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MONETE

MONETE ANTICHE
ANTICHE

LE TIPOLOGIE MONETALI LEGATE ALLA MISTERIOSA CITTÀ DI URANOPOLI SONO


IL PUNTO DI PARTENZA DI UNA RIFLESSIONE CIRCA LA DIFFUSIONE DEL CULTO DI
AFRODITE URANIA IN AMBITO MEDITERRANEO.

AFRODITE URANIA
STORIA OCCIDENTALE
DI UNA DIVINITÀ ORIENTALE

N on dobbiamo credere che le religioni del mondo antico fossero entità stati-
che e impermeabili. Erano, all’opposto, aperte al mutamento e allo scambio
reciproco. Questa realtà è ben visibile nella figura di Afrodite Urania.
di Davide Bruni
bruni.davide83@gmail.com

Nel Simposio platonico1 compaiono due Afrodite: la prima, la Pandemia, era


legata agli aspetti più sensuali e bassi dell’amore ed era considerata figlia di Zeus e
Dione. La seconda, l’Urania, che era la più antica, essendo nata dalla schiuma del
mare fecondata dai genitali di Urano recisi da Crono2, era divinità celeste dell’amore
puro rivolto al bene; possedeva pertanto forti connotazioni morali e politiche.

Uranopoli
Afrodite Urania ebbe un ruolo centrale nella misteriosa città di Uranopoli che,
tra la fine del IV e l’inizio del III secolo a.C., fu fondata, presso l’attacco della più
orientale delle tre dita della penisola Calcidica3, da un certo Alessarco4.
Possediamo alcune informazioni interessanti relative a questo personaggio, che
agli occhi dei moderni appare eccentrico, se non un po’ folle. Sappiamo che creò
una città dal nome eloquente – dato che Oὐρανόπολις significa “Città del Cielo”
– che si autoidentificava col Sole5, che era un grammatico, filologo e studioso di
religioni6 e che inventò un linguaggio talmente astruso che neanche Apollo Ftio
sarebbe stato in grado di comprendere7. Soprattutto era fratello di quel Cassandro8, 1
Platone, Simposio, 180-181, 185, 187.
che governò il regno di Macedonia per circa 20 anni, dapprima come reggente e 2
Esiodo, Teogonia, vv. 185-205.
poi come sovrano (317-297 a.C.).
3
Si tratta del Monte Athos.
4
Ateneo, Deipnosofisti, III, 54; Strabone,
Geografia, VII, frammenti, 35.
La monetazione di Uranopoli
5
Clemente Alessandrino, Protrettico, IV.
6
Ibidem; Ateneo, Deipnosofisti, III, 54;
Afrodite Urania e la simbologia celeste a lei connessa erano i protagonisti della Plutarco, Iside e Osiride, 37.
monetazione della città, tanto che la dea ne può essere ragionevolmente considerata 7
Ateneo, Deipnosofisti, III, 54.
la divinità poliade.
8
Ibidem; Strabone, Geografia, VII,
frammenti, 35.
Esistono solo 5 tipologie monetali, delle quali 4 civiche, ricollegabili a Uranopoli, 9
Se ne conoscono 2.
ma esse presentano problemi interpretativi molto complessi e non ancora risolti. 10
Si tratta di 6 didrammi e 2 dramme.

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MONETE
MONETE ANTICHE
ANTICHE

I tetradrammi9 (fig. 1) e i nominali inferiori d’argento10 (fig. 2) sono estrema-


