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FRANCESCA BELLINO

¼AL‡ CONTRO GENI, DEMONI E DRAGONI


NELLA LETTERATURA DELLE MA݃Z‡ LEGGENDARIE

Negli ultimi anni sono apparsi alcuni importanti studi dedicati al tema del duello
nella letteratura epica araba. Partendo da differenti teorie di analisi, D. Madeyska,
P. Heath e J.-P. Guillaume 1 hanno sostenuto che, qualsiasi siano le circostanze del
conflitto, la natura del terreno e l’identità dei protagonisti, il duello viene ripetuto
nel corso della narrazione con un campionario di formule ben definito. Tra i
materiali presi in considerazione in questi tre contribuiti non figurano testi della
letteratura delle maÐ…z† leggendarie, benché anch’essi, raccontando le imprese
militari del Profeta e dei suoi compagni, presentino numerose descrizioni di
battaglie e di duelli.
La definizione di “letteratura delle maÐ…z† leggendarie” si deve a Rudi Paret, il
quale ha studiato un vasto corpus di testi che preservano narrazioni di circa una
cinquantina di Ðazaw…t (sing. Ðazwa, ‘spedizione militare’) conservate in diverse
versioni. 2 Secondo Paret, una delle peculiarità di questa letteratura consiste nel

* Questo studio è stato realizzato nell’ambito del progetto di ricerca “La letteratura epica
araba”, diretto dal prof. Giovanni Canova, presso il Dipartimento di Studi e Ricerche su
Africa e Paesi Arabi, Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”. Ringrazio il prof.
Michele Bernardini per i suoi preziosi consigli.
1
D. Madeyska, Poetics of the S†rah. A Study of the Arabic Chivalrous Romance,
Warszawa: Dialog, 2001; P. Heath, The Thirsty Sword: S†rat ‘Antar and the Arabic
Popular Epic, Salt Lake City: University of Utah Press, 1996, in part. cap. VIII
“Compositional Models and Narrative Generation: The Battle Scene”, pp. 123-148; J.-P.
Guillaume, “Les scènes de bataille dans le Roman de Baybars: Considérations sur le
‘style formulaire’ dans la tradition épique arabe”, Arabica, 51 (2004), pp. 55-76.
2
R. Paret, Die legendäre Maghâzi-Literatur. Arabische Dichtungen über die
muslimischen Kriegszüge zu Mohammeds Zeit, Tübingen: J.C.B. Mohr, 1930. I testi che
che conservano narrazioni di Ðazaw…t sono per lo più quaderni manoscritti di tarda
compilazione, redatti tra il XIV e la fine del XIX secolo, la maggior parte dei quali
risultano inediti e preservati in numerose versioni. Queste narrazioni ci sono giunte fra
loro autonome, vale a dire dedicate ciascuna ad una spedizione; la loro estensione è
varia: accanto a redazioni brevi, di qualche decina di fogli, si trovano redazioni più
estese, di qualche centinaio e oltre di fogli. Solo in alcuni casi (ad es. Ýazwat Arqa¥)

QSA n.s. 1 (2006), pp. 157-172


presentare sia narrazioni con fondamento storico, vale a dire sviluppate a partire da
resoconti trasmessi nella S†ra di Ibn Hiš…m (m. ca 833) e nelle MaÐ…z† di al-W…qid†
(m. 823), sia narrazioni prive di fondamento storico e di carattere leggendario. Una
seconda peculiarità – di grande interesse per il nostro studio – consiste nel destinare
particolare attenzione alle gesta sul campo di battaglia di ¼Al† b. Ab† ¦…lib, cugino
del Profeta e quarto califfo. Conviene ricordare che questa letteratura, prodotta e
diffusa in ambito sunnita – di cui sono qui esaminate le versioni –, ha conosciuto
una circolazione importante specialmente in ambienti popolari, costituendo per
molti secoli uno strumento di intrattenimento nonché di islamizzazione.
Ad una analisi del tema del duello nella letteratura delle maÐ…z† leggendarie, e in
particolare dei duelli in cui l’eroe musulmano per antonomasia, ¼Al† b. Ab† ¦…lib, si
batte contro geni, demoni e dragoni, è dedicato il presente contributo. 3

1. Il duello contro geni, demoni e dragoni nelle maÐ…z† leggendarie


Un confronto con i testi della letteratura delle maÐ…z† leggendarie consente,
come abbiamo accennato, di rilevare una presenza decisamente importante di
episodi in cui sono descritti duelli. Più in particolare, risulta significativo che, in un
discreto numero di spedizioni, i combattimenti e duelli si svolgano non tanto contro
cavalieri avversari di opposte fazioni, quanto piuttosto contro esseri sovrumani e
creature fantastiche, vale a dire contro geni, demoni e dragoni. Laddove in alcune
Ðazaw…t questi si limitano ad essere singoli episodi circostanziati inseriti all’interno
di vicende più estese, non necessariamente di carattere leggendario, in altre essi
diventano il fulcro della narrazione. 4

––––––––––
arrivano a costituire dei veri e propri “cicli” paragonabili a quelli ampiamente attestati
nell’epica araba. Lo studio dei manoscritti e dei relativi fondi che conservano Ðazaw…t è
dunque particolarmente importante perché rappresenta oggi il solo mezzo per conoscere
questo genere letterario.
3
I duelli contro geni, demoni e dragoni rientrano nella tipologia dell’“Eroe a duello contro
il Mostro”. Per una classificazione del motivo, rimando a H. El-Shamy, Folk Traditions
of the Arab World. A Guide to Motif Classification, Bloomington/Indianapolis: Indiana
University Press, 1995, I, p. 58, B11.11 “Fight with dragon”; M.C. Lyons, The Arabian
Epic. Heroic and Oral Story-telling, Cambridge: Cambridge University Press, 1995, II:
Analysis, voci “attack”, pp. 278-279, “battle”, p. 279, “duel”, p. 287, “duel/fight”, p. 380.
4
Ai fini del nostro studio è interessante notare delle affinità tra le Ðazaw…t esaminate e un
poema persiano di epoca timuride intitolato Kh…var-n…mè che narra la conquista da parte
di ¼Al† di sette fortezze/città ultima delle quali è la città d’oro. In questo poema ¼Al† è
ritratto a più riprese mentre si batte contro geni, demoni e dragoni, con immagini che
evocano chiaramente quelle dei testi da noi esaminati. Laddove nel Kh…var-n…mè questi
duelli risultano inseriti all’interno di una lunga spedizione, nei nostri testi essi diventano
gli episodi centrali di una spedizione più breve, che si svolge in un unico luogo

