quella lingua inamabile, irta, ma che dignidade do mistério; ela desapareceu,
era pur sempre la lingua dei miei sogni… Io aquela língua não amável, eriçada, mas que
sognavo in longobardo, e ora ne è rimasto ainda era a língua dos meus sonhos ... Sonhei
quel che resta di un sogno, quando ci si na língua lombarda, e agora resta o que resta
sveglia. Nessuno scrisse mai nulla, in quella de um sonho, quando você acorda. Ninguém
lingua; qualcuno parlava, di notte, vicino al nunca escreveu nada nessa língua; alguém
fuoco, dei luoghi da cui venivamo, i luoghi falava, à noite, perto do fogo, dos lugares de
che nessuno di noi aveva mai visto; e i onde viemos, lugares que nenhum de nós
22

nostri re, Alboino, quella canaglia, quello jamais havia visto; e nossos reis, Audoíno
sprovveduto di Rachis, Liutprando, il nostro aquele canalha, o despreparado Ratchis,
Ulisse, un uomo forte e furbo, e Liutprando, nosso Ulisses, um homem forte
quell’Adelchi che voi conoscete, ma che e inteligente, e aquele Adelqui que você
era, se debbo dirla schietta, un soldataccio e conhece, mas isso foi, se devo dizer
basta. Perdere giova, no? Quando noi francamente, apenas um soldado e nada mais.
ascoltavamo queste storie notturne, ci É bom perder, não é? Quando ouvimos essas
accorgevamo, anche i più rozzi di noi, di histórias noturnas, percebemos, até mesmo o
non avere patria, di non avere casa. mais cruel de nós, que não tínhamos pátria,
Eravamo entrati in casa altrui, avevamo que não tínhamos casa. Havíamos entrado na
dato una spinta a gente che per poca casa dos outros, havíamos dado um impulso
rozzezza non sapeva menar le mani, ed às pessoas que, por pouca rudeza, não sabiam
eravamo entrati; ma in realtà, eravamo fazer justiça pelas próprias mãos, e nós
gente da tende e da capanne, e in un entramos; mas na realidade, nós éramos
palazzo, questo luogo così stabile e pessoas de tendas e cabanas, e em um
costante, non sapevamo vivere. E poi era palácio, este lugar tão estável e constante, nós
così freddo; e non si poteva alzare una não sabíamos como viver. E então estava tão
parete per uscire all’aria aperta quando frio; e você não podia erguer uma parede para
c’era il sole; e non c’era odore di pelli e di sair ao ar livre quando o sol estava fora; e não
argilla e di erbe; non c’era nessun odore, havia cheiro de peles, barro e ervas; não
eccetto il cattivo odore dei cibi e dei corpi havia cheiro, exceto o cheiro ruim de comida
dei guerrieri mal lavati. Quando chiudevo il e os corpos de guerreiros mal lavados.
palazzo per qualche tempo, e poi, dopo Quando fechei o prédio por algum tempo e
settimane mi accadeva di rientrare, sentivo depois de algumas semanas retornei, senti o
l’odore del palazzo, un luogo morto, cheiro do palácio, um lugar morto,
intimamente deserto; lo so, non avevamo intimamente deserto; Eu sei, nós não
stile, in due secoli non l’avevamo imparato. tínhamos estilo, em dois séculos nós não
Ma anche ora non ho nostalgia del palazzo: havíamos aprendido. Mas mesmo agora não
una capanna non si chiude mai; o è viva o è tenho nostalgia pelo palácio: uma cabana
abbandonata, dunque morta; una tenda, poi, nunca se fecha; ou está viva ou é abandonada,
ti viene dietro, è un animale domestico, la portanto morta; uma tenda, então, anda atrás
vorresti con te anche nella tomba; ma un de você, é um animal doméstico, o desejarias
palazzo, che tristezza; solo un re può com você mesmo no túmulo; mas um
23

viverci, per penitenza. E a quel tempo c’era, palácio, que tristeza; só um rei pode viver ali
oltre il palazzo, solo qualche cappella, molti por penitência. E naquela época havia, além
ruderi, e capanne; invidiavo i villani do palácio, apenas algumas capelas, muitas
d’Italia, che vivevano come i miei erano ruínas e cabanas; invejei os vilões da Itália,
vissuti anni prima, generazioni prima. que viveram como os meus tinham vivido
anos antes, gerações antes.
