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vicende esistenziali dalle forti convergenze. «C’è una forte affinità tra la
fine di Pasolini e la fine di Caravaggio – ha scritto Federico Zeri – perché
in tutt’e due mi sembra che questa fine sia stata inventata, sceneggiata,
diretta e interpretata da loro stessi».
L’occasione di una mostra napoletana delle opere dell’ultimo
Caravaggio (Caravaggio. L’ultimo tempo 1606-1610. Napoli, Museo di
Capodimonte, ottobre 2004-gennaio 2005) dà modo a Davide Varì di
riflettere sull’esistenza parallela dei due grandi artisti: entrambi eretici,
irregolari e insieme partecipi del dolore dei disperati, innamorati della
vita e dell’eros e creatori di arte inimitabile, pervasa dal labirinto della
passione.
Una nota
Su Caravaggio Pasolini scrisse nel 1974 il saggio La luce di
Caravaggio, rimasto inedito e oggi leggibile in Saggi sulla letteratura e
sull’arte, a cura di W. Siti e S. De Laude, II, “Meridiani” Mondadori,
Milano 1999, pp. 2672-2674.