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SPECIALE BIANCO NERO

GLI SVILUPPI PER LE


PELLICOLE BIANCONERO
I bagni di sviluppo per le pellicole in B&N evitare negativi troppo morbidi o troppo du- nor concentrazione, quella più scura. Ne con-
sono i più importanti attrezzi di cui dispone ri, nel caso in cui l’illuminazione favorisse segue che, nelle immediate vicinanze della
l’operatore di camera oscura per piegare al- l’una o l’altra condizione. separazione fra le due zone, la zona più scu-
le proprie esigenze le caratteristiche delle Le curve dell’andamento del C.I. in funzio- ra lo diventa ancora di più, per l’apporto del
pellicole. Le proprietà delle emulsioni su cui ne del tempo di trattamento sono riportate nuovo agente, mentre l’annerimento di quel-
questi bagni, i rivelatori, possono influire so- sui fogli tecnici dei produttori di pellicole e la chiara viene penalizzato dalla diminuzio-
no fondamentalmente tre: sono sempre riferite a una ben precisa cop- ne di concentrazione e si annerisce di meno
a – il macrocontrasto, che si riferisce all’a- pia emulsione-rivelatore; per chiarire il con- di quanto dovrebbe. L’effetto globale è l’au-
spetto globale dell’immagine, come diffe- cetto, la curva relativa alla Tri-X 400 in D- mento di nitidezza, che diciamo apparente
renza tra i massimi neri e i massimi bianchi 76 ha un andamento diverso da quella della perché l’occhio viene ingannato dall’incre-
b – il microcontrasto, che determina la sen- stessa pellicola in HC-110. La scelta del ri- mento della differenza d’annerimento in cor-
sazione di nitidezza; velatore è quindi un importante fattore dif- rispondenza del bordo fra due zone conti-
c – la granulosità, il cui effetto diverrà più ferenziante. gue.
evidente sulla stampa. Tale meccanismo rende anche ragione del
L’immagine è formata da una serie di toni, Il microcontrasto fatto che il fenomeno – detto effetto Eberhard
dal bianco delle massime luci, al nero delle Il microcontrasto è la capacità di differen- – si accentua, non solo riducendo l’agita-
ombre più dense; fra questi due estremi, ziare due zone contigue con toni di grigio zione, come si è già detto, ma anche diluen-
un’ampia gamma di grigi, più o meno diffe- poco differenti fra loro; è quindi scontato as- do il rivelatore, perché il consumo percen-
renziati fra loro. Un buon rivelatore deve – sociare questo concetto a quello di nitidez- tuale dell’agente rivelatore è tanto maggio-
possibilmente, anche se non è sempre faci- za apparente o acutanza, o anche di gradiente re quanto più bassa è la sua concentrazione.
le o possibile – permettere la leggibilità di al bordo. Anche in questo caso è importan- Se c’è poco agente rivelatore, a parità di quan-
particolari fini sia nelle alte luci che nelle te la scelta del rivelatore, le cui proprietà pos- tità consumata, ne resta ancora meno di quan-
ombre dense, contemporaneamente sempre sono esaltare o ridurre la nitidezza. to ne sarebbe rimasto se la concentrazione
che l’esposizione sia corretta; un negativo Per esempio, diluendo opportunamente un iniziale fosse stata maggiore.
