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L’OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO POLITICO RELIGIOSO

Unicuique suum Non praevalebunt
Anno CLIII n. 4 (46.248) Città del Vaticano domenica 6 gennaio 2013
.
Le forze di Assad lanciano una controffensiva L’Epifania del Signore nelle tradizioni orientali

Oggi è apparsa la luce

Damasco città assediata
Con un bilancio di vittime che aumenta di ora in ora
DAMASCO, 5. Violenza inarrestabile
in Siria. Le forze governative hanno
lanciato ieri un’offensiva contro le
principali postazioni degli opposito-
ri: la battaglia decisiva per la con-
quista della capitale è dunque nella
sua fase più critica. Almeno ottanta
persone sono state uccise nelle vio-
lenze, in base a un bilancio dei Co-
mitati locali di coordinamento (orga-
nizzazione che raggruppa numerosi
gruppi di attivisti). Secondo l’O sser-
vatorio nazionale per i diritti umani
in Siria (Ondus), le persone uccise
sono state invece 191, di cui 99 civili.
Gli scontri a Damasco si concen-
trano nella periferia, dove gli oppo-
sitori mantengono il controllo su di-
verse aree. Diverse fonti hanno se-
gnalato bombardamenti delle forze
governative anche fuori Damasco.
Una decina di persone sono state
uccise in un raid aereo sulla località
di Moadimiya; cinque civili hanno
perso la vita mentre viaggiavano a
bordo di un’automobile centrata da
una bomba a Yalda. Intensi combat-
timenti sono stati registrati nella
provincia di Idlib, a Homs e nei
dintorni di Latakia. L’Ondus segna-
la pesanti bombardamenti governati-
vi contro le postazioni degli opposi-
tori anche nella città di Duma, una
inaccessibile
quindicina di chilometri a nord-est
di Damasco, e nel sobborgo sud-oc-
cidentale di Daraya. Il quotidiano fi-
logovernativo «Al Watan» riporta
che le forze governative che sosten-
gono il presidente Assad hanno
«vinto la battaglia contro i terroristi
a Daraya distruggendo le loro ultime
postazioni», ma fonti degli opposi-
tori forniscono una ricostruzione dei
fatti molto diversa. Le Nazioni Uni-
te hanno reso noto mercoledì che
non meno di 60.000 persone sono
morte dall’inizio dei disordini nel
marzo del 2011.
Sul piano diplomatico, non ci so-
no passi avanti nelle trattative inter-
nazionali per il raggiungimento di
un cessate il fuoco.
Intanto, sono arrivati in Turchia i
militari americani che dovranno di-
spiegare al confine con la Siria due
batterie di missili patriot. A decidere
la misura era stata la Nato su richie-
sta di Ankara, preoccupata dei conti-
nui sconfinamenti del conflitto nel
Paese vicino e anche della possibilità
di un uso delle armi chimiche da
parte del Governo di Assad. Le
truppe statunitensi sono dislocate
nella base aerea di Incirlik ed entro
qualche giorno raggiungeranno il
numero di quattrocento unità.
L’obiettivo, ha riferito il comando
militare americano in Europa (Eu- Battesimo del Signore (XIX secolo, icona etiopica)
com), è quello di avviare una «de-
escalation del conflitto lungo i confi-
ni dell’Alleanza». Oltre alle batterie di MANUEL NIN di lui gli occhi che hanno visto il
americane — dicono le agenzie inter- santissimo Spirito scendere in for-
nazionali — ne arriveranno altre a festa dell’Epifania in tutte ma di colomba, per rendercelo pro-

Una bambina pedala in una strada deserta di Qabun alla periferia di Damasco (Afp)
La Casa Bianca rivolge un appello al Congresso in vista di un accordo sul tetto del debito federale
Crescita al rallentatore per l’America
WASHINGTON, 5. «Dobbiamo lavora-
re insieme per far crescere la nostra
economia e ridurre il deficit e il de-
bito». Così si è espresso oggi il pre-
sidente Barack Obama, lanciando un
appello al Congresso, all’indomani
dei nuovi dati sull’occupazione che
confermano la situazione difficile. A
dicembre sono stati creati 155.000
posti di lavoro, ma il tasso di disoc-
cupazione resta fermo al 7,8 per cen-
to. Il 2012 si chiude con 1,83 milioni
di posti creati e un tasso dell’8,1 per
cento, ai minimi dal 2008. Obama
ha chiesto al Congresso soprattutto
un accordo per l’innalzamento del
tetto del debito, altrimenti «le con-
seguenze per l’intera economia glo-
bale saranno catastrofiche».
La fotografia scattata dal diparti-
mento del Lavoro lascia intravedere
per gli Stati Uniti un nuovo anno di
ripresa economica lenta, sulla quale
peseranno gli aumenti delle tasse
previsti dal fiscal cliff, l’atteso scon-
tro per l’aumento del tetto del debi-
to e le indecisioni della Federal re-
serve sulla politica monetaria emerse
nelle “minute” dell’ultima riunione
del Fomc (l’organo esecutivo della
Banca centrale). La spaccatura all’in-
terno della Banca centrale su quan-
do concludere definitivamente i pia-
ni d’acquisto di titoli di Stato, ovve-
ro il terzo round di allentamento
monetario, preoccupa molto il mer-
cato e gli osservatori internazionali
del rating. I verbali dell’ultima riu-
nione del Fomc hanno messo in evi-
denza l’intenso dibattito fra i dodici
presidenti delle Fed su quando so-
spendere gli acquisti, attualmente
pari a 85 miliardi di dollari al mese.
Se tale quota sarà mantenuta fino
alla fine dell’anno — fatto non certo
perché alcuni membri del Fomc
chiedono una sospensione verso
maggio-giugno — il bilancio della
Fed crescerà di ulteriori 1.020 miliar-
di di dollari dai 2.900 miliardi attua-
li. E proprio i rischi legati a un bi-
y(7HA3J1*QSSKKM( +@!z!#!"!.
quattro, fornite complessivamente da
Germania e Olanda. L le tradizioni orientali è incen-
trata su due punti fondamen-
tali. Il primo è la dimensione bat-
pizio. E vieni qui con noi». Il tro-
pario ci svela la venuta e la discesa
di Cristo nel Giordano, ma ci di-
tesimale con la santificazione delle pinge l’immagine di Giovanni Bat-
acque del Giordano per la discesa tista quasi come il vescovo nella
in esse di Cristo e delle acque bat- chiesa battezzando e celebrando i
tesimali per la venuta dello Spirito Divini misteri: testimone della di-
Santo invocato su di esse nel gior- scesa dello Spirito Santo sulle ac-
no dell’Epifania e ogni volta che si
amministra il battesimo. Il secondo
punto è l’incarnazione del Verbo di
que, sui doni sull’altare, sulla Chie-
sa radunata con lui per pregare.
Dio, manifestatasi nella venuta di Il battesimo di Cristo e come
no gli obiettivi della Banca centrale: giore crisi dalla Grande Depressione queste non saranno adottate il rating conseguenza il battesimo dei cri-
Cristo come vero uomo.
in dicembre l’economia ha creato ma resta ancora da fare». potrebbe risentirne negativamente». stiani è dono di illuminazione per
Un tropario di Sofronio di Ge-
155.000 posti di lavoro, con un tasso Prosegue intanto alla Casa Bianca L’accordo sul fiscal cliff ha avuto un coloro che lo ricevono. La presenza
rusalemme (VI-VII secolo) riassume
di disoccupazione fermo al 7,8 per il confronto sull’innalzamento del effetto macroeconomico positivo del salmo 26 all’ora di prima
il mistero: «Oggi viene santificata
cento dopo la revisione al rialzo di tetto del debito. Quest’ultimo, al 2 perché ha evitato la recessione, che dell’ufficiatura della vigilia («il Si-
la natura delle acque: si fende il
novembre, inizialmente stimato al 7,7 gennaio, è risultato pari a 16.393 mi- si sarebbe probabilmente verificata gnore è mia illuminazione e mio
Giordano e trattiene il corso dei
liardi di dollari, molto vicino alla so- in caso di aumento delle tasse per suoi flutti, vedendo il sovrano che salvatore») e diversi tropari della
per cento. I dati, accolti con un cer-
glia legale dei 16.400 miliardi. Il tet- tutti, ma — sostiene l’agenzia — «sa- si purifica. Come uomo sei venuto festa sottolineano appunto il batte-
to ottimismo da Wall Street, indica-
no come la ripresa del settore immo- to dovrà essere aumentato entro la rà la traiettoria del debito a determi- al fiume, o Cristo re, e ti affretti a simo come nuova creazione, dono
fine di febbraio per evitare un ritar- nare se l’outlook del rating AAA de- ricevere il battesimo dei servi, o
biliare, al centro della crisi scoppiata di luce e di vita nuova: «Si è mani-
do nei pagamenti: al momento però gli Stati Uniti potrà tornare stabile o buono, dalle mani del precursore,
nel 2008, si stia traducendo in nuovi festato oggi il salvatore, la grazia,
non si registrano sostanziali progres- se il rating americano sarà tagliato per i nostri peccati, o amico degli
posti di lavoro. Il settore delle co- la verità, tra i flutti del Giordano, e
si nelle trattative tra la Casa Bianca ad AAI». Moody’s è infatti convinta uomini. Alla voce di colui che gri-
struzioni a dicembre ha infatti creato ha illuminato quanti dormivano
e il Congresso. Lo scontro su questa che «la legge per scongiurare il fi- da nel deserto: Preparate la via del nelle tenebre e nell’ombra: perché
30.000 posti di lavoro, una quota ai stessa questione è costato agli Stati scal cliff non faccia ipotizzare un Signore, tu sei venuto, Signore, do-
è venuta, è apparsa la luce inacces-
massimi dal 2011. «I dati mostrano Uniti nel 2011 il downgrade da parte possibile miglioramento del debito po aver preso forma di servo, a
sibile».
che — ha affermato il presidente del dell’agenzia Standard&Poor’s, che pubblico americano nel medio termi- chiedere il battesimo, tu che non
consiglio degli advisor economici per la prima volta nella storia ha tol- ne, ma — continua la nota dell’agen- hai conosciuto peccato. Il precur-
della Casa Bianca, Alan Krüger — sore è stato preso da tremore ed ha
to a Washington la tripla A. zia di rating — saranno necessarie ul-
l’economia americana continua a gridato: Come la lampada illumi-
Secondo Moody’s, «servono ulte- teriori misure nei prossimi mesi per
nerà la luce? Come il servo impor- «La Croix» a colloquio
guarire dalle ferite inflitte dalla peg- riori misure per ridurre il deficit: se abbassare il deficit».
rà le mani al sovrano? Santifica me con il gran rabbino di Francia
e le acque, o salvatore, tu che togli Gilles Bernheim
il peccato del mondo».
Il tropario della vigilia dell’Epi- Abbiamo perso
Trattativa diretta tra i due presidenti ad Addis Abeba con la mediazione dell’Unione africana
fania invece è incentrato nella figu- la comprensione
ra del Battista: «La mano con la
del senso morale
Riavviato il dialogo sudanese
quale hai toccato il capo immacola-
to del sovrano, e con la quale ce lo
hai additato, sollevala a nostro fa- MARTINE DE SAUTO A PAGINA 4
vore verso di lui, o Battista, con la
ADDIS ABEBA, 5. I presidenti del Sudan, Omar
grande confidenza che possiedi:
Hassam el Bashir, e del Sud Sudan, Salva Kiir egli stesso infatti ti ha reso testimo-
Mayardit, sono da ieri impegnati ad Addis Abe- nianza, dicendo che sei il più gran-
ba, nella sede dell’Unione africana, nel tentativo
di rilanciare gli accordi già raggiunti, ma bloc-
de di tutti i profeti. Volgi poi di
nuovo verso di lui gli occhi che
NOSTRE
cati dopo la loro firma a settembre, e soprattut-
to di dare soluzione negoziata ai gravi contrasti,
hanno visto il santissimo Spirito
scendere in forma di colomba, per
INFORMAZIONI
più volte sfociati in questi mesi in scontri arma- rendercelo propizio. E vieni qui
ti, che oppongono ancora i due Paesi, a un an- Il Santo Padre ha nominato
con noi, per ratificare l’inno e dare
no e mezzo dalla dichiarazione d’indipendenza Nunzio Apostolico nella Re-
inizio alla solennità».
sudsudanese del 9 luglio 2011. Giovanni è presentato come il pubblica Araba d’Egitto e
La trattativa diretta tra i due presidenti, che grande intercessore presso Cristo; Delegato presso l’O rganizza-
potrebbe concludersi già oggi, ha tra i temi più la mano con cui ha toccato il suo zione della Lega degli Stati
urgenti — come confermano gli avvenimenti del- capo nel battesimo diventa simbolo Arabi Sua Eccellenza Reve-
le ultime ore, con il Governo di Juba che ha de- del suo atteggiamento di preghiera, rendissima Monsignor Jean-
nunciato attacchi armati dell’esercito di essa tocca il capo di Cristo e inter- Paul Gobel, Arcivescovo tito-
Khartoum — la sicurezza delle aree di confine, cede per il popolo: «La mano con
teatro di scontri non solo tra gli eserciti delle
lare di Galazia in Campania,
la quale hai toccato il capo imma-
due parti, ma soprattutto di questi con i rispet- finora Nunzio Apostolico in
colato del sovrano sollevala a no-
tivi gruppi ribelli. Tra le questioni irrisolte c’è Iran.

stro favore verso di lui». Il ruolo di

lancio così ampio sembrano agitare i
vertici dell’istituto e gli operatori di
Borsa. Da anni ormai il mercato è
abituato a contare sugli interventi
della Banca guidata da Bernanke.
La disoccupazione è un elemento
determinante nelle decisioni di poli-
tica monetaria della Fed. E per ora il
tasso è ben lontano da quelli che so-
quella cruciale dell’assegnazione della regione
petrolifera dell’Abyei, tuttora rivendicata sia da
Khartoum sia da Juba. Ma il punto centrale è
creare le condizioni per riprendere la commer-
cializzazione del petrolio, estratto in maggioran-
za nel Sud Sudan, ma che transita per gli oleo-
dotti sudanesi. Il Governo di Juba ha bloccato
da oltre un anno la produzione, con gravissime
ricadute per le economie di entrambi i Paesi.
Giovanni come intercessore è con-
fermato da Cristo stesso: «Egli Il Santo Padre ha nomina-
stesso infatti ti ha reso testimonian- to Nunzio Apostolico in
za, dicendo che sei il più grande di
tutti i profeti».
Guatemala Sua Eccellenza
La preghiera di Giovanni diven- Reverendissima Monsignor
ta anche un’epiclesi, una invocazio- Nicolas Henry Marie Denis
ne dello Spirito Santo su tutta la Thevenin, Arcivescovo titola-
Il presidente sudsudanese Salva Kiir Mayardit ad Addis Abeba (Afp) Chiesa: «Volgi poi di nuovo verso re eletto di Eclano.
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Il Comitato di Basilea alla ricerca di un accordo
Stretta finale
sulle regole
bancarie europee
BRUXELLES, 5. Il tema delle nuove
regole bancarie è uno dei punti no-
dali della lotta europea contro la
crisi. Bruxelles intende stringere i
tempi nell’approvazione di Basilea
III in modo da rafforzare il sistema
della governance unitaria degli isti-
tuti e dei controlli sulla finanza.
Per questo domani tornerà a riunir-
si il Comitato di Basilea (un’orga-
nizzazione internazionale istituita
dai governatori delle Banche cen-
trali dei Paesi più industrializzati):
una seduta dalla quale è attesa una
svolta importante sulle modalità di
applicazione delle norme.
Con l’espressione Basilea III si
indica un insieme di provvedimenti
approvati dal Comitato di Basilea
per la vigilanza bancaria in conse-
guenza della crisi finanziaria del
2008 con l’intento di perfezionare
la preesistente regolamentazione
prudenziale del settore bancario (a
sua volta correntemente denomina-
ta Basilea II), l’efficacia dell’azione
di vigilanza e la capacità degli in-
termediari di gestire i rischi che as-
sumono. I vertici europei vorrebbe-
ro arrivare a un’intesa definitiva
sull’applicazione delle norme di
Basilea III per metà gennaio.
Sono infatti stati fissati due nuo-
vi round di negoziati tra Parlamen-
to, Consiglio e Commissione Ue il
10 e il 15 gennaio. L’accordo era
slittato prima di Natale, implican-
do di fatto un rinvio anche della
loro entrata in vigore, inizialmente
prevista per il primo gennaio. La
nuova data per l’avvio sarà ora og-
getto delle discussioni tra le tre
istituzioni. «Siamo molto vicini a
un accordo così come lo eravamo
prima di Natale» ha affermato il
portavoce del commissario al Mer-
cato interno, Michel Barnier. «Spe-
riamo che questo slancio continui
anche nelle prossime settimane» ha
aggiunto. Il principale nodo che
resta da sciogliere è la questione
dei bonus ai manager, che Stra-
sburgo vorrebbe più bassi rispetto
a quanto chiesto dagli Stati mem-
bri. Altra questione scottante è
quella concernente la gestione della
liquidità. Attualmente — come spie-
ga «Il Sole 24 Ore» — le scadenze
stabilite da Basilea III sono due: tra
due anni è prevista l’entrata in vi-
gore della regola sul liquidity cove-
rage ratio (Lcr), volta ad assicurare
Chiude
la più antica
(ed esposta)
banca svizzera
BERNA, 5. Wegelin, la più antica
banca svizzera, ha deciso di cessa-
re tutte le attività dopo essersi di-
chiarata colpevole negli Stati Uni-
ti di aver aiutato più di 100 ameri-
cani a nascondere oltre 1,2 miliar-
di di dollari al fisco per quasi 10
anni. Fondata nel 1741, 35 anni
prima della dichiarazione di indi-
pendenza degli Stati Uniti, la
banca — con filiali solo in Svizze-
ra — dovrà anche pagare una mul-
ta di 44 milioni di euro alle auto-
rità americane. Wegelin, precisano
gli analisti, è la prima banca este-
ra ad ammettere di aver aiutato al-
cuni soggetti statunitensi a evade-
re le tasse. Una volta che tutta la
procedura legale sarà completata,
Wegelin ha reso noto che cesserà
per sempre di operare come ban-
ca. L’anno scorso il fisco america-
no le aveva già sequestrato 16 mi-
lioni di dollari di asset depositati
in una filiale di Ubs. L’azione
giudiziaria delle autorità america-
ne contro Wegelin era partita lo
scorso febbraio. Nel corso del-
l’udienza, gli avvocati della banca
— pur riconoscendo che l’operato
dell’istituto era stato scorretto —
avevano sostenuto la tesi che in
Svizzera la prassi è legale e di uso
comune, e che, quindi, la banca
elvetica non poteva essere perse-
guita negli Stati Uniti per la sua
condotta.
