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Piero e Cinzia

Non capiva i numeri, le formule e le sigle.


Non capiva le persone, non capiva sua madre e neanche suo padre, non capiva cosa
volessero, in fondo non lo aveva chiesto lei.
- in fondo non lo chiediamo noi !-
( di nascere)
Cinzia non capiva la compagnia, le scarpe alte, il trucco agli occhi, era tutta una malinconia.
Non capiva i muri, le porte, i cancelli , non capiva questo chiudere, questo dentro o fuori,
senza la possibilità di scavalcare.
Non capiva i baci e neanche l'amore, non capiva cosa ci doveva fare, sarebbe servito a far
bastare tutto il resto, o gli avvrebbe chiesto in cambio di portare qualche peso?
Non capiva neanche le unioni per associazioni: i gatti con i gatti, i cani con i cani, le città con
le città, i colorati in lavatrice vanno separati?
Non capiva il girovagare, l'andare senza una direzione , non capiva la confusione.
Cinzia non capiva le sue medicine, tutto quel veleno.
Non capiva i medici, il loro provare a farla restare, sempre attenta e vigile, sempre in questo
tempo presente.
" Devi dimenticare!" "Dimentica!" , un imperativo che rese il suo tempo, tempo imperfetto.
Non si sa di preciso quando successe, e neanche cosa, perché di cose ne accadono
sempre tante, fin troppe, si sa però che Cinzia da quel giorno in poi smise di sorridere.
Quale fu quella precisa che glielo tolse? Suo padre che se ne andò, suo fratello che la
picchiò, il suo paese che non la rassicurò, le sue amiche che pensavano a non mangiare,
per la dieta e per trovare una nuova identità?
Qual'è la misura del dolore e quale la sua bilancia? Quand'è la stagione giusta del suo
arrivare? E quella del.suo andare?
Spesso non conta cosa succede, conta quello che resta dopo che è successo.
Restò Cinzia, senza il suo sorriso, apparentemente senza un motivo preciso.
Restarono le sue mani grandi con le quali metteva in versi, tutti i suoi - vorrei - dispersi.
" una tana, una casa e un fiore, se ci metto un raggio di sole, tutto è illuminato e il mio cuore
sistemato" ( canticchiata cantilenata)
" ci metto un ago, poi un filo, ci metto la pazienza, la costanza e il passato è ricucito" (
canticchiata cantilenata)
Segreti.
Ma non per Piero, il suo compagno di banco.
Neanche lui capiva i numeri, rimandato da sempre in matematica.
In affabilità e gentilezza, rimandato a Settembre in calcoli e probabilità.
Cinzia scriveva e lui suonava, le loro incapacità diventarono prima sogno, poi canto, prima
voci e poi vicinanza , prima cose in comune e poi sorriso.
E di nuovo un bagliore, fiducia, di nuovo calore e coraggio.
Poi Maggio.
Il tempo delle ciliege, delle fragole, delle lucertole che escono dalla tane, le formiche
anche,le foglie nuove e le forti voglie.
Le prime cicale e le prime lucciole , i primi amori, il loro bambino in arrivo e il suo passato a
ritornare.
Il passato che ritorna se non gli sai sparare. ( semicitazione Colandrea: e l'amore che ti
insegue se non gli sai sparare)
Da lì in poi, la sua, la loro storia è solo e tutta da cantare

Do Sol Lam Fa
Do Sol Lam
Do Sol Lam Fa
.......

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