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Que no se acabe nunca la madeja Che possa non finir mai la matassa
del te quiero me quieres, siempre ardida del ti amo mi ami, sempre divampante
con decrépito sol y luna vieja. con decrepito sole e luna vecchia.
Que lo que no me des y no te pida Che ciò che non mi dai e che non ti chiedo
será para la muerte, que no deja sia per la morte, che non concede
ni sombra por la carne estremecida. nemmeno l’ombra per la carne scossa.
Tema della poesia: racconta di un dolore passato senza però specificarlo, vuole superare questo
dolore che lo sta facendo soffrire molto e tornare ad amare.
vo-glio-com-pian-ge-re-la-mi-a-pe-na (a minore)
te-lo-di-coaf-fin-ché-mia-mie-mi-pian-ga (a maiore)
al-ca-la-re-del-so-le-diu-si-gno-li (a maiore)
con-un-pu-gna-le-con-ba-ciin-sie-mea-te (a maiore)
vo-glioam-maz-za-reil-so-lo-te-sti-mo-ne (a minore)
per-il-dan-neg-gia-men-to-dei-miei-fio-ri (a maiore)
e-tra-sfor-ma-reil-pian-toe-le-fa-ti-che (a maiore)
in-in-fi-ni-to-cu-mu-lo-di-gra-no (a maiore)
che-pos-sa-non-fi-nir-mai-la-ma-tas-sa (a maiore)
del-tia-mo-mia-mi-sem-pre-di-vam-pan-te (a maiore)
con-de-cre-pi-to-so-lee-vec-chia-lu-na (a maiore)
che-ciò-che-non-mi-daie-che-non-ti-chie-do (a maiore)
sia-per-la-mor-te-che-nem-me-no-la-scia (a minore)
un-si-mu-la-cro-per-la-car-ne-scos-sa (a minore)
Il sonetto da me tradotto e analizzato fa parte della raccolta “Sonetos del amor oscuro”, 11 sonetti
scritti nell’ultimo periodo della sua vita e pubblicati postumi, composti per una determinata persona
che il poeta aveva in mente. L’aggettivo oscuro è utilizzato in molte occasioni nell’opera di Lorca e
viene messo in relazione con il desiderio amoroso omosessuale. Fin dai titoli si nota una particolare
attenzione nel neutralizzare il genere della persona amata alla quale sono dedicati i sonetti. Ciò è
dovuto anche al periodo in cui visse Lorca e dallo status quo che un uomo conosciuto come lui
doveva mantenere per tenere lontana la sua omosessualità dalla sua vita professionale e pubblica e
proprio per questo, il poeta dovette trovare degli artifici poetici che gli permettessero di esprimere i
sentimenti amorosi attraverso il genere neutro. In un’intervista il poeta Vicente Aleixandre parlando
dei sonetti di Lorca disse che si trattava di un “amore dalla difficile passione, passione oscura e
dolorosa, non corrisposta o mal vissuta ma ciò non voleva dire che si trattasse specificamente di un
amore omosessuale”.
Nel primo verso della seconda quartina si parla della “morte del testimone”, questa frase può essere
interpretata come un voler nascondere, occultare qualcosa da parte del poeta, specialmente perché è
seguita dalla frase “el asesinato de mis flores” che comporta un’idea di perdita della gioventù e
dell’innocenza.
A seguire, i due versi della seconda quartina chiariscono il significato profondo del sonetto:
l’immagine del sudore e del pianto rappresenta una perdita, un dolore che si manifesta attraverso il
corpo mentre l’immagine del grano duro/frumento rappresenta il nutrimento, l’alimento primordiale
dell’uomo che potremmo interpretare anche da un punto di vista spirituale che ben potrebbe rendere
l’idea del seme che muore per dare frutto, il poeta vuole trasformare il dolore in amore.
In questo componimento si può notare una delle grandi preoccupazioni di Federico Garcia Lorca, la
perdita della persona amata che viene ben evidenziata nel primo verso della prima terzina
que no se acabe nunca la madeja che possa non finire mai la matassa
dove la voce poetica parla in prima persona con un interlocutore che si può dedurre essere la
persona amata al quale chiede che non finisca la relazione e che si abbia un dialogo tra i due per
mezzo dell’amore attraverso l’immagine della matassa che per avvolgerla o scioglierla ha bisogno
di due persone.
Nel verso successivo
del te quiero me quieres, siempre ardida del ti amo mi ami sempre divampante
ho cercato di esprimere lo stesso significato dei due versi di questa prima terzina e cioè “che non si
esaurisca mai il dialogo d’amore fatto dai ti amo reciproci, un dialogo sempre acceso”.
Nell’ultima terzina c’è un’allusione alla morte in cui l’immagine poetica cambia e passa da una
sorta di supplica iniziale ad una sentenza nel finale:
Ho cercato di rispettare il più possibile la sintassi del componimento, tranne nel primo verso, poiché
volendo mantenere i versi endecasillabi con i relativi accenti, ho deciso di tradurre llorar con
compiangere e spostare la parte finale del primo verso unendolo al verso successivo ricorrendo
quindi alla figura retorica dell’enjambement in modo da ottenere versi endecasillabi in entrambi i
casi e mantenerne il significato, a causa di questo tipo di scelte, ho dovuto sacrificare l’intero
schema rimico del sonetto.
Oltre all’uso dell’enjambement nel testo originale, notiamo l’uso dell’anafora nei vv. 1 e 5 (quiero),
vv.2 e 6 (para), vv. 9 e 12 (que).