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Sul piano formale, i duelli contro geni, demoni e dragoni si differenziano da
quelli contro nemici di opposte fazioni, descritti da Madeyska, 5 sia perché non
presentano un’organizzazione che permette di distinguere precise fasi e sequenze,
sia perché riportano elementi estranei alle convezioni presentate nel suo studio che
saranno invece oggetto della nostra attenzione. Con il proposito di evidenziare le
peculiarità letterarie di questa tipologia di duelli e, più in particolare, del ruolo di
¼Al† all’interno della letteratura delle maÐ…z† leggendarie, abbiamo scelto di
prendere in esame alcune narrazioni in cui ¼Al† si batte quasi esclusivamente contro
geni, demoni e dragoni. A tal fine abbiamo limitato la nostra scelta alle diverse
versioni manoscritte di tre Ðazaw…t, che sono: ‘La Spedizione del Castello d’oro’
(Ýazwat Qa¡r al-÷ahab), ‘La Spedizione del Pozzo della bandiera’ (Ýazwat Bi½r
÷…t al-¼alam) e ‘La Spedizione di Wa|š al-Hind†’ (Ýazwat Wa|š al-Hind†). 6
Tale scelta non è casuale e trae ispirazione anche da quanto riportato in una
Ðazwa in cui si racconta che un vecchio beduino si rivolse al Profeta Mu|ammad,
pregandolo di far intervenire suo cugino ¼Al† contro il demone Wa|š al-Hind†,
perché era il solo che fosse in grado di fronteggiarlo. Il brano che riportiamo è, oltre
a ciò, particolarmente significativo in quanto – con il noto espediente narrativo della
presentazione di un personaggio attraverso la declamazione delle sue virtù –
fornisce esattamente l’immagine di ¼Al† quale emergerà dal nostro studio:

Dai principi delle tribù e dai comandanti delle armate mi è giunta notizia che presso di te
c’è un cavaliere, detto Leone di Dio, l’Impetuoso, colui che divide i battaglioni e ti fa
vedere cose meravigliose! Il suo nome è ¼Al† b. Ab† ¦…lib! Ha già combattuto contro i

––––––––––
circostanziato, sia esso un pozzo di cui si sono impadroniti i geni, oppure un castello
occupato dal dragone. A tal proposito, G. Calasso, “Un’«epopea musulmana» di epoca
timuride: il X…var-n…mè di Ebn ðos…m”, Atti della Accademia Nazionale dei Lincei,
Memorie, Classe di Scienze morali, storiche e filologiche, ser. VIII, vol. XXIII, fasc. 5
(1979), pp. 385-539, in part. 421-423, sostiene che “le affinità riscontrabili fra il Kh…var-
n…mè e questa letteratura [maÐ…z† leggendarie] sono tali da rendere plausibile l’ipotesi di
un legame diretto”.
5
Su questa tipologia di duelli si veda Madeyska, Poetics of the S†rah, pp. 89-115.
6
Oggetto di questa ricerca sono solo narrazioni brevi (vedi nota 2). Non sono state prese
in esame le opere Fut™| al-Yaman (‘La conquista dello Yemen’) e Fut™| al-|u¡™n al-
sab¼a (‘La conquista dei sette castelli’), poiché – per quanto ¼Al† sia l’eroe protagonista
e siano menzionati numerosi duelli contro geni, demoni e orchi – si tratta di due veri e
propri “cicli” con caratteristiche del tutto peculiari. Le versioni manoscritte (manoscritti
egiziani e siriani) e a stampa delle Fut™| al-Yaman sono state oggetto della mia tesi di
dottorato Tratti linguistici e stilistici nell’opera Fut™| al-Yaman conosciuta come
Ýazwat Ra½s al-Ý™l di Ab™ al-ðasan al-Bakr†, Università degli Studi di Firenze,
Firenze, a.a. 2004-2005. Nel cap. 5 è presentata un’analisi “formale” del tema del duello
in questa opera.

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geni al Pozzo della bandiera, uccidendo il loro sovrano Maym™n e facendo loro gustare i
sorsi della morte! Ha ucciso nel Uadi della Sventura il re al-³ayÅa¼…n e ha ucciso F…¼™s
nel Castello d’oro. Ha sferzato colpi della sua spada contro gli spiritelli e i geni – pareva
un fuoco che divampava! –, e ha bruciato un demone che era al pozzo di Badr. Egli è il
cavaliere, l’Amico di Dio! Quante schiere di geni ha già ucciso e non ha avuto timore né
dei demoni, né dei diavoli! 7

Nel menzionare esplicitamente le vittorie al Pozzo della bandiera, al Castello d’oro,


al Pozzo di Badr e contro il re al-³ayÅa¼…n, il beduino celebra, perciò, non solo le
virtù cavalleresche di ¼Al†, abile nel compiere gesta straordinarie sul campo di
battaglia ma fornisce anche una precisa indicazione riguardo alle spedizioni che –
per lo meno nella tradizione letteraria – gli hanno conferito la fama di aver sconfitto
geni, demoni e dragoni.

2. La spedizione del Pozzo della bandiera e i combattimenti contro i geni


Tra le storie che descrivono ¼Al† intento a lottare contro dei geni, ‘La
Spedizione del Pozzo della bandiera’ (Ýazwat Bi’r ÷…t al-¼alam) 8 risulta tra le più
interessanti, sia per il fatto che il pozzo dentro i quali si sono introdotti i geni
diventa l’obiettivo di conquista dell’intera spedizione, sia per la profusione di
episodi straordinari generati da questo avvenimento. Nella letteratura delle maÐ…z†
leggendarie è piuttosto frequente che i musulmani, nel corso delle loro spedizioni,
trovino sulla loro strada dei pozzi dentro i quali risiedono geni e demoni. Di regola,
è ¼Al† che, con la sua forza, ma soprattutto con i suoi poteri portentosi, scaccia tali
esseri, consentendo così ai compagni di poter bere dalle acque dei pozzi.
A differenza di tutti gli altri, il ‘Pozzo della bandiera’ (Bi½r ÷…t al-¼alam)
possiede alcune caratteristiche che lo rendono straordinario. I due compagni di
spedizione di ¼Al†, ¼Abd All…h b. Unays al-ßuhayn† e ¼Amr b. Umayya al-þamr†,
raccontano che il luogo ha conquistato la sua terribile fama quando vi si è insediato
un gruppo di geni ribellatisi a Salomone, disseminando morte e rovina tra coloro
che, negli anni, gli si sono avvicinati. Nelle vicinanze del Pozzo della bandiera sono

7
Ms Berlin SBPK 9016, ff. 114a-114b.
8
Di questa Ðazwa ci sono pervenute varie versioni manoscritte. Quelle che abbiamo
esaminato per questo studio sono: Ms Berlin SBPK 9007, ff. 96a-110a: Qi¡¡at Bi½r ÷…t
al-¼alam; Ms Berlin SBPK 9628, ff. 93a-105a: Ýazwat Bi½r ÷…t al-¼alam; Ms Vaticano
ar. 1035, ff. 29b-34a: ðad†Å Bi½r ÷…t al-¼alam; Ms Vaticano ar. 1747, ff. 65a-73b:
Ýazwat Bi½r ÷…t al-¼alam ma¼a am†r al-mu½min†n ¼Al†. Per questo studio abbiamo
inoltre utilizzato alcune versioni a stampa presenti nelle raccolte MaÞm™¼ la¥†f bihi ²ams
qi¡a¡, Cairo: Mu|ammad b. Šaqr™n, s.d.; MaÞm™¼at Ðazaw…t al-Im…m ¼Al†, Cairo:
ðanaf†, s.d.; Ýazaw…t al-im…m ‘Al†, Cairo: al-Q…hira, s.d.; Ýazaw…t al-Im…m ¼Al† b. Ab†
¦…lib, Ÿanaa/Beirut: al-San|…n†/al-ðad†Åa, s.d.

