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Aut.ne Tribunale Livorno n° 683 del 02/03/2005 - Spediz. in abb. postale: postatarget creative - CENTRO 1/02524/11.2014 - Posteitaliane
Anno XX - n° 210
L’Editoriale
di Enrico Dello Sbarba
enricodellosbarba@virgilio.it
Unità politica
mancata
anche nel mezzo
di questa
tragedia!
A metà degli anni ’70 del secolo
scorso l’Italia stava attraversan-
do uno dei momenti più critici del-
la propria storia democratica. Im-
perversava il terrorismo rosso e
nero con numerose vittime, spe-
cialmente servitori dello stato, men-
tre la situazione socioeconomica
stava deteriorandosi sempre di più
acuendo così i conflitti sociali.
La classe politica, i partiti risenti-
vano della gravità della situazio-
ne: le elezioni, svoltesi nel 1973,
non consentivano una maggioran-
za di governo stabile, il centrosi-
nistra era entrato in crisi a causa
dei contrasti sempre più latenti
tra la D.C. ed il PSI, per cui si
procedeva a tentoni con soluzioni
governative assolutamente preca-
rie. La crisi intanto si accentuava
colpendo tutti i settori produttivi
mentre quella la sicurezza si sta-
va quotidianamente aggravando.
Nel 1974 si svolse il referendum
per l’abolizione della legge sul di-
vorzio che sancì la vittoria dei
segue a pag. 2
Maggio 2020
All’ombra del virus
di Francesco Butini
Si stanno allentando le regole del nostro
vivere quotidiano nella pandemia da Co-
sa universale, ci ha ricordato l’illusione
di aver creduto di rimanere sani in un
vid-19, e anche la politica italiana sembra
riprendere come prima, più di prima, le
mondo malato. Ci sentiamo di estendere
le “malattie” dallo spirito all’economia e
sue abitudini allentando i propri freni ini-
bitori (altrimenti detto “senso di respon-
alla politica.
Ci sono “malattie” strutturali nel nostro
sabilità”).
L’obiettivo principale è il Presidente del
Paese, di cui tre diventano gravi in stati
di improvvisa emergenza come quelli che
Consiglio: logorarlo di polemiche fino alle stiamo vivendo. Una è il debito pubbli-
sue dimissioni. Magari non immediata- co, un’altra è la sotto-capitalizzazione
mente, è ancora troppo presto per rischiare delle nostre imprese, la terza è quanto
di dover governare questa fase di epide- resta dello stato sociale.
mia virale e di crisi economica, ma tra All’ombra del virus ci sono soccorritori
qualche mese potrebbe essere il momen- non sempre disinteressati. Esistono at-
to buono, ritenendo che sarà più facile e tori della geo-politica e della geo-econo-
meno scomodo andare al suo posto. mia internazionale interessati ad appro-
All’ombra del virus crescono ambizioni e fittare della debolezza e delle difficoltà di
necessità, nuovi equilibri e vecchi conti un Paese come l’Italia, sfruttando le
da regolare. “malattie” dell’ingente debito pubblico e
Papa Francesco, capo spirituale della Chie- segue a pag. 2
La solitudine del coronavirus
Una scena già vista.
Dopo quella di Papa
Francesco che cele-
brava la Santa Mes-
sa di Pasqua in una
piazza San Pietro as-
solutamente vuota,
anche il Presidente
della Repubblica
Sergio Mattarella
ha celebrato, in com-
pleta solitudine, al-
l’Altare della Patria
l’anniversario del 25
Aprile.
 2
dalla prima pagina
Unità politica mancata
anche nel mezzo
di questa tragedia!
“no” alla eliminazione di quell’istituto.
Le elezioni amministrative del 1975
fecero registrare una sconfitta della
D.C ed un avanzamento del P.C.I. La
situazione, com’è facilmente compren-
sibile era giunta, pertanto, al punto del
non ritorno.
Nelle successive elezioni politiche del
giugno 1976, vi erano serie possibilità
che il PCI giungesse primo al traguar-
do con tutte le conseguenze che ne
sarebbero inevitabilmente derivate.
Proprio, come suol dirsi per il rotto della
cuffia, la D.C. si confermò il primo
partito, seguita, ad una spanna, dal
Partito Comunista.
Allo scopo di evitare al paese un peri-
coloso “default” istituzionale, su ispi-
razione di Aldo Moro e di Luigi Ber-
linguer, fu formato un governo di emer-
genza nazionale, un monocolore D.C.
con l’astensione del PCI.
L’Italia riuscì, con grave difficoltà, ad
uscire gradualmente da una situazio-
ne di grave crisi istituzionale e socio-
economica. Nel marzo del 1978, ven-
ne formato un nuovo governo mono-
colore D.C. ma, questa volta, con il
Partito Comunista dentro la maggio-
ranza: il rapimento di Aldo Moro, l’as-
sassinio della Sua scorta,proprio nel
giorno in cui il nuovo governo si pre-
sentava alla Camera dei Deputati per
ottenere la fiducia, ed infine l’uccisio-
ne del Presidente della D.C., scombi-
narono le carte in tavola. Dopo due
anni di buon governo quell’esperimen-
to si interruppe.
Ecco, questo lunga introduzione stori-
ca, scritta anche perché possa spera-
bilmente venire letta dai giovani che
non hanno vissuto quella stagione, ci
Se le condizioni lo consen-
tiranno il prossimo nume-
ro di giugno uscirà rego-
larmente anche nella for-
ma cartacea.
porta ad alcune considerazioni sulla gra-
vissima situazione che sta sconquas-
sando dalle fondamenta, l’economia del
nostro paese e quasi tutto il mondo.
Era ragionevole pensare e sperare
che, di fronte a simile emergenza,
prevalesse nelle forze politiche, anche
di opposizione, il senso delle respon-
sabilità e della solidarietà. Ed invece
non è stato così. E’ proseguita, da
parte della destra, l’instancabile e per-
versa logica delle accuse, quella delle
proposte alternative, in molti casi inat-
tuabili a causa della situazione finan-
ziaria in essere,la continua, ossessiva
campagna contro la Comunità Euro-
pea nella logica perversa di matrigna
e non di madre.
Non è accaduto e sicuramente non ac-
cadrà nella dissacrante logica di pro-
seguire una sterile polemica su tutti o
quasi i provvedimenti assunti dal go-
verno nel corso di questa sconvolgente
congiuntura.
Questo elogio, lo dobbiamo riservare
a Forza Italia che, sicuramente a se-
guito dell'intervento di Berlusconi, ha
assicurato, in alcuni delicati passaggi
, un comportamento non ostativo dei
parlamentari di Forza Italia.
Tutto può ancora accadere.
Mentre ricordiamo con la foto di pri-
ma pagina, il Presidente della Repub-
blica Sergio Mattarella che, da solo,
nel silenzio assordante di piazza Ve-
nezia, ricorda all’Altare della Patria,
l’anniversario del 25 Aprile quando
l’Italia ritornò ad essere una Nazione
libera e democratica, vogliamo rivol-
gere un messaggio alla Vergine Maria
affinché nel mese di maggio, a Lei de-
dicato, la nostra Italia esca da
un’emergenza così funesta che ha por-
tato via tanti nostri connazionali a cui
rivolgiamo un commosso pensiero.
All’ombra del virus
della scalabilità relativamente facile di
banche e imprese per poterne influen-
zare le scelte strategiche? Il Comitato
parlamentare per la sicurezza della Re-
pubblica (Copasir) qualche sospetto
sembra proprio averlo. Questo signifi-
ca che non stiamo parlando solo di atti-
vità di mercato: stiamo trattando il tema
della sicurezza nazionale, non più decli-
nabile in senso esclusivo sotto il profilo
militare o dell’eversione, ma anche della
tenuta del sistema economico-sociale del
Paese (e del suo sistema sanitario).
All’ombra del virus il nostro sistema
bancario si può trovare, similmente al
sistema imprenditoriale, più fragile, più
appesantito da prevedibili nuovi crediti
inesigibili, più contendibile dall’esterno.
E il sistema bancario ha al suo interno
gran parte del debito pubblico: control-
larlo significa controllare il debito dello
Stato italiano.
Ma non basta difenderci.
Il presidente onorario della Fondazione
Luigi Einaudi, Mario Lupo, sostiene che
non usciremo dalla crisi senza l’iniziati-
va imprenditoriale dello Stato. Lo scio-
glimento dell’IRI e delle partecipazioni
statali lo considera un cupio dissolvi, e
“gli operatori privati ai quali furono ce-
dute risultarono in molti casi inadeguati
a questo passaggio di testimone e anda-
rono in crisi” ( Il Sole 24 Ore, 30 aprile
2020). Se lo Stato viene considerato
esclusivamente come un bancomat per
pompare liquidità di emergenza, conti-
nueremo a illuderci di poter vivere sani
in un mondo malato.
Si deve avere la lungimiranza di porre in
modo serio, equilibrato, il tema del nuo-
vo ruolo dello Stato nell’economia, fa-
cendo tesoro degli errori del passato.
E si deve avere la coscienza di ricono-
scere che non possiamo affidarci sem-
pre ai tagli alla sanità e alla scuola per
risolvere i problemi di bilancio, come
abbiamo fatto negli ultimi decenni. I nodi
arrivano sempre al pettine, e spesso
quando meno te lo aspetti.
Aveva ragione l’indimenticato ex can-
celliere tedesco Helmut Kohl quando
asseriva che ogni generazione ha lo sta-
to sociale che può permettersi.
E i cattolici italiani? Ritengono di limi-
tarsi a difendere il diritto di far cantare
Messa nelle nostre chiese, o ci voglia-
mo misurare sull’iniziativa imprendito-
riale dello Stato, sullo stato sociale che
ci possiamo permettere in futuro, sulla
difesa da acquirenti ostili delle nostre
banche?
Coloro che scrissero il Codice di Ca-
maldoli nel 1943 si misurarono sul futu-
ro economico-sociale del Paese, e se-
gnarono un’intera epoca.

IN TEMPI DI CORONAVIRUS
Morire di burocrazia
Abbiamo due emergenze. La prima è
quella di sconfiggere questo virus che
ha scatenato una pandemia mondiale.
Il rimedio, ad oggi, è stato quello stori-
co, utilizzato nel passato, anche più
remoto: l’isolamento. A questo si è ag-
giunta una frenetica corsa alla ricerca
e sperimentazione di cure per contra-
starne l’evoluzione e di vaccini adatti
a prevenirne la diffusione. Per questi
ultimi, purtroppo, sono necessari tem-
pi tecnici che, nella migliore delle ipo-
tesi, prevedono svariati mesi, mentre
per le cure, lo sforzo e l’ingegno uma-
no hanno portato già ad individuarne
alcune che sembrano avere effetti ef-
ficaci sulla guarigione.
Nel frattempo però, come dicevo, la
soluzione è stata quella antica dell’iso-
lamento o “lock down”, che è divenu-
ta la seconda emergenza.
Aver fermato il mondo o almeno la
parte più produttiva e avanzata di que-
sto, per un mese o due mesi (come per
l’Italia), ha determinato e sta determi-
nando conseguenze economiche disa-
strose. La stima di decrescita per il
2020 dei Paesi coinvolti ne sono lo
specchio più veritiero. Si parla ormai
di recessione, mentre per il nostro Pa-
ese il PIL avrà un calo tra l’8% e il
9%.
Se queste sono le fosche previsioni è
pur vero che si stanno facendo grandi
sforzi perché ci possa essere una pron-
ta ripresa, in modo da compensare, al-
meno in parte, la forte battuta di arre-
sto.
Il mondo sembra aver capito l’ecce-
zionalità del momento. Conseguente-
mente le banche centrali come la FED
negli Stati Uniti e la BCE in Europa
stanno operando con grandi disponibi-
lità per sostenere e non far collassare
l’economia occidentale. La Cina sta
facendo altrettanto con i propri mezzi.
di Massimo Cappelli
Anche a livello politico, in Europa, si
stanno facendo passi avanti nella in-
dividuazione di strumenti che consen-
tano finanziamenti e flessibilità ope-
rativa ai Paesi in crisi. Sembrerebbe
che anche i falchi del rigore dei conti
abbiano capito che siamo in un gran
brutto momento, dove o si vince insie-
me o si perde tutti . Comunque vedre-
mo meglio nel prosieguo degli accordi
in corso.
Nel frattempo occorre agire con tem-
pestività. Indubbiamente l’Italia è un
Paese tra i più industrializzati, ma il
nostro sistema industriale si basa per
più del 90%, su imprese medie e pic-
cole. Queste imprese, se sanno rispon-
dere prontamente e spesso con pro-
dotti innovativi e di nicchia alle esigen-
ze del mercato, per loro stessa natu-
ra, data la loro dimensione, non pos-
sono resistere più di tanto a periodi di
inattività.
Peggio ancora è la situazione del set-
tore commerciale, dove numerose
imprese corrispondono spesso a sin-
goli negozi che hanno dovuto abbas-
sare le saracinesche.
Per tutte queste attività un pronto in-
tervento di sostegno da parte dello sta-
to è necessario, altrimenti rischiamo
un indebolimento dell’economia nazio-
nale nel suo complesso.
Il Governo ha emanato una serie di
3
decreti e ha fornito garanzie al siste-
ma bancario perché intervenga per
concedere prestiti e finanziamenti alle
aziende in crisi.
Tutto risolto? Così non sembra. Agli
annunci e alle decisioni prese a livello
governativo non corrisponde una pari
tempestività negli aiuti concreti. I tem-
pi si allungano, i denari non arrivano
e, per chi è già con l’acqua alla gola,
portare avanti la propria attività sem-
bra una impresa impossibile.
La burocrazia purtroppo non la superi
con un colpo di bacchetta. E anche
questa volta sembra stia mostrando
tutto il suo potenziale negativo.
La non semplificazione di procedure,
la non eliminazione di Enti inutili, la ri-
chiesta di documentazione non sem-
pre strettamente necessaria, la fre-
quente scarsa presenza negli uffici
degli addetti, i tempi lunghi degli iter
autorizzativi hanno sempre contrasta-
to la nostra economia e, in questa oc-
casione tragica, si possono rivelare
letali.
Se a questo aggiungiamo che in altri
Paesi concorrenti le imprese possono
usufruire di finanziamenti a fondo per-
duto (mentre da noi si pagano interes-
si) in tempi rapidi, il quadro negativo è
completo.
Nessun Governo è riuscito a semplifi-
care la burocrazia in Italia. Forse non
lo ha nemmeno voluto per le implica-
zioni che a breve avrebbe potuto com-
portare. Ora, in questa grave emer-
genza sanitaria ed economica ne stia-
mo amaramente sperimentando le
conseguenze. Se ne usciremo fuori ne
dovremo fare tesoro per impostare
una seria e definitiva riforma della
Amministrazione Pubblica. Una occa-
sione la abbiamo avuta nel 2016 e la
abbiamo sprecata, ora non è più per-
messo sbagliare.
 4
Finanziare la ripresa
post-Covid19
di Livio Lazzeri
In questi giorni si fa un gran parlare di
strumenti finanziari e di somme da met-
tere in campo per rilanciare l’econo-
mia dopo lo stop forzato dovuto alla
pandemia da covid-19. Tutti gli stati eu-
ropei si preparano a spendere un sac-
co di soldi per la ripresa. Tra di essi
l’Italia è quella messa peggio perché
col debito che ci ritroviamo già siamo
in difficoltà a farci prestare soldi per
l’ordinaria gestione, figurarsi per la
straordinaria. Tra l’altro, si tratta di ot-
tenere prestiti con scadenza a lungo
termine (almeno 20 anni) e quindi con
interessi alti.
Le previsioni dicono che il debito di
molti stati salirà di un 20-30% del PIL.
Germania e Olanda, che hanno un de-
bito di circa il 60% del PIL, possono
permetterselo, ma il nostro debito, che
è già al 130%, schizzerebbe almeno al
150%. Diverrebbe praticamente im-
possibile rientrare, visto anche che non
ci riusciamo da 20 anni. Senza consi-
derare che, andando sul mercato, Ger-
mania e Olanda spunterebbero certa-
mente condizioni molto più vantaggio-
se delle nostre. Insomma c’è la stessa
differenza di quando una disgrazia ca-
pita in una famiglia povera piuttosto
che in una ricca.
La strada allora è una sola e molto
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stretta: bisogna trovare soldi senza ac-
crescere il debito. Questa deve esse-
re la nostra prima opzione.
Ora, tra il MES e gli Eurobond(o
Coronabond, o Recovery Bond, etc.)
c’è una bella differenza. Il MES è un
istituto che presta soldi agli stati euro-
pei. Le condizioni sono ottime, molto
meglio di quelle di mercato, ma è un
prestito e quindi va ad accrescere il
debito. Con gli Eurobond invece è
l’Europa che si indebita. I soldi rac-
colti vengono poi spesi direttamente
dall’Europa nei vari paesi europei per
finanziare progetti che servono a far
ripartire l’economia. E’ un po’ come i
fondi europei che ci arrivano già oggi
e che noi spesso sperperiamo. Non li
dobbiamo restituire e non accrescono
il nostro debito.
Gli Eurobond possono essere messi sul
mercato, dove spunterebbero sicura-
mente condizioni molto vantaggiose
perché garantiti da tutta l’Europa, ma
possono essere anche acquistati in buo-
na parte dalla BCE. E’ questo lo sche-
ma che adottano anche le altre grandi
economie, USA in primis, ma anche
UK, etc. In sostanza le banche centra-
li stampano moneta per finanziare il
debito dello stato. La conseguenza ov-
via è che si crea inflazione. Questa è
la prassi che si è seguita anche nel do-
poguerra.
Ci sono un paio di osservazioni da fare
al riguardo. La prima è che gli
Eurobond sono in Euro, e quindi l’Eu-
ropa chiede in prestito Euro e restitui-
sce Euro, che la BCE può stampare ad
libitum (il debito sarà quindi sempre e
comunque rimborsato). La seconda è
che, anche se la BCE comprasse no-
tevoli quantità di Eurobond, l’inflazione
generata non dovrebbe essere molta,
visto che da anni, a causa della reces-
sione, è al di sotto dell’1%. C’è da dire
anche che l’inflazione colpirebbe tutti
i paesi dell’Eurozona, e questo non è
particolarmente gradito ai paesi del
segue a pag. 5
 5

