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La seconda guerra mondiale

Le cause La prima guerra mondiale portò a tutti i Paesi d’Europa crisi e miseria, tra i vincitori come
tra i vinti. Cessò il predominio mondiale dell’Europa, mentre si affermava quello di due nuove
potenze: Stati Uniti e Unione Sovietica. Specialmente gli Stati Uniti, grazie all’enorme apparato
industriale, commerciale e finanziario, si imposero come potenza dominante, anche sul modo di
vivere. Un fenomeno tipico dell’epoca fu la crescita dei movimenti popolari che, in tutti i Paesi,
posero nuovi problemi ai vari Governi. Si svilupparono anche i movimenti per l’emancipazione
femminile che portarono, in Gran Bretagna per la prima volta le donne al voto (1922. In Italia
occorrerà aspettare fino al 1946 con il referendum sulla repubblica o sulla monarchia).
Particolarmente drammatico fu il crollo della Germania, dove esplosero forti conflitti sociali. Solo
l’appoggio finanziario degli Stati Uniti, consentì a Germania, Francia, Gran Bretagna e agli altri
paesi europei di avviare l’opera di ricostruzione. Nonostante ciò, la Germania, fortemente
umiliata con il trattato di Versailles, nutriva uno spiccato spirito di rivincita e in questo
contesto ebbe gioco facile Hitler, che prese il potere facendo leva sulle paure dei tedeschi e
avviò una politica espansionistica. Anche altri paesi, come l’Italia, miravano ad espandere il
proprio territorio.

L’attacco – L’inizio della guerra

In questo quadro, l’Europa precipitava così verso la guerra. Hitler aveva annesso l’Austria senza
che il resto dell’Europa reagisse. Dopo il patto d’acciaio con Mussolini, passò al secondo punto del
suo programma: la Cecoslovacchia, ma il Fuhrer mirava prima di tutto all’annessione della regione
dei Sudeti, abitata in prevalenza da tedeschi. La minaccia sembrava imminente. Con il patto
d’acciaio il Duce impegnò l’Italia a sostenere con tutte le sue forze militari la Germania in caso di
guerra. Già una nuova tappa della marcia hitleriana si profilava verso est: la conquista della città di
Danzica e dei territori polacchi abitati da Tedeschi. Alla nuova minaccia Francia e Inghilterra
risposero dando garanzie alla Polonia. Hitler così procedette stringendo con l’URSS il patto di non
aggressione, che in realtà nascondeva la divisione tra Germania e URSS della Polonia (Patto
Molotov – Von Ribbentrop). Il 1° settembre 1939 la Germania invase la Polonia e la costrinse ad
arrendersi in meno di tre settimane. Dopo questa aggressione, Francia e Gran Bretagna dichiararono
l’inizio della seconda guerra mondiale. L’Unione Sovietica occupò la Polonia Orientale per poi
proseguire verso altri stati (Lituania, Lettonia, Estonia e Finlandia). Nel 1940 anche la Germania
riprese l’iniziativa e occupò altri paesi (Norvegia, Danimarca, Belgio, Olanda e Francia). In questi
stati i nazisti imposero governi collaborazionisti cioè fatti da persone disposte a collaborare con gli
invasori. Ciò avvenne soprattutto in Francia: il nord fu occupato direttamente dai tedeschi, mentre
nel sud si formo il governo di Vichy, con a capo il maresciallo Petain, che collaborava con i Nazisti

Le alleanze

Da una parte c’era l’asse Roma-Berlino-Tokyo (Italia-Germania-Giappone), le potenze che


volevano espandere il proprio territorio. Italia e Germania erano rette da regimi TOTALITARI,
cioè governi che volevano controllare in modo assoluto tutti gli aspetti politici, economici e sociali
del proprio stato. Un altro regime totalitario era quello dell’Unione Sovietica, governata da Stalin e
quello della Spagna (che aveva una sorta di regime ‘fascista’ con a capo Francisco Franco. La
Spagna non entrò nella seconda guerra mondiale in quanto aveva già avuto, dal 1936 al 1939,
una guerra civile al suo interno, tra franchisti e repubblicani, con la vittoria dei primi). Dall’altra
parte c’erano Francia, Inghilterra, Unione Sovietica (ma solo dopo che Hitler aveva rotto il patto
con Stalin) e USA (dopo l’attacco di Pearl Harbor). Altri stati si schierarono dall’una o dall’altra
parte, mentre alcuni mantennero la neutralità.
L’entrata in guerra dell’Italia. La campagna in Grecia

