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OPERE SCONOSCIUTE DI ORAZIO BORGIANNI

Quello di Orazio Borgianni è uno dei casI OHanto alla sua educazione artistica, che è
davvero più melanconici nella storia della pit- quello che più ci interessa, le notizie sono assai
tura. Non si conosce di lui altra data se non scarse, e, in difetto di qualsiasi documento, dob~
quella estrema della morte; e, quanto alle sue biamo giurare nel verbo del cav. Baglione, sto-
opere, come se su la loro nascita fosse la mac- rico non scevro di qualche sospetto, pittore egli
chia dell'illegittimità, non un solo documento, stesso, fedele a quelle formule che l'accademia
non una precisa ricordanza che le accompagni e il manierismo avevano messo di moda.
nel tempo al suo nome. Il ritratto artistico che il Baglione ci presenta
Mal conosciuta, o sconosciuta affatto, l'ope- di Orazio Borgianni è quello di un giovane am-
ra sua ha cosÌ potuto essere assegnata a volontà modo intento a seguire, dopo un breve tirocinio
ora a questo, ora a quello, ora anche agli stessi sotto il fratello Giulio, scultore, tardo miche-
maestri dai quali egli tolse la sua maniera di di- langiolista fattosi sugli esempi di Ludovico da
pingere. Oggi ancora, dopo la giusta rivalu- Montorsolo, le ben arginate correnti accademi~
tazione tracciata dal Longhi, alcune tele del Bor- che, di cui facevano parte, s'intende, l'amore e
gianni portano il nome maggiore del secondo lo studio delle opere antiche e moderne pitture
Michelangelo; altre, e sono le più, sono tut- ed eccellenti sculture di Roma.
tavia assegnate ai Carracci. Ad Annibale spe- Orazio Borgianni, diciamolo subito, mostra a-
cialmente, cui è stata sempre attribuita quella pertamente sin dall'inizio di reagire a questa cor-
« Pietà » della Galleria Spada, che una stampa rente, e degli insegnamenti attinti alla scuola ro-
firmata Borgianni e datata l 6 l 5 basta ad assi- mana poco rimane via via nelle sue pitture e
curarci essere opera del Nostro. quel poco è il peggio dell'arte sua. Appena un
OHando sia nato il Borgianni ancora non qualche accenno nella metallicità delle pieghe di
possiamo dire con certezza. Se però si tenga qualche panneggio, come nelle due ·tele della tri-
fede alle notizie del Baglione, essere cioè morto buna di S. Silvestro in Capite, e nella mano du-
in età di 38 anni nel 1616, data sicuramente retta della donna che presenta il figlio alla puer-
accertata sui documenti, convien concludere che pera, nella « Natività della Vergine'» del santuario
fosse nato nel 1578. Ancor giovane emigrò in della Misericordia presso Savona, come anche
Ispagna e vi prese moglie, mortagli dopo alcun il Longhi ha notato.
tempo, si restituì in patria intorno al l 604, di Che del resto il Borgianni si rivelasse sin dalle
dove non sembra si sia più allontanato sino al prime sue prove come artista contrastante con la
termine della sua troppo breve esistenza. T ren- maniera che era comune a tutti coloro che si
totto anni di vita, quindici dei quali, o poco davano alla pittura sulla fine del '500, ben do-
più, possiamo pensare dedicati a lavori di pit- vette avvedersene lo stesso Baglione, il quale
tura. OHeste le sole notizie di fatto che sulla s'attarda oltre ogni suo costume di biografo, me-
vita deIl' artista è possibile raccogliere. glio inteso a dati di fatto che a giudizi critici,

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nel notare che il Borgianni « poco attendeva lo che riprendendo un soggetto comune al Ca-
al colorire, il quale è il compimento dello stu- ravaggio dimostra anche quanto di lui sia pas-
dio, sicchè quando 'Voleva dipingere vi durava sato nel discepolo, quanto questi abbia trasfor-
molta fatica e gran difficultà vi ritrova'Va » . An- mato e rinnovato nel sentimento suo proprio.
