Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Karl Marx
Conosce Engels a Parigi ed entra in contatto con la Lega dei Giusti (organizzazione
comunista), che in seguito diventerà la lega dei Comunisti, che affiderà a Marx ed
Engels di stilare il Manifesto del partito comunista, pubblicato nel 1848.
Il mondo delle idee per Marx corrisponde all’ideologia, quindi ai valori dettati dalla
classe dominante, che corrispondo ad un’immagine rovesciata della realtà.
Le idee dipendono dalla realtà, non come in precedenza, quando le idee erano
indipendenti e comandavano la realtà.
Per Marx le false idee possono essere confutate non con altre idee, bensì con il
capovolgimento dei rapporti economico-sociali, e quindi questo spiega
razionalmente e filosoficamente la “Rivoluzione” auspicata da Marx.
Il capitale non è per Marx solamente denaro, ma denaro che produce denaro.
Il capitalista è colui che possiede i mezzi di produzione, il proletario è colui che
possiede solo la propria forza-lavoro che utilizza per produrre la merce che va al
capitalista. Il salario rappresenta la retribuzione che percepisce il proletario, e che
risulta quasi sempre inferiore al lavoro fornito, questo costituisce il reale guadagno
del capitalista.
Fino al capitalismo si utilizzava la formula M-D-M, cioè merce-denaro-merce, mentre
nell’economia capitalista lo schema è D-M-D, denaro-merce-denaro, cioè il
capitalista investe una somma in denaro per ricavare merce dalla quale ricaverà
ulteriore denaro. L’arricchimento del capitalista è dato principalmente dal
Plusvalore, che corrisponde alla quantità di lavoro non retribuito al proletario.
Il capitalista, praticamente, attua un’appropriazione indebita, sia nei confronti del
lavoro dell’uomo che nei confronti della natura. La proprietà privata e lo
sfruttamento dell’uomo su uomo non è una condizione intrinseca nell’essere
umano, ma è determinata dalle regole dell’economia capitalista.
Marx afferma che è stata la stessa borghesia a fornire le armi al proletariato che
attuerà la rivoluzione. Le armi sono gli stessi mezzi di produzione, così come i
borghesi trovarono degli intellettuali aristocratici che li sostennero nella rivoluzione,
i proletari troveranno negli intellettuali rivoluzionari (tra cui Marx), un aiuto nella
rivoluzione.
Questo porterà ad una società senza classi, quindi all’”abolizione dello Stato”, inteso
come abolizione di sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Dal dominio proletario si
passerà ad una società senza classi, a favore dell’affermazione del comunismo.
Marx fa una distinzione tra le due fasi del comunismo: “rozzo” e “superiore”.
In quello “rozzo”, dopo la rivoluzione, la proprietà privata viene abolita e viene
nazionalizzata, ed ognuno riceve un salario in relazione al lavoro svolto. Con il
comunismo “superiore”, ci sarà l’abolizione di rapporti di possesso e di consumo, ed
ognuno riceverà un salario in relazione alle proprie capacità e secondo i suoi bisogni.
Sigmund Freud
Freud nasce in Moravia nel 1856, da famiglia ebrea. Studia medicina e si laurea a
Vienna col massimo dei voti. La sua specializzazione riguarda lo studio e la cura delle
malattie mentali. Grande influenza su di lui avrà Breuer, studioso dell’isteria.
Comincia a studiare queste nevrosi attraverso l’ipnosi, che permetteva a Freud di
capire i problemi che stavano alla base della malattia. Secondo Freud le patologie
nervose provenivano dalla struttura della psiche, piuttosto che da alterazioni
organiche. Tra i suoi lavori più importanti di Freud, ricordiamo: “L’interpretazione
dei sogni”, “Tre saggi sulla teoria sessuale” e “Il disagio della civiltà”.
La sua teoria della psicoanalisi, fu inizialmente derisa e non considerata, ma
successivamente prese piede in Europa, fino a fondare l’Associazione Psicoanalitica
Internazionale. Le sue opere furono bruciate nel 33’ da Hitler in Germania, fu
costretto a trasferirsi a Londra, dove morì nel 1939.