Allo scoppio della guerra, l’Italia si dichiarò ‘non belligerante’ (cioè non entrava nel conflitto, ma,
se lo avesse fatto, avrebbe saputo con chi schierarsi, ovviamente con la Germania). Il 10 giugno
1940, l’Italia dichiarò guerra alla Francia e alla Gran Bretagna (Mussolini pronunciò il famoso
discorso in Piazza Venezia) . La prima ormai stava crollando e l’iniziativa dell’Italia fu per lei un
colpo molto duro. Mussolini aveva paura che la guerra stesse per finire e temeva di rimanere a mani
vuote, ma aveva sottovalutato la forza della Gran Bretagna e non tenne conto che gli Stati Uniti
potessero entrare in guerra, e questo fu un grave errore. L’esercito italiano disponeva di armamenti
limitati e oltretutto arretrati. Le prime iniziative dell’Italia rivelarono subito l’insufficienza delle sue
forze armate. Il tentativo di strappare Malta agli inglesi fallì. Dopo iniziali successi, anche l’ attacco
contro i possedimenti inglesi dell’Africa settentrionale fu fermato. Ma il fallimento più grave fu il
tentativo di invasione della Grecia. Sia in Africa che in Grecia solo l’intervento dei tedeschi
consentì di riprendere la conquista (anche se in Africa le truppe italo-tedesche furono sconfitte ad El
Alamein).

La battaglia d’Inghilterra e l’operazione Barbarossa. L’attacco di Pearl Harbor. Con la sconfitta


della Francia, Hitler era riuscito ad imporre il dominio tedesco sull’Europa. Restava solo la Gran
Bretagna a contrastarlo; infatti il governo inglese, guidato da Winston Churchill, respinse le
proposte di pace avanzate dal Fuhrer. Vista l’impossibilità di raggiungere un accordo, Hitler decise
di invadere la Gran Bretagna. Per due mesi l’aviazione britannica ( la RAF = Royal Air Force) e
quella tedesca si scontrarono nella battaglia d’Inghilterra. La RAF riuscì ad infliggere pesanti
perdite ai tedeschi. Perciò il 17 settembre Hitler rinunciò al progetto di invadere la Gran Bretagna.
Le forze nazi-fasciste mantenevano l’iniziativa ma era ormai svanita l’idea di una guerra lampo. Nel
1941 la Germania intervenne a sostegno delle truppe italiane in Africa e nei Balcani. Ma lo sforzo
maggiore dell’esercito tedesco fu l’invasione dell’ URSS. Dopo l’accordo per la spartizione della
Polonia, Hitler aveva deciso di tornare al suo programma iniziale: conquista di spazio vitale ai danni
dell’Unione Sovietica e distruzione dello Stato comunista. Il 22 giugno 1941 iniziò l’invasione,
seguendo il cosiddetto “piano Barbarossa”, che prevedeva il rapido annientamento di ogni
resistenza sovietica. Il 7 dicembre 1941 un inatteso intervento causò una svolta decisiva nella
guerra. Il Giappone attaccò e distrusse quasi metà della flotta degli Stati Uniti nel porto di Pearl
Harbor (il Giappone voleva punire gli USA, che avevano ostacolato la sua politica di espansione
della Manciuria, in Cina). Gli Stati Uniti e l’Inghilterra dichiararono guerra al Giappone. Nel giro di
pochi mesi i giapponesi riuscirono ad occupare vastissimi territori. Dopo l’iniziale sorpresa, però,
gli Stati Uniti riuscirono a rovesciare la situazione. Un generale inglese ottenne l'importante vittoria
di El Alamein che costrinse gli italo-tedeschi ad abbandonare l’Africa. L’armata rossa, intanto,
aveva bloccato l’imponente attacco tedesco. Infine, con la lunga battaglia di Stalingrado, i sovietici
riuscirono a sconfiggere i nazifascisti. L’armata tedesca e il corpo di spedizione italiano furono
costretti a ritirarsi disordinatamente. Dopo la vittoria in Africa, le forze anglo-americane (gli
Alleati) controllavano il Mediterraneo. Quindi, la sconfitta di italiani e tedeschi in Russia e in
Africa, oltre all’ingresso in guerra degli Usa, segnarono la svolta nel conflitto.

