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14.

Elenco delle tecniche

14.3 Interventi combinati te d’acqua bisogna realizzare dei drenaggi con


di consolidamento materiale granulare ed eventuali tubi fessurati
per allontanare le acque captate.
14.3.1 Grata viva
Materiali impiegati: la grata viva viene realiz-
Descrizione sintetica: la grata viva è un’opera zata mediante l’impiego di:
realizzata con pali in legname, disposti tra loro • tondame in legno scortecciato (castagno,
perpendicolarmente, e successiva messa a di- robinia, larice o altro legname con buone ca-
mora di talee e/o piantine radicate. È utilizzata ratteristiche di resistenza) con Æ = 15 ÷ 30
per il consolidamento di versanti o sponde cm e L = 2 ÷ 5 m, per la realizzazione dell’im-
acclivi con substrato compatto e per la stabiliz- palcatura principale;
zazione di pendii con fenomeni di erosione su- • picchetti in legno con Æ = 8 ÷ 12 cm e L > 1
perficiale dove, per l’elevata acclività, non è pos- m o tondini in ferro di dimensioni idonee a
sibile applicare altre tecniche d’ingegneria sostenere la struttura;
naturalistica. • chiodi (tondini di ferro acciaioso aderenza
La grata viva agisce quindi come sostegno del migliorata);
terreno fino a che non si sono sviluppati gli ele- • talee, ramaglia e/o piantine di specie arbu-
menti costruttivi vivi che, con lo sviluppo degli stive con buon radicamento;
apparati radicali producono un effetto consoli- • eventuale rete metallica per meglio trattene-
dante (figg. 14.38a-14.40). re il materiale di riempimento;
• palificata spondale in legno al piede.
Descrizione da voce di capitolato:
a) semplice; Modalità di esecuzione:
b) doppia. • realizzazione del piano di appoggio che può
Sostegno di scarpate e versanti in erosione essere costituito da un piano in leggera
molto ripidi con substrato compatto (che non contropendenza dove viene realizzata una
deve essere smosso) con grata in tondame di eventuale palificata in legname, quando esiste
larice, altra resinosa o castagno di Æ 20 ÷ 40 una reale possibilità di scalzamento al piede;
cm e lunghezza 2 ÷ 5 m, fondata su un solco in • sul tondame della palificata vengono fissati
terreno stabile o previa collocazione di un (con chiodi) perpendicolarmente elementi
tronco longitudinale di base, con gli elementi reticolari distanti 80 ÷ 150 cm che vengono
verticali distanti 1 ÷ 2 m e quelli orizzontali, resi solidali al terreno con picchetti in legno
chiodati ai primi, distanti da 0,40 m a 1 m a o ferro; successivamente, al tondame così an-
seconda dell’inclinazione del pendio (in ge- corato, viene fissato trasversalmente altro
nere si lavora su pendenze di 45° ÷ 55°); fis- tondame, in modo da formare delle maglie
saggio della grata al substrato mediante pic- quadrate o rettangolari (a seconda degli
chetti di legno di Æ 8 ÷ 10 cm e lunghezza 1 interassi che si scelgono, indicativamente 80
m, o di ferro di dimensioni idonee per soste- ÷ 150 cm);
nere la struttura; riempimento con inerte • riempimento della grata mediante materiale
terroso locale alternato a talee e ramaglia di- terroso e inerte alternato a talee e ramaglia
sposta a strati, in appoggio alle aste orizzon- disposta a strati, ed eventuali piantine, in cor-
tali con eventuale supporto di una griglia me- rispondenza del tondame trasversale;
tallica per un miglior trattenimento del terre- • eventuale inerbimento dell’intera superficie;
no. L’intera superficie verrà anche seminata e • è opportuno posare una rete metallica,
in genere piantata con arbusti autoctoni. biostuoia o geojuta per trattenere il terreno
La grata può essere semplice (variante a) o riportato;
doppia (variante b) a seconda della profondi- • per proteggere la testata della grata da even-
tà e forma dello scoscendimento. La tuali fenomeni di erosione, si può rivestire la
radicazione delle piante si sostituirà nel tem- testa posando e ancorando una striscia di
po alla funzione di consolidamento della strut- biostuoie o materiale sintetico, al di sopra del-
tura in legname. L’altezza massima possibile la quale può essere inserita una fila di talee;
per le grate vive non supera in genere i 15 ÷ in alternativa può essere realizzata una
20 m. canaletta di sgrondo.

Campi di applicazione: può essere utilizzata Interventi collegati: opere di consolidamento


su sponde e su versanti che presentano di versante.
acclività anche superiori a 45° ÷ 50° su nicchie
di frana dove sono possibili solo modesti Prescrizioni:
rimodellamenti e su scarpate stradali o ferro- • l’interasse degli elementi orizzontali varia a
viarie molto ripide. seconda della pendenza del versante;
• le altezze massime delle grate vive non supe-
Fattibilità: l’altezza massima che si può rag- rano i 15 ÷ 20 m;
giungere con questo tipo di intervento è di 15 • le talee dovranno avere una lunghezza tale da
÷ 20 m. È possibile operare su fronti con al- raggiungere il terreno retrostante la grata;
tezza maggiore qualora sia realizzabile una • a protezione dei fronti con pendenze elevate
gradonatura intermedia. In presenza di venu- e come metodo di contenimento del mate-

Manuale tecnico
354 di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni
14. Elenco delle tecniche

Tab. 14.34 - Grata viva: analisi prezzi


Unità Prezzo
Oggetto Quantità Importo
di misura elementare
a) Manodopera:
Operaio specializzato Ora 0,00
Operaio qualificato Ora 0,50
Operaio comune Ora 0,80
b) Noli:
Autocarro Ora 0,10
Pala meccanica Ora 0,50
Motosega a catena Ora 0,08
Generatore con trapano Ora 0,06
c) Materiali:
Legname scortecciato m3 0,25
Chiodi, spezzoni d’acciaio
cad 3
appuntiti
Rete elettrosaldata Kg 1
Talee di salice cad 20
Arbusti cad 1
Idrosemina m2 1
Euro/m2 83,67 ÷ 88,83
Prezzo di applicazione
£/m2 162.000 ÷ 172.000

Fig. 14.38a - Grata viva

riale può essere posta una griglia metalli- Svantaggi:


ca o una rete metallica a doppia torsione; • realizzazione lunga e costosa;
• una grata di piccole dimensioni può esse- • con il tempo il legname marcisce;
re eseguita anche con l’impiego di astoni • non è idonea su versanti con rocce affioranti.
vivi.
Periodo di intervento: le talee e le piantine
Limiti di applicabilità: dimensioni ed inclina- radicate vanno posate durante il riposo vege-
zione della sponda in erosione. tativo, le semine vanno invece eseguite duran-
te il periodo vegetativo.
Vantaggi:
• immediata stabilizzazione della sponda; Manutenzione e durata dell’opera: l’opera, se
• l’effetto di stabilizzazione aumenta una vol- ben realizzata, non necessita di particolari ma-
ta che le specie vegetali inserite hanno co- nutenzioni, se non la sostituzione delle talee o
minciato a radicare; delle piantine che non hanno attecchito.
• le specie vegetali svolgono anche un’azione
drenante in quanto assorbono l’acqua neces- Possibili errori: scelta errata del periodo per la
saria al loro sviluppo; posa di materiale vegetale vivo.
• intervento efficace in luoghi ristretti, dove ri-
sulta difficile effettuare rimodellamenti. Analisi prezzi: si veda la tabella 14.34.

Manuale tecnico
di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni 355
14. Elenco delle tecniche

Fig. 14.38b - Grata viva Fig. 14.39 - Grata viva

Fig. 14.40 - Grata viva

L’opera, addossata alla sponda in erosione, è


completata dal riempimento con materiale
terroso inerte e pietrame nella parte sotto il li-
vello medio dell’acqua (fig. 14.41).

Campi di applicazione: sponde fluviali sogget-


te ad erosione.

Applicabilità della tecnica in funzione statica,


idraulica, naturalistica: corsi d’acqua ad alta
energia con trasporto solido anche di grosse
dimensioni.

Materiali impiegati:
• tronchi e pali di resinosa o castagno
scortecciati Æ 20 ÷ 30 cm;
• chiodature metalliche e cambre Æ 12 ÷ 14
mm;
• fascine vive di salice Æ 20 ÷ 30 cm;
• fascine morte Æ 25 ÷ 30 cm;
• terreno di riempimento;
• pietrame.

Modalità di esecuzione:
1. infissione verticale di pali con punta, per al-
14.3.2 Palificata viva spondale con palo meno 2/3 della loro lunghezza, in prossimità
verticale frontale della sponda erosa con interasse di 2 m se-
guendo lo sviluppo originario della linea di
Descrizione: struttura in legname tondo costi- sponda;
tuita da un’incastellatura di tronchi a formare 2. posa della prima serie di tronchi orizzontali
camere frontali nelle quali vengono inserite fa- parallelamente alla linea di sponda, retrostanti
scine. la fila di pali verticali ed inchiodati ad essi;
Frontalmente è presente un palo verticale sul 3. posa e chiodatura della prima serie di pali con
quale sono chiodati i tronchi correnti e quelli punta perpendicolarmente alla sponda al di
trasversi. sopra della serie di tronchi orizzontali;

Manuale tecnico
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14. Elenco delle tecniche

Fig. 14.41 - Palificata viva spondale con balze in geotessuto

Tab. 14.35 - Palificata viva spondale con palo verticale frontale: analisi prezzi
Unità Prezzo
Oggetto Quantità Importo
di misura elementare
a) Manodopera:
Operaio specializzato Ora 0,00
Operaio qualificato Ora 0,7
Operaio comune Ora 1,4
b) Noli:
Autocarro Ora 0,30
Ragno meccanico Ora 0,80
Motosega a catena Ora 0,30
Generatore con trapano Ora 0,06
Compressore con pistola Ora 0,30
c) Materiali:
Legname scortecciato m3 0,3
Chiodi, spezzoni d’acciaio
cad 4
appuntiti
Puntale di ferro cad 1
Palo frontale m3 0,09
Talee di salice cad 15
Pietrame di riempimento m3 1
Fascine cieve di salice cad 1
Cambre Kg 0,5
Euro/m2 83,67 ÷ 88,83
Prezzo di applicazione
£/m2 162.000 ÷ 172.000
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14. Elenco delle tecniche

4. inserimento di fascine morte nelle camere del paramento esterno dell’ordine di 60° (fig.
frontali al di sotto del livello medio dell’ac- 14.42-14.45).
qua e riempimento con pietrame;
5. inserimento di fascine vive di salice nelle ca- Descrizione da voce di capitolato: consolida-
mere frontali al di sopra del livello medio del- mento di sponde subverticali mediante
l’acqua e riempimento con inerte terroso; tondami di resinosa o di castagno di Æ 20 ÷ 30
6. ripetizione delle operazioni 2, 3, 5 fino al cm e di almeno 3 m di lunghezza, infissi verti-
raggiungimento dell’altezza di progetto; calmente per almeno 2/3 e addossati alla spon-
7. riporto di materiale inerte fino a completa da stessa, dietro i quali vengono collocati tron-
copertura dell’opera e riprofilatura di raccor- chi orizzontali paralleli alla sponda alternati ad
do con la scarpata di sponda. altri tronchi di minimo 1 m di lunghezza inseri-
ti nella sponda in senso trasversale. I singoli
Prescrizioni: tondami vengono fissati l’uno all’altro con chio-
• la lunghezza dei pali verticali non deve esse- di in tondino Æ 14 mm. Gli interstizi tra i
re inferiore ai 3 m; tondami longitudinali vengono riempiti con
• i pali disposti perpendicolarmente alla spon- massi sino al livello di magra dell’acqua. Negli
da devono attestarsi nella stessa; interstizi sovrastanti, vengono inserite fascine
• come rinforzo della punta in legno dei pali di salice leggermente ricoperte di terreno per
verticali è consigliabile il rivestimento con assicurare la radicazione dei rami di salice. Dai
puntale in ferro. salici si sviluppa una vegetazione arbustiva
riparia con funzione naturalistica e nel tempo
Vantaggi: rapido consolidamento della sponda. anche statica mediante la radicazione che va a
sostituirsi al tondame destinato a marcire. La
Svantaggi: struttura si presta anche alla creazione di tane
• altezza limitata; per ittiofauna ricavando delle nicchie nella par-
• tempi di realizzazione lunghi. te sommersa sostenute da legname al posto del
pietrame di riempimento.
Effetto: una volta cresciute, le piante esercitano
un effetto drenante e di consolidamento della Campi di applicazione:
sponda attraverso il fitto intreccio di radici. consolidamento, ricostruzione di sponda, sog-
gette ad erosione. La variante ad una parete è
Periodo di intervento: periodo di riposo preferibile in situazioni di spazio limitato.
vegetativo.
Limiti di fattibilità:
Possibili errori: velocità della corrente superiori a 4 m/s.
• scelta errata per la posa di materiale vegeta-
le vivo; Materiali impiegati:
• insufficiente o inadeguato inserimento di fa- • tondame di specie a legno durabile (robinia,
scine e conseguente svuotamento della strut- castagno) di diametro almeno 20 cm;
tura. • pioli, tondini in metallo ad aderenza miglio-
rata Æ 12 ÷ 14 mm;
Note: la prima fila di pali può essere messa • talee e piantine di latifoglie Æ 20 ÷ 30 cm;
esterna per ridurre la pendenza finale del • pietrame;
paramento esterno che, altrimenti, risulta pra- • Inerte terroso.
ticamente verticale impedendo la crescita del-
le fascine delle ramerie inferiori, in quanto Grado di reperibilità: per tutti i materiali una
adombrate da quelle superiori. buona reperibilità. Per quanto riguarda il le-
gname si puntualizza come in particolari con-
Analisi prezzi: si veda la tabella 14.35. dizioni, ovvero operando all’interno o in pros-
simità di zone a bosco, possa risultare econo-
mico l’utilizzo di legno proveniente da tagli e
14.3.3 Palificata viva spondale diradamenti, potendo utilizzare per la costru-
ad una ed a due pareti zione delle palificate anche legname con carat-
teristiche tecnologiche (cipollatura, legno di
Descrizione dell’opera: manufatto a gravità for- torsione, ecc.) non altrimenti utilizzabile se non
mato da una struttura cellulare in pali di legno come legna da ardere. Il materiale vegetale da
abbinato alla posa di piante. Il deterioramento utilizzarsi è facilmente reperibile presso i vivai
(marcescenza) del legname, in alcuni decenni, pubblici e privati, fanno eccezione alcune spe-
presuppone che i parametri di stabilità del ma- cie arbustive.
nufatto vengano riferiti ad un paramento ester-
no assimilabile ad una pendice ben vegetata e Modalità di esecuzione:
ad un terreno con buone caratteristiche di at- • montaggio legname:
trito. In presenza di adeguata manutenzione - il piano di posa va realizzato con una
(taglio periodico delle piante al fine di impedi- contropendenza verso monte stabilita in
re l’appesantimento delle ceppaie) si possono sede di calcolo di stabilità (5° ÷ 15°); il tipo
raggiungere accettabili stabilità per pendenze di manufatto si presta alla posa anche su

Manuale tecnico
358 di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni
14. Elenco delle tecniche

piani non complanari nel senso dello svi- - le talee o le piantine radicate vengono po-
luppo in lunghezza; sate in ragione di una ogni 10 ÷ 15 cm di
- si procede alla posa della prima fila di le- fronte per ogni ordine di tondame
gname in senso parallelo alla pendice, cu- longitudinale ovvero per circa 20 ÷ 30 talee/
rando il posizionamento in bolla, durante piantine per ogni m2 di paramento esterno
la posa del tondame si realizzano i collega- della palificata;
menti tra un legno ed il successivo realiz- • palificata a una parete:
zando gli incastri ed i fissaggi con il tondino - la palificata ad una parete viene montata
i ferro; con le stesse modalità previste per il tipo a
- il montaggio prosegue con la posa del suc- due pareti ma rinunciando alla posa del
cessivo ordine di tondame da posizionarsi tondame longitudinale posizionato sul re-
in senso ortogonale alla prima fila ed alla tro della struttura;
pendice: questi legni avranno lunghezza va- - in particolare si realizza questa tipologia
riabile desunta dai calcoli progettuali ed in in presenza di spazi limitati per quanto at-
considerazione delle caratteristiche biotec- tiene le possibilità di realizzare strutture
niche e del terreno (capacità di approfon- profonde ovvero per scelta progettuale che
dimento dell’apparato radicale) e variabile ritenga sufficiente la realizzazione di un
da 1,5 a 3 m. Si procede quindi al fissaggio manufatto leggero con prevalenza della
dei legni con la fila sottostante sempre tra- funzione di rivestimento rispetto a quella
mite tondino in ferro. Nella variante ad una di sostegno;
parete, i pali con punta perpendicolare alla - la posa dei legni ortogonali alla sponda, nel-
sponda al disopra del tronco orizzontale, la costruzione della palificata ad una pare-
vengono inseriti nel terreno a spinta me- te può essere realizzata con l’ausilio di una
diante escavatore; trivella, manuale o portata sul retro di una
- per quanto riguarda la realizzazione del fis- trattrice con punta da 15 ÷ 20 cm, che rea-
saggio con il tondino si può rilevare come lizzi il foro nel fronte terroso solido. Tale
vada curata la completa perforazione dei modalità consente di contenere al minimo
due tronchi da fissare e si debba quindi di- i movimenti di terra ma soprattutto assi-
sporre di punte da legno di adeguata lun- cura il mantenimento della solidità di quel-
ghezza (doppia del diametro dei tronchi), la porzione di pendice non ancora oggetto
almeno 40 cm: la foratura parziale può ori- di scoscendimento;
ginare fessurazioni e rotture del legno al - in questa modalità costruttiva è importan-
momento dell’inserimento forzato del te battere i pali nel foro realizzato con la
tondino con colpi di mazza; trivella dopo averli opportunamente
- nel procedere alla realizzazione dei piani appuntiti.
successivi si segue lo schema descritto, con
l’avvertenza di posizionare i legni longitu- Parametri e modalità di calcolo:
dinali alla pendice sempre in posizione ar- la palificata deve essere calcolata come manu-
retrata rispetto al sottostante ordine di le- fatto a gravità tenendo presente come il volu-
gni longitudinali e, ciò, per conferire al ma- me occupato dal legname è pari a circa il 15 ÷
nufatto la pendenza del paramento scelta 20% del volume totale del manufatto.
in sede progettuale;
- eventuali variazioni di pendenza del Prescrizioni:
paramento possono essere ottenute rinun- • qualora la palificata funga da difesa spondale,
ciando alla posa del legno longitudinale sul al piede della stessa verrà collocata una fila
retro del manufatto e realizzando il fissag- di massi legati con fune di acciaio Æ 16 mm e
gio a carico dell’ordine di legno longitu- pilotis metallici L = 2 m, infissi per i 3/4 della
dinale sottostante; lunghezza;
• riempimento struttura e posa materiale ve- • le talee dovranno avere una lunghezza tale
getale: da passare l’opera fino a toccare il terreno
- dopo aver realizzato il montaggio di 1 o 2 retrostante e in tal modo radicare, mentre
ordini di tondame, occorre procedere al nella parte frontale dovranno sporgere per
riempimento della struttura cellulare con più di 10 cm;
inerti e terreno ed alla posa delle talee e • il fronte della palificata dovrà avere una pen-
delle piantine; denza inferiore a 60° per consentire la cresci-
- il terreno posato negli spazi voti tra i pali ta delle piante;
va opportunamente compattato e si pro- • i tronchi trasversi andranno disposti alternati
cede quindi alla posa delle talee in posizio- per garantire una maggiore elasticità e resi-
ne coricata ovvero delle piantine sempre stenza della palificata stessa;
in posizione coricata ovvero delle piantine • sul fronte della palificata è possibile inserire
sul fronte a vista in posizione eretta; geotessili per il contenimento del materiale
- le talee posate dovranno avere una lun- più fine.
ghezza pari alla profondità della palificata
(1,5 ÷ 3 m) onde consentire una radica- Limiti di impiego e scelta delle specie vegeta-
zione profonda, ed è sufficiente che emer- li: è conveniente utilizzare abbondante mate-
gano fuori terra per 10 ÷ 30 cm; riale vegetale vivo (talee, astoni, ramaglia), da

