“Cosa Sogna un clown?” viene rappresentato per la prima
volta nel 2014 dalla classe xxxx della scuola media “L.Lotto” di Monte San Giusto. Per quei ragazzi il Clown&Clown era sempre esistito perché seppur all’anagrafe sono nati prima, esso fa parte del loro bagaglio di ricordi fin dall’infanzia. È di qualche anno dopo, l’ipotesi di rifare con gli adulti, quello stesso spettacolo, ipotesi però che viene messa quasi subito nel cassetto. I sogni, si sa, nel cassetto fanno la muffa, così quel cassetto viene riaperto e alla fine della quindicesima edizione, in un giorno qualunque, la notizia che lo spettacolo si sarebbe fatto con attori improbabili, perché quegli adulti saremmo stati Noi che il festival lo facciamo davvero. Noi dell’Ente Clown&Clown avremmo avuto la possibilità di recitare quel sogno, in pratica Noi che facciamo il festival avremmo dovuto “far finta” di farlo! Anzi, attraverso la finzione ci viene data la possibilità di mostrare a tutti, dico mostrare, su di un palcoscenico quello che di solito facciamo intorno ad un tavolo. Di anno in anno si progetta per poi stravolgere, si lotta per realizzare un sogno, un sogno custodito, un sogno accarezzato, un sogno condiviso e a volte un sogno ancora da sognare. Il Festival arriva lento, come l’arrivo del circo in città e quella sensazione di leggerezza che ci prendeva da bambini avvolge l’aria e l’imbrunire. Come una grande carovana a volte chiassosa e a volte stanca, conquista le piazze e i cuori. Il grande tendone prende forma e quando le due torri sono issate il conto alla rovescia si è azzerato. C’è la giostra a cavalli, sembra di sentirla quella musica che gira dolce. A guardar bene li trovi tutti lì, gli acrobati, la ballerina sul filo, la ragazza dei palloncini, il direttore del circo, il trapezista, il domatore, il mago … e i Clown! Clown dal naso rosso e dal cerone bianco che prendono in giro la vita facendoci fare una gran bella risata! Dopo mesi di progetti, dunque, un’altra edizione è pronta a cominciare, è il Festival della gente, quello che si vede, quello che abbiamo costruito e per noi tornano gli sguardi. Mentre la festa balla, suona la banda e impazza la parata, per noi ci sono ancora le scartoffie: numeri, orari, tabelle e scalette; e allora un po' acrobati lo siamo anche noi a tenere in equilibrio equilibri precari e a tenerci su quel filo che ci tiene stretti. Quel filo pian piano allenta la tensione e diventa curvo, assomiglia ad un sorriso e allora ci si guarda stanchi, sfiniti, ma c'è ancora quella scintilla nei nostri occhi e allora si allargano le braccia, si va incontro all'altro "senza corazza" e in un abbraccio liberatorio ognuno sussurra il suo "Grazie!" Sono il tempo, l’anima e le emozioni spese e guadagnate che alla fine ci fanno sempre tirare quel gran sospiro liberatorio pieno di orgoglio. Mettere in scena la Citta del Sorriso, nella Città del Sorriso vuol dire un po’ invitare il pubblico a guardarsi allo specchio e farlo arrivare alla percezione che il protagonista è proprio lo spettatore stesso. Le prime prove, qualcuno è preoccupato, qualcuno è emozionato, qualcun altro è entusiasta ma c’è anche chi vorrebbe fare “il cespuglio”, alla fine però, il coraggio arriva e si va con le prime battute, correzioni e passi di danza! Parte la musica, e “il dottore pagliaccetto... si avvicina al mio letto...” e con la musica tornano vivi i ricordi. I ricordi sono fatti di immagini suoni, odori e colori... 15 edizioni costruite ad una ad una. Le scenografie per la prima edizione quando ancora nessuno poteva immaginare cosa sarebbe diventato il Clown&Clown Festival! L’organizzazione, quando tutto era poco più di un embrione, il truccabimbi ... ed ecco ancora “Pagliaccetto”, “Rossi Nasi”, “Clown Mundial” sono la colonna sonora per le vie e nelle piazze...ricordi, finzione e realtà si fondono in un unico Sogno ed è durante l’accensione del Naso, quello finto, che si ha l’impressione di fare un Festival nel Festival! Noi sul palco, il paesello è la scenografia e Loro a dirigerci, Loro che il Festival lo hanno ideato: Amilcare, Renzo e Fabrizio! Signori, la Maaabò Band!!! Loro aggiustano le nostre entrate, noi cerchiamo conferme negli sguardi o nei gesti perché poi alla fine, il teatro potrà anche essere tutto esaurito, l’emozione sarà grande, ma il vero pubblico che non vorremmo mai deludere sono propio Loro, Loro che il Festival, per primi, lo hanno Sognato. Li riconosci subito quando ti dicono: abbiamo un’idea, abbiamo fatto un sogno... sai perfettamente che da quelle bombette uscirà qualcosa di “inimmaginifico.” Oramai li conosci! Appunti, scritti a matita, fogli su fogli sparpagliati, versi, poesie e sguardo concentrato... un taccuino, dita che strimpellano e occhi luccicosi... un sorriso e la leggerezza di chi sa che aggiusterà tutto! Il teatro, si sa, è una rappresentazione della realtà e lo è anche questa volta. Così, rotto il ghiaccio, dopo i primi contatti, arriva la sintonia e ci si sente ancora una volta squadra, ancora una volta Noi! Sul palco, così come nella realtà il Festival funziona perché trova la forza nella partecipazione e nella condivisione di tanti! Trova terreno fertile nel lasciare andare le inibizioni e abbandonarsi alle emozioni, vuol dire riscoprire il lato più umano e genuino di ognuno. Io che ho sempre odiato gli abbracci mi ritrovo al centro di un popolo scorazzato e non posso più fare a meno di abbracciarli tutti! Sonia Presidente Clown&Clown Festival
Libro dei Sogni. Nuova Smorfia illustrata, responso e numeri: 450 Simboli disegnati a mano e interpretazione augurale. Ampia sezione storica. Gioco di ruolo, tabellone stampabile e regolamento