mente rari. Sulla base di irregolarità ponderali tali da rendere i due gruppi incom-
patibili11 e in misura minore di questioni stilistiche, gli studiosi si sono divisi tra
chi considera i tetradrammi delle invenzioni di un falsario ottocentesco, chi invece
ritiene problematiche le frazioni e, infine, chi pensa siano tutte monete genuine12.
Fig. 1. Uranopoli, fine IV/inizio III sec.
a.C. Tetradrammo. Ritengo siano i tetradrammi a dare grosse perplessità. L’iconografia del dritto è
D/ Sole radiato, circondato da 5 stelle a estremamente complessa e senza confronti, quasi moderna, ma soprattutto è unico
8 punte e crescente lunare. il modo in cui il crescente lunare si relaziona al sole, cioè con la parte convessa e non
R/ ΟΥΡΑΝΙΔΩN. Afrodite Urania assisa
su globo, con scettro e copricapo in
con quella concava aderente; risulta inoltre davvero molto strana e non piacevole
forma di cono sormontato da stella a da un punto di vista compositivo e sembrerebbe indicare una contrapposizione
8 punte. Λ e fiaccola in campo sinistro. netta, piuttosto che uno stretto legame tra i due astri. Anche la torcia e la lambda
Da Gaebler, 1935, tav. XXV, 1. al rovescio, caratteristici dei tetradrammi coniati ad Anfipoli in quello stesso pe-
riodo (circa 315-294 a.C.), creano qualche interrogativo. Inoltre si consideri che
Alessarco disponeva già di un’abbondante quantità di tetradrammi: quelli a nome
di Alessandro. È però anche vero che, se i tetradrammi possono essere ricondotti a
uno standard traco-macedone di 14,50 g, le frazioni non possono essere attribuite
né al piede attico, né a quello traco-macedone. Penso, dunque, che lo standard di
Fig. 2. Uranopoli, fine IV/inizio III sec. riferimento per i nominali inferiori sia quello “filisteo” utilizzato a Samaria e nelle
a.C. Didrammo o statere; 7,55 g. città filistee di Ascalona, Ashdod e Gaza, che aveva un didrammo di 7,81 g e una
D/ Sole radiato.
R/ ΟΥΡΑΝΙΔΩN. Afrodite Urania assisa
dramma di 3,90 g, perfettamente in linea con i corrispettivi di Uranopoli.
su globo, con scettro e copricapo in Reca sostegno a questa apparentemente strana interpretazione Erodoto, che
forma di cono sormontato da stella afferma, parlando del santuario di Afrodite Urania ad Ascalona:
a 8 punte. Stella in campo sinistro;
M in campo destro.
BMC 5, 1 var., p. 133. Ex The New York Questo... è il più antico di tutti i santuari della dea, dato che quello di
Sale XXVII, lotto 290. Cipro (a Pafo) è stato fondato da esso, come i Ciprioti stessi dicono; e il
santuario di Citera è stato fondato dai Fenici di questa stessa terra di Siria13.

Se la mia ipotesi fosse corretta, la scelta di tale standard potrebbe essere un


omaggio alle origini della dea?
Nelle frazioni argentee un primo elemento della simbologia celeste da considerare
Fig. 3. Rodi, ca. 170-150 a.C. Emidram- è il sole dall’ampio disco, che potrebbe rappresentare proprio lo stesso Alessarco.
ma plintoforica; 1,38 g. Tale modo di raffigurare l’astro diurno è raro, ma comunque attestato nel panorama
D/ Testa frontale di Elios radiato, incli- numismatico greco (fig. 3).
nata leggermente a destra.
R/ ӨPAΣYMEN. P/O. Rosa, germoglio I restanti 3 gruppi sono invece sicuramente autentici, vista l’enorme quantità di
a destra, sole a sinistra, il tutto entro esemplari noti. I bronzi civici (figg. 4 e 5) presentano un identico rovescio, peraltro
quadrato incuso. analogo a quello degli argenti.
G.K. Jenkins, 1989, gruppo B, 38. Ex
CNG Coin Shop.

11
I pesi dei tetradrammi (13,70 e 13,50
g), didrammi (6 tra 7,80 e 6,93 g) e
dramme (3,87 e 3,66 g) non possono
essere inseriti in un unico sistema pon-
derale, tanto più essendo stati prodotti in
un arco cronologico assai ridotto.
12
Rispettivamente: Lederer e Gaebler; Fig. 4. Uranopoli, fine IV/inizio III sec. a.C. Fig. 5. Uranopoli, fine IV/inizio III sec. a.C.
Thompson, che comunque non si dice Unità (AE); 3,43 g. Mezza unità (AE); 1,44 g.
neanche certa che i tetradrammi siano D/ Stella a 8 punte. D/ Stella a 8 punte e crescente lunare.
autentici; Breitenstein, la cui posizione R/ OYPANIΔΩ(N) ΠΟΛΕΩΣ. Afrodite R/ OYPANIΔΩ(N) ΠΟΛΕΩΣ. Afrodite
appare insostenibile. Urania assisa su globo, con scettro e Urania assisa su globo, con scettro e
13
Erodoto, Storie, I, 105, 3. Riporta tale copricapo in forma di cono sormon- copricapo in forma di cono sormon-
notizia anche Pausania (Periegesi della tato da stella a 8 punte. tato da stella a 8 punte.
grecia, I, 14, 7) dimostrando in tal modo SNG ANS 7, 914-917. Ex CNG ea 294, SNG ANS 7, 918. Ex CNG ea 154, lotto 37.
come essa fosse comunemente nota. lotto 263.

