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La nozione di potere ci consente di unificare tutte le azioni politiche: il potere non riguarda soltanto

i politici (o l’élite di turno: nobili, borghesi, aristocratici, oligarchi), ma anche il popolo, come la
lotta per esso non riguarda soltanto i suoi protagonisti ma anche le singole classi sociali (o i singoli
individui). Il cittadino è tuttavia legato a questa lotta in modo diverso.
L’affinità, come in economia, riguarda la volontà di entrambe le parti di guadagnare dalla
contrattazione: il cittadino, come il consumatore, non serve soltanto al politico, o al produttore, in
quanto è anche vero il contrario.
La lotta per il potere è costante e perenne, non riguarda solamente periodi elettorali definiti ma la
vita quotidiana e la storia mediatica giornaliera.
Il potere può essere definito come:
1. potere sulle cose
2. potere sulle persone (sociale)
Il potere non è una cosa, una sostanza, ma è un rapporto tra uomini triartico (attore A, B e sfera in
cui tale potere viene esercitato).
Il potere attuale è una relazione tra comportamenti è implica tre aspetti:
1. il comportamento di A volto a modificare quello di B
2. il comportamento di B in cui si concretizzano le richieste di A
3. il nesso causale tra i due comportamenti
Per questo motivo il potere attuale può essere definito più propriamente come un rapporto di
causazione sociale intenzionale e sufficiente.
e.s.: Il padre ordina al figlio di fare i compiti, il figlio esegue;
Il bambino, in questo caso ricoprente il ruolo di attore B, può fare i compiti anche per un motivo
differente dall’ordine del padre, che non è una causa sufficiente.
Il criterio dell’intenzionalità di A su B non è l’unica possibilità di concretizzazione del potere: vi
possono essere casi in cui B modifica il proprio comportamento in maniera autonoma, senza la
volontà implicità (intenzionalità) di A.
Il potere potenziale non si traduce in un effettivo rapporto di comando ed obbedienza, ma si
concretizza in una capacità di modificare e alterare i comportamenti altrui. E’ un rapporto tra
attitudini, non azioni: la possibiltà di A di dettare legge a B e la possibilità di B di obbedire o meno
ad A.
I fattori che possono indurre potere potenziale sono risorse economico, militare, geopolitico,
morale. Oltre al loro possesso è tuttavia anche necessaria la capaità di utilizzarle.
Affinché A abbia potere (attuale e potenziale) su B, occorre tenere presente le preferenze di
quest’ultimo: le sue possibilità devono in qualche modo interessare B per poter essere utili.
Il potere potenziale, se stabilizzato, si chiama potere stabilizzante: quando ad unìalta probabilità che
B compia con continutà comportamenti corrisponde al volere di A corrisponde la probabilità che A
continui a mantenere tali i suoi comportamenti. Sussiste sempre un rapporto di conflittualità: nel
momento iniziale esiste un conflitto a causa della diversa volontà di B (che se non fosse obbligato a
seguire A farebbe diversamente); nel momento finale B potrebbe considerare id aver fatto la cosa
giusta. Tuttavia, se B si accorge di esser stato manipolato, esso contribuisce ad un massimo di
conflitto nei confronti di A.

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