A Dunque l’Italia non diventò mai una A Então a Itália nunca se tornou um lar para
patria per voi? Eppure non avevate più você? No entanto, você não tinha mais
luoghi da considerare vostri. lugares para considerar os seus.
B Noi non avevamo mai avuto una patria, B Nós não tivemos uma pátria no sentido que
nel senso che lei dice; mai dei luoghi che ci o senhor diz; nunca dos lugares que tivessem
avessero imparato, come un animale aprendido com nossa raça, como um animal
im1para il suo padrone, l’essere umano con aprende com o seu mestre, o ser humano com
cui collabora. Avevamo tende, e capanne da quem ele coopera. Tínhamos tendas, e
abbandonare; trattavamo la terra come i cabanas para abandonar; nós tratamos a terra
navigatori trattano il mare: un luogo da como navegadores tratam o mar: um lugar
percorrere, ma i porti non stanno in mezzo para ir, mas os portos não estão no meio do
al mare. Eravamo uomini da preda, non mar. Nós éramos homens de rapina, não
pacifici agricoltori; sostavamo qualche fazendeiros pacíficos; paramos alguns anos,
anno, poi la fama e la smania, e le continue depois a fama e a mania, e as lutas constantes
risse con altre genti ci spingevano altrove; com outras pessoas nos empurraram para
per secoli, il figlio non conobbe mai il outro lugar; durante séculos, o filho nunca
paesaggio che aveva visto l’infanzia del conheceu a paisagem que havia visto a
padre; per ogni figlio, il padre era un uomo infância de seu pai; para cada criança, o pai
venuto da altri luoghi, un vagabondo finito era um homem de outros lugares, um
nella sua capanna. vagabundo terminado em sua cabana.
A Ma in Italia non fu diverso? A Mas na Itália não foi diferente?
B Sì, fu diverso; e fu questa la tragedia: noi B Sim, foi diferente; e esta foi a tragédia: nós
restammo in Italia per due secoli e alla fine permanecemos na Itália por dois séculos e no
qualcosa, in noi, solo in noi, era cambiato. final algo, em nós, somente em nós, havia
Ora il figlio conosceva i luoghi in cui il mudado. Agora o filho conhecia os lugares
padre era cresciuto; fu una cosa… onde o pai crescera; foi uma coisa...
straziante. desoladora.
24

A Straziante? A Desoladora?
B Ecco, soffrimmo molto; ma la nostra B Então, sofremos muito; mas nossa maldita
dannata lingua nemmeno ci permise di língua nem sequer nos permitiu saber, dizê-
saperlo, di dirlo, di deplorarlo. E questa lo, deplorá-lo. E essa condição era, para nós,
condizione era, per noi, la peggiore; ora non o pior; agora não corríamos mais de uma
correvamo più da una montagna a una montanha para uma planície; estávamos
pianura; eravamo fermi, ed eravamo in casa parados, e estávamos na casa de outros. Claro
altrui. Certo, avevamo vinto; nessun que havíamos vencido; nenhum italiano teria
italiano avrebbe osato sfidarci; e sebbene ousado nos desafiar; e, embora passássemos
passassimo il tempo a litigare fra noi, come o tempo brigando entre nós, como sempre
avevamo sempre fatto, e far strazio e havíamos feito, e nos atormentado e vingado
vendetta l’uno dell’altro, sembrava che um ao outro, parecia que continuamos a
continuassimo una recita molto tempo dopo brincar muito depois de todo o espetáculo ter
che tutto lo spettacolo era finito, e spente le acabado, e apagadas as luzes e desaparecido
luci e sparito il pubblico, anzi morto il o público, na verdade morto o público, de