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MONETE
MONETE ANTICHE
ANTICHE

Afrodite Urania è assisa sul globo, reca un lungo scettro nella destra
e un copricapo molto particolare dall’aspetto di un cono sormontato da
stella; lo si ritrova, ma come simbolo a sé stante, anche sui tetradrammi
a nome di Alessandro attribuiti a Uranopoli (fig. 6). Davvero partico-
lare è la legenda monetale Ouranidon (dei figli di Urano), al posto del
prevedibile Uranopoliton (degli Uranopolitani). Al dritto sono, invece, Fig. 6. Uranopoli, fine IV/inizio III sec. a.C. Tetra-
drammo a nome di Alessandro; 17,09 g.
raffigurati una stella nel nominale maggiore e una stella nell’abbraccio D/ Testa di Eracle giovanile con leontè, rivolta a
di un crescente lunare in quello minore. destra.
Queste stesse iconografie, oltre al cono sormontato da stella, si ritro- R/ AΛΕΞΑNΔΡOΥ. Zeus Etoforo in trono, rivolto
a sinistra, scettro nella sinistra, Θ e Π sotto il
vano anche sotto il trono di Zeus in alcuni coevi tetradrammi coniati
trono; cono sormontato da stella a 8 punte e
sicuramente ad Anfipoli (figg. 7, 8, 9). Ma quali sono la loro origine e Χ in campo sinistro.
il loro significato? M.J. Price, 1991, 520. Ex Triton Sale IX, lotto 761.

Fig. 7. Anfipoli, fine IV/inizio III sec. a.C. Fig. 8. Anfipoli, fine IV/inizio III sec. a.C. Fig. 9. Anfipoli, fine IV/inizio III sec. a.C.
Tetradrammo a nome di Alessandro; Tetradrammo a nome di Alessandro; Tetradrammo a nome di Alessandro;
17,11 g. 17,19 g. 17,12 g.
D/ Testa di Eracle giovanile con leontè, D/ Testa di Eracle giovanile con leontè, D/ Testa di Eracle giovanile con leontè,
rivolta a destra. rivolta a destra. rivolta a destra.
R/ AΛΕΞΑNΔΡOΥ. Zeus Etoforo in R/ AΛΕΞΑNΔΡOΥ. Zeus Etoforo in R/ AΛΕΞΑNΔΡOΥ. Zeus Etoforo in
trono, rivolto a sinistra, scettro nella trono, rivolto a sinistra, scettro nella trono, rivolto a sinistra, scettro nella
sinistra, cono sormontato da stella sinistra, stella a 8 punte sotto il trono; sinistra, stella a 8 punte e crescente
a 6 punte sotto il trono; Λ e torcia in Λ e torcia in campo sinistro. lunare sotto il trono; Λ e torcia in
campo sinistro. M.J. Price, 1991, 474. Ex CNG pa 81, campo sinistro.
M.J. Price, 1991, 475. Ex Lanz 128, lotto 309. M.J. Price, 1991, 478. Ex CNG Coin Shop.
lotto 103.

Origini della monetazione di Uranopoli e il cono sormontato da stella


Attorno a Cassandro era attivo una sorta di circolo culturale con intellettuali,
filosofi e artisti di primo piano, tra i quali il peripatetico Demetrio Falereo che fu
governatore di Atene, Teofrasto, successore di Aristotele alla guida del Peripato, lo
scultore Lisippo, il pittore Filosseno di Eretria ed Evemero di Messina. È possibile
che Alessarco avesse ricevuto influenze ateniesi tramite il Falereo, Teofrasto e il Sim-
posio platonico, in relazione al culto di Afrodite Urania che si teneva presso l’agora.
Evemero scrisse invece una Ἱερὰ ἀναγραφή, nella quale veniva descritta
un’utopica isola di Panchaia nell’Oceano Indiano, dove il culto di Urano e gli Fig. 10. Afrodite
elementi astrali (sole, luna e stelle) giocavano un ruolo di primo piano. È evidente Brazza dello Staatli-
un legame tra Evemero e Alessarco, ma non bisogna giungere a estremizzazioni che Museum di Ber-
volendo vedere in Uranopoli il tentativo di tradurre in realtà Panchaia, creando, lino, forse copia o
quantomeno ispirata
sulla scorta dell’opera di Alessandro Magno, uno stato utopico fondato sui concetti all’originale fidiaco
di fratellanza, unità e uguaglianza. Tuttavia è vero che le conquiste di Alessandro del secondo quarto
ampliarono non solo i confini fisici ma anche quelli culturali della grecità e fa- del V secolo a.C. (da
vorirono lo svilupparsi di idee utopistiche e l’apertura a influssi orientali. E, per wikipedia.org, autore
Sailko).
l’appunto, in Uranopoli è possibile rintracciare numerosi di questi influssi che
determinarono il rinnovamento dell’apparato iconografico e simbolico della dea
rispetto alla precedente versione di Fidia (figg. 10, 11), che la vedeva rappresentata
stante, col piede sopra una tartaruga14:
1. Il culto solare, la religione astrale e, soprattutto presso i Babilonesi, la concezione
di Sole come sovrano giusto dispensatore di benefici in egual misura a tutti. 14
Plutarco, Precetti coniugali, 32.