che a prescindere dal fatto che quella del colore Dal fondo bruno entro cui si perdono le linee
è una qualità, dirò cosÌ, nativa, che l'artista porta del contorno, emerge fermo e solido sul limite
in sè, come iI profumo accompagna il fiore, e che dell' ombra il volto giovinetto. Il suo pensiero è
tutta l'opera del Borgianni sta a dimostrarci che sospeso, come la mano che trattiene le carte,
il suo temperamento è quello di un autentico co- che, non per giuoco, ha interrogato. E gli cc-
loritore, quel trattare la pittura in modo da ·abolire chi allontanati dalle carte, che niente guardano,
per amore di semplificazione la materia colorante ma vedono, comunicano non so che senso di
rientrava bene nella corrente che in ondate nuove vita melanconica e pensosa, mentre la bocca
andava separandosi dalle acque adulterate e in- carnosa di sognatore sensuale, quella bocca che
quinate del manierismo e dell'eclettismo. è come un segno d'essenziale carattere nell'arte
Malauguratamente non si conosce più nulla del Borgianni, si offre in atteggiamento di sof-
di quanto Orazio dipinse in quegli anni in cui ferente dolcezza. Il motivo caravaggesco di ge-
il suo genio fervido si maturava: gli anni delle nere è qui soltanto un motivo d'amore.
prove e delle prime battaglie artistiche. Basta L'intento iniziale, l'isolamento plastico della
del resto quel tanto che ci rimane della sua pit- figura nell' atmosfera per mezzo di un partito
tura per farci anche troppo persuasi come il gio- di luce laterale, è ancora tutto caravaggesco;
vane artista dovette per tempo accorgersi che ma la sua attuazione è già diversa, con carat-
da quell' ambiente e dagli esempi poco propizI' teri personali marcatissimi nel modo di trat-
della patria c'era ben poco da imparare e che tare le ombre, nella pennellata netta, rapida e
conveniva decisamente cambiare via. deliberata, variabilissima secondo l'aspetto, la
Fu in questo momento di crisi artistica che consistenza e l'importanza delle varie cose, di
Caravaggio si affacciò, come una rivelazione ina- una materia più calda, più grassa e sugosa,
spettata. Ed ecco il Borgianni, quando quasi an- dovuta in parte, senza dubbio, a scambi e a
cora nessuno aveva mostrato di notarlo, guardare contatti, ancora da studiare, con l'arte spagnuola,
a quella sincerità rinnovatrice, ritrovare in essa ma sopra tutto allo studio delle opere veneziane.
il suo proprio respiro, entrare decisamente nella AI suo senso bnissimo di vivace colorista, che
via che il Maestro gli additava e che menava gode e sente il colore e la luce, quelle in-
diritto al rinnovamento totale della pittura. fluenze veneziane dovevano essersi rivelate ben
Che cosa abbia potuto questo insegnamento per tempo in patria, dove Sebastiano del Piom-
ce lo dice chiaro con la sua pittura il Borgianni, bo, già nel primo Cinquecento aveva portato
il quale, anche dopo diversi anni di esperienze la robusta e calda bellezza del colorito gior-
e di assenza dalla patria, dipingerà opere che gionesco, e il Muziano più tardi, anche nell'i-
vanno per secoli sotto il nome grande del Mae- sterilirsi della sua maniera foggiata sui canoni
stro, come il « Davide » della Galleria Borghese del Buonarroti, aveva serbato il ric~rdo delle
e quel ritratto di « Giuocatore» che qui pubblico tonalità vene te e l'amore dei grandi paesi.
per la prima volta. È questo « Giuocatore» il più . Non abbiamo nessun elemento per parlare di
tipico esempio per documentare cotesti rappor- un viaggio del Borgianni a Venezia. Ma se anche
ti del Borgianni col grande lombardo; quel- notizie sicure ci mancano a testimoniare di ciò,

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Orazio Borgianni: Un giuocatore - Roma, Proprietà Bartolini (fai. Direz. Cm. Belle Arti).

