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Balena (costellazione)

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La Balena (in latino Cetus) è una costellazione del cielo


Balena
australe, posta in una regione popolata da costellazioni relative
all'acqua, come l'Aquario, i Pesci ed Eridano.

Indice
Caratteristiche
Stelle più luminose
Stelle doppie
Stelle variabili
Oggetti del profondo cielo
Mappa della costellazione
Sistemi planetari
Nome latino Cetus
Storia e mitologia
Genitivo Ceti
Note
Abbreviazione Cet
Bibliografia
Coordinate
Altri progetti
Ascensione 1,42 h
Collegamenti esterni retta
Declinazione -11,35°

Caratteristiche Area totale 1.231 gradi quadrati


Dati osservativi
Visibilità dalla Terra
Latitudine min -90°
Latitudine max +70°
Transito al Ottobre
meridiano
Stella principale
Nome Mira (quando è al
massimo)
La costellazione della Balena
illustrata da Johann Hevelius; la Magnitudine 2,0
figura la mostra invertita. app.
Altre stelle
La Balena è una costellazione di vaste dimensioni; si estende Magn. app. < 3 3
per gran parte nell'emisfero australe, ma è ben osservabile
Magn. app. < 6 109
anche dall'emisfero nord. Si individua a sud dell'Ariete e dei
Pesci, grazie alla presenza di due stelle di seconda Sciami meteorici
magnitudine: α Ceti (Menkar) e β Ceti (Deneb Kaitos); in Cetidi di ottobre
particolare, a sud dell'Ariete è individuabile un cerchio di stelle Eta Cetidi
che costituisce la testa dell'animale, mentre il resto del corpo si
trova a sudovest di questo asterismo. La costellazione giace Omicron Cetidi
lontano dalla scia luminosa della Via Lattea, dunque è priva di Costellazioni confinanti
campi stellari di fondo; l'eclittica passa molto vicina
Da est, in senso orario:
all'estremità nordoccidentale della Balena, perciò alcuni pianeti
e la Luna possono transitarvi brevemente. Ariete
Pesci
Il periodo più propizio per la sua osservazione nel cielo serale è
Aquario
compreso nei mesi fra settembre e gennaio; gli osservatori
dell'emisfero sud sono leggermente più avvantaggiati, grazie Scultore
alla declinazione australe di buona parte della costellazione. Fornace
Dall'emisfero nord è visibile completamente fino a 65°N, ossia Eridano
poco a sud del circolo polare artico.
Toro
L'asteroide 4 Vesta fu scoperto in questa costellazione nel 1827.

Stelle più luminose


β Ceti, nota come Deneb Kaitos, è la stella più
luminosa: ha una magnitudine di 2,04 ed è una
gigante arancione; si individua con facilità, a sud dei
Pesci, grazie anche al fatto che si trova ad essere
l'unica stella brillante in quest'area di cielo. La sua
distanza è stimata sui 96 anni luce.
α Ceti, nota come Menkar, è una stella dal colore
rosso vivo (una gigante rossa), di magnitudine 2,54, Immagine della Balena
situata nel gruppo della "testa" della costellazione;
dista 220 anni luce.
Mira (ο Ceti) è la stella più nota della costellazione; si tratta della prima stella variabile
scoperta. Lungo un periodo di 331,65 giorni essa varia dalla magnitudine 2,0 (tra le più
luminose di quest'area di cielo e facilmente visibile ad occhio nudo) fino a 10.1 (visibile solo
con un telescopio), e ritorna quindi al massimo. La sua scoperta nel 1596 da parte di David
Fabricius dette un'altra scossa al dogma dell'immutabilità dei cieli, che sarebbe presto caduto
con la rivoluzione copernicana. la sua distanza è stimata sui 418 anni luce.
η Ceti (Deneb Algenubi) è una stella arancione di magnitudine 3,46, distante 118 anni luce.
γ Ceti (Kaffaljidhmah) è una stella bianca di magnitudine 3,47, situata nel gruppo della "testa";
dista 82 anni luce.

Tra le altre stelle, spicca τ Ceti, la diciassettesima stella più vicina al Sole; ancora più vicina è Luyten 726-8,
al sesto posto, ma non risulta visibile ad occhio nudo.

Stelle doppie

Nonostante le vaste dimensioni, le stelle doppie visibili nella costellazione sono in numero esiguo, e ancor
meno lo sono quelle luminose e facili da osservare.