La Vienna a cavallo tra fine 800’ e inizi 900’, è una città vivacissima, piena di
intellettuali, in prevalenza ebrei. Freud, ebreo ed ateo, era un medico che propose la
sua teoria della Psicoanalisi, utilizzata come terapia medica, ma che si fonda su una
teoria scientifica. Secondo questa teoria ogni cosa è determinata dalla lotta tra gli
impulsi umani. Freud ritiene di aver scoperto l’inconscio, da lui definito “continente
sommerso”.
La scoperta dell’inconscio.
Io, Es e Super-io.
La spinta sessuale.
La maggior parte dei filosofi escludeva la spinta sessuale come movente della nostra
condotta ( tranne Schopenhauer che aveva identificato gli istinti sessuali come
espressione della volontà umana). Freud afferma che la sessualità è alla base della
nostra condotta umana, non solo la sessualità dell’età adulta ma soprattutto quella
dell’età infantile. Afferma che le spinte pulsionali possano determinare malattie
nervose e mentali. Freud chiama “libido”, l’energia psichica propria della pulsione
sessuale.
Questi impulsi, danno la spinta all’uomo per creazioni artistiche, religiose, sociali e
culturali di alto livello. Secondo Freud, la società ha sacrificato queste spinte
sessuali, attraverso la rimozione, il controllo e la repressione, come prezzo per
vivere ed essere accettati nella società.(Sublimazione).
Freud si sofferma molto sull’interpretazione dei sogni, che sta alla base della
psicoanalisi. Il contenuto manifesto del sogno (cioè quello che ci ricordiamo),
nasconde dei significati latenti, cioè inconsci. Durante il sonno, il Super-io allenta la
sua “censura” e quindi l’Es può esprimere e realizzare i suoi desideri, che vengono
manifestati in modo simbolico. Il compito dello psicoanalista è quello di individuare
questi significati latenti attraverso l’interpretazione del sogno, di natura
prevalentemente sessuale.
La sessualità infantile all’origine del comportamento adulto
Io, Es e Super-io sono in continuo conflitto. Conscio e Inconscio hanno limiti sfumati,
proprio perché l’uomo ha il compito di equilibrare queste due istanze. La
psicoanalisi non è un processo definito, ma un compito infinito sempre soggetto a
revisioni. Questo compito infinito non riguarda solo il singolo soggetto, ma tutto il
genere umano. Secondo Freud, non è solo il principio del piacere a dominare la vita
psichica dell’individuo, il quale si trova a ripetere azioni e pensieri che vanno contro
il suo interesse e piacere. Freud propone una teoria delle pulsioni basata sul
conflitto tra pulsioni di vita e pulsioni di morte. Freud arriva a proporre una
speculazione filosofica, che affronta lo studio dell’uomo e della civiltà
contemporanea. È proprio nei fenomeni sociali e culturali del suo tempo che Freud
scorge il risultato del conflitto tra processi non consapevoli e manifestazioni
coscienti. La religione viene interpretata come proiezione di una figura paterna e
rassicurante (Dio). Così lo stesso avviene nell’accettazione di regimi autoritari, che
rappresentano un capo che guida la popolazione.
Friedrich Nietzsche
Kant e Schopenhauer hanno smascherato i limiti della ragione umana (in campo
artistico Wagner ed il suo dramma) proponendo una realtà sia dionisiaca che
apollinea ed iniziano la “cultura tragica”. Se però Schopenhauer rinnega la vita,
Nietzsche dice “si” alla vita, anche durante le situazioni più tragiche.
Negli scritti successivi riflette su ragione, scienza e arte, riconoscendo la validità del
pensiero illuministico portato avanti da Voltaire, poiché gli illuministi rifiutavano
tutto quello che aveva radice religiosa o metafisica.
L’obbiettivo di Nietzsche è quello di smascherare le false verità, non di crearne
nuove. In un suo aforisma afferma che “Dio è morto”, intendendo la trasvalutazione
e il rovesciamento dei valori religiosi e metafisici in favore di quelli “terreni”.
Questo è il libro più famoso di Nietzsche, dal tono profetico, cerca di esprimere un
messaggio per l’umanità, comunicando che dopo la trasvalutazione dei valori e la
scomparsa della religione, l’uomo deve superarsi ed accettare questa condizione.