Manuale tecnico
di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni 359
14. Elenco delle tecniche

Fig. 14.42 - Palificata spondale a due pareti

Fig. 14.43 - Palificata viva con iniziale sviluppo vegetativo

Fig. 14.44 - Sezione di una palificata spondale livellata

Manuale tecnico
360 di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni
14. Elenco delle tecniche

Fig. 14.45 - Palificata viva spondale ad una ed a due pareti: formazione della struttura

Tab. 14.36 - Palificata viva spondale ad una ed a due pareti: analisi prezzi
Unità Prezzo
Oggetto Quantità Importo
di misura elementare
a) Manodopera:
Operaio specializzato Ora 0,00
Operaio qualificato Ora 0,50
Operaio comune Ora 0,70
b) Noli:
Autocarro Ora 0,10
Escavatore Ora 0,80
Motosega a catena Ora 0,30
Generatore con trapano Ora 0,06
c) Materiali:
Legname scortecciato m3 0,25
Chiodi cad 2
Cambre Kg 0,40
Fascine vive di salice m 1,5
Euro/m2 123,95 ÷ 139,44
Prezzo di applicazione 2
£/m 240.000 ÷ 270.000

Manuale tecnico
di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni 361
14. Elenco delle tecniche

reperire prevalentemente in alveo. È quindi op- 14.3.4 Palificata viva di sostegno


portuno realizzare palificate spondali soprat-
tutto in abbinamento a tagli della vegetazione Descrizione sintetica: manufatto in legname
riparia. costituito da una struttura a celle, formate da
pali di legno disposti perpendicolarmente, con
Vantaggi: rapido consolidamento della sponda. posa di piante o talee. In pochi anni lo sviluppo
dell’apparato radicale della vegetazione crea
Svantaggi: un’armatura nel terreno, con effetto stabiliz-
• il legno col tempo marcisce, per cui oltre a zante. Si realizzano palificate a parete sempli-
buone chiodature, è necessario che le talee e ce, a parete doppia e spondali (figg. 14.46-14.49).
le fascine inserite nella struttura siano vive e
radichino in profondità, così da sostituire la Descrizione da voce di capitolato:
funzione di sostegno e consolidamento della • a parete semplice;
scarpata, una volta che il legno ha perso le • a parete doppia;
sue funzioni; • spondale.
• lunghi tempi di realizzazione. Consolidamento di pendii franosi con palificata
in tondami di larice o castagno Æ 20 ÷ 30 cm
Effetto: il consolidamento della scarpata è im- posti alternativamente in senso longitudinale
mediato. La struttura a camere sovrapposte ed in senso trasversale (l = 1,50 ÷ 2,00 m) a
funge anche da riparo e tane per piccoli ani- formare un castello in legname e fissati tra di
mali e pesci. loro con chiodi in ferro o tondini Æ 14 mm; la
palificata andrà interrata con una pendenza del
Periodo di intervento: durante il periodo di ri- 10 ÷ 15% verso monte ed il fronte avrà anche
poso vegetativo. una pendenza del 30% ÷ 50% per garantire la
miglior crescita delle piante; una fila di piloti
Possibili errori: potrà ulteriormente consolidare la palificata
• scelta errata del periodo per la posa di mate- alla base; l’intera struttura verrà riempita con
riale vegetale vivo; l’inerte ricavato dallo scavo e negli interstizi
• diametro dei tronchi sottodimensionato; tra i tondami orizzontali verranno collocate
• inserimento di un numero insufficiente di talee legnose di salici, tamerici od altre specie
talee; adatte alla riproduzione vegetativa nonché
• inserimento di fascine con scarsità di mate- piante radicate di specie arbustive pioniere.
riale vegetale vivo idoneo; Rami e piante dovranno sporgere per 0,10 ÷
• impiego di specie prive di capacità 0,25 m dalla palificata ed arrivare nella parte
propagativa; posteriore sino al terreno naturale. Gli inter-
• insufficiente chiodatura dei tronchi. stizi tra i tondami vengono riempiti con massi
sino al livello di magra dell’argine:
Note: la scortecciatura dei pali aumenta la • a parete semplice: una sola fila orizzontale
durabilità del legname. esterna di tronchi e gli elementi più corti per-
Da curare il posizionamento della palificata ad pendicolari al pendio sono appuntiti ed inse-
almeno 0,5 ÷ 1 m al di sotto del fondo ovvero riti nel pendio stesso;
realizzare la struttura appoggiata al di sopra • a parete doppia: fila di tronchi longitudinali
di una base in massi. sia all’esterno che all’interno. La palificata po-
La gestione di un lavoro con tondame di dia- trà essere realizzata per singoli tratti non più
metro 30 ÷ 40 cm, preferibile dal punto di vista alti di 1,5 ÷ 2m;
costruttivo, presenta la necessità di disporre • di difesa spondale: una fila di massi posti al
di un escavatore per la movimentazione dei piede della palificata, a contatto con l’acqua,
tronchi. legati con una fune di acciaio di Æ 16 mm e
La costruzione con tondame di diametro mas- ulteriormente fissati con piloti in legno o in
simo 20 cm può presupporre la realizzazione di profilato metallico di lunghezza di 2 m, infis-
un cantiere con mezzi manuali. si nel fondo per almeno 3/4 della lunghezza.
A mente delle attuali normative sulla sicurez-
za del lavoro la movimentazione manuale deve Campi di applicazione: stabilizzazione di par-
essere limitata a tondame, gestito da due ope- ti di versante, piede di pendio e difesa spon-
ratori, di peso unitario non superiore a 40 kg dale. Si tratta di opere deformabili e perme-
(donne) o 60 kg (uomini). abili, che si adattano bene ad interventi su
Un accorgimento della palificata viva a dop- pendii instabili.
pia parete è quello di conficcare i pali
ortogonali rispetto alla corrente (montanti) Fattibilità: semplice realizzazione e rapido con-
dopo averli predisposti con punta nella spon- solidamento dell’area interessata. L’effetto sta-
da, per contrastare la “spinta di Archimede”. bilizzante della struttura in legno, una volta
Eventualmente si può appesantire la strut- marcita, sarà sostituito dallo sviluppo dell’ap-
tura riempiendola, nei primi strati con sas- parato radicale. L’altezza di una palificata a
si. parete, semplice è in genere modesta (1÷1,5 m);
per altezze maggiori si usano palificate a pare-
Analisi prezzi: si veda la tabella 14.36. te doppia. Queste ultime, se costituiscono ope-

Manuale tecnico
362 di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni
14. Elenco delle tecniche

re con funzione permanente non devono supe- Materiali impiegati:


rare i 2 ÷ 2,5 m di altezza, poiché la capacità • tondame scortecciato (larice o castagno),
consolidante delle piante si limita a 2 ÷ 3 m di avente Æ = 20 ÷ 30 cm e lunghezza > 1,5 ÷ 2
profondità. Nei calcoli di stabilità la palificata m;
deve essere considerata come manufatto a gra- • chiodi in ferro o tondini in ferro con Æ 10 ÷ 14
vità, costituito per il 15 ÷ 20% del volume da mm;
legname. • filo di ferro zincato: Æ = 3 mm;

Fig. 14.46 - Palificata viva di sostegno

Fig. 14.47 - Palificata viva di sostegno

Manuale tecnico
di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni 363
14. Elenco delle tecniche

Fig. 14.48 - Palificata viva di sostegno: dettaglio

Fig. 14.49 - Palificata viva di sostegno

Manuale tecnico
364 di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni
14. Elenco delle tecniche

Tab. 14.37 - Palificata viva di sostegno: analisi prezzi


Unità Prezzo
Oggetto Quantità Importo
di misura elementare
a) Manodopera:
Operaio specializzato Ora 0,00
Operaio qualificato Ora 0,40
Operaio comune Ora 0,60
b) Noli:
Autocarro Ora 0,10
Ragno meccanico Ora 0,70
Motosega a catena Ora 0,30
Generatore con trapano Ora 0,06
c) Materiali:
Legname scortecciato m3 0,4
Chiodi cad 2
Cambre Kg 0,40
Talee di salice cad 20
Euro/m2 113,62 ÷ 129,11
Prezzo di applicazione 2
£/m 220.000 ÷ 250.000

• talee o piantine di specie legnose, dotate di stante, in modo da conferire al fronte un’in-
buona capacità vegetativa, con lunghezza di clinazione di 20° ÷ 30° per garantire la miglio-
25 cm maggiore rispetto alla profondità della re crescita delle piante;
palificata fino ad arrivare al terreno natura- • i diversi ordini di legname traverso devono
le; essere collocati in posizione sfalsata tra di
• ramaglie di salice: lunghezza 30 ÷ 40 cm > loro. Il posizionamento sfalsato dei traversi è
della profondità dell’opera; a favore della stabilità. Una volta messi in
• stuoie e georeti in materiale biodegradabile opera 2 o 4 ordini di legname si procede al
(paglia-legno, juta, fibra di cocco, ecc.). riempimento della struttura con inerti, pro-
venienti dallo scavo e terreno vegetale, op-
Modalità di esecuzione: portunamente compattato;
• si realizza dapprima il piano di posa, a • le talee vengono messe in posto negli inter-
reggipoggio con inclinazione di circa 10° ÷ 15° stizi tra i tondami orizzontali, generalmente
verso monte; in posizione coricata; esse devono sporgere
• si posa quindi la prima fila di legname paral- di circa 25 cm dal fronte della palificata e rag-
lelamente al pendio (corrente), controllando- giungere il terreno naturale nella parte po-
ne il posizionamento in bolla e realizzando steriore della struttura. Nel caso in cui que-
gli appoggi e i fissaggi con tondini in ferro tra st’opera venga utilizzata come difesa
legni successivi; spondale, è opportuno porre una fila di mas-
• si posa in seguito la seconda fila di tondame si al piede della palificata, al contatto con l’ac-
in senso ortogonale alla prima (traverso), fis- qua ed ulteriormente fissati con piloti in le-
sandola alla sottostante tramite tondini in gno o in profilato metallico di lunghezza di 2
ferro. Nel caso della palificata a parete sem- m, infissi nel fondo per almeno 3/4, della lun-
plice si mette in opera una sola fila orizzon- ghezza;
tale esterna di “correnti” ed i “traversi” sono • gli interstizi tra i tondami vengono riempiti
appuntiti ed infissi nel pendio; nel caso della con sassi e terreno vegetale;
palificata a parete doppia si posano due file • drenaggio: poiché il piano di posa viene fatto
di “correnti”, all’interno ed all’esterno dello a reggipoggio, in alcuni casi è opportuno evi-
scavo, mentre i “traversi” sono privi di pun- tare che le acque si accumulino lungo di esso,
ta; appesantendo il terreno sottostante. In tal
• va sottolineato che per operare un fissaggio caso si consigliano elementi drenanti
corretto con i tondini in ferro bisogna perfo- longitudinali, posti alla quota più bassa sul
rare completamente i due tronchi da fissare; retro dei piano di posa, collegati con elemen-
la foratura parziale può, infatti, provocare rot- ti ortogonali con pendenza verso valle. Ge-
ture o fessurazioni dei legno stesso; neralmente non si usano filtri in geotessile;
• gli strati successivi di legname vengono mes- qualora fosse strettamente necessario biso-
si in posto ripetendo lo schema su descritto, gna perforarli infiggendo le talee nel terreno
posizionando però i diversi ordini di correnti retrostante al fine di consentire lo sviluppo
in posizione più arretrata rispetto al sotto- dell’apparato radicale;

Manuale tecnico
di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni 365
14. Elenco delle tecniche

• posa di stuoie o georeti sul paramento ester- tiranti ed i traversi di L = 2,5 ÷ 3 m e fissati tra
no (eventuale): prevengono l’asportazione di loro con tondini e barre filettate in acciaio
parziale del terreno di riempimento da parte con dadi e rondelle ∅ 14 mm; la palificata an-
delle acque di ruscellamento superficiale nel drà interrata con una pendenza del 10 ÷ 15 %
primo periodo; possono essere messe in ope- verso monte ed il fronte avrà una pendenza di
ra contemporaneamente alle operazioni di circa 65° per garantire la miglior crescita delle
riempimento realizzando sul fronte a vista piante; una fila di piloti potrà ulteriormente
delle sacche terrose, ricoperte dalle stuoie o consolidare la palificata alla base; sui trasversi
georeti, oppure successivamente, coprendo di base sarà posata una rete in acciaio zincata
tutto il paramento esterno ad eccezione del- e plastificata di maglia 6 x 8 cm, per la riparti-
la parte terminale dei traversi. zione del carico del terreno di riempimento
sulla fondazione. Sarà effettuato l’inserimento
Interventi collegati: altre opere di stabilizza- di pietrame di pezzatura superiore al diame-
zione dei versanti. Può servire d’appoggio per tro del trasverso nelle camere al di sotto del
grate vive. livello medio dell’acqua sul fronte esterno( in
ambito idraulico) ed un riempimento con iner-
Periodo di intervento: durante il periodo di ri- te nella zona retrostante; analogamente sarà
poso vegetativo delle piante. In condizioni cli- effettuato l’inserimento di fascine vive (di dia-
matiche favorevoli le piante radicate possono metro superiore allo spazio tra i tronchi cor-
essere trapiantate anche durante l’estate, pur- renti ) e talee di salici , tamerici od altre specie
ché non vengano danneggiate durante la co- con capacità di propagazione vegetativa non-
struzione. ché di piante radicate di specie arbustive pio-
niere nelle camere al di sopra del livello medio
Vantaggi: dell’acqua e riempimento con inerte nella zona
• immediato consolidamento del versante; retrostante fino a completa copertura dell’ope-
• materiale vivo facilmente reperibile in zona; ra e riprofilatura di raccordo con la scarpata di
• costi di manutenzione contenuti; sponda.
• flessibilità strutturale. Rami e piante dovranno sporgere per 10 ÷ 20
cm dalla palificata ed arrivare nella parte po-
Svantaggi: steriore sino al terreno naturale. La palificata
• limitato sviluppo in altezza dell’opera; potrà essere realizzata per singoli tratti non più
• necessità di mezzi meccanici per compiere gli alti di 1,8 ÷ 2 m. Nel caso della difesa spondale
scavi. sarà posta una fila di massi al piede della
palificata, a contatto con l’acqua, legati con una
Manutenzione e durata dell’opera: nel corso del fune d’acciaio di ∅ 16 mm e ulteriormente fis-
primo anno si consiglia una sorveglianza co- sati con piloti in legno o in profilato metallici di
stante per evitare lo scalzamento dell’opera. Se lunghezza di 2 m, infissi nel fondo per almeno
si verifica una forte crescita è utile eseguire il 3/4 della lunghezza.
taglio delle piante a livello del terreno, in modo
da favorire la formazione delle radici. La dura- Campi di applicazione: versanti instabili, spon-
ta dell’opera dipende dal tipo di legname uti- de fluviali soggette ad erosione.
lizzato per realizzare la struttura: se si usa il
legname di larice la durata è di 20 ÷ 40 anni, Applicabilità della tecnica in funzione statica,
mentre è maggiore per legname di castagno. idraulica, naturalistica: piede di versanti, corsi
d’acqua ad alta energia con trasporto solido
Analisi prezzi: si veda la tabella 14.37. anche di grosse dimensioni.