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passati famosi comandanti con i loro eserciti, molti dei quali sono morti per aver
bevuto dalle sue acque. 9 Sul pozzo è issata una bandiera su cui è scritta una poesia
che dissuade dall’avvicinarsi:

O viaggiatore che giungi al Pozzo della bandiera, questo è un pozzo enorme, ben solido.
Nelle sue profondità si sono introdotti i geni e vi abitano da lungo tempo.
I nuovi arrivati hanno ucciso tutte le genti, i cavalieri, arabi e stranieri.
Chiunque si è avvicinato è stato eliminato e gli è stata riservata solo morte inesorabile.
Tutto ciò che si è detto si libera al vento come fosse una bandiera!
Gente! State dunque lontani dal Pozzo della bandiera! 10

La lunga descrizione del pozzo non è priva di significato. Da una parte preannuncia
le difficoltà che presenta la discesa nel campo di battaglia (in questa circostanza il
pozzo e i suoi dintorni), dall’altra fornisce una serie di dettagli straordinari (geni,
pozzo magico, morte di coloro che gli si sono avvicinati) che conferiscono un
aspetto insolito e leggendario ai combattimenti che ¼Al† dovrà compiere.
Come spesso accade nelle Ðazaw…t, anche al Pozzo della bandiera l’intervento di
¼Al† non è immediato ed è preceduto da una sequenza introduttiva, breve, che mette
in luce un eroe secondario. A battersi contro i geni del pozzo è il suo compagno
Ab™ al-¼ƒ¡ b. Rab†¼a. Per prima cosa Ab™ al-¼ƒ¡ si oppone ad un ¼ifr†t, poi lotta
contro dei ‘geni’ (Þ…nn), infine si batte in duello contro un potente ‘demone’
(m…rid) che ha le sembianze di un ‘servo nero’ (¼abd aswad). Costui è la creatura
più ostile e spaventosa al cospetto della quale si trovano i musulmani in questa
Ðazwa. 11 Infatti, appena uscito dal pozzo, aggredisce i compagni di ¼Al†,
obbligando Ab™ al-¼ƒ¡ a lanciarsi contro e a recitare degli scongiuri pronunciando i

9
Una sola versione, Ms Berlin SBPK 9007, f. 97b, riporta dettagliatamente il nome di tutti
i tubba¼ yemeniti che scesero nella terra in cui sorge il Pozzo della bandiera.
10
Ýazwat Bi½r ÷…t al-¼alam, in MaÞm™¼ la¥†f, p. 66. Inoltre, Ms Vaticano ar. 1747, f. 66a,
aggiunge che i compagni di ¼Al†, avvicinandosi al pozzo, sentono una voce che grida:
«Chiunque si avvicina al nostro pozzo, cadrà in rovina e sarà afflitto dai tormenti e dalle
pene più violente! Facendo ritorno, verrà privato di [ogni] ricchezza e sarà gettato ad
ardere all’inferno!».
11
Le dettagliate descrizioni del nero/demone ne mettono in luce l’aspetto mostruoso. Ad
es. Ms Berlin SBPK 9628, ff. 99a-99b: «Era la creatura più selvaggia e terrificante che
avessimo mai visto. Aveva quattro teste sporgenti, ognuna delle quali aveva due occhi
che parevano quelli dei colombi; con due orecchie simili a degli scudi che scendevano
all’indietro. Aveva una bocca che sembrava quella dei maiali, con un gran ventre che
arrivava a [contenere] venti grandi giare d’argilla. Le teste parvano cupole; sotto di esse
era issato un lungo collo. Aveva fauci simili a vicoli (zuq…q) che sprizzavano scintille in
ogni direzione dagli angoli della sua bocca. Si chiamava Maym™n Ab™ al-Ru½™s ed era
un maledetto miscredente (k…fir mal¼™n)».

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nomi ‘portentosi’ (al-¼i©…m) di Dio e dei versetti del Corano. Il demone, in risposta,
scaglia una pioggia di fiamme che paiono dardi infuocati addosso ad Ab™ al-¼ƒ¡ e
in poco tempo lo uccide. Non appena il Profeta viene a sapere della sua morte,
decide di far intervenire ¼Al†.
Il primo contatto con il servo nero è innocuo: ¼Al† cerca di convertirlo, ma
costui, insolente e ribelle, non vuole piegarsi all’autorità dell’Islam. Di conseguenza
¼Al† dà una vera e propria dimostrazione dei suoi poteri: prende anch’egli a recitare
‘formule di scongiuro’ (al-¼az…½im), 12 i nomi di Dio e alcuni versetti del Corano ma
soprattutto grida tanto forte che il demone si schianta a terra e muore. 13 Uccisa la
terribile creatura, i musulmani possono avvicinarsi al pozzo, da cui continuano ad
uscire grida, voci e vampate di fuoco emesse dai geni. ¼Al† mostra di poter
interloquire con essi, parlando un ‘linguaggio’ (kal…m) che nessuno comprende.
Quanto fino ad ora riportato di questa Ðazwa mette in luce i poteri portentosi di
¼Al†, lasciando in secondo piano, senza trascurarle, le virtù che generalmente
esprime nel campo di battaglia. Così come avviene nei duelli contro avversari di
opposte fazioni, nell’entrare al pozzo questa inclinazione muta: ¼Al† si presenta ai
nemici con la lunga sequela di epiteti che di regola recita all’avversario scendendo
nel campo di battaglia. 14 Ma anche in questa circostanza sono aggiunti degli
elementi che traslano il duello su un piano decisamente meraviglioso:

Ascoltatemi! Scendo a voi e sarò vostro nemico! Vi sfido con le parole perfette (al-
kalim…t al-t…mm…t) e le formule di scongiuro (al-¼az…½im), poiché detengo il Nome che
apparve in sogno a Noè sull’arca; quello che era sull’anello di Salomone figlio di
Davide; quello che era sul bastone di Mosè; quello che pronunciò Gesù nella culla da
neonato; quello che guidò l’Inviato di Dio dalla moschea della Mecca alla moschea [di
Gerusalemme] al-Aq¡…. Il mio amato Mu|ammad mi ha insegnato il nome scritto sulle
gambe del Trono e quello per il quale ruotano il Sole e la Luna. 15

12
Nelle Ðazaw…t esaminate sono usati i due verbi di radice ¼ZM e QSM con il significato
di ‘scongiurare qualcuno’, ‘pronunciare delle formule di scongiuro contro’.
13
Nella Ýazwat Bi½r ÷…t al-¼alam, in MaÞm™¼ la¥†f, p. 75, la sequenza termina con un
versetto della sura delle Fazioni alleate: «E Dio ha rimandato i Negatori nel loro
corruccio. Sì che nulla di buono ottennero; e basta Iddio a proteggere i credenti in
battaglia: Dio è forte e potente!» (Cor. 33:25).
14
Nelle tre Ðazaw…t ¼Al† si presenta ai demoni e ai geni declamando la consueta sequenza
di epiteti che termina con il proprio nome, secondo una modalità ben nota nell’epica
araba. A tal proposito si veda Madeyska, Poetics of the S†rah, pp. 39-52.
15
Ms Vaticano ar. 1747, f. 70b. Ad ¼Al† viene generalmente attribuita la conoscenza non
solo del nome supremo di Dio, ma anche di quelli degli “oggetti di potere” dei profeti. T.
Canaan, “The Decipherment of Arabic Talismans”, ora in E. Savage-Smith (ed.), Magic
and Divination in Early Islam, Aldershot: Ashgate (“The Formation of the Classical
Islamic World”, 42), 2004, p. 147, riporti alcune formule in cui compare la ripetizione

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Tale prospettiva si conferma anche nella modalità in cui viene affrontata la vera e
propria lotta contro demoni e geni:

Quanto all’imam, gridava loro [ai geni], li attaccava, li inceneriva con i nomi ‘portentosi’
di Dio e con i Suoi nobili versetti, così che questi si fermarono, le loro voci si
affievolirono e si dissolsero. I geni si sparpagliarono, mentre l’imam dava loro del filo da
torcere a destra e a sinistra, bloccando loro tutte le strade di modo che non avessero
scampo. [I geni] scapparono nella ‘seconda terra’ ma [¼Al†] li raggiunse; scapparono
nella ‘terza terra’ e li raggiunse; scapparono nella ‘quarta terra’ fino [a che non
raggiunsero] la ‘settima terra’. Dicevano: «Imam! Imam! O cugino del Signore degli
uomini, quanto sono forti i colpi dell’imam!». Allora l’imam disse loro: «Non vi resta
che la fede!». Dissero: «¼Al†, se sei davvero il cugino del Signore degli uomini, dicci
sotto quale terra ci troviamo!», rispose: «Siete nella ‘settima terra’, nella direzione
dell’angolo yemenita della Ka¼ba». Al che annunciarono: «Proclamiamo la professione
di fede: Non c’è dio se non Iddio e tu sei il cugino dell’Inviato di Dio!» 16

La doppia menzione delle sette terre nelle quali scappano i geni inseguiti da ¼Al† e
la loro conversione/resa nella direzione dell’‘angolo yemenita’ (al-rukn al-yam…n†)
della Ka¼ba 17 conferiscono ai combattimenti un ulteriore carattere leggendario. La
spedizione si chiude con la conversione di tutti i geni rimasti in vita. Il Profeta
raggiunge i musulmani, che possono rifocillarsi e bere dalle sue acque, prima di
tornare vittoriosi a Medina.
Gli esempi che abbiamo riportato, mostrano che alle virtù eroiche espresse da
¼Al† nel campo di battaglia sono quasi sempre associati i suoi poteri portentosi.
Solo questi, infatti, consentono ad ¼Al† di portare a termine un’impresa tanto
straordinaria quale quella di eliminare i geni rifugiatisi nelle terre sottostanti il
Pozzo della bandiera. La descrizione degli avvenimenti originati dall’usare tali
poteri introduce una serie di sequenze (quali ad es. quella delle invocazioni e degli
scongiuri) che diventano caratterizzanti di questa tipologia di duelli.

3. La spedizione contro il demone Wa|š al-Hind†


‘La Spedizione di Wa|š al-Hind†’ (Ýazwa Wa|š al-Hind†) 18 narra la vittoria di
––––––––––
della frase ‘detengo il nome di’ usata come fosse un “talismano”.
16
Ms Vaticano ar. 1747, ff. 72a-72b.
17
In Ms Vaticano ar. 1035, f. 34a, dove si parla di ‘porte’. ¼Al† dice: «Dio mi ha aperto
quattro porte ed io ho visto Dio sa cosa – Egli è potente ed eccelso!».
18
Di questa Ðazwa si sono conservati due manoscritti, entrambi utilizzati per questo studio,
che sono: Ms Berlin SBPK 9016, f. 110a: Qi¡¡at qatl Wa|š al-Hind† wa-Isl…m ahl
Mad†nat al-tuff…|; Ms Berlin SBPK 9017: Ýazwat Mad†nat al-tuff…| wa-Ýazwat U|ud.
Queste due versioni sono simili e, in alcune parti, anche coincidenti. Ci è pervenuta una
versione in swahili presentata da J. Knappert, Islamic Legends. Histories of the Heroes,

163
¼Al† su questo potente demone che, come vedremo, rappresenta una figura
emblematica di creatura mostruosa. Rispetto alle altre Ðazaw…t cambia
l’ambientazione: non è più quella desertica del Pozzo della bandiera, né quella
leggendaria del Castello d’oro. Lo scenario è ora quello di un inconsueto Iraq, dove
si ergono, in contrasto, la ‘Città delle mele’ (Mad†nat al-tuff…|) governata dal
sovrano zoroastriano ‘Abd N…r e il ‘Castello delle nuvole’ (Qa¡r al-sa|…b) dimora
di Wa|š al-Hind†. Nella parte iniziale della Ðazwa un beduino iracheno chiede aiuto
al Profeta poiché sua figlia è stata rapita da Wa|š al-Hind†. Il terribile demone 19
adora un idolo d’oro con la testa a forma di pecora e si prostra davanti alle fanciulle
che ha rapito e rinchiuso nel suo castello. Questo primo elemento merita di essere
evidenziato. Infatti, mentre la lotta contro sovrani politeisti e idolatri è uno dei
motivi dominanti della maggior parte delle Ðazaw…t, tratto peculiare di questa
Ðazwa è quello del rapimento e dell’adorazione delle fanciulle:

Ogni volta che [Wa|š] rapiva una fanciulla, la metteva al cospetto dell’idolo [idolo
d’oro] e quando l’idolo la vedeva, ansimava come le pecore. Ordinava allora che ella si
prostrasse a lui, e dopo che costei, spaventata da quel demone maledetto, si era prostrata
a quella testa di pecora, Wa|š al-Hind† le diceva: «Vieni a me, o regina!». Allora lei si
sottraeva all’idolo, usciva dalla stanza [andando] in mezzo al castello. Dopo di che il
demone senza Dio – Egli è potente ed eccelso – si prostrava a lei, si concedeva alla
schiava, amandola, ossequiandola e dandole da mangiare i cibi più squisiti. Poi riportava
le fanciulle nelle loro stanze. Questa usanza, o Signore del creato, è la venerazione delle
fanciulle (¼ib…dat al-ban…t) e l’adorazione degli idoli (wa-¼ib…dat al-a¡n…m). 20

Questa Ðazwa presenta un secondo elemento particolare. Prima di battersi a duello


contro Wa|š al-Hind†, ¼Al† deve superare una serie di prove – che includono duelli
e combattimenti contro geni e dragoni – nelle inedite vesti del semplice servo di un
sovrano, piuttosto che in quelle solite dell’eroe musulmano. Ma come è giunto ¼Al†
ad essere servo del sovrano ¼Abd N…r?
Partito per la spedizione, nel deserto iracheno, ¼Al† incontra un beduino che ha
bisogno di soccorso per sfamare la sua numerosa prole. Non avendo nulla con sé da
dargli, con grande generosità gli offre se stesso per essere venduto al mercato della
città più vicina. Il sovrano della Città delle mele 21 ¼Abd N…r sta cercando uno

––––––––––
Saints and Prophets of Islam, Leiden: Brill, 1985, II, pp. 435-437: “Wa|aš al-Hind†,
King of the Spirits”. Cfr. Paret, Legendäre Magh…z† Literatur, pp. 137-139.
19
In Ms Berlin SBPK 9017, f. 2b, Wa|š al-Hind† è descritto come «un re dei geni che si
ribellarono e che si opposero al profeta di Dio Salomone figlio di Davide».
20
Ms Berlin SBPK 9017, ff. 3a-3b.
21
Sulla ‘Città delle mele’, Ms Berlin SBPK 9017, ff. 7b-8a, dice: «È una di quelle belle
città, di cui ci si può fidare per le buone opere dei suoi abitanti, che fanno sempre liete

