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1. Tra giugno e novembre 1941 viene fucilato 1 milione di persone, più 400 000 mila nel 1942,
nel corso di varie operazioni mobili di massacro. E anche il momento in cui le autorità
centrali riflettono ancora su piani di deportazione "a Est" come "soluzione".
2. Tra il 1941 e 1942 sarebbe maturata la scelta definitiva del genocidio. Sono le autorità
berlinesi a gestire i massacri che si trasformano in sterminio sistematico degli ebrei
dell'Europa e sembra ormai certo che la decisione fatale sia stata presa in risposta alla
dichiarazione di guerra degli Stati Uniti (interpretata come una mossa della "finanza ebrea
internazionale").
3. Tra marzo e l'estate 1942 si assiste all'attuazione del genocidio organizzato con la
costruzione e la messa in funzione delle fabbriche della morte e dei lager.
4. A partire dell'estate 1942 e per un periodo di tempo di quasi 3 anni il sistema del genocidio
industriale causa la morte di quasi 3 milioni di persone portate dai convogli ferroviari.
Le fabbriche della morte erano diventate una macchina di sterminio senza precedenti più per l'alto
livello organizzativo delle esecuzioni che non per la meccanizzazione della violenza. Questa
razionalizzazione serviva sprattutto a banalizzare fino all'estremo la messa a morte e a trasformarla
in una semplice fase tecnica all'interno di un processo complesso: una tappa della divisione del
lavoro.
Nei territori con una forte presenza di comunità ebraiche, la popolazione locale aveva degli
atteggiamenti molto diversi che andavano dall'indifferenza all'approvazione, fino alla
partecipazione attiva e volontaria alla persecuzione subita dagli ebrei. Senza questi atteggiamenti
difficilmente la "Soluzione finale" avrebbe potuto essere portata a termine cosi velocemente. Fin
dalle prime settimane dell'invasione dell'URSS i nazionalisti ucraini e baltici reclamavano "la
pulizia dei polacchi e degli ebrei" si abbandonavano ad atti di violenza: molti partecipavano a vere
e proprie cacce agli ebrei, come nella città di Jedwabne nel 1941 dove morirono 1600 ebrei.
Il potenziale di violenza contro i capri espiatori ebrei era già alto nel periodo tra le 2 guerre con
saccheggi, umilazioni e violenze fisiche ma esplose defitivamente nel 1941 al momento
dell'invasione tedesca.
4. La Shoah è unica?
"Un tale dissanguamento non ha precedenti nella storia europea; l'impresa nazista è stata unica nel
suo stesso principio" diceva nel 1951 Poliakov nel libro Il nazismo e lo sterminio degli ebrei.
Veniva cosi sollevato il problema dell'unicità della Shoah nella sua duplice dimensione: non
soltanto quell'evento è unico per la sua entità e per i mezzi impiegati, ma anche per la causalità
ideologica e politico-psicologica che ha condotto ad esso. E un problema che si pone solo ed
esclusivamente per il genocidio degli ebrei.
Due ragioni condizionano il postulato del cattere unico e senza precedenti della Shoah: da una
parte, l'enorme lavoro di memoria compiuto dagli ebrei, e dall'altra, la rappresentazione di una
coscienza occidentale mutilata. Il fatto che la memoria ebraica sia emersa e poi si sia imposta nelle
discussioni pubbliche, tanto che sono stati riconosciuti ufficialmente i termini "Olocausto" e
"Shoah" è sicuramente importante per la comprensione e l'interpretazione storica dell'avvenimento.
La volontà di portare la propria testimonianza ha permesso innanzi tutto a moltissime vittime di
continuare a sopravvivere rendendo omaggio ai defunti. Più tardi il bisogno di testimoniare fu
indissolubilmente legato all'ansia di capire e di lottare contro la negazione di questo crimine. II
lavoro di memoria è riuscito efficacemente a impedire che la società dimenticasse o banalizzasse
questo evento, contribuendo cosi a rendere centrale l'idea che l'avvenimento nel suo complesso
fosse unico. Il risultato di questa focalizzazione esclusiva è il dogma imperioso dell'unicità della
Shoah, che tende a imporre l'idea che non solo questo avvenimento sia unico ma è anche il solo
avvenimento di questo genere che si sia mai verificato.
Una seconda ragione concorre a fare di questo genocidio un fatto unico: è stato perpetrato nel
cuore di quell'Europa da sempre considerata il simbolo di una civiltà fatta di valori quali
l'umanesimo, la modernità e il progresso. I responsabili di questo crimine provenivano dal paese
che sembrava incarnare maggiormente quella grande cultura, sia classica sia scientifica. Inoltre, da
una parte la comunità delle vittime era all'origine di quella stessa civiltà. Il genocidio non si riduce
solo alla tragedia degli ebrei ma è ormai il criterio in base al quale valutare lo sconvolgimento dei
valori occidentali. La conseguenza di questo dogma della singolarità è costituita dall'implicita
gerarchizzazione delle vittime dei genocidi del XX secolo, negando il carattere genocidario di altri
massacri. Il terzo pericolo consiste invece di dimenticare il contesto storico in cui questo genocido
s'inscrive. Non si puo capire la Shoah senza fare riferimento ad altre violenze: alla prima guerra
mondiale, alla rivoluzione russa e alla guerra totale. La Shoah rappresenta percio una componente e
una manifestazione della crisi generale che ha investito l'Europa a inizio XX secolo e come tale è
parte integrante della storia europea.