Materiali impiegati:
14.3.5 Palificata tipo Roma • tronchi di castagno o resinosa scortecciati Æ
20 ÷ 25 cm;
Descrizione sintetica: struttura in legname ton- • chiodature acciaio a.m. Æ 12 ÷ 14 mm e barre
do costituita da un’incastellatura di tronchi a acciaio filettato con dadi e rondelle Æ 12 ÷ 14
formare camere nelle quali vengono inserite fa- mm;
scine e talee di salici. L’opera, posta alla base • rete metallica a doppia torsione zincata e
della scarpata, è completata dal riempimento plastificata 6 x 8 cm;
con materiale terroso inerte misto a pietrame • talee l = 2 ÷ 3 m. Æ 2 ÷ 5 cm e fascine vive di
nella parte sotto il livello medio (figg. 14.50- salice Æ 25 ÷ 30 cm;
14.52). • arbusti radicati autoctoni;
• pietrame D 25 ÷ 30 cm;
Voce di capitolato: • inerte terroso.
• su versante;
• spondale. Modalità di esecuzione:
Consolidamento di pendii franosi o sponde in • scavo di fondazione in contropendenza (10°
erosione con palificata in tondami di castagno ÷ 15°);
o larice ∅ 20 ÷ 25 cm posti a formare una strut- • fondazione in massi ciclopici o in gabbioni
tura triangolare in legname, con i montanti, i (solo ambito idraulico);

Manuale tecnico
366 di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni
14. Elenco delle tecniche

• posa della prima serie di tronchi correnti, pa- do un triangolo con il lato prolungato oltre la
ralleli alla sponda; cerniera superiore di collegamento. Tale di-
• posa della prima serie di tronchi trasversali sposizione consentirà il posizionamento dei
al di sopra dei correnti e chiodati ad essi, con correnti orizzontali successivi (il primo
interasse 1,5 m; successivamente, dopo un chiodato sul traverso, il secondo semplice-
riempimento con terreno o pietrame di mente appoggiato su un elemento distan-
pezzatura superiore al diametro dei tronchi ziatore in legno di circa 20 cm, il terzo
(in ambito idraulico), si posa sui trasversi una chiodato sul tirante e gli altri appoggiati sui
rete in acciaio zincata e plastificata di ma- distanziatori in legno senza chiodature;
glia 6 x 8 cm, per la ripartizione del carico del • successivamente sarà posizionato il montan-
terreno di riempimento sulla fondazione; te anteriore, in aderenza al corrente di fon-
• al trasverso di base, dopo realizzazione di dazione, con una pendenza intorno ai 65°,
idonei fori nella rete zincata, verranno incerni- incernierato al trasverso di base ed al tirante
erati, il montante posteriore con una pen- di collegamento e fissato ulteriormente, per
denza intorno ai 65° e, ad idonea distanza, il una migliore stabilizzazione della struttura,
tirante di collegamento con la base, forman- con barre filettate di acciaio al montante po-
steriore attraverso i correnti non ancora
chiodati. Per tale operazione, si richiede l’uso
Fig. 14.50 - Fasi realizzative della palificata viva di punte di trapano e barre filettate della lun-
ghezza di almeno 60 cm;
tipo Roma
• inserimento di pietrame di pezzatura supe-
riore al diametro del trasverso nelle camere
al di sotto del livello medio dell’acqua sul fron-
te esterno e riempimento con inerte nella
zona retrostante (in ambito idraulico);
• inserimento delle fascine vive di salici e talee
di specie con capacità di propagazione
vegetativa nelle camere al di sopra del livello
medio dell’acqua e riempimento con inerte(in
ambito idraulico);
• riempimento con inerte e inserimento delle
talee di specie con capacità di propagazione
vegetativa e degli arbusti radicati autoctoni;
• riempimento con il materiale inerte prove-
niente dallo scavo fino a completa copertura
dell’opera e riprofilatura di raccordo con la
scarpata.

Prescrizioni:
• qualora la palificata funga da difesa spondale,
al piede della stessa verrà collocata una fila
di massi legati con fune di acciaio Æ 16 mm e
piloti metallici L = 2 m, infissi per i 3/4 della
lunghezza;
• le talee dovranno avere una lunghezza supe-
riore allo spessore dell’opera fino a toccare il
terreno retrostante e in tal modo radicare,
mentre nella parte frontale dovranno spor-
gere per più di 10 cm;

Fig. 14.51 - Prospettiva di insieme


della struttura della palificata viva tipo Roma

Fonte: “Acer”, n.1, 2001. Fonte: “Acer”, n.1, 2001.

Manuale tecnico
di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni 367
14. Elenco delle tecniche

Fig. 14.52 - Sezione tipo riferita al prototipo della palificata “viva” tipo Roma

Fonte: “Acer”, n.1, 2001.

• il fronte della palificata dovrà avere una pen- scarpata, una volta che il legno ha perso le
denza massima di 65° per consentire la cre- sue funzioni;
scita delle piante; • lunghi tempi di realizzazione.
• sul fronte della palificata è possibile inserire
geotessili per il contenimento del materiale Effetto: il consolidamento della scarpata è im-
più fine. mediato. La struttura funge anche da riparo e
tane per piccoli animali e pesci.
Limiti di applicazione: data la particolarità
costruttiva la palificata Roma ha un campo Periodo di intervento: durante il periodo di ri-
ottimale di realizzazione per altezze da 1,8 a poso vegetativo.
2,2 m.
Possibili errori:
Vantaggi: rapido consolidamento della scarpa- • scelta errata del periodo per la posa di mate-
ta. Rispetto alla tradizionale palificata doppia riale vegetale vivo;
presenta un risparmio di legname e chiodature. • diametro dei tronchi sottodimensionato;
• inserimento di un numero insufficiente di talee;
Svantaggi: • inserimento di fascine con scarsità di mate-
• il legno col tempo marcisce, per cui oltre a riale vegetale vivo idoneo;
buone chiodature, è necessario che le talee e • impiego di specie prive di capacità vegetativa;
le fascine inserite nella struttura siano vive e • insufficiente chiodatura dei tronchi.
radichino in profondità, così da sostituire la
funzione di sostegno e consolidamento della Analisi prezzi: si veda la tabella 14.38.

Manuale tecnico
368 di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni
14. Elenco delle tecniche

Tab. 14.38 - Palificata viva tipo Roma: analisi prezzi


Unità Prezzo
Oggetto Quantità Importo
di misura elementare
a) Manodopera:
Operaio qualificato Ora 0,60
Operaio comune Ora 1,20
b) Noli:
Autocarro con gru Ora 0,10
Terna meccanica Ora 0,50
c) Materiali:
Barre filettate in acciaio
cad 1
(Ø 14mm)
Chiodi in acciaio a.m.
Kg 1
(Ø 14mm)
Rete in acciaio a doppia
m2 0,4
torsione 6x8cm
Tronchi (Ø 20-25cm) m3 0,15
Arbusti radicati autoctoni cad 2
Talee vive di salice cad 8
Euro/m2 96,72
Prezzo di applicazione 2
£/m 187.279

14.3.6 Palizzata viva fiItrante Fig. 14.53 - Palizzata viva filtrante

Funzioni: stabilizzazione e regimazione idrau-


lica in impluvi.

Descrizione: consiste nella sistemazione di sol-


chi a “V” profondi a portate intermittenti, in
terreni soffici a granulometria fine (fig. 14.53).

Descrizione da voce di capitolato: sistemazio-


ne a gradinata di solchi a “V” profondi e ripidi
che normalmente non portano acqua, in terre-
ni soffici ed a granulometria fine (limo, argilla,
sabbia)mediante infissione nel terreno uno ac-
canto all’altro, per 1/3 della loro lunghezza, di
pali vivi di specie legnose dotate di capacità
vegetativa, di Æ minimo 5 cm, appuntiti in bas-
so e tagliati diritti in alto, rispettando il verso
di crescita. I pali vivi verranno legati con filo di
ferro Æ minimo di 2 mm ad un tronco trasver-
sale, bene ammorsato nelle pareti laterali del
fosso. Sono possibili luci non superiori ai 5 ÷ 6
m ed altezze sino a 2 ÷ 4 m.

Effetto: riduzione della pendenza di fondo con


conseguente diminuzione della velocità della
corrente e rallentamento dell’erosione del fon-
do.

Campi di applicazione: impluvi, fossi e corsi


d’acqua ripidi con sezione a “ V ”, portate
intermittenti e trasporto solido prevalentemen-
te in sospensione.
• stabilità strutturale e globale dell’opera;
Modalità di dimensionamento e limiti di • verifica idraulica (per i valori di portata si-
applicabilità: si prevedono le seguenti verifi- gnificativa in condizioni di moto uniforme o
che principali, basate sulla quantificazione del- permanente o vario, valutazione di livelli
le grandezze necessarie: idrici, tensione tangenziale, velocità, ecc.);

Manuale tecnico
di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni 369
14. Elenco delle tecniche

• dinamica d’alveo (stabilità plano- altimetrica, Effetto: forte azione di protezione “meccanica”
capacità di trasporto e apporto solido). dall’erosione immediatamente dopo la posa in
La tecnica è applicabile per sezioni del fosso opera della ramaglia; successivamente, con lo
non superiori ai 5 ÷ 6 m ed altezze sino a 4 m. sviluppo della vegetazione, la radicazione e
Non è molto efficiente in corsi d’acqua con por- l’azione di traspirazione delle piante, rallenta-
tate costanti e/o con trasporto solido grossola- no fortemente l’azione erosiva, e trattengono il
no. materiale solido facendolo depositare fra i rami.
I salici sopportano bene l’inghiaiamento e cre-
Materiali impiegati: scono consolidando prima il fondo del fosso e
• astoni vivi, quanto più possibile diritti, di spe- poi l’intero corpo terroso. Occorre tuttavia che
cie scelte in base alle caratteristiche non restino sepolti più di 2/3 dei getti nuovi.
stazionali, con capacità di propagazione Occasionalmente nel fosso può esserci dell’ac-
vegetativa; qua.
• pali di castagno o altro legname a lunga du-
rata, Æ > 10 cm; Campi di applicazione: l’intervento si presta
• filo di ferro per legature: Æ 2 ÷ 3 mm oppure per il controllo dell’erosione lineare in aree
rami elastici di salice. argillose o comunque caratterizzate dall’affi-
oramento di litotipi a granulometria fine. Può
Modalità di esecuzione: riprofilatura a mano essere impiegato anche, per gli stessi scopi, in
delle pareti del solco di erosione esistente. corsi d’acqua di piccole dimensioni (profondi-
Infissione nel terreno di pali vivi di Æmin 5 cm tà massima di 3 m; cfr. Schiechtl, 1992), con
per circa 1/3 della loro lunghezza, disposti uno portate intermittenti e con trasporto solido
accanto all’altro, lungo la sezione del solco. I prevalentemente in sospensione. Tecnica usa-
pali devono essere appuntiti in basso e segati ta in combinazione con pietrame, gabbioni, fa-
diritti in alto. I pali vengono poi legati con filo scine e viminate.
di ferro ad uno o due tronchi trasversali, ben
ammorsati alle pareti laterali del fosso. Modalità di dimensionamento e limiti di
applicabilità: si prevedono le seguenti verifi-
Accorgimenti: i pali devono essere infissi oltre che principali, basate sulla quantificazione del-
che all’interno del solco, anche sui fianchi, per le grandezze necessarie:
uno sviluppo valutato sulla base delle portate • stabilità strutturale e globale dell’opera;
massime raggiungibili e dalle caratteristiche di • verifica idraulica (per i valori di portata si-
erodibilità dei litotipi che costituiscono i fian- gnificativa in condizioni di moto uniforme o
chi del solco. Le pendenze del fosso non devo- permanente o vario, valutazione di livelli
no essere inoltre elevate. idrici, tensione tangenziale, velocità, ecc.);
• dinamica d’alveo (stabilità plano-altimetrica,
Vantaggi: molto rapida da costruire, la paliz- capacità di trasporto e apporto solido);
zata svolge la funzione di trattenimento subi- • stabilità del pendio (in diverse condizioni
to dopo la sua realizzazione. I costi sono molto di carico e di drenaggio);
limitati. • protezione dall’erosione diffusa e/o incana-
lata.
Svantaggi: è necessaria una grande quantità La distanza minima tra i pali che devono “fer-
di materiale vivo e selezionato. I pali vivi, con- mare” la ramaglia ed il terreno sovrastante deve
siderate le modalità di posa in opera, hanno essere di 2 m, ma può arrivare anche a 50 cm in
bisogno di condizioni di crescita favorevoli per caso di pendenze notevoli del versante (> 45°).
l’attecchimento. L’opera non è idonea nel caso di solchi di ero-
sione in terreni a granulometria grossolana e
Periodo di intervento: durante il periodo di ri- di corsi d’acqua con portate costanti e/o con
poso vegetativo. trasporto solido grossolano.

Manutenzione: taglio frequente e selettivo del- Materiali impiegati:


la vegetazione che si sviluppa dai pali, in modo • ramaglia viva di specie arbustive scelte in
da poter controllare l’azione filtrante della pa- base alle caratteristiche stazionali, con capa-
lizzata. cità di propagazione vegetativa;
• paletti in legname con Æ medio di 6 ÷ 8 cm e
lunghezza leggermente superiore alla lar-
14.3.7 Rivestimento vegetale di fossi e solchi ghezza del fosso;
di erosione • picchetti in legname (anche materiale vivo).
• filo di ferro per legature: Æ 2 ÷ 3 mm.
Funzioni: stabilizzazione, copertura, regi-
mazione idraulica su versante. Modalità di esecuzione: riprofilatura a mano
delle pareti del solco o del fosso di erosione esi-
Descrizione: consiste nel rivestire con mate- stente.
riale vivo i solchi di erosione che si possono Posa della ramaglia viva (si può aggiungere
formare nei pendii per ruscellamento delle anche una modesta percentuale di ramaglia
acque superficiali (fig. 14.54). morta) che viene disposta, in grande quantità

Manuale tecnico
370 di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni
14. Elenco delle tecniche

(fino ad uno spessore di 50 cm), “a spina di pe- alizzazione di altre opere con tecniche dell’In-
sce”, con la punta dei rametti rivolta verso gegneria Naturalistica, può essere utilizzato il
l’esterno. materiale che deriva dagli scarti della prepara-
Lo strato di ramaglia deve aderire quanto più zione di talee. Impiego limitato di manodope-
possibile alle pareti ed al fondo del solco, in ra.
modo da aumentare la possibilità di
radicazione. Svantaggi: è necessaria una grande quantità
La ramaglia viene fermata con paletti di legno di materiale vivo.
disposti trasversalmente (ogni 1÷2 metri) sul Tecnica non adatta in caso di deposizioni di
fondo del fosso e tenuti fermi da uno o due pic- materiale superiori a 50 cm per ogni singolo
chetti in legno, legati ad essi con filo di ferro. Il evento.
numero dei paletti trasversali è proporzionale
alla pendenza del fosso da rivestire (l’interval- Periodo di intervento: durante il periodo di ri-
lo medio tra un paletto e l’altro in genere è di poso vegetativo.
circa 150 cm).
Lo strato di ramaglia viene successivamente ri- Manutenzione: tagli frequenti della vegetazio-
coperto da un sottile strato di terreno. ne arbustiva che si sviluppa dalla ramaglia al
fine di mantenerla elastica, in modo da permet-
Vantaggi: materiali facilmente reperibili in tere il passaggio dell’acqua in superficie (il flus-
zona. so deve essere rallentato, non ostacolato com-
In un intervento complessivo che prevede la re- pletamente).

Fig. 14.54 - Rivestimento vegetale di fossi e solchi in erosione

Manuale tecnico
di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni 371
14. Elenco delle tecniche

14.3.8 Pennelli e repellenti vivi • talee di salice;


• eventuale materiale di riempimento, ghiaia e
Descrizione sintetica: i pennelli ed i repellenti sassi;
vivi sono opere trasversali rispetto alla direzio- • barre di ferro.
ne di flusso della corrente. Sono costruzioni che
partono dalle sponde ed hanno una posizione Modalità di esecuzione:
ad angolo retto, o con inclinazione verso valle o • formazione di uno scavo di fondazione come
verso monte rispetto alla direzione di flusso. base di appoggio dei materiali costituenti i
Possono essere realizzati su una sola sponda o pennelli con profondità pari a circa 30 ÷ 50
su entrambe le sponde, in questo caso si trove- cm e larghezza 50 ÷ 70 cm;
ranno contrapposti. Si realizzano mediante l’uti- • infissione delle file di pali in legname, che pos-
lizzo di pali in legno infissi nell’alveo e ramaglia sono essere 2 o 3 a seconda delle dimensioni
viva o morta intrecciata, con pietrame, talee o che si vogliono realizzare. I pali vengono col-
altro. Vengono utilizzati per delimitare il letto legati tra loro mediante traverse intercalate
di deflusso delle portate medie, verso il centro a strati di ramaglia morta;
del corso d’acqua, ed a protezione delle sponde • ricoprimento dell’opera con ghiaia e pietra-
soggette ad erosione. Se si vuole meandrizzare me da reperirsi preferibilmente in loco. Ap-
il corso d’acqua i pennelli dovranno essere di- poggiate ai pali, quindi in senso longitudinale,
sposti in modo alternato (figg. 14.55-14.57). vengono disposte fascine vive di salici, che,
sviluppandosi, possono rendere il pennello un
Descrizione da voce di capitolato: formazione buon rifugio per la fauna;
di pennelli a partire dalla riva e posizionati ad • realizzazione di una protezione a monte e a
angolo retto, con inclinazione verso valle o ver- valle del pennello, in pietrame, di pezzatura
so monte rispetto alla direzione del flusso, co- e altezza dettate dalle caratteristiche
stituiti da pali di lunghezza variabile (in genere idrodinamiche del corso d’acqua.
100 ÷ 150 cm e Æ 5 ÷ 10 cm) disposti a file singo-
le o multiple, sui quali vengono intrecciati rami Interventi collegati: sistemazioni idrauliche.
o verghe di salice. La struttura verrà posiziona-
ta in modo da determinare una riduzione della Prescrizioni:
forza erosiva dell’acqua, dell’erosione e al • la distanza tra i repellenti deve essere circa
contempo un deposito del trasporto solido. uguale alla larghezza del corso d’acqua o 1,5
fino a 2,5 volte la lunghezza del repellente
Campi di applicazione: trovano applicazione stesso;
in corsi d’acqua con larghezza minima di circa • per il restringimento di sezione i repellenti
10 m, dove è necessario allontanare la corrente andranno posizionati contrapposti sulle due
dalle sponde e arrestare l’erosione. Si creano sponde;
così delle aree nelle quali l’acqua deposita il ma- • per l’effetto meandreggiante i repellenti andran-
teriale solido e nelle quali viene impedita no posizionati sfalsati, con una distanza che ri-
l’asportazione per la riduzione della velocità spetta la cadenza naturale del meandreggio (8
della corrente. Hanno un particolare significa- ÷ 12 volte la larghezza dell’alveo).
to ecologico, in quanto, costituiscono un buon
rifugio per la fauna ittica. Vantaggi:
• i pennelli vivi diventano parte integrante della
Effetto: svolgono efficaciemente funzione sponda, in continuità anche con la vegetazio-
antierosiva; inducono la formazione di barre ne della sponda stessa;
falciformi sulle sponde e di buche, raschi, bar- • la presenza di ramaglia rallenta la velocità
re in alveo. dell’acqua e la rimescola, creando zone di ac-
qua bassa tranquilla, indicata per la riprodu-
Fattibilità: i pennelli possono essere realizzati zione di specie ittiche;
sia su corsi d’acqua di ampie dimensioni, in pros- • sono strutture che permettono di bloccare il
simità di sezioni in cui si vuole diminuire la ve- materiale galleggiante ingombrante, come
locità di erosione della corrente o in corsi d’ac- tronchi, rifiuti, ecc. che causerebbero l’even-
qua di dimensioni più ridotte in prossimità di tuale inquinamento a valle o in mare;
tratti con elevata erosione di sponda che potreb- • creazione di superfici umide fresche, che con-
be innescare dissesti sul versante per sentono di limitare la temperatura durante il
scalzamento al piede. Esistono diverse tipologie periodo estivo, quindi il proliferere dei batteri.
di pennelli, quali: pennello in pietrame con talee,
pennello vivo ad intreccio, repellente di ramaglia Svantaggi:
a strati, pennelli di fascine, in gabbioni metalli- • a causa delle turbolenze e delle correnti tra-
ci, in rulli cilindrici, in pali di legno). sversali che si vengono a generare, si posso-
no avere erosioni in testa e al piede dei repel-
Materiali impiegati: lenti, nonché sulla sponda opposta se non
• pali in legno con L = 150 ÷ 200 cm e Æ = 10 ÷ correttamente dimensionati e posizionati;
15 cm; • impiego di grandi quantità di materiale vivo.
• ramaglia morta;
• ramaglia viva per intreccio; Effetto: vi è una riduzione della velocità dell’ac-

Manuale tecnico
372 di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni
14. Elenco delle tecniche

qua e un rimescolamento dell’acqua con ridu- po delle talee, con sostituzione delle fallanze.
zione della velocità di flusso che consente la de- Dopo ogni evento di piena sarà opportuno veri-
posizione di materiale solido. I pennelli costi- ficare le condizioni della protezione in massi ed
tuiscono inoltre punti di rifugio per la fauna. eventualmente riposizionare il pietrame aspor-
tato dalla corrente.
Periodo di intervento: i pennelli realizzati con
materiale vegetale vivo devono essere messi in Possibili errori: scelta errata del periodo per la
opera durante il periodo di riposo vegetativo. posa in opera di materiale vegetale vivo. Sottodi-
mensionamento rispetto ai parametri idraulici.
Manutenzione e durata dell’opera: nei primi due
anni dovrà essere posta attenzione allo svilup- Analisi prezzi: si veda la tabella 14.39.