eccessivamente sovresposto o sottoesposto rivelatore, si può aumentare la nitidezza ap-
non potrà essere salvato da un qualsiasi ri- parente, quella che colpisce la vista, e ve- La granulosità
velatore. diamo perché. Fra due zone contigue del ne- E veniamo alla granulosità, la bestia nera
Credo valga la pena spendere qualche paro- gativo, che abbiano subito una differente di tanti fotoamatori, che vogliono a ogni co-
la sulle caratteristiche citate; chiarire questi esposizione, il rivelatore annerirà maggior- sto stampe prive di grana, senza rendersi con-
concetti permetterà di comprendere meglio mente la zona più esposta. Se il bagno non to che la struttura fine dell’immagine è for-
quanto si dirà sulle proprietà dei singoli ri- viene rinnovato sulla superficie dell’emul- mata da agglomerati di granuli: la grana, an-
velatori. sione - la cosa si verifica più di quanto non che se fine, deve potersi vedere; se non la si
si creda se non si agita con una certa energia vede, anche usando una lente, la stampa non
Il macrocontrasto e/o frequenza – perderà la sua efficacia più è riuscita a dare tutto il possibile dettaglio of-
Il macrocontrasto – il termine si autodefini- rapidamente in corrispondenza della zona a ferto dal negativo. E’ naturalmente più che
sce - viene di solito detto semplicemente con- maggior annerimento, perché si consuma di lecito mettere in atto tutti i mezzi che con-
trasto; la sua misura è l’indice di contrasto, più. In altre parole, la concentrazione del- sentano di raggiungere il massimo della fi-
un numero che ne indica l’entità, e che può l’agente rivelatore (idrochinone, metolo, fe- nezza di grana, come si dice, anche se una
essere espresso in vario modo: il più comu- nidone, ecc.) si riduce di più, perché si con- grana grossolana qualche volta può aggiun-
ne è il C.I., abbreviazione del termine ingle- suma maggiormente sulla zona più scura. Si gere valore estetico all’immagine.
se Contrast Index. Un negativo normalmente ottiene quindi una differenza di concentra- La grana può essere secca, ben nitida e di-
stampabile ha un C.I. che varia mediamen- zione di agente rivelatore fra le due zone: segnata, oppure fioccosa, molto meno gra-
te da 0.50 a 0.70; nella stampa, i negativi più maggiore la concentrazione in corrispon- devole all’occhio; è una proprietà estetica
contrastati richiedono carte più morbide, e denza della zona più chiara – dove se ne è che dipende dalla coppia pellicola-rivelato-
viceversa. Il C.I. aumenta con il sovrasvi- consumato meno - minore sulla zona più scu- re che si sceglie.
luppo, dovuto per esempio al prolungamen- ra. Vediamo però quali siano i mezzi più adatti
to del tempo di trattamento; è quindi molto Tale differenza promuove la diffusione del- alla finegranulazione.
importante sapere come varia il C.I. in fun- l’agente rivelatore dalla zona a maggior con- In primo luogo, la scelta della pellicola: in
zione del tempo di trattamento, anche per centrazione, quella più chiara, alla zona a mi- linea di massima, emulsioni più sensibili mo-
strano una grana più grossa. E’una legge che
dipende dal fatto che i granuli più grossi di
alogenuro d’argento offrono maggior su-
perficie all’impatto dei fotoni luminosi; ne
raccolgono quindi di più, aumentando l’ef-
ficienza di formazione dell’immagine laten-
te, da cui una maggior sensibilità.
La seconda scelta – forse la più importante
- è il rivelatore, che può agire nel senso già
detto, ma anche determinare la dimensione
degli agglomerati dei granuli; attenzione,
però, perché la grana può essere resa meno
evidente con due sistemi diversi: il primo –
quello che preferisco – produce una grana
più fine, ma secca, capace di descrivere pie-
namente i dettagli fini dell’immagine; il se-
condo agisce tramite il parziale dissolvimento
degli agglomerati già formati, diminuendo
quindi il contenuto d’informazione, l’evi-
denza dei dettagli fini.