pubblico, di vecchiaia. Ora eravamo fermi, velhice. Agora estávamos parados, mas
ma eravamo dei conquistatori solitari; i éramos conquistadores solitários; os
villani ci vedevano passare a cavallo, camponeses nos viram passar a cavalo,
ferrigni e distanti, e si traevano in disparte. ferrenhos e distantes, e se afastaram. Eles
Erano con noi gentili e spauriti; eravamo eram gentis e amedrontados conosco; nós
insolenti e avevamo armi: me ne vergogno; éramos insolentes e tínhamos armas: tenho
fu un triste tempo per quegli onesti e timidi vergonha; foi uma época triste para aqueles
villani; due secoli: generazioni che non camponeses honestos e tímidos; dois séculos:
conobbero mai altro che quel modo assurdo gerações que nunca conheceram outra coisa
di vivere, sotto guerrieri e duchi che senão aquele modo absurdo de viver, sob
parlavano una lingua incomprensibile, e guerreiros e duques que falavam uma língua
noi, i potenti, i conquistatori che nemmeno incompreensível, e nós, os poderosos, os
sapevamo la lingua dei villani… Ed era una conquistadores que nem conheciam a língua
lingua strana, diversa di luogo in luogo, un dos camponeses ... E era uma língua
po’ latino ma con molto che non estranha, diferente de lugar para lugar, um
conoscevamo; e i nostri che stavano a pouco latim, mas com muita coisa que não
Spoleto e Benevento impararono alla fine sabíamos; e os nossos que estavam em
un volgare talmente diverso da quello che si Espoleto e Benevento eventualmente
25

usava a Pavia o ad Aquileia, che non si aprenderam um vulgar tão diferente daquele
capiva nulla. Ma questo conta poco; il fatto usado em Padova ou Aquiléia que nada foi
è che non avevamo nessun modo di compreendido. Mas isso conta pouco; o fato
diventare italiani se non cessando di essere é que não tínhamos como nos tornar
longobardi, e che non potevamo avere né italianos, a menos que deixássemos de ser
una patria né una sede restando longobardi. lombardos, e que não pudéssemos ter nem
Fu una coabitazione secolare: ma che noi pátria nem lar enquanto permanecêssemos
fossimo degli invadenti estranei, lo lombardos. Era uma coabitação secular: mas
dimostra il fatto che, alla fine, persa l’ultima que éramos estranhos intrusivos, isso é
battaglia, sparimmo del tutto; ci lasciammo demonstrado pelo fato de que, no fim, tendo
dietro qualche chilogrammo di oggetti perdido a última batalha, desaparecemos
lavorati, una misteriosa casa a Cividale, dei completamente; deixamos para trás alguns
pezzi di muro costruiti dalle maestranze quilos de objetos trabalhados, uma misteriosa
locali, un’iscrizione attorno alla vera di un casa em Cividale, pedaços de muralha
pozzo a Bologna, qualche legge scritta in construídos por artesãos locais, uma
pessimo latino. Noi siamo una curiosità inscrição em volta do poço de um poço em
storica, come il pavone bianco. Bolonha, alguma lei escrita em péssimo
latim. Somos uma curiosidade histórica,
como o pavão branco.
A Ma dopo la sconfitta, quando i duchi del A Mas depois da derrota, quando os duques
Nord si dispersero, non diventaste italiani? do Norte se dispersaram, você não se tornou
Qualcuno dice che eravate diventati italiano? Alguns dizem que você se vocês se
‘paesani’: dunque, perdendo, avete trovato tornam 'camponeses': portanto, perdendo,
una patria. vocês encontraram uma pátria.
