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Ugo Gregoretti si racconta così: “……da giornalista televisivo sono diventato regista

di cinema. Attraverso il cinema ho imparato il mestiere di regista. Quando sono


tornato in televisione ho sviluppato questa nuova esperienza di narratore
cinematografico ed ho puntato non sull’inchiesta giornalistica ma su quella dei
cosiddetti sceneggiati cioè, la fiction televisiva come si dice oggi…..”.

Questo è oggi Ugo Gregoretti ma nel 1957, giornalista televisivo alle prime armi,
allorché fu mandato, per sua stessa ammissione, a Vietri sul Mare a raccontare il
dramma dell’alluvione del 1954, ma soprattutto la ricostruzione e l’intervento dello
Stato, scelse di raccontare nel suo documentario, che è diventato un pezzo di storia
dell’Italia degli anni cinquanta, le storie della gente, le testimonianze dei superstiti, le
aspettative delle popolazioni colpite dalla calamità che spesso non coincidevano con
gli orientamenti della ricostruzione, deludendo qualcuno che forse si aspettava di
essere glorificato da questo strumento di propaganda, la televisione, che oggi decide
le sorti della politica italiana.

Noi siamo molto grati al maestro Gregoretti per averci raccontato così come eravamo,
“senza fiction”, di aver partecipato al nostro dolore con l’umanità che ha sempre
contraddistinto il suo modo di essere giornalista, mettendo in risalto la voglia di
riscatto della nostra gente troppo spesso considerata, a torto, solo pervasa di
vittimismo e non anche capace di risorgere da sola, con il proprio lavoro e con
l’intelligenza, elementi che hanno contribuito all’affermazione delle popolazioni
meridionali in Italia e nel Mondo.

Le immagini dei contadini della costiera amalfitana preoccupati che il frutto del loro
secolare lavoro sarebbe stato interrotto dalle opere di ricostruzione che, ancorché
necessarie, avrebbero cambiato radicalmente la loro esistenza, quelle della
popolazione di Molina raccolta sul pendio ad aspettare il crollo della loro chiesa per
far posto ai nuovi argini del fiume assassino, resteranno per sempre impresse nella
nostra memoria a testimoniare l’attaccamento della nostra gente alla propria terra e,
nel contempo, a testimoniare la capacità di reagire e di risorgere dei Vietresi, delle
popolazioni della Costiera Amalfitana e dell’intera provincia di Salerno.

Per questi motivi consideriamo il maestro Ugo Gregoretti uno di noi, un cittadino
vietrese con l’auspicio che in altre occasioni, questa volta più liete, possa raccontare
le nostre storie in un prossimo futuro perché la nostra città, per le bellezze che offre e
per l’operosità della sua gente merita di essere raccontata.

Con questi sentimenti invito il Consiglio Comunale a conferire la cittadinanza


onoraria al maestro dott.Ugo Gregoretti.

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