da pag. 4
Nord. Inoltre essa è la più ingiusta del-
le tasse, perché colpisce tutti, anche i
più poveri, che solitamente sono esen-
tati dalle tasse. Ma tutto sommato, il
rischio inflazione sembra gestibile.
Da notare che la prassi di finanziare il
debito con l’emissione di nuova mone-
ta non è certo una novità. Nel 2009,
per salvare le banche americane, la
FED ha stampato ben 7000 miliardi di
dollari (quasi la metà del PIL di allo-
ra). Negli anni 80, quando avevamo la
lira, Bankitalia comprava i BTP italiani
che rimanevano invenduti (l’inflazione
però arrivò al 10%).
La seconda opzione è ovviamente quel- to per il «finanziamento diretto o indi- Infatti, come si vede dal grafico (fon-
la di farsi prestare soldi e quindi di ac- retto dei costi sanitari dovuti al Covid- te Prometeia), il debito italiano è dete-
crescere il nostro debito. Qui ovviamen- 19». A queste condizioni, dovendo chie- nuto dal mercato per un ammontare
te non conviene rivolgersi al mercato, dere un prestito, è meglio rivolgersi al pari all’80% del PIL. Il mercato vuol
che ci applicherebbe tassi capestro, ma MES che non al mercato, che vuol vedere remunerato il rischio e ci stran-
alle istituzioni europee (MES, BEI), vedere remunerato il rischio con inte- gola con interessi molto alti, come fa-
dove sicuramente si possono ottenere ressi molto alti. rebbe un usuraio. Basti pensare che,
condizioni più favorevoli. E’ normale C’è una osservazione da fare a que- su un debito di 2.300 miliardi, paghia-
che chi presta soldi pretenda delle ga- sto riguardo. Finora il MES è stato uti- mo interessi per più di 60 miliardi l’an-
ranzie. lizzato da Grecia, Spagna, Irlanda e no!! Una media di quasi il 3%.
Nella fattispecie, se il MES presta soldi, Portogallo. A parte il caso particolare Viceversa gli altri stati hanno un debi-
per giunta a tassi di interesse inferiori a della Grecia, dove la catastrofe sociale to che è detenuto per la maggior parte
quelli di mercato, è normale che chieda fu dovuta alla mancata ristrutturazione da istituzioni europee e quindi vanno
un minimo di controllo sui bilanci. del debito per salvare le banche fran- sul mercato solo per raccogliere som-
Da qui la temuta austerity. Ma queste cesi e tedesche, negli altri paesi non me minori e perciò dipendono di meno
remore non hanno più ragion d’essere c’è stata una intollerabile austerity e dagli investitori. Non solo, riescono
perché, per far fronte alla crisi da tutti sono usciti dalla crisi in breve tem- pure a spuntare ottime condizioni, per-
coronavirus, si è deciso che i prestiti po. L’Italia non ha mai preso soldi dal ché, con il grosso del debito in mano
del MES siano liberi da ogni condizio- MES, ma si è sempre rivolta al mer- all’Europa, è più basso il loro rischio di
ne eccetto quella che il denaro sia usa- cato. default.
6

“Business asusual”
o cambio di paradigma?
di Francescalberto De Bari
Quale sarà l’impatto di medio-lun-
go periodo del Covid-19? Quali
mutamenti determinerà, ad esem-
pio, nelle forme del vivere associa-
to, nell’organizzazione economica,
negli equilibri tra le istituzioni, nei
rapporti internazionali ed in parti-
colare nella costruzione dell’Unio-
ne Europea? E cosa attende im-
portanti settori come il turismo, i tra-
sporti aerei, le crociere, la ristora-
zione o i grandi eventi?
Tra coloro che si arrischiamo a fare
previsioniper il post-emergenza,
troviamo due opposti atteggiamen-
ti, che potremmo definire quello dei
minimalisti e quello degli apocalit-
tici. Da un lato c’è chi minimizza
e, pur riconoscendo che la battuta
d’arresto è pesante e senza pre-
cedenti, afferma che, “non appe-
na ci sarà il vaccino”, riprenderà il
“business asusual” e tutti tornere-
mo ai consueti stili di vita.
Dall’altro ci sono coloro che vedo-
no nel Covid-19 uno shock in gra-
do di mutare in modo radicale e
permanente aspetti di fondo del-
l’economia, della società e della
mentalità. Gli apocalittici esprimo-
no atteggiamenti molto diversi tra
loro: chi denuncia fuoriuscite irre-
versibili dalle istituzioni democra-
tiche in direzione dello stato
d’emergenza permanente, chi ci
ritiene condannati ad una decre-
scita infelice e irreversibile, chi
vede invece nel Covid-19 un’occa-
sione preziosa per ridefinire prio-
rità e valori e invoca riforme in gra-
do di coniugare sviluppo e soste-
nibilità.
Naturalmente nessuno ha la palla
di cristallo. Tuttavia è possibile fare
una riflessione relativa al Covid-19
ed all’evoluzione del paradigma
tecnologico digitale. Da questo
punto di vista infatti il Covid-19 non
agisce come fattore di cambia-
mento di un paradigma, ma come
potente acceleratore di fenomeni
e tendenze che erano già in atto e
che fanno leva sulla telematica,
sulla digitalizzazione, sull’eccezio-
nale sviluppo delle reti di comuni-
cazione e della capacità di calco-
lo. È dunque molto probabile che
il Covid-19 aumenterà la velocità
e l’ampiezza del paradigma che in
senso lato viene chiamato “4.0” (in-
dustria 4.0, logistica 4.0, lavoro
7
4.0). Si pensi ad esempio al com-
mercio elettronico che già da anni
cresce a doppia cifra, e che con
l’emergenza Covid-19 è stato usato
da molte persone che non l’avevano
ancora sperimentato e che presumi-
bilmente continueranno a ricorrervi
anche nel post-emergenza.
Si pensi poi a come il Covid-19 ha
determinato il ricorso al telelavoro
e allo smartworking anche in orga-
nizzazioni, come la pubblica am-
ministrazione, refrattarie al cambia-
mento e legate a formule tradizio-
nali come la timbratura del cartelli-
no. Nella maggior parte dei casi si
tratta di innovazioni che non si era-
no neanche mai immaginate, men
che meno programmate e prepa-
rate; eppure, con tutti i limiti che
senz’altro ci sono, queste modali-
tà di lavoro sono state introdotte
nell’emergenza bruciando le tappe
e dando luogo ad un esperimento
d’innovazione a velocità accelera-
ta e su scala larghissima.
Ciò che era impensabile e impen-
sato è una realtà, che anche nel
post-emergenza resterà sul tavolo
con la forza non di un’ipotesi di la-
voro, ma di un fatto e di un’espe-
rienza concreta.
 8

Breda: queste le linee guida

dei prossimi interventi
Questa l'intervista a Riccardo Breda,
Presidente della Camera di commercio
Maremma Tirreno, che apre la newslet-
ter di maggio "Notizie per le imprese".
Il Presidente interviene a tutto campo
sull'attuale situazione di grave difficol-
tà per le imprese, commenta il ruolo
svolto dalla Camera di commercio e
prefigura le linee guida dei prossimi in-
terventi che la Giunta sta varando.

1 . Dai numerosi e pressoché quoti-

diani contatti con i rappresentanti
delle imprese grossetane e livornesi
in questo periodo, qual è l’impres-
sione che ne ricava? Quali sono le
esigenze che le imprese reclamano
di più?
Con le associazioni di categoria il con-
fronto è continuo e lo è stato fina dal-
l’inizio della crisi. Il lavoro della Giun-
ta, poi, al cui interno sono rappresenta-
ti tutti i settori economici, è proseguito
costantemente. Il grido d’allarme è ge-
neralizzato e conferma la grande diffi-
coltà di tutte le imprese, con alcuni set-
tori maggiormente colpiti, come quelli
che hanno vissuto la chiusura fin da
subito e che in base alle disposizioni
saranno anche gli ultimi a ripartire. E
poi, il turismo, in questo momento az-
zerato. Quali sono le esigenze? Princi-
palmente la liquidità. Come emerso nei
due sondaggi che abbiamo promosso
tra le imprese, l’accesso al credito e la
cassa integrazione sono le emergenze
da risolvere subito.
2. La Camera di commercio nel-
l’emergenza sanitaria ha rapida-
mente convertito la sua attività for-
nendo alle imprese una serie di in-
formazioni, e alle autorità, come le
Prefetture, un supporto costante in
termini di professionalità e compe-
Riccardo Breda, Presidente della Camera di commercio Maremma Tirreno
tenze. Gli uffici sono rimasti piena-
mente operativi anche da remoto e
rispondono in tempo reale agli uten-
ti. Ritiene che in questo frangente il
ruolo rivestito dalla Camera di com-
mercio sia stato di pubblica utilità?
Come potrebbe evolversi in futuro?
La Camera di Commercio ha affronta-
to al meglio questa situazione grazie
all’elevato tasso di digitalizzazione, un
percorso unico nell’ambito della pub-
blica amministrazione che ormai vede
il sistema camerale erogare sevizi per
la maggior parte digitali. L’emergenza
ha evidenziato questa natura informa-
tica e innovativa, tanto più per la no-
stra Camera di Commercio della Ma-
remma e del Tirreno che opera abitual-
mente su due sedi diverse e due terri-
tori diversi, una situazione che ci ha
già abituato a lavorare a distanza.
I nostri uffici sono sempre stati attivi e
in costante contatto, anche in remoto,
con autorità e imprese. Vale la pena sot-
tolineare il grande lavoro effettuato dal-
l’Ente a supporto delle prefetture. In
più, la Camera di Commercio ha spinto
sul pedale dell’acceleratore nell’innova-
zione: è di pochi giorni fa il lancio del
nuovo servizio di riconoscimento in re-
moto per la firma digitale. Quest’ultima
è infatti un documento per il quale era
indispensabile fino ad oggi presentarsi
personalmente allo sportello. Nel con-
testo di emergenza si è deciso di supe-
rare questo limite proponendo una nuo-
va modalità di riconoscimento via web-
cam. Una dimostrazione concreta di fles-
sibilità che tutti gli enti pubblici dovreb-
bero cercare di emulare.
Le imprese si sono rese conto che pos-
sono rivolgersi alla CCIAA ora come
prima, ma in digitale, e questo porta
verso la semplificazione.
Questa è la strada da imboccare con
sempre maggiore decisione, anche e
soprattutto per le piccole e piccolissime
imprese, ma ciò implica che le imprese
stesse si abituino sempre più a modalità
operative digitali.
3. Su quali ipotesi di intervento ca-
segue a pag. 7
 9

