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Nel 2006, Chandra ha evidenziato le prime prove dirette dell'esistenza della materia oscura.[1]. Il satellite ha
individuato anche l'eco prodotto dal buco nero al centro della Via Lattea. Quando del gas cade in un buco
nero genera delle forti emissioni di raggi X. Le radiazioni originarie hanno raggiunto la Terra 50 anni fa ma
una parte delle radiazioni sono state riflesse nello spazio e hanno preso un percorso più lungo arrivando
sulla Terra 50 anni dopo e venendo rilevate dal satellite.
Inoltre Chandra ha evidenziato la presenza del buco nero più giovane mai osservato, SN 1979C, il quale
possiede solamente 30 anni.
A gennaio 2017 è stata pubblicata[2] una ricerca effettuata nel campo profondo dei raggi X o Chandra Deep
Field-Sud, o CDF-S. La ricerca ha evidenziato la più alta concentrazione di buchi neri supermassicci mai
osservata, circa 5000, in una piccola porzione di cielo.
Nel Chandra Deep Field (campo profondo di Chandra) è stato osservata un evento transitorio ad altissima
energia. Il fenomeno, chiamato CDF-S XT1 si ipotizza possa essere generato dalla fusione di una stella di
neutroni, una stella massiccia collassante in un buco nero o una nana bianca consumata da un buco nero
intermedio.[3]
Nel 2019 grazie ai dati raccolti dello strumento HETGS (High Energy Transmission Grating)[4] è stata
individuata e caratterizzata una potentissima esplosione nell’atmosfera della stella attiva Hr 9024,
evidenziata da un intenso lampo di raggi X seguito dall’espulsione di una gigantesca bolla di plasma, una
Cme (Coronal Mass Ejection, o espulsione di massa coronale). La massa espulsa sarebbe stata diecimila
volte maggiore delle Cme più massive prodotte dal Sole.[5]
Note
1. ^ (EN) NASA Finds Direct Proof of Dark Matter, su chandra.harvard.edu, 21 agosto 2006.
2. ^ Chandra Deep Field South: la più alta concentrazione di buchi neri supermassivi nel
profondo., su chandra.harvard.edu.
3. ^ (EN) Franz Bauer ed altri, A New, Faint Population of X-ray Transients (abstract), in Monthly
Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 467, n. 4, 20 febbraio 2017, pp. 4841–4857,
DOI:10.1093/mnras/stx417.
4. ^ (EN) HETG: Chandra High Energy Transmission Grating, su harvard.edu. URL consultato il 27
maggio 2019.
5. ^ Individuata per la prima volta una gigantesca eruzione stellare, su lescienze.it, 27 maggio
2019.
Voci correlate
XMM-Newton
EXOSAT
Osservatorio Einstein
Beppo-SAX
Uhuru
AGILE
ROSAT
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ra_X-ray_Observatory?uselang=it)
Collegamenti esterni
(EN) Sito su Chandra presso l'Università di Harvard (http://chandra.harvard.edu/)
VIAF (EN) 266780510 (https://viaf.org/viaf/266780510) · LCCN (EN) no99032276 (htt
Controllo di
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autorità
no99032276 (https://www.worldcat.org/identities/lccn-no99032276)
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