L’OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO POLITICO RELIGIOSO
Unicuique suum Non praevalebunt
00120 Città del Vaticano
ornet@ossrom.va
http://www.osservatoreromano.va
che le banche detengano una certa
liquidità disponibile che consenta
loro di fronteggiare eventuali situa-
zioni di stress per un periodo di
trenta giorni; tre anni dopo, al pri-
mo gennaio 2018, dovrebbe scatta-
re invece la norma sul net stable
funding ratio (Nsfr), che incentiva
il ricorso a fonti di finanziamento
stabili. Ora — sottolinea «Il Sole
24 Ore» — il Comitato di Basilea
dovrebbe arrivare a un compromes-
so per l’entrata in vigore graduale
delle norme. Stando alle previsioni
degli analisti, nel 2015 le banche
dovranno adeguarsi almeno alla
Lcr, ma solo in misura pari al ses-
santa per cento, per poi salire di
un dieci per cento annuo fino al
2018, quando si raggiungerà il cen-
to per cento e in parallelo dovreb-
be scattare anche l’Nsfr.
Tuttavia, sul tavolo del Comitato
di Basilea si trova anche un altro
tema delicato: proprio in questi
giorni, mentre negli Stati Uniti si
continua a trattare sul tetto del de-
bito federale, Parlamento, Consi-
glio e Commissione Ue stanno cer-
cando di trovare un accordo per
l’applicazione dei requisiti patrimo-
niali delle banche, e intorno ad al-
cuni punti — dalla ponderazione
dei crediti alle piccole e medie im-
prese ai bonus ai manager — resta-
no margini di incertezza.
Per fare il punto sui risultati raggiunti da Atene con le riforme
Colloquio a Berlino
tra Merkel e il premier greco
Il cancelliere tedesco (Ansa)
Accordo energetico tra Islanda e Norvegia
REYKJAVÍK, 5. Islanda e Norvegia
(secondo produttore petrolifero eu-
ropeo) hanno firmato un accordo bi-
laterale per avviare le ricerche di
greggio e di gas nell’Artico. Lo ha
reso noto ieri l’Orkustofnun, l’auto-
rità islandese per l’energia. Proprio
l’Islanda, lo scorso mese di ottobre,
si è aggiudicata due licenze per
esplorare i fondali marini del nord-
est del Paese, vicino l’isola norvegese
di Jan Mayen, al limite tra l’O ceano
Atlantico e il Mar glaciale artico.
I due blocchi offshore sono stati
individuati nell’area di Dreki, al lar-
go della costa nordorientale islande-
GIOVANNI MARIA VIAN
direttore responsabile EDITRICE L’OSSERVATORE ROMANO
Carlo Di Cicco
vicedirettore
Piero Di Domenicantonio
caporedattore
telefono 06 698 83461, 06 698 84442
Gaetano Vallini
segretario di redazione
L’OSSERVATORE ROMANO domenica 6 gennaio 2013
Ottimi risultati anche per le piazze del vecchio continente
Twitter
si prepara
Wall Street a entrare
in Borsa
ai massimi da cinque anni NEW YORK, 5. Twitter scalda i
motori per l’ipo (offerta pubblica
NEW YORK, 5. Wall Street chiude la iniziale) verso lo sbarco in Borsa
settimana sulla cresta dell’onda. Lo nel 2014. Le grandi manovre di
S&P 500 ha chiuso ieri a 1.466.43 preparazione sembrano — secon-
punti: i massimi degli ultimi cinque do fonti di Wall Street — già in
anni, ovvero a livelli pre-crisi e pre- atto, anche se un’accelerazione si
Lehman Brothers. Era dal 31 dicem- avrà alla fine dell’anno. L’ipo di
bre 2007 che l’indice non chiudeva a Twitter vale ora undici miliardi di
livelli così elevati. A sostenere gli ac- dollari, ma si tratta di una cifra
quisti sull’S&P 500 è stato in realtà che potrebbe aumentare ulterior-
un mix di elementi: dai dati sull’oc- mente. La strategia di Twitter sta
cupazione (positivi, anche se sotto le riscuotendo infatti successo e la
attese) alle trattative sul deficit e alle sua popolarità è in aumento: un
divisioni emerse nelle ultime “minu- mix in grado di influenzare il va-
te” dei vertici della Fed sulla possi- lore dell’ipo, così come il numero
bilità di nuovi interventi straordinari degli iscritti. Secondo gli esperti,
a sostegno dell’economia. Intanto, le recenti assunzioni e promozioni
hanno chiuso la settimana in rialzo segnalerebbero l’avvio dei prepa-
anche i principali listini europei. A rativi: Ali Rowghani è stato nomi-
Milano, il Ftse Mib ha archiviato la nato chief operating officer e la-
seduta guadagnando lo 0,29 per scia il posto di chief financial
cento a 16.959 punti dopo una gior- officer; Mike Gupta è stato assun-
nata incerta. Lo spread tra Bund te- to come chief financial officer;
deschi e Btp italiani è diminuito ul- Mike Davidson è diventato vice
teriormente, chiudendo a 272 punti. presidente del design. Questi tre
Il Ftse 100 londinese ha segnato in nomi dovrebbero guidare il social
chiusura più 0,70 per cento a 6.089 network verso un futuro finanzia-
punti. Positivi anche l’Ibex di Ma- rio di alto livello. Le deludenti
drid che ha registrato un più 0,39 e quotazioni di Facebook non do-
il Dax di Francoforte a più o,26. vrebbero condizionare Twitter an-
Hanno guadagnato in chiusura an- zi. Nel luglio 2011 Twitter valeva
che Amsterdam (più 0,28 per cento), otto miliardi di dollari, ovvero 3,7
Parigi (più 0,24) e Lisbona (più miliardi di dollari in più rispetto
0,19). A trainare i listini sono stati a soli sette mesi prima. A spinge-
soprattutto i titoli bancari (in parti- re il valore dell’azienda sono an-
colare a Milano), mentre scarsi risul- che le recenti indiscrezioni sulla
tati sono stati ottenuti nel comparto società, tra le quali una possibile
tecnologico. La Borsa di New York (Afp) acquisizione da parte di Apple.
Per azzerare il deficit prima del previsto
Annunciati in Germania
nuovi tagli e tasse
BERLINO, 5. Steffen Seibert il porta- BERLINO, 5. Il ministro delle Fi- verrà corretto proprio dalla mano-
voce di Angela Merkel, ha confer- nanze tedesco, Wolfgang Schäuble, vra annunciata da Meister.
mato che il cancelliere tedesco vedrà punta a introdurre nuovi tagli e au- E in un’intervista concessa alla
martedì prossimo, a Berlino, il pri- menti di tasse per un totale di 5 «Leipziger Volkszeitung», il mini-
mo ministro della Grecia, Antonis miliardi di euro, così da raggiunge- stro dell’Ambiente tedesco, Peter
Samaras, per una serie di colloqui re il pareggio di bilancio già nel Altmeier (Cdu), ha confermato che
sui progressi delle riforme greche. 2014. Lo ha reso noto ieri la stam- l’uscita della Germania dal nuclea-
Seibert ha spiegato alla stampa che pa tedesca, che riferisce di progetti re, prevista dal Governo di Angela
i due leader si incontreranno presso di aumento dell’imposta sul tabac- Merkel entro il 2022, è definitiva e
la sede della cancelleria. «È del tut- co e di interventi sul bilancio di senza ritorno. «Con nessuna delle
to ovvio che si approfitterà di que- tutti i dicasteri. «Per raggiungere il coalizioni politiche ipotizzabili rie-
cosiddetto zero strutturale nel 2014 sco a immaginare una rinascita del
sta occasione per fare il punto anco-
dobbiamo tagliare circa 5 miliardi nucleare in Germania», ha precisa-
ra una volta sui progressi fatti dalla
di euro», ha confermato al quoti- to Altmeier al giornale.
Grecia nei suoi sforzi per le rifor-
me», ha precisato il portavoce. diano «Rheinische Post», Michael
Seibert ha aggiunto che dopo Meister, deputato del gruppo par-
l’incontro tra Merkel e Samaras non lamentare della Cdu. «E questo
obiettivo — ha aggiunto — si può
ci sarà nessuna conferenza stampa.
Rispondendo a una domanda se la
raggiungere solo tagliando la spe-
sa. In un vertice di coalizione di
Il Canada
situazione di Cipro possa essere un
argomento dell’incontro, Seibert ha
inizio novembre, Cdu e liberali punta
della Fdp hanno stabilito di rag-
affermato che nei colloqui non è
escluso alcun tema. Il premier greco
giungere il pareggio di bilancio già sull’industria
nel 2014 e non nel 2016, come pre-
— leader di Nea Dimokratia, il par-
tito conservatore che dopo aver con-
cedentemente stabilito. Fonti go- automobilistica
vernative riprese dall’Ansa hanno
trastato tutte le misure di austerità confermato che il ministero delle OTTAWA, 5. Il Governo del Ca-
aveva deciso di sostenere un Gover- Finanze ha già contattato i colossi nada ha stanziato 253 milioni di
no di unità nazionale per nel tenta- del settore dei tabacchi per discute- dollari statunitensi per un pro-
tivo di salvare il Paese dal baratro — re dell’aumento delle imposte. gramma di finanziamento quin-
prenderà poi parte a un convegno Anche se Berlino ha già raggiun- quennale a favore della ricerca
di uomini di affari tedeschi organiz- to l’ambizioso traguardo del pareg- nel settore dell’auto. Lo riferisce
zato dal quotidiano economico gio di bilancio nel 2012, le proie- in un comunicato l’Esecutivo di
«Die Welt», che si terrà a porte zioni di medio termine del Gover- Ottawa, che intende concentrare
chiuse. Antonis Samaras — informa no indicano un ritorno al deficit i fondi su poche compagnie in
l’agenzia di stampa Afp — era già dello 0,5 per cento sia nel 2013 che modo da sostenere progetti di
stato in Germania lo scorso dicem- nel 2014, a causa del rallentamento vasto respiro. L’industria auto-
bre, mentre Angela Merkel si era re- della crescita. Si tratta però di un mobilistica canadese contribui-
cata ad Atene in ottobre. piccolo passivo, che per gli analisti
sce al 12 per cento della produ-
zione manifatturiera del Paese e
impiega 111.000 persone in mo-
do diretto e altre 338.000
Avviate esplorazioni nell’Artico alla ricerca di petrolio e gas nell’indotto. Intanto, sul piano
mondiale, la Mercedes ha an-
nunciato di aver venduto 1,32
milioni di vetture con un incre-
mento del 4,7 per cento rispetto
all’anno precedente, portando il
se. L’accordo è stato firmato a gia, Petoro, ha ottenuto il 25 per risorse a disposizione di Reykjavík e volume complessivo a 1,42 mi-
Reykjavík dal ministro islandese cento delle azioni in entrambe le di Oslo. «Basandoci sull’esperienza
lioni con l’aggiunta della Smart
dell’Industria e dell’Innovazione, aree in concessione. «L’intesa offre norvegese, potrebbero volerci più di
e della lussuosa Maybach. An-
Steingrímur Sigfússon, e dal mini- la possibilità di cercare in una zona dieci anni per capire in concreto se
che con questo exploit la Casa
stro norvegese del Petrolio e altamente interessante e che potreb- abbiamo delle risorse da sviluppa-
dell’Energia, Ola Borten Moe. be nascondere considerevoli attivi- re», ha aggiunto Sigfússon. Secondo di Stoccarda rimane tuttavia al
«È un passo molto importante, tà», ha detto Moe. «La partecipazio- le stime del Norwegian Petroleum terzo posto nella classifica delle
queste sono le prime vere licenze e ne norvegese è importante, ritenia- Directorate, invece, le due zone di vetture tedesche più vendute.
puntano a una vasta attività di ricer- mo che rafforzi l’operazione da ogni concessione potrebbe portare a una Tale classifica vede al primo po-
ca nell’area», ha commentato il mi- punto di vista», ha invece precisato produzione tra i 250 e i 500 milioni sto la Bmw con 1,39 milioni di
nistro Sigfússon. Per gli analisti, si il ministro islandese. Già nel 1981 i di barili di petrolio e di circa 100 pezzi. Aggiungendo alle sue le
tratta di una importante apertura due Paesi firmarono un accordo bila- miliardi di metri cubi di gas. Dal vendite della Mini e della Rolls-
anche per sollevare l’economia terale per cooperare nelle ricerche vi- canto suo, il vice presidente di Royce, la Bmw ha infatti com-
dell’isola, dopo la pesante crisi fi- cino all’isola di Jan Mayen. Petoro, Jan Rosnes, ha detto che le mercializzato lo scorso anno 1,8
nanziaria che ha colpito l’Islanda nel Al momento, non sono però anco- ricerche nei prossimi anni si focaliz- milioni di auto. Al secondo po-
2008. La filiale statale della Norve- ra disponibili stime sulle potenziali zeranno anche su indagini sismiche. sto l’Audi con 1,4 milioni.
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domenica 6 gennaio 2013
Preoccupazione per l’arruolamento di bambini soldato nelle milizie locali
Appoggio Onu ai negoziati
per la crisi centroafricana
BANGUI, 5. Il Consiglio di sicurezza
dell’Onu chiede negoziati senza
condizioni preliminari per riportare
la pace nella Repubblica Centroafri-
cana. Il Consiglio ha diffuso una di-
chiarazione in questo senso rivolta
al Governo del presidente François
Bozizé e ai ribelli della coalizione
Seleka (alleanza, in lingua locale
sango) insorti in armi nelle ultime
settimane. A entrambe le parti si
chiede di partecipare appunto «sen-
za condizioni preliminari e in buona
fede» ai negoziati di pace organiz-
zati dalla Comunità economica de-
gli Stati dell’Africa centrale (Ceeac)
per martedì prossimo a Libreville, la
Rimpatriati
tutti i profughi
della guerra civile
in Liberia
MONROVIA, 5. Si sono concluse
le operazioni per il rimpatrio del-
le oltre 150.000 persone costrette
a lasciare la Liberia durante la
guerra civile combattuta tra il
1989 e il 2003. Gli ultimi 742 ri-
fugiati sono tornati dalla Guinea
e adesso sperano di essere aiutati
a trovare un lavoro e una casa
nel loro Paese. Ad annunciare la
conclusione delle operazioni è
stata ieri Melissa Fleming, la por-
tavoce locale dell’alto commissa-
riato dell’Onu per i rifugiati
(Unhcr). Negli ultimi dieci anni,
l’Unhcr ha organizzato il rimpa-
trio di 155.560 liberiani fuggiti in
diversi Paesi dell’Africa occiden-
tale, dalla Guinea al Ghana, dal-
la Nigeria alla Costa d’Avorio.
Una volta rimpatriati, molti
profughi hanno potuto contare
sul sostegno di una commissione
del Governo liberiano nella ricer-
ca del lavoro, per l’assegnazione
di borse di studio, per l’acquisto
di una casa o di un terreno da
coltivare. All’opera di reinseri-
mento dà un importante contri-
buto la Caritas locale, come ha
ricordato ieri in dichiarazioni ri-
lasciate all’agenzia Misna monsi-
gnor Andrew Jagave Karnley, il
vescovo di Cape Palmas, diocesi
al confine con la Costa d’Avorio.
La guerra civile in Liberia è
durata 14 anni, dal 1989 al 2003.
Secondo le stime delle Nazioni
Unite, il conflitto ha costretto a
lasciare le proprie case 750.000
persone, tra rifugiati all’estero e
sfollati interni. Dopo la conclu-
sione della guerra civile è stato
avviato un difficile cammino di
ricostruzione. Nel 2011 è stata rie-
letta alla guida del Paese Ellen
Johnson Sirleaf, pochi mesi dopo
essere stata insignita del premio
Nobel per la pace.
Sempre ieri, in Liberia, sono
state rese note le decisioni di
Ellen Johnson Sirleaf in seguito a
un’inchiesta che ha rivelato lo
sfruttamento illecito di aree fore-
stali e l’esportazione illegale di
legno. È stato sciolto il consiglio
di amministrazione dell’autorità
per lo Sviluppo forestale, è stata
sospesa l’attività di imprese attive
nel settore e sono stati sanzionati
funzionari pubblici.
Malala dimessa
dall’ospedale
di Birmingham
LONDRA, 5. La coraggiosa e forte
Malala, la quindicenne che ha ri-
schiato la vita per un’idea, si è ri-
messa in piedi e sulle sue gambe
ha lasciato ieri l’ospedale di
Birmingham per ricongiungersi
con la sua famiglia. Malala
Yousafzai è stata dimessa dal
Queen Elizabeth Hospital di
Birmingham dove era stata ricove-
rata, giunta dal Pakistan, dopo
aver subito un attacco dei talebani
di cui era diventata bersaglio per
le sue attività a favore del diritto
all’istruzione per le ragazze nel
suo Paese. Malala avrà una casa
nuova nel Regno Unito dove la
sua famiglia potrà rimanere per i
prossimi cinque anni almeno, do-
po che il padre è stato assunto
presso il consolato del Pakistan a
Birmingham in qualità di consi-
gliere per l’Istruzione.
capitale del Gabon. Il Consiglio
sollecita il Governo, i gruppi armati,
l’opposizione politica e le altre parti
coinvolte ad approfittare di questa
occasione per negoziare una solu-
zione politica globale ai problemi
che affliggono da lungo tempo il
Paese. Ai ribelli di Seleka, il Consi-
glio chiede di cessare le ostilità, riti-
rarsi dalle città occupate e di non
mettere in atto alcun tentativo di
avanzare verso la capitale Bangui.
In ogni caso, almeno per il mo-
mento, l’avanzata dei ribelli verso la
capitale si è fermata. A giudizio di
molti osservatori interni e interna-
zionali, la posizione di Seleka sul
piano militare si è fatta più difficile.
Gli iniziali successi avevano portato
i ribelli a occupare vaste zone del
nord e del centro del Paese e sem-
bravano aver aperto loro la via per
Bangui. Negli ultimi giorni, però,
l’invio di truppe straniere, soprattut-
to ciadiane, ma anche della Repub-
blica del Congo e del Camerun,
nell’ambito della Forza multinazio-
nale dell’Africa centrale (Fomac),
presente nel Paese dal 2008, ha
bloccato la loro avanzata, né sembra
probabile che possano riprenderla
con prospettive di successo.
In merito, comunque, non si pre-
vedono nuovi rinforzi alla Fomac, in
particolare angolani, come alcune
fonti avevano ipotizzato nei giorni
scorsi. Il segretario di Stato angola-
no alle Relazioni esterne, Manuel
Non si fermano le violenze in Nigeria
ABUJA, 5. Negli ultimi due giorni attacchi a obiet-
tivi governativi nel nord della Nigeria hanno pro-
vocato 13 morti. Nell’area è in atto una massiccia
operazione dell’esercito e di forze speciali di poli-
zia contro il gruppo terroristico di matrice fonda-
mentalista islamica Boko Haram, responsabile
nell’ultimo quadriennio di violenze che hanno
provocato oltre tremila morti.