da pag. 6 temente valorizzato, questo cambia-

Il nostro territorio ha dato prova di unità mento nelle abitudini del turista possa
merale si sta orientando, insieme alla
grazie all’esperienza dei due tavoli per trasformarsi in un vantaggio permanen-
Giunta, per venire incontro alla dif-
lo sviluppo di Grosseto e Livorno. In te. La crisi sanitaria cambierà abitudini
ficile situazione di tante imprese del
ambedue le esperienze tutti i settori eco- e stili di vita, e sicuramente abbiamo
territorio? E’ già chiara l’entità del-
nomici, inclusi i sindacati, si sono tro- delle opportunità per un rilancio turisti-
lo stanziamento ed il tipo di azioni
vati insieme per lavorare a formule di co che punti sulla qualità.
ritenute più efficaci?
proposta e richiesta comuni, mettendo 6. Lei riveste il ruolo anche di Pre-
L’orientamento è rivolto alla digitalizza-
fine ad una inutile divisione che ci ha sidente delle Camere di commercio
zione. Come dicevo questo è un passo
sempre danneggiato. È fondamentale toscane e, a livello nazionale, è uno
da fare anche per le imprese, soprattut-
che questa esperienza venga mantenu- dei vicepresidenti. Da questo osser-
to le piccole. È il momento di ripensare
ta anche in questa fase difficile, tanto vatorio più ampio che cosa può no-
il business utilizzando gli strumenti in-
più che le problematiche sono sempre tare in merito all’economia regiona-
novativi che finora molti hanno potuto
le stesse, ancora più urgenti. le e nazionale?
ancora ignorare. Anche in questo fran-
Quello che ci aspettiamo è l’intervento La fotografia del primo trimestre na-
gente la Camera di Commercio non la-
infrastrutturale prima di tutto. Abbia- zionale è un saldo negativo nella nati
scerà sole le imprese: la CCIAA andrà
mo due aree di crisi, una complessa ed mortalità delle imprese che non era tale
verso un progetto di assistenza alla di-
una non riconosciuta tale ma con tutte da sette anni, e i numeri a livello regio-
gitalizzazione attraverso un aiuto con-
le caratteristiche del caso, le cui priori- nale e locale rispecchiano questa ten-
creto e articolato rivolto proprio alle pic-
tà sono quelle di sempre, ora divenute denza, dato che ci fa molto preoccupa-
colissime imprese, con voucher per la
un grido disperato. L’investimento pub- re per il futuro.
dotazione informatica e tecnologica ac-
blico in una situazione post - disastro Il pericolo è il perdurare della chiusura
compagnati da formazione specifica per
diventa una necessità assoluta. delle imprese, ed ancora non abbiamo
l’e-commerce e lo smartworking.
un’idea della mortalità delle imprese
È il momento di favorire nel sistema
5. uali sono i principali pericoli per nell’arco dei prossimi 3 anni. Perché è
economico il balzo evolutivo che finora
il nostro territorio e quali invece le bene tener presente che la grande diffi-
ci siamo permessi di rinviare: l’esperien-
possibili prospettive, a suo avviso? coltà sarà nei prossimi anni. Gli inter-
za di questi giorni ci parla di come i pic-
Il pericolo è continuare a non essere venti attesi da parte del governo sono
coli sopravvivano proprio grazie al web,
ascoltati e non vedere attivato l’inve- vitali, e ci auguriamo arrivino nel più
ai social network, alle consegne a do-
stimento pubblico, le prospettive sono breve tempo possibile e siano all’altez-
micilio ordinate via mail o via chat.
nello sviluppo di un turismo di prossi- za delle necessità.
Posso dire che metteremo a disposizio-
mità ma completamente ripensato: il In tutto questo, una cosa è certa: l’im-
ne tutte le risorse che riusciremo a re-
nostro territorio offre estesi spazi na- pegno che ci dobbiamo prendere tutti è
perire, investendo sia per far fronte alla
turali che sono oggettivamente un van- quello di demolire la burocrazia. Que-
crisi che stiamo vivendo ma anche al-
taggio. L’ipotesi è che ci orienteremo sta, come nel caso della digitalizzazio-
l’onda lunga che si estenderà sul 2021.
sempre più su esperienze turistiche al- ne, deve essere la spallata che ci per-
l’aria aperta, puntando sulla qualità della mette di smantellare una sovrastruttura
4. La Camera di commercio, sotto la
vita, in qualche modo sempre più slow. che soffoca da anni il mondo impren-
sua guida, ha lavorato molto per riu-
La vivibilità è una forza del nostro ter- ditoriale e tutto il paese. Deve essere
nire le forze di tutte le componenti
ritorio: costa, arcipelago, area monta- chiaro: la semplificazione non è basta-
istituzionali ed economiche attorno
na offrono grandi bellezze naturali con ta, l’approccio soft non ha dato risulta-
a temi ritenuti prioritari per lo svi-
una bassa densità di abitanti che ben si ti e quindi adesso dobbiamo smantella-
luppo di un’area che abbraccia due
prestano alle esigenze del turismo nel re ciò che è stato, adottando modalità e
province diverse ma che hanno al-
prossimo futuro. Come molte delle tec- punti di vista completamente ribaltati.
cune criticità in comune. Nell’imme-
nologie e delle esperienze adottate nel-
diato “dopo-Covid19” qual è il pano-
l’emergenza, è probabile che, se sapien- A cura di Barbara Fondelli
rama che vede?

Scavi - Demolizioni
Movimento Terra
Edilizia Industriale
Lavori Stradali
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 10
La pandemia del coronavirus ha fatto
emergere questioni rimaste per troppo
tempo nell'ombra e ora venute alla luce.
Tra queste i "migranti invisibili" e i "la-
voratori al nero", messi in crisi dalla
impossibilità di spostarsi dovendo adem-
piere alla compilazione di autodichiara-
zione motivata e soggetti a controlli e
verifiche! Questa crisi deve con urgen-
za affrontare questi aspetti realizzando
un vero censimento delle irregolarità, con
controlli rigorosi e regole certe per cura-
re queste "ombre", che costituiscono un
danno enorme per la nostra economia.
***
Scopriamo che l'agricoltura è in ginoc-
chio per mancanza di operai agricoli. La
chiusura delle frontiere non permetterà
di poter contare su centinaia di migliaia
di persone provenienti da altri paesi che
ogni anno assicurano la raccolta di frutta
e verdura. Viene da riflettere sulla ne-
cessità del settore agricolo di dover ri-
volgersi all'estero (con costi anche di
vitto e alloggio) quando abbiamo una
marea di soggetti disoccupati, molti dei
quali, circa un milione, vivono di reddi-
to di cittadinanza! Vi sarà in questa si-
tuazione di crisi anche un aumento ver-
tiginoso di nuovi disoccupati, in parti-
colare per mancanza di lavoro in molte
attività, ad esempio quelle legate al turi-
smo. Ecco uno spiraglio: molti di loro
potranno trovare un po' di certezze nel
settore agricolo.
***
Con il coronavirus è venuto alla luce il
tema delle residenze "fittizie", ovvero di
molti "residenti-vacanzieri" che in real-
tà dimorano altrove. La residenza in
molte località di villeggiatura è princi-
palmente utilitaristica. Ma non solo per
chi sceglie la residenza per risparmiare
sulle tasse (vedi prima casa con l'Imu),
la residenza è utile anche per i Comuni
che hanno così "più popolazione" e I re-
sidenti portano benefici! Si pensi ad
esempio all'addizionale Irpef! Il corona-
virus ha mosso molti Sindaci ad intensi-
ficare i controlli, anche con le verifiche
dei consumi delle utenze, per accertare
la presenza dei tanti trasferiti nelle case
di vacanza. Questa occasione dovrebbe
finalmente permettere di fare reali verifi-
che sulle "residenze di comodo"!
***
È giusto che ci siano "paracaduti" per
Cinguettare di Luca Lischi
chi perde il lavoro o per chi il lavoro
non riesce a trovarlo. Questa pande-
mia ha messo allo scoperto molte que-
stioni. Con i dati ora disponibili di buo-
ni spesa erogati, reddito di cittadinan-
za, bonus partite Iva e autonomi, red-
dito di emergenza ecc., si realizzi un
vero censimento che permetta di far
ripartire il lavoro in modo stabile. Il fu-
turo del paese ci sarà se il lavoro costi-
tuirà il pilastro su cui fondare le azioni
della politica.
***
Mettiamo da subito in atto un "Cantiere
Italia", che realizzi nuove opere strut-
turali e la riqualificazione di strade, ponti,
scuole, edifici. Le nostre città tornino a
risplendere di cura e di bellezza. Fac-
ciamo un significativo investimento nel
settore ambientale per la messa in sicu-
rezza del territorio compiendo azioni di
prevenzione. Saranno investimenti che
costeranno, che creeranno indebita-
mento, (sempre preferibili ai deficit
improduttivi e assistenzialistici). Inve-
stimenti che daranno tanto lavoro e
doneranno fiducia e speranza.
***
Un grazie dal cuore e un abbraccio
grande da parte di tutti gli amici de
"Il Centro" al dott. Enrico Bianchi.
Medico di famiglia, andato in pen-
sione a fine aprile, in piena pande-
mia, senza il giusto tributo di una
festa che potesse permettere di ri-
cevere i meritati abbracci dei suoi
numerosi pazienti e di una città in-
tera, che sempre lo ha apprezzato,
anche per il suo servizio alla politi-
ca (oggi è Consigliere Comunale)
ma è stato anche Presidente (di tutti
i cittadini livornesi) del Consiglio Co-
munale di Livorno. È bene fare teso-
ro di quanto questo dottore ha fatto
nella sua missione di medico. Sem-
pre in ascolto e presente nel suo
ambulatorio e a casa dei suoi assisti-
ti. Una persona schietta, gioviale e
"alla mano". Il vero medico di fami-
glia sempre disponibile (lo ricordia-
mo, pronto al richiamo etico di rispon-
dere al telefono ai suoi pazienti! an-
che durante le riunioni politiche!) e
persona dotata di una spiccata atten-
zione verso i suoi assistiti. Un bel-
l'esempio per i giovani che intrapren-
dono questa missione!
***
Nel mese di febbraio ha lasciato questa
vita terrena la pittrice Agata Cosentino
Nicolosi, in arte "Cosaga". Siciliana di
nascita, di Catania, ma trapiantata a Li-
vorno, città che le ha ispirato tante ope-
re.
La sua è stata una pittura intensa, figu-
rativa, dai colori forti e caldi, tipici di
quella luce profonda e particolare che si
assapora sul mare. Lascia tante opere
dalla bellezza inestimabile. Moltissimi ri-
tratti, capaci di leggere la profondità del-
l'anima delle persone, anche di ispira-
zione religiosa, come quelli che si trova-
no nelle Chiese di Livorno, tra cui un
grande dipinto di un Cristo risorto, nella
sua potenza, luminosità e bellezza, cu-
stodito nel Santuario di Montenero.
Sempre si è profusa come insegnante
per donare e mettere a servizio la sua
arte.
Ricordiamo la sua passione e dedizione
per i suoi allievi durante le mostre an-
nuali presso il Museo di Storia Naturale
della Provincia di Livorno e presso le
varie Istituzioni cittadine. Sempre pron-
ta a offrire un suo opportuno giudizio e
parole di apprezzamento anche laddove
serviva il giusto richiamo a "fare me-
glio". Quando sarà possibile tornare a
"realizzare mostre", sarà bene rendere il
giusto tributo alla pittrice Cosaga con
una personale che valorizzi le sue opere.
Esse potranno essere ancora un arric-
chimento di sublime bellezza per l'anima
dei tanti che l'hanno conosciuta e ap-
prezzata e un "nuovo mattino" per chi
avrà modo di incontrarla e conoscerla
con i suoi quadri.

Noi
Gesù è risorto anche quest'anno,
noi no!
La Stampa - 14 Aprile 2020
Peggio
C'è anche chi sta peggio di noi,
per esempio, i 600.000 migranti
prigionieri in Libia.
La Stampa - 18 Aprile 2020
Le rime
di Franco Biancani
Scenette
da
Covid 19
Stamattina, all’otto in punto,
vado in centro a far la spesa
e paziente fo la fila
dei clienti già in attesa.
11
Giunta Nogarin?
Peggio
del coronavirus!
Il 23 aprile scorso un trafiletto in
prima pagina del Corriere della
Sera, dal titolo “La riscoperta del
Tricolore e la sfida vinta da
Ciampi”, che prosegue poi
al’interno, a firma di Aldo
Cazzullo, recita: “Riconoscia-
molo: fino a non molto tempo
fa, il tricolore era considerato un
simbolo di parte. Quasi destra.
Se oggi è considerato un sim-
bolo che ci unisce tutti, dobbia-
mo ringraziare un presidente
della Repubblica a cui la sua
città, Livorno, ha rifiutato di inti-
tolare una semplice rotonda
stradale”.
Insomma, I danni della giunta
Nogarin sono peggio del
coronavirus: non accennano a
sparire!
Con i guanti e mascherine, Questo tenta di rialzarsi
appoggiati ad un carrello,
quasi tutti su con gli anni,
e di accedere alla testa
incurante dei mugugni
c’è chi tiene anche l’ombrello. della fila che protesta.
Qualcheduno ha le stampelle, Gli vien fatto cerchio intorno,
molti con il mal di vita tutti perdono il controllo,
ma con diligenza posti
a distanza consentita.
chi spintona, chi pattona,
chi lo prende per il collo.
Da un’auto parcheggiata
scende un giovane di fretta,
Con un’ombrellata in testa
ed a forza di spintoni
va alla testa della fila,
se ne accorge una vecchietta.
il malcapitato è messo
dalla furia in ginocchioni.
“Vai alla fine della fila!” L’uomo si alza incollerito
dice e il bastone afferra, sbraitando come un pazzo:
glielo batte sugli stinchi “Se non passo, come l’apro
e lo fa cadere a terra. il supermercato, cazzo!”
 12
Il piano straordinario del Comune per uscire dalla crisi economica
determinata dal lockdown per il coronavirus
“Riparti Livorno!”
Si chiama"Riparti Livorno" ed è una
manovra finanziaria straordinaria
messa a punto dal Comune di Livor-
no, guidato dal sindaco Luca Salvet-
ti, insieme alla Giunta e agli uffici, per
sostenere quei settori e soggetti mag-
giormente colpiti e penalizzati dagli
effetti economici del coronavirus.
“Per far ripartire Livorno - ha an-
nunciato il sindaco Salvetti nel corso
di una conferenza stampa - abbiamo
pensato a un piano che movimenterà
in totale, nel Bilancio comunale, oltre
400 milioni di investimenti, che com-
prendono i circa 245 milioni per il nuo-
vo ospedale, e circa 145 milioni del
piano triennale opere pubbliche. Am-
monta poi a 8 milioni la cifra movi-
mentata sul Bilancio tra slittamenti e
riduzioni di tributi, tasse, rette”.
Il tutto, ha precisato Salvetti, potrà es-
sere “speso” interamente sulla città,
consentendo ad esempio non solo lo
slittamento di tasse e tributi ma la loro
cancellazione, “se dal Governo arri-
veranno i fondi promessi nell’ambito
dell’auspicato decreto “Cura Comu-
ni”, in quanto non si può prescindere
dal mantenere l’equilibrio di bilancio,
il nostro primo obiettivo. Il Comune
da solo non può rispondere alle au-
mentate esigenze di tutti i cittadini,
commercianti, partite Iva, lavoratori
autonomi ecc che hanno subito danni
economici dal lockdown. Per questo
servono risorse e misure che devono
arrivare da Regione, Governo, Euro-
pa” .
Ecco i punti principali della manovra,
illustrati dal sindaco, affiancato dagli
assessori Ferroni, Raspanti e Garufo.
I MACRO NUMERI
Il piano straordinario da 400 milioni di
euro di investimenti si snoda su questi
punti:
• Rifacimento di via Grande, “per il
quale l’iter - ha assicurato il sindaco,
sarà il più rapido possibile”.
• Nuovo Ospedale: porterà 245 milio-
ni sul tessuto cittadino
• a metà maggio ripartono le gare e
segue a pag. 11