164
schiavo e ¼Al† è proprio ciò che fa al caso suo. Sarà il malvagio visir di ¼Abd N…r,
in questa Ðazwa, a sottoporre ad ¼Al† una serie di prove, che, al contrario di quanto
vorrebbe, sortiscono solo l’effetto di esaltare le sue virtù. 22
Per prima cosa, il visir propone che ¼Al† scavi una galleria per rimuovere una
roccia che blocca l’approvvigionamento d’acqua alla città. Nessuno riesce a
spostarla e ogni volta che ci si avvicina ad essa fuoriescono scintille e vampate di
fuoco. È questa la prima prova in cui ¼Al† esibisce i suoi poteri. Scavata la galleria,
poggia la propria mano sulla roccia, aprendovi un varco profondo abbastanza da
permettere lo scorrimento dell’acqua. Come già era avvenuto al Pozzo della
bandiera, per assoggettare i geni accompagna l’azione con delle invocazioni:

O Dio, ti prego per il Sinai e per la luce, per il potere del Seggio e per opera del Trono,
per la creazione dell’uomo, per ciò che è stato scritto nella Torà e nel Corano, per il
Libro dei Salmi e per il Vangelo, per i versetti del Corano e per i libri che Idr†s – su di lui
la pace – ha letto, per i Salmi di Davide, per colui al quale è stato rivelato il Corano, il
più nobile dei discendenti di ¼Adn…n, Mu|ammad – su di lui il saluto e la benedizione di
Dio! 23

Il sovrano si felicita di quanto ha fatto il suo servo, contrariamente al visir che teme
sia un mago 24 e suggerisce di mettere una seconda volta alla prova ¼Al†. Ora, dovrà
combattere contro un dragone 25 che ha occupato il giardino del sovrano ¼Abd N…r
impedendo a chiunque l’accesso. 26 Il dragone è descritto con una gran profusione di
dettagli, meno spazio è invece riservato al duello vero e proprio. Ma è proprio
contro il dragone che ¼Al† può finalmente esibire la propria forza, sferrando colpi
––––––––––
accoglienze alla gente [che si avvicina]. Non vi abitano moltissimi uomini ma sono tutti
zoroastriani che adorano il fuoco invece di Dio onnipotente. Hanno dei bracieri di rame
(tan…n†r min al-nu|…s) a cui si prostrano di giorno e di notte. Il sovrano di questo paese
si chiama ¼Abd N…r».
22
Nel Ms Berlin SBPK 9016, f. 120a, il visir è così descritto: «Il re aveva un visir ipocrita
(mun…fiq), porco, miscredente, malvagio, zoroastriano dei più miserabili, in tutta la sua
vita non aveva detto una sola parola che non avesse causato danni».
23
Ms Berlin SBPK 9017, ff. 12a-12b.
24
È interessante riportare i timori del visir riguardo ad ¼Al†. Ms Berlin SBPK 9016, ff.
124a-124b: «E se questo tuo ragazzo fosse un mago (sa||…r) che scrive [talismani] con i
calami? O se fosse un esorcista (ra¡ad†), o un mago che soggioga i demoni, o un
indovino, o un irresoluto abile nell’arte della divinazione?».
25
In questo studio, abbiamo sempre tradotto Åu¼b…n in ‘dragone’, seguendo Basset,
“Expédition du château d’or”, che traduce ‘dragon’.
26
La descrizione di questo dragone può essere confrontata quella del dragone del Castello
d’oro. Ms Berlin SBPK 9017, f. 15a: «Sembrava un elefante, un’enorme palma, una
valle alluvionale o una grande montagna. Aveva la testa (dim…Ð) più grande di quella del
lupo ma era senza pelo; aveva un corpo meraviglioso, terrificante, pauroso».

165
con la sua potente spada:

Quando l’imam, l’Assalitore (al-karr…r), 27 vide il dragone, gridò tanto da far tremare le
regioni disabitate. Disse: «Ah! Maledetto te! Non ti avvicinare al Servo di Dio!» Poi
l’imam puntò dritto [al dragone] per ucciderlo. Lo colpì con tutta la forza della mano,
tanto che il colpo gli staccò la testa. Si esaltò e gridò: «Dio è grande! Aiuto possente di
Dio e pronto trionfo 28 !». Al che tagliò il collo del dragone così come si taglia la punta
del calamo. Gli angeli si rallegrarono del colpo. Si avvicinò al dragone e gli strappò via
la testa, la trascinò per i capelli fin davanti al sovrano, gettandola poi al suo cospetto. 29

Anche da questo secondo duello ‘Al† esce trionfante, ma una terza prova, ben più
dura, aspetta il nostro eroe. Mentre gli abitanti della città fanno festa per la vittoria,
la figlia del re viene rapita da Wa|š al-Hind†. Il visir propone che sia ¼Al† ad andare
a riprenderla, ma per farlo dovrà prima espugnare il castello di Waš| al-Hind†. Tale
castello – il Castello delle Nuvole – è posto in una zona piuttosto impervia ed è
tanto in alto che pare in mezzo alle nuvole. Come se non bastasse è circondato da
quaranta leoni e a sua guardia vi è ogni tipo di bestie feroci. Dopo essersi perso,
¼Al† giunge al castello di Wa|š al-Hind† grazie al soccorso del Profeta che in questa
sola circostanza interviene di persona, indicandogli la strada.
Il primo segno della prodigiosa forza di ¼Al† consiste nel poter vedere di notte
come se fosse pieno giorno. 30 Questa facoltà, unita alla declamazione a gran voce
del Corano e dei ‘nomi più belli di Dio’ (al-asm…½ al-|usn…, Cor. 7:180), passa in
mezzo alle bestie feroci, che, alla sua presenza, si sottomettono chinando il capo.
Come ai geni del Pozzo della bandiera e al dragone del Castello d’oro, ¼Al† parla
alle bestie, ammansendole, in un ‘linguaggio’ (kal…m) ignoto a tutti. Oltre a ciò, ha
la facoltà di non essere visto dai quaranta leoni che sono a guardia del castello e
riesce quindi ad entrarvi indenne. 31 Finalmente dentro la dimora di Wa|š al-Hind†,
¼Al† distrugge l’idolo, dalla cui testa, escono ancora un’infinità di geni lanciando
vampate di fuoco e fiammate da ogni parte. Ingaggia di conseguenza una serie di
combattimenti, 32 giurando di eliminare tutti quelli che non si convertiranno. Fermati

27
È questo un epiteto che viene generalmente attribuito ad ¼Al†. Al-karr…r è colui che
applica la tecnica del ‘colpisci e fuggi’, nota in arabo come al-karr wa-l-farr.
28
Cor. 61.13.
29
Ms Berlin SBPK 9017, ff. 17b-18a.
30
Ms Berlin SBPK 9017, f. 21a: «L’imam – Dio si compiaccia di lui – vedeva nell’oscurità
come fosse pieno giorno».
31
Ms Berlin SBPK 9017, f. 21b.
32
¼Al† si presenta nello stesso modo in cui l’aveva presentato il beduino nel brano di
apertura citato all’inizio di questo studio. Nel Ms Berlin SBPK 9017, f. 22a, tra le altre
cose, dice di essere «colui che ha ucciso Maym™n, F…¼™s, al-³ayÅa¼…n, ¼Itr†s», rivelando
così i nomi dei demoni che ha sconfitto in varie Ðazaw…t. Sui nomi dei demoni uccisi da