B Può darsi: non saprei dire. Io venni B Talvez: eu não posso dizer. Eu fui
sconfitto, e finii in Francia. Non so se ho derrotado e acabei na França. Não sei se
mai desiderato di essere italiano, un algum dia quis ser italiano, um "camponês",
‘paesano’, come lei dice; io volevo essere como o senhor diz; eu desejava ser latino;
latino; avere dei libri da leggere, una storia tenho livros para ler, uma história para ouvir
da ascoltare e da raccontare, dei luoghi sacri e contar, lugares sagrados para os eventos de
alle vicende dei miei antenati, anche delle meus ancestrais, até tumbas para orar:
tombe su cui pregare: tombe di antenati túmulos de desconhecidos, mas
ignoti, ma assolutamente miei. Ero re dei absolutamente meus ancestrais. Eu era o rei
26

longobardi, ma non ebbi un nome dos lombardos, mas não tinha um nome
longobardo; sono orgoglioso del mio nome lombardo; tenho orgulho do meu nome em
latino, bello e malinconico: Desiderio. E latino, belo e melancólico: Desidério. E
forse è giusto che il re della sconfitta porti talvez seja certo que o rei da derrota tenha um
un nome inedito nella storia dei vinti. Mi nome inédito na história dos vencidos. Eu
piace pensare che io ero alla testa dei gosto de pensar que estava à frente dos
longobardi, ma ero anche estraneo; essi non lombardos, mas também era um estranho;
avevano patria in Italia, io non avevo eles não tinham pátria na Itália, eu não tinha
consanguinei tra i miei. Lei dirà: quando io parentes entre os meus. O senhor dirá:
ero re, i latini non c’erano più, c’erano i quando eu era rei, os latinos não mais
villani che tra qualche secolo sarebbero stati existiam, existiam os aldeões que daqui a
gli italiani. Appunto, volevo una cosa alguns séculos teriam sido italianos.
assurda; io non ero né uomo né re: ero, Exatamente, eu desejava algo absurdo; eu
come dicevo, un desiderio; la voglia di não era nem homem nem rei: eu era, como eu
qualcosa di impossibile; finii col farmi disse, um desejo; o desejo de algo
qualcosa di molto simile a un frate. Neanche impossível; acabei fazendo algo muito
un religioso ha patria, finché non muore; parecido com um frade. Nem mesmo um
quando seppi che avevo perso, che Carlo religioso tem uma pátria, até ele não morrer;
dilagava per la pianura, che il papa mi era quando soube que havia perdido, que Carlo
contro, provai una sorta di astratta felicità: estava se espalhando pela planície, que o
la felicità di essere spogliato di ciò di cui si papa estava contra mim, senti uma espécie de
fa la vita; non sarei più vissuto in un felicidade abstrata: a felicidade de ser
palazzo, non avrei più avuto attorno quei despojado do que a vida é feita; Eu não teria
poveri duchi avviliti dalla sconfitta; quando mais morado em um palácio, não teria mais
mi dissero che i miei resistevano a Brescia em torno aqueles pobres duques
e non so dove, provai molta pena, e molto desafortunados pela derrota; quando me
fastidio; non avrebbero mai capito che la disseram que meus resistiam na Brescia e eu
loro storia era finita, che dovevano não sei onde, me senti muito triste e muito
andarsene, che eravamo una razza nata per aborrecido; eles nunca entenderiam que a
perdere. Qualcun altro morì e forse ebbe história deles tinha acabado, que tinham que
modo di diventare più saggio; non lo so. Io ir embora, que éramos uma raça nascida para
finii in Francia, dove non mancavano perder. Alguém mais morreu e talvez tenha
uomini colti, e mi dicono che il mio sido o modo de me tornar mais sábio; eu não
27

contegno fu esemplare. Ci voleva una sei. Acabei na França, onde não havia falta
sconfitta per fare di me un re. Se lei mi de homens instruídos, e eles me disseram que
chiama «maestà», suppongo che lei si meu comportamento era exemplar. Era
riferisca a quel dolce e appartato periodo preciso uma derrota para me fazer um rei. Se
della mia vita, in cui lasciai che in me si você me chama de "majestade", suponho que
estinguesse del tutto il vecchio uomo esteja se referindo àquele período doce e
longobardo. Noi non eravamo stati un isolado da minha vida, no qual deixei o velho
successo, nella storia faticosa delle genti homem lombardo se extinguir por completo.
germaniche; tutto considerato, noi siamo Não havíamos sido um sucesso, na história
stati un guaio per il blasone di famiglia. E cansativa dos povos germânicos; apesar de
pensi un po’ a me, re di quella gente così tudo, éramos uma bagunça para o brasão da
mal collocata… C’è da ridere; sapesse che família. E você pensa um pouco sobre mim,
fatica, per i longobardi, entrare in qualche o rei daquelas pessoas tão mal colocadas ...