Tab. 14.39 - Pennelli e repellenti vivi: analisi prezzi


Unità Prezzo
Oggetto Quantità Importo
di misura elementare
a) Manodopera:
Operaio specializzato Ora
Operaio qualificato Ora 0,5
Operaio comune Ora 0,5
b) Noli:
Autocarro con gru Ora 0,1
c) Materiali:
Verghe vive cad 10
Fascine vive m 1
Picchetti in acciaio Kg 1,4
Filo di ferro Kg 0,18
Paletti in legno cad 2
Euro/m2 44,58
Prezzo di applicazione 2
£/m 86.313

Fig. 14.55 - Pennelli e repellenti vivi

Manuale tecnico
di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni 373
14. Elenco delle tecniche

Fig. 14.56 - Pennelli a due e tre file di pali

Fig. 14.57 - Repellenti vivi

Manuale tecnico
374 di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni
14. Elenco delle tecniche

14.3.9 Gabbionata in rete metallica zincata Campi di applicazione: difesa longitudinale e/


rinverdita o trasversale di corsi d’acqua; piedi di pendii
umidi; versanti in erosione; palizzate filtranti;
Descrizione sintetica: parallelepipedi in rete briglie in golene allagate occasionalmente.
metallica zincata a maglia esagonale, riempite
in loco con pietrisco di pezzatura minima 15 Materiali impiegati:
cm, disposti a file parallele sovrapposte. Talee • ciottoli di fiume Æ 15 ÷ 30 cm o pietrame;
di salice vengono inserite nella prima maglia • gabbia in filo di ferro zincato, maglia minima
del gabbione superiore e non tra un gabbione 8 x 10 cm a doppia torsione;
e l’altro. In commercio si possono trovare an- • filo di ferro zincato Æ 2,4 ÷ 3 mm;
che gabbioni a sacco, cilindrici, a rullo. • talee di salice.

Descrizione da voce di capitolato: Modalità di esecuzione classiche delle


• variante a: con talee; gabbionate:
• variante b: con cuneo verde interno; • preparazione di un avvallamento in cui sten-
• variante c: con cuneo verde esterno. dere il parallelepipedo prefabbricato e sua
Formazione di gabbionata verde mediante im- apertura con la chiusura dei lati verticali, uti-
piego di normali gabbionate in rete metallica a lizzando filo di ferro Æ minimo 2,7 mm, oppu-
doppia torsione di maglia esagonale minima 8 re un’apposita macchina pinzatrice;
x 10 cm tessuta con trafilato in ferro di diame- • riempimento con ciottoli e sistemazione a
tro minimo 2,7 mm zincato a caldo (UNI 8018) mano dei ciottoli;
se del caso ricoperto di rivestimento plastico • chiusura della parte sommitale;
in PVC di spessore minimo di 0,4 ÷ 0,5 mm e • posizionamento della successiva fila di gab-
diametro complessivo minimo del filo 3,7 mm, bioni, arretrata rispetto a quella sottostante
confezionato a parallelepipedo di varie dimen- di 0,5 m;
sioni (in genere 0,5 ÷ 1 m x 1 m x 2 m). • inserimento di talee e ramaglia di salice nella
Tali elementi, riempiti con pietrame grossola- prima maglia, di lunghezza tale da toccare il
no sono tradizionalmente usati nelle costruzio- terreno retrostante e inserite in corso d’ope-
ni idrauliche, stradali, consolidamento di ver- ra. È impossibile inserirle a posteriori;
santi, ecc. Nel loro impiego combinato con pian- • qualora si intenda realizzare il cuneo di ter-
te vive si prestano a varie applicazioni dell’in- reno vegetale, è necessario durante il riempi-
gegneria naturalistica che sono suscettibili di mento sistemare all’interno una stuoia di
ulteriori evoluzioni data l’adattabilità dei ma- contenimento sia a contatto con il pietrame
teriali. sia frontalmente verso la rete;
Già il loro uso tradizionale presenta notevole • per il cuneo tra le file è sufficiente riportare
plasticità dando adito nel tempo a processi di materiale inerte e terreno vegetale.
rinaturazione spontanea.
Sulle tipologie di abbinamento sinora operate Prescrizioni: affinché il gabbione non subisca
valgono le seguenti indicazioni: deformazioni per eventuali sollecitazioni ester-
• inserimento di talee, ramaglia viva, piante al- ne, è opportuno ancorare il gabbione con tiranti
l’interno del gabbione o tra un gabbione e o grossi tondini di ferro al terreno retrostante.
quello soprastante in fase di costruzione (va- Siccome i gabbioni vengono impiegati in am-
riante a), le talee dovranno attraversare com- bito fluviale, per evitare erosione al piede di
pletamente il gabbione ed essere inserite nel sponda, è necessario predisporre un letto di
terreno dietro il gabbione stesso per una pro- ramaglia prima della posa dei gabbioni stessi:
fondità che dia garanzia di crescita. Tale ope- ramaglia morta al di sotto del livello di magra,
razione potrà avvenire solo durante il perio- ramaglia viva al di sopra.
do di riposo vegetativo; La gabbionata sarà ancorata al terreno con pic-
• realizzazione di un cuneo frontale interno co- chetti in legno (Æ 5 ÷ 10 cm) o tondini in ferro
stituito da un non tessuto verticale di sepa- (Æ 12 ÷16 mm) infissi per almeno 1 m, qualora
razione interna verso il pietrame e una il peso della gabbionata non sia sufficiente a
georete tridimensionale plastica o in fibra mantenere in loco la struttura.
vegetale verso l’esterno, il tutto riempito di In casi particolari e di riempimento manuale,
terra vegetale, seminato e piantato (varian- ramaglie e talee possono essere sistemate al-
te b); l’interno del gabbione, in corso d’opera.
• formazione di un cuneo, come al punto prece-
dente, ma esterno realizzato sul gradoncino Limiti di applicabilità:
tra un gabbione e quello soprastante in gene- • aste torrentizie con velocità della corrente su-
re arretrato di 50 cm. In questo caso il non tes- periore a 6 m/s e diametro di trasporto solido
suto è posto esternamente a rivestire la par- superiore a 20 cm;
te orizzontale, e in parte quella verticale, del • aste terminali su suoli limoso - sabbiosi.
gradoncino. Il cuneo potrà essere semplice-
mente ricaricato di terra vegetale, seminato Vantaggi:
e piantato oppure richiuso con una rete • tecnica di esecuzione rapida e semplice;
zincata foderata con georete tridimensiona- • effetto contenitivo immediato;
le sintetica o in fibra vegetale. • drenaggio delle acque sub-superficiali;
Manuale tecnico
di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni 375
14. Elenco delle tecniche

Fig. 14.58 - Gabbionata in rete metallica zincata rinverdita: sezione

Fig. 14.59 - Gabbionata in rete metallica zincata rinverdita: prospetto

• è una struttura muraria di sostegno Periodo di intervento: durante il riposo vege-


permeabile all’acqua; tativo.
• struttura elastica con buona risposta alle
sollecitazioni. Possibili errori:
• mancato ancoraggio dei gabbioni al terreno
Svantaggi: retrostante con pericolo quindi di “spancia-
• non rinverdibile una volta posto in opera; mento”;
• la realizzazione è vincolata dalla disponibili- • mancato inserimento di talee e ramaglie di
tà in loco di idoneo materiale lapideo per i salice;
riempimenti; • esecuzione fuori stagione con scarse possibi-
• rischio di rottura della rete, qualora non sia lità di attecchimento;
sufficientmente protetta con opere al piede. • erosione al piede;
• posa delle sole talee tra le file di gabbioni.
Effetto: struttura di sostegno elastica, molto
adatta per sistemazioni spondali a forte pen- Note: in terreni limoso-sabbiosi si può ovviare
denza in spazi limitati in zone urbanizzate. ai problemi di sprofondamento della struttu-

Manuale tecnico
376 di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni
14. Elenco delle tecniche

Tab. 14.40 - Gabbionata in rete metallicazincata rinverdita: analisi prezzi


Unità Prezzo
Oggetto Quantità Importo
di misura elementare
a) Manodopera:
Operaio specializzato Ora 0,00
Operaio qualificato Ora 1,1
Operaio comune Ora 1,1
b) Noli:
Pala articolatrice articolata Ora 0,25
c) Materiali:
Gabbioni h1 Kg 9,15
Punti metallici cad 30
Pietrame m3 1,2
Verghe cad 8
Euro/m2 113,62 ÷ 129,11
Prezzo di applicazione 2
£/m 220.000 ÷ 250.000

ra, con stendimento di adeguato tessuto - non riempito di un miscuglio di terreno vegetale e/
tessuto (TNT), come base di appoggio per la di- o materiale sciolto con caratteristiche fisico-
stribuzione dei pesi, eventualmente associata idrologiche, chimiche ed organiche tali da fa-
alla posa di materassi in rete metallica zincata vorire la germinazione e la crescita delle pian-
a doppia torsione. te. La copertura esterna sarà realizzata con
rete metallica dello stesso tipo abbinata ad una
Analisi prezzi: si veda la tabella 14.40. georete tridimensionale o a un biofeltro in fi-
bra vegetale di minimo 800 g/m2 eventualmen-
te preseminato e preconcimato. A chiusura av-
14.3.10 Materasso spondale in rete metallica venuta il materasso verrà ulteriormente semi-
rinverdito nato in superficie e piantato con talee, rizomi,
cespi ed arbusti radicati di specie autoctone.
Descrizione sintetica: si tratta di difese Le operazioni in verde verranno eseguite nelle
spondali flessibili e permeabili alla vegetazio- stagioni idonee:
ne, costituite da materassi a tasche in rete a)spondale: verrà adottata in condizioni di
metallica a doppia torsione zincata. I materas- pressione idraulica significativa su sponde di
si vengono assemblati in situ e riempiti di pie- fiumi e canali con pendenza massima 2/3, ope-
trame. Dato lo spessore esiguo (massimo 30 rando il rivestimento continuo o finestrato
cm) ed il riempimento caratterizzato da forte con moduli a diaframmi interni con interasse
porosità, queste strutture si prestano molto 1 m. In testa e al piede verrà effettuato un
bene ad essere colonizzate dalla vegetazione. riempimento con pietrame;
In particolare, è possibile accelerare i processi b)su scarpata: prevede la collocazione su pen-
di rinaturalizzazione ed aumentare l’efficacia dio, in genere in roccia, su pendenze massime
di queste protezioni, inserendo talee di salice, di 45° - 50° anche di singoli materassi, in gene-
intasando il pietrame con terra e rinverdendo re di minimo 0,2 m x 1 m x 2 m, fissati median-
successivamente, oppure realizzando delle ta- te barre metalliche di lunghezza e diametro
sche riempite di terra e foderate mediante un atti a garantire l’aderenza e la stabilità del ma-
filtro all’interno delle quali mettere a dimora la terasso stesso. L’impiego su scarpata è giusti-
vegetazione (figg. 14.60-14.61). ficato in condizioni di pendenza e substrato
tali da non consentire altri interventi a verde.
Descrizione da voce di capitolato: formazione Il valore soglia di 45° ÷ 50° è condizionato dal-
di rivestimento in materasso verde in gabbio- l’apporto di acque meteoriche che a valori su-
nate di spessore minimo di 0,17 cm, in moduli periori diventa insufficiente.
di larghezza minima di un metro, fabbricati con La messa a dimora di specie arbustive prevede
rete metallica a doppia torsione con maglia il taglio di alcune maglie della rete nella parte
esagonale minima 6 x 8 cm, tessuta con trafilato superficiale.
di ferro, di diametro minimo 2,2 mm zincato a Va accuratamente effettuata la selezione delle
caldo (UNI 8018) se del caso ricoperto da un specie pioniere xeroresistenti autoctone e ove
rivestimento plastico di PVC di spessore mini- necessario (nelle regioni centro meridionali e
mo 0,4 ÷ 0,5 mm e diametro complessivo del in esposizione a sud) adottato un impianto di
filo non inferiore a 3,2 mm., foderati sul fondo irrigazione di soccorso per i primi due cicli sta-
in geotessuto sintetico o in fibra vegetale gionali sino ad affrancamento avvenuto delle
ritentore di fini del peso minimo di 350 g/m2, piante.

Manuale tecnico
di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni 377
14. Elenco delle tecniche

Fig. 14.60 - Materasso spondale in rete metallica rinverdito

Campi di applicazione: i rivestimenti con ma- UNI 8018; nei casi in cui si richieda una durata
terassi vengono usati nell’ambito di opere elevata si adotterà un rivestimento in lega
idrauliche per realizzare difese in grado di con- eutettica di zinco-alluminio. Le dimensioni dei
trastare l’azione erosiva della corrente al fon- singoli materassi andranno scelte opportuna-
do e sulle sponde di corsi d’acqua. mente a seconda delle situazioni ed in base agli
standard generalmente disponibili: 2 x 2,3 x 2 m,
Fattibilità: i rivestimenti in materassi presen- 4 x 2 m, 5 x 2 m, 6 x 2 m. I materassi arrivano in
tano le seguenti caratteristiche: cantiere ripiegati, vengono aperti, assemblati e
• possono essere realizzati in qualsiasi tipo di pinzati con anelli e riempiti di ciottoli.
ambiente, anche in presenza d’acqua, in Per realizzare il rivestimento sono necessari:
quanto è possibile costruirli all’asciutto e con • il materasso;
un pontone calarli in acqua; • pietrame di riempimento di opportune di-
• sono immediatamente attivi dal punto di vi- mensioni;
sta della difesa e consentono alla vegetazio- • filo zincato o punti metallici meccanizzati con
ne di svilupparsi e di raggiungere la propria rivestimento in lega eutettica di zinco-allu-
efficienza senza rischi di erosione; minio;
• sono compatibili con la vegetazione erbacea • terreno vegetale per l’intasamento;
(si possono intasare e/o ricoprire di terra) ma • talee, o piantine per il consolidamento e
possono anche ospitare piante in vaso, a ra- rinverdimento;
dice nuda o talee di salice; • idrosemina per l’inerbimento;
• sono drenanti e flessibili, quindi non danno • un eventuale geotessile filtrante.
luogo all’insorgere di sottopressioni e si adat-
tano ad eventuali movimenti delle sponde o Modalità di esecuzione: le fasi della realizza-
fenomeni di erosione dell’alveo; zione del rivestimento con materassi flessibili
• come ogni tipo di difesa idraulica è necessa- possono essere cosi schematizzate:
rio verificarne la compatibilità con le condi- • posa del materasso ed assemblaggio;
zioni idrauliche in termini di tensioni tangen- • riempimento con pietrame e sistemazione a
ziali ammissibili che, nel caso di questi ma- mano dei ciottoli e posa di talee o piante;
teriali, varieranno in relazione allo spessore • intasamento e ricopertura con terreno;
del rivestimento. • posa dei coperchi e chiusura dei materassi.
La posa dei materassi deve avvenire su scar-
Materiali impiegati: i materassi hanno spessore pate inclinate di non più di 40° sull’orizzontale,
variabile (17 cm ÷ 23 cm ÷ 30 cm), sono realizza- per non avere difficoltà nella posa del pietra-
ti con rete metallica a doppia torsione zincata, me; quando la pendenza supera i 40° ÷ 45° è
con maglia esagonale tipo 6 x 8, con filo di dia- opportuno fissare con picchetti o tondini di fer-
metro 2,2 mm zincato, rispondente alla norma ro acciaioso i materassi, per non correre il ri-

Manuale tecnico
378 di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni
14. Elenco delle tecniche

schio di slittamenti. I picchetti o i tondini an- friabile. Le talee o le piante andranno poste
dranno resi solidali con fune metallica aven- in opera durante il riempimento avendo cura
te diametro di 16 ÷ 22 mm e non sulle maglie, di inserire la pianta nel terreno sottostante il
la cui resistenza va eventualmente calcolata. materasso. Eventuali tasche vegetative riem-
La cucitura dei materassi va effettuata per pite di terreno andranno foderate e protette
mezzo di filo metallico zincato, avente le stes- con una biostuoia antierosiva.
se caratteristiche di quello costituente i ma-
terassi o con punti metallici meccanizzati Interventi collegati: interventi di sistemazio-
messi in opera con una pistola pneumatica o ne idraulica.
manuale. Il riempimento andrà effettuato
assestando con cura il pietrame che dovrà Periodo di intervento: il periodo di esecuzio-
avere dimensioni tali da non passare attra- ne dipende principalmente dal tipo di mate-
verso le maglie, non dovrà essere né gelivo né riale vivo che si intende usare. Nel caso in cui

