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SMITH

Smith è considerato il fondatore dell’economia politica classica e vede nell’interesse individuale il


meccanismo propulsore di ogni attività economica. Nell’Indagine sulla natura e le cause della ricchezza
delle nazioni, viene analizzato il passaggio dall’economia feudale a quella dello scambio. Sono tre le basi di
fondo:
- Teoria della divisione del lavoro.
Le ragioni dell’incremento produttivo indotto dalla divisione del lavoro sono:
a. aumento abilità manuale di ogni lavoratore (specializzazione)
b. riduzione tempo perso per passare da un’attività all’altra
c. diffusione di macchine che facilitano e riducono il lavoro
- Distinzione tra valore d’uso e valore di scambio. Il valore d’uso è l’utilità di un oggetto. Il valore di scambio
è la facoltà che il possesso di un oggetto conferisce nell’acquisire altri beni. L’acqua è un bene necessario
ma ha un prezzo inferiore al diamante, che però è più superfluo. L’acqua ha un elevato valore d’uso ma un
basso valore di scambio e viceversa.
- Il sistema economico non richiede interventi esterni per regolarsi: si oppone al mercantilismo che prevede
interventi dello Stato, sia per incentivare le esportazioni che per diminuire le importazioni (protezionismo).
Smith professa un totale liberismo economico: ognuno è libero di fare il proprio interesse nel rispetto delle
regole della collettività. Da questo non può che nascere un maggior interesse per tutti: perseguendo il
proprio interesse, l’uomo persegue l’interesse della società.
Per spiegare questa tesi, Smith si servì della famosa metafora della "mano invisibile": ciascun individuo, nel
perseguire il proprio tornaconto, è spinto, come da una mano invisibile, a operare per il bene di tutta la
collettività. In pratica, la mano invisibile è la concorrenza che nasce da una molteplicità di singoli venditori
egoisti. Essa serve ad abbassare i prezzi, a conservare le risorse e a far si che i produttori rispondano ai
desideri dei consumatori.

SAY
Say fu l’ideatore della legge degli sbocchi o più semplicemente legge di Say che spiega come l’offerta
crei la domanda. Infatti il francese sosteneva che l’offerta (produzione) concede ai lavorati abbastanza
potere d’acquisto (salario) da permettergli di consumare tutti i prodotti (domanda). Dopo
l’elaborazione della teoria “l’offerta crea la propria domanda” (intende dire che nel mercato non vi
potrà mai essere una carenza generale di domanda ovvero una strutturale eccedenza di beni in offerta,
poiché la produzione è, per sé stessa, domanda e come tale dà vita ad un consumo di beni o ad un
investimento. L'imprenditore, il soggetto che produce, nel momento stesso in cui vende il prodotto finito e
riceve il prezzo diventa esso stesso consumatore, desideroso di acquisire altri beni sul mercato, creando
domanda. Detta domanda genererà altra offerta e così via, in un circolo virtuoso. Il bene finito ed offerto
avrà sempre uno sbocco, in quando ogni offerta crea la propria domanda. Tutto resta all'interno del
processo mercantile, la moneta è solo un mezzo di scambio. Il valore è nel prodotto scambiato ). Ci fu un
periodo dove tutti gli economisti, tra cui Ricardo, basavano le loro ricerche con il presupposto che Say
avesse ragione. Con il passare degli anni e il progresso economico, nuovi pensatori decisero di
analizzare le legge degli sbocchi. Tra tutti, il più decisivo fu John Stuart Mill. Il famoso filosofo criticò
la legge ipotizzando tre diverse facciate dell’economia che riflettono tre periodi storici ben diversi. La
prima corrisponde a un’economia basata sul baratto, dove ogni prodotto viene creato per essere
scambiato o consumato. Nel secondo scenario Mill introduce il concetto di moneta, che ha per
obbiettivo di facilitare gli scambi che avvenivano già nella prima ipotesi e ha semplicemente il ruolo
d’intermedio. Nei primi due casi le legge di Say funziona perché l’offerta crea abbastanza domanda da
essere consumata. In un terzo universo, più moderno, dove la moneta non è più un intermediario ma
un obbiettivo, le cose si complicano. In questo ultimo caso le persone non hanno più come intento lo
scambio e il consumo, ma l’accumulazione di moneta, e le merci sono scambiate solo in nome di tale
fine. In questa terza ipotesi la legge di Say non regge, perché per accumulare più moneta possibile le
persone vogliono scambiare sempre di più e le imprese sono portate alla sovrapproduzione. Mill fu un
precursore e uno tra i primi a criticare la teoria degli sbocchi. Anche se ricca di critiche le legge di Say
è ancora oggi accettata dai più liberali.

RICARDO
Egli scrisse i PRINCIPI DI ECONOMIA POLITICA E TASSAZIONE, che rappresenta uno sviluppo dei temi
affrontati nell’Indagine sulla natura e la causa della ricchezza delle nazioni di Smith. Ricardo svolge le sue
analisi partendo dal punto in cui si era interrotto Smith. Secondo Ricardo il compito principale
dell’Economia Politica è spiegare le leggi che spiegano il modo in cui il prodotto netto si ripartisce tra le
classi che partecipano alla sua produzione. Quindi cerca di spiegare il livello dei salari, dei profitti e delle
rendite. Ricardo parte dalla Teoria della distribuzione, costruendo un modello economico semplificato che
descrive il funzionamento di un sistema economico elementare, dove si produce solo grano. È quindi il
settore agricolo ad essere analizzato. Quindi cerca di spiegare come la produzione agricola si sviluppa in un
sistema economico. Concentrarsi sulla produzione agricola significa concentrarsi sulla merce più importante
nel sistema economico, che consente ai lavoratori di sopravvivere. Ricardo ritiene che la produzione del
grano avviene naturalmente attraverso la coltivazione dei terreni e ritiene che i terreni abbiano diversa
fertilità. Inoltre i terreni possono essere distinti in base alla loro posizione, ci sono terreni più lontani
rispetto ai mercati di sbocco e terreni più vicini. Ovviamente quelli più lontani sono più onerosi, in quanto
richiedono maggiori costi, come il costo di trasporto delle merci. Ricardo analizza quindi come si evolve la
produzione agricola. Prima vengono messi a coltura i terreni più fertili, poi in base alle esigenze alimentari,
vengono messi a coltura via via i terreni meno fertili. Questo vuol dire che il costo del grano risulta
crescente. Questa diversità di fertilità crea un problema nella rimunerazione della coltivazione, in quanto i
coltivatori di terreni più fertili riceveranno una rendita maggiore rispetto ai proprietari di terreni meno
fertili.
CONSEGUENZE:
Se aumenta la coltivazione dei terreni…
- dato che si coltivano terreni sempre meno fertili, il costo del grano continuerà a crescere e quindi i saggi di
profitto continueranno a diminuire.
- Inoltre il volume percepito dai proprietari terrieri è crescente, perché la produzione del grano aumenta.

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