La 37 Ceti è una delle più larghe, in cui la stella primaria, di magnitudine 5,1, e la secondaria,
di settima, sono separate da 50", dunque risolvibili anche con bassi ingrandimenti.
HD 15695 è una doppia costituita da due astri di settima magnitudine, entrambi bianchi,
separati da 13".
HD 3125 è una stella tripla in cui le componenti A e B sono molto strette, mentre la
componente C, di nona magnitudine, si trova a 20" di separazione.

Principali stelle doppie[1][2]


Coordinate equatoriali all'epoca Separazione
Magnitudine
Nome J2000.0 (in secondi Colore
d'arco)
AR Dec A B
HD 3125
00h 34m 30s -04° 32′ 48″ 7,01 9,27 19,7 g+g
AB-C

HD 6651 01h 07m 11s -01° 43′ 55″ 7,4 8,5 4,2 g+g

37 Ceti 01h 14m 24s -07° 55′ 25″ 5,13 7,8 49,8 g+g

HD 8350 01h 22m 31s -19° 04′ 50″ 6,5 8,7 5,0 g+g

χ1 Ceti 01h 49m 23s -10° 42′ 13″ 6,1 7,2 1,8 g+g

HD 15695 02h 31m 30s +01° 05′ 35″ 7,4 7,7 13,6 b+b

γ Ceti 02h 43m 18s +03° 14′ 10″ 3,47 6,2 2,8 b+b

Stelle variabili

La Balena contiene due fra le stelle variabili più conosciute e studiate del cielo.

La più famosa, nonché una delle più osservate, è Mira, la meravigliosa (in lingua latina) della Balena; fu
catalogata da Johann Bayer con la lettera greca ο (omicron), e da allora si notò che restava visibile solo per
alcune settimane, dopo le quali spariva alla vista per poi riapparire diversi mesi dopo. In seguito, quando si
scoprirono altre stelle con simili caratteristiche, Mira divenne il prototipo delle variabili Mira Ceti, o
"variabili Mireidi".

Una seconda stella molto conosciuta è la UV Ceti, il prototipo delle variabili a flare; questa stella mostra
degli improvvisi brillamenti, o flare, che la portano dalla dodicesima magnitudine fino alla sesta, arrivando
al limite della visibilità ad occhio nudo.

Fra le variabili irregolari, le più luminose sono AD Ceti e AE Ceti, entrambe visibili ad occhio nudo sia in
fase di massima che in fase di minima, sebbene le loro escursioni siano difficilmente apprezzabili poiché
molto ridotte.

Nella costellazione della Balena si trova PSR J0108-1431, la pulsar più prossima al sistema solare.
Principali stelle variabili[1][2][3]
Coordinate equatoriali
Magnitudine Periodo
Nome all'epoca J2000.0 Tipo
(giorni)
AR Dec Max. Min.

R Ceti 02h 26m 02s -00° 10′ 42″ 7,2 14,0 166,24 Mireide

Semiregolare
T Ceti 00h 21m 46s -20° 03′ 29″ 5,0 6,9 158,9
pulsante

U Ceti 02h 33m 44s -13° 08′ 54″ 6,8 13,4 234,76 Mireide

W Ceti 00h 02m 07s -14° 40′ 33″ 7,1 14,6 351,11 Mireide

Variabile irregolare
UV Ceti 01h 39m 02s -17° 57′ 02″ 6,82 12,95 -
(prot. UV Ceti)

AA Ceti 01h 59m 01s -22° 55′ 11″ 6,2 6,7 0,5362 Eclisse

AD Ceti 00h 14m 28s -07° 46′ 50″ 4,9 5,16 - Irregolare

AE Ceti 00h 14m 38s -18° 55′ 58″ 4,26 4,46 - Irregolare

AR Ceti 02h 00m 27s -08° 31′ 26″ 5,40 5,61 - Semiregolare

ο Ceti
02h 19m 21s -02° 58′ 37″ 2,0 10,1 331,96 Mireide (prototipo)
(Mira)

Oggetti del profondo cielo


La costellazione della balena giace distante dal piano galattico ed è
perciò priva dei ricchi campi stellari caratteristici di quelle aree di
cielo; questo fatto favorisce l'osservazione del cielo profondo, dove
è possibile scorgere numerose galassie.

Tra queste, la più notevole è M77, una galassia spirale dai bracci
molto regolari visibile con piccoli telescopi; si individua con facilità
grazie all'apparente vicinanza alla stella δ Ceti. Nei suoi pressi sono
osservabili diverse altre galassie più deboli.