modo nella storia, nei libri di testo! Siamo Onde está a graça; se o senhor soubesse que
stati poco più che una nota in calce, una dificuldade para os lombardos entrar na
appendice da aggiungere per scrupolo di história, nos livros didáticos de qualquer
completezza, e per raggiungere tanto maneira! Nós éramos pouco mais do que uma
risultato ci abbiamo messo due secoli e nota de rodapé, um apêndice a ser adicionado
vent’anni… Noi, i conquistatori! Se c’è por uma questão de completude, e levamos
gente che, nella storia, ha proprio sbagliato dois séculos e vinte anos para alcançarmos
vocazione, siamo noi longobardi; veda un tanto ... Nós, os conquistadores! Se há
po’, se ci poteva essere ostinazione più pessoas que, na história, realmente erraram
bestiale in una razza di analfabeti – noi, em sua vocação, somos nós lombardos; veja,
conquistare proprio l’Italia, che era ancora se poderia haver mais obstinação bestial em
un labirinto di squisite rovine. Noi, che non uma raça de analfabetos - nós, conquistar a
leggevamo una parola in nessuna lingua, Itália, que ainda era um labirinto de ruínas
che non scrivevamo nemmeno la nostra, che requintadas. Nós, que não lemos uma palavra
avevamo leggende feroci e arcaiche, em qualquer língua, que nem sequer
disperse tutte con noi. Quel che restò, lo escrevemos a nossa, que tinha lendas ferozes
raccolse un frate della nostra razza, ma che e arcaicas, todos espalhados por nós. O que
forse non sognava più in longobardo, ma restou, foi organizado por um frade da nossa
sapeva latino e volgare; fu Paolo Diacono a raça, mas talvez ele já não sonhasse em
far credere che noi fossimo parte della Lombardo, mas ele sabia latim e vulgar; foi
28

storia. Ma lei può credermi: io talora mi Paulo, o Diácono quem nos levou a acreditar
domando se i longobardi siano mai esistiti, que fazíamos parte da história. Mas você
se non siano un vaneggiamento notturno di pode acreditar em mim: às vezes me pergunto
non so che mente malata, forse la mia… Se se os lombardos existiram, se eles não eram
io avessi inventato i longobardi? Io mi uma ilusão noturna de não sei o que é uma
chiamo Desiderio, sono niente altro che una mente doentia, talvez a minha ... Se eu tivesse
voglia di esistere, una voglia cui la razza, la inventado os lombardos? Meu nome é
nazione, la stirpe, come diavolo volete Desidério, eu não sou nada além de um
chiamarla quella cosa che resta alle nostre desejo de existir, um desejo para o qual a
spalle quando moriamo, non prestava nulla; raça, a nação, a linhagem, como o diabo que
non trovai niente negli stendardi dei miei, você quer chamar aquilo que está sobre as
trovai solo… Oh, un re non dovrebbe nossas costas quando morremos, não restava
parlare con questo tono, mi sembra nada; Não encontrei nada nos estandartes dos
scioccamente esibizionista, no? Diciamo meus pais, só encontrei ... Ah, um rei não
che essendo il re sbagliato di un popolo deveria falar nesse tom, parece-me tolamente
sbagliato, ero il re giusto. Il re della disfatta exibicionista, não? Vamos dizer que sendo o
è sempre un re giusto. Ma è facile vincere, rei errado de um povo errado, eu era o rei
per un re, meno facile perdere. Quello io lo certo. O rei da derrota é sempre um rei justo.
sapevo fare; diciamo che era l’unica cosa Mas é fácil vencer, por um rei, menos fácil de
che sapessi fare; specialista in sconfitta. perder. Eu sabia como fazer isso; digamos
Come tale, ero l’essenza, il nocciolo, il que foi a única coisa que eu pude fazer;
succo del mio popolo nato… per sparire, especialista em derrota. Como tal, eu era a
pfut; un popolo candela, con tutte le sue arie essência, o núcleo, o suco do meu povo
di guerriero; passa il grande smoccolatore e, nascido ... para desaparecer, puf; um povo
appunto, pfut. vela, com todos os seus ares de guerreiro;
passa o grande espevitador e, precisamente,
puf.

Potrebbero piacerti anche