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Foto Ansa
Pochi minuti dopo la diffusione della notizia della sua scomparsa, l’hashtah #UmbertoEco si è
posizionato in testa ai trend topic su Twitter e da lì non si è più mosso. Paradossale, forse,
l’interesse dei social media, per il filosofo scrittore che aveva fustigato i social media solo pochi
mesi fa: «Danno diritto di parola a legioni di imbecilli», erano state le taglienti parole di Eco nel
ricevere all'Università di Torino la laurea honoris causa in Comunicazione e Cultura dei media.
«Il social media promuove lo scemo del villaggio a detentore della verità - aveva detto -. Prima le
persone parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano
subito messi a tacere mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l'invasione
degli imbecilli», aveva aggiunto. E tale disamore era stato prontamente ricambiato su Facebook,
Twitter e sugli altri social, attraverso una pletora di commenti livorosi che prendevano di mira
l’autore de «Il nome della Rosa» e di «Diario minimo».
Lo scontro Eco-troll
Ma sarebbe sbagliato rubricare questo scontro come quello tra la modernità fluida e condivisa
dell’economia digitale e lo studioso di Medioevo e altre cose passate, ormai spiazzato dalle
innovazioni. Umberto Eco ha incarnato, dalla sua militanza nella neoavanguardia del Gruppo ’63,
poi con libri come «Opera aperta» e «Come si fa una tesi di laurea», con la rivista Alfabeta e con i
suoi romanzi, un’idea di cultura proiettata che non aveva timore di essere utilizzata e consumata, in
cui partecipare attivamente, esaltando il protagonismo del singolo capace di superare le gabbie
culturali dell’ortodossia.
Le ultime polemiche
Nella sua ultima intervista spiegava l'addio a quella che chiamava “Mondazzoli” (la Rcs Libri
acquisita da Mondadori) per prendere “La nave di Teseo” varata da Elisabetta Sgarbi; nel suo
ultimo tweet, datato lo scorso novembre, Umberto Eco scriveva «c'è un ritorno al cartaceo, il
giornale non sparirà almeno per gli anni che mi è consentito di vivere». E proprio i social,
nonostante la tarda ora in cui è giunta notizia della sua morte, celebrano il grande intellettuale.
Sintetico il comunicato di Bompiani: «Lutto per la cultura, ci lascia Umberto Eco: Siamo
addolorati». Giovanna Melandri aggiunge:«Che tristezza la notizia della morte di Umberto Eco. Un
grandissimo intellettuale e scrittore, una persona unica e speciale. Mancherà tanto».