In questo secondo caso il rivelatore contie- L’aumento del valore del C.I. produce una riduzione della latitudine di posa
ne un solvente dell’argento, come per esem- In ordinate la densità, cioè l’annerimento; in ascisse il logaritmo dell’esposizione. I seg-
pio un solfocianuro, capace di agire a una menti schematizzano l’annerimento in funzione dell’esposizione, per quattro valori del C.I.:
certa concentrazione; non funziona, se ce n’è 0.4, 0.6, 0.8 e 1.0.
di meno. Un rivelatore di questo tipo è il Mi- All’aumentare del contrasto cresce la pendenza dei segmenti, che hanno tutti la stessa lun-
crodol-X della Kodak; riduce la grana a spe- ghezza; ne consegue che la loro proiezione sull’asse delle ascisse si accorcia.
se della resa del dettaglio fine se usato puro, Con un C.I. di 0.4 il rapporto fra i valori dell’esposizione fra i due estremi è di 1:128, pa-
mentre non funziona come finegranulante se ri a una differenza di 7 stop.
diluito 1+3. Con un C.I. di 0.6 diventa 1:90, pari a una differenza di 6.5 stop.
Con un C.I. di 08 diventa 1:56, pari a una differenza di 5.8 stop.
I rivelatori Con un C.I. di 1.0 diventa 1:40, pari a una differenza di 5.3 stop.
E’ arrivato il momento di passare all’esame Come si vede, l’aumento del valore del C.I. produce una riduzione della latitudine di posa.
di alcuni rivelatori - i più rappresentativi, a
mio parere - sotto il profilo delle differenze tripolifosfato di sodio. Kodak T-Max
di comportamento a fronte delle tre caratte- Il D-76 può essere usato tal quale, cioè pu- Rivelatore introdotto dalla Kodak da alcuni
ristiche su descritte. Abbiamo considerato: ro, ovvero a varie diluizioni, 1+1, o 1+3. anni, in particolare per il trattamento delle
D-76; T-Max; HC-110; X-Tol; Rodinal; D- Diluendo, aumenta il tempo di trattamento emulsioni T-Max a grani tabulari. E’ un li-
23; Pota; Beutler; alla Pirocatechina. e rallenta l’azione chimica dei componen- quido concentrato, che si conserva per due
Non vale la pena di ricorrere a formulazio- ti; cresce l’effetto bordo, responsabile del- anni, da diluire 1+4 per avere il bagno pron-
ni diverse da queste – anche se molti opera- l’acutanza e dunque cresce l’impressione to all’uso; allo stato diluito si conserva fino
tori non condivideranno questa mia opinio- di nitidezza. Non è di solito raccomanda- a 6 mesi in flaconi pieni e ben chiusi. Un li-
ne - né tanto meno di rispolverare ricette usa- bile diluire oltre 1+3. Il vantaggio dei ri- tro di soluzione pronta consente il trattamento
te nel lontano passato, invocando un prete- velatori diluiti non è solo la maggior capa- di 12 rullini 135/36 o 120.
so, di solito inesistente, vantaggio sulle for- cità di compensare il contrasto, ma anche Non ne è stata resa nota la formulazione, an-
mulazioni attuali. una maggior costanza di prestazioni, per- che se risultati praticamente uguali si pos-
Kodak D-76 ché con diluizioni elevate lo sviluppo vie- sono ottenere con l’Ornano MX. Fra le for-
Un classico che viene dal passato, ma con- ne sfruttato a fondo e va quindi gettato do- mule sostitutive suggerite: Sodio solfito ani-
serva la sua validità nel presente: il famoso po l’uso; in tal modo si usa un bagno sem- dro 100g; Dimezone S 2.2g; Idrochinone
D-76 della Kodak, considerato uno standard pre fresco. 3.5g; Sodio metaborato 14g; acido borico
rispetto al quale confrontare gli altri rivela- Il D-76 è molto apprezzato e usato in tutto il 6g; glicole etilenico 100ml; acqua fino a
tori, in termini di grana, sfruttamento sensi- mondo. E’ suo pregio l’aver raggiunto – co- 1000ml.