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MONETE
MONETE ANTICHE
ANTICHE

2. Il culto stesso di Afrodite Urania, che traduce uno dei molteplici aspetti della
Grande Dea orientale: quello legato alla sfera celeste e per il quale era talora
definita “regina del cielo”, cui Alessarco sembra rivolgere in esclusiva il proprio
interesse. L’Afrodite Urania orientale (di Ascalona secondo Erodoto) era infatti
una divinità assai complessa e polivalente che riuniva in sé i caratteri di tre im-
portanti dee: Astarte, Anat e Athirat. Oltre che al cielo, era dunque connessa
anche alla fertilità (dea madre) e al mare, all’amore e alla guerra.
3. Il cono sormontato da stella, che non è altro che la più primitiva immagine di
culto della dea in Vicino Oriente: il betilo15, conico o piramidale, da intendersi
Fig. 11. Particolare della tartaruga (da come xoanon16. Ciò è ampiamente attestato archeologicamente, nelle fonti
robthefrog.tumblr.com).
letterarie, numismatiche e perfino epigrafiche.

Afrodite a Pafo: il betilo


Illuminante è il caso del santuario di Afrodite Urania a Pafo, filiazione di quello
di Ascalona, riguardo al quale Massimo di Tiro, nel II secolo d.C., scrisse:
Fig. 12. Vespasiano, 75/6 d.C. Tetradram-
mo; 13,04 g. Afrodite è venerata dagli abitanti di Pafo: ma non è possibile paragonarne
D/ AVTOKPATWP OYECPACIANOC
la statua a null’altro che a una bianca piramide, il motivo della qual cosa è
KAICAP. Testa laureata di Vespasia-
no a sinistra. ignoto17.
R/ ETOYC NEOY IEPOY, H in esergo.
Tempio di Afrodite Urania, betilo
conico, con elemento piatto sulla Le monete provinciali romane di Cipro offrono lampante conferma alle parole
sommità, all’interno di struttura distila del retore (figg. 12, 13, 14). Fulcro della raffigurazione è un elemento conico o
al centro; portico tristilo ai lati, chiuso piramidale al centro della struttura architettonica. Esso appare sormontato da un
per metà nella porzione inferiore. elemento piatto e, talora, al di sopra di esso, anche da un secondo di natura non
BMC 24, 18, p. 77. Ex Triton Sale IX,
lotto 1425.
ben identificabile.

Fig. 14. Caracalla. 198/217 d.C. AE; 17,58 g.


D/ Μ ΑΝΤΩΝΕΙΝΟC ΑVΓΟVCΤΟC. Busto
laureato di Caracalla a destra.
R/ ΚΟΙΝΟΝ ΚΥΠΡΙΩΝ. Tempio di Afrodite
Urania, betilo conico, con elemento piat-
to sulla sommità sormontato a sua volta
da oggetto cruciforme (?), all’interno di
struttura distila al centro, fiancheggiato da due globetti; portico ai lati con candelabri
Fig. 13. Traiano, 112-117 d.C. AE; 26 all’interno. Colombe sopra gli architravi laterali, stella a 6 punte entro crescente lunare
mm; 10,79 g. sopra quello centrale. Antistante, corte semicircolare con porta aperta.
D/ ΑΥΤΟΚΡ ΚΑΙΣ ΝΕΡ ΤΡΑΙΑΝΩ BMC 24, 62, p. 87. Ex Künker eLive Auction 19, lotto 461.
ΑΡΙΣΤΩ ΣΕΒ ΓΕΡM ΔΑΚ. Busto
laureato e drappeggiato di Traiano a
destra.
R/ ΔΗ ΜΑΡΚ ΕΞ ΥΠΑΤΟΣ/ΚΟΙΝΟΝ Oltre un secolo fa venne persino
ΚΥΠΡΙΩΝ. Tempio di Afrodite Urania, scoperto, presso il santuario, un pie-
betilo conico fiancheggiato da due trone nero conico, la Black Stone of
stelle, con elemento piatto sulla som-
Paphos, oggi visibile nel locale museo
mità e un secondo sopra quest’ulti-
mo, all’interno di struttura distila al di Kouklia (fig. 15). È una roccia di
centro; ai lati candelabri. Antistante origine terrestre, misura circa 130
corte semicircolare. x 90 cm e si stima pesi attorno alla
BMC 24, 39, p. 83. Ex Roma Numismatic tonnellata. Si ritiene che sia proprio
Limited 2, lotto 654.
il betilo del tempio ed è probabile che
il colore scuro sia il risultato di secoli
15
Betilo deriva dell’ebraico beth-el, che
significa casa di Dio. di libagioni.
16
Termine greco che indica un’immagine
cultuale aniconica, per lo più legata ad
antichissime origini. Fig.15. La Black Stone of Paphos.
17
Massimo di Tiro, Dissertazioni, XXXVIII. Da N. Classen, 2006.