166
i geni è finalmente giunta l’ora di battersi contro Wa|š al-Hind†. ¼Al† lo raggiunge
proprio mentre costui tenta di scappare portando con sé tutte le fanciulle.
A differenza delle altre Ðazaw…t, il duello contro questo demone è descritto
dettagliatamente nelle sue varie fasi: esso è strutturato secondo lo schema che
ricalca a grandi linee quello dei duelli tra cavalieri di opposte fazioni descritto da
Madeyska. 33 Dopo le reciproche presentazioni e le invettive che i due contendenti si
scambiano, inizia un primo violento combattimento:

Il maledetto [Wa|š al-Hind†] brontolò, scacazzò (Þa¼ara), lanciò dalla bocca fuoco e
fiamme contro l’imam, si curvò verso [¼Al†] – il Prescelto – flettendosi come fa il leone.
[Wa|š] voleva scalzarlo dal mezzo e sbatterlo a terra, ma confuse il lungo per il largo. A
quel punto l’imam – l’Assalitore – gridò così forte che lo stordì; poi abbassò å™ al-
Faq…r – Sterminatrice di geni – e la ritrasse ancora. Allungandosi nuovamente, si distese
fino a che il filo della spada si divise in due. Infine l’imam lo attaccò cuor di leone.34

Nonostante la potenza del grido di ¼Al† 35 – che sappiamo essere una vera e propria
arma – e la forza con cui si scaglia contro il suo avversario, Wa|š al-Hind† resiste
strenuamente. Allora, come generalmente avviene con i nemici più valorosi, ¼Al†
prova a convertire l’avversario all’Islam ma costui rifiuta.
Appare una seconda descrizione del demone, che insiste questa volta con
dovizia di particolari sul suo aspetto davvero mostruoso (il demone ha quattro teste
roteanti), 36 creando così le premesse per la fase culminante del duello. Ad ¼Al† non
rimane altro che sferrare un fendente della sua spada:

––––––––––
¼Al† si sofferma anche Paret, Legendäre Magh…z† Literatur, p. 147, in part. nota a.
33
Sulle diverse fasi del duello tra cavalieri di opposte fazioni si veda Madeyska, Poetics of
the S†rah, in part. pp. 91-110.
34
Ms Berlin SBPK 9017, ff. 23a-23b.
35
Nei duelli delle tre Ðazaw…t esaminate i termini usati per indicare il grido di ¼Al†, zaÞra e
¡ay|a, sono tutt’altro che casuali e trovano un preciso riscontro nel Corano. ZaÞra,
‘grido’, ‘urlo’, compare nella sura degli Angeli a schiere, Cor. 37:19, e nella sura degli
Esseri strappanti, Cor. 79:13. Ÿay|a, ‘grido’, è usato varie volte nella sura Y…-S†n, Cor.
36:29, 49, 53. Queste sure sono significative perché verranno invocate da ¼Al† per
scongiurare geni e demoni. Nelle Ðazaw…t, ¡ay|a indica il grido d’attacco di ¼Al†.
36
Il demone è descritto con il tipico orribile aspetto della creatura mostruosa, Ms Berlin
SBPK 9017, f. 24b: «[Wa|š al-Hind†] aveva quattro teste che roteavano, su ciascuna
aveva otto corna come quelle del bufalo che parevano delle lance. In ogni testa aveva un
osso che pareva una palma e delle zanne che scendevano come fossero degli uncini. La
prima testa sembrava quella del coccodrillo, la seconda quella dell’elefante, i suoi occhi
erano screpolati; la terza testa quella del porco, il suo ventre era largo più di trenta larghe
giare d’argilla; la quarta quella del cammello». Si noti che anche il demone che era
uscito dal Pozzo della bandiera aveva quattro teste con forme animali.

167
Dopo di che l’imam gridò contro il demone: il suo grido d’ira funesta era famoso tra le
tribù degli Arabi. Poi lo colpì con å™ al-Faq…r – Distruttrice di demoni – e gridò ancora:
«Prendi questo, maledetto! È da parte di colui che ha il controllo sulle cose meravigliose,
che uccide i demoni ribelli e stermina i geni, il Principe dei prodi, l’Assalitore, ¼Al† b.
Ab† ¦…lib!». Al che la spada, scintillando, si divise in due e in mano all’imam rimasero
quattro parti sfavillanti che trafissero ciascuna le quattro teste [di Wa|š al-Hind†],
tagliandole come fossero punte di calami. 37

Dopo aver tagliato le quattro teste di Wa|š al-Hind†, ¼Al† combatte contro gli ultimi
geni rimasti nel castello, eliminando come promesso coloro che non si sono
convertiti. Libera la figlia del sovrano tenuta prigioniera insieme alle altre quaranta
fanciulle e ordina ai geni convertiti di prendere ciascuno una schiava e riportarla a
casa. Il sovrano ¼Abd N…r rimane tanto impressionato dall’impresa che decide di
convertirsi cambiando nome in ¼Abd al-Ra|m…n. Gli abitanti della Città delle mele
lo seguono, tranne il visir che si rifiuta, finendo con l’essere ucciso da ¼Al†.
Gli esempi citati di questa seconda Ðazwa confermano quanto già verificato in
precedenza, ovvero la presenza di lunghe sequenze che descrivono le lotte contro
geni e demoni risolte sostanzialmente grazie ai poteri portentosi di ¼Al†. Fa
eccezione il duello contro Wa|š al-Hind† che diventa un avversario alla stregua dei
cavalieri contro i quali ¼Al† si batte solitamente nel campo di battaglia.

4. La Spedizione al Castello d’oro e la lotta contro il dragone


La Ðazwa che più di ogni altra celebra la forza straordinaria di ¼Al† è quella
dedicata alla ‘Spedizione del Castello d’oro’ (Ýazwat Qa¡r al-÷ahab) 38 in cui è
narrata la vittoria di ¼Al† contro il dragone serpentiforme. Quasi tutte le versioni che
abbiamo esaminato associano il duello tra ¼Al† e questa creatura con la conquista di
un castello d’oro e i relativi combattimenti contro gli esseri (demoni e geni) che lo

37
Ms Berlin SBPK 9017, f. 25a.
38
Questa Ðazwa è stata studiata da R. Basset, “L’expédition du Château d’or et le combat
de ¼Ali contre le dragon”, Giornale della Società Asiatica Italiana, 7 (1893), pp. 1-81,
che ha edito e tradotto due versioni manoscritte conservate ad Algeri e a Parigi, ha
tradotto in francese una versione in aljamiado, e ha, infine, presentato la Ýazwat Ra½s al-
ݙl. Per questo studio abbiamo esaminato le seguenti versioni: Ms Berlin SBPK or. oct.
3860, ff. 12a-17b: ðad†Å Qa¡r al-÷ahab; Ms Paris BNF 2738, ff. 137a-149a: ðad†Å Qa¡r
al-÷ahab; Ms Vaticano ar. 1035, ff. 5b-8b: ðad†Å qa¡r al-÷ahab; Ms Vaticano ar. 1747,
ff. 73a-78a: ³abar Qa¡r al-÷ahab wa-l-Åu¼b…n ma¼a am†r al-mu½min†n. Sono, infine,
state pubblicate due versioni in aljamiado, una delle quali tradotta in francese da Basset:
F. Guillén Robles, Leyendas moriscas sacadas de varios manuscriptos, Madrid 1885-
1886, III, pp. 201-228: Leyenda del alcázar de oro; Á. Galmés de Fuentes, El Libro de
las Batallas. Narraciones èpico-caballerescas, Madrid: Gredos, 1975, I, pp. 326-344: El-
al|ad†z del-“Alkazar del-Oro” i la estoriya de la kuluwebra kon ‘Al† ibnu ¦…lib.