bilità, contrasto e acutanza. me forse nessun altro rivelatore - un com- Con le emulsioni T-Max dà i migliori risul-
La formulazione è identica a quella dell’ID11 promesso ottimale fra le diverse proprietà di tati a 24° C e un’agitazione spinta, per ro-
Ilford: metolo 2g; sodio solfito anidro 100g; un rivelatore; negativi ben modulati, buona vesciamenti veloci ripetuti, oppure per ener-
idrochinone 5g; borace 2g; acqua fino a nitidezza, granulosità limitata dall’azione gici scuotimenti alto-basso della tank; il man-
1000ml. solvente del grano esercitata dall’elevata con- cato rispetto della corretta agitazione può dar
L’uso di acqua dejonizzata evita l’intorbida- centrazione del solfito di sodio, che fa del D- luogo a negativi troppo leggeri o troppo den-
mento della soluzione, anche se lascia un’e- 76 un medio finegranulante. si.
mulsione più delicata, fintanto che è umida. Da consigliare per riprese di soggetti con dif- E’ il miglior bagno di sviluppo per i mate-
Volendo usare l’acqua del rubinetto, si può ferenze di contrasto non troppo marcate e riali a grani tabulari; il valore leggermente
evitare l’intorbidamento con 2g/litro di un quando non si opera con il tiraggio, forzan- alto del velo è una conseguenza della capa-
complessante del calcio, esametafosfato o do la sensibilità delle pellicole. cità di rivelare i particolari fini nelle ombre
Il microcontrasto L’aumento del contrasto all’aumentare del tempo
Il microcontrasto è la capacità di differenziare due zone contigue con toni di gri- di sviluppo
gio poco differenti fra loro. La conoscenza dell’andamento del C.I. in funzione
In A quello che sarebbe ragionevole aspettarsi dall’annerimento di due microzo- del tempo di trattamento è fattore indispensabile per
ne contigue; la 1 è stata esposta di più della 2. il corretto trattamento del negativo, in modo da ot-
In B quello che effettivamente succede quando entra in gioco l’effetto Eberhard. tenere il risultato che ci si prefigge. Qui la Delta 400
L’accentuarsi dell’annerimento della zona 1 e la contemporanea diminuzione del- Ilford, trattata in T-Max, a 20° C.
l’annerimento della zona 2 – vedi testo – esalta la differenza di densità fra le due
zone, producendo un aumento della nitidezza apparente.

dense. Non è lecito confrontare la granulo- abbastanza poco conosciuto dagli operatori sono essere stampati – a parità di acutanza e
sità delle emulsioni T-Max trattate in questo non professionali, nonostante la grande fles- granulosità - più grandi del 10% rispetto a
rivelatore, con quella di emulsioni non a gra- sibilità operativa, che ne esalta la praticità. quelli ottenuti con gli altri comuni rivelato-
ni tabulari, intrinsecamente dotate di una A seconda della diluizione, è possibile otte- ri.
maggiore granulosità. nere un’ampia gamma di valori del C.I. Con Ulteriore notevole vantaggio è la grande sta-
Si presta bene al tiraggio, fino a tre stop; con la Technical Pan 2415 della Kodak, i valori bilità nel tempo – oltre un anno, in flaconi
la T-Max 3200 si può arrivare a un indice di dell’indice di contrasto vanno da 1.0 a 2.7, ben tappati e senz’aria - e la grande capacità;
esposizione di 25.000. con diluizioni da 1+79 a 1+31; gli indici re- un litro serve per sviluppare fino a 15 rulli-
Kodak HC-110 lativi di esposizione vanno da 250 a 32. ni 135/36 o 120, aumentando opportuna-
Rivelatore liquido concentrato, da diluire da Sono queste caratteristiche preziose per la mente il tempo di trattamento.