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MONETE
MONETE ANTICHE
ANTICHE

Confrontando i betili degli esemplari in foto si può vedere come essi siano so-
stanzialmente identici (fig. 16), eccetto i raggi della stella che, però, potrebbero essere
una variatio volta a meglio rappresentare la natura divina o celeste dell’oggetto dal
quale si sprigionano o, semplicemente, usata per incrementare la simbologia urania.

La stella e il crescente lunare includente stella
Gli elementi della simbologia celeste erano dotati di una straordinaria poliva-
lenza. Questa caratteristica è evidente soprattutto nella stella, che veniva impiegata

in maniera variabile per rappresentare tutti i corpi celesti e le divinità di pertinenza
Fig. 16. Confronto tra particolari
celeste e solare. Talora, dunque, assumeva valenza astratta (Elios, Afrodite), talora era
delle monete di Uranopoli e di quelle
simbolo generico di una realtà concreta (il cielo come idea), talora raffigurazione di romane di Pafo (figg. 6-12, 5-14).
una realtà concreta e specifica (una particolare congiuntura, fenomeno astronomico
oppure il sole o una stella), talora, infine, elemento puramente decorativo con, al
massimo, un vago legame con la sfera celeste. Il motivo del crescente lunare inclu-
dente la stella, presente sia sulle monete di Pafo sia su quelle di Uranopoli, ha origini
antichissime, essendo presente in Oriente e nell’Egeo fin dall’età del Bronzo (figg.
17, 18, 19). Non ha una valenza univoca ma si vuole provare a definirla in alcuni
contesti. Al dritto di una moneta di Venusia è raffigulato Elios, mentre al rovescio
il crescente con stella (fig. 20). Credo sia possibile leggervi una contrapposizione.

Fig. 20. Venusia, ca. 210-200 a.C. Se-


scuncia (AE); 5,68 g.
Da sinistra: fig. 17. Sigillo cilindrico accadico (2350-2200 a.C. ca.). È particolarmente in- D/ Testa radiata e drappeggiata di Elios
teressante la compresenza del crescente includente stella e della stella. Da L.J. Crowley, vista frontalmente.
1977, tav. 111. R/ Crescente lunare includente stella.
Fig. 18. Stele da Ur (Ur III). Da L.J. Crowley, 1977, tav. 111. N.K. Rutter, 2001, 723. Ex CNG ea
Fig. 19. Anello con sigillo miceneo (LH II). Da L.J. Crowley, 1977, tav. 111. 208, lotto 8.

Al rovescio delle dramme e di alcuni tetradrammi del sovrano indo-greco Telefo sono presenti Elios e Selene affiancati,
indicati l’uno dalla corona radiata e l’altra dal crescente lunare indossato sulla testa con la parte convessa verso il basso (fig.
21). Invece, in un tetradrammo apparentemente inedito (fig. 22), il consueto copricapo di Selene diventa un crescente
lunare affiancato da due stelle. Dunque anche il crescente associato alle stelle (o magari anche una singola stella?) può
esser visto come simbolo della dea.

Fig. 21. Telefo, ca. 80-70 a.C. Dramma; 2,13 g. Fig. 22. Telefo, ca. 80-70 a.C. Tetradrammo; 9,42 g.
D/ BAΣIΛEΩΣ EYEPΓETΟΥ THΛEΦΟΥ. Anguipede con gli D/ BAΣIΛEΩΣ EYEPΓETΟΥ THΛEΦΟΥ. Anguipede con gli
arti terminanti in fiori di loto. arti terminanti in fiori di loto.
R/ “Maharajasa kalanakramasa Teliphasa”, in kharosthi. Elios R/ “Maharajasa kalanakramasa Teliphasa”, in kharosthi. Elios
radiato, con scettro nella destra, stante a destra. Selene a radiato, con scettro nella sinistra e braccio destro esteso,
fianco, con copricapo costituito da crescente lunare, stante stante a destra nell’atto di scalare una sommità rocciosa.
a destra. Monogramma in campo destro. Selene a fianco, con copricapo costituito da crescente lunare
O.D. Hoover, 2013, 409. Ex CNG pa 87, lotto 747. fiancheggiato da due stelle e scettro in entrambe le mani,
stante frontalmente nell’atto di scendere dalla medesima
sommità rocciosa. Monogramma in campo sinistro.
Inedito. Ex Triton Sale XVI, lotto 650.