Fig. 14.61 - Materasso spondale in rete metallica rinverdito

Manuale tecnico
di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni 379
14. Elenco delle tecniche

Tab. 14.41 - Materasso spondale in rete metallica rinverdito: analisi prezzi


Unità Prezzo
Oggetto Quantità Importo
di misura elementare
a) Manodopera:
Operaio specializzato Ora 0,00
Operaio qualificato Ora 0,5
Operaio comune Ora 0,5
b) Noli:
Pala caricatrice articolata Ora 0,15
c) Materiali:
Materasso Kg 3,7
2
Biofeltro m 2
Punti metallici cad 18
Pietrame m3 0,1
Terreno vegetale m3 0,3
Talee cad 3
Idrosemina m2 1
Euro/m2 54,23 ÷ 61,97
Prezzo di applicazione
£/m2 105.000 ÷ 120.000

si operi in un corso d’acqua con regime molto • idrosemina con miscele adatte alle condizio-
variabile stagionalmente, l’ideale sarebbe inter- ni di intervento con quantità minima di seme
venire nei periodi di magra. di 60 g/m2, collanti, ammendanti, concimanti
e fibre organiche (mulch) in quantità tali da
Manutenzione e durata dell’opera: se ben pro- garantire la crescita e l’autonomia del cotico
gettate e accuratamente realizzate, queste ope- erboso. A miglior garanzia di riuscita del
re non necessitano di particolari manutenzio- cotico erboso le stuoie frontali dovranno, ove
ni e possono quindi mantenere la loro piena fun- tecnicamente possibile, essere preseminate
zionalità per diverse decine di anni. e preconcimate;
• messa a dimora di specie arbustive pioniere
Analisi prezzi: si veda la tabella 14.41. locali per talee o piante radicate in quantità
minima di 1 ogni 5 m2, che svolgono nel tem-
po le seguenti funzioni: consolidamento me-
14.3.11 Terra rinforzata rivegetata diante radicazione dello strato esterno della
terra rinforzata; copertura verde della scar-
Descrizione sintetica: le terre rinforzate sono pata con effetto combinato di prato-pascolo
opere di sostegno a gravità che consentono il arbustato che più si avvicina agli stadi
consolidamento di versanti o sponde instabili vegetazionali delle scarpate naturali in con-
o la formazione di rilevati. Si tratta di opere che dizioni analoghe; raccolta e invito delle ac-
hanno il pregio di essere deformabili e sufficien- que meteoriche, sopperendo in tal modo al-
temente permeabili, che sfruttano il principio l’eccessivo drenaggio dell’inerte e all’ecces-
del rinforzo orizzontale delle terre (ottenuto in siva verticalità;
vari modi abbinando i materiali di rinforzo con • realizzazione di un sistema di drenaggio a ter-
paramenti esterni tali da consentire la crescita go della struttura in terra rinforzata che non
della vegetazione (figg. 14.62-14.69). impedisca però la crescita delle radici.
L’impiego delle specie arbustive sulle terre rin-
Descrizione da voce di capitolato: formazione forzate va considerato quindi una condizione
di opere sostegno in terra rinforzata abbinan- indispensabile per dare autonomia naturalistica,
do materiali di rinforzo di varia natura con stabilità superficiale e collaudabilità a questo
paramenti sul fronte esterno realizzati in modo tipo di interventi. Per le terre rinforzate a
da consentire la crescita delle piante. paramento vegetato valgono, e devono essere
Ciò si ottiene con varie tecnologie ma secondo parte integrante della progettazione, i principi
le seguenti prescrizioni generali: statici e costruttivi delle terre rinforzate con par-
• pendenza massima del fronte esterno di 60° ticolare riferimento a: verifica di stabilità inter-
÷ 70°) per consentire alle piante di ricevere na in assenza di pressioni interstiziali, verifica
almeno in parte l’apporto delle acque di stabilità esterna (schiacciamento del terre-
meteoriche; no di fondazione, ribaltamento, scivolamento
• presenza di uno strato di terreno vegetale lungo il piano di base) e quella globale dell’in-
verso l’esterno a contatto con il paramento; sieme struttura terreno; dimensionamento

Manuale tecnico
380 di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni
14. Elenco delle tecniche

opportuno dei materiali di rinforzo in funzione trattenimento dello strato di terreno vegeta-
della tensione ammissibile e di esercizio della le fronte esterno vengono abbinati al geosin-
struttura in relazione all’altezza e profondità tetico georeti tridimensionali sintetiche o
della terra rinforzata, spessore degli strati, pen- biofeltri e biostuoie in fibra vegetale;
denza, caratteristiche del rilevato; selezione • con griglia metallica e geosintetici: l’armatu-
degli inerti in base alle loro caratteristiche ra del rilevato è costituita da un geosintetico
geomeccaniche e di drenaggio; compattazione con resistenza a trazione non inferiore a 25
degli stessi a strati di spessore massimo 0,4 m KN/m; sul fronte esterno viene posizionata
mediante bagnatura e rullatura con rullo vi- una rete metallica elettrosaldata che funge
brante con raggiun-gimento del fattore di da cassero con maglie differenziate di Æ da 6
compattazione almeno pari al 95% dello mm a 9 mm; la rete metallica è rivestita da
standard Proctor. un geotessile composito per il trattenimento
• con geosintetici: per il rinforzo delle terre ven- del terreno e base d’appoggio della vegeta-
gono utilizzati geosintetici costituiti da fibre zione che dovrà consentire la trasparenza alla
di varia natura (poliestere, polietilene, radicazione delle piante erbacee; lo spessore
polipropilene). Nella specifica del materiale degli strati non potrà superare i 65 cm. Le
di rinforzo da impiegare oltre alle caratteri- specifiche del geosintetico di rinforzo devo-
stiche fisiche quali resistenza a trazione (su- no presentare caratteristiche conformi al
periore a 20 KN/m) ed allungamento a rottu- punto a);
ra compatibile con le deformazioni della • con griglia e armatura metallica: le armature
struttura rinforzata, dovrà essere indicato il vengono realizzate con lamine metalliche di
valore di tensione ammissibile del materiale lunghezza variabile, ad aderenza migliorata
che tenga in considerazione la natura del mediante rilievi trasversali in numero non
polimero, la qualità delle fibre impiegate, il inferiore a 24/m su entrambe le facce, in ac-
comportamento al creep del materiale, il dan- ciaio zincato a caldo di sezione minima di 5 x
neggiamento meccanico, chimico ed ai raggi 45 mm vincolate a griglie frontali in rete me-
UV e la durata di esercizio dell’opera: tali ca- tallica elettrosaldata inclinata di circa 63°, che
ratteristiche dovranno essere documentate funge da cassero, in acciaio zincato a caldo
con certificazioni di qualità in conformità alla con maglia minima di 10x10 cm di diametri
normativa vigente. In tal caso il geosintetico, differenziati da 6 mm a 14 mm, rivestite al-
oltre a fungere da rinforzo orizzontale, viene l’interno da una biostuoia o da un biofeltro e/
ripiegato a sacco a chiudere frontalmente il o da una geostuoia tridimensionale in mate-
materiale di riempimento. Il contenimento riale sintetico con elevate caratteristiche di
durante la rullatura è garantito da casseri resistenza agli agenti chimici e atmosferici.
mobili, il cui posizionamento a scalare verso • con pannello in calcestruzzo e armatura me-
l’alto determinerà la pendenza finale del fron- tallica: le armature sono come al punto pre-
te. L’impiego di geosintetici a maglia aperta cedente e sono collegate con un sistema di
è migliorativo in funzione della crescita delle pannelli in cls formati da piastre inclinate e
piante e del cotico erboso. Per problemi di contrafforti d’appoggio verticali ad incastro.

Fig. 14.62 - Terra rinforzata rivegetata

Fonte: Maccaferri Spa, modificata da Palmeri, 2001.

Manuale tecnico
di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni 381
14. Elenco delle tecniche

Fig. 14.63 - Terra rinforzata rivegetata

Manuale tecnico
382 di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni
14. Elenco delle tecniche

Fig. 14.64 - Terra rinforzata rivegetata

Manuale tecnico
di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni 383
14. Elenco delle tecniche

Fig. 14.65 - Terra rinforzata rivegetata

Manuale tecnico
384 di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni
14. Elenco delle tecniche

Fig. 14.66 - Terra rinforzata rivegetata

Fonte: Maccaferri Spa, modificata da Palmeri, 2001.

Manuale tecnico
di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni 385
14. Elenco delle tecniche

Fig. 14.67 - Terra rinforzata rivegetata

Fonte: Maccaferri Spa, modificata da Palmeri, 2001.

Manuale tecnico
386 di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni
14. Elenco delle tecniche

Fig. 14.68 - Terra rinforzata rivegetata: particolare costruttivo

Fonte: Maccaferri Spa, modificata da Palmeri, 2001.

Le piastre sono inclinate di circa 70° rispetto in PVC o XLPE con resistenza agli UV, alte tem-
all’orizzontale a formare, mediante la loro perature ed agli altri agenti atmosferici cer-
sovrapposizione a quinconce, dei contenito- tificati, di spessore minimo 0,4 - 0,5 mm e dia-
ri che vengono riempiti di terra vegetale. Il metro complessivo del filo 3,7 mm circa aven-
metodo presenta rispetto ai muri cellulari i te resistenza nominale non inferiore a 40 kN/
seguenti vantaggi: m; gli elementi sono di lunghezza variabile e
- un’inclinazione complessiva massima del costituiscono senza soluzione di continuità
muro (circa 70°) e posizionamento ad invi- anche il paramento esterno verticale, a
to dei pannelli tali da ricevere e convoglia- gradoni o inclinato, che è rinforzato da
re l’acqua meteorica; barrette metalliche inserite nella rete e da un
- un facile apporto dall’esterno di terra ve- ulteriore pannello in rete metallica a doppia
getale ad opera realizzata, che va a contat- torsione abbinato a un geosintetico o a un
to con l’inerte costituente il rilevato in ter- biostuoia-biofeltro che garantisca il tratteni-
ra armata. mento del materiale terroso e la crescita del
• con rete metallica a doppia torsione: il cotico erboso e delle piante.
paramento esterno (max 70°) e l’armatura
orizzontale sono realizzati con elementi in Campi di applicazione: le terre rinforzate, ol-
rete metallica a doppia torsione con maglia tre ad essere impiegate per il consolidamento
esagonale minima 8 x 10 cm, tessuta con in caso di fenomeni di dilavamento e di frana-
trafilato di ferro di diametro minimo 2,7 mm mento superficiale, possono essere utilizzate
zincato a caldo (UNI 8018), con rivestimento anche per la costruzione di terrapieni consoli-

Manuale tecnico
di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni 387
14. Elenco delle tecniche

Fig. 14.69 - Terra rinforzata rivegetata

Fonte: Maccaferri Spa, modificata da Palmeri, 2001.

dati e vegetati per rilevati stradali, autostra- Materiali impiegati:


dali e ferroviari, spalle di ponti, sponde per eri- • terreno di riempimento (materiali inerti);
gere rilevati paramassi con vallo a tergo, terra- • terreno organico;
pieni a forte pendenza antirumore e antiesplo- • armature in rete metallica zincata o
sione. elettrosaldata;
• georete, biostuoia;
Fattibilità: la fattibilità è vincolata ad alcuni • geosintetici antierosivi;
principi statici e costruttivi, quali la verifica • talee, piantine a radice nuda e/o fitocella.
geomeccanica del piano di fondazione, il
dimensionamento dei materiali da impiegare Modalità di esecuzione:
in:relazione all’altezza ed alla profondità del- • formazione di uno scavo di fondazione e in-
l’opera, pendenza e caratteristiche del rileva- serimento del primo elemento prefabbrica-
to, selezione granulometrica degli inerti in base to;
alle loro caratteristiche geomeccaniche e di dre- • l’elemento scatolare viene realizzato me-
naggio, loro compattazione mediante bagnatu- diante risvolto frontale della rete metallica
ra e rullatura con rullo vibrante. I rinforzi de- a doppia torsione solidale con l’elemento di
vono avere una durata pari o superiore alla vita rinforzo orizzontale; nella parte frontale la
dell’opera ed una resistenza tale da garantire rete è rivestita da stuoia organica o sinteti-
la stabilità interna. Per consentire alla vegeta- ca;
zione di ricevere l’apporto delle acque • inserimento delle talee di salice nella maglia
meteoriche, la pendenza massima del fronte inferiore e passanti la struttura;
esterno non dovrà superare i 60° ÷ 70° e la strut- • riempimento con materiale inerte di diame-
tura dovrà presentare uno strato vegetale a tro superiore a quello della maglia della rete,
contatto con il paramento esterno. compattazione, per strati di circa 30 cm, del

Manuale tecnico
388 di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni
14. Elenco delle tecniche

Tab. 14.42 - Terra rinforzata rivegetata: analisi prezzi


Unità Prezzo
Oggetto Quantità Importo
di misura elementare
a) Manodopera:
Operaio specializzato Ora 0,00
Operaio qualificato Ora 0,3
Operaio comune Ora 0,3
b) Noli:
Pala caricatrice articolata Ora 0,2
Autocarro
Piastra vibrante Ora 0,2
Rullo compressore Ora 0,005
c) Materiali:
Terra rinforzata m2 1,28
Punti metallici cad 20
Pietrame m3 1,6
Terreno vegetale m3 0,6
Verghe cad 5
Idrosemina m2 1
Euro/m2 191,09 ÷ 206,58
Prezzo di applicazione 2
£/m 370.000 ÷ 400.000

terreno per la formazione del rilevato strut- • terra rinforzata con geosintetico e cassero
turale. Il materiale di riempimento viene la- mobile: si utilizza un tessuto geosintetico
vorato a strati successivi e ogni strato viene (poliestere, polipropilene, ecc.) con alta resi-
ben compattato con un mezzo meccanico e stenza alla trazione (tra 20 e 1.000 KN/m). Il
manualmente; geotessuto svolge la funzione di rinforzo oriz-
• l’inserimento di una stuoia a tergo del cassero zontale e, una volta ripiegato a sacco, anche
in rete metallica garantisce il trattenimento di contenimento frontale dell’inerte al mo-
del materiale più fino, pur con il mantenimen- mento del recupero del cassero per la forma-
to dell’effetto drenante della struttura. zione dello strato successivo. Tra il geosin-
Per terre rinforzate spondali la biostuoia ver- tetico ed il terreno compattato viene posta
rà sostituita con una stuoia sintetica tridi- sul paramento esterno una biostuoia che fun-
mensionale; gerà da supporto per l’idrosemina;
• riempimento nella parte frontale con terre- • terra rinforzata con rete metallica a doppia
no vegetale; torsione: la casseratura e l’armatura orizzon-
• messa a dimora di arbusti radicati previo ta- tale sono realizzati con elementi in rete me-
glio di alcune maglie; tallica a doppia torsione con maglia esagonale
• i moduli superiori e laterali vengono assicu- (tipo 8 x 10, come da norma UNI 8018).
rati tra loro con punti metallici adeguati; Il cassero è costituito da un elemento precon-
• al termine della realizzazione della struttura fezionato di lunghezza variabile che contie-
viene eseguita una idrosemina, possibilmen- ne una biostuoia e viene montato in cantie-
te arricchita in fibra vegetale (idrosemina a re. Una volta aperto sul piano di posa il pan-
spessore). nello ed irrigidito con gli appositi tiranti, si
procede al riporto del terreno ed alla sua
Descrizione di alcune tipologie più frequente- compattazione. La biostuoia posizionata sul
mente impiegate: paramento esterno fungerà da supporto
• terra rinforzata con geosintetico e cassero a all’idrosemina.
perdere in griglia metallica: l’armatura uti-
lizzata per la realizzazione del rilevato è co- Prescrizioni:
stituita da un geosintetico (resistenza alla • per un miglior risultato la raccolta e l’inseri-
trazione uguale o superiore a 25 KN/m), posi- mento di materiale vegetale vivo deve avve-
zionato alla base di ogni strato sovrapposto nire durante il periodo di riposo vegetativo.
da una rete metallica elettrosaldata (0 = 6 ÷ • le talee devono al meglio avere una lunghez-
9 mm) con funzione di cassero a perdere. La za tale da passare attraverso l’intera strut-
rete metallica viene rivestita con una tura e toccare il terreno retrostante, e comun-
biostuoia che fungerà da supporto per que lunghezza non inferiori a 1,5 ÷ 2 m;
l’idrosemina. Lo spessore degli strati non do- • per una buona riuscita della vegetazione le
vrà superare i 65 cm; talee devono essere inserite in fase di costru-