Secondo quanto riferito da fonti militari e di
polizia, uomini armati hanno attaccato una posta-
zione dell’esercito nella città di Marte, nello Stato
L’attentato degli estremisti di Boko Haram a Madala Zuba (Afp)
«Foreign Policy»
reputa Putin
il leader più potente
WASHINGTON, 5. Il presidente rus-
so, Vladimir Putin, è il più poten-
te del mondo, secondo una classi-
fica della rivista «Foreign Policy»
pubblicata ieri. Ma il capo del
Cremlino non è il Number One:
arriva in seconda posizione dietro
a “nessuno”, cioè uno spazio la-
sciato volutamente vuoto al vertice
della hit parade dei leader più in-
fluenti del pianeta compilata per
il prestigioso magazine statuniten-
se dal presidente di Eurasia
Group Ian Brenner. A fine 2012, il
leader russo era stato nominato
dalla rivista «Forbes» al terzo po-
sto tra i potenti mondiali, dietro
Obama e Merkel. La rivista
«Foreign Policy» ha classificato al
sesto posto il presidente della
Banca centrale europea (Bce),
Mario Draghi, mentre l’autorevole
«The Times» lo ha incoronato
businessman dell’anno 2012.
L’OSSERVATORE ROMANO
Augusto, ha infatti escluso ieri l’in-
vio di truppe, pur garantendo «tut-
to l’appoggio alle forze regionali af-
finché raggiungano l’obiettivo di
fermare i combattimenti».
Sulla partecipazione dei ribelli ai
negoziati ci sono notizie discordan-
ti. Secondo Guy-Pierre Garcia, vice
segretario della Ceeac, già domani
dovrebbe arrivare a Libreville una
delegazione di Seleka, che dovrebbe
comprendere tra gli altri il presiden-
te del gruppo, Michel Ddjotodia, e
il portavoce Eric Massi, che ha base
a Parigi. Quest’ultimo ha però di-
chiarato di «non essere al corrente
di negoziati imminenti» e di «non
essere stato contattato dalla Ceeac».
Ai motivi di preoccupazione in-
ternazionale per la crisi centroafrica-
na si aggiunge quello del recluta-
mento forzato di bambini soldato,
una pratica purtroppo comune nei
conflitti africani e non solo. L’Uni-
cef ha denunciato ieri, sulla base di
fonti che dichiara attendibili, come
dall’inizio degli scontri armati siano
sempre più i bambini arruolati nei
gruppi ribelli e nelle milizie filogo-
vernative. Secondo la portavoce
dell’Unicef, Marixie Mercado, i
bambini più esposti sono quelli ri-
masti separati dalle loro famiglie.
L’Unicef non dispone di dati precisi
su quanti bambini in più siano stati
reclutati nelle ultime settimane, ma
prima dello scoppio del conflitto si
stimavano a circa 2.500.
Postazioni governative attaccate da Boko Haram
di Borno, mentre un altro gruppo armato ha assa-
lito con granate e bombe uffici del Governo e
commissariati di polizia nello stato di Adamawa.
A Marte, a ridosso del deserto del Sahara, nei
pressi delle frontiere con Camerun e Niger, sono
rimasti uccisi un soldato, un poliziotto e cinque
estremisti. Nello Stato di Adamawa, invece, sono
rimaste uccise altre due guardie e due donne,
mentre due aggressori sono stati uccisi dalle forze
di sicurezza.
Il vescovo di Banmaw denuncia la drammatica situazione della popolazione civile
Ancora cruenti combattimenti in Myanmar
NAYPYIDAW, 5. Sotto la pressione
della comunità internazionale, il
Governo del Myanmar ha motivato
con la «legittima difesa» i ripetuti
attacchi aerei contro i ribelli della
minoranza etnica Kachin nel nord
del Paese, che negli ultimi giorni
hanno portato a un’intensificazione
del conflitto in corso dal giugno del
2011. «L’esercito ha dovuto prendere
delle misure militari per legittima
difesa, allo scopo di proteggere vite
e beni», si legge in un comunicato
governativo che punta il dito contro
i ribelli per aver «costantemente fat-
to saltare delle mine per distruggere
ferrovie, strade, ponti e linee elettri-
che», organizzando «imboscate con-
tro le forze di sicurezza».
Sulle rinnovate violenze nel nord
del Myanmar, causate dal conflitto
tra l’esercito e i guerriglieri Kachin,
è intervenuto monsignor Raymond
Sumlut Gam, vescovo di Banmaw.
In un colloquio con l’agenzia
pagina 3
L’annuncio formale in una riunione congiunta
Il Congresso conferma Obama
WASHINGTON, 5. Il presidente statunitense, Barack
Obama, è stato formalmente confermato per un secon-
do mandato di quattro anni nel corso di una speciale
sessione congiunta del Congresso, durante la quale so-
538, contro i 206 della coppia repubblicana Mitt
Romney - Paul Ryan. Le elezioni presidenziali america-
ne sono di fatto 50 competizioni diverse, nelle quali chi
vince conquista tutti i voti elettorali dello Stato. Per di-
no stati contati i voti elettorali. L’annuncio ufficiale del- ventare presidente servono almeno 270 voti. Obama ini-
la conferma è stato fatto dal vice presidente Joe Biden zierà formalmente il suo mandato il 20 gennaio con un
che, in virtù del suo ruolo, è anche presidente del Sena- giuramento privato, dato che si tratta di una domenica.
to. La conta pubblica dei voti elettorali, sulla base della Il giuramento pubblico avverrà lunedì 21. E nella nuova
documentazione fornita dai 50 Stati dell’Unione, è la Amministrazione si profila alla guida del Pentagono
fase finale dell’elezione presidenziale americana. Obama l’arrivo di una donna, dopo che al contrario al diparti-
e il suo vice Biden hanno ottenuto 332 voti elettorali su mento di Stato, dopo otto anni, è tornato un uomo.
Il vice presidente statunitense Biden riceve il certificato dei risultati delle elezioni presidenziali (Afp)
Attentato in Kenya
in un campo
di profughi somali
Il 2013 si apre dunque come si era chiuso il
2012, quando a fine dicembre sette persone erano NAIROBI, 5. Due persone sono
state uccise in due diversi attacchi di miliziani di morte e sette sono rimaste grave-
Boko Haram sempre nello Stato di Borno, consi- mente ferite nell’esplosione di una
derato una roccaforte del gruppo terroristico. Nel bomba in uno dei campi dei pro-
primo attacco, nella cittadina di Maiha, al confine fughi somali dell’area di Dadaab,
con il Camerun, erano state uccise due persone nel nord est del Kenya, a un cen-
mentre il secondo episodio, che ha causato cinque tinaio di chilometri dal confine
con la Somalia. Fonti della Croce
vittime, si era verificato in un centro vicino a
Rossa locale citate dalle agenzie
Maiduguri. Tutte le vittime erano di religione cri-
di stampa internazionali hanno ri-
stiana, a conferma che l’azione di Boko Haram,
all’inizio indirizzata contro obiettivi governativi e ferito che l’esplosione è avvenuta
interessi occidentali, nell’ambito degli irrisolti nel Kwa Mkamba, un caffè nel
contrasti sociali ed economici che da decenni se- campo profughi di Dagahaley, ap-
gnano le condizioni delle popolazioni locali, si è punto all’interno del complesso di
Dadaab, dove si trovano comples-
via via rivelata ispirata a motivazioni pseudoreli-
sivamente oltre mezzo milioni di
giose, concentrando le violenze contro le comuni-
rifugiati somali, la più alta con-
tà cristiane.
centrazione di profughi oggi nel
Tra l’altro, il 2012 si era chiuso con la scoperta
mondo. Secondo Philip Tuimur,
di una nuova strage, che conferma come tale si-
capo della polizia regionale, la
tuazione stia sempre più incancrenendosi. I cada-
bomba sarebbe stata lanciata da
veri abbandonati di quindici persone uccise in
un’auto in movimento.
una chiesa presa d’assalto da uomini armati, pre- Gli attentati ai danni dei profu-
sumibilmente durante una funzione domenica 30 ghi e dei civili che vivono intorno
dicembre, erano stati trovati il giorno dopo. La al complesso di Dadaab si ripeto-
strage è avvenuta a Chibok, una cittadina che sor- no costantemente. In maggioranza
ge in una zona isolata. sono rivendicati dai miliziani e dai
Le forze militari nell’area di Maiduguri sono
simpatizzanti del gruppo radicale
impegnate in una vasta operazione di rastrella- islamico somalo al Shabaab, o a
mento che ha finora portato all’arresto di tre per-
essi attribuiti. Al Shabaab, che da
sone e al recupero di armi e munizioni, e che le anni guida la ribellione in Soma-
ha impegnate più volte in scontri armati. Tredici lia contro le autorità internazio-
militanti del gruppo terroristico e un soldato era- nalmente riconosciute, ha subito
no stati uccisi il giorno di Capodanno in combat- pesanti sconfitte nell’ultimo anno
timenti sempre a Maiduguri. L’esito dello scontro a opera dell’Amisom, la missione
tra i soldati dispiegati in città e i miliziani di Bo- dell’Unione africana in cui
ko Haram era stato riferito dal tenente colonnello nell’aprile scorso sono state incor-
Sagir Musa, portavoce delle forze governative, il porate truppe kenyane, ma ha
quale ha precisato che i civili sono stati protetti e mantenuto intatta la sua capacità
che tra loro non ci sono state vittime. di colpire in Somalia.
L’Iran disponibile
a colloqui
sul nucleare
Misna, il vescovo ha sottolineato alcuno sviluppo positivo. «Le spe-
che decine di migliaia di persone ranze si riducono giorno dopo gior- BRUXELLES, 5. Non è stata ancora
sono tuttora ostaggio di scontri ar- no — ha concluso il vescovo di Ban- fissata una data per il prossimo
mati e bombardamenti aerei. «I raid maw — soprattutto perché nessuna round di negoziati fra l’Iran e il
aerei e i combattimenti di terra con- delle parti appare disposta a un gruppo cinque più uno (i membri
tinuano ormai da giorni — ha sotto- compromesso». permanenti del Consiglio di sicu-
lineato il presule — in un’area dove E nel Myanmar, ha affermato nei rezza dell’Onu: Stati Uniti, Gran
vivono tra le 30.000 e le 40.000 per- giorni scorsi il segretario generale Bretagna, Francia, Russia e Cina;
sone». Monsignor Gam ha occasio- dell’Onu, Ban Ki-moon, occorre ga- più la Germania) coinvolti nella
ne di ricevere spesso notizie dal rantire l’incolumità dei civili e avvia- trattativa sul programma nucleare
fronte del conflitto e di incontrare i re una riconciliazione politica. Le di Teheran. Lo ha precisato un
responsabili dell’Onu e di altre or- milizie dei guerriglieri della mino- portavoce dell’alto rappresentante
ganizzazioni umanitarie. Organismi ranza etnica Kachin — rilevano le per la Politica estera e di sicurezza
che finora non hanno potuto garan- agenzie di stampa internazionali — comune dell’Ue, Catherine
tire tutto l’aiuto necessario alla stre- rappresentano il solo gruppo ribelle Ashton, che guida il gruppo cin-
mata popolazione. «Non riescono a del Paese del sudest asiatico a non que più uno commentando le di-
consegnare né cibo né altri aiuti — aver ancora sottoscritto un accordo chiarazioni del capo negoziatore
ha spiegato il vescovo — perché i di pace con il Governo riformista iraniano, Said Jalili, che ieri ha
combattimenti impediscono a del presidente Thein Sein, salito al annunciato la disponibilità di
chiunque di spostarsi senza rischiare potere nel marzo del 2011. Le vio- Teheran alla ripresa dei negoziati
la vita e perché non hanno ottenuto lenze sono riprese qualche mese più in gennaio. «Siamo al lavoro su
le autorizzazioni necessarie da parte tardi, a giugno, dopo circa diciasset- modalità e tempi del nuovo
del Governo». Monsignor Gam ha te anni di relativa calma e hanno fi- round. I contatti per fissare la data
osservato che, per ora, i negoziati nora causato non meno di 75.000 sono ancora in corso e speriamo
tra le parti non hanno portato ad tra vittime civili e profughi. che sia convocata al più presto».
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Da Mahler a Sofija Gubajdulina passando per Messiaen
Per una nuova
musica sacra
di PIERANGELO SEQUERI
Al termine della separazione ascetica fra composi-
zione e ascolto, al fondo dello scavo dissacratore e
del compiacimento nichilistico, la mistica identifi-
cazione delle Avanguardie con la pura autogenesi
della materia sonora è al limite dell’autismo musi-
cale. La domanda che prende ogni giorno vigore —
comprensibilmente imbarazzante — è inaspettata:
non sarà forse che il nuovo inizio deve essere atte-
so da una nuova frequentazione del rito sacro?
Dalla celebre Messa glagolitica di Leoš Janáček
(1854-1928), scritta nell’antica lingua della liturgia
slava dei santi Cirillo e Metodio, alla rilettura esta-
tica e anti-romantica del gregoriano e della polifo-
nia rinascimentale, condotta dal compositore esto-
ne Arvo Pärt (1935; Te Deum, Magnificat, Berliner
Messe, Stabat Mater), la ripresa dell’elemento ritua-
le rappresenta un vettore più che cospicuo della
produzione musicale contemporanea.
Recentemente, Sofija Gubajdulina ha prospetta-
to addirittura l’opportunità di adottare il canone
liturgico della messa cristiana come Grundform di
una generale prassi compositiva che si volga di
nuovo all’elemento spirituale e ai legami dell’inte-
riorità umana. L’interesse generale di questa pro-
spettiva può sintetizzarsi da due lati. Il primo at-
tiene al fatto che il codice liturgico neutralizza la
deriva individualistica che ha finito per assorbire la
scoperta moderna della soggettività, senza lasciare
il soggetto in balia di una pura frammentarietà
anarchica del molteplice. Il codice liturgico della
messa raccoglie tutti gli atteggiamenti fondamenta-
li dell’interiorità individuale e della relazione co-
munitaria (vita e morte, giubilo e timore, certezza
e speranza, dolore e gioia, colpa e perdono, sacrifi-
cio e comunione, ascolto e acclamazione, parola e
silenzio) disponendoli lungo l’asse dell’iniziazione
sensibile alla qualità spirituale dell’esistenza. La se-
quenza dei vari momenti dell’iniziazione rituale
non è dominata dalla logica costruttiva di un pen-
siero che si misura in base alla sua capacità di pa-
reggiare la singolarità di un individuo
creatore, riconoscibile come il centro
dell’universo che egli stesso ha rico-
struito intorno a sé.
Secondo la Gubajdulina, una simile
ossessione sarebbe sciolta dalla sua ne-
cessità — estetica ed etica — proprio
perché nel modello rituale della com-
posizione la musica ha già scontato
l’illusione di un suono creatore, dispo-
nendosi piuttosto lungo il solco di una
risonanza incantata. In ogni modo,
anche a prescindere da più specifiche
considerazioni analitiche e teoriche, il
puro e semplice inventario dell’avven-
tura musicale del Novecento farebbe
già notizia. Non è vero che la musica
del Novecento è il luogo in cui si ren-
de udibile soltanto il puro nichilismo
della lacerazione e del vuoto di Dio. Il
Novecento musicale è fitto di innume-
revoli esperienze — tutti i grandi — del
corpo a corpo della musica con il sa-
cro, con la tradizione religiosa, con
Dio stesso. Le passioni e le affezioni
della memoria religiosa (e specifica-
mente cristiana) di Dio, che hanno ge-
nerato l’inedita avventura della storia
musicale dell’Occidente, sono la misu-
ra del confronto per la ricerca di una
musica capace di parlare delle nostre
affezioni e delle nostre passioni, in
modo non anacronistico rispetto
all’esperienza contemporanea.
Nell’epoca della secolarizzazione — delle arti se-
colarizzate, delle scienze secolarizzate, della politi-
ca secolarizzata — la musica fa una differenza vi-
stosa. La musica non subisce passivamente la seco-
larizzazione: non si abbandona alla deriva che la
risolve nella semplice razionalizzazione della mo-
dernità, non si concede alla sua facile risoluzione
Luoghi dell’Infinito
Anticipiamo quasi integralmente un articolo che
sarà pubblicato l’8 gennaio su «Luoghi
dell’Infinito», il mensile di itinerari, arte e
cultura di «Avvenire» che, giunto al
diciassettesimo anno di pubblicazione e al
numero 169, si presenta rinnovato e con una
nuova veste grafica. La riprogettazione della
rivista è stata pensata con l’obiettivo di renderla
più elegante e leggibile. «Lo stile che
caratterizza il mensile continuerà a esprimere
quel profilo di alta divulgazione che da sempre
connota la rivista: elevata qualità dei testi e
delle immagini unita all’efficacia informativa e
alla comprensibilità» sottolineano i responsabili.
L’ampia sezione monografica del numero di
gennaio affronta il confronto tra arte e fede
nella temperie del Novecento. Un confronto
complesso, a volte tumultuoso, ma per il quale
ormai — come rileva nel saggio di apertura il
cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del
Pontificio Consiglio della Cultura — sono
maturi i tempi per una nuova alleanza.
in termini di rimozione di Dio. La musica del No-
vecento, più di qualsiasi altra espressione artistica,
interpreta criticamente il compito dell’arte: mettere
in tensione tutte le convenzionali riduzioni del
rapporto tra affetti pensati e mondo dato. In que-
sta cornice di autenticità, la musica porta in campo
la sua lotta con l’Angelo. Non vuole la facile ar-
monia di una benedizione a buon mercato. Ma
L’OSSERVATORE ROMANO
non vuole neppure lasciarsi sfuggire Dio alla cheti-
chella, come fosse stato niente. Di fatto, tutti i
grandi autori, scuole e stili musicali si sono misu-
rati con la tradizione del sacro, con i testi della
Bibbia o le scritture di altre religioni, con le voci
dei mistici, dei poeti, dei salmi. E hanno investito
in questo confronto le loro opere anche musical-
mente più possenti, raffinate, innovative. Tutti
hanno tentato di mettere in scena questo rapporto,
nelle forme più impegnative ed emblematiche della
loro ricerca (e spesso della loro riuscita) musicale.
Sotto questo profilo la musica del Novecento fa
una grande differenza anche rispetto alle epoche
precedenti. Non ce l’aspettavamo, forse: anche da
questo punto di vista essa rappresenta un unicum.