1+15 a 1+79, a seconda dei requisiti. Il suo riproduzione e per ottenere dia in b/n da ne- La pubblicazione Kodak J-107 - KODAK
comportamento è molto simile a quello del- gativi in b/n o a colori. XTOL Developer for Small Tank and Tray
l’Ilfotec LC della Ilford. Kodak X-Tol Processing – fornisce tempi, temperature, di-
L’HC-110 è un liquido talmente viscoso, da E’ un prodotto abbastanza recente. Usa co- luizioni, indice di esposizione e di contrasto
richiedere un prelievo, per la diluizione, con me agente rivelatore l’acido ascorbico - la per il trattamento, non solo di tutte le emul-
una siringa; una pipetta tratterrebbe parte del vitamina C - suggerito da qualche decina sioni della casa, ma anche di quelle di altri
prodotto per adesione alle pareti; si può pu- d’anni, mai però utilizzato in un prodotto produttori.
re prediluire 1+1 il prodotto originale, in mo- commerciale. Anche di questo bagno non è Agfa Rodinal
do da ottenere una viscosità inferiore che nota la formulazione; risultati simili si pos- Uno dei più vecchi rivelatori, un classico da
consenta il prelievo con una pipetta, senza sono avere con: calgon 1g; acido ascorbico quasi un secolo, liquido tanto concentrato –
errori. E’ però consigliabile la prima delle 7g; sodio carbonato anidro 2g; dimezone-S a base di p-aminofenolo - che per l’uso vie-
due alternative, perché la durata nel tempo 1g; sodio solfito anidro 90g; borace 6g; aci- ne diluito anche 1+100. Sono diluizioni nor-
del prodotto concentrato è molto maggiore, do borico 3g; potassio bromuro 1g; nitrato mali 1+25 e 1+50; in ogni caso è prudente
fino a qualche anno. Allo stato diluito è un di nitrobenzimidazolo 0.04g; acqua fino a diluirlo con acqua leggermente solfitata per
usa-e-getta, anche se la conservabilità si man- 1000ml. Un sostituto dell’X-tol è riportato aggiunta di un paio di g/litro di solfito di so-
tiene per un paio di giorni. sul sito http://www.jetcity.com/~mrjo- dio. La forte diluizione riduce di molto la
Contrasto abbastanza vigoroso, buono sfrut- nes/mytol.htm: sodio solfito anidro 60g; so- concentrazione dell’agente rivelatore, che
tamento della sensibilità, grana piuttosto vi- dio metaborato 4g; sodio ascorbato 13g; fe- potrebbe essere reso inutilizzabile dalla pre-
stosa, secca e ben disegnata; acutanza di- nidone 0.15g; sodio metabisolfito 3g; acqua senza di ossidanti, per esempio cloro, nel-
screta, non eccezionale in assoluto. distillata fino a 1000ml. l’acqua del rubinetto.
L’aspetto delle stampe è tuttavia gradevole, L’X-Tol produce un C.I. simile a quello de- Allo stato concentrato si conserva più di un
per effetto del macrocontrasto. La formula- gli altri rivelatori, sfrutta molto bene la sen- qualunque altro rivelatore; dopo venti anni
zione dell’HC-110 non è nota; è un bagno sibilità delle emulsioni, da negativi che pos- ne ho provato personalmente il perfetto sta-
Gli sviluppi di superficie
L’importanza della profondità dello sviluppo; la rappresentazio-
ne è necessariamente schematica. Una piccola porzione del ne-
gativo è divisa in ZA – zona annerita e ZT – zona trasparente.
SG è lo spessore della gelatina, SS lo spessore interessato allo svi-
luppo, quello in cui si produce l’annerimento.
I raggi che provengono dalla sorgente di luce SL attraversano la
pellicola e vanno a impressionare il materiale sensibile, sul piano
di stampa PS annerendo la parte N, corrispondente alla ZT del ne-
gativo, ma lasciando non esposta, e quindi bianca la parte B.