Manuale tecnico
di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni 389
14. Elenco delle tecniche

zione e poste nella prima maglia inferiore di alizzata sia come by-pass laterale a una briglia,
ogni modulo; sia come fondazione alla base della briglia, sia
• nel caso di forzata messa a dimora a poste- lungo l’alveo del corso d’acqua (figg. 14.70a-
riori delle talee, esse devono comunque es- 14.75).
sere inserite nella stagione adatta successi-
va alla costruzione. L’inserimento dovrà av- Descrizione da voce di capitolato: consolida-
venire rispettando il verso di crescita e per mento di fondo di corso d’acqua in tratti di sal-
almeno 50 cm di profondità. La parte fuori to mediante pietrame o massi di diametro va-
terra dovrà essere potata a circa 10 ÷ 15 cm. riabile a seconda dei parametri idraulici da 0,4
a 1(2) m, disposto a rampa su 1 ÷ 2 file di massi
Limiti di applicabilità: per garantire l’attec- fissati ulteriormente da file di piloti in acciaio o
chimento e la crescita delle piante e del cotico in legno di dimensioni tali da garantire la fun-
erboso, i fronti dovranno avere pendenze al zione di bloccaggio e la durata. La rampa è so-
massimo di 60°, per consentire l’apporto di ac- stitutiva delle briglie e dei salti di fondo in cal-
que meteoriche. Il solo cotico erboso deperi- cestruzzo e garantisce gli spostamenti di risa-
sce nel tempo e non garantisce la funzione lita dei pesci e di altra fauna acquatica.
antierosiva del cuneo di terra vegetale, che ten- La rampa a blocchi può essere realizzata:
de a dilavarsi quando le stuoie perdono la loro • lungo la sezione principale di deflusso e in tal
funzione, risulta pertanto indispensabile l’in- caso verrà creato un allargamento consolida-
serimento di talee e arbusti radicati. to con pietrame nel punto di inserzione tra
la rampa e la sponda;
Vantaggi: • quale by-pass laterale al corso principale in
• i manufatti risultano avere un’elevata dura- presenza di una preesistente briglia in calce-
ta temporale; struzzo o altro sbarramento trasversale. In
• possibilità di ricostruire pendenze di versan- tal caso si collocano i massi al fine di creare
ti superiori agli angoli di riposo del materiale diversi piccoli bacini a vari livelli in modo da
impiegato; consentire a tutta la fauna ittica di risalire
• la costruzione per moduli consente di otte- l’ostacolo. La pendenza non dovrà superare
nere illimitate forme, adattate alle condizio- il rapporto 1:10 e il dislivello tra due bacini
ni locali del terreno. contigui i 20 ÷ 25 cm. I massi principali van-
no collocati in piedi e fissati con putrelle o
Svantaggi: tondini in acciaio (va evitato il calcestruzzo)
• costi elevati; le vasche vanno riempite di pietrisco e ghiaia
• volumi di sbancamento notevoli; di Æ 20 ÷ 30 cm.
• i materiali di rinforzo non sono biodegradabili;
• sono impiegate qualora vi sia un buon terre- Campi di applicazione: alvei di corsi d’acqua
no di fondazione. a bassa pendenza e con fondo ghiaioso e sab-
bioso. Alla base o a lato di briglie.
Effetto: struttura di sostegno elastica, molto
adatta per sistemazioni spondali a forte pen- Materiali impiegati:
denza in spazi limitati in zone urbanizzate. • massi Æ 0,4 ÷ 1 m;
• pali in legno Æ 25 cm, L = 2,5 m;
Periodo di intervento: il materiale vivo dovrà • tondini in acciaio Æ 24 mm di dimensioni tali
essere inserito nel periodo di riposo vegetativo. da garantire il bloccaggio dei massi.
La struttura delle terre rinforzate può essere
realizzata in qualsiasi momento dell’anno an- Modalità di esecuzione:
che se è raccomandabile l’inserimento delle • posizionamento dei massi nell’alveo del cor-
talee e la piantagione di arbusti in fase di co- so d’acqua, profondamente interrati nel fon-
struzione. do. La collocazione dei massi dovrà avvenire
a vari livelli per consentire alla fauna ittica di
Possibili errori: risalire l’ostacolo;
• scelta errata del periodo per la posa di mate- • nel posizionamento dei massi si dovrà segui-
riale vegetale vivo; re la pendenza naturale dell’alveo e il disli-
• mancato inserimento di talee di salice; vello tra la base e l’apice non dovrà essere su-
• insufficiente portanza del terreno di base. periore a 20 ÷ 25 cm;
• nel caso di dislivelli eccessivi si provvederà
Analisi prezzi: si veda la tabella 14.42. alla realizzazione di una serie di rampe poste
a una distanza di 1,5 ÷ 2,5 m l’una dall’altra;
• se necessario il pietrame viene consolidato con
14.3.12 Rampe a blocchi tondini in acciaio infissi nel fondo e posto su
un letto di ghiaia per favorirne l’assestamento.
Descrizione sintetica: consolidamento del fon-
do dell’alveo di un fiume in pietrame di grosse Vantaggi:
dimensioni in sostituzione delle briglie e dei • consolidamento immediato del fondo alveo;
tratti di salto. Tale struttura risulta più funzio- • rappresenta una via funzionale alla risalita del
nale anche alla risalita dei pesci. Può essere re- corso d’acqua da parte della fauna ittica;

Manuale tecnico
390 di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni
14. Elenco delle tecniche

Tab. 14.43 - Rampe a blocchi: analisi prezzi


Unità Prezzo
Oggetto Quantità Importo
di misura elementare
a) Manodopera:
Operaio specializzato Ora 0,00
Operaio qualificato Ora 0,00
Operaio comune Ora 0,5
b) Noli:
Pala caricatrice articolata Ora 0,4
Autocarro Ora 0,1
c) Materiali:
Pietrame Kg 2.600
Piloni cad 1
Euro/m2 74,89 ÷ 77,47
Prezzo di applicazione 2 145.000 ÷
£/m
150.000

Fig. 14.70a - Rampe a blocchi: pianta

Fig. 14.70b - Rampe a blocchi: sezioni

Manuale tecnico
di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni 391
14. Elenco delle tecniche

Fig. 14.71 - Rampe a blocchi: sezioni

• associa le esigenze di carattere ecologico a Analisi prezzi: si veda la tabella 14.43.


quelle di messa in sicurezza idraulica di un
corso d’acqua. Scheda di approfondimento per le rampe: nel-
la tabella 14.44 le rampre vengono ordinate se-
Svantaggi: condo il punto di vista funzionale ed ecologico
• non possono avere pendenza >15% e non senza prendere in considerazione le condizioni
possono essere molto lunghe (limite di stazionali, che possono limitare l’impiego delle
applicabilità); singole tecniche (figg. 14.79-14.84).
• il pietrame utilizzato è di grandi dimensioni
(fino ad un metro di diametro).
14.3.13 Briglia in Iegname e pietrame
Effetti:
• eliminazione del salto della briglia (continui- Funzioni: consolidamento, regimazione e dife-
tà biologica); sa idraulica in alveo.
• funzione idraulica a volte migliorata.
Descrizione: la briglia viene costruita secondo
Periodo di intervento: in qualsiasi periodo del- gli schemi classici, ma si utilizzano legname e
l’anno escluso quello di riproduzione della fau- pietrame come materiali alternativi in sostitu-
na ittica. zione di briglie in gabbioni e in cls (fig. 14.85).

Manutenzione e durata dell’opera: è un’ope- Descrizione da voce di capitolato: briglia viva


ra in grado di autosostenersi e autopulirsi, in legname e pietrame di consolidamento, di
ma in situazioni idrologiche particolari po- modeste dimensioni trasversali, a struttura pie-
trà essere necessaria una manutenzione al na, realizzata mediante:
fine di ripulire la rampa dal materiale gros- • incastellatura di legname a parete doppia
solano depositato e controllare la stabilità (struttura a cassone o reticolare) in tondame
dei massi. Particolare attenzione dovrà es- scortecciato, unito da chiodi e graffe metalli-
sere posta al pietrame ubicato a monte e a che zincate. la soglia sarà realizzata da travi
valle, nonché a quello di raccordo con le di diametro pari a 15 ÷ 20 cm, opportunamen-
sponde fluviali. te incastrate nelle spalle, ancorate ai pali di
Manuale tecnico
392 di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni
14. Elenco delle tecniche

Fig. 14.72 - Rampe a blocchi

Manuale tecnico
di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni 393
14. Elenco delle tecniche

Fig. 14.73 - Rampe a blocchi

Manuale tecnico
394 di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni
14. Elenco delle tecniche

Fig. 14.74 - Rampe a blocchi

Manuale tecnico
di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni 395
14. Elenco delle tecniche

Fig. 14.75 - Rampe a blocchi

Manuale tecnico
396 di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni
14. Elenco delle tecniche

Tab. 14.44 - Scheda di approfondimento per le rampe: tipologie naturaliformi


Misure* Vantaggi
Tipologia Principi base Campo d’impiego Efficacia
e deflussi e svantaggi
Realizzate su b= larghezza Nel caso Pericolo di Superabile in
tutta la dell’alveo disseccamento del entrambe le
larghezza del di dismissione tratto d’alveo durante direzioni da parte
corso d’acqua Pendenza di prese d’acqua il periodo di magra (in di tutta l’idrofauna
con < 1:15 questo caso potrebbe
caratteristiche di (nel caso di o di sbarramenti rendersi necessaria la L’effetto di rigurgito
forte scabrezza; pendenze trasversali in genere, fugatura dei massi a monte e di
sono da maggiori quando è possibile con cemento) “buca” a valle
preferire realizzare l’opera rinunciare permette il
tipologie a con pendenze Tipologia economica, ripristino di velocità
alla regolazione
scarsa densità minori almeno buon inserimento di deflusso tipiche
di massi o nelle zone del livello dell’acqua paesaggistico, del corso d’acqua
Rampa in
intasate di marginali costruzione e dei rapporti tipici
pietrame
ghiaia naturaliforme. con il substrato di
h >0,2 m Nel caso di fondo (deposito-
dismissione di salti Necessità erosione e
qmin 100 l/sec/m di fondo troppo manutentive minime granulometrie)
pendenti
Realizzazione Nessun problema di
multistrati reperimento del
Come armatura del
fondo (soglia di materiale e non
Necessita fondo) per il necessità di
armatura prima controllo deviazione d’alveo
della buca dopo dell’erosione durante la
rampa finale realizzazione
Aggiramento B = 1,2 m Adatta al Costi contenuti, ma Superabile da tutta
dell’opera superamento di tutte richiede spazio l’idrofauna, habitat
trasversale di H > 0,2 m le tipologie di per specie di
trattenimento sbarramento e di Possono richiedere rheofili
con la I < 1:20 altezza delle stesse, forti incisioni nei
realizzazione di se è disponibile lo versanti e quindi Unica tipologia che
un corso Lunghezza spazio. combinazioni con permette anche il
d’acqua possibilmente fino altre tipologie d’opera; completo
naturaliforme alla radice Adatta anche nel spesso sono aggiramento
parallelo al dell’opera caso di necessari ponti o dell’opera e della
Corsi d’acqua deflusso in zona trasversale di miglioramento di passaggi zona di trattenuta
con tratto limitrofa trattenimento opere esistenti ed in dell’acqua
diversivo esercizio
qmin 100 l/sec/m Buon inserimento
Non adatta nel caso paesaggistico
di obiettivi multipli e
diversi di
trattenimento delle
acque; in questo
caso necessita
un’opera di
convogliamento
delle acque
Realizzata B > 2,0 m Adatte per piccole Tipologie a volte Superabile in
nell’opera già differenze di quota costose, forti esigenze entrambe le
esistente con la H > 0,3 fino 0,4 fino a circa 3,0 m da di sicurezza idraulica direzioni da parte
costruzione di m realizzare su briglie locale di tutta l’idrofauna
una rampa rigide (in
scabra ed a I = 1:20 o minore calcestruzzo) Pericolo di
minore esistenti disseccamento nel
inclinazione qmin 100 l/sec/m periodi di magra (in
Nel caso di molte questo caso è
Rampe di
La rampa può briglie come necessaria la fugatura
risalita per
essere realizzata sostituto nella forma dei massi con
pesci
con gettata di di rampa appunto cemento)
massi con
presenza di Non impiegabile nel Buone capacità
massi di caso di obiettivi di autopulenti nel caso
disturbo o con livello d’acqua di piena
rampe di fondo diversificati
per la riduzione Buona capacità di
delle velocità di deflusso e
deflusso convogliamento
(*) Le dimensioni indicate sono quelle minime.

Manuale tecnico
di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni 397
14. Elenco delle tecniche

Fig. 14.76 - Tipologia 1: rampe in pietrame

Fonte: Fischaufstiegsanlagen – Bemessung, Gestaltung, Funktionskontrolle. Merkblätter zur wasserwirtschaft,


232/1996, DVWK, Bonn.

Fig. 14.77 - Tipologia 2: corsi d’acqua con tratto diversivo

Fonte: Fischaufstiegsanlagen – Bemessung, Gestaltung, Funktionskontrolle. Merkblätter zur wasserwirtschaft,


232/1996, DVWK, Bonn.

Fig. 14.78 - Tipologia 3: rampe di risalita per i pesci

Fonte: Fischaufstiegsanlagen – Bemessung, Gestaltung, Funktionskontrolle. Merkblätter zur wasserwirtschaft,


232/1996, DVWK, Bonn.

Manuale tecnico
398 di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni
14. Elenco delle tecniche

Tab. 14.45 - Scheda di approfondimento per le rampe: tipologie tecniche


Misure* Campo Vantaggi
Tipologia Principi base Efficacia
e deflussi d’impiego e svantaggi
Sezione di Sezione Per piccoli e medi Deflussi Allo stato delle
deflusso in dislivelli; adatto relativamente alti econoscenze
calcestruzzo con Ib>1,90 m anche nel caso di di conseguenza attuali tale
pareti divisorie diversi livelli di sono raggiungibili tipologia risulta
(setti) di b > 1,20 m portata come discreti flussi. economica
calcestruzzo o anche per piccoli come tipologia
Scala di legno con uno o h> 0,5 m fiumi o grandi Grazie alla tecnica, adatta
risalita con due tagli verticali corsi d’acqua. disposizione delle per tutte le
vasche con su tutta l’altezza Grandezze fessure a distanze specie di pesci e
passaggi dei setti posti su delle fessure Altezza minima ridotte si ottiene nel caso di
verticali uno dei lati verticali: del tirante d’acqua una maggiore impianto di un
alternativamente. in condizioni di garanzia d’efficacia sottofondo
s > 0,17 m deflusso rispetto ai naturaliforme
medio = 0,5 m convenzionali passante anche
Q = 140 l/sec passaggi per pesci. per invertebrati.
fino a diversi
m3/sec
Sezione di Sezione: Per piccoli e medi Deflusso contenuto; Per adeguate
deflusso in dimensioni dislivelli; forti rischi a causa grandezze delle
calcestruzzo con dipendenti del trasporto di vasche e dei fori
pareti divisorie dalla regione per vasche di materiale fluitati adatto per tutte
(setti) di idraulica di ripopolamento e galleggiante ed a le specie di
calcestruzzo o riferimento di itticoltura, per causa del trasporto pesci.
legno con fori e impianti di limo
gavete di Ib>1,40 m idroelettrici Nel caso di
deflusso poste insufficiente
Scala di
alternativamente b > 1,00 m deflusso pericolo
risalita a
sui due lati dei di insufficiente
vasche con
setti h> 0,6 m flusso.
stramazzi
Fori:

bs/hs >
0,25/0,25 m

Q = 80 fino
500 l/sec

Sezione di Sezione: Adatta per piccoli Deflussi Allo stato attuale


deflusso in legno dislivelli, in relativamente alti, delle
o calcestruzzo, B = 0,6 fino particolare per il non adatto nel caso conoscenze
con lamelle a 0,9 m risanamento di di livelli idraulici adatto per
forma di “U” vecchie prese oscillanti, scarsa specie a basse
disposte a 45° H > 0,5 m d’acqua per mulini necessità di spazio prestazioni, per
controcorrente e nel caso di per l’intervento. pesci di piccole
di legno. I < 1:5 scarse dimensioni.
disponibilità di Costi contenuti.
Q > 250 l/sec spazio per Agisce
Scale di
l’intervento. Buona formazione selettivamente.
risalita con
Lunghezza di flusso.
profili ad “U”
della scala: Non utilizzabile e
6-8 m superabile per
organismi del
Nel caso Benthon.
di dislivelli
maggiori di
1,5-2 m
è necessario
inserire vasca
di riposo
(*) Le dimensioni indicate sono quelle minime.

Manuale tecnico
di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni 399
14. Elenco delle tecniche

Fig. 14.79 - Tipologia 4: scala di risalita con vasche a passaggi verticali

Fonte: Fischaufstiegsanlagen – Bemessung, Gestaltung, Funktionskontrolle. Merkblätter zur wasserwirtschaft,


232/1996, DVWK, Bonn.

Fig. 14.80 - Tipologia 5: scala di risalita a vasche con stramazzi

Fonte: Fischaufstiegsanlagen – Bemessung, Gestaltung, Funktionskontrolle. Merkblätter zur wasserwirtschaft,


232/1996, DVWK, Bonn.

Fig. 14.81 - Tipologia 5: scala di risalita con profili a “U”

Fonte: Fischaufstiegsanlagen – Bemessung, Gestaltung, Funktionskontrolle. Merkblätter zur wasserwirtschaft,


232/1996, DVWK, Bonn.

Manuale tecnico
400 di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni
14. Elenco delle tecniche

Tab. 14.46 - Scheda di approfondimento per le rampe: tipologie speciali


Misure* Campo Vantaggi
Tipologia Principi base Efficacia
e deflussi d’impiego e svantaggi
Piccole Sezione Spesso impiegato Costi di Adatta
canalette con B = 30 fino 50 come by-pass di realizzazione principalmente ad
presenza di cm bacino contenuti. anguille.
elementi d’accumulo.
verticali H = 15 fino 25 Richiesta di spazio I tubi non si sono
scopiformi. cm contenuta. mantenuti a causa
degli intasamenti
Sottofondo in Pendenza Deflussi minimi. e della cattiva
Guida per i
ghiaia che possibilità di
pesci
vengono circa 1:5 fino manutenzione.
permeati solo 1:10; possibili
parzialmente. anche Come singolo
pendenze elemento sono
maggiori insufficienti per
il mantenimento
della continuità
biotopica.
Camera a Misure variabili Adatte per grandi Grande impiego di Allo stato attuale
forma di dislivelli, per tecniche delle conoscenze
pozzetto con Larghezza condizioni di costruttive e di adatto per i
chiusure minima delle scarso spazio e costruzioni. salmonidi come
laterali per i camere e nel caso di ridotte anche per specie
livelli di profondità disponibilità Intensivi dal punto a basse
minima e minima d’acqua. di vista della prestazioni.
massima. analoga al manutenzione e
passo del delle opere Meno adatte per
Il flusso viene bacino. complementari di specie di fondo e
originato servizio. per specie di
Chiuse per
tramite Consumo piccole
pesci
pilotaggio d’acqua Alti costi di dimensioni.
delle chiuse o dipendente costruzione e
dei by-pass dalla gestione.
grandezza
delle camere, Scarso consumo
dal d’acqua.
funzionamento
della chiusa e Adatte nel caso
dalla necessità siano presenti
di flusso. specie ittiche di
grandi dimensioni.
Vasca di Dimensioni Impiegabile nei Richiesta di spazio Allo stato attuale
trasporto con variabili. casi come sopra e contenuta. delle conoscenze
meccanismo di dove risulta adatto per i
sollevamento Dimensioni essere l’unica Grande impiego di salmonidi come
meccanico per della vasca di possibilità tecniche anche per specie
il sollevamento trasporto da 2 d’inserimento di costruttive e di a basse
dei pesci dalla a 4 m3. una scala di costruzioni. prestazioni.
parte basale risalita per pesci.
alla parte Necessita di Intensivi dal punto Meno adatte per
Ascensori per
apicale. continuo Nel caso di quote di vista della specie di fondo e
pesci
deflusso maggiori di 10 m manutenzione e per specie di
Collegamento tramite by- come nel caso di delle opere piccole
alla parte pass per dighe di complementari di dimensioni.
apicale tramite originare un trattenuta. servizio.
canale. flusso. Non adatte per
Alti costi di macrozoobenthos
Il flusso viene costruzione e e per discesa dei
originato gestione. pesci.
tramite by-pass
* Le dimensioni indicate sono quelle minime.