Non è vero che il Novecento
è il luogo in cui si rende udibile
soltanto il puro nichilismo
della lacerazione e del vuoto di Dio
Lì dentro è successo qualcosa che nel resto della
cultura non succedeva, e forse anche tra gli stessi
credenti. Sviluppare il massimo dell’innovazione
immaginativa e linguistica, in presa diretta con il
nucleo originario della tradizione del sacro. Misu-
randosi con gli antichi testi e le antiche esperienze
di rivelazione, e con l’elementare grammatica gene-
rativa dell’homo religiosus: l’invocazione e la pre-
ghiera, il sacrificio e il riscatto, l’enigma dell’origi-
ne e la domanda della destinazione. Non è così
strano. La musica ha un rapporto privilegiato con
il racconto della rivelazione divina e con i riti re-
sponsoriali della comunità. Nel cristianesimo, poi,
in controtendenza con l’apparente superiorità della
mistica del silenzio coltivata dalle filosofie ellenisti-
che e dalle religioni orientali, la partecipazione vo-
cale e sonora del sacrificium laudis porta in se stes-
sa il sigillo dell’incarnazione di Dio che stravolge
Sofija Gubajdulina
la perfezione mentale dell’espressione del divino
nel mondo.
Fu proprio cantando il “canto nuovo” della fede
cristologica che la musica imparò a parlare coi suo-
ni. Non credete al luogo comune romantico, per
cui si dice che la musica nacque perché a un certo
punto non bastò più la Parola. Fu proprio il con-
trario: la musica si portò oltre le parole perché la
Parola la generò. La Parola di Dio si incarnò fra
noi, e dentro portava tutta la musica possibile: l’in-
telligenza e l’intimità dell’anima dovevano solo tro-
varla, portarla alla luce e suonarla. Quando non è
pensata come luogo di rivelazione mediante la pa-
rola, e dunque come luogo di vero discorso per
l’intelligenza degli affetti, la musica è suono ripeti-
tivo e grido inarticolato. O pura geometria mentale
del silenzio.
Nell’ultimo capitolo del suo incompiuto De mu-
sica, al momento di stabilire un ordine della perfe-
zione qualitativa dell’armonia del significante mu-
sicale, Agostino non indica come compiuta satura-
zione della sua bellezza (e del suo senso) l’armonia
del cosmo, i cori degli angeli, e nemmeno la lode
delle pure anime incorporee, bensì la condizione
sensibile-spirituale della musica dei corpi risorti
che deve venire. Nessun filosofo greco avrebbe po-
tuto immaginare una simile associazione. L’ideale
della perfezione spirituale, per i saggi del neopla-
tonismo che pure si servivano della metaforica
dell’armonia musicale per descriverla, è la vibrazio-
ne afona e silenziosa dell’anima. Nonostante tutto
ciò, la conoscenza dei molti modi in cui la spiri-
tualità del cristianesimo è frequentata nell’ambito
delle poetiche e delle pratiche del Novecento mu-
sicale è quasi inesistente nell’odierno racconto cri-
stiano del rapporto fra religione e arte. In questa
nuova collocazione epocale dell’intreccio fra musi-
ca e mistica, eredità extra moenia dell’invenzione li-
turgica cristiana, operano fior di credenti: famosi
nel mondo, sconosciuti ai loro stessi fratelli (Oli-
vier Messiaen, 1908-1992, fra i molti). La perduran-
te rimozione della pura e semplice conoscenza di
questo immenso territorio contribuisce grandemen-
te allo stallo di un’autorappresentazione del cristia-
nesimo quale sterilmente ripiegato sulla nostalgia
di bei tempi andati e avvilito dal racconto depres-
sivo del tempo presente.
«La Croix» a colloquio con il gran rabbino di Francia Gilles Bernheim
Abbiamo perso
la comprensione del senso morale
di MARTINE DE SAUTO
«Abbiamo perso la comprensione di
quello che è il senso morale». Il
gran rabbino di Francia ama prende-
re la parola per esprimere una posi-
zione che illumina i dibattiti sociali
e fa riflettere, come è accaduto di re-
cente sulla questione «matrimonio
per tutti». Per «La Croix» affronta i
temi principali che preoccupano la
società contemporanea e ricorda il
ruolo delle religioni.
Lei dice spesso che la grandezza di una
religione sta nella sua capacità di far
riflettere. L’impegno intellettuale è per
lei un dovere morale? L’ebraismo è
un’esigenza etica?
Prima di rispondere affermativa-
mente, mi permetta di dire che è il
concetto stesso di etica a essere di-
ventato incoerente. Noi abbiamo
ampiamente perso la comprensione,
insieme teorica e pratica, di quello
che è il senso morale. Perché? Per-
ché l’effetto corrosivo del dominio
del mercato non agisce solo sullo
scenario sociale. Viene eroso anche il
nostro vocabolario morale, che è in-
dubbiamente la risorsa più impor-
tante di cui disponiamo per pensare
il nostro futuro. Sempre più, in que-
sta immensa società di mercato che è
diventato il nostro pianeta, siamo
giunti a pensare solo in termini di
efficacia (come ottenere ciò che vo-
gliamo?) e di terapia (come non sen-
tirsi frustrati rispetto a ciò che vo-
gliamo?). Efficacia e terapia, a volte
addirittura infiltrate dentro le reli-
gioni monoteistiche, sono più impa-
rentate con la mentalità del marke-
ting — la stimolazione e l’appaga-
mento del desiderio — che con la
moralità, ossia con ciò che noi do-
vremmo desiderare. Nell’ambito
pubblico, i due termini che domina-
no il discorso contemporaneo sono
l’autonomia e i diritti, che si confor-
mano con lo spirito del mercato, pri-
vilegiando la scelta e scartando l’ipo-
tesi secondo la quale esisterebbero
dei fondamenti oggettivi che consen-
tono di effettuare una scelta piutto-
sto che un’altra. È diventato così
molto difficile riflettere collettiva-
mente su quelli che dovrebbero esse-
re i nostri orientamenti, peraltro i
più decisivi che si siano mai presen-
tati all’umanità, che riguardino sia
l’ambiente, la politica, l’economia,
sia l’idea stessa di famiglia o di ma-
trimonio, la vita e la morte. Come
parlare di un bene che trascende il
nostro appagamento particolare e
immediato dal momento che abbia-
mo perso il senso di ciò che sono il
dovere, l’obbligo e il ritegno e non
ci resta altro che i nostri desideri che
esigono il loro “dovuto”? A parte
questa riserva, l’ebraismo è un’esi-
genza etica e l’impegno intellettuale
è un dovere morale.
La sua visione del mondo è guidata
dalla Bibbia e dai commenti rabbinici.
Perché lei ha scelto, nel suo saggio sul
matrimonio omosessuale, di non men-
zionare i divieti sull’omosessualità con-
tenuti nella Bibbia?
La ragione è molto semplice: la
posta in gioco non è qui l’omoses-
sualità, ma il rischio irreversibile di
una confusione delle genealogie, so-
stituendo la parentalità alla paternità
e alla maternità. Ma anche di una
confusione dello status del bambino
che passa da quello di soggetto a
quello di oggetto al quale ognuno
avrebbe “diritto”.
Qual è secondo lei la vera posta in gio-
co sociale che si nasconde dietro la ri-
vendicazione del matrimonio per tutti?
Un comportamento, prima emar-
ginato, non vuole più essere tollerato
ma legittimato, il che è ben diverso.
Da qui i nuovi manuali scolastici
che esortano il bambino non solo a
rispettare gli omosessuali come per-
sone, ma anche a riconoscere la fon-
datezza del loro comportamento.
L’esigenza di legittimazione generale
sembra tradurre a maggior ragione
una permissività generale, quindi la
rimozione di qualsiasi giudizio. Da
questo momento in poi la presunta
legittimazione non è più tale nel
quadro dell’irrilevanza delle scelte: è
piuttosto tutta l’antica legittimità del
matrimonio, quale istituzione ricono-
sciuta dalla società come buona per
il suo equilibrio e la sua perennità, a
venire cancellata. Oggi la società
oscilla stranamente tra ciò che è vio-
lentemente escluso, come i riferimen-
ti alla nozione di sforzo su se stessi,
all’esistenza di gerarchie morali, alle
tradizioni e alle convenienze, e una
permissività molto forte che deriva
Il gran rabbino di Francia Gilles Bernheim
La necessità
di un dialogo
autentico
Pubblichiamo buona parte di
un’intervista al gran rabbino di
Francia Gilles Bernheim che è
accessibile per intero sul sito
del quotidiano francese «La
Croix» (www.la-croix.com).
L’ultima parte affronta la
questione del dialogo tra ebrei
e cristiani. Sulla base della
fede in Gesù Cristo — sostiene
Gilles Bernheim, sottolineando
la necessità di un confronto
autentico e franco — il
cristiano può accettare che «il
popolo ebraico è sempre
chiamato a compiere una
missione, affidatagli da Dio, e
che l’ebraismo è una risposta
autentica a questa chiamata».
Il rabbino esorta inoltre
l’ebraismo a investire energie
più creative in uno sforzo
teologico. Senza rinunciare
tuttavia a orientare la propria
«immaginazione religiosa verso
le tracce che la presenza divina
lascia quando attraversa la
storia umana». Per un simile
compito — conclude — la
Halakhah (ossia il complesso
normativo della tradizione
ebraica) è una guida sicura.
dalla mancanza di coraggio, dall’in-
certezza o dall’indifferenza.
Il modo di morire e la visione della
morte sono profondamente cambiati.
Cosa occorrerebbe per far sì che ognuno
possa morire in pace e con dignità?
In un momento in cui il dibattito
sulla fine della vita è in corso in
Francia, dove un movimento impor-
tante si dichiara a favore di una
morte lucida, dignitosa, di cui si è il
soggetto, si pensa troppo spesso che
l’unico modo per strappare la morte
alla malattia o ai medici e per farla
propria sia di chiedere l’atto che uc-
cide, l’eutanasia. Si reclama il “dirit-
to di morire” esigendo da una terza
persona che ci dia la morte se noi lo
decidiamo, senza alcuna consapevo-
lezza di ciò che tale richiesta rappre-
senta per questa persona. Ma c’è un
modo completamente diverso di es-
sere soggetto, che consiste nell’essere
lucidi, responsabili, coscienti. Prepa-
rare la propria morte, avere il corag-
gio d’interpellare i medici riguardo
alle proprie paure, lasciare a quelli
che resteranno una parola di vita,
una parola di benedizione che li aiu-
ti a vivere senza di noi. E poi è diffi-
cile morire con dignità, quando si è
stretti in una cospirazione di silen-
zio, quando le persone a noi più vi-
cine, angosciate, assistono impotenti
e mute alla nostra lenta scomparsa.
Quando non possono o non voglio-
no accompagnarci. Come riuscire a
stare in pace con se stessi e con gli
altri, dire addio, trasmettere qualcosa
di sé e della propria esperienza di vi-
ta, se tutti fuggono o si comportano
domenica 6 gennaio 2013
come se la morte non fosse vicina?
Il modo in cui noi lasciamo questo
mondo dipende tanto dalla maniera
in cui abbiamo vissuto quanto
dall’atteggiamento di coloro che ci
circondano.
La crisi economica e finanziaria ci pone
di fronte a sfide molto grandi. Cosa ne
pensa lei?
Le democrazie liberali occidentali
sono mal equipaggiate per farsi cari-
co dei problemi dei più indigenti tra
le vittime della crisi. Non perché
non si preoccupano della povertà,
ma perché hanno adottato meccani-
smi che emarginano le considerazio-
ni morali. Per questo le loro politi-
che sociali diventano sempre più tec-
nocratiche e gestionali. I Governi
esitano sempre più a far riferimento
a una nozione di bene perché l’idea
di una buona condivisione e di una
regola di condotta non trova più i
propri fondamenti morali e giuridici.
Sembra loro che la cosa migliore che
si possa fare sia di offrire agli indivi-
dui più libertà possibile affinché sia-
no in grado di compiere le proprie
scelte. In tale ottica lo strumento più
adatto è il libero mercato, dove in
effetti possiamo adottare lo stile di
vita che ci si addice per esempio in
quest’anno, o in questo mese. Al di
là di offrire la possibilità di fare ciò
che ci piace, limitatamente a quanto
possiamo pagare, la politica e l’eco-
nomia odierne non hanno un gran-
ché da dire sulla condizione umana.
Abbiamo bisogno di ritrovare una
tradizione più antica che parla di so-
lidarietà umana, di giustizia e della
dignità inalienabile delle esistenze
individuali.
All’inizio di questo nuovo anno, quali
sono le questioni che la preoccupano
maggiormente?
In questo tempo di scontro tra ci-
viltà, il punto è sapere se le religioni
sono capaci di diventare una forza
di pace piuttosto che una fonte di
conflitti. La risposta dipende in gran
misura dal posto che le diverse cre-
denze e culture attribuiscono all’“al-
tro”, a chi non ci somiglia, a colui la
cui appartenenza, il cui colore e il
cui credo differiscono dai nostri. Co-
sa vediamo in lui? Una minaccia per
le nostre credenze e il nostro stile di
vita, oppure un arricchimento per
l’eredità collettiva dell’umanità? Al
termine della sua vita, Mosè, che
aveva liberato gli ebrei dalla schiavi-
tù e li aveva condotti alle soglie del-
la terra promessa, ha riunito il suo
popolo e gli ha proposto questa
scelta decisiva: «io ti ho posto da-
vanti la vita e la morte, la benedizio-
ne e la maledizione; scegli dunque la
vita, perché viva tu e la tua discen-
denza». È questa l’alternativa che
l’umanità ha oggi di fronte. Rica-
scheremo fino alla fine negli odi del
passato? Oppure sapremo scegliere
un’altra via per amore dei bambini
del mondo e per il loro futuro?
Mentre le nostre capacità di distru-
zione aumentano, la generosità della
nostra immaginazione deve a sua
volta crescere. Prego affinché molte
voci provenienti da tutti i mondi re-
ligiosi facciano eco a tale aspira-
zione.
domenica 6 gennaio 2013 L’OSSERVATORE ROMANO pagina 5

Uomini lontani ma disponibili e attenti si fecero guidare da una chiamata silenziosa e irresistibile

Intrepidi sulla via

Erode e Gerusalemme sono presi da smarrimento mentre sommi sacerdoti e scribi sanno ma non riconoscono
di INOS BIFFI sce Gesù si accende una stella che è ne sia dall’ebraismo, che con gli te da chi dovrebbe essere al servizio
una chiamata silenziosa e irresistibile apostoli s’è compiuto nel riconosci- di questo re. Erode — il nuovo farao-
avvenimento del Fi- di uomini lontani ma disponibili e mento di Gesù di Nazaret, Figlio di ne persecutore — rimane turbato

L’ glio di Dio che diven-
ta uomo — il mistero,
come lo chiama Paolo
— è destinato alla ma-
nifestazione: deve farsi annunzio ed
epifania, poiché Gesù è assoluta-
mente l’unico Salvatore di tutti. Non
esistono altre vie di redenzione. Cri-
sto è «luce per illuminare le genti».
Su Israele, che personifica il messia,
brilla la gloria del Signore e Isaia
può dire: «Alla tua luce cammine-
ranno i popoli, e i re allo splendore
del tuo sorgere». L’evangelista Mat-
teo vede nella venuta dei Magi da
oriente avverarsi l’apparizione della
Luce del Messia oltre i confini
d’Israele e l’inizio dell’adorazione
universale e della proclamazione del-
la gloria del Signore.
Vorremmo sapere di più su questa
laboriosa e inattesa venuta di Magi,
intrepidi e in apparenza ingenui, che
d’improvviso si affacciano, per subi-
to allontanarsi e scomparire sulla
strada del ritorno al loro Paese.
Ameremmo conoscerne la provenien-
za e l’identità, sapere cosa significa
la stella, così docile e benigna, sorta
ai loro occhi e poi quieta e intelli-
gente guida e compagna nel cammi-
no. E, ancora, desidereremmo cono-
scere la natura e il senso di quei do-
ni estratti dagli scrigni.
Ma l’evangelista non si sogna af-
fatto di soddisfarci in queste nostre
curiosità, così come ci lascia ai nostri
interrogativi sui contenuti storici
precisi di quella venuta. Egli intende
illustrarci un messaggio: quando na-
attenti a Cristo: «Abbiamo visto sor- Dio, sia dal paganesimo, cioè dai dall’interrogativo di quei Magi: egli
gere la sua stella e siamo venuti ad «Gentili chiamati in Cristo Gesù». immagina che la regalità ricercata
adorarlo». Sarebbe allo stesso modo un ecu- per l’adorazione sia una regalità di
Ora è la Chiesa ad accendere la menismo inaccettabile quello che fa- questo mondo, concorrenziale alla
stella di Cristo, a farsi vocazione me- cesse coincidere tra di loro le varie sua. Con Erode è presa da smarri-
diante il suo annunzio e la sua stessa Chiese o comunità cristiane; né que- mento tutta Gerusalemme, e quanto
vita, che predica il Signore a tutti glista inaccettabilità equivale ad arro- ai sommi sacerdoti e agli scribi: co-
uomini, perché tutti — com’è detto ganza per la Chiesa cattolica: essa noscono le Scritture e sanno, ma
da Paolo agli Efesini — prendano dice invece la sua dedizione a che non riconoscono.