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MONETE
MONETE ANTICHE
ANTICHE

Decisivi sono due denarii di Titurio Sabino connessi alla mitica


lotta tra Romani e Sabini. L’episodio del Ratto delle Sabine si svolge
in pieno giorno (fig. 23), mentre quello legato al tradimento e all’uc-
cisione di Tarpea durante la notte18 (fig. 24). Nel campo superiore
della seconda moneta c’è proprio il crescente lunare includente stella,
Fig. 23. Lucio Titurio Sabino, 89 a.C. Denario; 3,81 g. che dunque ha la funzione di inquadrare la scena nel suo contesto
D/ SABIN. Testa di Tito Tazio rivolta a destra. Mono- temporale.
gramma TA (TATIUS) in campo destro. Il dritto dei due bronzi civici di Uranopoli, considerando come il
R/ L. TITURI in esergo. Due soldati romani, faccia a
faccia, che trasportano due Sabine.
primo esemplare sia il nominale maggiore e cioè quello più importante,
RRC 344/1a. Ex CNG pa 94, lotto 973. che la simbologia deve essere legata alla sfera celeste e la polivalenza
degli elementi impiegati, sembra dunque svelare il proprio significato.
Ritengo si volesse creare una contrapposizione tra una moneta che con
la stella (= sole) rappresentasse il giorno/cielo diurno e un nominale
inferiore che, con il crescente e la stella (= luna+cielo stellato) era
impiegato per raffigurare la notte/cielo notturno.

Afrodite Urania diventa Venus Caelestis


Fig. 24. Lucio Titurio Sabino, 89 a.C. Denario; 3,99 g.
D/ SABIN. Testa di Tazio rivolta a destra, ramo di Nelle monete di Giulio Cesare, discendente diretto della dea
palma sotto il mento. attraverso Iulo-Ascanio, figlio di Enea, Venere è una delle figure più
R/ L. TITURI in esergo. Tarpeia sepolta sotto gli scudi importanti. Oltre all’aspetto marziale connesso alla tematica della
fino al bacino; accanto a lei due soldati sabini
le stanno per gettare addosso anche il proprio
vittoria, risulta prepotentemente presente la simbologia celeste (figg.
scudo. In alto, crescente lunare includente stella. 25, 26, 27). Si ritrovano infatti gli stessi elementi delle monete di
RRC 344/2b. Ex Triton Sale VI, lotto 662. Uranopoli: stella, crescente lunare e globo.

Fig. 25. Cesare, 44 a.C. Denario; 3,84 g. Fig. 26. Cesare, 44 a.C. Denario; 4,04 g. Fig. 27. Cesare, 44 a.C. Denario; 4,05 g.
D/ CAESAR·IM P M. Testa laureata di D/ CAESAR·IMP. Testa laureata di Cesare D/ CAESAR DICT·IN·PERPETUO. Testa
Cesare a destra. Dietro il capo, cre- a destra; dietro il capo stella a 8 punte. velata di Cesare a destra.
scente lunare. R/ P·SEPULLIUS MACER. Venere stante R/ C·MARIDIANUS. Venere stante a si-
R/ L·AEMILIVS BVCA . Venere stante a a sinistra, con scettro nella sinistra e nistra, con Vittoria sulla mano destra
sinistra, con scettro nella sinistra e Vittoria sulla mano destra protesa; la protesa; il braccio sinistro è invece
Vittoria sulla mano destra protesa. parte inferiore dello scettro è costituita appoggiato su uno scudo, a sua volta
RRC 480/4. Ex Triton Sale V, lotto 1834. da una stella a 8 punte. sostenuto da un globo.
RRC 480/5b. Ex Triton Sale XVI, lotto 899. RRC 480/15. Ex CNG Coin Shop.

Ottaviano si ispirò a questa monetazione nel momento del massimo sforzo bel-
lico contro Antonio, per presentarsi come unico legittimo erede di Cesare (fig. 28).

Fig. 28. Ottaviano. 32-29 a.C. Denario; 3,59 g.