168
occupano. 39 La descrizione del Castello d’oro dei nostri testi evoca, nella
fattispecie, quella di ‘Iram dalle colonne’ (Iram ÷…t al-¼im…d), mitica città che,
come il Castello d’oro, si narra fu fatta costruire da Šadd…d b. ¼ƒd. Non è, inoltre,
da escludere che questa Ðazwa elabori in forma autonoma un motivo che circolava
in varie storie della letteratura musulmana. La conquista da parte di ¼Al† di una
serie di castelli/città che portano il nome di un metallo o di minerali e pietre
preziose – tra cui l’oro – è narrata sia nel poema persiano Kh…var-n…mè di Ibn
ðos…m, 40 sia nelle Fut™| al-|u¡™n al-sab¼a. 41
Il Castello d’oro, così come il Pozzo della bandiera e il Castello delle nuvole di
Wa|š al-Hind†, sono territori di conquista e campi di battaglia nei quali ¼Al† si
avventura da solo senza altro aiuto che quello di Dio. Su di lui e sulle sue imprese si
concentra tutta l’attenzione della narrazione. Non viene mai fatta menzione dei suoi
compagni di spedizione, se non come semplici testimoni impauriti delle gesta di
¼Al† – l’unico a essere effettivamente in grado di battersi contro un dragone o di
resistere alle fiamme che lanciano i geni. Il Profeta Mu|ammad svolge, viceversa,
un ruolo di tutto rilievo, benché neppure egli mai presente sul campo di battaglia. In
questa Ðazwa tanto ¼Al† che F…¥ima si rivolgono a lui per chiedere consiglio sul da
farsi: il primo scrive al Profeta prima di scendere nel campo di battaglia, la seconda
lo informa di un sogno che ha fatto in cui compariva il marito circondato da geni.
Ad entrambi il Profeta risponde riferendo loro le predizioni dell’arcangelo
Gabriele. 42

39
Il Ms Paris BNF 1363, edito da Basset, “Expédition du château d’or”, e le versioni
stampate [dal titolo Mu|…raba al-im…m ¼Al† wa-m… Þar… lahu ma¼a al-Þinn, sia in
MaÞm™¼at Ðazaw…t, sia in Ýazaw…t al-im…m ¼Al†, (le due ed. Cairo e Ÿan¼…½/Beirut),
tutte pp. 30-36] non menzionano il Castello d’oro. Esse narrano la lotta contro un
dragone impadronitosi di un castello di cui non è specificato né il nome, né il materiale
di cui è fatto il castello. Come si desume anche dal titolo, Ms Paris BNF 1363, ff. 185b-
186a, ðad†Å al-Muhallab wa-l-Åu¼b…n wa-¼Al† b. Ab† ¦…lib, ha inserita una lunga
sequenza che narra la storia di tal al-Muhallab b. ¼Abd Hubal.
40
Si veda Calasso, “X…var-n…mè”, in part. pp. 457-490 “Il viaggio di ¼Al† alla città d’oro”.
41
Le Fut™| al-|u¡™n al-sab¼a [con varianti nel titolo: Fut™| (o anche Ýazwat) al-sab¼
|u¡™n e nelle versioni a stampa Qi¡¡at siyar o S†ra ¼Al† b. Ab† ¦…lib] narrano la
spedizione di conquista da parte di ¼Al† in sette uadi dello Yemen, governati ciascuno da
un diverso sovrano idolatra che vive in un castello che porta il nome di un metallo o di
altri materiali. La spedizione si conclude con la vittoria sul terribile sovrano al-Haÿÿ…m
b. al-ðaÞÞ…f. Varie fonti vogliono quest’opera attribuita ad un controverso “autore” di
nome Ab™ al-ðasan al-Bakr†, a cui tra l’altro è ascritta una Biografia del Profeta e varie
narrazioni della letteratura delle maÐ…z† leggendarie. Per una presentazione di al-Bakr† si
veda B. Shoshan, Popular Culture in Medieval Cairo, Cambridge: Cambridge University
Press, 1993, pp. 23-39.
42
Interessante è, ad es., il ruolo del Profeta in Ms Berlin SBPK or. oct. 3860, f. 16b: «Il

169
L’ampiezza e la profusione di dettagli che caratterizzano la descrizione del
dragone e del castello d’oro sembrano voler misurare, anche in termini visivi, la
portata dell’impresa di ¼Al†. Il dragone 43 si trasforma pertanto nel terribile
avversario da battere sul campo di battaglia, al pari di come lo era stato il demone
Wa|š al-Hind†. In tutte le versioni, viene ucciso da un solo, potente, colpo di spada
che fende a metà il suo corpo. È piuttosto interessante considerare ancora una volta
la maggiore attenzione che viene riservata ai combattimenti contro geni e demoni,
poiché contro di essi ¼Al† dà effettivamente dimostrazione dei suoi poteri.
Il primo segno si manifesta davanti al Castello d’oro nel momento in cui tutti i
cavalli fuggono alla vista delle fiammate di fuoco del dragone. Fa eccezione quello
dell’imam che si impenna sugli zoccoli e spinge gli altri a tornare indietro dai
rispettivi padroni. ¼Al† passa la mano sui loro occhi rassicurandoli perché non
abbiano paura. Come nella Spedizione contro Wa|š al-Hind†, si insiste con
particolare enfasi sul potere miracoloso della sua mano. Il secondo segno si esprime
nelle modalità con cui combatte contro i geni ai quali declama formule di scongiuro
e versetti del Corano, recita la F…ti|a, nonché i nomi degli angeli e di Dio, svelando
di conoscere il Suo ‘nome supremo’ (al-ism al-a¼©am). 44
Nel brano che segue ¼Al† invoca la sura ¦…-H… (Cor. 20) e Y…-S†n (Cor. 36) e
––––––––––
Profeta vide ¼Al† che, circondato dai diavoli e geni, combatteva da solo, con Gabriele
alla sua sinistra e Michele alla sua destra. Il Profeta allora gli gridò: «Padre di al-ðusayn,
smetti di combattere i geni, va’ in fretta verso il dragone! È lui il loro capo! Se lo
sconfiggerai, si arrenderanno a te!» ¼Al† sentì la voce del Profeta – su di lui il saluto di
Dio – e si sentì rassicurato. Ritornò veloce verso il dragone, parlandogli nel linguaggio
che il Profeta – su di lui il saluto di Dio – gli aveva insegnato».
43
Il dragone è descritto come una creatura serpentiforme, dal corpo possente e lungo, con
una grossa bocca, da cui fuoriescono fuoco e fiamme. Ad es. Ms Vaticano ar. 1035, f. 6a:
«Vedemmo un dragone enorme, che si muoveva ora sull’addome, ora sul dorso. Aveva
la bocca che pareva una caverna e i denti delle aste di ferro. In essa c’era un fuoco che
bruciava. Camminava sulle sue molte [zampe]». L’aspetto serpentiforme è evidenziato
dai suoi movimenti, ad es. in Ms Vaticano ar. 1747, f. 73a: «Vedemmo qualcosa che
pareva una montagna nera: ora stava ferma, ora si metteva seduta, ora si appoggiava
sulla testa, ora sulle orecchie. Era un immenso dragone con una testa indescrivibile».
Infine, non privo di interesse è il fatto che i geni da lui capitanati abbiano assunto forme
animali. Ad es. Ms Paris BNF 2738, ff. 141a-141b: «[Il dragone] ha al suo seguito una
schiera di tribù di geni; sono 50.000 tribù, ognuna delle quali consta di 50.000 demoni e
diavoli ribelli, a cui Dio ha dato la forma del cane, del maiale, delle bestie selvagge, dei
serpenti e delle zecche».
44
Si vedano in part. i versetti citati in Ms Paris BNF 1363, ff. 191a-192b, cfr. Basset,
“Expédition du château d’or”, pp. 43-44 (ar.), pp. 55-57 (tr.). Canaan, “Arabic
Talismans”, pp. 129-132, discute i versetti che sono generalmente usati come “talismani”
con proprietà protettive e curative. Alcuni di quelli pronunciati da ¼Al† in questa Ðazwa
corrispondono effettivamente a quelli discussi da Canaan.

