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Poste Italiane S.P.A. Spedizione in Abbonamento Postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB- Roma
pare un tempo e uno spazio importanti nel piano di for-
mazione del medico, senza nulla togliere al rigore della
formazione scientifica, ma evitando che questa diventi
l’unico asse portante dell’intera struttura formativa.
È necessario che il medico, proprio per essere miglior
medico, torni ad essere anche doctor philosophiae, come
è accaduto per molti secoli. Non può sottrarsi alle eter-
ne domande che dietro il concetto di salute e malattia, di
vita e di morte, pongono anche interrogativi sul bene e
Medical
sul male, sul vero e sul falso. Sono domande che hanno
assunto sfumature nuove col passare degli anni, presen- Education:
luci ed ombre
tano collocazioni epistemologiche complesse e richiedono
un orizzonte sempre più vasto del sapere universitario,
un ritorno al valore e al significato del senso stesso
dell’Universitas.
Riassunto
Nel codice deontologico i medici sono spesso sollecitati ad agire in scienza e coscienza
ed è importante non disgiungere l’una dall’altra. La coscienza esprime il primato del
soggetto e sottolinea l’indipendenza del suo giudizio, ma va sempre posta in relazione
con una conoscenza reale dei fatti e della realtà nel suo complesso. Il riconoscimento
del primato del soggetto mette in luce che la scelta di cosa fare è sempre riconsegnata
alla libertà, e quindi alla responsabilità, di chi è chiamato ad agire. Il testo analizza i
diversi modelli etico-antropologici oggi diffusi, per mettere in evidenza come la libertà
di coscienza sia conseguenza del vincolo morale che il giudizio di coscienza comporta
per chi lo formula, però questa valutazione non ha come punto di riferimento il
soggetto, ma la realtà. Per questo implica un fondamentale atteggiamento di apertura
alla verità per cui, comprendendo la realtà circostante, si comprende anche se stessi
come soggetti reali.
Parole chiave
Coscienza, Autonomia, Libertà, Soggettività, Soggettivismo.
Coscienza e libertà
Il codice deontologico dei medici, anche nella sua ultima versione approva-
1
Si veda H.T.Engelhardt, The foundation of Christian Bioethics, Swets & Zeitlinger, Lisse 2000, cit. p.135
(trad.nostra).
2
Codice deontologico dei medici, art.13, 22, 35, 44
3
«Consapevole dell’importanza e della solennità dell’atto che compio e dell’impegno che assumo,
giuro: (…) di prestare, in scienza e coscienza, la mia opera, con diligenza, perizia e prudenza e
secondo equità, osservando le norme deontologiche che regolano l’esercizio della medicina e quelle
giuridiche che non risultino in contrasto con gli scopi della mia professione. »
4
F.Schiller, Le parole della fede, in F.Schiller «Poesie filosofiche», trad. a cura di G.Pinna, Ed. Feltrinelli,
Milano 2005, cit. p. 91.
5
Come acutamente nota Hanna Arendt, «In senso politico, l’identificazione di libertà e sovranità è
forse la conseguenza più deleteria dell’equazione operata dalla filosofia tra libertà e libero arbitrio.
Infatti il suo risultato è: o la negazione della libertà umana (nel caso si concluda che, comunque si
vogliano definire, gli uomini non sono mai sovrani), o la convinzione che la libertà di un uomo, di un
gruppo, di una struttura politica possa essere ottenuta solo a spese della libertà (cioè della sovranità)
di tutti gli altri, (…) Data la condizione dell’uomo, determinata dal fatto che sulla terra non esiste
l’uomo, bensì esistono gli uomini, libertà e sovranità sono così lontane dall’identificarsi da non poter
neppure esistere simultaneamente.» H.Arendt, Tra passato e futuro, Garzanti, Milano 19992, pp.218-
219.
6
H.Arendt Alcune questioni di Filosofia Morale, in “Responsabilità e giudizio”, Ed.Einuadi, Torino 2004,
cit. p.81.
7
Dante Alighieri, Purgatorio, Canto I, 70
8
I. Kant, Risposta alla domanda: che cos’è l’illuminismo?, in Scritti politici e di filosofi a della storia e del diritto
di Immanuel Kant, a cura di N. Bobbio, L. Firpo e V. Mathieu, Torino, UTET, 1965, p. 141.
Non possiamo qui soffermarci, benché tema di estremo interesse, sull’utopia di una ragione autarchica
che pretenda di eliminare l’apporto di altri al suo stesso sapere e al suo stesso costituirsi.