Il “si” alla vita o “amor fati” (amore verso il destino), è caratterizzato da una ciclicità
degli avvenimenti, che si contrappone alla linearità della dottrina cristiana, che
prevede una linea dall’inizio del fenomeno ad una sua fine. Questa teoria
dell’eterno ritorno, spiega che il senso di ogni evento ritorna all’interno dell’evento
stesso, dando senso e significato ad ogni attimo.
Secondo Nietzsche i valori della morale tradizionale sono sempre stati dettati dalla
classe sociale più alta, gli aristocratici, fin quando non si attuò il capovolgimento di
classe, come ad esempio quelli del proletariato e la borghesia.
In accordo con la trasvalutazione dei valori, Nietzsche non può che essere contrario
al cristianesimo, in quanto portatore di questi valori e causa della negazione della
vita. (Anticristo).
Esistenzialismo
L’esistenzialismo è una corrente di pensiero che si sviluppa soprattutto tra gli anni
20 e gli anni 50 del ‘900, tra le due guerre. Alla base di questa filosofia sta l’esistenza
dell’uomo in relazione al mondo. Gli esistenzialisti credevano che l’uomo fosse una
nullità in confronto al mondo e che dovesse sempre affrontare delle scelte, perché
disorientato e abbattuto dagli eventi successivi ai conflitti.
Arthur Schopenhauer
Per Schopenhauer l’uomo deve allontanarsi dalla massa per poter comprendere il
suo pensiero. L’uomo deve arrivare allo stato di ascesi intellettuale.
L’opera, la più significativa del filosofo, trae ispirazione dalle teorie di Kant, e la sua
concezione dualistica della realtà (fenomeno e noumeno). La rappresentazione
corrisponde al “fenomeno”, che è inteso in maniera negativa da Schopenhauer che
lo riduce a semplice inganno; mentre la volontà corrisponde al “noumeno” kantiano,
quindi la realtà inconoscibile e caratterizzata per Schopenhauer dalla volontà
irrazionale, a differenza del noumeno kantiano, che era inconoscibile per l’uomo,
Schopenhauer lo ritiene conoscibile attraverso l’esperienza umana.
Schopenhauer si ispira anche al dualismo platonico che si basava sulla differenza tra
il mondo delle idee (iperuranio) e la realtà materiale.
Un’altra influenza particolarmente forte in Schopenhauer è costituita dalle filosofie
orientali dei Veda e in seguito del buddhismo che riteneva che la realtà fosse
illusione che provocava dolore e sofferenza negli uomini ed indicava il filosofo come
l’unico individuo che potesse guidare l’uomo alla liberazione da questo dolore.
Schopenhauer indica anche un percorso che l’uomo deve intraprendere per liberarsi
dal dolore, e passare gradualmente i livelli della vita etica (astinenza sessuale,
giustizia, amore, compassione, ascesi e santità).
Schopenhauer effettua un’analisi più approfondita appunto del mondo sia come
rappresentazione che come volontà.
-La ragione costituisce l’ultimo stadio della conoscenza della realtà ed è posseduta
soltanto dall’uomo, a differenza degli animali. La ragione non si ferma solo ad
analizzare gli elementi singolarmente e la loro relazione causale, ma si basa sui
concetti, sviluppati attraverso processi logici astratti e riflessivi, non semplicemente
intuitivi.
La condizione umana
La filosofia per Schopenhauer è l’arte più alta della conoscenza umana, va oltre la
scienza cercando di spiegare e dare risposte agli interrogativi che vanno oltre la
razionalità umana. Quindi spiegare l’origine della “cosa in sé” o noumeno kantiano,
che per Kant stesso era appunto inspiegabile razionalmente.
Per Schopenhauer l’arte rappresenta una via, seppur precaria, per la liberazione dal
dolore: l’artista è l’unico che fondendosi con il principio di idea, riesce a creare
l’opera d’arte, risultato della sua esperienza “mistica”.
La via dell’arte è comunque una via precaria, mentre per Schopenhauer la via
definitiva e solida per liberarsi dal dolore è rappresentata da un processo individuale
che interviene sul comportamento quotidiano di ognuno.
La volontà di vivere si manifesta soprattutto nella sfera sessuale, come simbolo di
autoconservazione sia individuale che della specie. La condizione naturale dell’uomo
è l’egoismo, che è lecito fino a quando non entra in collisione con la libertà di vivere
altrui, quando invece questo accade si crea quella guerra di tutti contro tutti che da
inizio alla limitazione della volontà.