parte alla stessa eredità, formino lo l’annunzio e l’originalità di Cristo Matteo prefigura così il dramma
stesso corpo e partecipino alla pro- non perdano nulla dei tratti da lui del rigetto di Gesù che un giorno
messa per mezzo del Vangelo. L’es- voluti. La Chiesa non esibisce se sarà consumato proprio a Gerusa-
sere missionaria non è una delle ca- stessa, ma Gesù Cristo nella sua in- lemme. La ricerca di Cristo, l’acco-
ratteristiche della Chiesa, ma è la tegralità. Una indifferenza al riguar- glienza della vocazione, in una paro-
do sarebbe semplice- la la fede, non sono mai facili e pa-
mente disinteresse verso cifici. Domandano sempre una co-
Ora è la Chiesa ad accendere il Signore. Tanto oggi si raggiosa decisione della libertà, che James Tissot, «I magi nella casa di Erode» (fine XIX secolo)
la stella di Cristo parla di inculturazione tocca l’intimo della coscienza, dove
del Vangelo, essa sareb- il Vangelo si iscrive e diviene luce e
A farsi vocazione mediante l’annuncio be però deleteria se attrattiva, senza essere costrizione. A abbia la fede; considerate con molta Dei Magi Matteo dice che al rive-
perché tutti prendano parte comportasse un dissol- completare il discorso sopra accen- attenzione che occhi di lince abbia dere la stella «provarono una gran-
versi o un annebbiarsi nato sulla missione occorre aggiun-
alla stessa eredità dell’originalità e della gere che — per le vie che Dio cono-
chi riconosce il Figlio di Dio mentre dissima gioia». La fede, che ancora
succhia il latte, chi lo riconosce so- aspetta e desidera la visione beatifi-
necessità di Gesù Cri- sce e che non è tenuto a rivelarci — speso a una croce e morente. Il la- ca, sa far pregustare la gioia, della
sua stessa definizione. Se la Chiesa è sto, che devono risaltare nella for- nella coscienza di ogni uomo si ac-
drone lo confessa sul patibolo, i Ma- quale è intessuto il Vangelo: una
appassionata del Signore, l’unico e mulazione della fede, nel linguaggio, cendono i segni di Dio, che esigono
gi nella stella; quello confitto coi gioia interiore, di là dal turbamento,
insostituibile redentore del mondo nella liturgia, e nei suoi segni. Si di- consenso e conversione, elezione e
distacco, poiché nessuno uomo — chiodi, questi avvolto nei panni. capace di dominare le penose ricor-
non può rinunziare a rivelarlo. Sa- mentica talora che nessun uomo e
che dall’eternità è predestinato in Non vi dà fastidio, o Magi, l’umile renti vicissitudini con la certezza
rebbe un falso e nefasto ecumenismo nessuna cultura sono dispensati dal-
Cristo — è dal Padre abbandonato a dimora della stalla, la povera culla della speranza nella Provvidenza. È
quello che livellasse ogni religione la conversione e dall’adesione all’av-
sul medesimo piano, o ritenesse che venimento preciso e concreto di Ge- se stesso, alle proprie tenebre natura- della mangiatoia? Non vi scandaliz- la gioia messianica, che incomincia
l’evangelizzazione compiuta dalla sù Cristo. Capita che disavveduti pa- li, e alle proprie impossibilità e di- za la presenza di una povera madre, quaggiù e che può stranamente con-
Chiesa sia lesiva delle coscienze od stori, in fondo poco confidenti in savventure. Dio non ama parzial- né l’infanzia di un bambino che suc- vivere con la passione. Teresa di Li-
offensiva delle espressioni religiose Cristo, creino smarrimenti nei fedeli mente: ogni uomo nasce prevenuto chia il latte?». sieux ha questa singolare riflessione
dei popoli. Il Vangelo, che è per tut- e confusione nella loro fede per un dall’immenso amore del Padre. Toc- Forse allora Gesù non era già più sulla stella: «Talvolta, quando il cie-
ti obiettivamente liberante, non concordismo tutto sommato facile e cherà ai credenti predicare come tale in una stalla, ma certo non risiedeva lo è coperto di nuvole, la sera senza
dev’essere mai imposto in nessuna disimpegnato. amore abbia preso forma storica in in una reggia. C’è sempre spropor- luci è triste per Gesù, nell’ombra.
forma a nessuno. Ma questo non Il cammino dei Magi per l’adora- Gesù. zione tra quello che la fede imme- Per rallegrare Gesù Bambino, fatti
rende la Chiesa né inerte, né indiffe- zione del re dei Giudei non trova fa- Predicava san Bernardo: «Guarda- diatamente vede e quello che, confi- ardente di luce, brilla di tutte le tue
rente: essa stessa, d’altronde, provie- cilitazione ma ostacoli, e stranamen- te e vedete quale vista penetrante dentemente, crede. virtù, come una stella».

Negli affreschi nelle catacombe di Domitilla La basilica di Betlemme e gli scavi dell’archeologo francescano Bellarmino Bagatti

I tre magi erano quattro Quella grotta sacra

(o forse anche di più) che nei secoli si trasforma in cripta
di GIOVANNI CARRÙ cappella greca di Priscilla del III secolo, non di FABRIZIO BISCONTI che rappresentare un suggestivo antefat- Il Bagatti e gli specialisti dello Stu-
mancano casi in cui gli offerenti variano in nu- to architettonico per la genesi delle dium biblicum Franciscanum ricostruirono
Le catacombe di Domitilla sulla via Ardeatina mero di due, quattro e persino sei. L’episodio Proprio quando si celebra l’anniversario cripte e degli eremi rupestri che, pro- lo sviluppo della basilica costantiniana,
hanno origini veramente antiche, se, come rife- dell’adorazione dei Magi assume un significato della “svolta costantiniana” e dell’editto prio in Palestina, conoscono le prime ri- che proponeva l’edificio-tipo del tempo,
riscono le fonti e denunciano le realtà archeolo- simbolico, specialmente per la particolarità e la di tolleranza nei confronti della religio- levanti manifestazioni. con pianta longitudinale scandita da file
giche, mostrano una cronologia che prende av- rarità dei doni. L’oro, rappresentato nelle pri- ne cristiana con convegni, mostre e Ma torniamo alla basilica della Nati- di colonne e preceduta da un ampio
vio nel II secolo. Il nome pare rimandare a una me figurazioni in forma di corona, vuole allu- pubblicazioni, il pensiero corre, in que- vità, descritta fra il 382 e il 384 dalla quadriportico, mentre i pavimenti musi-
dere alla regalità del Cristo, e il simbolico tri- sto periodo natalizio, all’intervento dei pellegrina Egeria nel suo Diario di viag- vi, scoperti durante gli scavi che si pro-
Domitilla che doveva appartenere alla famiglia
buto dei popoli vinti al sovrano vincitore, che Costantinidi a Betlemme, dove, secondo gio, laddove ricorda che, entrando trassero dagli anni Trenta agli anni Cin-
di Domiziano, forse la sorella o la nipote ripropone il gesto solenne dell’Aurum corona-
dell’imperatore, esiliata nell’isola di Ponza o in le fonti e la tradizione, per volontà di nell’edificio, non si vede altro che oro, quanta del secolo scorso, mostrano ele-
rium attribuito all’imperatore romano. Anche Elena, fu costruita la grande basilica nel gemme, teli di seta ricamati, candelabri, menti geometrici, vegetali e zoomorfi. Il
quella di Ventotene per aver aderito al cristia- l’incenso, che si eleva verso il Cristo vuole sot- piccolo centro a cui alludeva Michea, arredi preziosi e mosaici pavimentali. La santuario — forse già nel IV secolo —
nesimo. Il complesso catacombale conserva an- tolineare la sottomissione dei potenti della terra nella celebre profezia: «E tu, Betlemme testimonianza della pellegrina spagnola presenta due poli per la venerazione dei
cora un ipogeo dei Flavi di origine pagana, poi nei confronti del divino, replicando una prassi di Efrata, così piccola per essere fra i risponde perfettamente all’organizzazio- pellegrini: il luogo della nascita e quello
cristianizzato attraverso affreschi desunti dal re- pagana che contemplava la supplica presso gli capoluoghi di Giuda, da te verrà colui ne architettonica del cantiere costanti- del presepe.
pertorio biblico. La parte più interessante della altari del sacrificio. La mirra, infine, allude che deve essere il dominatore di Israe- niano, che presentava cinque navate, Al tempo di Giustiniano, il manufat-
le» (5, 1). E proprio a Betlemme Maria con una desinenza absidale in forma di to ottagonale fu sostituito da tre absidi,
«diede alla luce il suo figlio primogeni- ottagono, che vuole alludere all’ogdoa- mentre fu sopraelevato il pavimento e
to, lo avvolse in fasce e lo depose in de, all’ottavo giorno, alla perfezione e furono decorate a mosaico le pareti, poi
una mangiatoia, perché per loro non che recupera un altro importante edifi- asportati durante l’iconoclastia, e anche
c’era posto nell’alloggio» (Luca, 2, 6). cio costantiniano, ossia la cattedrale di le fonti riferiscono che, per molto tem-
Ebbene, già negli anni centrali del II se- Antiochia, il famoso ottagono aureo, in po, si conservò un’adorazione dei Magi
colo, il martire Giustino, nel Dialogo con quanto ricoperto di preziosi mosaici pa- nell’area presbiteriale. Oggi, attorno
Trifone (capitolo 78), ribadisce il fatto rietali a fondo oro. all’edificio, sono sorti i conventi france-
che Giuseppe, dal momento che non scano, greco e armeno e
poté prendere alloggio a Betlemme, oc- due scale, situate sul coro,
cupò una grotta dei dintorni e Origene, conducono alla grotta.
un secolo dopo, nel Contra Celsum, fa Una stella argentea, posi-
riferimento alla diffusione dell’identifi- zionata nel coro, collocata
cazione della grotta della Natività, tanto nel XVIII secolo, laddove
che «anche gli estranei alla nostra fede si riteneva fosse nato Ge-
conoscono il luogo della nascita di Ge- sù, fu asportata nel 1847
L’omaggio dei magi a Maria nel cimitero di Domitilla
sù, che i cristiani venerano» (I, 51). dagli ortodossi e poi ripo-
Eusebio di Cesarea, rispettivamente sizionata proprio nel pun-
catacomba è presso la scala dell’attuale ingres- all’umanità del Cristo, in quanto unguento pre- nel XLI e nel XLVIII libro della Vita di to in cui, già nel medioe-
so, ai piedi della quale si apre una delle basili- zioso per imbalsamare i corpi dei defunti. È Costantino, ricorda l’edificazione di una vo, i pellegrini vedevano
che ipogee più antiche e più estese della Roma sintomatico che la rappresentazione dell’adora- basilica, proprio sulla grotta della Nati- una stella marmorea, che
sotterranea cristiana. Molte tombe sono decora- zione dei Magi entri tanto precocemente nel vità. Il maestoso edificio di culto, noto rievocava l’astro seguito
te ad affresco e mostrano le immagini salienti repertorio figurativo paleocristiano: l’arte dei al Pellegrino di Bordeaux, che lo visitò dai Magi, ai quali, peral-
della storia della salvezza. Merita di essere ri- primi secoli accolglie immediatamente la com- nel 333, fu consacrato — come si diceva tro, è dedicato un altare
cordato l’affresco che rappresenta l’adorazione ponente simbolica che attribuisce ai Magi la in apertura — alla presenza di Elena, co- all’interno della grotta.
dei Magi, secondo uno schema originale. Al funzione dei sapienti e dei potenti che si pro- sì come era successo per la basilica eret- Sin dall’antichità, altri
centro del bianco campo rettangolare, infatti, si ta sul monte degli Olivi, pur essa situa- piccoli memoriali costella-
strano dinanzi al Re Bambino. Attorno alle fi-
riconosce Maria seduta in cattedra vestita di ta su una caverna dove il Cristo aveva no l’hinterland di Betlem-
un’ampia tunica chiara con clavi purpurei, gure dei Magi si è creata, nel medioevo, e, se- ammaestrato gli apostoli. me, come quello collocato
mentre sostiene sulle ginocchia il Bambino. La gnatamente, nel XII secolo un’affabulazione Il culto per le grotte sacre passa at- a un miglio dalla città, ri-
Madre solleva la mano destra, come per acco- leggendaria che attribuisce i nomi di Gaspare, traverso la cultura giudaica e quella cri- cordato come il Campo
gliere quattro personaggi, disposti in coppie Melchiorre e Baldassarre ai tre re, anche se un stiana, tanto che una tradizione voleva dei pastori, a memoria
simmetriche ai suoi lati, tra serti floreali. Le graffito rinvenuto nel complesso monastico egi- che il corpo di Adamo fosse sepolto in dell’annuncio che essi ri-
quattro figure incedono verso la Madre e il ziano di Kellia, riferibile al VII-VIII secolo, pare una caverna del Golgota e un’altra indi- cevettero dall’angelo (Lu-
Bambino portando vassoi colmi di doni, e ve- già menzionare i nomi Gaspar, Belchior e Ba- cava una grotta di Betlemme come luo- ca, 2, 8). Il sito, definito
stono abiti all’orientale, con tuniche corte, thesalsa. Betlemme nel mosaico dell’arco trionfale
go della tumulazione di Davide. Grego- D eir-er-Ra’wat, presenta
mantelli, brache e berretto frigio. Il della basilica di Santa Maria Maggiore (V secolo)
rio di Nissa, nell’ultimo scorcio del IV una grotta inglobata in
numero dei Magi, così come compa- secolo, attribuisce alle grotte, agli antri due edifici di culto so-
re in questo affresco riferibile alla o alle caverne un significato caratteriz- Il corpo ottagonale della basilica del- vrapposti, dei quali uno riferibile, pre-
prima metà del secolo IV, non deve
meravigliare, in quanto Matteo, rife-
I sapienti e la stella zato da oppositae qualitates: se, infatti, la Natività presentava una gradinata sumibilmente, al IV-V secolo, presenta
da un lato egli si attesta sulla valutazio- d’accesso a una piattaforma circolare lacerti della decorazione musiva pavi-
rendo l’episodio dell’adorazione ri- È un iranista italiano dell’università di Bologna l’auto- ne negativa legata alla peculiarità delle
corda soltanto che «alcuni Magi protetta da una recinzione metallica, di mentale. Nel luogo, chiamato Poimè-
re dell’ultimo suggestivo e documentatissimo libro de- tenebre, dell’oscurità, del buio, già con-
giunsero da Oriente» (2, 1) senza cui sono rimasti i fori di incasso. Se gli nion, nacque un convento, già compro-
dicato al mistero dei sapienti che dall’oriente sulle siderata da Platone e dal pensiero neo-
specificarne il numero. Il fatto che platonico, dall’altro prende in conside- archeologi del passato ritennero che tale messo al tempo dei crociati.
tracce di una stella si misero in viaggio alla ricerca di Altri siti propongono memorie tarde
nell’iconografia tradizionale e nella razione proprio la grotta di Betlemme organizzazione fosse funzionale a
un bambino, trovato e riconosciuto come il salvatore e avvolte nell’affabulazione leggendaria:
letteratura più tarda prevalga un nu- del mondo (Antonio Panaino, I magi e la loro stella. che viene illuminata dalla luce del Cri- un’ipotetica cavità che permettesse di dal luogo di Beit-Sahour dove era un
mero ternario dipende presumibil- Storia, scienza e teologia di un racconto evangelico, Cini- sto. visionare la “sacra grotta” sottostante, il pozzo presso il quale si dissetarono Ma-
mente dai doni che recarono al Bam- sello Balsamo, San Paolo, 2012, pagine 231, euro 17). Il fatto che i più importanti luoghi di padre francescano Bellarmino Bagatti ria e Giuseppe in viaggio per Betlem-
bino. Se, infatti, già in età antica, le «Infiniti i popoli e le vie, come incredibilmente molte- culto della Terra Santa, ossia l’Anàstasis, riconobbe nel singolare impianto la ba- me, alla “grotta del latte”, dove, secon-
rappresentazioni iconografiche raffi- plici le sintesi e le soluzioni, unica la stella e la sua lu- il Golgota, Betlemme e il Monte degli se per un altare circondato da una serie do la tradizione, la Madonna sostò per
gurano tre Magi, come nella celebre ce infinita» conclude lo studioso. Ulivi, si situino su antri-grotte può an- di cancelli e sormontato da un ciborio. allattare il Bambino.
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Da settembre in tutte le scuole del Paese
Obbligatoria in Russia
l’educazione religiosa
MOSCA, 5. Dal 1° settembre prossi-
mo l’educazione religiosa sarà obbli-
gatoria in tutte le scuole della Rus-
sia. È quanto prevede una legge
promulgata dal presidente Vladimir
Putin, che prima della fine dell’an-
no era stata approvata dai due rami
del Parlamento, la Duma e il Consi-
glio della Federazione. La normati-
va, in realtà, riguarda una più am-
pia riorganizzazione dell’insegna-
mento con riferimenti contrattuali
relativi al salario minino degli inse-
gnanti (che sarà direttamente corre-
lato all’economia della regione in
cui i docenti si trovano a lavorare) e
ai rimborsi per gli spostamenti nelle
aree più disagiate. Al suo interno,
però — come riferisce «The Moscow
Times» — sono contenute anche
delle norme che appunto prevedono
l’obbligatorietà dell’insegnamento
religioso. Si tratta, viene osservato,
di un altro segnale delle buone rela-
zioni che le istituzioni statali man-
tengono in particolare con la Chiesa
ortodossa russa.
Quella approvata dal presidente
Putin non è comunque altro che
l’ampliamento e l’estensione di una
precedente normativa. Nel febbraio
dello scorso anno, infatti, un decre-
to legge firmato dallo stesso Putin
— allora primo ministro — prevedeva
che l’insegnamento della religione,
bandito durante l’era sovietica, fosse
impartito in tutti gli istituti pubblici
di istruzione primaria. Un’innova-
zione, salutata felicemente dai rap-
presentanti delle comunità religiose,
che era stata preceduta anche da un
periodo di sperimentazione comin-
ciato nel 2009, che ha interessato le
scuole medie di alcune regioni del
Paese, coinvolgendo circa mezzo
milione di bambini e studenti,
20.000 insegnanti e circa 30.000 isti-
tuti scolastici. Contestualmente il
ministero dell’Istruzione dava il via
ai corsi di formazione per gli inse-
gnanti di religione.
Secondo quanto previsto già dalla
normativa dello scorso anno, gli
alunni delle scuole elementari e me-
die devono iscriversi obbligatoria-
mente a corsi generici sui «fonda-
menti di cultura religiosa» o sui
«fondamenti di etica pubblica». In
alternativa, vi è la possibilità di fre-
quentare lezioni su una delle quat-
tro religioni ritenute «tradizionali»,
cioè il cristianesimo ortodosso,
l’islam, l’ebraismo e il buddismo.
Da parte sua il Governo russo,
anche in incontri ufficiali con i re-
sponsabili delle comunità religiose,
ha sempre ribadito che l’insegna-
Domenica 6 gennaio la tradizionale Questua pontificia dell’Epifania
Dalle parrocchie di Francia alle diocesi africane
PARIGI, 5. Domenica 6 gennaio in
tutte le parrocchie francesi si svolge-
rà l’ormai tradizionale Questua pon-
tificia dell’Epifania per l’Africa or-
ganizzata da Aide aux Églises
d’Afrique, che assicura la gestione e
la distribuzione dei fondi. Una ma-
niera concreta per la Chiesa di
Francia — spiega padre Pierre-Yves
Pecqueux, direttore generale
dell’iniziativa — di rispondere ai bi-
sogni dei fratelli africani, alle prese
con la perenne scarsità di risorse fi-
nanziarie.
Nel gennaio 2012, duecentodicias-
sette diocesi di ventotto Paesi (com-
presi il Madagascar e le isole
mento religioso nelle scuole non
rinnega di certo il principio di laici-
tà sancito dalla Costituzione. E, per
quanto riguarda i rapporti con le
varie confessioni, soprattutto per
quanto concerne la formazione degli
insegnanti, ha assicurato che non c’è
alcuna intenzione di interferire nelle
attività delle organizzazioni religio-
se. «Lo Stato non lo farà in nessun
caso», ha assicurato Putin, e «que-
sto vale anche per l’auto-organizza-
zione all’interno delle diverse comu-
nità».