Un'altra galassia molto appariscente è NGC 247, una delle più vicine
al nostro Gruppo Locale, visibile nella parte meridionale della
NGC 246, una nebulosa planetaria costellazione. IC 1613 ha invece una forma irregolare; è nota
nota anche come "Nebulosa soprattutto per la quasi completa assenza di polvere interstellare al
Teschio". suo interno, al punto che risulta essere "trasparente" alla luce delle
galassie retrostanti. Si trova al limite estremo del Gruppo Locale di
galassie.

NGC 246 è invece una nebulosa planetaria, molto estesa e facilmente individuabile anche con piccoli
strumenti grazie alla sua luminosità; è nota anche col soprannome di "Nebulosa Teschio", a causa della sua
forma.
Principali oggetti non stellari[2][4][5]

Coordinate equatoriali Dimensioni


all'epoca J2000.0 apparenti Nome
Nome Tipo Magnitudine
(in primi proprio
AR Dec d'arco)

NGC
00h 14m 04s -23° 10′ 52″ Galassia 10,8 8,5 x 5,9
45
NGC
00h 34m 47s -08° 23′ 48″ Galassia 10,4 4,2 x 2,7
157
NGC Nebulosa Nebulosa
00h 47m 03s -11° 52′ 19″ 10,9 4,6 x 4,1
246 planetaria Teschio
NGC
00h 47m 08s -20° 45′ 36″ Galassia 9,2 21,4 x 6,9
247
IC
01h 04m 54s +02° 08′ 00″ Galassia 9,2 16,2 x 14,5
1613
NGC
01h 31m 21s -06° 52′ 06″ Galassia 10,3 4,2 x 2,3
584
NGC
01h 53m 00s -13° 44′ 21″ Galassia 10,3 4,7 x 2,4
720
NGC
02h 23m 05s -21° 14′ 03″ Galassia 10,5 6,0 x 2,6
908
NGC
02h 27m 38s -01° 09′ 23″ Galassia 10,0 4,7 x 4,1
936
NGC
02h 35m 30s -09° 21′ 34″ Galassia 11,0 4,6 x 2,5
988
NGC
02h 41m 05s -08° 15′ 21″ Galassia 10,6 3,0 x 2,1
1052
NGC
02h 41m 45s +00° 26′ 32″ Galassia 10,9 7,6 x 2,7
1055

M77 02h 42m 41s -00° 00′ 48″ Galassia 9,6 7,1 x 6,0

Sistemi planetari
Nella Balena sono note alcune stelle con un sistema planetario; due di queste possiedono due pianeti
confermati. HD 11506 possiede due pianeti di tipo gioviano di diverse dimensioni e orbitanti a 0,6 e 2,4 UA
dalla loro stella madre; HD 11964 possiede invece un pianeta con una massa sette volte superiore a quella
della Terra orbitante a 0,2 UA dalla sua stella madre, mentre esternamente si trova un pianeta con una massa
simile a quella di Saturno. In altri sistemi è noto un solo pianeta, come nel caso di 94 Ceti, una stella doppia
il cui pianeta orbita attorno alla componente primaria.
Sistemi planetari[1]
Coordinate equatoriali Numero di
Nome del all'epoca J2000.0 Tipo di
Magnitudine pianeti
sistema stella
AR Dec confermati

Subgigante
HD 224693 23h 59m 54s -22° 25′ 41″ 8,23 1 (b)
gialla

HD 1461 00h 18m 42s -08° 03′ 10″ 6,47 Nana gialla 3 (b - c - d)

BD-17°63 00h 28m 34s -16° 13′ 35″ 9,62 Nana gialla 1 (b)

HD 2638 00h 30m 00s -05° 45′ 50″ 9,44 Nana gialla 1 (b)

LHS 1140 00h 44m 59s -15° 16′ 17″ 14,15 Nana rossa 1 (b)

Gigante
HD 5319 00h 55m 02s +00° 47′ 22″ 8,05 1 (b)
arancione
Nana
HIP 5158 00h 06m 02s -22° 27′ 11″ 10,21 1 (b)
arancione

HD 6718 01h 07m 49s -08° 14′ 01″ 8,55 Nana gialla 1 (b)

HD 11506 01h 52m 51s -19° 30′ 25″ 7,54 Nana gialla 2 (b - c)

Subgigante
HD 11964 01h 57m 10s -10° 14′ 31″ 6,41 2 (b - c)
gialla
Subgigante
79 Ceti 02h 35m 20s -03° 33′ 34″ 6,83 1 (b)
gialla
Gigante
81 Ceti 02h 37m 42s -03° 23′ 46″ 5,65 1 (b)
gialla
Nana
94 Ceti 03h 12m 46s -01° 11′ 45″ 5,07 bianco- 1 (b)
gialla

Storia e mitologia
Quando Cassiopea, la moglie del re d'Etiopia Cefeo, si vantò
d'essere più bella delle ninfe marine chiamate Nereidi diede il via a
una delle storie più celebri della mitologia, i cui personaggi sono
commemorati in cielo. Per punirla dell'insulto arrecato alle Nereidi,
il dio del mare Poseidone mandò un mostro a razziare le coste del
territorio di Cefeo. Quel mostro è rappresentato nella costellazione
Cetus o Balena.