da pag. 10
gli appalti, “e la speranza è che il Go-
verno dia la possibilità di semplifica-
re gli iter burocratici come ad esem-
pio ha fatto per il Ponte Morandi, in
modo che arrivino subito soldi sui ter-
ritori, a imprese, lavoratori, famiglie”.
• Dal 4 maggio ripartono i cantieri già
programmati per i lavori pubblici, ri-
masti bloccati dal lockdown.
COMMERCIO
E TURISMO
Per quanto riguarda il settore del tu-
rismo e commercio, le principali azio-
ni del Comune riguarderanno:
• slittamento imposta comunale di pub-
blicità dal 31 marzo al 30 giugno, con
un’entrata che viene sospesa per un
totale di 300.000 E.
• riduzione tosap temporanea e slitta-
mento dal 31 marzo al 30 giugno con
un’entrata temporaneamente sospe-
sa per 500.000 E.
• sospensione canoni patrimoniali per
immobili pubblici per 500.000 E.
“ Le cifre indicate – ha precisato ul-
teriormente l’assessora al Bilancio Vi-
ola Ferroni - sono da intendersi come
somme alle quali il Bilancio momen-
taneamente rinuncia, a fronte degli
slittamenti dei termini di pagamento.
Resta inteso che, se il Governo darà
risorse ai Comuni, sarà possibile ri-
durle e rinunciare definitivamente a
quelle entrate, ad oggi appunto “solo”
sospese”.
Ed ancora:
• il Comune darà la possibilità ( e sen-
za chiedere alcuna contribuzione ul-
teriore) di ampliare il suolo pubblico
per favorire le attività (bar, ristoranti,
ecc) che dovranno garantire il distan-
ziamento sociale mettendo più tavoli
e sedie
• per la rimodulazione delle tariffe per
gli stalli blu il Bilancio registra una mi-
nore entrata di 600.000 E.
• prevista riduzione tari fino a
4.000.000 E. per ridurre la parte va-
riabile delle attività in lockdown e slit-
tamento prima rata Tari da maggio a
settembre
• confermate tariffe Tari 2019 con
conguaglio nel triennio successivo
• abolizione tassa di soggiorno dal 1
maggio fino a fine anno nell’ottica di
incentivare il turismo livornese, con
una minore entrata sul bilancio di
820.000 E.
• abolizione pedaggio bus turistici,
che vale 390.000 E.
SOCIALE
Per quanto riguarda il settore del so-
ciale, l’assessore Raspanti ha ricor-
dato che l’impegno del Comune dal-
l’inizio dell’emergenza è stato stra-
ordinario. Oltre ai buoni spesa su fon-
di governativi distribuiti in tempi ra-
pidissimi attraverso un vero “percorso
di accompagnamento” delle persone,
sono stati realizzati con risorse co-
munali 700 pacchi alimentari, conse-
gnati dalle associazioni che operano
in accordo col Comune. A questo si
aggiungono, nella manovra “Riparti
Livorno”, ulteriori 300 mila euro.
“Fortunatamente - dichiara Raspan-
ti- nel bilancio previsionale avevamo
già previsto 142.000 euro per il po-
tenziamento e in alcuni casi la rico-
stituzione di alcuni capitoli, come
quello dei contributi economici stra-
ordinari, degli aiuti per anziani fragi-
li, dei prodotti per la prima infanzia.
Questo ci ha permesso di essere im-
mediatamente operativi nell’emer-
genza e di poter assistere persone
che altrimenti sarebbero rimaste
escluse dai buoni spesa. In attesa dei
provvedimenti del Governo sul red-
dito di emergenza e l’ampliamento
della platea dei beneficiari del reddi-
to di cittadinanza, grazie al nuovo di-
sciplinare approvato e con i maggio-
ri stanziamenti annunciati oggi, po-
tremo continuare a intervenire in ri-
sposta ai bisogni più urgenti e realiz-
zare nuove azioni di sostegno alle fa-
miglie”.
Tra le misure sul sociale, attivate in
ambito dal Comune nell’ambito del
piano “Riparti Livorno” si segnala:
- stanziamento di 300.000 euro per
rispondere ai bisogni urgenti delle per-
sone in maggiore difficoltà (120.000
euro di risorse comunali svincolate
integrate con il ricavato del conto cor-
rente per le donazioni a cui hanno
contribuito molti cittadini, tante im-
13
prese e, in modo molto generoso, an-
che i dirigenti comunali);
• 500.000 E. per contributi agli affitti
grazie al reimpiego del fondo nazio-
nale per la morosità incolpevole (ul-
teriori risorse potrebbero aggiunger-
si a breve);
• 50.000 E. contributi alle famiglie
svantaggiate per l’inserimento dei
bambini nei centri estivi (“La prece-
dente Amministrazione non aveva
previsto il bando che permette alle fa-
miglie in difficoltà di inserire i figli nei
centri estivi presenti sul territorio- di-
chiara Raspanti- mentre grazie anche
alla collaborazione con la Fondazio-
ne Livorno quest’anno abbiamo rico-
stituito il capitolo dedicato. Ovviamen-
te dovremo capire come sarà possi-
bile organizzare queste attività in si-
curezza. Il tema è anche all’attenzio-
ne del Governo”).
Oltre a questo, il Comune è al lavoro
per la riorganizzazione dei servizi ri-
volti alla disabilità e alla non autosuf-
ficienza. “Alla luce delle indicazioni
della Regione Toscana, siamo al la-
voro, insieme alla Asl con cui prose-
gue il proficuo confronto avviato, per
riattivate gradualmente attività e ser-
vizi rivolti alle persone con disabilità.
Delle loro grandi difficoltà in questo
frangente si è parlato troppo poco a
livello nazionale nel corso dell’emer-
genza, occorre trovare modi efficaci
di ripartire in sicurezza perché le fa-
miglie sono state lasciate troppo sole
in questi due mesi, con un carico ec-
cessivo sulle spalle. Abbiamo inten-
zione di dare concreti segnali di at-
tenzione al tema, riprendendo attività
e progetti sospesi e intervenendo al
più presto sui costi dei servizi domi-
ciliari”.
A margine della conferenza stampa
è stato fatto il punto su cosa cambie-
rà dal 4 maggio, giorno in cui entrerà
in vigore il DPCM del 26 marzo, e si
potranno riprendere alcune attività
sospese dal 10 marzo con il Decreto
“Io resto a casa”.
Stiamo passando dalla fase “restia-
mo a casa” a quella “usciamo ma
manteniamo le distanze e indossiamo
la mascherina”, ha sintetizzato il sin-
daco.
14

"Livorno deve rientrare nelle nuove Zone Logistiche Semplificate Rafforzate"

Simoncini ringrazia l’on. Romano

Il parlamentare livornese impegna il Governo ad estendere anche alle aree di crisi
complessa le agevolazioni fiscali, tariffarie e amministrative per il dopo Covid-19
L’assessore al Lavoro e allo Sviluppo
Economico Gianfranco Simoncini,
esprime soddisfazione per il fatto che
la Camera dei Deputati, grazie a un
ordine del Giorno al Decreto “Cura
Italia” presentato dall’onorevole An-
drea Romano, abbia impegnato il Go-
verno ad includere anche le Aree di
Crisi Industriale Complessa (come Li-
vorno-Collesalvetti) nelle nuove Zone
Logistiche Semplificate Rafforzate.
Ovvero tra quelle zone dove sia per-
messa l'adozione di regimi fiscali e
tariffari adeguati, per un rilancio eco-
nomico e produttivo nella fase della
ripartenza, successiva alla fase acuta
del’epidemia Covid-19
“Le Aree di Crisi Industriale Comples-
Gianfranco Simoncini Andrea Romano
sa già in condizioni normali richiede-
vano un sostegno in più , ed è tanto più forzate sono il nuovo strumento intro- sentato da Romano – conclude
urgente in un momento come questo”, dotto con la Legge di Bilancio 2020 Simoncini - l’obiettivo sembra più vici-
sottolinea l’assessore Simoncini. che di fatto permette di allargare an- no. Insieme all’onorevole Romano la-
“Ringrazio Andrea Romano per il suo che al Centro e Nord Italia le voreremo perchè il Governo modifichi
impegno, scaturito anche da una mia agevolazioni fiscali, tariffarie e ammi- la legge , consentendo quindi anche a
sollecitazione tesa proprio a scongiu- nistrative già previste per il Sud con le Livorno di poter utilizzare strumenti
rare il rischio che Livorno sia esclusa Zone Economiche Speciali (ZES), ma rafforzati e speciali indispensabili per
dai provvedimenti che prevedano che fino ad oggi poneva criteri e pa- poter ripartire e pensare a un vero svi-
l’adozione di misure straordinarie e letti tali non prevedere le Aree di Crisi luppo economico e produttivo, anche
differenziate a sostegno dello svilup- Industriale Complessa. dopo il pesantissimo stallo dovuto alle
po. “Dopo l’approvazione, da parte della restrizioni per il contenimento del
Le Zone Logistiche Semplificate Raf- Camera, dell’Ordine del Giorno pre- coronavirus”.
 15

INTERPORTO VESPUCCI

Anche il bilancio 2019

si chiude con un risultato positivo
Nel corso dell'ulti-
ma riunione del
Consiglio di Ammi-
nistrazione della
Soc. Interporto Ve-
spucci è stata ap-
provata la bozza di
bilancio dell'esercizio 2019che si è
chiuso con un utile effettivo di
55mila euro. Si tratta di un risultato
importante la cui rilevanza è stata
messa in evidenza dal Vicepresi-
dente Angelo Roma (nel riquadro)
che rappresenta l'Autorità Portua-
le.
Roma, in una dichiarazione rilascia-
ta alla stampa locale, ha messo in
giusta evidenza questo risultato sa nascita di questa importante
che, insieme all'aumento del capi- struttura, lo scrivente fu componen-
tale (circa 6,5 milioni di euro) oltre te, insieme all'amico Angelo Roma,
a nuovi investimenti, consentirà, del consiglio di amministrazione: era-
successivamente, l'ingresso nella no i primi anni '90 quando la scelta
compagine sociale anche di Termi- di questo investimento venne am-
nali Italia (Rfi). piamente criticata: si diceva e si scri-
Ci preme sottolineare che sta tro- veva che si trattava dell'ennesima
vando finalmente conferma il ruolo cattedrale nel deserto: Così non è
centrale che l'Interporto assumerà stato e da cui la nostra convinta sod-
nel prossimo futuro. disfazione.
Da parte nostra la soddisfazione an-
che perchè, nella difficile e comples- EDS

Per. Ind. Claudio Cavallini

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16
AUTORITA’ PORTUALE
Dal Ministero ecco i primi fondi
di Cristina Battaglini
Il Ministero delle Infrastrutture e dei
Trasporti ha stabilito il versamento del
50% dei circa 3 milioni di euro destinati
al Sistema del Mar Tirreno Settentrio-
nale che serviranno per il finanziamento
dei progetti di opere prioritarie. Queste
risorse provengono dal fondo per la pro-
gettazione delle infrastrutture e degli
insediamenti prioritari per lo sviluppo del
Paese, di cui all’art. 202 del nuovo co-
dice degli appalti, e sono state ripartite
dal Ministero delle Infrastrutture e dei
Trasporti in base ad una attenta analisi
delle proposte degli interventi avanzate
dalle Port Authorities.
La dotazione concernente l’Authority del
Mar Tirreno Settentrionale segue, per
importo, quelle assegnate all’Autorità di
Sistema Portuale del Mar Ligure Occi-
dentale e quella del Mar Tirreno Centra-
le, promotori entrambi di due importan-
ti progetti speciali.
Molteplici gli interventi più significativi
avviati dall’Autorità di Sistema Portuale
del Mar Tirreno Settentrionale a cui sa-
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E-mail: info@porto.livorno.it
Tel. 0586 249 465 - 249 411
Fax 0586 429514
ranno destinati i finanziamenti per la pro-
gettazione: per Livorno, verranno de-
stinati finanziamenti per la progettazio-
ne di fattibilità relativa al nuovo ponte
mobile sul Canale Scolmatore dell’Arno;
per la trasformazione operativa della
Calata Orlando e Calata Carrara ai fini
della realizzazione della nuova stazione
marittima; alla riorganizzazione della via-
bilità portuale di cintura (con la separa-
zione delle correnti di traffico, la
razionalizzazione e ottimizzazione del
circuito doganale, la costruzione di un
unico varco portuale di tipo autostra-
dale e l’accesso alla Darsena Europa.
Per Piombino, una parte delle risorse
verrà riservata ai nuovi banchinamenti
antistanti le vasche di colmata e i relati-
vi piazzali; al completamento delle di-
ghe di sopraflutto e sottoflutto; e alla
“Bretella” di collegamento tra Autostrada
Tirrenica A12 e lo scali (Lotto n. 2:
Gagno-Porto). Altre risorse verranno
infine usate per il progetto del piano del
Ferro nei porti del Sistema.
Il presidente dell’AdSP Stefano Corsini
ha ringraziato la Struttura tecnica di
Missione e la Direzione competente del
Ministero delle infrastrutture e Trasporti
per l’impegno continuo profuso: “Fi-
nalmente si mette in moto il meccani-
smo per il finanziamento della proget-
tazione introdotto con il nuovo codice
appalti del 2016 e l’Autorità ha fatto un
ottimo lavoro di proposta, aggiudican-
dosi una cospicua dote finanziaria” ha
dichiarato. “E’ ormai evidente a tutti che
la criticità maggiore nel processo di re-
alizzazione delle infrastrutture fa capo
alla fase progettuale, il completamento
della quale è propedeutico all’assegna-
zione dei finanziamenti per la costruzio-
ne” ha spiegato Corsini, che ha sottoli-
neato come l’attivazione del fondo sia
soltanto un primo, sia pure importante,
step: “Adesso è necessario lavorare per
semplificare sia le procedure di affida-
mento delle progettazioni che i percorsi
approvativi”. Prima di arrivare all’affi-
damento di un progetto sono necessari
anni di esami per consentire ai diversi
enti coinvolti di esprimere un parere o
completare procedimenti paralleli. “In
vista della ripartenza da questa repentina
emergenza che ha colpito il sistema im-
prenditoriale ed economico di settore,
ritengo che non ci si possano più per-
mettere complicazioni non indispensa-
bili”.
Un'altra importante novità che riguarda
l'AdSP, consiste nella nascita dell'Osser-
vatorio Covid-19, una nuova rubrica
realizzata dall'AdSP del Mar Tirreno
Settentrionale: la nuova sezione web
dedicata all'emergenza, con notizie
tematiche, disposizioni normative e ana-
lisi statistiche periodicamente aggiornate
con i traffici portuali e navali dei porti
dell'Alto Tirreno.
 17