Fortemente caldeggiata dal Pa-
triarca ortodosso di Mosca, Cirillo,
la reintroduzione dell’insegnamento
religioso ha pure incontrato però
critiche e resistenze da parte di chi
ha fatto notare la mancanza di inse-
gnanti qualificati e di libri di testo
adatti — cosa peraltro ammessa a
suo tempo anche dalla responsabile
del ministero dell’Istruzione per
l’insegnamento della religione, Ele-
na Romanova. Come pure, tra gli
esperti educativi, non è mancato chi
abbia messo in guardia dai possibili
pericoli derivanti dal «dividere i
bambini in gruppi secondo la fede
religiosa». Tuttavia, un certo scetti-
cismo regnante nel mondo laico,
non è certamente condiviso in quel-
lo religioso. Non soltanto, dunque,
il Patriarcato ortodosso, ma anche la
comunità musulmana ha dimostrato
I credenti sono più del 90 per cento della popolazione
Tutte le fedi di Mosca
MOSCA, 5. Cresce in Russia la “do-
manda” e, soprattutto, la diversità
dell’appartenenza religiosa. Secon-
do un recente sondaggio condotto
dal Levada-Center, una ong di ri-
cerche sociologiche con sede nella
capitale, quella ortodossa resta la
principale confessione del Paese, a
fronte di un sensibile aumento del-
la presenza musulmana. Mentre
cresce simultaneamente anche la
richiesta di nuovi luoghi di culto
da parte delle minoranze religiose.
L’indagine, condotta alla fine
dello scorso novembre in 130 città,
rileva che circa il 74% della popo-
lazione si definisce cristiana orto-
dossa, mentre il 7% afferma di es-
sere musulmana. Le altre religioni,
complessivamente, oscillano intor-
no all’1%. Il dato più interessante
riguarda, però, il raffronto con al-
dell’Oceano indiano) ricevettero una
sovvenzione di 4000 euro ciascuna,
frutto della colletta. Le donazioni
continueranno dunque anche nel
2013 a rispondere alle domande di
sostegno di piccoli progetti pastorali
presentati a Aide aux Églises d’Afri-
que dai vari vescovi.
«I cristiani di Francia — ricorda
padre Pecqueux — sono nuovamente
invitati a mostrare, con un gesto di
solidarietà, il loro sostegno all’evan-
gelizzazione in Africa donando agli
attori di questa evangelizzazione i
mezzi pastorali per completare la
propria missione». Nella lettera in-
viata ai parroci, ai responsabili dei
L’OSSERVATORE ROMANO
di voler sostenere in pieno il proget-
to. Il mufti Albir Krganov, presi-
dente del Comitato spirituale dei
musulmani della Repubblica della
Ciuvascia, con riferimento al proget-
to pilota che si è sviluppato fin dal
2009, ha affermato che «la nuova
materia nelle scuole in Ciuvascia è
diventata molto popolare sia tra gli
alunni che tra i genitori. Gli stessi
genitori dicono di avere imparato
molto sulla religione da quando i
loro bambini frequentano questi
corsi». Soddisfazione, soprattutto, è
stata espressa però dalla Chiesa or-
todossa che a più riprese ha ribadito
come l’insegnamento della religione
nelle scuole non contraddica la lai-
cità dell’istruzione, ma sia anzi un
elemento fondamentale per la for-
mazione della personalità dell’indi-
viduo e un contributo essenziale per
consolidare la pace tra le religioni e
la società. Proprio su questo tema,
nel febbraio dello scorso anno si era
svolto nella sede del Patriarcato un
incontro con i rappresentanti della
Chiesa cattolica lituana. Tra qualche
anno — ebbe in sostanza a rilevare il
metropolita di Volokolamsk, Hila-
rion, presidente del Dipartimento
per le relazioni ecclesiastiche esterne
— si vedranno i frutti di questa scel-
ta che contribuirà a migliorare il cli-
ma morale della società russa.
tri precedenti sondaggi. Secondo
quanto riferisce l’agenzia Interfax,
i fedeli ortodossi sono diminuiti
del 6% (nel 2009 lo erano l’80%
degli intervistati), mentre gli ade-
renti all’islam sono passati dal 3%
al 7% della popolazione. I cattolici
non arrivano all’1%, anche se sono
leggermente più numerosi rispetto
a tre anni fa. Soprattutto, inoltre,
diminuisce il numero degli atei,
che passa dal 6% al 5%, mentre
aumentano (dall’8% al 10%) coloro
che, pur credenti, non si ricono-
scono in alcuna religione. Nel frat-
tempo, la Federazione delle comu-
nità ebraiche di Russia ha chiesto
alle autorità di Mosca, dove vivo-
no circa 500.000 ebrei, la conces-
sione dei terreni per la costruzione
di cinque nuove sinagoghe.
gruppi pastorali, alla stampa e alle
radio cristiane, il direttore della
Questua pontificia dell’Epifania per
l’Africa cita un passaggio del Mes-
saggio al popolo di Dio diffuso
nell’ottobre scorso dai padri sinoda-
li: «Guardiamo a voi cristiani, uo-
mini e donne, che vivete nei Paesi
dell’Africa e vi diciamo la nostra
gratitudine per la testimonianza che
offrite al Vangelo spesso in situazio-
ni di vita umanamente difficili. Vi
esortiamo a ridare slancio all’evan-
gelizzazione ricevuta in tempi anco-
ra recenti, a edificarvi come Chiesa
“famiglia di Dio”, a rafforzare
l’identità della famiglia, a sostenere
l’impegno dei sacerdoti e dei cate-
chisti, specialmente nelle piccole co-
munità cristiane».
È dunque in questo contesto, sot-
tolinea Pecqueux, che deve essere
vissuta la prossima colletta nelle
parrocchie francesi.
L’origine della questua pontificia
risale alla creazione, nel 1888, da
parte del cardinale Charles-Martial-
Allemand Lavigerie, della Lega anti-
schiavista, della quale nel 2013 si
commemora dunque il centoventi-
cinquesimo anniversario. Il suo
obiettivo era quello di trovare fondi
per far conoscere le condizioni della
schiavitù in Africa, in modo da fa-
vorirne la soppressione e aiutare le
persone liberate. Due anni dopo, il
20 novembre 1890, con la lettera en-
ciclica Catholicae Ecclesiae, Leone
XIII stabilì che «ogni anno, nel gior-
no e dove si celebrano i misteri
dell’Epifania, venga raccolto denaro
come offerte a favore» dei missiona-
ri in Africa. Da allora la colletta vie-
ne effettuata ogni anno, in partico-
lare in Francia, Germania, Belgio,
Spagna, Polonia e Romania.
Messaggio per il nuovo anno dell’ex arcivescovo di Canterbury
Il popolo silenzioso
della solidarietà
LONDRA, 5. Dietro alla realtà che ci
circonda «c’è un popolo silenzioso»
che contribuisce a rendere la società
e il nostro mondo più funzionale
per tutti e non soltanto per coloro
che stanno bene»: è la considerazio-
ne espressa nel messaggio augurale
per il nuovo anno dal primate della
Comunione anglicana, l’arcivescovo
di Canterbury, Rowan Williams, che
a fine dicembre ha lasciato l’incari-
co. Il successore, il vescovo di Du-
rham, Justin Welby, verrà introniz-
zato come arcivescovo di Canterbu-
ry il 21 marzo 2013. L’arcivescovo di
Canterbury è il primo tra gli uguali,
primus inter pares, tra i vescovi an-
glicani, primate di circa 80 milioni
di fedeli sparsi nelle trentotto pro-
vince in cui è suddivisa l’Anglican
Communion.
Nel messaggio Williams — che as-
sumerà in futuro un ruolo dirigen-
ziale a livello universitario — ripro-
pone come esempio l’esperienza
dell’organizzazione dei Giochi della
trentesima Olimpiade e delle Para-
limpiadi che si si sono svolti a Lon-
dra, l’estate scorsa, per richiamare la
comunità a mantenere costante l’im-
pegno di generosità e di solidarietà
nei confronti del prossimo. «Gli
straordinari eventi dei Giochi — si
legge nel messaggio — hanno forni-
to uno spettacolo indimenticabile e
tutti hanno potuto rendersi conto
del lavoro dell’esercito di volontari
che hanno lavorato giorno e notte
per far sì che questi eventi accades-
La decisione della House of Bishops della Church of England sui vescovi omosessuali
Nuova frattura tra gli anglicani
LONDRA, 5. La House of Bishops
della Church of England ha stabili-
to che gli appartenenti al clero ma-
schile, uniti civilmente con altre per-
sone dello stesso sesso, potranno di-
ventare vescovi, nel rispetto comun-
que della tradizione religiosa in ma-
teria di sessualità. Si tratta della me-
desima condizione già prevista per i
candidati al sacerdozio che hanno
contratto una civil partnership, ovve-
ro un’unione legale tra omosessuali,
ai quali è concessa l’ordinazione
purché si astengano dai rapporti
sessuali e abbiano fatto pentimento
del passato. La decisione della Hou-
se of Bishops ha eliminato una mo-
ratoria che aveva impedito finora di
estendere questa possibilità ai candi-
dati all’ordinazione episcopale.
L’eliminazione della moratoria ha
incontrato la netta opposizione del-
l’ala tradizionalista della comunità
anglicana in Gran Bretagna, forma-
ta da evangelici e anglocattolici. Il
responsabile del gruppo evangelico
Reform, Rod Thomas, ha sottoli-
neato che la decisione «provocherà
divisioni ancora più marcate rispetto
a quelle che vi sono già per quanto
concerne la questione della consa-
crazione delle donne vescovo», ag-
giungendo che pertanto una discus-
sione su questo nuovo tema dovrà
essere affrontata nell’ambito dei la-
vori del prossimo Sinodo generale.
Il vescovo di Norwich, Graham Ja-
mes, a nome della House of Bi-
shops, ha spiegato che «è stato rite-
nuto ingiusto escludere dall’ordina-
zione episcopale coloro che cercano
di vivere in piena conformità agli
insegnamenti della Church of En-
gland sul tema della sessualità o su
altri che riguardano la vita persona-
le e la disciplina». La questione
sero. Sono state persone “chiave”
che hanno tradotto questa visione in
una realtà per tutti noi». Questa ge-
nerosità, ha aggiunto l’ex primate e
arcivescovo, continua a mostrarsi
anche in altre forme, sottolineando
in particolare il contributo delle co-
munità religiose a favore delle per-
sone svantaggiate. Molte comunità,
ha spiegato, si adoperano per offrire
cibo e riparo ai senza tetto a Lon-
dra. «In questo caso la religione —
ha osservato — diventa una fonte di
energia e una fonte di vita che for-
nisce la visione di come le persone
dovrebbero essere considerate e trat-
tate». Questo genere di contributo,
ha aggiunto, «spiega molto delle
cose che funzionano bene in una
comunità e che vengono dal duro
lavoro e dalla generosità disinteres-
sata delle persone comuni». Per
questo, ha concluso, «dobbiamo
cercare di riconoscere questa cor-
rente costante di generosità che è al-
la base tanto della nostra vita insie-
me in questo Paese che in tutto il
mondo».
Come accennato, il successore di
Williams, il vescovo Justin Welby,
verrà intronizzato come arcivescovo
di Canterbury a primavera. Nel sito
anglicano si ricordano la procedura
che ha portato alla scelta del succes-
sore e i momenti che condurranno
all’intronizzazione. L’annuncio della
nomina era stata fatta il 9 novembre
2012. Welby, 56 anni di età, sposato
e con cinque figli, era divenuto dia-
dell’ordinazione episcopale dei
membri maschili del clero dichiara-
tamente omosessuali era sorta all’in-
terno della comunità anglicana in
Gran Bretagna già nel 2003, quando
un sacerdote omosessuale, Jeffrey
John, nominato vescovo di Reading,
venne convinto dall’allora arcivesco-
vo di Canterbury, Rowan Williams
a dimettersi, dopo il coro di prote-
ste che il caso aveva suscitato. Suc-
cessivamente, nel 2010, un’altra can-
didatura del sacerdote alla guida
della diocesi di Southwark, venne
ugualmente bocciata. Anche all’in-
terno della Comunione anglicana la
proposta ha suscitato controversie.
domenica 6 gennaio 2013
cono nel 1992 e vescovo nel 2011.
Alla regina Elisabetta II, in quanto
governatore supremo (Supreme Go-
vernor) della Chiesa d’Inghilterra è
spettato il compito di approvare la
nomina del nuovo arcivescovo. Il
prossimo 10 gennaio il College of
Canons si riunirà presso la Chapter
House di Canterbury, per l’elezione
dell’arcivescovo, sulla base della let-
tera della Crown Nominations
Commission che ne autorizza la
procedura formale. Successivamen-
te, il 4 febbraio, avverrà presso la
Saint Paul’s Cathedral, la Confirma-
tion of Election, ovvero la cerimonia
di conferma dell’elezione, durante la
quale, fra l’altro, il dean della catte-
drale ribadirà di fronte a un’apposi-
ta commissione di vescovi che l’ele-
zione è avvenuta nel totale rispetto
dello statuto della Church of En-
gland. Al termine della cerimonia
Justin Welby, sarà quindi ufficial-
mente il nuovo arcivescovo di Can-
terbury e abbandonerà la carica di
vescovo. Il 21 marzo, quindi, si svol-
gerà nella cornice della Canterbury
Cathedral, la cerimonia di introniz-
zazione alla quale saranno invitati,
fra gli altri, i primati delle varie pro-
vince in cui si compone la Comu-
nione anglicana. Il vescovo di Du-
rham ha definito l’affidamento del
mandato «come qualcosa di travol-
gente per la sua responsabilità e allo
stesso tempo sorprendente, in quan-
to inaspettato».
Fin dal 2003, anno della nomina a
vescovo di Gene Robinson, un pa-
store dichiaratamente omosessuale
della comunità episcopaliana degli
Stati Uniti, sono sorti contrasti tra
le diverse province dell’Anglican
Communion che hanno messo in
evidenza profonde spaccature. Inol-
tre è ancora in una fase di stallo la
decisione per quanto concerne la
consacrazione delle donne vescovo,
anche di quelle dichiaratamente
omosessuali, anche se la pratica, nel
caso per esempio della comunità
episcopaliana negli Stati Uniti (il
ramo della Comunione anglicana in
quel Paese) è già da tempo seguita.
domenica 6 gennaio 2013
Nel giorno in cui il Natale mostra il suo splendore
Colui che cerchiamo
ci è venuto a cercare
Nel pomeriggio di oggi a Brugherio, in
provincia di Monza e Brianza, il car-
dinale arcivescovo di Milano presiede
la celebrazione vigiliare dell’Epifania,
durante la quale inaugurerà l’altare in
cui sono custodite le reliquie dei Magi,
nel quattrocentesimo anniversario della
loro traslazione. Il porporato ha antici-
pato per il nostro giornale i temi
dell’omelia.
di ANGELO SCOLA
«D ov’è il re dei Giudei che è na-
to?» (Matteo, 2, 2). Nella domanda
dei Magi, primizia di tutte le genti,
sentiamo raccolta la domanda di
tutti gli uomini. La tua, la mia do-
manda. Più o meno confusamente,
infatti, ogni uomo «avverte la pres-
sione di una Presenza» — con la P
maiuscola — (George Steiner) nelle
cui mani affidare la propria persona.
Qualcuno che prenda a cuore il suo
destino. E per incontrarLo affronta,
come i Magi, un lungo e avventuro-
so viaggio. Non a caso, sempre e in
Il reliquiario settecentesco che nella chiesa di Brugherio conserva i resti dei Magi
ogni cultura, il genio poetico ha uti-
lizzato la figura letteraria del viag-
gio per descrivere l’avventura uma-
na: Ulisse, Dante, l’esule, il pellegri-
no, l’esploratore, l’avventuriero. So-
no tutte varianti di un’unica e radi-
cale intuizione: la vita dell’uomo è
un viaggio alla ricerca di Qualcuno
che lo assicuri per sempre.
A questo sempre vivo desiderio di
tutte le genti risponde un Dio fatto
bambino. Dio stesso si è messo in
viaggio verso di noi: Colui che cer-
chiamo ci è venuto a cercare. Il Na-
tale, che la solennità dell’Epifania
mostra in tutto il suo splendore, è il
compimento della promessa che ha
sostenuto il viaggio dei Magi, che
sostiene il mio e il tuo viaggio, il
viaggio di ogni uomo.
All’universalità, in forza della co-
mune appartenenza alla natura
umana, anelano tutti gli uomini e
tutti i popoli. Essa si realizza attra-
verso l’unità dei popoli e delle na-
zioni nella famiglia umana. Eppure,
pur tendendo al bene prezioso
dell’universalità con tutte le nostre
forze, noi non sappiamo costruirla:
«Poiché, ecco, la tenebra ricopre la
terra, nebbia fitta avvolge i popoli»
(Isaia, 60, 2). Troppo spesso, anzi,
sembriamo cospirare per distrugger-
la. Basti pensare al riaffiorare allar-
mante dei conflitti sociali, alla re-
crudescenza del terrorismo, alle stra-
gi di cristiani e alle persecuzioni
contro uomini delle religioni. Invece
di affermare la forza del diritto, si
vanta il diritto alla forza. Cosa pos-
siamo fare? Seguire la stessa via che
fu indicata ai Magi.
Dicono i Magi: «Abbiamo visto
sorgere la sua stella e siamo venuti
per adorarlo» (Matteo, 2, 2). E san
Leone Magno genialmente ci ricor-
da: «questa stella (il segno) ci esorta
particolarmente a imitare il servizio
che essa prestò, nel senso che dob-
biamo seguire, con tutte le nostre
forze, la grazia che invita tutti al
Cristo. In questo impegno, miei ca-
ri, dovete aiutarvi l’un l’altro» (Di-
scorso per l’Epifania, 3). Con queste
parole il grande Papa identifica la
realtà a cui la stella ci conduce. Essa
ci guida nel luogo dove si trova il
Bambino. Oggi questo luogo è la
Chiesa. La Chiesa, primizia di unità
tra gli uomini, ogni giorno ci testi-
monia come la salvezza universale
passa dal particolare concreto. Co-
me Dio, l’universale, si è comunica-
to a noi nel singolare concreto di
Gesù bambino, così la Chiesa, che è
universale (Catholica), ci viene in-
contro attraverso la capillare e varie-
gata presenza delle parrocchie e del-
le varie aggregazioni di fedeli, anti-
che e recenti, che vivono al cuore
dei più svariati popoli, dentro ogni
cultura, fin nel più sperduto villag-
gio. «Alza gli occhi intorno e guar-
da: tutti costoro si sono radunati,
vengono a te. I tuoi figli vengono
da lontano, le tue figlie sono porta-
te in braccio» (Isaia, 60, 4). Nella
profezia di Isaia è anticipato il de-
stino di unità cui il Padre chiama
tutti gli uomini. La Lettera agli Efe-
sini lo rivela (epifania) a noi cristia-
ni. «È stato fatto conoscere il miste-
ro (…) per mezzo dello Spirito: che
i gentili sono chiamati, in Gesù Cri-
sto, a partecipare alla stessa eredità,
a formare lo stesso corpo, ad essere
partecipi della promessa per mezzo
del Vangelo» (3, 3.5-6).