Se si vuole procedere a un'analisi comparativa, bisogna farlo mettendo in discussione i principali
argomenti a sostegno della tesi dell'unicità, attraverso un confronto con le caratteristiche degli altri
genocidi nazisti e dei massacri precedenti (Turchia, URSS) o successivi (Cambogia, Ruanda).
Generalmente, gli storici della Shoah difendono la tesi del genocidio "estremo" senza precedenti
nella storia dell'umanità, basandosi su 5 argomenti:
1. Il genocidio degli ebrei sarebbe il solo a essere stato perpetrato in nome di considerazioni
puramente ideologiche e a rendere unica la Shoah non era il numero delle vittime, quanto
piuttosto l'irrazionalità dell'omicidio in massa, il suo aspetto non utilitaristico. Ma se da una
parte l'Olocausto è specifico in termini di obiettivi, radicalità, entità e procedure, dall'altra la
sua esecuzione lo rende molto simile ai massacri di cui sonostati vittime altri gruppi.
2. Solo il genocidio degli ebrei avrebbe un carattere globale e universale. Gli ebrei furono
perseguitati allo stesso modo in tutta l'Europa occupata e, se Hitler avesse vinto la guerra,
non avrebbero potuto rifugiarsi in nessun luogo al mondo. Questo aspetto è effettivamente
cruciale e non si riscontra in altre azioni genocidarie, tutte circoscritte ad aree geografiche
ben precise.
3. Il genocidio degli ebrei sarebbe il solo in cui era previsto lo sterminio totale del gruppo
vittima, bambini inclusi. Infatti non era possibile fare alcuna eccezione nè rieducare degli
individui. Al contrario, nelle imprese genocidarie animate da motivi più strettamenti politici,
esisteva la possibilità di sopravvivere: i bambini armeni potevano essere affidati a famiglie
musulmane per essere "turchizzati", i piccoli kulak potevano essere "rieducati" nei campi e i
bambini polacchi resi "germanizzabili" dalle SS, mentre i bambini zingari si potevano
salvare se considerati di razza ariana. Ma sia nella Cambogia dei Khmer rossi e sia nel
Ruanda invece i bambini erano condannati come i loro genitori.
4. Il genocidio degli ebrei sarebbe unico perchè fu un processo industriale e burocratico,
moderno.Ma anche nel 1915 gli ottomani usarono ampiamente delle tecniche moderne e
procedure burocratizzate per risolvere la "questione armena". Inoltre l'organizzazione
burocratica e moderna del genocidio fu meno evidente di quanto si crede generalmente,
come ce lo ricordano il massacro "artigianale" di Babi Yar (circa 33 mila ebrei), lo sterminio
poco moderno di 530 000 ebrei della Galizia orientale o la fucilazione di circa un milione e
mezzo di ebrei nella Russia occupata.
5. Infine il genocidio degli ebrei sarebbe sarebbe senza precedenti perchè il regime che lo ha
perpetrato, il Terzo Reich, sarebbe anch'esso senza precedenti. Per l'ideologia e gli obiettivi
del suo fondatore e dei suoi dirigenti, il nazionalsocialismo rappresenterebbe il tentativo più
radicale di cambiare quel mondo occidentale nato dai principi equalitari della civiltà giudeo-
cristiana, dall'umanesimo, dal progressismo e universalismo, e cioè da tutto cio che
costituisce il retaggio culturale comune a milioni di europei e americani. L'ebreo,
incarnazione vivente di tale retaggio, sarebbe il simbolo dell'intellettualizzazione del mondo
alla quale la Germania nazista intende contrappore la propria ideologia.
Se alcuni elementi sono innegalmente specifici della Shoah, altri si ritrovano invece nei diversi
genocidi del secolo, o negli altri genocidi commessi da nazisti (malati di mente, zingari), o in quelli
perpetrati dal governo ottomano e dalla Russia di Stalin, per non parlare della Cambogia e del
Ruanda. La Shoah si inserisce in un contesto più generale di violenze, riconducibile sia alla
brutalizzazione della mente e del comportamento derivata dalla guerra totale del XX secolo.
La Shoah è estrema perchè in essa si trovano uniti tutti momenti genocidario, che invece in altri
avvenimenti genocidari non sono presenti o comunque non tutti insieme (misure di stigmatizzazione
ideologica, ghettizzazione, omicidi collettivi...). Questo spiega perchè la Shoah è al centro della
nostra visione generale del genocidio, e, racchiudendo in sé i tratti più caratteristici di un fenomeno
ci aiuta a capire le altre barbarie del secolo.