ALCUNE OSSERVAZIONI DA SEMPLICI CITTADINI

Ospedale, il nuovo progetto si parte demolendo proprio il reparto

confortare la scelta, ora è il tempo di
di Fabio Del Nista marciare, di dare seguito ad una realiz- malattie infettive (vedi gli eventi co-
zazione da troppo tempo inutilmente at- ronavirus). Ed anche un ulteriore do-
tesa e la cui definizione proprio perché veroso richiamo, peraltro assente da
La recente presentazione di un nuovo
per la prima volta si parla di risparmio quasi tutti gli interventi “politici”: di
progetto per l’ospedale di Livorno ha
di tempi e di costi ci fa ben sperare. attenzione al parere degli addetti ai la-
riacceso un dibattito che non accenna
Da parte nostra non possiamo che sti- vori, che nel rispettosi silenzio non
neppure stavolta, dopo circa 40 anni di
molare l’amministrazione Salvetti a non si sono sbilanciati in critiche pregiu-
attesa, a puntare deciso verso una solu-
commettre gli errori del passato, pun- diziali, ovviamente fiduciosi di poter
zione del problema.
golando la Regione, anche in conse- lavorare meglio nell’interesse priorita-
La prima unica contestazione da fare,
guenza del forzato prolungamento del- rio della cittadinanza.
peraltro anch’essa ormai superflua, è
l’attuale mandato a definire gli atti in A questa città, che negli ultimi 40 anni
che nessuna precedente amministrazio-
modo che la nuova giunta regionale non ha visto nascere ben tre nuovi centri
ne ha inserito nel proprio PRG un’area
abbia alibi per nuovi ritardi. commerciali e poco altro, alla ammini-
con destinazione specifica “ospedale”,
Una piccola osservazione, da profa- strazione comunale ed al Sindaco Sal-
nemmeno i 5 stelle che ne hanno avuto
ni ci piace però farla rispetto al nuo- vetti la fiducia e l’augurio della concre-
l’ultima possibilità e che ora criticano
vo progetto: rispetto al vecchio non tezza istituzionale.
l’attuale progetto, enfatizzando il valore
del parco (forse mai visitato) il cui stato
di manutenzione, ne ha visto proprio
negli ultimi cinque anni il definitivo de-
grado. Per non parlare delle scuole delle La sensibilità dei F.lli Neri
e di Max Allegri
quali proprio loro avevano proposto la
eliminazione. A ns. modesto avviso con
il nuovo progetto si potrà avere una so-
luzione omogenea dei due elementi: par- La drammatica situazione sociale che sta massacrando le categorie più deboli
co e scuole. trova nella Caritas livornese, condotta con eccezionale professionalità e disponi-
Unica seria osservazione, la cui attua- bilità assoluta da Suor Raffaella Spiezio, di cui ricordiamo con piacere la confe-
zione ci riporterebbe indietro nel tempo renza tenuta anni fa presso la sede de Il Centro, un essenziale punto di riferimen-
e quindi non definibile al momento nei to. Il lungo momento che, stando alle cronache ed in particolare alle previsioni
tempi e nei costi, appare quella formu- degli scenziati, si trascinerà purtroppo nel tempo se non saranno osservate alcu-
lata da Italia Viva, ma come detto, a ne norme restrittive in vigore, trova nella partecipazione di personalità di rilievo,
questo punto sarebbe come parlare di che soccorrono la esaltante missione sociale, un importante punto di riferimento.
ritorno al futuro. Confidiamo tuttavia E' la volta dei Fratelli Neri che, oltre alla donazione in danaro, hanno proceduto
vista la fatiscenza delle vecchie struttu- alla sanificazione degli ambienti dove era necessario questo intervento e anche di
re industriali che la Sovrintendenza non Massimiliano Allegri (ex allenatore della Juve, squadra verso la quale, chi scrive,
nutre fin da ragazzo "un amore stratosferico," e che esprime, ancora una volta, il
sia di ostacolo e che la variante trovi
disappunto nei confronti del management, per il suo ingiusto ed assurdo allontana-
tempi celeri di approvazione pur nella
mento) ha fatto "una bella sorpesa"sul conto corrente della Caritas.
doverosa partecipazione democratica.
Conoscendo la sensibilità della Soc. Fratelli Neri di Max Allegri questo nobile
Cosa diversa è il dubbio circa la funzio- gesto non ci sorprende. Ed anche Il Centro, direttamente, insieme ad un contribu-
nalità tecnico-medicale del cosidetto to personale dei componenti del Consiglio Direttivo, ha fatto altrettanto.
monoblocco, ma per questo ci sono e
ci saranno competenti e specifici ruoli a
 18
LA VENEZIA..
UN ALTRO PASSO
di Franco Spugnesi
Da quando avevo pubblicato un ar-
ticoletto (dicembre) per rilevare il
mio felice stupore per come la
mostra su Modigliani aveva valo-
rizzato la piazza del Luogo Pio,
fino allora un tristissimo parcheg-
gio al servizio della movida nottur-
na spesso becera e caciarona,
sembra passato non pochi mesi
ma anni per come la pandemia ha
cambiato le cose ed i comporta-
menti di tutti noi. Non so se la piaz-
za ha mantenuto la grazia che ave-
va recentemente acquistato (an-
ch’io sono confinato in casa) ma
la forzata astensione delle uscite
ha prodotto almeno un effetto po-
sitivo per la Venezia.
Le barche grandi e piccole dei for-
tunati che hanno recuperato un
posto nelle cantine lungo i fossi
hanno dovuto, presumo con rim-
pianto visto il bel tempo in arrivo,
rinunciare a girate e a battute di
pesca, permettendo il deposito dei
sedimenti fangosi che rendono tor-
ba l’acqua dei nostri Fossi, renden-
dola, forse per la prima volta, qua-
si limpida e trasparente, come mai
l’abbiamo vista.
Come un’apparizione, si sono in-
travisti sul fondo reperti che testi-
moniano non antiche civiltà ma
recenti e meno recenti inciviltà di
GIUNTI CARLO ALBERTO
Lavori Edili, Stradali
Via delle Travi, 1 - Tel.: 0586 886146
LIVORNO
tanti cittadini: vecchie barche, bi-
ciclette, elettrodomestici, pneuma-
tici insomma una specie di centro
raccolta rifiuti ingombranti da far in-
vidia all’AAMPS.
In altri tempi il fatto avrebbe al mas-
simo sollecitato la curiosità di mol-
ti, qualche bella battuta di spirito
dei più sagaci ma poi basta, tutto
sarebbe rimasto li, sott’acqua, in
attesa che l’acqua tornasse di nuo-
vo normalmente sporca ed opaca,
invece ..sarà quel nuovo spirito di
livornesità che auspicavo nello
scritto di cui accennavo all’inizio,
che ha reso possibile la trasforma-
zione della piazza del Luogo Pio
per intenderci, o per intervento di-
S.R.L.
vino ma Livorno si muove. Una dit-
ta di giovani operatori subacquei,
livornese la Sub-Sea supportati dal-
la Labromare (meritano questa ci-
tazione) lavoreranno gratis alcuni
giorni per il recupero e l’eliminazio-
ne, (qualcuno - l’assessore Lenzi -
sogna anche una valorizzazione di
riciclo simil-artistico dei rifiuti) con
la benedizione, e senza polemiche,
di autorità portuale e Sindaco.
L’intervento riguarda solo un breve
tratto nella zona che va dai Dome-
nicani agli Scali del Vescovato, solo
un breve tratto ma un dono signifi-
cativo alla città che anche questa
volta fa una scelta d’impegno per
la bellezza e contro il menefreghi-
smo.
Intanto godiamoci questo effetto
positivo dei provvedimenti straordi-
nari, ed auguriamoci che magari il
prossimo inverno si possa inter-
rompere, senza pandemia, il traffi-
co in un tratto dei fossi per conti-
nuare quest’opera, stabilizzando il
cambiamento di mentalità.
Corsi di formazione per la sicurezza
dei lavoratori, patentini per PLE, GRU,
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terra, trattori portuali, agricoli e
forestali, ponteggi PiMus, lavori in
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 19

qui
Diocesi
di Fabio Figara

Festa
della Divina
Misericordia cioè liturgicamente, venerato, e i
sacerdoti parlano ai fedeli del
na è l’ignoranza – ha spiegato il
Vescovo di Livorno Mons. Giusti - i
La domenica successiva alla Pasqua grande mistero della Misericordia discepoli facevano fatica a crede-
ricorre la festa del grande amore divina. Suor Faustina è conside- re su ciò che le donne avevano rac-
di Dio verso il genere umano, quel rata oggi una grande personalità contato sulla Resurrezione di
grande sentimento che tutto per- mistica della Chiesa. Nacque in Gesù.» Ma poi hanno creduto, an-
dona. Polonia il 25 agosto 1905 a Glo- che Tommaso, il più incredulo. È
Nel suo diario, suor Maria Fausti- gowiec, e il 1° agosto 1925 entrò un mistero grande questo amore
na Kowalska appuntò, oltre alle nel convento della Congregazione che arriva a sacrificare tutto per la
varie esperienze di vita, le appari- delle Suore della Beata Vergine salvezza degli altri, a perdonare
zioni e i colloqui fatti con Gesù. In Maria della Misericordia a Varsa- tutto. L’incontro con questo senti-
particolare risalta una richiesta, via, in cui prese il nome di suor mento divino lo abbiamo con la
avuta la prima volta a Plock, nel Faustina: morì in fama di santità il fede, nella preghiera, e soprattutto
1931: “Io desidero che vi sia una 5 ottobre 1938, all’età appena di 33 nell’Eucarestia, nella celebrazione
festa della Misericordia. Voglio che anni, di cui 13 di vita religiosa. Il 18 domenicale, ed è bene ricordare,
l’immagine, che dipingerai con il aprile 1993 Giovanni Paolo II la pro- in tempi di quarantena, che «non
pennello, venga solennemente clamò beata e e santa nel 2000. c’è popolo cristiano senz l’Eucare-
benedetta nella prima domenica «Il vero nemico della fede cristia- stia!».
dopo Pasqua; questa domenica
deve essere la festa della Miseri-
cordia”. Gesù pose più volte alla
suora polacca
questa richiesta, in ben 14 appari-
zioni, indicando con precisione il
giorno della festa nel calendario li-
turgico della Chiesa, la causa e lo
scopo della sua istituzione, il modo
di prepararla e di celebrarla come
pure le grazie ad essa legate.
Dopo un percorso durato anni, la
festa venne poi istituita ufficialmen-
te da Giovanni Paolo II nel 1992 per
tutta la Chiesa cattolica proprio
nella prima domenica dopo Pa-
squa, la cosiddetta “Domenica in
albis”. In questo giorno il quadro
della Misericordia è solennemen-
te benedetto e pubblicamente,
 20
Il percorso dell’informatica in na vecchia relazione
Il computer nelle scuole
a Livorno già dal 1967
di Mario Lorenzini
“I bambini di oggi, i lavoratori di domani si troveranno ad
operare in ambienti in cui chi non ha conoscenza, anche mini-
me, di informatica sarà probabilmente assimilato agli attuali
analfabeti”.
Abbiamo ritrovato gli Atti del 1° Convegno LA SCUOLA NELLA
PROVINCIA DI LIVORNO 25-26 GENNAIO 1990 e letto la
relazione L’INFORMATICA NELLA SCUOLA nel momento in
cui si fa un gran parlare nella scuola del 2013 con il “registro
cartaceo messo da parte, con la aule multimediali, con le lava-
gne digitali e il tablet diffuso”.
La relazione è un documento storico, che volentieri mettiamo a
disposizione dei lettori de Il Cenro perché ripercorre tutto il cam-
mino del computer a Livorno con le prime esperienze di infor-
matica nelle scuole secondarie superiori fin dal 1967 con l’istitu-
zione di corsi specialistici per periti informatici e ragionieri pro-
grammatori nell’ambito dell’istruzione tecnica.
Nel successivo decennio furono portati avanti nuovi curriculi e
formazione docenti e il Ministero nel 1977 fece il punto della
situazione demandando ai docenti la possibilità di avanzare pro-
poste in merito. Sulla base di tali proposte nell’istruzione tecnica
partì il processo di ristrutturazione dei corsi specialistici, revisio-
ne dei programmi, estensione del numero di istituti coinvolti, un
vasto piano di aggiornamento e corsi regolamentati nel 1977 e
nel 1981 con i cosidetti Progetti Assistiti. Infine, nel 1985, l’In-
formatica entra ufficialmente nei programmi di insegnamento e
dopo cinque anni quasi tutti i docenti di ruolo hanno ricevuto una
alfabetizzazione informatica.
Nella scuola di base elementare e media, si incomincia a sentire il
bisogno di innovarsi sia pure senza alcun appoggio sotto l’aspet-
to didattico che economico (leggi acquisto di computer).
Ricordo che il Distretto scolastico 20 aveva in dotazione un com-
puter che fu messo a disposizione degli alunni delle quinte classi
della scuola D’Azeglio e quei bambini furono felice di usare per
la prima volta una tastiera.
Nel 1990 l’informatica è presente nella scuola elementare (Catta-
neo - Thouar - Collodi - Lambruschini) e in quasi tutte le scuole
medie che usano il sistema operativo 005.
Solo i licei classici risultano non interessati all’informatica.
La relazione è completata con il quadro delle istituzioni scolasti-
che della Provincia con il numero dei sistemi operativi utilizzati,
dei docenti impegnati, dei laboratori esistenti.
La Scuola
deve tornare
ad essere
una priorità
nell’agenda
del Governo
La scuola in questo periodo è al centro dell'atten-
zione non solo degli insegnanti che improvvisamen-
te si sono trovati a modificare il loro programma di
fine anno scolastico ma dal Ministro agli Assessori
regionali, a secondo delle esigenze della popolazio-
ne e del territorio. “La scuola deve tornare a es-
sere una priorità nell'agenda del Governo” così
titola TOSCANA OGGI una intervista all'Assesso-
re Cristina Grieco.
E' possibile che la scuola riparta a settembre?
“Ritengo impensabile che anche il prossimo anno
scolastico possa svolgersi unicamente in moda-
lità a distanza. Per questo parlo di Cantiere
Scuola per prepararci a rientrare a scuola in
sicurezza a settembre, dobbiamo dialogare a di-
versi livelli di governo e con il coinvolgimento
di tutti gli attori”.
Più chiari di così non potrebbe essere l'impegno che
a cominciare dalla Regione si presenta nei prossimi
giorni nel corso dei quali si svolgerà la Maturità.
Nell'intervista si parla anche della didattica a distanza
attuata nella scuola media e negli istituti secondarie
trovando negli studenti e docenti accordo.
“In questi mesi la scuola ha subito una grande
trasformazione e ha dato prova di capacità di
resistenza. Il grande lavoro del personale diri-
gente, docente e delle amministrazioni non do-
vrà andare perso ma dovrà essere consolidato
in maniera sistematica e mirata. Sono sicura che
questa tragedia potra essere un'occasione per
davvero ripensare la Scuola che deve tornare
ad essere una priorità nell' agenda di tutti i li-
velli di governo e nel dibattito nazionale delle
prossime settimane”.
Mario Lorenzini
 21