Passando da B a N la parte G verrà resa con toni di grigio sem-
pre più densi. La transizione netta tra nero e bianco del negativo
diventa, sulla stampa, un passaggio sfumato di toni di grigio - che
riduce la sensazione di nitidezza – perché il raggio di luce della
sorgente intercetta spessori sempre più piccoli di ZA passando da
B a N.
E’ evidente che la larghezza della G si riduce al diminuire dello
spessore SS, è quanto fanno i rivelatori cosiddetti di superficie,
che contribuiscono in tal modo all’elevata acutanza.

to di funzionamento, anche con un colore glierlo completamente; portare poi il volu- teriali per una sensibilità apprezzabilmente
marrone scuro del liquido; diluire subito pri- me a 200ml. La concentrazione del PAF è minore di quella nominale, la metà, per esem-
ma dell’uso e gettare dopo. quindi del 5%; con una diluizione 1+100 di- pio. Il Kodak T-Max, se usato con le emul-
Contrasto tendenzialmente molto vivace, ma venta 0.05%, piuttosto poco, ma funziona. sioni T-Max da 100, 200 o 400, tiene bene
controllabile alle maggiori diluizioni. La sen- Con i 200ml di soluzione concentrata si po- nelle alte luci, sopportando la sovraesposi-
sibilità viene sfruttata al valore nominale; tranno preparare fino a 20 litri di soluzione zione; per questo lo si può definire un com-
granulosità vistosa, ma gradevolmente sec- pronta all’uso. pensatore, come del resto anche il D-76, di-
ca; l’impressione generale è di buona niti- Kodak D-23 e gli sviluppi compensatori luito 1+1 o 1+3.
dezza, grazie al macrocontrasto vivace. E’ Una classe particolare di rivelatori è quella In genere, tutti gli sviluppi normali diventa-
da usare preferibilmente con emulsioni a sen- che è nota con il nome di sviluppi compen- no compensatori se molto diluiti.
sibilità medio-bassa. satori; la definizione deriva dalla capacità di Il D-23 è un classico rivelatore finegranu-
Gli amanti del fai-da-te possono sciogliere aumentare la latitudine di posa, registrando lante, presente da molti anni nel mondo del-
10g di cloridrato di p-aminofenolo (PAF) in bene le alte luci e le ombre dense, anche se la fotografia. Evidenzia i dettagli nelle om-
125ml d’acqua distillata, aggiungendo poi la contemporaneità non è sempre ottenibile. bre dense, non altrettanto quelli nelle alte lu-
30g di metabisolfito di potassio. A parte si Tali sviluppi sono utili con soggetti poco il- ci, che non vengono sfondate. Fine la gra-
scioglieranno 43g di idrossido di potassio in luminati, con ampie zone d’ombra, quando nulosità, per il parziale effetto solvente del-
60-70ml d’acqua distillata. ATTENZIONE: cioè si preferisca esporre per le ombre a sca- l’alta concentrazione di solfito di sodio.
aggiungere l’idrossido all’acqua a piccole pito della fedeltà di registrazione nelle alte Il D-23 è un rivelatore tendenzialmente mor-
porzioni, la dissoluzione è fortemente eso- luci. bido; la formulazione: metolo 7.5g; sodio
termica e potrebbe portare il liquido addirit- Possono essere utili con pellicole di bassa e solfito anidro 100g; acqua, meglio quella
tura all’ebollizione. Guanti, occhiali e grem- media sensibilità, con cui è possibile otte- dejonizzata, per fare 1000ml. Simile l’Agfa
biule protettivo, in ogni caso. Una volta sciol- nere negativi a granulosità quasi inesistente 14: metolo 4.5g; sodio solfito anidro 85g;
ta la potassa, portare il volume a 100ml e ag- e con escursione tonale molto ampia. Un clas- potassio bromuro 0.5g; acqua fino a 1000ml.
