Sei sulla pagina 1di 1

PARTE QUINTA L’età delle corti: la seconda fase della civiltà umanistico-rinascimentale (1492-1545)

CAPITOLO IV Il Principe 1

Il conflitto delle interpretazioni: la data di composizione del Principe


S14 ON LINE
e il suo rapporto con i Discorsi

INTERPRETAZIONI Intorno alla data di composizione del Principe si confrontano due tesi principali. Alcuni studiosi, fra cui Oreste Tom-
masini e Friedrich Meinecke, sostennero che l’opera sarebbe stata sottoposta a revisioni per vari anni a partire dal
1513; secondo altri studiosi, invece, fra i quali Federico Chabod, il trattato sarebbe stato scritto di getto in pochi
mesi nel 1513 e non avrebbe più subito alcuna sostanziale revisione. Punto di partenza dei primi è una frase del-
la lettera al Vettori del 10 dicembre 1513 in cui Machiavelli annuncia all’amico di aver composto l’opera afferman-
do «anchor che tuttavolta io l’ingrasso e ripulisco». La frase venne interpretata come prova che a quella data l’au-
tore continuava ad ampliare e rivedere il trattato. Per Tommasini l’opuscolo presentato nella lettera col titolo De
principatibus sarebbe un abbozzo della redazione definitiva, composta nel 1515. Secondo il Meinecke il tratta-
to De principatibus corrisponderebbe solo agli attuali primi undici capitoli. In seguito l’opera sarebbe stata am-
pliata di tutti i capitoli successivi all’XI e solo nel cap. XV Machiavelli dimostrerebbe di aver acquisito coscienza
dell’originalità del proprio pensiero. Queste interpretazioni vennero confutate da Chabod nel 1927: il testo, fatta
salva la dedica, sarebbe stato scritto senza ulteriori revisioni tra il luglio e il dicembre 1513. Nel Principe manca-
no infatti accenni relativi agli avvenimenti del 1515 e il linguaggio e i temi del trattato lo collegano strettamente
alle lettere scritte da Machiavelli a Vettori nel periodo agosto-ottobre 1513. Attualmente la tesi di Chabod è ac-
cettata dalla maggior parte degli studiosi, ma vi è anche chi, come Jean-Jacques Marchand e Mario Martelli, par-
la di «diverse fasi di redazione» e di «struttura stratificata» del trattato.
Anche per quanto riguarda il rapporto del Principe con i Discorsi esistono opinioni diverse. Roberto Ridolfi, ad esem-
pio, nel 1954 ha avanzato l’ipotesi, destinata a larghissima fortuna, dell’esistenza di una cesura compositiva nei
Discorsi, all’altezza del capitolo XVIII del primo libro, dopo il quale il testo sarebbe stato interrotto, nel 1513, per
lasciar spazio alla rapida composizione del Principe. Felix Gilbert propose invece la tesi secondo cui la stesura dei
Discorsi sarebbe successiva alla composizione del Principe. Essa sarebbe avvenuta intorno al 1515, in relazio-
ne alle conversazioni tenute da Machiavelli nei giardini di proprietà di Cosimo Rucellai, gli Orti Oricellari.
Comunque si siano succedute nel tempo le composizioni dei due testi, è chiaro che il conflitto non riguarda so-
lo le questioni filologiche ma anche quelle più schiettamente interpretative e critiche. L’ipotesi di una composizio-
ne a strati del Principe permette di vederne la stesura in relazione alla progressiva modificazione degli avvenimen-
ti fiorentini. Alcuni capitoli sarebbero stati aggiunti per rispondere a una volontà di intervento politico dell’autore
rispetto all’evoluzione della signoria medicea. Viceversa la tesi della stesura di getto assegna al Principe il com-
pito di rappresentare, in modo del tutto compiuto, la teoria politica di Machiavelli.
Il problema del rapporto con i Discorsi coinvolge anche la questione se, nel tempo, si sia verificato un cambia-
mento di posizioni politiche in Machiavelli. Nei Discorsi, infatti, egli sostiene la repubblica popolare, mentre nel Prin-
cipe il principato assoluto. In tempi e modi diversi, sia Luigi Russo che l’allievo di Chabod, Gennaro Sasso, han-
no cercato di studiare il rapporto tra le due opere prescindendo dalle questioni cronologiche. Russo affida alla for-
mula «Machiavelli artista-eroe della tecnica politica, della politica pura» il compito di risolvere la contraddizione
contenuta nelle posizioni ideologiche contrastanti del Principe e dei Discorsi. Secondo Russo i due libri rappre-
senterebbero due fasi diverse di una costante «passione per la tecnica politica»: nel Principe prevarrebbe l’atten-
zione per lo Stato come creazione di un individuo, nei Discorsi invece per lo Stato-civiltà, per lo Stato come regi-
me destinato a continuare. Nella prima opera Machiavelli si pone l’obiettivo teorico di dimostrare come costrui-
re uno Stato, nella seconda di come farlo durare. Secondo Sasso più forte di ogni contrasto sarebbe il legame di
continuità fra i due testi: questi sarebbero strettamente intrecciati concettualmente all’altezza del diciottesimo ca-
pitolo dei Discorsi, che costituirebbe il «luogo ideale» in cui prende avvio il concetto ispiratore del Principe.
Secondo Sasso, infatti, è la crisi della repubblica, analizzata in quel capitolo, a far nascere l’idea del principato,
il quale può svilupparsi solo quando le repubbliche abbiano toccato il limite estremo della degenerazione. Fra il
Principe e i Discorsi non ci sarebbe dunque contraddizione, e anzi la prima opera presuppone la seconda.

Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese LETTERATURA STORIA IMMAGINARIO [G. B. PALUMBO EDITORE]

Potrebbero piacerti anche