CORONAVIRUS: LA GIUNTA DELINEA UNA MANOVRA A SOSTEGNO DELL’ECONOMIA LOCALE

Rosignano, oltre 2 milioni di euro

Durante la seduta che si è tenuta que-
sta mattina, la Giunta comunale di Ro-
signano Marittimo ha delineato una
manovra di sostegno all’economia lo-
cale da oltre 2 milioni di euro, deci-
dendo di utilizzare in via straordinaria
gli avanzi liberi di amministrazione del
bilancio 2020 a copertura di minori en-
trate correnti e previsione di maggiori
spese di sostegno al territorio.
In particolare, per il 2020 è stato de-
ciso di: eliminare l’imposta di soggior-
no; eliminare l’imposta di pubblicità;
eliminare la Cosap per le attività pro-
duttive; ridurre di almeno il 50% la Tari
per le utenze non domestiche (per le
utenze domestiche deboli è già stato
previsto il fondo di riduzione di
Euro 200 mila, incrementato con l’ul-
tima variazione di bilancio approvata lizzare la quota libera dell’avanzo di trasto della diffusione del covid-19.
dal Consiglio Comunale); stanziare amministrazione per il finanziamento “Pensiamo che sia necessario un in-
ulteriori Euro 150 mila per spese cor- di spese correnti connesse con l’emer- tervento d’urto - ha dichiarato il Sinda-
renti destinate ad imprese e coopera- genza in corso, dovrà essere forma- co Daniele Donati - Per questo, nei li-
tive locali per interventi di sanifica- lizzata con specifici atti e sottoposta miti di quanto concede la salvaguardia
zione, manutenzione del territorio, in- al Consiglio Comunale in sede di ap- degli equilibri di bilancio, intendiamo fare
tegrazione di progetti educativi e cul- provazione del bilancio consuntivo. Si tutto il possibile per dare risposte con-
turali, interventi di sostegno sociale. tratta, tuttavia, di una volontà precisa, cretamente alle esigenze degli opera-
La manovra, attualmente in fase di che l’Amministrazione comunale in- tori economici, in grande difficoltà ed
definizione nelle sue modalità tecni- tende mettere in campo per favorire esposti all’incognita di una stagione
che e di applicazione, anche in attesa la ripresa economica e non gravare balneare che si preannuncia difficile
dell’approvazione definitiva di compe- sulle imprese, fortemente penalizzate sotto vari punti di vista”.
tenza statale circa la possibilità di uti- dalle misure di contenimento e con-
 22
L’angolo di Don Ordesio Bellini
1793? Non esageriamo!
Amici,
per il momento sono ancora vivo visto
il dibattito che ogni tanto si riaccende
su l’opportunità o meno di far fuori i
vecchi o tenerseli e magari coccolarli
un po’. Ringrazio innanzitutto Dio e poi
tutti coloro che sono stati, sono e sa-
ranno nel futuro prossimo responsabili
della gestione pubblica di questa tra-
gedia che ha coinvolto tante persone,
tante competenze, tanti generosi. Un
cristiano ricordo per le tante vittime,
soprattutto anziani che al pari di me
volevano vivere serenamente ancora
un po’ godendo dell’affetto dei loro
cari e di quel grande dono che è la vita.
1. Un triste ricordo.
Detto questo vorrei fare una riflessio-
ne su di un punto che mi ha fatto ri-
cordare, mutatis mutandis, realtà spe-
rimentate, viste, lette e insegnate, os-
sia come potrebbe rinascere in qualsi-
asi momento un regime forte, non ne-
cessariamente una dittatura. Non esa-
geriamo!
Com’è precaria la nostra libertà. Ba-
sta poco per perderla in parte o tutta
come anche basta poco per riacquistar-
la, come nel caso del 1989 dove sem-
bra che un muro sia crollato per un sem-
plice equivoco di comunicazione.
Nel nome del popolo, nel nome della
rivoluzione, del partito, della fede, nel
nostro caso del coronavirus e quindi
della salute, si può “obbligare” un po-
polo a starsene chiuso in casa in una
specie di coprifuoco permanente.
A scanso di equivoci ripeto: è una ri-
flessione, non una recriminazione. Sono
rimasto in casa, si doveva rimanere in
casa e siamo rimasti in casa. Ne ero
convinto e ne sono tuttora convinto. E
ringrazio chi ci ha “obbligati” a farlo.
Era un ordine ragionevole e come tale
andava fatto rispettare. Quindi era ov-
vio che ci dovesse essere chi lo fa
rispettare: polizia, carabinieri e quan-
t’altro. Anche a loro il nostro grazie.
Dopo la mia esperienza negli anni ‘70
del secolo scorso in Paraguay nel pe-
riodo cruciale delle varie dittature del-
l’epoca non poteva però non ritornar-
mi alla mente lo spettro di che cosa
tutto ciò ha significato e potrebbe an-
cora significare per tante persone e
in tante parti del mondo vivere di fat-
to senza una dimensione importante
della libertà, la libertà di movimento.
E purtroppo non solo quella!
2. Interrompere una Messa.
E’ ovvio e quasi inevitabile che anche
nelle nostre circostanze qualche momen-
to di esagerazione, di abuso, di stupidità
da parte di chi doveva far rispettare
l’ordine di restare in casa c’è stato.
Nulla di tragico, anzi in alcuni casi
qualcosa di quasi comico, frutto di ine-
sperienza, eccesso di zelo e un pizzi-
co di protagonismo. Tanti uomini e
donne nel mondo, quelli sì, nel passa-
to e nel presente, vivono veramente e
tragicamente in uno stato di polizia.
Sono stato particolarmente colpito dal-
l’immagine di quel giovane carabinie-
re che in piedi nell’abside del tempio
davanti all’altare voleva imporre a quel
prete di interrompere la Messa. Ciò
mi ha fatto pensare.
Il giovane carabiniere ovviamente ha
tutta la mia simpatia perché penso che
lui in quel momento fosse vittima di
due realtà: da una parte eseguire fe-
delmente un ordine e dall’altra una
mancanza di discernimento e forse una
buona dose di ignoranza “religiosa”.
Ciò mi ha fatto pensare a tanti giova-
ni e meno giovani che in circostanze
simili valuterebbero una Messa al pari
di una rappresentazione teatrale che
si può anche interrompere (discutibil-
mente!) o al pari di qualcuno che ille-
galmente vende cipolle su luogo pub-
blico e che quindi deve sbaraccare per
ordine della polizia municipale.
Credo che un carabiniere con qualche
anno di più avrebbe probabilmente at-
teso la fine della Messa perché in qual-
che modo sarebbe stato in grado di
capire che una Messa non si interrom-
pe per il suo particolare carattere sa-
cro e quindi avrebbe atteso la fine per
procedere secondo la legge.
3 Perdita del senso
del sacro.
Qui la critica la faccio anzitutto alla
Chiesa, quindi anche a me stesso: non
siamo stati capaci di trasmettere il sen-
so sacro della Messa, ma più in gene-
rale anche il senso sacro della vita, del-
la parola data, dell’amicizia e di tante
altre realtà per le quali uomini e donne
in altri tempi si sono anche sacrificati.
Non è comunque tutta colpa nostra.
Quando un popolo perde il senso del
sacro, di quel limite misterioso quasi
istintivo per cui senti che qualcosa è
molto più grande di te, dei tuoi diritti e
delle tue logiche, la colpa non è solo
dei “funzionari” del sacro, per quanto
mi riguarda i preti, ma di quanti abbia-
mo contribuito negli anni, forse nei se-
coli a rendere violabile quella linea in-
valicabile oltrepassando la quale non
sai più per che cosa valga la pena vi-
vere e morire.
Riassumendo quanto detto conclude-
rei dicendo:
1. L’azione del giovane carabiniere che
prendo solo come esempio la liquide-

rei con gli aggettivi apparentemente
contradditori ma non troppo: triste e
comica. Abuso di potere? Ma povero
ragazzo, mi sa che non ha fatto altro
che mettere in pratica forse in modo
un po’ maldestro l’insegnamento rice-
vuto: “obbedire agli ordini”.
In uno come me però ha risvegliato
vecchi ricordi. Quando io in Paraguay
in quei famosi anni ‘70 facevo una riu-
nione con dei giovani, io avevo fuori
della porta un soldatino che sorveglia-
va. E durante la Messa sempre era
presente qualche spia che il giorno stes-
so riferiva ai militari e alla polizia even-
tuali espressioni “sovversive”.
Nulla di tutto questo nel caso nostro.
Solo un semplice triste ricordo di tem-
pi passati.
2. Il rischio di sottomettere in qualche
modo un popolo può esistere anche in
nome della salute. Non ho avuto modo
di verificare la notizia ma sembra che
in Cina fosse facile tenere tutti in casa.
Se uno usciva, si sparava!
C’è sempre un motivo per sottomet-
tere qualcuno anche nelle famiglie,
negli uffici, nelle fabbriche, nelle par-
rocchie, nella Chiesa. C’è sempre qual-
cuno che in nome di qualcosa fa capire
con le buone o con le cattive che lì co-
manda lui.
Nella rivoluzione francese era famo-
so il Comitato di Salute Pubblica. Buf-
Il carabiniere che cerca di interrompere la messa per il coronavirus.
fa coincidenza nel nome anche se in
quel caso aveva altri tristi compiti. Lì
agiva in nome della sacralità della Ri-
voluzione.
Noi abbiamo il benemerito Comitato
Tecnico Scientifico dove il rischio è di
sacralizzare la scienza. Ne abbiamo
esempi tristi in tante parti del mondo.
3. Tutti abbiamo motivi più o meno tra-
sparenti per rivendicare spazi di liber-
tà in questo particolare momento della
nostra storia. Tutti pensiamo innanzi-
tutto alla grave crisi economica che già
stiamo vivendo e che si aggraverà.
Penso anche a tanti altri problemi di
natura psicosociale. Restare chiusi in
casa per quasi due mesi non credo sia
indifferente per l’equilibrio psichico di
molte persone, soprattutto bimbi e an-
ziani. Non tutti abbiamo ville e piscine
da cui proclamiamo agli altri “devi re-
stare in casa”.
4. In particolare di questi tempi vi è,
almeno fino a questo momento, anche
la discussione se riaprire le chiese al
culto pubblico.
Qualcuno ha denunciato una ferita al
diritto alla libertà di culto, vedendo in
tutto questo un possibile ennesimo con-
flitto tra Chiesa e Stato come ce ne
sono stati in passato ma per ragioni
estremamente gravi.
Mi sembra una esagerazione! Vesco-
23
vi contro Governo, Papa che smenti-
sce i Vescovi! E’ stato detto di tutto e
di più. Non credo che fosse così seria
la questione da non poter essere risol-
ta con intelligenza. Certamente qual-
cosa di strano e di contraddittorio è
avvenuto anche riguardo a questo tema.
Ma tante altre realtà importanti (vedi
per esempio il mondo del teatro e della
cultura in genere) hanno subito a torto
o a ragione limiti seri alla propria
libertà e alla propria esistenza.
Tutto questo per chi ha memoria stori-
ca fa intravedere uno scenario che nei
secoli è degenerato e può degenerare,
soprattutto quando, perso il senso del
sacro in genere, anche una Messa vie-
ne percepita quando va bene come
una rappresentazione teatrale o una
sceneggiata o una vendita illegale di
mercanzia. Nel gergo livornese si di-
rebbe: “prete, prendi i tu’ ciottoli e
sbaracca”.
Limitare qualunque forma di libertà è
una questione seria e grave sempre,
comunque e dappertutto.
E questo oggi può succedere anche
come si suole dire “in buona fede”, anzi
in nome della scienza che sembra l’uni-
ca cosa sacra ormai rimasta.
Comunque grazie a Dio nulla minima-
mente paragonabile al fanatico spirito
giacobino del famigerato Comitato di
Salute Pubblica del 1793.
NON ESAGERIAMO!
24