D/ Testa nuda di Ottaviano a destra.
R/ CAESAR DIVI F. Venere semidrappeggiata girata verso destra, con elmo nella destra
e scettro nella sinistra; si appoggia a una colonnina, la quale a sua volta sorregge uno
scudo che ha come simbolo una stella a 8 punte.
18
Plutarco, Vita di Romolo, 17, 2-4. RIC I, 250 a. Ex Nomos Sale 6, lotto 130.

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MONETE
MONETE ANTICHE
ANTICHE

Solo due secoli e mezzo dopo comparve su una moneta, in maniera esplicita a Roma, il nome di Venus Caelestis, che è
traduzione latina di Afrodite Urania (figg. 29, 30).

Fig. 29. Giulia Soemia, 218-220 d.C. Denario; 3,16 g. Fig. 30. Giulia Soemia, 220-222 d.C. Denario; 3,44 g.
D/ IULIA SOAEMIAS AUG. Busto drappeggiato rivolto a destra. D/ IULIA SOAEMIAS AUG. Busto drappeggiato rivolto a destra.
R/ VENUS CAELESTIS. Venere in trono a sinistra, con scettro R/ VENUS CAELESTIS. Venere stante a sinistra, con scettro
nella sinistra e mela nella destra. Bambino stante di fronte, nella sinistra e mela nella destra. Stella a 8 punte in campo
con le braccia sollevate. destro.
RIC IV, 243 (Elagabalus). Ex CNG Coin Shop. RIC IV, 241 (Elagabalus). Ex CNG pa 85, lotto 962.

Cassio Dione19 ci informa che Elagabalo, figlio di Giulia Soemia, fece portare
a Roma τὴν Οὐρανίαν τὴν τῶν Καρχηδονίων, cioè la statua dell’“Urania dei
Cartaginesi”, per farne la propria divina consorte. Per quanto Giulia Soemia fosse
la madre di Elagabalo, la coincidenza è troppo grande per dubitare che queste mo-
nete e il passo dello storico facciano riferimento alla stessa divinità. L’Urania dei
Cartaginesi non può essere altro che Tanit, la dea fenicio-punica più importante
di Cartagine, che spesso era assimilata a Giunone.
Il pantheon levantino era estremamente complesso e presentava un articolato
sistema di sovrapposizioni e assimilazioni tra divinità differenti, il che determinava
fenomeni analoghi da parte delle religioni di altre popolazioni in relazione
ad esso. Tanit era dea dagli attributi assai ampi: fertilità, viaggi per mare,
amore, ma anche la luna, tanto che sono numerose le stele puniche
nelle quali compaiono il crescente e il disco lunari (figg. 31, 32).
Stretto era anche il legame con la fenicia Astarte, il che offre
un collegamento con Ascalona e spiega l’assimilazione talora Fig. 31. Stele punica da Cartagine con “se-
attestata, come in questo caso, con Venere-Afrodite (fig. 33). gno di Tanit” e simboli celesti (da commons.
wikimedia.org, autore Neil Rickards).
Fig. 32. Stele neopunica (II-I sec. a.C.) con un doppio “segno di
Tanit”. Quello inferiore ha un aspetto più antropomorfo, mentre
quello superiore appare più schematico e può essere confrontato
con alcune rappresentazioni di betili sulle monete di Pafo. In alto
è un elemento circolare in cui è inserita una stella a 12 punte (da
symboldictionary.net).

Fig. 33. Particolarmente interessante è il confronto


del «segno di Tanit» superiore di fig. 32 con il betilo
della fig. 14; non solo i due potrebbero essere
rapportati direttamente (rosso), vista la presenza di
due elementi sopra il betilo pafio, ma sopra il tetto
del tempio compare anche il crescente lunare che
abbraccia un secondo elemento (blu): in quel caso
una stella, nella stele un elemento puntiforme.

Nelle stele puniche della dea (più raramente, comunque anche in area fenicia Fig. 34. Differenti forme nelle quali è attestato
dalla fine del V secolo a.C.) è presente spesso anche il “segno di Tanit”, che ha come il “segno di Tanit”. Notevole è la somiglianza
di alcune di esse con i betili di Pafo (figg. 12,
elementi base un triangolo, una linea orizzontale e un cerchio (figg. 31, 32, 34). 13, 14; da il-matriarcato.blogspot.it).
Viene spesso interpretato come rudimentale rappresentazione della figura umana,
ma, anche se la richiama indubbiamente, sembrerebbe avere avuto la funzione di 19
Cassio Dione, Storia Romana, 80, 12.
un betilo: era cioè “una deliberata astrazione sacra”20. 20
S.R. Martin, 2007, p. 218.

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MONETE
MONETE ANTICHE
ANTICHE

Il “segno di Tanit” è attestato in campo numismatico in tutto il bacino del Me-


diterraneo: dalle Baleari (fig. 35) a Cipro (fig. 37), passando per la Sicilia (fig. 36).