Coscienza e integrità
Tutto questo rimette in gioco la categoria sopra richiamata dell’integrità: è
qui che troviamo infatti il nesso coscienza-verità-volontà, ed è spesso proprio
in ordine all’integrità che percepiamo un atto come un dovere, come un’obbli-
gazione. Se infatti non si vuole, con un escamotage fin troppo facile, trasferire la
radice dell’obbligazione ad un sistema eteronomo di premi e castighi, bisognerà
ammettere che ha qualcosa a che fare proprio con l’integrità del soggetto agen-
te. Riflettere sul significato del termine “integrità” apre una molteplicità di fron-
ti e rivela una nozione complessa, polifacetica. Hanna Arendt ne parla connet-
tendola all’orgoglio di essere, semplicemente, se stessi: «per orgoglio non inten-
do affatto “l’orgoglio di essere neri”, o ebrei, o bianchi anglosassoni ecc., ma
quel sentimento innato e naturale di identità con ciò che mi capita sin dalla
nascita. Questo orgoglio, completamente estraneo ai complessi di inferiorità o
9
A. Rodriguez Luño Etica general, Eunsa, Pamplona 20045, cit. p. 277. [trad nostra]
10
H.Arendt, Riflessioni su Little Roch, in “Responsabilità e giudizio”, Einaudi, Torino 2003, cit. p.167.
11
Si veda A.Honneth, “Riconoscimento e disprezzo”, Rubettino, Messina 1997.
12
Anche a questo proposito riportiamo, perché particolarmente efficace, l’osservazione di Hanna
Arendt che, commentando l’affermazione socratica che è meglio patire il male che compierlo, vede
nella condanna a vivere perpetuamente con un malfattore –se stessi- la profonda verità di questa
apparente insensatezza del filosofo ateniese.
13
Qualora poi l’atto richiesto e considerato ingiusto sia in qualche modo legittimato dalla legge civile,
il principio di integrità richiede la possibilità formale dell’obiezione di coscienza. Negare questo
diritto ai soggetti durante l’esercizio del loro lavoro significa non considerare che, benché non sia
sempre vincolante fare tutto il bene conosciuto, non è mai lecito fare direttamente il male. Ancora
una volta alla base di tali posizioni sta l’identificazione di etico ed opzionale, in quanto implicitamente
si afferma l’impossibilità di identificare delle regole oggettive capaci di orientare l’azione umana. Non
pare accattabile neanche la tesi di chi afferma che chi non è disponibile, per motivi di coscienza, a
fornire tutte le prestazioni mediche legalmente permesse in uno stato, non dovrebbe essere ammesso
all’esercizio della medicina: la professione del medico, infatti, non consiste esclusivamente né
principalmente negli atti che possono essere rifiutati per motivi di coscienza, pertanto l’esclusione
dalla professione equivarrebbe a una inaccettabile discriminazione lesiva della libertà dei membri
della società.
14
A questo proposito è importante distinguere l’obiezione di coscienza dalla disobbedienza civile. Per
un approfondimento si veda L.Prieto Sanchís, La objeción de conciencia como forma de desobediencia
al Derecho, in “Il Diritto Ecclesiastico” 95/1984, pp. 3-34.
15
H.Arendt, op.cit. p.86
16
F.Nietzsche, Al di là del bene e del male, §68. in F.W.Nietzsche, «Opere filosofiche» , a cura di S.Giametta,
Unione Tipografico Editrice Torinese, Torino 2003, cit. p. 86, vol. II.
17
A.Rodriguez Luno, Etica general, cit.p. 276.
18
La questione della coscienza si intreccia qui con quella della prudenza. Non ci è possibile approfondire
il tema in queste pagine, ma segnaliamo a tale proposito il denso testo di G. Abbà, Felicità, vita buona
e virtù. Saggio di filosofia morale, Las Editore, Roma 19952.
19
R. Guardini, La coscienza, Morcelliana, Brescia 20013, cit.p.21.
Bibliografia
Bertolino R, L’obiezione di coscienza moderna, Giappichelli, Torino 1994.
Childress F, Civil disobedience, conscientious objection and evasive noncompliance: a
framework for the analysis and assessment of illegal actions in health care, in «Journal of
Medicine and Philosophy» 10 (1985) 63-83.
Cotta S, Coscienza e obiezione di coscienza (di fronte all’antropologia filosofica), in
«Iustitia» XLV (1992).
Di Pietro ML, Casini C, Casini M, Spagnolo AG, Obiezione di coscienza in sanità.
Nuove problematiche per l’etica e per il diritto, Cantagalli, Siena 2005.
Guardini R, La coscienza, Morcelliana, Brescia 2001
20
G. AbbภFelicità, vita buona e virtù.
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pare un tempo e uno spazio importanti nel piano di for-
mazione del medico, senza nulla togliere al rigore della
formazione scientifica, ma evitando che questa diventi
l’unico asse portante dell’intera struttura formativa.
È necessario che il medico, proprio per essere miglior
medico, torni ad essere anche doctor philosophiae, come
è accaduto per molti secoli. Non può sottrarsi alle eter-
ne domande che dietro il concetto di salute e malattia, di
vita e di morte, pongono anche interrogativi sul bene e
Medical
sul male, sul vero e sul falso. Sono domande che hanno
assunto sfumature nuove col passare degli anni, presen- Education:
luci ed ombre
tano collocazioni epistemologiche complesse e richiedono
un orizzonte sempre più vasto del sapere universitario,
un ritorno al valore e al significato del senso stesso
dell’Universitas.