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Mica come Gianna, che parlava nel suo modo del suo mondo.
No, non come lei che sapeva di tutti senza neanche conoscerli.
Sapeva del cielo e del mare, dei boschi.
Sapeva di buono, di lavanda, di stelle, sapeva di domenica mattina, di bambini appena usciti
di casa, di corsa.
Sapeva di acqua e pioggia d'agosto, di giostre e gonne alzate.
Di vento, bandiere bianche e lenzuola stese al sole.
Di Maggio e d'Aprile.
Mica come Gianna che aveva intuito.
Per il tartufo, per restare o per scappare, per sapere con esattezza dove andare e come
ballare.
Con la quale misurare la propria simpatia: " Ma dove vai, vieni qua, ma dici a me, ma cosa
fai?"