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Sono Fumetti – Marco D’Angelo

TRUMP, MAKE COMICS GREAT AGAIN


Il vecchio adagio per cui la realtà supera a volte la fantasia, sembrerebbe perfetto
per commentare l’elezione di Donald Trump a Presidente degli Stati Uniti.
Salvo poi ricordarsi – come hanno fatto in tanti nei giorni scorsi – che l’evento
(fanta)politico era stato “anticipato” da Matt Groening ne I Simpson circa sedici anni
fa.

Anche i fumetti, in una certa misura, avevano pre-visto l’imprevedibile. Nei giorni
scorsi Vulture.com ha fatto l’elenco di tutti i ritratti, più o meno espliciti, del
magnate all’interno di strip e di comic book.

Trump Story
C’è chi come Garry Trudeau – l’autore della
celebre strip Doonesbury – preconizzava l’ascesa politica di Trump già nel
1987. Alla vigilia delle elezioni, Trudeau, che nel tempo ha reso il miliardario
newyorkese l’icona dell’America più volgare e ottusa, ha potuto perfino “celebrare”
– con un monumentale libro monografico – le tante strisce dedicate al personaggio.
Sono Fumetti – Marco D’Angelo

Il neoeletto presidente è stato anche uno dei bersagli prediletti della


rivista Mad che, nel 1989, ironizzava sul suo spregiudicato attivismo finanziario
attraverso il personaggio di “Capitan Avarizia” e che, poi, gli ha dedicato
alcune irresistibili copertine, fino a proclamarlo nel 2015
“idiota dell’anno“! Persino il maestro dell’underground Robert Crumb ha preso di
mira Trump con il suo feroce sarcasmo grafico…

Doonesbury, Mad, Crumb… Siamo nell’alveo della sofisticata satira


sociopolitica ed è comprensibile che un personaggio pubblico quale Trump, con
una così radicata e triviale presenza televisiva, con uno stile
consapevolmente unpolitically correct sopra le righe, suscitasse e susciti le
antipatie liberal e democrats.

Per certi versi, è più curioso vedere come anche il


fumetto mainstream dei supereroi abbia più volte messo alla berlina il miliardario
del Queens.

Trump power
Dai paralleli (suggeriti) con Lex Luthor alla parodia/satira
dell’ultimo MODOK nell’Universo Marvel, la figura di Trump è stata evocata in
Sono Fumetti – Marco D’Angelo

diverse serie. Evocata, o per meglio dire esorcizzata: perché il giudizio che traspare
nei vari comics è inequivocabile.

Liquidato come un gretto affarista, dipinto come un volgare razzista, messo


all’indice come un folle super villain, il Trump del fumetto prefigura
lo stesso “mostro” narrativo che giornali e televisioni USA hanno riproposto,
dalle Primarie Repubblicane in poi, per raccontare i costanti eccessi del candidato
Trump.

Lasciando da parte ogni giudizio politico – ovvio non è questo il contesto per
discuterne – mi sembra interessante notare come, con la loro interpretazione forte
quanto controversa del personaggio, i comics abbiano anticipato – ancor prima
che cavalcato – un trend dell’immaginario collettivo. D’altronde, che anche i super
cattivi abbiano un loro indiscutibile fascino, sono stati proprio i comic book ad
insegnarcelo…

Ronald Trump
Certo, così come accaduto agli altri media, anche il racconto fumettistico di
Trump si è rivelato distante dalla realtà, o almeno dalla realtà
percepita da milioni di americani che l’hanno votato.
Sono Fumetti – Marco D’Angelo

Da cittadini del mondo dobbiamo davvero augurarci che il


Trump monster dei comics si dimostri solo un’immaginifica iperbole narrativa.
Chissà.

Da appassionato di fumetti, ricordo che esattamente trent’anni fa, nel 1986, Frank
Miller forniva ne Il ritorno del Cavaliere
Oscuro un ritratto altrettanto duro e disincantato di un altro presidente
USA, Ronald Reagan.

All’epoca, forse, quell’interpretazione sarà suonata “forte quanto controversa”, ma


rileggendole oggi come negare che le vignette dedicate da Miller all’incartapecorito
Ronald e al suo bolso alfiere Clark raccontino quell’America meglio di cento libri di
storia?

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