giungere lentamente questa soluzione a quel- sico sviluppo compensatore è il Kodak D- Pota
la contenente il PAF. Si formerà un precipi- 23, famoso per essere il trattamento che si E’ un rivelatore molto particolare, messo a
tato, che tenderà a sciogliersi a mano a ma- dice preferito da Ansel Adams. punto da Marilyn Levy del U. S. Army Elec-
no che si procede con l’aggiunta della solu- Con i trattamenti compensatori, è opportu- tronics Command per aumentare notevol-
zione alcalina, ma non si deve arrivare a scio- no sovresporre in ripresa, esponendo i ma- mente la latitudine di posa di alcuni mate-
riali sensibili. La notizia è apparsa su Pho- L’effetto del tiraggio.
tographic Science and Engineering – Vol. II, A è una curva sensitometrica
No. 1, 1967. Aumentare notevolmente la la- (esposizione in funzione della
titudine di posa vuol dire estrema morbi- densità) di un materiale conven-
dezza, tanto da permettere di usare, per ri- zionale con trattamento norma-
prese convenzionali, alcuni materiali molto le. Se il tiraggio aumentasse ef-
contrastati. E’ il caso della Technical Pan fettivamente la sensibilità, la cur-
2415 della Kodak, un’emulsione capace di va dovrebbe spostarsi parallela-
C. I. superiori anche a 3.0, che però può da- mente a se stessa, dando la cur-
re, con il Pota, immagini a contrasto nor- va B. La maggiore sensibilità è
male, con una sensibilità ridotta a 15/25 ISO, caratterizzata dalla richiesta di
ma con un’acutanza tanto elevata da mette- una minore esposizione per pre-
re in crisi le ottiche, e una granulosità ecce- sentare annerimenti nella zona
zionalmente ridotta. del piede. Il tiraggio, invece, fa ruotare la curva sul punto di minimo annerimento avvertibi-
La Kodak ha dichiarato indistinguibili fra lo- le, dando la curva C, a pendenza maggiore sia della A che della B. Il contrasto quindi au-
ro due stampe 18x24cm, una ottenuta dal menta con il tiraggio. In corrispondenza tuttavia di una esposizione media Em, la curva C
24x36, l’altra dal 10x12.5cm. L’articolo sug- mostra un annerimento comparabile a quello della B, a maggior sensibilità effettiva. E’per-
gerisce: Il contrasto ottenuto con il Pota di- tanto giustificabile esprimere questa peculiarità con un IE maggiore della sensibilità, anche
pende dal tipo di emulsione e quindi l’ope- se l’annerimento nelle alte luci raggiunge valori troppo elevati per una buona stampabilità.
ratore deve fare la sua scelta in relazione
con la luminanza del soggetto, la luce di- gine risulti il più sottile possibile. I bagni stu- da cui un aumento del microcontrasto e quin-
sponibile per l’esposizione e la qualità d’im- diati a questo scopo vengono detti rivelato- di della nitidezza. Soluzioni madre: A – pi-
magine desiderata. ri superficiali. rocatechina 20g; sodio solfito anidro 3.1g;
La formulazione originale, da usare con un Fra questi, il Beutler parte da due soluzioni acqua fino a 250ml; B – idrossido di sodio
E.I. di 25: sodio solfito anidro 30g; fenido- madre: A - metolo 10g; sodio solfito anidro 10g in 100ml d’acqua. Per l’uso: 12.5ml di
ne 1.5g; acqua fino a 1000ml; da preparare 50g; acqua fino a 1000ml. B – sodio carbo- A + 7.5ml di B, portando il tutto a 500ml.
immediatamente prima dell’uso e da getta- nato anidro 50g; acqua fino a 1000ml. Per La soluzione di NaOH assorbe rapidamen-
re dopo. Una formula che permette di espor- l’uso: 1 volume di A + 1 volume di B + 8 vo- te anidride carbonica dall’aria, per dare car-
re a 32-50: acqua 500ml; sodio solfito ani- lumi d’acqua. bonato di sodio, con diminuzione del pH; è
dro 25g; fenidone 1.4g; sodio metaborato E’ sconsigliato il bagno d’arresto fra svilup- quindi prudente conservarla in flaconi ben
0.8g; benzotriazolo 0.03g; acqua fino a po e fissaggio. L’agitazione va limitata a 15s chiusi, sostituendola eventualmente con una
1000ml. iniziali, seguiti da 5s ogni 2 minuti: una ri- certa frequenza.