Per liberarsi del mostro, Cefeo ricevette istruzioni dall'Oracolo di


Ammone di offrirgli in sacrificio sua figlia Andromeda. Andromeda
fu incatenata alla costa rocciosa di Joppa (la moderna Tel Aviv) ad La Balena, il mostro marino
aspettare che si compisse il suo tremendo destino. dall'aspetto bizzarro, come è
raffigurato in Atlas Coelestis di John
Dai Greci il mostro marino fu rappresentato come una creatura Flamsteed.
ibrida, con le enormi fauci spalancate e le zampe anteriori di animale
terrestre, attaccate a un corpo coperto di scaglie con enormi
avvolgimenti come fosse un serpente di mare. Di conseguenza nelle carte celesti questo mostro è disegnato
come una creatura dall'aspetto alquanto improbabile, più comico che spaventoso, per niente simile a una
balena, nonostante sia qualche volta identificata con essa.
Andromeda tremava mentre il mostro da film dell'orrore le si avvicinava, fendendo le onde come una nave
gigantesca. Fortunatamente, in quel momento l'eroe Perseo capitò da quelle parti e prese in mano la
situazione. Lanciandosi come un'aquila sulla schiena del mostro, Perseo conficcò la spada nella sua spalla
destra. Il mostro si drizzò sulle sue spire e si girò, con le fauci fameliche che cercavano di addentare il suo
attaccante. Perseo continuò a conficcargli la spada in corpo, nelle costole, nella schiena ricoperta di scaglie e
alla radice della coda. Sputando sangue finalmente il mostro cadde in mare e vi giacque come una carcassa
impregnata d'acqua. Il suo corpo fu trascinato a riva dagli abitanti del luogo riconoscenti, che lo spellarono
ed esposero le ossa al pubblico.

La Balena è la quarta costellazione in quanto a dimensioni, e ciò si addice a un tale mostro, ma nessuna delle
sue stelle è particolarmente brillante. Alfa della Balena si chiama Menkar dall'arabo «narici», un nome poco
indicato dato che questa stella è situata sulla mascella della bestia. La stella più famosa della costellazione è
Mira, che in latino significa «la stupefacente», in considerazione della sua brillantezza variabile. Capita che
la si veda facilmente a occhio nudo, ma il più delle volte è così debole da richiedere un binocolo o un
telescopio.

Mira è una stella rossa gigante le cui variazioni di brillantezza derivano da cambiamenti di dimensioni. La
stella fu registrata per la prima volta nel 1596 dall'astronomo olandese David Fabricius, ma la natura ciclica
dei suoi cambiamenti non fu riconosciuta fino al 1638. Il nome Mira le fu dato dall'astronomo polacco
Johannes Hevelius nel 1662, quando era l'unica stella variabile conosciuta.

Note
1. Result for various objects, SIMBAD. URL consultato il 4 giugno 2009.
2. Alan Hirshfeld, Roger W. Sinnott, Sky Catalogue 2000.0: Volume 2: Double Stars, Variable
Stars and NonstellarObjects, Cambridge University Press, aprile 1985, ISBN 0-521-27721-3.
3. ^ The International Variable Stars Index - AAVSO, su Results for various stars. URL consultato il
20 giugno 2009.
4. ^ The NGC/IC Project Public Database, su Results for various objects. URL consultato il 20 giugno
2009 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2009).
5. ^ NASA/IPAC Extragalactic Database, su Results for various stars. URL consultato il 20 ottobre
2006.

Bibliografia
(EN) Michael E. Bakich, The Cambridge Guide to the Constellations, Cambridge University
Press, 1995, ISBN 0-521-44921-9.
(EN) Milton D. Heifetz; Wil Tirion, A Walk through the Heavens: A Guide to Stars and
Constellations and their Legends, Cambridge University Press, 2004, ISBN 0-521-54415-7.
AA.VV., Astronomia - Dalla Terra ai confini dell'Universo, Fabbri Editori, 1991.

Altri progetti
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o altri file su Balena (https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Cetus_(constellatio
n)?uselang=it)

Collegamenti esterni
(EN) Balena, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
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