Fig. 35. Ibiza. AE; 2,99 g.


D/ Bes a sinistra, “segno di Tanit” in
campo sinistro.
R/ Bes a sinistra, “segno di Tanit” in
campo sinistro. Fig. 37. Pumiathon (Cizio, Cipro), 353/352 a.C. Emistatere; 4,13 g.
L. Villaronga, 1994, p. 95, 41. Ex Jesús D/ Eracle barbato e nudo, salvo la leontè sul braccio sinistro, rivolto a destra, brandisce
Vico S.A. Subasta 145, lotto 40. la clava nella destra e reca l’arco nella sinistra protesa. Crux Ansata (“segno di Tanit”)
in campo destro.
R/ L MLK PMJTN (= di re Pumiathon), in aramaico. Leone che attacca un cervo. In campo
destro ; (anno 10).
Inedito. Cfr. BMC 24, 75 ss., p. 21. Ex Nomos Auction 13, lotto 231.

Un tetradrammo civico di Ascalona


(fig. 38) conferma in maniera lampante gli
Fig. 36. Pantelleria, 50-1 a.C. AE; 25 mm;
interscambi trans-etnici di natura religiosa
11,13 g. e culturale che ho cercato di delineare in
D/ Testa di Iside a destra, con collana e precedenza. Infatti nella stessa moneta, pro-
copricapo khat, incoronata da Vittoria. dotta presso quello che Erodoto considerava
REG incuso. il più antico santuario di Afrodite Urania, la Fig. 38. Ascalona, 63/62 a.C. Tetra-
R/ COSSURA. “Segno di Tanit”, tutto
entro corona d’alloro. colomba (simbolo della dea, presente anche drammo; 13,66 g.
in fig. 14 a Pafo) convive col “segno di Tanit”. D/ Busto diademato di Antioco VIII
RPC I, 675. Ex Triton Sale XI, lotto 76.
Gripo (?) rivolto a destra.
Per chiudere il cerchio è necessario fare R/ AΣΚΑΛΩΝΙΤΩΝ ΙΕΡΑΣ AΣYΛOY
un passo indietro fino all’argomento inizia- AYTO. Aquila stante a sinistra su
le ed esaminare due ulteriori tetradrammi fulmine con ramo di palma sulla
spalla destra. In campo sinistro
coniati ad Anfipoli (figg. 39, 40) che credo
colomba e LMA (anno 41). “Segno
possano essere inseriti, a ragion veduta, nella di Tanit” tra le gambe dell’aquila.
serie di ambito uranopolitano (figg. 9, 10, O.D. Hoover, 2010, 516. Ex NAC
11). Quelli che da Price vengono indicati Auction 40, lotto 272.
Fig. 39. Anfipoli, fine IV/inizio III sec. a.C. come e potrebbero essere simboli e
Tetradrammo a nome di Alessandro; non monogrammi21.
16,02 g.
D/ Testa di Eracle giovanile con leontè, Fig. 40. Anfipoli, fine IV/inizio III sec. a.C. Tetradram-
rivolta a destra. mo a nome di Alessandro; 16,60 g.
R/ AΛΕΞΑNΔΡOΥ. Zeus Etoforo in trono, D/ Testa di Eracle giovanile con leontè, rivolta a
rivolto a sinistra, scettro nella sinistra, destra.
stella e monogramma (o “segno di R/ AΛΕΞΑNΔΡOΥ. Zeus Etoforo in trono, rivolto a
Tanit”?) sotto il trono. Λ e torcia in sinistra, scettro nella sinistra, stella e monogram-
campo sinistro. ma (o “segno di Tanit“?) sotto il trono. Λ e torcia
M.J. Price, 1991, 476. Da M.J. Price, in campo sinistro.
1991, tav. XXX, 476. M.J. Price, 1991, 477 (?). Ex CNG Coin Shop. Da notare che un esemplare coi medesimi
conii è stato catalogato come Price 476 dalla NAC (Auction R, lotto 1119).

Non sembra forse un “segno di Tanit” (fig. 41)?

21
Dagli esemplari che ho potuto vedere
credo che i Price 476 e 477 siano in
realtà la medesima moneta e che la for-
ma, triangolare o più arrotondata, della
Fig. 41. Confronto tra il simbolo sotto il trono del
parte inferiore del secondo elemento
tetradrammo di fig. 40 e la parte superiore della stele
sotto il trono dipenda dalla realizzazione
di fig. 32.
del conio.

14 | Panorama Numismatico 05/2017


MONETE
MONETE ANTICHE
ANTICHE

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