La Kodak commercializza il Technidol Li- dotta agitazione favorisce l’effetto Eberhard.
quido, un rivelatore dedicato alla TP 2415, Un altro sviluppo di superficie è quello alla I trattamenti energici, il tiraggio
di cui non è nota la formulazione. pirocatechina, un agente rivelatore parente In condizioni di luce al limite può essere con-
Beutler e gli sviluppi di superficie dell’idrochinone, che ha inoltre la proprietà veniente usare un trattamento capace di for-
Un’elevata nitidezza si può ottenere limi- di conciare la gelatina, restringendo la su- zare con il tiraggio la sensibilità apparente
tando lo sviluppo in profondità, in modo che perficie e provocando una maggiore densità delle pellicole al di là del valore nominale.
lo strato di argento responsabile dell’imma- locale dei granuli neri d’argento (effetto Ross), In effetti si dovrebbe parlare di indice di espo-
sizione e non di sensibilità vera e propria,
che ben raramente cambia e, comunque, mai
DECALOGO DELL’OPERATORE di molto. L’incremento della sensibilità è
DI CAMERA OSCURA quindi solo apparente nel senso che aumen-
1 – Se il risultato è da buttare, cerchiamo di capire l’errore che abbiamo commesso, ta l’annerimento dei grigi medi e leggeri, per-
piuttosto che ritenere sbagliato il sistema. dendo però il dettaglio nelle ombre dense,
2 – Proviamo pure qualche alternativa, ma non cerchiamo il nuovo solo perché non che risultano marcatamente chiuse.
siamo riusciti a far funzionare il vecchio. Con il sovrasviluppo granulosità e contrasto
3 – Mettiamo a fuoco i nostri obiettivi, è fondamentale capire cosa ci si ripromette aumentano, quest’ultimo anche fino a valo-
dalla nostra fotografia: se si ricava il massimo della soddisfazione solo sperimen- ri inaccettabili. Si cerca spesso di usare que-
tando, lo si faccia, ma non si pretenda di passare per un creatore. sta tecnica con pellicole di sensibilità medio-
4 – Scarsa la tecnica, modeste le immagini. alta, per poter riprendere in condizioni di lu-
5 – E’ meglio spendere 5 euro per una nuova confezione, piuttosto che buttar via un ce molto scarsa, ottenendo a ogni costo una
rullino maltrattato da un bagno che non funziona, scaduto, esaurito o inquinato. immagine, anche a scapito della resa tonale.
6 – Il bagno d’arresto costa pochissimo, il lavaggio molto meno; ambedue prolun- Pochi rivelatori riescono a mantenere suffi-
gano la vita del fissaggio e delle stampe. ciente leggibilità nelle ombre dense. Rivela-
7 – Sviluppo, arresto o lavaggio, fissaggio e lavaggio finale a temperature diverse tori tipici di questa categoria sono il Fino ST
riducono l’acutanza. 33 dell’Ornano e il Microphen della Ilford.
Usano la coppia fenidone-idrochinone e dan-
8 – L’etichetta sul flacone ci informa sul contenuto, ma non ci dice se il bagno fun-
no il meglio con emulsioni a bassa e media
zionerà, quando si è dimenticata la data di preparazione.
sensibilità.
9 – Si pagano cari gli spifferi di luce in camera oscura.
10 – Meglio acquistare un obiettivo in meno per la reflex, che risparmiare nell’ac- Giampaolo Bolognesi
quisto dell’ottica per l’ingranditore.

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