Manuale tecnico
di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni 401
14. Elenco delle tecniche

Fig. 14.82 - Tipologia 7: guida per i pesci

Fonte: Fischaufstiegsanlagen – Bemessung, Gestaltung, Funktionskontrolle. Merkblätter zur wasserwirtschaft,


232/1996, DVWK, Bonn.

Fig. 14.83 - Tipologia 8: chiuse per i pesci

Fonte: Fischaufstiegsanlagen – Bemessung, Gestaltung, Funktionskontrolle. Merkblätter zur


wasserwirtschaft, 232/1996. DVWK, Bonn.

Fig. 14.84 - Tipologia 9: ascensori per i pesci

Fonte: Fischaufstiegsanlagen – Bemessung, Gestaltung, Funktionskontrolle. Merkblätter zur wasserwirtschaft,


232/1996, DVWK, Bonn.

Manuale tecnico
402 di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni
14. Elenco delle tecniche

sostegno mediante tacche di ancoraggio e no impiegati criteri empirici che fissano il rap-
chiodi di ferro o nastri d’acciaio zincati. Se ne- porto tra spessore di base ed altezza dell’ope-
cessario, la fondazione dovrà essere consoli- ra. La regola che stabilisce una misura di base
data da pali. Il rivestimento della vasca tra il pari a metà dell’altezza della briglia, nel caso
corpo briglia e la controbriglia verrà realizza- in cui il manufatto risulti quasi completamen-
to con pietrame reperito in loco; te sommerso e l’ammorsatura laterale venga a
• riempimento della briglia con materiale dre- mancare per effetto dell’erosione, non consen-
nante di ciottoli o ghiaia e terreno drenente te di ottenere stabilità al ribaltamento ed allo
costipabile, o pareggiato con dei sassi; scivolamento. Appare pertanto più corretto ri-
• eventuale posizionamento a tergo di correre al criterio che assegna uno spessore di
geotessile per evitare sifonamenti; base pari al valore dell’altezza di progetto del-
• completamento della soglia durante il riem- le strutture; il rapporto spessore di base/altez-
pimento con deposizione fra i correnti di rami za pari a 1 garantisce stabilità per gravità in
lunghi 1,50 ÷ 2 m, con capacità di propaga- molte situazioni critiche, anche in assenza,
zione vegetativa, e/o con talee di salice (1 ÷ 5 dunque, dell’apporto stabilizzante dell’ammo-
pezzi/m), e/o con piante di latifoglie radicate. rsatura.
Per briglie di piccole dimensioni, si può alter- Per ciò che riguarda le opere non drenanti, è
nare alle travi di legno viminate o fascinate bene prendere in esame anche l’eventuale ne-
vive, ben fissate al terreno di fondazione e ai cessità di mettere in opera tubi drenanti per
pali di sostegno mediante picchetti di legno ridurre la pressione idrostatica; al fine di au-
e legature metalliche. mentare efficacemente sia la stabilità al
ribaltamento sia quella allo scivolamento po-
Effetti: tranno essere infissi nel terreno pali verticali
• riduzione della pendenza di fondo; attraversanti il corpo della briglia oppure pilo-
• diminuzione della velocità della corrente; ti di ferro ancorati alla roccia, collegati alla
• rallentamento dell’erosione del fondo. struttura mediante cavi di acciaio serrati da
morsetti. Se il terreno in cui è inciso l’alveo ri-
Campi di applicazione: corsi d’acqua con de- sulta poco stabile, occorre valutare, in fase di
flusso minimo costante, per evitare cicli di progetto, anche la possibilità che l’opera pos-
disseccamento/imbibizione del legname ed au- sa compiere dei movimenti verso il basso rispet-
mentarne quindi la durabilità, caratterizzati da to al terreno che ad essa applica la spinta. Que-
erosione di fondo e laterale con trasporto soli- sto fatto comporta effetti rilevanti sulla stabi-
do non eccessivo a livello di quantità e di di- lità, dato che aumentano le sollecitazioni che
mensioni del materiale lapideo. Soprattutto in tendono a far ribaltare l’opera e che l’attrito
aree prive di viabilità ma con disponibilità di alla base della stessa diminuisce.
legname e pietrame.
Materiali impiegati:
Modalità di dimensionamento e limiti di • pietrame di pezzatura 25 cm o superiore,
applicabilità: si prevedono le seguenti verifi- reperito in loco o da cava di prestito;
che principali, basate sulla quantificazione del- • chiodi in ferro Æ 12 ÷ 14 mm, lunghezza ³ 40
le grandezze necessarie: cm;
• stabilità strutturale e globale dell’opera; • piloti in ferro Æ 24 mm, lunghezza 1,5 ÷ 3m;
• verifica idraulica (per i valori di portata si- • cavo in acciaio Æ 10 mm;
gnificativa in condizioni di moto uniforme o • pali scortecciati in legname (castagno, lari-
permanente o vario, valutazione di livelli ce, abete, pino), lunghezza 2 ÷ 4 m, Æ 20 ÷ 40
idrici, tensione tangenziale, velocità, ecc.); cm;
• dinamica d’alveo (stabilità plano- altimetrica, • graffe metalliche lunghezza 20 ÷ 30 cm, Æ 8
capacità di trasporto e apporto solido); ÷ 10 mm.
Le dimensioni delle briglie in legname e pietra-
me devono mantenersi limitate (altezza mas- Modalità di esecuzione: si opera uno scavo con
sima della gaveta 2,5 ÷ 3 m) e sono da evitare mezzo meccanico o manuale, in leggera
in presenza di eventuali distacchi e/o contropendenza per la parte della struttura da
rotolamenti di massi che ne danneggerebbero adibire a fondazione, e per le intestature late-
la struttura in legno. rali in relazione alle caratteristiche meccaniche
Questo tipo di intervento non è consigliabile dei terreni che costituiscono le sponde.
nel caso di corsi d’acqua difficilmente accessi- La costruzione del cassone di contenimento,
bili ai mezzi ed ubicati in aree nelle quali vi è la che, per motivi di stabilità al ribaltamento, ha
difficoltà a reperire legname di elevata la parte in fondazione con dimensioni superio-
durabilità (castagno, larice) e/o corsi d’acqua ri, avviene mediante l’incastellatura dei pali in
caratterizzati da trasporto solido di materiale legname.
di elevate dimensioni. Generalmente, per un corretto dimensio-
La briglia deve essere calcolata come manufat- namento, la profondità della fondazione e l’al-
to a gravità, tenendo presente che il volume oc- tezza del manufatto devono essere uguali. Si
cupato dal legname sia pari a circa il 15 ÷ 20 % realizza la platea di posa (generalmente in pie-
del volume totale. trame) e, se necessario, la si prolunga verso val-
Normalmente, per il dimensionamento, vengo- le a formare una platea di appoggio per evitare
Manuale tecnico
di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni 403
14. Elenco delle tecniche

lo scalzamento dell’opera da parte della lama sere eseguita anche alla fine dei lavori. In ge-
stramazzante. nere si utilizzano massi di dimensioni abba-
I pali disposti in senso trasversale rispetto al stanza grandi da non essere trasportati dalla
verso della corrente vengono sormontati, con corrente.
interasse di 150 cm circa, da quelli disposti in
senso longitudinale. Accorgimenti:
L’unione tra i singoli elementi, al fini di assicu- • se i pali vengono preventivamente scortec-
rare la stabilità strutturale, avviene mediante ciati hanno maggiore durabilità.
chiodatura, con chiodi in ferro infissi in fori già • utilizzando pali con ∅ massimo di 20 cm si
predisposti a mo’ di guida, eventualmente rin- può prevedere di realizzare l’opera senza
forzata da graffe metalliche. l’ausilio di un escavatore per la movimen-
La continuità tra due elementi disposti nel me- tazione dei pali, che invece si rende indispen-
desimo verso è prodotta sovrapponendo le par- sabile quando si utilizzano pali con ∅ 30 ÷ 40
ti terminali dei pali, opportunamente sagomate cm.
con tagli in diagonale (circa 45°) e, successiva-
mente, con chiodatura tra gli stessi. Vantaggi:
Le ali della struttura, al fine di impedire un • durata notevole, specialmente nel caso di cor-
eventuale danneggiamento per aggiramento la- si d’acqua con portata continua durante tut-
terale, devono penetrare nelle sponde dell’alveo to l’anno;
in maniera accentuata. Nel procedere verso l’al- • notevole capacità drenante nel primo perio-
to la struttura viene riempita con pietrame e do di funzionamento.
materiale idoneo (si può utilizzare anche solo
legname e, in tal caso, i pali sia trasversali che Svantaggi: ostacolo per la fauna ittica.
longitudinali vengono messi in posa accostan-
doli gli uni agli altri), sia con macchina opera- Periodo di intervento: durante il periodo di ma-
trice che manualmente per le rifiniture, in modo gra del corso d’acqua.
tale che la struttura stessa non venga danneg-
giata e con deposizione fra i correnti di rami Manutenzione: l’intervento non necessita di
(lunghezza 1,5 ÷ 2 m) con capacità di propa- una particolare manutenzione ordinaria.
gazione vegetativa e/o talee e/o piante radicate. Solamente in caso di danneggiamenti si ren-
La gaveta viene rivestita con tondelli di legna- dono necessari interventi di manutenzione
me, anche tagliati a metà secondo i diametri, straordinaria. L’opera nel suo insieme può rag-
disposti in senso longitudinale, fissati con giungere i 30 ÷ 40 anni di durata, se il corso
chiodature ai corrispondenti pali della strut- d’acqua è caratterizzato da un deflusso mini-
tura. In alternativa potrà essere utilizzato il pie- mo costante in grado di evitare cicli di
trame del riempimento dell’opera opportuna- disseccamento/imbibizione.
mente sagomato e disposto razionalmente.
La platea di appoggio a valle dell’opera può es- Analisi prezzi: si veda la tabella 14.47.

Tab. 14.47 - Briglia in legname e pietrame: analisi prezzi


Unità Prezzo
Oggetto Quantità Importo
di misura elementare
a) Manodopera:
Operaio specializzato Ora 0,00
Operaio qualificato Ora 1,00
Operaio comune Ora 0,70
b) Noli:
Autocarro Ora 0,10
Ragno meccanico Ora 0,90
Motosega a catena Ora 0,30
Generatore con trapano Ora 0,06
c) Materiali:
Pietrame Kg 60
Legname scotecciato m3 0,5
Chiodi cad 4
Canbre Kg 0,50
Talee di salice cad 20
Euro/m2 193,67 ÷ 201,42
Prezzo di applicazione 2
£/m 375.000 ÷ 390.000

Manuale tecnico
404 di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni
14. Elenco delle tecniche

Fig. 14.85 - Briglie in legname e pietrame

Fonte: AIPIN Toscana, Principi e linee guida per l’Ingegneria Naturalistica. Vol. 2. Sviluppo e applicazioni
in Toscana.

14.3.14 Briglia in terra • protezione del paramento di valle dall’erosio-


ne diffusa e/o incanalata.
Funzioni: consolidamento, regimazione e dife- Dal momento che il terreno più frequentemen-
sa idraulica in alveo. te impiegato è di natura prevalentemente
argillosa, occorre dare alle scarpate del corpo
Descrizione: opera di regimazione fluviale tra- briglia valori di inclinazione di scarpa piuttosto
sversale costituita da un rilevato in terra (fig. bassi (3:2 per il paramento di monte e 2:1 per
14.86). quello di valle). Per lo stesso motivo anche l’al-
tezza di tali manufatti è limitata. Per una
Effetto: regimazione complessiva del corso d’acqua il
• riduzione della pendenza di fondo; numero delle briglie necessarie è quindi supe-
• diminuzione della velocità della corrente; riore a quello di briglie di diversa tipologia
• rallentamento dell’erosione del fondo. costruttiva. Il rivestimento vegetale dello
sfioratore limita gli ambiti di impiego a torrenti
Campi di applicazione: regimazione di torrenti con portate poco elevate: perché ne sia garanti-
in scavo, in depositi prevalentemente argillosi ta la conservazione, lo scivolo così rivestito deve
o comunque a granulometria fine. avere una pendenza massima del 20% e la lama
d’acqua tracimante non deve superare lo spes-
Modalità di dimensionamento e Ambiti di sore di 30 cm. Le caratteristiche geotecniche
applicabilità: si prevedono le seguenti verifi- delle terre impiegate possono essere conosciu-
che principali, basate sulla quantificazione del- te attraverso apposite prove di laboratorio e,
le grandezze necessarie: quindi, esiste la possibilità di calcolare con pre-
• stabilità strutturale e globale dell’opera; cisione il dimensionamento dei manufatto ed ef-
• verifica idraulica (per i valori di portata si- fettuare una verifica di stabilità dell’insieme ter-
gnificativa condizioni di moto uniforme o per- reno-manufatto. Per il dimensionamento dello
manente o vario, valutazione di livelli idrici, sfioratore è necessario conoscere i valori delle
tensione tangenziale, velocità, ecc.); portate di massima piena del corso d’acqua, te-
• dinamica d’alveo (stabilità plano- altimetrica, nendo conto di un congruo numero di anni come
capacità di trasporto e apporto solido); tempo di ritorno.

Manuale tecnico
di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni 405
14. Elenco delle tecniche

Materiali impiegati: quantità di acqua necessaria per migliorare le


• terreno da reperirsi nelle vicinanze, granu- caratteristiche meccaniche delle terre utilizza-
lometricamente simile a quello che costitui- te per la costruzione dell’opera può essere de-
sce il fondo ed i fianchi del tratto di corso d’ac- terminata attraverso opportune prove di labo-
qua sul quale si va ad operare; qualora il ter- ratorio da effettuarsi su campioni del materia-
reno disponibile sia completamente costitu- le terroso impiegato. Lo spessore al coronamen-
ito di argille, è possibile migliorarne le carat- to deve essere tale da permettere il passaggio
teristiche meccaniche “correggendolo” con dei mezzi meccanici. Al fine di abbassare la li-
l’aggiunta di percentuali di sabbia; nea di saturazione all’interno del corpo della
• ciottoli di dimensioni variabili per la forma- briglia si deve predisporre alla base del
zione del drenaggio; paramento di valle un drenaggio costituito da
• talee e ramaglia viva per la costituzione del materiale incoerente. Particolare importanza
rivestimento dello sfioratore; riveste lo sfioratore (questa tipologia di briglia
• picchetti di legno; non è di fatto tracimabile, pena forti dissesti
• materiali per idrosemina; erosivi): oltre agli sfioratori classici in cemento
• supporto antierosivo biodegradabile, quan- armato, che pertanto non rientrano nelle tec-
do necessario. niche dell’Ingegneria Naturalistica, possono
essere realizzati canali di scarico centrali al
Modalità di esecuzione: la briglia si realizza, corpo briglia, caratterizzati da un’inclinazione
previo scavo di fondazione che deve raggiun- inferiore rispetto al paramento di valle della
gere terreno integro, stendendo il materiale briglia. Il rivestimento dello scivolo viene rea-
terroso reperito presso cave di prestito nelle lizzato con viminate vive di rami di specie le-
vicinanze dell’opera, in strati dello spessore di gnose con capacità vegetativa, intrecciati, op-
poche decine di cm e comprimendoli con par- pure con i rivestimenti di ramaglia. Il corpo
ticolari rulli compressori vibranti. Se il terreno della briglia (ali e paramenti) viene poi rivesti-
è troppo asciutto va leggermente bagnato. La to e protetto dall’erosione superficiale (mete-

