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Giovedì, 12 novembre 2020 Primo piano L’ondata d’autunno pagina 9


Le prime cinque regioni per letti occupati Soglia di allarme
AREA MEDICA

50 50 50 50 50 70%
40 40 40 40 75% 40

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Provincia Aut. Bolzano Piemonte Valle d’Aosta Lombardia Liguria

TERAPIE INTENSIVE 54%


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Umbria Piemonte Lombardia Provincia Aut. Bolzano Valle d’Aosta

Torino Roma
Storie
italiane

Il medico Il paziente
“Così non resisto “Io, dodici giorni
mi licenzio” su una barella”
ra intolleranza. Io capisco la loro sti perché, dicevano gli infermieri,
di Sara Strippoli rabbia. I pazienti Covid invece so- di Carlo Picozza gli ausiliari non entravano per pau-
no lì spaesati, le cure sono certa- ra del contagio». «Abbiamo litigato
Torino — Maria non vuole rivelare mente garantite ma la modalità è Roma — «L’ospedale è peggio della un paio di volte per mangiare, mi-
il suo nome, vuole licenziarsi e ne quella di una maxi-emergenza, con malattia». Parola di Bruno Q., 58 an- nacciando di chiamare i carabinieri
ha parlato con il sindacato. «Ho standard che sarebbero scarsamen- ni, che, colpito dal coronavirus, ha e, dopo ore, ci hanno portato quello
chiesto un congedo ma ho deciso, te accettabili in una condizione or- trascorso in Pronto soccorso 12 gior- che hanno potuto raccattare in giro:
lascio la sanità pubblica. Così non è dinaria». Chi parla di missione del ni su una barella. Ha aspettato — in- una scatoletta di tonno, un’insalata,
più possibile andare avanti». Ha 40 medico «non mi trova d’accordo. vano — che si liberasse un letto in re- una mela».
anni, è specialista di area medica e Per questo me ne vado. La nostra è parto. «Ho passato lì i giorni più brut- Da quella barella, Bruno Q, ha potu-
lavora in un grande ospedale tori- una professione. Siamo chiamati a ti della mia vita». Commenta scuo- to osservare il mondo da un’altra an-
nese. Le sue parole sono taglienti. una grande responsabilità a cui FOTO GIANLUCA PERTICONI EIKON/ tendo la testa. «Sono celiaco; avrei golazione, «ma — commenta — le in-
Ad abbandonare la vita dell’ospeda- non ci siamo mai sottratti, ma non k In prima linea avuto bisogno di una dieta senza glu- giustizie si consumano anche nel
le per andare nel privato, ammette, siamo missionari». Medici e infermieri in prima linea tine e, invece niente; anzi, a volte luogo della sofferenza: ho incontra-
aveva già pensato poco prima che il © RIPRODUZIONE RISERVATA nella lotta al coronavirus non ci hanno portato neanche i pa- to malati di serie A e quelli di serie B,
Covid arrivasse a sconvolgere la vi- il grosso delle decine di compagni di
ta di medici e infermieri «perché —
spiega — da tempo assisto a scelte
che compromettono l’efficacia del
f f sventura, perché — argomenta — ab-
biamo visto alcuni entrare in quel sa-
lone e lasciarlo alla volta di un letto
nostro lavoro». Ora però quel pro- Nel reparto Al pronto il giorno dopo». «Il grosso dei pazien-
posito è diventato ben più di una dell’ospedale soccorso ti, però, ha vissuto con me un vero
tentazione. calvario. Per coprirci avevamo solo
Il suo non è solo il racconto, più di Torino del San un lenzuolo; di notte faceva freddo;
volte ascoltato in primavera, di una dove lavoro Camillo di due malati avevano la coperta e
immensa stanchezza per i turni non siamo notte faceva quando uno di loro, con la barella ac-
che saltano e le direttive che cam- canto alla mia, è andato via, me l’ha
biano di continuo, dello scoramen-
stati freddo. A me lasciata». Sulle cure, Bruno Q, rivela:
to e dell’empatia per il dolore dei preparati la coperta «Siamo stati accuditi bene dagli in-
pazienti, il senso di colpa per i figli a ricevere l’ha data fermieri che si facevano un quattro
piccoli trascurati. La fatica c’è, il e curare uno dei perché davvero pochi rispetto al nu-
senso di colpa pure, ma a prevalere mero dei malati da assistere».
adesso è lo sconforto per quello le persone pochi malati La degenza di Bruno Q. si è aperta (il
che si sarebbe potuto fare e non è infette che l’aveva 30 ottobre scorso) e si è chiusa (il 10
stato fatto, la delusione per i pazien- novembre) in quel Pronto soccorso
ti che non sono ammalati di Covid e trasformato, dal virus e dalla caren-
non potranno essere seguiti. Anche Siamo sfiniti Con il Covid za di personale, in un girone dell’in-
la paura di non essere all’altezza e adirati. Lo ho aspettato ferno (dov’è ancora, dopo quasi 15
quando questa volta c’era il tempo giorni, una donna di 75 anni). Ha ri-
per prepararsi: «Siamo sfiniti e adi- sono anche inutilmente chiesto meno tempo il Covid a libe-
rati. Il reparto dove lavoro è diven- i pazienti che si rare Bruno Q che il San Camillo, la
tato Covid e non lo era durante la che hanno liberasse un prima azienda ospedaliera della ca-
prima ondata, ma nessuno questa pitale, a sistemarlo in un letto. E dal-
estate ha pensato di organizzare
patologie letto nel la barella, il suo sguardo si è perso
qualche corso di formazione per in- diverse dal reparto più volte sugli altri malati, oltre cen-
segnarci un mestiere che non sap- coronavirus Sono celiaco to nelle ultime ore, che gremiscono
piamo fare. Allora il disagio era ac- Per loro l’unica grande sala rimasta attiva do-
cettabile, ora no. Tutto era total- ma per me po la chiusura dell’altra per mancan-
mente prevedibile, inutile raccon- niente visite nessuna za di medici e infermieri. E hanno su-
tarcela. Se ci fosse stata una pianifi- ed esami dieta ad hoc perato quota 73 i degenti positivi.
cazione durante i mesi di tranquilli-
tà adesso saremmo più sicuri, non
avremmo addosso questa sensazio-
g g «È stato un incubo», ripete da casa
Bruno Q. «Vivo solo e, senza respiro,
ho lanciato un grido d’aiuto in
ne di costante incertezza». un’e-mail al mio medico: “Sono sen-
Le decisioni, dice ancora «non so- za forze, mi dia un farmaco, mi fac-
no prese di giorno in giorno, ma di cia una flebo, non riesco a stare in
minuto in minuto. Respingo questa piedi. La mattina dopo — continua —
idea dell’emergenza e sono certa ho chiamato il 118 ma l’ambulanza è
che a pensarla come me sono tutti i ù SCELTA PIU
ù RENDIMENTO
arrivata all’imbrunire; non voleva-
PIU
miei colleghi». Il rapporto con i pa- no trasportarmi in ospedale, perché
zienti è diventato più difficile e an- — mi hanno spiegato — avevano da fa-
che in questo caso Maria non fa re altri soccorsi, forse più urgenti».
sconti: «Chi non è ammalato di Co- «Il coronavirus mi ha lasciato picco-
vid è molto arrabbiato, deve rinun- li segni, ho perso sette chili», conclu-
ciare a visite e esami, in molti casi de Bruno Q. «Ma la sanità pubblica,
gli stessi che erano stati annullati ridotta così, mi ha ferito più del vi-
mesi fa. Un diritto negato che gene- rus». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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