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• La sostenibilità ambientale
• Il risparmio energetico
• L’elevata prefabbricazione
Una casa in legno viene costruita in 1/3 del tempo di una casa in latero-
cemento.
LEGNO LAMELLARE
Le strutture in legno lamellare permettono luci libere fino ai 50 metri,
ponendosi in alternativa al cemento armato (precompresso). Presenta
una densità pari a 550 kg/m3 risultando quindi più leggero se confrontato
con gli altri materiali strutturali.
Campi di impiego:
LEGNO LAMELLARE
LE COLLE
L’incollaggio del
lamellare avviene
per mezzo di resine di
due tipi principali di
colle con
caratteristiche
diverse.
LEGNO LAMELLARE
SISTEMI STRUTTURALI
SOLAI IN LEGNO
Contenimento luce di calcolo:
Suddivisione elementi portanti in diverse orditure
(principale, secondaria, terziaria)
SOLAI IN LEGNO
Può essere presente o meno un’orditura secondaria, che serve a
riempire i vuoti, costituita da:
SOLAI IN LEGNO
L’interasse ottimale dei travetti (in termini tecnico-economici) è di 30-50 cm; la lunghezza
più diffusa dei travetti è di 3-3.5 m.
La parte inferiore del solaio può rimanere a vista, mostrando l’orditura delle travi e dei
travicelli, oppure essere nascosta da un controsoffitto, realizzato mediante cannicciato e
intonaco o rete metallica e intonaco (spessore totale = 40cm circa).
Solaio a semplice orditura ( = con un solo ordine di travi/travetti portanti) in funzione di:
luce e interasse delle travi, possibile sovraccarico
Solaio a doppia orditura ( = con due ordini di travi portanti, principale e secondario)
in funzione di: luce e interasse delle travi, possibile sovraccarico
stabilizzazione dell’edificio.
Nota: l’evacuazione dell’acqua dalla superficie del tetto implica molto spesso una leggera
inclinazione della falda – di regola una pendenza dell’1.5-2% verso gli spigoli, in cui è
previsto un pluviale o lo scorrimento naturale dell’acqua verso la gronda.
Se questa inclinazione è praticamente trascurabile nei calcoli strutturali e nelle verifiche agli
SLU, è comunque utile ricordare quali conseguenze abbia l’inclinazione della superficie del
tetto sulle forze in gioco e sui collegamenti con gli altri elementi della costruzione.
Coperture in legno – Elementi che costituiscono una copertura con tetto a falde
linea di colmo = linea, di intersezione
Conformazione di un tetto a falde
superiore di due falde;
Coperture in legno
Aspetti generali del sistema costruttivo con particolare riferimento al comportamento
in presenza di azioni orizzontali
Il problema della «spinta»
Coperture in legno
Aspetti generali del sistema costruttivo con particolare riferimento al comportamento
in presenza di azioni orizzontali
Il problema della «spinta»
La struttura portante del tetto a 2 falde può essere concepita in modi diversi; le soluzioni
strutturali principalmente utilizzate sono 2:
• struttura a puntoni
• struttura ad arcarecci
1. Struttura a puntoni
Basata su un’unica struttura portante, orientata
perpendicolarmente alla linea di colmo e formata
da una coppia di travi – i puntoni – che formano
una struttura portante a tre cerniere in un piano
verticale e ortogonale al colmo
Tegole
marsigliesi su
listelli
Coperture in legno – Elementi che costituiscono una copertura con tetto a falde
listelli
arcarecci
puntoni
Trave di
colmo
(Barbisan et al., “Capriate e tetti in legno”, Franco Angeli)
• Orditura secondaria (portata) o orditura minuta
I travicelli (o correnti o morali o canteri) costituiscono l’orditura minuta; essi sono tutti uguali e
di sezione generalmente quadrata (comunemente 6x6, 7x7, 8x8, 8x10, 10x10, 10x12cm);
hanno interasse di circa 25-40cm se coperti con pianelle in laterizio, di 50-60cm se coperti
con tavelle più grandi di laterizio, fino a 80-100cm in presenza di tavolato;
la distanza degli appoggi – siano terzere o puntoni – varia da circa 1.20m a 1.80m, a seconda
delle dimensioni del travicello e della resistenza del legno impiegato
Coperture in legno
La copertura viene generalmente realizzata secondo
due modi “classici”:
• alla piemontese, con prevalenza di puntoni e senza
terzere
• alla lombarda, con prevalenza di terzere e pochi
puntoni
Terzere portanti
Arcarecci su su pochi puntoni
puntoni o falsi di capriate
puntoni
Concezione strutturale
basata su muri portanti
longitudinali di spina e/o
perimetrali
Gli arcarecci o i travicelli poggiano su travi inclinate dette falsi puntoni, perché sollecitate
principalmente a flessione, dal momento che gravano sui muri longitudinali perimetrali e
centralmente su quello longitudinale di spina.
Il muro di spina e/o quelli perimetrale possono essere sostituiti da pilastri e da una trave di
colmo o di bordo.
I falsi puntoni sono in numero rilevante perché con interasse molto ravvicinato (1.30-1.70m),
senza terzere ( = elementi con sezione > degli arcarecci).
Concezione strutturale
basata su appoggi continui
trasversali
(Di Pasquale et al., “Costruzioni 2”, Le Monnier)
Capriate
Le capriate vengono utilizzate per realizzare le coperture quando non si dispone di muri
nella posizione prevista per gli appoggi della grossa orditura del tetto.
Capriate - Tipologie
4. capriata composta, per luci di 12-15m;
5. capriata composta alla palladiana, per luci fino a 30m;
Capriate - Tipologie
Capriate
La capriata classica in legno è quella costituita da
puntoni, catena, monaco e saettoni.
I vari elementi in legno che compongono la
capriata devono essere uniti in modo tale da non
indebolire la struttura con intagli eccessivi; nei casi
necessari, si ricorre a legature metalliche,
staffature in ferro, bullonature, etc.
1)
2) Parte inferiore del monaco si vengono a congiungere 2 forze inclinate ed opposte la cui risultante
verticale viene riportata in sommità
2a) La scomposizione delle forze in sommità (nel punto di unione dei puntoni) dà luogo a 2 componenti
assiali simmetriche, assorbite dai puntoni (di compressione)
3) Quest’ultima forza si somma a quella assiale (avente lo stesso verso) di cui al punto 1).
all’estremità dei puntoni, in corrispondenza degli appoggi, si avranno 2 forze inclinate “spingenti”,
che possono essere scomposte in una componente verticale, trasferita agli appoggi, e in una
orizzontale, diretta verso l’esterno.
Le 2 spinte orizzontali, = e contrarie, si eliminano a vicenda grazie alla catena, soggetta a trazione
BIBLIOGRAFIA