170
recita dei versetti della sura degli Angeli a schiere (Cor. 37):

Ed ecco che da una di quelle porte [del Castello d’oro] ci venne incontro un enorme ¼ifr†t
che lanciava scintille di fuoco. Urlò così forte contro di noi che ci meravigliò. Poi si
avvicinò all’imam, il quale prese a dire: «Nel nome di Dio, Clemente e Misericordioso,
per ¦…-H… e Y…-S†n, nel nome scritto sul Trono, vi ricaccio indietro urlando, diavoli!
«Per gli angeli a schiere (al-s…ff…t) schierati! Per quei che ricacciano (al-z…Þir…t) a caccia
serrata! Pei lettori alti del Mònito! In verità l’Iddio vostro è uno!» 45 Per la luce! «Pel
calamo e quel che scrivono gli angeli!» 46 Per colui che ha creato la notte e il giorno, il
Paradiso e l’Inferno!» 47

Come s’è detto, un segno decisivo della potenza di ¼Al† è il suo grido che risulta
una vera a propria arma al pari della sua spada, tanto è vero che a forza di grida
riesce a eliminare, tramortendoli, i geni che si sono istallati al seguito del dragone
nel Castello d’oro. Va sottolineato un ultimo particolare che mette in luce ancora
una volta il carattere meraviglioso dell’impresa di ¼Al† e le modalità davvero
straordinarie con cui egli si muove nel campo di battaglia. Si tratta del dialogo tra i
geni e ¼Al†, nel tentativo di quest’ultimo di convertirli, che è riportato per intero in
una sola versione. È interessante notare che sono proprio costoro a dire di non voler
avere più nulla a che fare con il loro capo e di volersi convertire, ma perché lo
facciano, ¼Al† dovrà affrontare da solo il dragone ed ucciderlo. 48 Una volta
sottomessi i geni e ucciso il dragone, ¼Al† può finalmente restituire il castello ai
suoi antichi abitanti e tornare trionfante a Medina.

Conclusioni
Abbiamo visto come le Ðazaw…t esaminate abbiano in comune il soggetto –
duelli e combattimenti contro geni, demoni e dragoni – ma si distinguano le une
dalle altre per le modalità con cui si realizzano e per alcuni significativi dettagli.
Gli episodi presentati risultano indipendenti fra loro, ma è importante mettere in
rilievo la presenza costante di un luogo-limite 49 nel quale ¼Al† si trova a combattere
e che deve conquistare e sottomettere all’autorità dell’Islam. Sono luoghi-limite le
sette terre che si aprono nelle profondità del Pozzo della bandiera, così come il
Castello delle nuvole e il Castello d’oro, luoghi che di volta in volta diventano veri
e propri campi di battaglia. Essi sembrano in definitiva essere uniti nel segno del

45
Cor. 37:1-4. Cfr. A. Rippin, “al-s…ff…t”, EI2, VIII, p. 798.
46
Cor. 68:1.
47
Ms Vaticano ar. 1035, f. 7b.
48
Ms Paris BNF 1363, ff. 192b-193a, cfr. Basset, “Expédition du château d’or”, pp. 44-45
(ar.), pp. 57-58 (tr.).
49
Prendo qui a prestito un’espressione di Calasso, “Kh…var-n…mè”, pp. 483-484.

171
meraviglioso, aspetto questo che pone ulteriormente l’accento sul carattere
leggendario delle imprese di ¼Al† narrate nella letteratura delle maÐ…z† leggendarie.
In tutte e tre le spedizioni, il ruolo che viene attribuito ad ¼Al† risulta quello del
portatore d’ordine o di colui che ristabilisce la norma: al Pozzo della bandiera deve
scacciare i geni consentendo ai musulmani di poter bere dalle acque del pozzo, al
Castello delle nuvole deve porre fine alle degeneri pratiche idolatre di Wa|š al-
Hind† e al Castello d’oro deve scacciare dragone e geni per restituire il castello così
ai suoi antichi abitanti. La sua figura si delinea quale quella dell’Eroe invincibile,
custode e difensore dell’Islam, che realizza imprese senza eguali, erigendosi in ogni
circostanza a insuperabile modello di virtù guerriere e cavalleresche. Solo, solitario,
indispensabile – anche quando si presenta sotto le mentite spoglie del servo di ¼Abd
N…r – si getta in mezzo ad ogni pericolo, uscendone sempre vittorioso. Ma mentre
in alcune circostanze è la forza dell’eroe che, con l’aiuto di Dio, gli permette di
ottenere la vittoria (in particolare contro i dragoni e i demoni più potenti come
Wa|š al-Hind†), in altre trionfa grazie ai suoi poteri portentosi (in particolare contro
i geni dei Pozzo della Bandiera e di quelli al seguito del dragone).
Nelle tre Ðazaw…t che abbiamo esaminato emerge, il “legame tra guerra, Islam e
magia”, aspetto questo a cui già Rudi Paret nel suo studio sulla letteratura delle
maÐ…z† leggendarie 50 aveva posto particolare attenzione. Tale legame/motivo è
stato ripreso da Giovanna Calasso 51 la quale ha messo in rilievo che nel poema
epico Kh…var-n…mè questi tre fattori, ovvero guerra, religione e magia, si
intersecano nell’azione di ¼Al† a tal punto da essere indispensabili per portare a
termine le sue imprese leggendarie. Sembra opportuno riproporre questo motivo, in
conclusione del nostro studio, per spiegare duelli che si svolgono e si sviluppano su
un piano tanto distante da quello che la tradizione ritrae ¼Al†.

UNIVERSITÀ DI NAPOLI “L’ORIENTALE”

SUMMARY
In the present contribution we focus on the role played by the Muslim hero ¼Al† b.
Ab† ¦…lib in the legendary maÐ…z† literature to give evidence of the powerful force
displayed by him duelling against jinns, demons and dragons. In particular, we take
into account a few legendary expeditions, i.e. the Expedition to Flag’s Well (Ýazwat
Bi½r ÷…t al-¼alam), the Expedition against the demon Wa|š al-Hind† (Ýazwat Wa|š
al-Hind†) and the Expedition to the Golden Castle (Ýazwat Qa¡r al-÷ahab).

50
Paret, Legendäre Magh…z† Literatur, p. 179.
51
Calasso, “Kh…var-n…mè”, in part. cap. II “Guerra, Religione, Magia, attraverso l’azione
dei personaggi arabo-musulmani”, pp. 413-455.

172

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