L’Italia dall’arresto di Mussolini all’armistizio La situazione in Italia si era fatta molto pesante.
Così, nel 1943 gli Alleati (Usa, Inghilterra, ecc.) sbarcarono in Sicilia. In alcune città venivano
accolti dalla popolazione come dei liberatori. Nel marzo 1943 vi furono molti scioperi di operai
contro il governo fascista.. Di fronte a questa situazione il Gran Consiglio del Fascismo votò la
sfiducia a Mussolini (25 luglio 1943). Lo stesso giorno il re informò il duce che aveva affidato
l’incarico di formare un nuovo governo al maresciallo Pietro Badoglio. Subito dopo Mussolini
venne arrestato. Il nuovo primo ministro firmò a Cassibile (in Sicilia) l’armistizio con gli Alleati.
Quest’ultimo venne reso noto l’8 settembre. Ma nessuno diede al popolo e all’esercito le
indicazione per affrontare la nuova situazione. I tedeschi occuparono l’Italia centrale e
settentrionale e il 12 settembre liberarono Mussolini. Hitler consentì al duce di fondare nel nord la
Repubblica sociale italiana, con sede a Salò. Ora l’Italia era divisa in due: Il centro nord sotto la
repubblica di Salò e il sud dove sopravviveva il Regno d’Italia. In questa fase prese forza la lotta
partigiana. I partigiani erano uomini e donne che lottavano contro nazisti e fascisti, attraverso
azioni di guerriglia. I tedeschi che cominciano a invadere l’Italia si macchiano spesso di crimini,
come rappresaglie, fucilazioni di civili, ecc. Un esempio è fornito dall’uccisione di decine di
persone a Roma, nella zona delle Fosse Ardeatine. Il 25 aprile l’Italia è ufficialmente liberata
dall’occupazione nazista. Mussolini sarà fermato proprio dai partigiani mentre tentava di fuggire
all’estero vestito da soldato tedesco, fu fucilato in provincia di Como insieme alla sua amante
storica, Claretta Petacci (sua moglie era invece Rachele Guidi) e i loro corpi furono appesi a testa in
giù a Piazzale Loreto a Milano (28 aprile 1945).

Lo sbarco in Normandia e la fine della guerra

Gli Alleati il 6 giugno 1944, prendevano terra in Normandia con la più grande flotta da sbarco, così
che i tedeschi dovettero ritirarsi. Era il D.Day, cioè il ‘giorno dei giorni’, il ‘giorno decisivo’. Alla
metà di settembre la Francia era completamente liberata. Ad est, intanto, la Germania doveva subire
una forte controffensiva russa. Nel 1945 la sorte della Germania appariva segnata. Il 30 settembre
Hitler si tolse la vita. Nella Berlino occupata dai Russi, il 7 Maggio 1945 l’ammiraglio Donitz
firmava la resa senza condizioni della Germania. Come detto, l’Italia era stata liberata pochi giorni
prima, il 25 aprile 1945. La resa del Giappone avvenne solo dopo che due bombe atomiche
(sganciate dall’aviazione americana su ordine del nuovo presidente Truman) avevano distrutto le
città di Hiroshima e Nagasaki. Il 2 settembre 1945 però anche l’imperatore giapponese Hirohito
firmò la resa. La seconda guerra mondiale si chiudeva con 50 milioni di morti.

Le differenze rispetto alla prima guerra mondiale: Alleanze differenti (soprattutto l’Italia cambia alleanza),
utilizzo di armi ben più distruttive nella seconda guerra (bombe atomiche, missili, ecc.), morti soprattutto
tra i soldati nella prima e tra i civili nella seconda, guerra di trincea la prima, guerra di movimento,
bombardamenti aerei la seconda.

Le conseguenze: Europa da ricostruire, problemi economici, decisiva per il futuro la vittoria delle forze
democratiche contro i totalitarismi, problema per URSS che non voleva rinunciare a proprio governo
comunista con Stalin per ‘occidentalizzarsi’, determinando poi la guerra fredda.

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