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IN TEMPO DI CORONAVIRUS
Il pensiero scientifico
di Marcello Battini
a) Infanzia
Tommy, un bambino che ha appena ri-
cevuto in regalo dal nonno 50 Euro, si
fa accompagnare al negozio d’articoli
sportivi per acquistare: un pallone, uno
skate board, una racchetta da tennis.
Domanda: “Quanto ha speso comples-
sivamente e con quanti soldi torna a
casa”? Aiutato dal nonno, avvalendosi
delle sue iniziali conoscenze aritmeti-
che:
1) verifica lo scontrino fiscale ricevuto e
vi legge quanto ha pagato (complessi-
vamente, Euro 42);
2) calcola la differenza tra quanto ha
ricevuto in regalo (50 Euro) e quanto ha
speso (42 Euro) e ottiene un valore di 8
Euro;
3) verifica che detto valore corrisponde
a quanto denaro ha nel suo portamo-
nete.
Tommy che è un bambino intelligente,
da questa esperienza trae anche il se-
guente insegnamento: “ogni volta che
riceve del denaro, può spenderlo per
acquistare qualche oggetto e può con-
servare ancora qualcosa se la somma
dei prezzi degli oggetti acquistati è in-
feriore alla somma di denaro ricevuta”.
Tommy inizia ad avvalersi di alcuni stru-
menti matematici (numeri naturali e
calcolo aritmetico) per affrontare dei
problemi di vita e per descrivere alcuni
eventi, ma il PENSIERO SCIENTIFICO
è un’altra cosa.
b) Pre – adolescenza
Tommy, alla scuola media, impara che
esistono anche i numeri relativi. Allora
rapportandosi allo stesso problema di
cui sopra, si pone un’altra domanda:
“Questi numeri relativi, oltre a rendere
la vita scolastica più complicata, a cosa
possono servire? Non è forse possibile
effettuare un acquisto d’importo supe-
riore ai soldi posseduti? (Tommy è con-
sapevole che la cosa sarà possibile
a condizione di potersi procurare al-
tri soldi, oltre quelli posseduti, ma-
gari chiedendo un piccolo prestito al
nonno).
Tommy si avvale di nuovi strumenti
matematici (numeri relativi e calcolo
algebrico) per affrontare i soliti pro-
blemi di vita, per descriverli, ma an-
che per individuare alcuni altri eventi
alternativi rispetto alla realtà fattuale,
che allargano la sua capacità di com-
prensione fino ad ipotizzare realtà
possibili, ma non reali (capacità
d’astrazione).
Inoltre, Tommy, essendo venuto a con-
tatto con il “calcolo letterale”, può
comprendere che il problema inizia-
le, invece di descriverlo con l’uso di
118
parole, può, più semplicemente e più
efficacemente descriverlo come se-
gue:
Se:
a = denaro posseduto;
b = denaro speso;
c = denaro residuo (resto)
a – b = c; con a > b
vel
a – b = - c; con a < b
La semplicità descrittiva di un modello
matematico è cosa ovvia.
La potenza descrittiva lo è meno e
Tommy la scoprirà gradualmente al-
lorché comprenderà che “a”, “b”, “c”,
possono rappresentare non solo de-
naro, ma elementi a piacere, in quel-
la determinata relazione tra loro (som-
ma algebrica).
Questo consentirà a Tommy di non
affaticarsi inutilmente in calcoli ele-
mentari (calcolo della serva direbbe
qualche sciocco snob), ma di pas-
sare subito a comprendere gli aspet-
ti essenziali dei fatti (fenomeni).
A questo punto, saremo ancora di-
stanti dalla “Teoria della relatività”, ma
il PENSIERO SCIENTIFICO comin-
cia a penetrare nella mente di Tom-
my senza che lui ne sia pienamente
cosciente. Questa sua acquisizione
di competenze non è ancora un fe-
25
nomeno irreversibile, ma è augurabile
che Tommy, nel crescere, fortifichi que-
ste sue capacità.
c) Adolescenza
In questa fase di vita Tommy incontre-
rà alcune altre conoscenze matemati-
che che amplieranno enormemente le
sue innate capacità analitiche: l’infini-
tamente grande e l’infinitamente picco-
lo, il concetto di probabilità, la struttu-
ra algebrica. Allora Tommy potrà ac-
quistare più consapevolezza del suo
sapere. Occorrerà solo che incontri,
nella sua vita, un qualche evento che
gli consenta di mettere in pratica quanto
ha appreso.
Qui cominciano i problemi perché il
primo incontro di vita da adulto che è
destinato a fare riguarderà sicuramen-
te il sesso. Dovrà comprendere prima
possibile che la questione sessuale non
è cosa che si possa affrontare e risol-
vere con gli strumenti matematici. Po-
trebbe giungere persino a convincersi
che, almeno in certi casi, la matemati-
ca è inutile, o peggio ancora, danno-
sa.
C’è da sperare che qualcuno (o qual-
cosa) lo faccia riflettere saggiamente
sulla questione perché, in caso con-
trario, l’umanità rischia di perdere per
strada un potenziale scienziato.
d) Maturità
La situazione è molto complicata. Di
scienziati, in giro per il mondo, ce ne
sono davvero pochi.
Sembra che il fattore sesso tenda a
prevalere sul PENSIERO SCIENTIFI-
CO. In ogni caso, sesso o non sesso,
almeno nel nostro Paese, oltre agli
scienziati, scarseggiano pure i bambi-
ni. Forse, da noi, la riabilitazione del
fattore “matematica” potrà contribuire
a risolvere l’importante problema demo-
grafico della denatalità e, con esso,
anche una saggia rivisitazione della que-
stione sessuale, basata sul primato dei
sentimenti rispetto alle passioni.
 26
Covid-19: cosa pensano i giovani
di Ruggero Morelli
Il Covid-19 ha impegnato in
modo pesante tutti i settori della
vita politica, dell'economia del
nostro paese. Ma anche degli
altri stati.
Quelli che appartengono alla
Europa hanno avviato una trat-
tativa molto complessa per sta-
bilire gli aiuti necessari.
Come scrivono in molti niente
sarà più come prima.
Per questo abbiamo rivolto
qualche domanda ad alcuni ra-
gazzi che più di altri si trove-
ranno a vivere e gestire la so-
cietà dopo la pandemia.
Sono quattro giovanissimi che
da tempo si interessano della
comunità di Livorno ed hanno
avuto esperienze anche al-
l'estero.
Federica
Parlanti
1) - Secondo me in Italia non è stata
affrontata in modo adeguato l’emer-
genza da covid-19. Innanzitutto biso-
gna sottolineare il ritardo con cui si è
agito: dalla scoperta del primo foco-
laio (21 febbraio) sono passati ben 19
giorni prima del celebre decreto “Io
resto a casa” (11 marzo) valido per
tutto il territorio nazionale. Come si è
potuto pensare in uno stato come l’Ita-
lia, dove la densità demografica è alta,
dove le distanze sono molto accorcia-
te, dove le città sono vicine e la popo-
lazione è omogeneamente distribuita,
di chiudere in un primo momento solo
i comuni infetti? Questa misura ha ral-
lentato il contagio in quei comuni, ma
non ha impedito la diffusione del virus
negli altri. Si è trattato di una misura
per sanare una ferita già aperta, ma
cosa è stato fatto per prevenire che
se ne aprissero altre nel Paese? Que-
Le 5 domande
1) Il nostro Paese ha affrontato la pandemia Covid-19 in modo
adeguato?
2) C'erano stati negli anni passati segnali che annunciavano pan-
demie. Perché Cina, Corea, Italia, Uk, Francia e Usa sono state
colpite come di sorpresa ed hanno tutti parlato di una guerra bi-
blica contro un nemico invisibile ed imprevedibile?
3) Che cosa determina oggi la difficoltà dei rapporti tra gli stati
che compongono la Ue?
4) Secondo una tesi che ho apprezzato, dopo questa fase pesante
troveremo tre priorità da affrontare:
a) il clima con le conseguenze dimostrate sulla salute del pianeta;
b) il danno da covid-19 alle persone e al sistema sanitario insuffi-
ciente o impreparato.
c) la trasformazione del lavoro che di certo accelererà di molto
per le nuove tecnologie che interesseranno tutti i settori; in
particolare, dovremo affrontare il tema del lavoro-le persone
ed i big data.
5) Sala propone una costituente per ripensare-rivedere i rappor-
ti tra Governo, Regioni e comuni; qualche economista ci parla di
ripensare il capitalismo; altri più versati alle nuove tecnologie di
ripensare la smart city e quindi la gestione dei servizi pubblici.
A voi la parola...
sto è stato l’errore a monte, ma poi ne va ufficiosamente fra le aziende una
sono stati commessi - e ne stiamo com- bozza del decreto che veniva via via
mettendo- infiniti altri nella gestione modificata in base alle esigenze. Pos-
della crisi. Parliamo per esempio del- siamo chiamare questa buona organiz-
la riapertura delle fabbriche: è stato zazione? In un primo tempo il non ri-
annunciata dal Premier la chiusura spetto dei decreti implicava una san-
delle attività non necessarie. Cosa si- zione penale, diventata dopo 10 giorni
gnifica questa espressione? Sappiamo amministrativa perché i tribunali non riu-
che le attività necessarie sono colle- scivano a smaltire la mole. Era forse
gate ad altre che forniscono loro ma- qualcosa di imprevedibile? Oppure pos-
teriali. A quel punto allora è stato an- siamo parlare della famosa fase due:
nunciato che nell’elenco delle attività non è serio annunciare che inizierà il 4
aperte dovevano rimanere anche le maggio, il 18 maggio o domani; sareb-
filiere al servizio delle attività neces- be serio dichiarare che la fase due ini-
sarie, ma poi si è scoperto che anche zierà quando i casi attivi saranno tot.,
le suddette filiere non sono autonome, oppure l’incremento dei contagiati am-
e allora che fare? Nel frattempo gira- segue a pag. 27

da pag. 26
monterà a tot. La situazione è sempre
più caotica e, se in un primo momento
il caos poteva essere comprensibile
(non giustificabile, visto che non siamo
stati i primi a incorrere nel covid), oggi
non è più tollerabile.
2) - Perché la politica odierna, non solo
quella italiana, guarda a oggi, raramente
a ieri, mai a domani.
3) - L’Unione Europea ad oggi resta
un sogno, in cui io credo fermamente,
ma che per il momento non è realtà.
L’Unione Europea è nata come unio-
ne economica e di questo continuiamo
a pagarne la conseguenze. Svevo di-
ceva che è dalla libertà di circolazione
di capitali, merci e persone che nasce
la pace, e le sue parole rimangono va-
lide ancora oggi. Ma noi vogliamo la
pace fra gli stati d’Europa, o vogliamo
qualcosa in più?
4) - Dopo questa emergenza ho sicu-
ramente capito tre cose:
a) La principale causa del problema
ambientale e climatico siamo noi pri-
vati cittadini. Le industrie in questi ulti-
mi anni, giustamente, si sono dovute
adattare a nuovi regolamenti sempre
più stringenti per lo smaltimento e le
emissioni, ma cosa abbiamo fatto in-
vece noi cittadini? Ci siamo forse pri-
vati dell'auto o dello scooter quando
non necessari? Abbiamo abbandonato
le bottiglie di plastica? Abbiamo rinun-
ciato al condizionatore nei giorni esti-
vi? Io mi sono ripromessa che quando
ritornerò alla luce del sole, cambierò
stile di vita, perché ho potuto toccare
con mano in questi mesi che io, con il
mio solo comportamento, posso fare la
differenza.
b) Il sistema sanitario è insufficiente
come è insufficiente quello scolastico.
I due fondamentali pilastri di una de-
mocrazia liberale sono fragili e questo,
pare ovvio dirlo, è a causa dei tagli ope-
rati da tutti i governi e dall’inefficienza
dell’apparato pubblico italiano. Come
soluzione alcuni politici chiedono il con-
tributo di solidarietà, altri si rifanno alla
generosità dei grandi ricchi, ma a nes-
suno salta in mente di abolire Quota
100 per finanziare la sanità al collasso.
Siamo attaccati a certi privilegi, ma non
ai diritti fondamentali.
c) La scoperta dello smart working su
larga scala sicuramente lascerà trac-
ce indelebili sul nostro modo di lavo-
rare post-pandemia, ma non credo
possa sostituire del tutto il nostro anti-
co modus operandi. Io sono un’inse-
gnante e in questi mesi ho imparato
delle metodologie che altrimenti non
avrei imparato o avrei imparato in un
lasso maggiore di tempo, ma non pos-
so non constatare il potenziale infini-
tamente superiore della didattica vis-
à-vis.
5) - L’idea di Sala di ripensare il rap-
porto tra regioni e Stato mi pare otti-
ma: in questa emergenza si è visto più
che mai quanto sia importante avere
uno stato centrale capace di coordi-
nare le azioni locali in tempi umana-
mente ragionevoli. Non voglio spinger-
mi a parlare di capitalismo o di massi-
mi sistemi. Sarei più che soddisfatta
se questa emergenza avesse fatto ca-
pire a noi italiani un fatto piccolo, con-
creto e tangibile: il problema della bu-
rocrazia.
Giulio Profeta
1) - Il Covid-19 rappresenta una sfida
eccezionale e alle sfide eccezionali si
può rispondere solo con misure ecce-
zionali.
Da questo punto
di vista, credo
che il Governo ita-
liano abbia sapu-
to coniugare la
tutela della salute
con le esigenze
proprie dell’eco-
nomia, mettendo
al centro della
propria azione il
cittadino, contrariamente a ciò che è
avvenuto in molte altre realtà interna-
zionali, dove da strampalate tesi sul-
l’immunità di gregge si è passati, fret-
tolosamente, all’emulazione delle mi-
sure restrittive italiane.
L’unico neo, a parer mio, è rappre-
sentato da un lato dalla gestione lom-
barda delle RSA, dall’altro dall’omes-
sa chiusura dei Comuni di Alzano e
27
Nembro, decisione che sarebbe spet-
tata alla Regione, ma che non è stata
attuata per motivi ancora sconosciuti.
2) - Io opererei una distinzione tra Stati
Occidentali e Stati Orientali, con que-
st’ultimi, a prescindere dall’adozione
di regimi democratici o meno, molto
più abituati a gestire, attraverso rigidi
protocolli sanitari, pandemie (non scor-
diamoci l’impatto della SARS giusto
qualche anno fa in quei luoghi).
In Occidente, forse memori della scar-
sa incidenza dell’influenza suina, si è
volutamente sottovalutato il problema,
talvolta accusando, con improbabili at-
tacchi, la Cina di aver minimizzato la
portata della pandemia.
Ma se un Paese decide di sigillare con
misure draconiane una propria provin-
cia, come accaduto a Wuhan, traccian-
do i suoi abitanti e facendo intervenire
l’esercito, le accuse di inadeguata re-
azione alla Cina si rivelano più un espe-
diente retorico che realtà, funzionali
all’esigenza di identificare un presun-
to untore per alleviare le responsabili-
tà dei singoli Governi nazionali Occi-
dentali.
Per questo, non mi sorprende che i più
feroci attacchi siano giunti proprio da-
gli Stati Uniti, dove Donald Trump, per
paura di arrestare l’economia alla vi-
gilia delle presidenziali, ha parlato a più
riprese di “virus cinese”.
Sull’utilizzo di una “terminologia” bel-
lica, non eccepisco qualcosa a riguar-
do.
Siamo, effettivamente, in guerra, come
ci ricordano le tragiche immagini delle
bare portate via nella notte dagli auto-
mezzi dell’esercito a Bergamo, e il no-
stro fronte è rappresentato dalle strut-
ture sanitarie, in cui l’eroico personale
affronta, quotidianamente, questa bat-
taglia.
3) - Il vero errore è concepire l’Unio-
ne Europea come un “Super Stato”
continentale.
Questo è un retaggio di chi è abituato
a ragionare in un’ottica rigida di sta-
tualità, per cui i vertici degli enti espo-
nenziali della collettività non sono al-
tro che gli Stati.
L’Unione Europea, in realtà, nasce e
si sviluppa proprio in un contesto di
 28
da pag. 27
sofferenza della sovranità così come
conosciuta nel Novecento.
L’ordinamento sovranazionale è
un’Unione a natura prettamente eco-
nomica, priva, ad oggi, della solidarie-
tà tipica degli Stati Nazionali, in specie
quelli europei, formatisi dopo secoli, se
non più di un millennio, di aspri conflit-
ti.
Questa miopia ci induce a deplorare il
comportamento delle Istituzioni del-
l’Unione che, in realtà, è perfettamen-
te aderente ai Trattati, che vietano qua-
lunque elargizione di denaro priva di
condizionalità (la stessa direttrice si
coglie in innumerevoli aspetti giuridici,
dal divieto di aiuti di Stato alla preclu-
sione per la Banca Centrale Europa di
essere creditore di ultima istanza degli
Stati membri in difficoltà).
Il vero quesito da porci, semmai, è se
uno strumento economico, privo di in-
tegrazione politica, possa reggere di
fronte a quelle esigenze di solidarietà
per le quali è nato proprio lo Stato na-
zionale.
Ad oggi l’Unione è più un’ideale co-
smopolita delle classi dirigenti, colte e
benestanti, che delle masse europee,
quest’ultime accettano la situazione in
quanto funzionale ad una prospettiva
di maggior ricchezza.
Quando questa diminuirà, e ne abbia-
mo già avuto un primo assaggio con la
crisi dei debiti sovrani del 2011, dimi-
nuiranno gli incentivi a rimanere nel-
l’Unione per le masse.
E saranno tangibili queste contraddi-
zioni.
4) - Difficile immaginare quando usci-
remo concretamente dalla crisi sani-
taria, sicuramente, però, i temi deline-
ati saranno avvertiti come quelli più
attuali.
Sul clima, si sono spese molte parole
nell’ultimo anno, ma il dibattito non è,
poi, stato trasfuso nell’adozione di nuo-
ve ed ulteriori misure, anzi, se doves-
simo leggere esclusivamente il dato
politico, coglieremmo come proprio
l’approvazione di proposte a natura
ecologica in passato abbia favorito
l’ascesa di proteste sociali in tutto il
mondo, dai Gillet Gialli in Francia, ad,
ancor prima, Trump negli Stati Uniti,
che beneficiò del crollo dell’occupa-
zione nella Rust Belt a seguito delle
politiche verdi di Obama per conqui-
stare la Presidenza.
Sul sistema sanitario, credo ci siano
almeno due punti che saranno ogget-
to di dibattito: i mancati investimenti
sulla sanità, espressione di quel disin-
teresse nei confronti dei diritti sociali
oramai cronico dagli anni Ottanta in
tutto Occidente, e i rapporti tra Stato
e Regioni nelle reciproche competen-
ze, dato che la sanità rappresenta pro-
prio la materia più pesante in termini
di budget e complessità per le entità
sub-statali (ricordiamo che l’85%-
90% delle spese regionali è destinato
in questo ambito).
Infine, sul lavoro penso che, come hai
avuto modo di accennare, il Covid sarà
uno dei fattori che accelererà la rice-
zione di modelli più flessibili, impron-
tati al risultato.
5) - Come accennato, sicuramente da
questa situazione emergerà un dibat-
tito sulla fisionomia dei rapporti tra i
vari centri di potere della nostra Re-
pubblica, soprattutto tra Stato Centrale
e Regioni, a causa della delicata si-
tuazione della competenza sanitaria.
Nono sono, tuttavia, un estimatore di
frequenti rivoluzioni istituzionali, per cui
non credo che incidere in modo netto
nelle relazioni fra i vari organi ammi-
nistrativi possa, di per sé, risolvere al-
cuni problemi atavici, tanto più che, sal-
vo il caso Lombardo, mi sembra di dire
che le Regioni abbiano affrontato ade-
guatamente la sfida eccezionale del
Covid.
In altri termini, penso che sicuramen-
te nascerà una discussione sul tema,
ma non penso che sia necessario mo-
dificare il delicato sistema dei pesi e
contrappesi presenti nella sanità.
Altro discorso è il ripensamento del
sistema capitalista, o, per essere più
espliciti, dei mezzi di produzione, che
dagli anni Ottanta si è delegato esclu-
sivamente al settore privato, nell’illu-
sione ideologica che fosse più efficien-
te.
La crisi che vivremo, dalle proporzio-
ni post-belliche per impatto, come so-
stenuto dal Fondo Monetario Interna-
zionale, imporrà, necessariamente, una
rinnovata centralità dello Stato.
Il vero punto debole, semmai, è che
manca ancora un adeguato impianto
culturale dietro questa impellente ne-
cessità di maggior peso pubblico.
Su questo dovremo lavorarci.
Giovanni Sofia
1) - Non lo so, e credo che in realtà
nessuno lo sappia in questo momento,
neanche Conte.
L'impressione è che l'Italia sia stato il
paese che più ha tutelato la salute a
discapito dell'economia e questo è cer-
tamente motivo di orgoglio. D’altro
canto però, l’Italia è stata costretta, da
subito, a misure draconiane perché il
rapporto posti in terapia intensiva frat-
to abitanti era talmente basso che il
collasso degli ospedali era sicuro, in
assenza di queste misure. Di certo,
queste carenze non sono colpa di que-
sto governo, ma dei tagli voluti negli
ultimi decenni proprio per ridurre quel
debito pubblico ed adeguarsi alle vo-
lontà dei paesi del nord Europa. Gli
stessi paesi che, per questo motivo,
ostacolano adesso gli aiuti economici
verso di noi. E’ un cortocircuito fatto
di sfiducia e pregiudizio sotto il quale
sta franando l’UE.
Ad ogni modo, l’Italia è stato il primo
paese occidentale e democratico a im-
porre la limitazione delle libertà indivi-
duali. Abbiamo fatto da apripista agli
altri governi, rendendo loro il compito
più facile perché “l’ha già fatto l’Ita-
lia” e per questo, gli altri governi, de-
vono ringraziare quello italiano.
La sfida che adesso deve affrontare il
governo Conte è quella di rendere il
più possibile omogeneo il danno eco-
nomico e sociale dato dall’epidemia.
Contemporaneamente, è necessario
fare si che il tributo economico sia pre-
levato il più possibile dalla BCE e dalle
istituzioni europee, limitando l’introdu-
zione, credo inevitabile, di tasse patri-
moniali.
Questi due compiti saranno il vero ban-
co di prova del governo e saranno estre-
mamente difficili.
2) - Perché i governi democratici sono
segue a pag. 29