Come educarci concretamente a
questa convocazione cui ci destina
l’amore di Gesù (Congregavit nos in
unum Christi amor)? Annunciando,
con l’efficace impotenza dell’amore,
Gesù Cristo a tutti i popoli. Il lavo-
ro dei nostri missionari cristiani di-
venta allora un richiamo permanen-
te per tutta la nostra comunità ec-
clesiale: un invito a vivere le dimen-
sioni del mondo, a riconoscere che
il dono della fede non ha confini.
Nel quarto centenario della traslazione
Le dita degli «umitt»
BRUGHERIO, 5. È fin dal IV secolo
che le reliquie dei Magi sono pre-
senti a Brugherio, cittadina oggi in
provincia di Monza e Brianza e
nel territorio dell’arcidiocesi di Mi-
lano. Ma “solo” quattro secoli fa,
nel 1613, avvenne la traslazione
presso la chiesa di San Bartolo-
meo. Evento oggi ricordato dalla
visita del cardinale arcivescovo An-
gelo Scola e da una serie di altre
iniziative che fino al giugno pros-
simo coinvolgeranno l’intera co-
munità pastorale di Brugherio, che
da quattro anni è intitolata appun-
to all’Epifania del Signore. Tra le
iniziative anche la pubblicazione
del volume Brugherio 1613-2013.
Una città nel segno dei Magi, scritto
da Luciana Tribuzio Zotti e Giu-
seppe Magni, che si avvale anche
del contributo dello storico Franco
Cardini (Brugherio, Associazione
culturale Kairos, 2012, pagine 160).
Il libro è il risultato di una ricerca
storica su documenti di archivio,
testimonianze di personaggi pub-
blici e privati, vissuti nel territorio
dell’attuale Comune di Brugherio,
a Monza e a Milano, tra la secon-
da metà del sedicesimo secolo e la
prima metà del diciassettesimo.
La parte centrale del volume ri-
guarda le vicende legate alle reli-
quie attribuite ai Magi, ritrovate
durante la visita pastorale dell’arci-
prete di Monza, Camillo Aulario,
il 14 maggio 1592, nell’antico ora-
torio del monastero, situato presso
la Cascina di Sant’Ambrogio. Se-
condo la tradizione, confermata e
mai smentita da tutti i documenti
analizzati, i tre ossicini delle falan-
gi delle dita dei Magi furono rega-
lati da sant’Ambrogio alla sorella
L’OSSERVATORE ROMANO
La liturgia ambrosiana ci fa pre-
gare in questa grande solennità con
le parole seguenti: «La tua luce, o
Dio, ci accompagni sempre e in
ogni luogo» (Orazione dopo la co-
munione). Sempre e ogni luogo:
con due semplici avverbi la liturgia
ci ricorda che nulla dell’umano è
estraneo alla Chiesa.
Fin dall’inizio, il giorno della fe-
sta dell’Epifania, la tradizione della
Chiesa accostò alla rivelazione fatta
ai Magi il primo episodio della vita
pubblica di Gesù. Il miracolo delle
nozze di Cana ci insegna che Gesù
non teme di “sporcarsi le mani”, di
entrare dentro la materialità della vi-
ta per indicare e perseguire instan-
cabilmente la vita buona degli uo-
mini. L’amore è veramente universa-
le quando cambia il particolare con-
creto, quando fa brillare il tutto nel
frammento. Per questa ragione,
nell’odierna società plurale, i cristia-
ni concorrono con tutti i protagoni-
sti della vita pubblica alla costruzio-
ne del bene comune, decisivo fatto-
re di costruzione della pace, come ci
ha ricordato Benedetto XVI il 1° gen-
naio nel suo messaggio per la pace.
Ed è dovere dei pastori, nel rispetto
della loro funzione e delle dovute
distinzioni di compiti, proporre, nel
libero agone democratico, gli ideali
cui ispirare la vita buona personale
e sociale.
Marcellina, che sarebbe vissuta
proprio nell’attuale Cascina di
Sant’Ambrogio, nel IV secolo. A
testimonianza di ciò, si è sempre
mantenuta viva, nella diocesi mila-
nese e in modo specifico nel terri-
torio brugherese, la devozione per
le reliquie dei Magi e per i tre fra-
telli santi: Marcellina, Ambrogio e
Satiro.
A ogni modo è nel 1592, come si
legge nei documenti stesi nell'am-
bito della visita, che l’allora arci-
prete di Monza, Camillo Aulario,
rinviene nell’oratorio delle mona-
che di Sant’Ambrogio (tra Brughe-
rio e Carugate) alcune reliquie, at-
tribuite ai santi Magi. Ma è solo
20 anni dopo, il 27 maggio del
1613, che le preziose ossa trovano
la loro collocazione definitiva nella
chiesa parrocchiale di San Bartolo-
meo, dopo non poche dispute con
la più importante parrocchia mon-
zese di San Giovanni, che riteneva
di avere maggiori titoli per la con-
servazione dei resti. Infine, dal
1621 (data cui risale il primo accen-
no all’attuale reliquiario, negli atti
di una visita del cardinale Federico
Borromeo) il rito di “baciare gli
umitt” (ometti, nel dialetto locale,
perché rappresenta tre piccole fi-
gure) si ripete nei secoli ogni 6
gennaio, quando le reliquie vengo-
no esposte davanti all'altare. «La
nostra Comunità pastorale è dedi-
cata all’Epifania del Signore —
spiega il parroco, don Vittorino
Zoia — questo, dunque, è uno dei
momenti più importanti dell’anno.
Non si poteva perciò avere un’oc-
casione più appropriata per avere
con noi il nostro pastore e ne sia-
mo molto felici».
Il rito natalizio della benedizione dello stocco e del berrettone in uso dal
Per ricordare
la fonte e il fine del potere
di STEFANO SANCHIRICO
Dal XIV secolo alla metà del XIX se-
colo un particolare rito è stato an-
noverato tra le celebrazioni natalizie
pontificie: la benedizione dello stoc-
co e del berrettone. Gladium et Pi-
leum, Ensis et Galerus si donavano a
sovrani, principi o a capitani, bene-
meriti della Chiesa. Quest’uso, ci
conferma il Moroni, successe alla
metà del XIV secolo a quello più an-
tico di inviare ai sovrani lo stendar-
do di San Pietro, decorato della sua
immagine e delle Chiavi pontificie.
Il Papa “limosino” Innocenzo VI
(1352-1362) avrebbe iniziato ad Avi-
gnone la tradizione della benedizio-
ne dello stocco e del berrettone, ma
la prima notizia certa su tale rito ri-
sale all’anno 1386 quando Urbano
VI (1378-1389) li donò a Lucca a For-
tiguerra Fortiguerri.
Si trattava di una distinzione par-
ticolarmente ambita dai sovrani e
dai militari e che era destinata
all’imperatore, qualora si trovasse a
Roma nel periodo natalizio. Il dono
dell’arma benedetta era sempre ac-
compagnato dal berretto ducale di
velluto cremisi su cui vi era ricamata
in perle la colomba dello Spirito
Santo, mentre lo stocco, realizzato
prevalentemente, ma non solo, da
botteghe orafe romane o toscane,
recava inciso sulla lama il nome del
Papa e l’anno di Pontificato nel
quale veniva benedetto e sul fodero
campeggiavano le armi della Santa
Sede e del Pontefice.
Agostino Patrizi Piccolomini de-
scrive minuziosamente nella sua
opera Sacrarum Cerimoniarum San-
ctae Romanae Ecclesiae libri tres il ri-
to della Benedizione e della conse-
gna dello stocco e del berrettone e
lo colloca prima del mattutino di
Natale, se il Papa vi partecipava, o
in alternativa prima della messa del-
la notte. Il Patrizi indica come luo-
go abituale della benedizione la sala
dei paramenti detta del Pappagallo,
oppure la sagrestia della basilica di
Santa Maria Maggiore, ad Presepe,
qualora il Pontefice vi celebrasse o
assistesse alla messa della notte, as-
segnata tradizionalmente dalla litur-
gia stazionale romana a quella basi-
lica. Dopo la costruzione del Quiri-
nale il rito poteva celebrarsi nelle
sale dei paramenti di quel palazzo.
La sequenza rituale è rimasta prati-
camente immutata fino alla metà del
XIX secolo: il Papa, dopo aver as-
sunto i paramenti sino alla stola,
imponeva l’incenso offertogli dal
cardinale primo prete, pronunciava
la preghiera di benedizione, asper-
geva e incensava lo stocco e il ber-
rettone che, presi da un tavolo orna-
to di tovaglie e con due candelieri
accesi, erano sorretti da un chierico
di camera genuflesso in cotta e roc-
chetto, o in cappa, qualora il Papa
non celebrava, ma assisteva alla
messa successiva o al mattutino.
La spada veniva sorretta dalla sua
impugnatura e il berrettone era col-
locato sulla punta della medesima.
Il chierico di camera portava la spa-
da e il berrettone precedendo la cro-
ce papale fino alla cappella o al luo-
go della celebrazione del mattutino
o della messa. Una volta giunto da-
vanti all’altare in cornu epistolae li
consegnava ad un mazziere che li
avrebbe sostenuti fino al termine
della celebrazione, mentre detto
chierico andava a porsi accanto al
decano della Rota che ministrava la
mitra, se questi non era in tunicella,
altrimenti prendeva posto tra gli al-
tri chierici di camera.
Il Fornici, autore di un manuale a
uso dei cerimonieri pontifici, che ri-
prende quello più completo di mon-
signor Dini, così descrive, nel 1853,
quest’aspetto della celebrazione del-
la messa della notte di Natale: «Al
lato dell’epistola, prossimo all’altare,
regga un mazziere in tutto il tempo
della messa lo stocco e il berrettone
i quali si portano nell’accesso e nel
recesso dall’ultimo chierico di came-
ra in cotta e rocchetto e si benedico-
no dal Papa prima del mattutino
della notte, se il Papa vi assiste, o
nella mattina prima che il Papa as-
sume il piviale per assistere alla
messa».
Lo stocco e il berrettone venivano
poi, con un cerimoniale analogo a
quella della rosa d’oro, inviati al de-
stinatario a mezzo di una legazione
apostolica. Un singolare rituale, ben
descritto da Patrizi Piccolomini,
aveva luogo nel mattutino di Natale
quando fosse presente il sacro roma-
no imperatore o qualche altro sovra-
no a cui spettava il dono pontificio.
L’imperatore, rivestito di cotta e di
piviale, indossato alla maniera dei
vescovi e cinto dello stocco benedet-
to, cantava la settima lettura del
mattutino, Exiit edictum a Cesare
Augusto. Prima di procedere al canto
l’imperatore, nel momento in cui si
avvicinava al Papa per chiedere la
benedizione, vibrava per tre volte lo
stocco in aria dopo averlo fatto toc-
care per terra, mostrandosi pronto
alla difesa del Vangelo.
Gli altri sovrani e principi, com-
pivano lo stesso gesto, ma alla quin-
ta lettura in quo conflictu, che era lo-
ro riservata, indossando il piviale al-
la maniera degli avvocati concisto-
riali, cioè con l’apertura verso il
braccio destro. Tale consuetudine
cadde in disuso tra il Sei e il Sette-
cento, i maestri di cerimonia dei pri-
mi anni dell’Ottocento non ne fan-
no più esplicita menzione nelle indi-
cazioni per la celebrazione, riservan-
do il canto di tutte le letture del
mattutino ai cardinali diaconi, quan-
do il Papa era presente, o ai cappel-
lani cantori quando questi era as-
sente.
È interessante notare la spiegazio-
ne simbolica che veniva data al rito.
A riguardo Patrizi Piccolomini ri-
porta un’omelia di Sisto IV (1471-
1484), pronunciata in quella circo-
stanza, nella quale si afferma che
detta benedizione, posta nell’ambito
delle celebrazioni natalizie, ricorda
al principe destinatario del dono
pontificio che egli non ha la potestà
secolare e lo jus della spada né da
se stesso né dai suoi popoli, bensì
da Cristo re e supremo monarca.
L’abate Rainaudo, così descrive il
significato del rito: «L’uso della
spada si dimostra per il cappello
tempestato di perle accomodate in
maniera che rappresentano una co-
lomba, perché avendo il principe
quasi velata la testa per l’ubbidien-
za, gli si dà con la spada il cappello
per dimostrare che non altrimenti, a
suo capriccio, valer si deve della po-
destà della spada, ma secondo i det-
tami della ragione e gli ordini di chi
gliela diede, ch’è Dio capo e Signo-
re di tutti. Così si comprende che
bisogna adoperare la spada, non se-
condo il dettame dello spirito uma-
no, soggetto all’ira, all’ambizione,
alla vendetta, ma nello spirito rap-
presentato dal candore delle perle di
La messa d’inizio anno in un borgo del Piemonte
Rivoluzione del cuore
di FERDINAND O CANCELLI
Si arriva su un minuscolo piazzale
dopo aver attraversato, in salita, il
piccolo borgo di case ma la chiesa
si vede già da lontano, sagoma
scura su uno sfondo di sole. Il
Piemonte ne ha tanti di borghi co-
me questo, anonimi, specchi di
tante vite votate al lavoro e al ri-
sparmio senza porsi tanti perché.
Fa freddo per seguire la messa nel-
la chiesa troppo grande e le poche
anime devote sono invitate a radu-
narsi in una cappella domestica
nascosta all’interno della casa par-
rocchiale.
Si passa un vecchio portone di
legno e davanti agli occhi la scena
è quella di una campagna perduta:
il sacerdote attende tutti, già in
paramenti sacri, in un piccolo giar-
dino accanto alla porta di casa. Le
lose di pietra sotto i suoi piedi fi-
niscono dove inizia il breve corri-
doio di mattoni che porta alle
semplici stanze e, subito sulla sini-
stra, alla piccola cappella domesti-
ca. «Siamo tutti qui» sorride don
Giovanni «forse oggi anche più
del solito...».
Sul volto di questo non troppo
anziano sacerdote si trova la gioia
di chi sa di poter riunire per amo-
re chi, in quel giorno e in quell’ora
di un mattino di inizio d’anno,
avrebbe potuto fare altro, la sag-
gezza di chi non forza la mano sa-
pendo che solo un cuore libero
può accettare una parola così scon-
volgente, la calma di chi per tanti
anni ha saputo aspettare al suo
posto, povero tra gente semplice,
spesso da solo nell’incomprensione
generale. La veste bianca, coperta
da una pianeta tessuta a mano, di
quelle che di rado ormai si vedo-
no, è portata con grande dignità e
tradisce nell’aspetto un po’ logoro
tanti anni di celebrazioni fedeli.
Prendiamo posto al fondo della
stanza: forestieri e alti come siamo
ci sembra più rassicurante. Manca-
no cinque minuti alla messa. Un
bagliore tenue entra attraverso le
pagina 7
XIV al XIX secolo
chi mentre visse tra noi fu più can-
dido di esse ed a cui chi serve regna
e gioisce».
Lo stocco, inoltre, prosegue il ci-
tato autore: «Significa l’infima po-
tenza del Figlio di Dio che nella
notte del suo nascimento prese car-
ne umana e al quale l’eterno Suo
Padre diede ogni potere in cielo e in
terra. Porta altresì la spada il simbo-
lo della giustizia e della prudenza,
tanto necessarie in ogni principe e
finalmente si aggiunge la cintura in-
tessuta tutta d’oro e di gemme pre-
ziose per significare il decoro e la
maestà con il quale devono i princi-
pi sostenere la loro missione».
Più di ogni altro è il testo stesso
della benedizione che suggerisce il
senso più profondo del rito: “Ti
chiediamo Signore Gesù Cristo di
degnarTi di benedire questa spada
in difesa della Santa Romana Chie-
sa e della Repubblica cristiana, co-
stituita a mezzo della nostra benedi-
zione per il castigo dei malfattori e
a onore invero dei buoni, affinché
per mezzo di essa colui che ne sarà
cinto, con la Tua ispirazione, eserciti
la forza con giustizia ed equità, ro-
vesci l’iniquità e protegga e difenda
da ogni pericolo la tua Santa Chiesa
e i suoi fedeli, che per redimere con
il tuo sangue prezioso, oggi ti sei
degnato di scendere sulla terra e as-
sumere la nostra carne …».
Parole che rimandano a ideali di
giustizia e di equità che dovrebbero
caratterizzare in ogni contesto e lati-
tudine quanti sono chiamati al servi-
zio del bene comune. Molte di que-
ste armi pontificie e in alcuni casi
anche il berrettone, si possono am-
mirare in vari musei del mondo, so-
lo Venezia ne possiede ben tre.
Nella Sagrestia Pontificia sono
tuttora conservati uno stocco ed un
berrettone, benedetti nel 1824 da
Leone XII (1823-1829), la cui desti-
nazione è incerta, perché in
quell’anno furono destinati al duca
di Angoulême, ma in una scheda
d’inventario li si attribuisce al mar-
chese di Mac Swiney ed uno stocco,
benedetto nel 1877 dal Beato Pio IX
(1846-1878), destinato all’ultimo co-
mandante dell’esercito pontificio il
generale Kanzler, e al suo stato
maggiore.
tende delle due grandi finestre che
danno sul giardino e tutto, dal
profumo di paglia agli arredi, fa
pensare di far parte del presepio
più che di ammirarlo da fuori.
Dietro l’altare, illuminato da quat-
tro ceri, una piccola vetrata offre
l’immagine dell’ultima cena, alle
pareti qualche immagine sacra, su
ogni sedia una copia del libretto
dattiloscritto dei canti e delle pre-
ghiere più importanti: un’aria di
viva famiglia all’antica che avvolge
tutto.
Stupirsi, meditare, gioire: sono
le tre proposte che don Giovanni
ci fa poco prima di tenere fra le
mani il vero corpo e il vero sangue
di Chi davvero ci ha riuniti insie-
me, piccolo gregge in un paese di
tradizione partigiana. Stupirsi co-
me i pastori davanti a Gesù appe-
na nato, meditare come Maria fa-
ceva di fronte al mistero che la ve-
deva Madre del Creatore, gioire
come dovrebbe sempre fare il vero
cristiano in ogni occasione della
vita.
Di fronte ad un mondo che non
si stupisce più di nulla, a persone
che, stordite da parole, immagini e
suoni, non hanno più la possibilità
di meditare su nulla, a una società
sempre più triste e affannata, la
proposta di don Giovanni, in que-
sta cappella domestica, è una rivo-
luzione. Una rivoluzione silenziosa
fatta da mani che stringono e in-
nalzano il calice che a sua volta
sembra sorreggerle, la rivoluzione
di cuori che cambiano per una pa-
rola che, detta con pacatezza e di-
gnità, penetra gli animi.