Fig. 14.86 - Briglie in terra

Manuale tecnico
406 di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni
14. Elenco delle tecniche

orica) con semine di specie erbacee opportu- Descrizione da voce di capitolato:


namente selezionate in base al terreno di se- • in georete sintetica;
mina ed alle caratteristiche stazionali. • in rete metallica.
In analogia al punto precedente potranno ve-
Accorgimenti: il rivestimento dello sfioratore nir realizzati rulli in geotessuto sintetico riem-
deve essere fatto prima dei periodi di piena. piti di tout-venant ghiaioso o terroso abbinati
a ramaglia viva e morta di salici o altre specie
Vantaggi: si tratta dell’unico tipo di briglia ve- con analoghe proprietà vegetative, disposta a
ramente efficiente nella regimazione dei torren- sostegno come sottofondo al rullo e interna-
ti in scavo impostati in terreni a granulometria mente ad esso nella parte periferica inferiore e
fine; l’uso della terra, in alternativa ai gabbioni, superiore.
al pietrame oppure al cemento armato, oltre a La lavorazione prevede:
determinare compressioni sul piano d’appog- • scavo di un basamento in contropendenza al
gio, fa sì che non sì formi tra il corpo briglia ed piede della sponda;
i terreni di fondazione una superficie di • disposizione di ramaglia trasversalmente alla
discontinuità lungo la quale si possono inne- linea di flusso;
scare fenomeni di sifonamento e di aggiramen- • stesura della rete zincata o del geotessile in
to da parte della corrente. Una volta esaurita teli larghi 2 ÷ 4 m e lunghi secondo necessi-
la loro funzione, dopo quindi il completo inter- tà;
ramento, le briglie possono essere sopraelevate • rivestimento con ramaglia, ricarico del ma-
(Puglisi, 1968). Il rivestimento vegetale dello teriale da riempimento;
sfioratore ben si adatta agli assestamenti del- • copertura con ulteriore strato di ramaglia;
l’ammasso terroso posto in opera, senza crea- • chiusura a rullo e cucitura con filo di ferro
re superfici di discontinuità, e quindi di debo- (diametro minimo 2 mm) con eventuale
lezza, tra il corpo del manufatto ed il rivesti- ausilio di mezzi d’opera per diametri vicini ad
mento stesso. 1 m;
• fissaggio del rullo mediante pali d’acciaio di
Svantaggi: sono necessari mezzi meccanici e 1 ÷ 3 m di lunghezza e Æ 16 ÷ 22 mm, battuti
di conseguenza devono essere previste piste di attraverso il rullo.
accesso al cantiere che in ambienti caratteriz- La variante in rete metallica potrà essere ap-
zati dall’affioramento di depositi argillosi pos- plicata solo in presenza di inerte ghiaioso di
sono risultare destabilizzanti. Lo scivolo neces- riempimento di diametro superiore a 80 ÷ 120
sita inoltre di una particolare e frequente ma- mm.
nutenzione, dal momento che le specie vegeta- La difesa in rullo e ramaglia verrà attuata su
li impiegate devono essere costantemente “rin- fondali limosi e fangosi che male sopportano i
giovanite” per mantenere l’elasticità necessa- carichi (ad esempio, scogliera) e con fondi mo-
ria al passaggio dell’acqua. vimentati.
La collocazione avverrà nel periodo di riposo
Periodo di intervento: in genere si preferisce ese- vegetativo e in modo che la ramaglia di base
guire questa tipologia di opere durante i periodi non si trovi sott’acqua per oltre tre mesi in tale
di magra del corso d’acqua, dal momento che è periodo.
più semplice effettuare deviazioni temporanee
della corrente o sbarramenti a monte, necessari Effetto: i rulli favoriscono la sedimentazione del
per una corretta esecuzione dei lavori. Per quel- materiale trasportato dalla corrente aumen-
lo che riguarda invece le opere a verde si devono tando la stabilità della sponda.
aspettare, per il rivestimento dello sfioratore, i
mesi di riposo vegetativo (consigliabile, prima co- Campi di applicazione: il loro utilizzo in ambi-
munque dei periodi di piena) ed i mesi di ripresa to fluviale varia in funzione delle valutazioni re-
della vegetazione per la semina. lative alla forza di trascinamento del livello me-
dio dell’acqua. In genere si utilizzano per il con-
Manutenzione: taglio frequente e selettivo del- solidamento di tratti di sponda in erosione di
la vegetazione che si sviluppa dalle opere di ri- corsi d’acqua a bassa pendenza o laghi con li-
vestimento dello sfioratore (che deve garanti- mitate oscillazioni del livello dell’acqua e tra-
re il flusso delle portate di piena). sporto solido abbastanza fine (limi in sospen-
sione), su substrati sabbioso-limosi debolmen-
te ghiaiosi che sopporterebbero male carichi
14.3.15 Rullo di geotessile e rullo metallico maggiori (ad esempio, scogliera).
spondali Consolidamento di canneti e vegetazione
spondale arborea o arbustiva.
Funzioni: consolidamento, regimazione idrau-
lica in alveo. Modalità di dimensionamento e limiti di
applicabilità: si prevedono le seguenti verifi-
Descrizione: opera di consolidamento, elasti- che principali, basate sulla quantificazione del-
ca, permeabile che aumenta la stabilità della le grandezze necessarie:
sponda. Può essere posta al piede di altre ope- • stabilità strutturale e globale dell’opera;
re (fig. 14.87). • verifica idraulica (per i valori di portata si-
Manuale tecnico
di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni 407
14. Elenco delle tecniche

gnificativa in condizioni di moto uniforme o canna (se sono con pane si dovrà prestare at-
permanente o vario, valutazione di livelli tenzione a non rovinare la zolla di terra).
idrici, tensione tangenziale, velocità, ecc.); Il posizionamento delle piante dovrà tenere
• dinamica d’alveo (stabilità plano-altimetrica, conto delle caratteristiche delle specie utiliz-
capacità di trasporto e apporto solido); zate, per esempio la Typha latifolia dovrà es-
• stabilità del pendio (in diverse condizioni di sere posizionata appena sotto il livello medio
carico e di drenaggio); dell’acqua mentre la Typhoidès arundinacea
• difficoltà d’esecuzione in corsi d’acqua con pen- dovrà essere posizionata leggermente più in
denze d’alveo accentuate, trasporto solido alto.
grossolano e velocità elevate della corrente. Al termine delle operazioni si chiude saldamen-
te il rullo con il filo di ferro ed il rullo stesso
Materiali impiegati: dovrà sporgere leggermente (5 ÷ 10 cm) dal li-
• geotessuto: biostuoie di juta o cocco, reti di vello medio dell’acqua.
materiale sintetico, gabbioni cilindrici in me-
tallo zincato di varie forme e spessori del filo. Accorgimenti: in caso di utilizzo di rulli in rete
• talee di salici arbustivi o arborei; zincata in acque salmastre è necessario preve-
• filo di ferro per legature: Æ 2, 3 mm; derne la plastificazione.
• picchetti di legno o di ferro;
• pietrame nel caso si utilizzino i rulli come pro- Vantaggi:
tezione al piede di altre opere. • reperimento dei materiali in zona, semplice
esecuzione del lavoro;
Modalità di esecuzione: lungo la sponda da pro- • azione protettiva immediatamente dopo l’im-
teggere si conficcano pali di legno opportuna- pianto.
mente dimensionati ed intercalati in funzione
del substrato e dello sforzo. Svantaggi: se si utilizzano culmi o zolle di can-
Sul retro dei pali viene realizzato un fossetto na e talee si restringe molto il periodo di possi-
(dimensioni minime 40 x 40 cm) che servirà per bile impiego. Il pietrame per il riempimento
la costruzione del rullo. Successivamente si delle gabbionate può non essere reperibile lo-
posiziona la rete del materiale scelto (biostuoia, calmente.
geostuoia, rete metallica) e si costipano il fon-
do e le pareti con materiale proveniente dallo Periodo di intervento: è necessario eseguire
scavo. i lavori durante il periodo di riposo vege-
Si procede al riempimento con pietrame, pie- tativo. In caso di interventi in ambiti fluvia-
trisco, ghiaia grossa, materiale vegetale mor- le il periodo è vincolato dal livello del corso
to, terra di scavo per i 2/3 inferiori. d’acqua.
Se il materiale di riempimento è fine (pezzatura
< 80 ÷ 120 mm) la rete va rivestita di con un Manutenzione: controllare durante il primo
geotessuto filtrante sintetico o in fibra vegeta- anno per interventi sulla struttura e sulle
le o va adottata la georete sintetica. fallanze delle talee, successivamente taglio se
Sopra si posizionano le talee vive o i culmi di necessario.

Fig. 14.87 - Rullo di geotessile e rullo metallico spondali

Manuale tecnico
408 di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni
14. Elenco delle tecniche

14.3.16 Scogliera viva da toccare il substrato naturale dietro la sco-


gliera. I vuoti residui devono essere intasati
Descrizione dell’opera e funzioni principali: la con inerte terroso. Il dilavamento del terre-
scogliera in massi, rinverdita, è un’opera di di- no nelle fessure poste al di sotto della linea
fesa spondale longitudinale realizzata con gros- di portata media annuale può essere diminu-
si massi e disposta quindi parallelamente al ito o anche eliminato con l’inserimento di
corso della corrente con la superficie lato fiu- stuoie vegetali.
me inclinata in modo tale da conferire all’alveo
una sezione a forma trapezia. Negli spazi tra Campi di applicazione: viene utilizzata in alvei
masso e masso vengono inseriti astoni di sali- torrentizi e fluviali, per corsi d’acqua con note-
ce o di altre specie dotate di analoghe capacità vole trasporto solido e alta velocità della cor-
biotecniche che, radicando, permettono la rente. Per la protezione di sponda dall’erosio-
stabilizzazione della struttura arginale. Devo- ne della corrente, per ampliamento delle sezioni
no possedere fondazioni profonde per evitare idriche, per ridurre il rischio di esondazione e
che la forza della corrente in prossimità del pie- anche come difesa al piede di riprofilature e
de possa scalzarle alla base (figg. 14.88-14.92). ricariche di versante.

Descrizione da voce di capitolato: formazione Fattibilità: la scogliera è da realizzarsi preferi-


di scogliera in grossi massi ciclopici rinverdita, bilmente utilizzando materiali reperiti in loco.
di rivestimento e difesa di scarpate spondali,
realizzata mediante: Materiali impiegati:
• sagomatura dello scavo, regolarizzazione del • massi ciclopici di volume compreso tra 0,5 ÷
piano di appoggio con pendenza non supe- 1 m3 ;
riore a 2/3; • eventuali funi di acciaio e tasselli di ancorag-
• eventuale stesa di geotessile sul fondo di peso gio opportunamente dimensionati in funzio-
non inferiore a 400 g/m2 con funzione strut- ne delle caratteristiche idrodinamiche della
turale di ripartizione dei carichi e di corrente e della forza di trascinamento;
contenimento del materiale sottostante al- • talee a piantine di specie riparie arbustive ed
l’azione erosiva; arboree (in particolare salici a portamento
• realizzazione del piede di fondazione con ma- arbustivo e ridotto sviluppo).
terasso o taglione (altezza di circa 2 m e in-
terramento di circa 1 m al di sotto della quo- Modalità di esecuzione:
ta di fondo alveo) in massi, ad evitare lo • realizzazione della fondazione mediante la
scalzamento da parte della corrente e la posa di massi ciclopici oppure con un taglione
rimobilitazione del pietrame in elevazione. Il in calcestruzzo di profondità idonea al fine di
materasso di fondazione deve essere realiz- evitare lo scalzamento da parte della corren-
zato prevedendo eventuali soglie di consoli- te e la rimobilizzazione del pietrame costi-
damento costruite sempre con grossi massi, tuente il corpo in elevazione;
o anche con la realizzazione di piccoli repel- • messa in opera dei massi posizionando in bas-
lenti; so quelli di dimensione maggiore. I massi pos-
• realizzazione della massicciata in blocchi di sono essere ancorati tra loro mediante funi
pietrame per uno spessore di circa 1,50 m, in- di acciaio e fissati alle sponde (se in roccia)
clinati e ben accostati, eventualmente inta- oppure a piloti infissi nell’alveo. I punti di an-
sati nei vuoti con materiale legante (al di sot- coraggio sui massi si realizzano mediante per-
to della linea di portata media annuale) op- forazione e posa di tasselli o barre con occhiel-
pure legati da fune d’acciaio. I blocchi devo- lo. Il dimensionamento dei tasselli e delle funi
no avere pezzatura media non inferiore a 0,4 è da calcolarsi in base alle sollecitazioni atte-
m3 e peso superiore a 5 ÷ 20 q, in funzione se per eventi di massima piena.
delle caratteristiche idrodinamiche della cor- • inserimento di talee e piantine tra gli elementi
rente d’acqua e della forza di trascina-men- della scogliera. La quantità da inserire per m2
to. Le pietre di dimensioni maggiori vanno è in funzione delle dimensioni dei massi uti-
situate nella parte bassa dell’opera. Nel caso lizzati (orientativamente 2 ÷ 10 talee m2): se
che il pietrame venga recuperato nell’alveo, i massi sono di piccola dimensione si dovrà
è necessario fare in modo che non venga al- utilizzare una quantità maggiore di talee;
terata eccessivamente la struttura fisica del- • l’inserimento delle talee e delle piantine tra i
lo stesso (dimensione media del pietrame di massi va realizzato preferibilmente in con-
fondo, soglie naturali, pendenza); temporanea alla costruzione della scogliera.
• impianto durante la costruzione di robuste In questo modo si possono utilizzare talee od
talee di salice, di grosso diametro, tra le fes- astoni di maggiore lunghezza (200 ÷ 250 cm)
sure dei massi (al di sopra della linea di por- che potranno radicare in profondità a tergo
tata media annuale), poste nel modo più ir- della scogliera (scogliere di tipo chiuso);
regolare possibile. In genere vanno collocate • è possibile inserire le talee o le piantine succes-
2 - 5 talee/m2, e su aree soggette a sollecita- sivamente alla formazione della scogliera me-
zioni particolarmente intense (ad esempio, diante operazioni manuali di intasamento con
sponda di torrenti con trasporto solido) da 5 terra dei vuoti presenti tra i massi (scogliera di
a 10 talee/m2 e di lunghezza tale (1,5 ÷ 2 m) tipo aperto) ed eventuali perforazioni;

Manuale tecnico
di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni 409
14. Elenco delle tecniche

• le talee, tagliate obliquamente in basso, de- di piena immediatamente successivi alla


vono essere messe a dimora nel verso di cre- posa. Per prevenire lo sradicamento nei
scita (in basso la parte inferiore più grossa) e manufatti di tipo aperto è consigliabile la
con disposizione perpendicolare al piano posa di fasci di talee che permettono una
scarpata. maggiore resistenza.
Le talee vengono infisse nel terreno con una
mazza di legno o con copritesta in legno. Nei Interventi collegati: tutti gli interventi di In-
terreni molto compatti i fori vengono prati- gegneria Naturalistica relativi alla protezione
cati in precedenza. dei versanti ed alla profilatura e stabiliz-zazione
Le talee devono sporgere al massimo per un dell’alveo.
quinto della loro lunghezza adottando, se
necessario, un taglio netto di potatura dopo Prescrizioni:
l’infissione; • l’inserimento di talee dovrà avvenire preferi-
• la realizzazione di scogliere di tipo chiuso bilmente durante la fase di costruzione;
preserva eventuali sradicamenti del mate- • le talee dovranno essere passanti la struttu-
riale messo a dimora da eventi eccezionali ra, in modo da toccare il terreno retrostante.

Tab. 14.48 - Scogliera viva: analisi prezzi


Unità Prezzo
Oggetto Quantità Importo
di misura elementare
a) Manodopera:
Operaio specializzato Ora 0,00
Operaio qualificato Ora 0,20
Operaio comune Ora 0,20
b) Noli:
Pala caricatrice articolata Ora 0,30
c) Materiali:
Pietrame Kg 2.600
3
Inerte terroso-sabbioso m 0,1
Talee cad 5
Euro/m2 72,3 ÷ 82,63
Prezzo di applicazione 2
£/m 140.000 ÷ 160.000

Fig. 14.89 - Scogliera viva

Manuale tecnico
410 di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni
14. Elenco delle tecniche

Fig. 14.90 - Scogliera viva

Fig. 14.91 - Scogliera viva

Manuale tecnico
di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni 411
14. Elenco delle tecniche

Fig. 14.92 - Scogliera viva: sezioni di scogliere tipo chiuso e aperto

SEZIONE SCOGLIERA TIPO CHIUSO SEZIONE SCOGLIERA TIPO APERTO

Fig. 14.93 - Scogliera viva: fissaggio al piede con scogliera elastica

Manuale tecnico
412 di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni
14. Elenco delle tecniche

Vantaggi: Bibliografia
• tecnica veloce e poco dispendiosa;
• opera massiccia con effetto protettivo im- AA.VV., 1993
mediato; Manuale tecnico di Ingegneria Naturalistica, Regione
• una volta radicate, le talee aumenteranno Emilia Romagna, Regione Veneto - Centro di forma-
l’effetto ancorante dei massi al terreno; zione professionale “O. Malugati”, Bologna.
• i massi favoriscono la sedimentazione di ma-
teriale fine; AA.VV.,2001
• ridotta attività di manutenzione; Principi e linee guida per l’Ingegneria Naturalistica.
• creazione di zone protette per i pesci; Vol. 2. Sviluppo e applicazioni in Toscana, collana “Fiu-
mi e Territorio”, edizione Regione Toscana, maggio.
Svantaggi:
• elevata percentuale delle fallanze (fino AA.VV., Regione Liguria - Assessorato Edilizia, Ener-
all’80%); gia e Difesa del Suolo
• tecnica difficilmente applicabile, in caso di Opere d’Ingegneria Naturalistica e recupero ambien-
cantieri poco accessibile ai mezzi di traspor- tale, Genova.
to per i massi;
• eventuali costi elevati per i mezzi meccani- “Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia”, 2000
ci; Approvazione direttiva “Quaderno opere tipo d’Inge-
• la radicazione delle piante al suolo non è uni- gneria Naturalistica”. Ambiente e territorio, in “Bollet-
forme. tino Ufficiale della Regione Lombardia”,n. 19, supple-
mento straordinario, Milano.
Effetto: protezione immediata della sponda,
che va aumentando con lo svilupparsi dell’ap- Eidgenössisches Verkehers - und Energieiwirtschafts-
parato radicale delle talee. departement Bundesamt für Wasserwirtschaft.
Ingenieur-biologische Bauweisen, Studienbericht n. 4.
Periodo di intervento: il materiale vegetale va
di preferenza posato durante il periodo di ri- Ferraiolo F., Vicari M., Officine Maccaferri S.p.a., 1996
poso vegetativo, quando le percentuali di Il programma MAC.R.A per la verifica di interventi di
attecchimento sono alte. protezione spondale. Manuale d’uso, Bologna.
L’attecchimento fuori stagione (da evitare)
dipende dal microclima (su scogliere assola- Geitz P., 1993.
te è intorno al 10% mentre in alvei incisi e fre- Ausbildungsförderwerk – Garten, Landschafts und
schi può arrivare fino al 50%) e dalle modali- Sportplatzbau e V. – Natturnaher Wasserbau.
tà di riempimento con terreno dei vuoti tra i
massi. Ministero dell’Ambiente - Servizio Valutazione Impat-
to Ambientale, 1993
Manutenzione e durata dell’opera: controllo Informazione ai cittadini e per la relazione sullo stato
periodico, per almeno due -tre stagioni dell’ambiente. Opere di Ingegneria Naturalistica sulle
vegetative, dell’attecchimento della vegetazio- sponde. Tecniche costruttive ed esempi nel cantone
ne e sostituzione delle fallanze. di Berna (Svizzera), Roma.

Possibili errori: Zeh H., 1993


• mancato inserimento delle talee in fase di Tecniche di Ingegneria Naturalistica, Il verde Editoriale.
costruzione;
• talee di dimensioni ridotte. Zeh H., Roth H., Mosimann R., 1988
Bauweisen und Beispiele im Kanton Bern. Ingenieur-
Analisi prezzi: si veda la tabella 14.48. biologische Uferverbauungen.

Manuale tecnico
di Ingegneria Naturalistica della Provincia di Terni 413

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