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(1588-1679)
L'assolutismo politico
Nello studio degli aspetti sperimentabili della realtà rientrano più che mai l'etica e la
politica. Nel Leviatano, Hobbes si domanda quale possa essere lo stato di natura dell'uomo,
ovvero quale direzione prenderebbero le vite gli uomini nell'assenza di ogni struttura sociale (in uno
stato primitivo della convivenza umana).
Hobbes afferma che lo stato di natura dell'uomo è la guerra di tutti contro tutti (Bellum omnium
contra omnes), e che ogni uomo è lupo per gli altri uomini (HOMO HOMINI LUPUS).
Nello stato naturale ognuno ha diritto su tutti, ogni uomo aspira a soverchiare il suo prossimo,
i desideri di potere di ogni uomo si sovrappongono e si scontrano inevitabilmente.
Ciò che può porre un limite a questa situazione di anarchia è il patto sociale che porta
inevitabilmente alla costituzione di uno stato sovrano. Attraverso un patto sociale gli uomini
rinunciano quindi alla loro assoluta libertà individuale e si affidano ad un uomo o ad un
gruppo di uomini che li possano guidare, cancellando il caos e facendo confluire le molteplici
volontà contrastanti dei singoli uomini in una sola volontà regolamentatrice.
Dunque, secondo Hobbes, si pone fine alla guerra di tutti contro tutti solamente assoggettando
la volontà dispersa dei molti in un'unica volontà sovrana ed assoluta.
L'interesse supremo della pace e della prosperità, dell'assenza dei conflitti e della moderazione tra le
parti contrarie, è conseguibile solamente attraverso LA FORMA DELLO STATO ASSOLUTO.
I punti principali di questa dottrina dell'assolutismo politico sono:
1. L'indivisibilità del potere sovrano, attribuito ad un solo uomo ad una sola assemblea;
2. Il dovere di obbedienza dei sudditi;
3. La superiorità dello Stato sulla legge, il sovrano non è legato da nessun tipo di contratto
sociale ai suoi sudditi, essi invece, stipulando un patto sociale, si assoggettano ad un contratto
negativo che li priva della propria libertà;
4. La proibizione di ogni ribellione, anche quando il sovrano va contro gli interessi dei sudditi;
5. La fusione dell'autorità politica con quella religiosa.
Tale giustificazione dell'assolutismo è conseguenza della meccanicità alla quale tutto il mondo è
soggetto: in esso il principio razionale non deve guidare solo la scienza degli uomini, ma penetrare
nelle loro stesse vite attraverso l'imposizione razionale di un potere assoluto che pone fine alla
naturale anarchia che scaturirebbe dalla prevaricazione di ciascun uomo sull'altro.