Si esce diversi da questa messa
di una mattina di inizio d’anno, si
ha la sensazione che sia ancora
possibile ripartire ma che per farlo
occorra ripartire proprio da qui: da
una semplicità senza distrazioni,
da una vita di sacrificio e di amo-
re, da una liturgia ben fatta, da le-
gami umani veri e profondi, dal
sentirsi figli di unico Padre. Grazie
don Giovanni.
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L’arcivescovo Lorenzo Baldisseri, segretario della Congregazione per i vescovi, parla delle visite «ad limina apostolorum»
Nel segno della collegialità
Concluso il primo ciclo di incontri del pontificato di Benedetto
di MARIO PONZI
Benedetto XVI ha concluso lo scorso
novembre, con l’udienza ai vescovi
della Francia, il suo primo ciclo di
incontri con i pastori di tutto il
mondo per le visite ad limina aposto-
lorum. Nel 2013 incontrerà soltanto i
presuli della Conferenza episcopale
italiana, «poiché — spiega l’arcive-
scovo Lorenzo Baldisseri, segretario
della Congregazione per i Vescovi,
nell’intervista al nostro giornale — lo
svolgimento dell’Anno della fede
non permetterà la visita di altre
Conferenze episcopali, considerata
anche l’ampiezza della Conferenza
episcopale italiana». L’arcivescovo si
sofferma poi sul significato della
visita canonica e sui suoi diversi
aspetti.
L’incontro con l’ultimo gruppo di pre-
suli della Conferenza episcopale francese
ha concluso questo ciclo complessivo
delle visite «ad limina apostolorum»
cui sono tenuti i vescovi di ogni parte
del mondo. Una prima menzione di
questo genere di visita si trova nella
Lettera ai Galati, laddove san Paolo
racconta del suo incontro con Pietro
dopo tre anni di missione nella Giudea.
Dunque ciò confermerebbe l’essenzialità
originaria di questi appuntamenti.
Effettivamente la traccia di una
prima visita ad limina si trova in
questa Lettera. L’apostolo narra che
dopo la sua conversione e l’inizio
del suo apostolato tra i pagani è an-
dato a Gerusalemme per consultare
L’incontro del Papa con un gruppo di vescovi francesi, nel novembre scorso, a conclusione del ciclo delle visite «ad limina Apostolorum»
Pietro — videre Petrum — e nella stes-
sa lettera riferisce pure di una secon-
da visita dopo 14 anni: «Andai di
nuovo a Gerusalemme» ed «esposi
loro il Vangelo, che io predico per i
pagani, per non trovarmi nel rischio
di correre o di aver corso invano».
Tuttavia solo con il concilio di Ro-
ma del 743 fu stabilito dal Papa Zac-
caria l’obbligo della visita ad limina
dei vescovi, che si affievolì lungo i
secoli finché nel 1585 Papa Sisto V la
ripristinò con la costituzione Roma-
nus pontifex. Successivamente venne
recepita nel Codex iuris canonici del
1917, in quello vigente del 1983 e nel-
la costituzione apostolica sulla Curia
romana Pastor bonus.
Il Codex iuris canonici prescrive che
queste visite debbano compiersi ogni
cinque anni. Quest’ultimo ciclo, tutta-
via, ne è durato sette. È il preludio a
un cambiamento della prassi?
I canoni 399 e 400 del Codex iu-
ris canonici in effetti prescrivono le
visite a scadenza quinquennale, ma
per eventi e circostanze particolari
tale scadenza spesso non viene os-
servata. Basterebbe ricordare la ri-
correnza del grande Giubileo del
2000, le cui attività pastorali a livello
locale e universale non permisero a
Giovanni Paolo II di completare nel
tempo stabilito le visite. Nonostante
tale slittamento, la prescrizione del
Codex rimane in vigore. È vero che
con la recente visita ad limina dei ve-
scovi della Francia, Benedetto XVI
ha concluso il primo ciclo di visite
di tutto l’episcopato cattolico del
mondo. Tale conclusione coincide
con l’inizio dell’Anno della fede, che
vede particolarmente impegnati sia il
Papa che i vescovi nelle loro Chiese
particolari.
Anche se intuibile dal significato delle
parole, come nasce la definizione «visi-
ta ad limina apostolorum»?
Visita ad limina apostolorum signi-
fica «visita alle soglie degli Aposto-
li», nel senso che i vescovi sono pe-
riodicamente invitati ad andare a
Roma per videre Petrum, compiere
un pellegrinaggio alle tombe degli
apostoli Pietro e Paolo, fondatori
della Chiesa di Roma, ed esprimere
e rafforzare l’unità e la collegialità
della Chiesa. L’incontro tra il Roma-
no Pontefice e ciascun vescovo rive-
ste un’importanza particolare ed è
un incontro diverso da quelli che av-
vengono talvolta in altre circostanze.
Nel caso della visita ad limina l’in-
contro ufficiale è tra il vescovo di
una Chiesa particolare e il vescovo
di Roma, successore di Pietro. «Cia-
scuno — come dice la Pastor bonus —
con la sua responsabilità inderogabi-
le, ciascuno rappresenta a suo modo
il “noi” della Chiesa, il “noi” dei fe-
deli, il “noi” dei vescovi, che in certo
senso costituiscono l’unico “noi” nel
Corpo di Cristo». Si comprende al-
lora che le visite ad limina hanno
una importanza particolare per
quanto concerne la Chiesa come co-
munione, dove tutti i membri secon-
do le proprie funzioni, carismi e mi-
nisteri, partecipano e interagiscono
ed edificano il Corpo vivificato dallo
Spirito Santo. La visita ad limina si
presenta come espressione della sol-
lecitudine pastorale di ciascuno e di
tutti i vescovi uniti con il Papa, ed è
uno dei momenti privilegiati di co-
munione, come uno scambio di do-
ni, una crescita e un consolidamento
della collegialità. Non si tratta quin-
di di un semplice atto giuridico-am-
ministrativo, protocollare, ma di un
arricchimento e di un’esperienza di
comunione pastorale, di partecipa-
zione alle ansie e alle speranze che
vivono le Chiese, un atteggiamento
di ascolto vicendevole con la guida
dello Spirito per orientare e adem-
piere al mandato di evangelizzare se-
condo le esigenze del momento sto-
rico in cui la Chiesa vive.
In un’intervista concessa a una radio
tedesca nel 2009, Benedetto XVI disse:
«Io parlo personalmente con ogni sin-
golo vescovo. In questi incontri, in cui
appunto centro e periferia si incontrano
in uno scambio franco, cresce il corretto
rapporto reciproco in una tensione equi-
librata». È questo il senso delle visite
«ad limina»?
Lei ha ricordato le parole di Bene-
detto XVI che illustrano il significato
e il contenuto delle visite ad limina.
Si tratta della valorizzazione di que-
sto strumento di comunione e di
azione pastorale e apostolica nel
mondo. I vescovi sono profonda-
mente toccati dall’esperienza della
visita alle tombe degli apostoli Pie-
tro e Paolo e dall’incontro personale
con il Papa. La visita si allarga ai di-
versi dicasteri romani, con un calen-
dario stabilito, che permette uno
scambio fruttuoso di informazioni,
riflessioni su temi specifici della pa-
storale e della vita della Chiesa nei
suoi diversi aspetti, in vista di risol-
vere eventuali problemi, sollecitare
interventi necessari nei diversi cam-
pi, migliorare, talvolta correggere, e
avanzare nei progetti comuni di
evangelizzazione in una sinfonia di
note e di suoni armonicamente colle-
L’OSSERVATORE ROMANO
XVI, si riprende con i presuli italiani
gati e fruttuosi. Tra un incontro e un
altro con i vari dicasteri della Curia
romana, i vescovi si riuniscono a
pregare in ciascuna delle quattro ba-
siliche papali, concelebrando l’Euca-
ristia o pregando una parte della Li-
turgia delle Ore. A questo scopo è
stato redatto un opuscolo che ri-
guarda proprio la liturgia nelle visite
ad limina, con formulari per ciascu-
na basilica.
In realtà della visita resta soprattutto
l’udienza papale. Eppure essa si svolge
in modo molto più complesso che non
attraverso il solo incontro con il Ponte-
fice. Ci può descrivere in sintesi come si
svolge nella sua interezza?
La visita è organizzata dalla Con-
gregazione per i Vescovi in collabo-
razione con la Prefettura della Casa
Pontificia; per quanto concerne le
udienze dei vescovi con il Papa, con
l’Ufficio delle Celebrazioni Liturgi-
che e gli uffici per le celebrazioni
nella basilica di San Pietro e nelle
altre basiliche, nonché con i dicaste-
ri, che solitamente incontrano i ve-
scovi. Sono divise in regioni o «re-
gionali» della Conferenza episcopa-
le. Nell’incontro collettivo il Pontefi-
ce pronuncia un discorso, che ri-
guarda quel determinato gruppo di
vescovi o l’intera Conferenza episco-
pale, con uno sguardo rivolto ai Pae-
si da dove provengono.
La documentazione — presumibilmente
corposa — che i vescovi portano con lo-
ro costituisce indubbiamente una minie-
ra di informazioni sullo stato non solo
della Chiesa ma anche della società ci-
vile locale. Come viene utilizzata?
I vescovi sono tenuti a presentare
al Papa una relazione sullo stato del-
la loro diocesi. Viene redatta secon-
do un formulario elaborato dalla
Congregazione per i Vescovi. L’ulti-
mo è del 1997 e comprende tutti gli
ambiti che riguardano la vita della
diocesi e la missione del vescovo:
dalla descrizione territoriale della
diocesi all’organizzazione della Cu-
ria e della stessa diocesi, alla popo-
lazione, allo stato della vita cristiana
Inizio della missione
del nunzio apostolico in Svezia
Monsignor Henryk Józef Nowacki,
arcivescovo titolare di Blera, è arri-
vato, il 24 settembre, all’aeroporto
Arlanda di Stoccolma, dove è stato
ricevuto da un officiale del Proto-
collo di Stato, da monsignor Ro-
landas Makrickas, segretario della
nunziatura apostolica, e da alcuni
sacerdoti della diocesi, in rappre-
sentanza di monsignor Anders Ar-
borelius, vescovo della capitale.
Il 25 ottobre si è svolta la solenne
consegna di presentazione delle let-
tere credenziali al Re di Svezia Carl
XVI Gustaf. Prima della cerimonia
ufficiale, nella sede del ministero
degli Affari Esteri, alla presenza
della signora Ulla Gudmundson,
ambasciatrice di Svezia presso la
Santa Sede, il rappresentante ponti-
ficio è stato ricevuto dal gran mae-
dei fedeli, fino al numero dei sacer-
doti, alla vita del presbiterio, del se-
minario, delle parrocchie e delle
scuole cattoliche. Non manca la pa-
storale famigliare, quella della salute,
la dottrina sociale della Chiesa, la
carità e le relazioni del vescovo con
le autorità civili, lo stato delle opere
d’arte e i mezzi di comunicazione
sociale. Il tutto si conclude con uno
sguardo generale sulla diocesi, con
uno sguardo al futuro della Chiesa
particolare. È il mezzo più sicuro e
immediato per conoscere la vita, la
crescita e le potenzialità, come anche
le difficoltà di una Chiesa particola-
re. Ed è la base per i colloqui dei
vescovi con il Papa e i dicasteri della
Curia romana. La relazione sullo sta-
to della diocesi rappresenta anche
una notevole fonte per la storia.
Molti sono coloro che attingono le
notizie da tali documenti per studia-
re la vita delle Chiese particolari in
un determinato periodo storico o
per approfondire l’episcopato di un
vescovo.
Nel periodo che intercorre tra una visi-
ta e l’altra, qual è la strada che seguo-
no i vescovi per informare su problemi
particolari o per chiedere indicazioni
pastorali sul modo di affrontare casi
urgenti che si dovessero presentare?
Tra una visita ad limina e l’altra,
non si interrompe il rapporto tra i
vescovi e la Santa Sede. Innanzitut-
to tale rapporto avviene localmente
attraverso le rappresentanze pontifi-
cie. I nunzi apostolici rappresentano
il Papa in una determinata nazione e
vi sono presenti per aiutare e soste-
nere i vescovi nel loro servizio pasto-
rale e gli stessi fedeli che si rivolgo-
no a essi. Dobbiamo aver sempre
presente che ogni vescovo può recar-
si, quando lo ritiene necessario, dal
Papa per esporre le proprie necessi-
tà, chiedere aiuto e consiglio su tut-
to quello che riguarda la vita pasto-
rale e il suo stesso ministero episco-
pale. Gli stessi viaggi apostolici, che
sono normalmente di carattere pa-
storale, si inseriscono in questo con-
tinuo rapporto tra i vescovi e il Pa-
pa: è il rapporto di comunione tra i
stro delle cerimonie, Lars Grun-
dberg, dal capo del Protocollo del
ministero degli Affari Esteri e da al-
cuni ufficiali della corte reale. In
seguito, a bordo di due carrozze,
monsignor Nowacki, accompagnato
da monsignor Makrickas, è stato
condotto al palazzo reale di Haga.
Sua maestà il Re, ricordando su-
bito la storica visita di Papa Gio-
vanni Paolo II in Svezia nel giugno
1989, ha espresso la sua ammirazio-
ne per i grandi sforzi compiuti da
Benedetto XVI attraverso i suoi
viaggi apostolici per la promozione
della pace nel mondo.
Da parte sua il rappresentante
pontificio ha trasmesso i saluti del
Pontefice al Re, alla famiglia reale e
a tutto il popolo svedese, promet-
tendo di promuovere le ottime rela-
Il Papa con l’arcivescovo di Tellicherry dei Siro Malabaresi osserva la cartina geografica dell’India
membri dello stesso collegio episco-
pale, legati dal vincolo sacro del sa-
cramento e dalla stessa missione di
edificare la Chiesa. Inoltre, sono
continui i rapporti con i vari dicaste-
ri della Curia romana. Dall’esperien-
za di questa Congregazione per i
Vescovi, si può veramente attestare
che i rapporti con i vescovi del mon-
do sono quotidiani e sono molti co-
loro che vengono per trattare le que-
stioni delle loro diocesi, chiedendo
consiglio o affrontando problemi.
Questi incontri sono una vera ric-
chezza sia per i vescovi sia per il di-
castero, che accoglie sempre frater-
namente ciascun vescovo per soste-
nerlo e aiutarlo. Esso, d’altra parte,
si arricchisce dell’esperienza e della
vita delle singole Chiese particolari.
Vi è così, possiamo dire, un recipro-
co scambio di doni.
Nel Direttorio della Congregazione dei
Vescovi, pubblicato nel 1988, si afferma
che queste visite non sono un «semplice
atto giuridico-amministrativo consisten-
te nell’assolvimento di un obbligo ritua-
le, protocollare e giuridico». Da dove
nasce allora l’esigenza di regolarle con
delle norme nel Codex iuris canonici?
La loro regolazione canonica non
pregiudica l’importanza comuniona-
le o l’immediatezza dei rapporti dei
vescovi con il Successore di Pietro.
Il fatto della loro regolamentazione
nel Codex iuris canonici è il segno
dell’importanza che la Chiesa attri-
buisce alla relazione tra il vescovo di
Roma e gli altri vescovi. Un rappor-
to che non può essere solo sponta-
neo o sporadico, ma regolare e ordi-
nato, perché si tratta, in ultima ana-
lisi, della vita della Chiesa nella sua
dimensione universale e particolare.
Il concilio Vaticano II ci ha ricordato
che le Chiese particolari sono forma-
te a immagine della Chiesa universa-
le, e in esse e per esse esiste la Chie-
sa universale una e unica. Questa
fondamentale relazione è la fonte
teologica della regolamentazione ca-
nonica.
Quando e in che modo riprenderà il
nuovo ciclo delle visite «ad limina apo-
stolorum»?
zioni diplomatiche già esistenti da
trent’anni tra il regno di Svezia e la
Santa Sede.
Nel pomeriggio dello stesso gior-
no il nuovo nunzio apostolico si è
recato nella sede del ministero
dell’Amministrazione pubblica e
dell’Edilizia, con competenze anche
per le comunità religiose, dove ha
potuto incontrare il ministro, Stefan
Attefall. Il colloquio si è concentra-
to sulle buone relazioni esistenti tra
la Chiesa cattolica e i luterani in
Svezia, e sulla possibilità di colla-
borazione nei diversi campi. Duran-
te tale incontro sono state sottoli-
neate la rilevante presenza degli im-
migrati cattolici da vari Paesi e la
solidarietà che tutti i battezzati de-
siderano manifestare nei loro con-
fronti.
domenica 6 gennaio 2013
In questo 2013 saranno i vescovi
italiani a recarsi in pellegrinaggio al-
le tombe degli apostoli e a incontra-
re il successore di Pietro. È una visi-
ta, la loro, molto significativa, per-
ché il Papa è il vescovo di Roma,
quindi ha un legame molto stretto
con i vescovi d’Italia: potremmo dire
che il Papa è “vescovo italiano”. Lo
svolgimento dell’Anno della fede
non permetterà la visita di altre
Conferenze episcopali, considerata
anche l’ampiezza della Conferenza
episcopale italiana.
Governatorato
dello Stato
della Città
del Vaticano
Il Santo Padre ha nominato, per
un quinquennio, Direttore della
Direzione della Ragioneria dello
Stato della Città del Vaticano il
Dottor Antonio Chiminello, finora
Vice Direttore della medesima Ra-
gioneria dello Stato.
Nomina
episcopale
Una delle nomine di oggi riguar-
da la nunziatura apostolica nella
Repubblica Araba d’Egitto e la
rappresentanza della Santa Sede
presso l’Organizzazione della Le-
ga degli Stati Arabi.
Jean-Paul Gobel
nunzio apostolico
nella Repubblica Araba
d’Egitto e delegato
presso l’O rganizzazione
della Lega
degli Stati Arabi
Nato a Thonon, in diocesi di
Annecy (Francia), il 14 maggio
1943, è stato ordinato sacerdote il
29 giugno 1969. È laureato in di-
ritto canonico. Entrato nel servi-
zio diplomatico della Santa Sede
nel 1974, ha prestato successiva-
mente la propria opera presso le
rappresentanze pontificie in Au-
stralia, Mozambico, Nicaragua,
Burundi, Filippine e infine, come
incaricato d’affari ad interim, nel-
le Repubbliche di Armenia, Azer-
baigian, Georgia. È stato nomina-
to nunzio apostolico in Georgia e
Armenia il 7 dicembre 1993 e ha
ricevuto l’ordinazione episcopale
il 6 gennaio 1994. Poco dopo, il
15 gennaio, è divenuto anche nun-
zio apostolico in Azerbaigian. Il 6
dicembre 1997 è stato nominato
nunzio apostolico in Senegal,
Mali, Guinea Bissau e Isole del
Capo Verde, e delegato apostoli-
co in Mauritania, mentre il 31 ot-
tobre 2001 ha ricevuto la nomina
a nunzio apostolico in Nicaragua
e il 10 ottobre 2007 quella a nun-
zio apostolico in Iran.