da pag. 28
per loro natura espressione di popoli
che preferiscono l’uovo alla gallina,
curandosi esclusivamente dell’oggi e
pochissimo del domani. Inoltre, venia-
mo da un epoca in cui eravamo co-
stantemente circondati da notizie di
potenziali pericoli catastrofici, assue-
fatti da questo sentimento di rischio.
Un po’ la storia del bambino che gri-
dava “al lupo”, per capirsi. Per quanto
riguarda la Cina, credo sia prematuro
fare qualsiasi considerazione: hanno li-
mitato in maniera incredibilmente effi-
cace l’epidemia e non sappiamo anco-
ra come sia partita l’infezione…
3) - Niente di diverso ai problemi che
c’erano ieri: sfiducia reciproca, pregiu-
dizio e la mancanza di un qualsiasi ide-
alismo politico. Per idealismo, non in-
tendo l’accezione romantica, ma quel-
la propria di Fichte: creazione del mon-
do partendo dalle idee. L’Europa non
vuole, o non può permettersi, di darsi
un vero ordine economico sociale,
schiacciato dalla geopolitica dove risul-
ta nettamente impotente. La discussio-
ne è incentrata su dove tirare la co-
perta e non su come tesserla per far si
che basti a tutti. L’UE, è nata come un
sistema di garanzia liberista per delle
economie che si affacciavano fiducio-
se nella sfida della globalizzazione.
Persa ai danni di USA, Cina e India.
Adesso i nodi vengono al pettine e
l’equilibrio, diventa sempre più instabi-
le: o si va avanti o si torna indietro.
4) - Io credo che si aggiungerà gra-
dualmente un quarto tema che assor-
birà gli altri, nell’occidente: il senso del-
l’uomo. E non parlo in termini esisten-
zialistici, legati all’individuo, ma proprio
in termini sociali. Uno dei film più im-
portanti del nuovo millennio, quasi pro-
fetico uscito nel 1999, come ad annun-
ciare il mondo nuovo. In quel film, le
macchine, evolute e dotate di una in-
telligenza superiore a quella umana ca-
povolgono il loro rapporto con il gene-
re umano: è lui, adesso, al servizio del-
la perfezione delle macchine. Lo svi-
luppo tecnologico toglie posti di lavoro,
ma a differenza delle rivoluzioni indu-
striali, quella informatica temo non cre-
erà altrettanti nuovi posti di lavoro. Per-
ché L’intelligenza artificiale si avvici-
na sempre più a quella dell’uomo, riu-
scendo a sostituirlo e spesso a miglio-
rarlo. “Lavorare meno, lavorare tut-
ti”, lo vorremmo tutti. Fino a quando
non stiamo dalla parte di chi preferi-
sce sfruttare il massimo da poche per-
sone. Spesso ci scordiamo che l’esi-
genza sociale del branco nasceva nel-
l’uomo per una necessità. La civiltà è
nata e si è sviluppata per il bisogno
reciproco delle persone di interagire
ed aiutarsi. Ma in un mondo in cui le
macchine possono sostituire gli esseri
umani, a che serve dividere la fetta
della torta per otto miliardi di perso-
ne?
5) - Mai come nel prossimo futuro,
l’umanesimo si sconterà con la natu-
ra umana e la sinistra dovrà ridiscute-
re il dogma del lavoro, come sta già
iniziando a fare: lavorare poco e lavo-
rare tutti continuando a credere nel
progresso materiale, oppure far lavo-
rare le macchine e pochi manutentori
specializzati, al nostro posto, creando
un paradiso terrestre in cui l’uomo può
dedicarsi alle arti, la cultura e lo sva-
go? Intanto la sinistra dovrà evitare
che la maggioranza delle persone di-
venti inutile e, quindi, eliminabile. Cosa
tanto crudele, quanto, banalmente,
umana. Troppo umana.
Lorenzo Taccini
1) - A mio avviso, date le straordina-
rie circcostanze,
constatando la
condizione media
del tessuto socia-
le e cittadino, le
celebri difficoltà
burocratiche, tut-
to sommato sì.
Con il "senno del
poi" si potrebbe
appuntare un
qualche ritardo negli interventi, ma si-
curamente la situazione ho colto tutti
impreparati.
2) - Complottisimi, gusto per un'infor-
mazione ricca di bufale e spesso as-
surda, coinvolgimento emotivo dei cit-
tadini affinché regalino qualche "cli-
ck" in più a determinate testate online
29
e s'impelaghino nei meandri dell'info-
sfera sono porbabilmente concause del
diffondersi di notizie quali la "guerra
biblica". Tuttavia gli stati in elenco
sono effettivamente sembrati impre-
parati al momento dello scoppio del-
la pandemia. Su questo punt ci sa-
rebbe da comprendere fino a che
punto fosse calcolata una "riduzione
cpiù o meno programamta" della po-
polazione mondiale e quando, effet-
tivamente, i governi siano stati inef-
ficienti.
3) - Probabilmente vecchie ruggini,
differenze ataviche sociali, civili cul-
turaali in genere e sopratutto econo-
miche, sono tra i principali motivi.
Qualcuno cantava "ma davvero cre-
devi che avremmo parlato Esperanto?"
ed in momento di forte tensione come
questo, i nodi vengono al pettine.
4) - Sicuramente il punto "a", già al-
l'attenzione, attirerà le attenzioni di
scenziati, ricercatori, governi ed
esperti del settore in genere. Auspi-
cabilmente, aggiungerei. In mertio al
punto "b" ed ai sistemi sanitari im-
preparati, sono da fare, nostro mal-
grado, important dinstinguo. In Ita-
lia, certamente, devono essere rivi-
ste molte cose, ma già in Germania
le differenze sono evidentemente ri-
levanti. Sul punto "c" sono davvero
poco preparato, ma le tecnologie già
da tempo stavano subentrando nel
tessuto lavorativo quotidiano. Alcu-
ni settori ssono decisamente più
avanti di altri, ma òa popolazione è
poco preaprata e formata a riguar-
do, almeno in Italia.
5) - Penso che la crisi sanitaria in
atto abbia evidenziato l'impellente
necessità di rivedere i rapporti tra
governo, regioni e comuni. In merito
al capitalismo, se ci fosse stato biso-
gno, abbiamoa vuto la controprova
di essere un sistema inefficiente, ina-
datto ed estremamente classista.
L'augurio è che presto passi l'emer-
genza sanitaria, ma non si torni alla
"normalità", bensì si rivedano, tutti
quanti, le proprità sociali, economi-
che e culturali dei paesi dell'Occi-
dente e dell'Oriente, Nord e Sud del
nostro mondo semrpe più ecumeni-
co e cosmopolita.
 30
Da un testo
di
Primo Levi
Pubblichiamo volentieri questa pagina
ripresa dal libro "La Tregua" di Primo
Levi inviataci dal dott. Cesare Tonelli re-
sidente a Firenze ma di Montecatini Val
di Cecina di cui pubblicheremo, nei pros-
simi numeri de Il Centro, alcuni suoi gra-
devoli "raccontini".
.... Hurbinek era un nulla , un figlio della
morte, un figlio di Auschwitz. Dimostra-
va tre anni circa, nessuno sapeva niente
di lui, non sapeva parlare e non aveva un
nome: quel curioso nome, Hurbinek, gli
era stato assegnato da noi, forse da una
delle donne, che aveva interpretato con
quelle sillabe una delle voci inarticolate
che il piccolo ogni tanto emetteva. Era
paralizzato dalle reni in giù, ed aveva le
gambe atrofiche, sottili come stecchi; ma
i suoi occhi, persi nel viso triangolare e
smunto, saettavano terribilmente vivi,
pieni di richiesta, di asserzione, della vo-
lontà di scatenarsi, di rompere la tomba
del mutismo.
La parola che gli mancava, che nessuno
si era curato di insegnargli, il bisogno
della parola, premeva nel suo sguardo
con urgenza esplosiva: era uno sguardo
selvaggio e umano ad un tempo, anzi ma-
turo e giudice, che nessuno fra noi sa-
peva sostenere, tanto era carico di forza
e pena.
Nessuno, salvo Henek: Henek era il mio
vicino di letto, un robusto e florido ra-
gazzo ungherese di quindici anni. He-
nek passava accanto alla cuccia di Hur-
binek metà delle sue giornate .....
Henek, tranquillo e testardo, sedeva ac-
canto alla piccola sfinge, immune alla po-
tenza triste che ne emanava. Gli portava
da mangiare , gli rassettava le coperte,
lo ripuliva con mani abili, prive di ripu-
gnanza e gli parlava naturalmente in un-
gherese con voce lenta e paziente.
Dopo una settimana, Henek ci annunciò
con serietà, ma senza ombra di presun-
zione, che Hurbinek “diceva una paro-
la”. Quale parola? Non sapeva, una pa-
rola difficile, non ungherese: qualcosa
come “massklo”, “matisklo”.
Nella notte tendemmo l’orecchio: era
vero, dall’angolo di Hurbinek veniva
ogni tanto un suono, una parola: non
sempre esattamente la stessa, per verità,
ma era certamente una parola articolata;
o meglio, parole articolate leggermente
diverse....... Nei giorni seguenti, tutti lo
ascoltammoin silenzio, ansiosi di capire,
e c&#39; erano fra noi parlatori di tutte
le lingue di Europa: ma la parola di Hur-
binek rimase segreta.. ....Hurbinek, che
aveva tre anni e forse era nato in Au-
schwitz e non aveva mai visto un albero;
Hurbinek, l’entrata nel mondo degli uo-
mini da cui una potenza bestiale lo ave-
va bandito; Hurbinek , il senza nome, il
cui minuscolo avambraccio era pure sta-
to segnato col tatuaggio di Auschwitz;
Hurbinek morì ai primi giorni del Marzo
1945, libero ma non redento.
Nulla resta più di lui: egli testimonia
attraverso queste mie parole.
[Da Primo Levi, La Tregua]
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Mensile del Circolo Culturale “Il Centro”

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