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pure lo studio delle sue opere ci mostra che il gu~ l'asta del legionario che lo attizza, un braccio
sto e la vivacità del suo colorire, la saporosa ric- proteso che accenna nell' ombra, si assestano
chezza dei suoi impasti, sono tante qualità che egli parallelamente affilati di luce come tre leve ideali,
deve allo studio dei grandi Maestri della laguna. alle quali sembra sospendersi, premere in basso
Ciò che valse senza dubbio a maturare nel e raccogliersi la massa umana perchè l'equilibrio
giovane artista tutti i preziosi doni del suo ta~ non trabocchi sulla opposta diagonale dove pesa
lento pittorico fu il viaggio che egli potè in~ nella luce il nudo nobilissimo del Santo Martire.
traprendere in Ispagna, dove la buona vena ve~ Sono due anime che hanno dato vita al qua~
neziana, con opere memorande, aveva fatto fluire dro, il quale ha pezzi di magnifica pittura e
più che una stilla del suo troppo sangue, e dove sembra compendiare sin d'ora le diverse fasi
ebbe agio di conoscere e di avvicinare, senza r
della maniera del Borgianni; una è tutta presa
dubbio, il Greco, del cui esempio noi possiamo, nel programma di reazione al manierisrrto e re~
se ne andiamo in cerca, rintracciare quando si spira con energia, quasi con brutalità nel~
voglia qualche ricordo nello stile del Nostro. l'ambiente della lotta quotidiana; l'altra, lontana
Basti qui ricordare il « S. Carlo Borromeo ed estranea, sente tutto il valore dello spirito
fra gli appestati» della chiesa di S. Adriano e trova sempre nella tradizione una fonte non
in Roma, che è l'opera che sente più forte~ mai esausta di idealismo.
mente l'influsso del Greco, dove colpisce l' espres~ Si è per lungo tempo accennato decisamente
sione e la forma della testa del Santo, e la so~ a una diretta dipendenza di Guercino giovane
miglianza evidente dell'appestato con uno dei dal Caravaggio, laddove la verità è che non
carnefici di Cristo nella « Flagellazione» della soltanto il centese conobbe il Caravaggio artista
Pinacoteca di Monaco, di mano del Greco. già fatto e maturo e dopo che egli aveva dato con
A parte · questa ed altre evidenti affinità con il « S. Guglielmo » della Pinacoteca di Bologna
la pittura del candiota e più che qualche ri~ il capolavoro della sua prima maniera, ma che
cordo della maniera di lui, è importante il ca~ inoltre noi ci troviamo di fronte a due modi, come
rattere dell'arte del Borgianni, il quale risuscita per primo notò il Cantalamessa, a due tendenze,
motivi veneziani e più specialmente del Tinto~ a due sensibilità affatto opposte e inconciliabili.
reLto e dei Bassano, la cui pittura si era largamente Analogie invece indiscutibili, non apparenti,
diffusa per tutta Europa, anche per l'intervento che toccano la sostanza deii' opera, nel modo di
del\' innumerevole stuolo di seguaci ed aiuti. intendere il chiaroscuro, di concepire la costruzio~
Nella grande tela già dei frati Domenicani, ne della scena, cosÌ come è stato or ora rilevato, si
ora nella Biblioteca Casanatense in Roma, ri~ possono cogliere fra il Guercino e il Borgianni, .
masta sino ad oggi senza una precisa attribu~ analogie sÌ palesi che si direbbero scaturite dalla
zione, Orazio Borgianni, con una trovata già in stessa fonte e che non si può quasi a meno di
germe nel Tintoretto, costruisce la scena del Mar~ pensare che non siano soltanto casuali.
tirio di S. Lorenzo sulle due diagonali della tela. Allorquando il Borgianni fece ritorno dalla
Alla massa di luce del triangolo inferiore, Spagna, i Carracci avevano già espresso il loro
formata dall'Angelo librato in alto e dal Santo programma di riforma nella celebrata Galleria di
Martire, contrappone nel triangolo opposto la Palazzo Farnese. Nelle verbose critiche del tempo,
massa umana dei carnefici e dei manigoldi. La e in talune anche più recenti, si è forse esa~
fascina che uno di questi si appresta a deporre gerato nell'affermare che l'opera mirabile sopra
sotto la graticola per dare nuova esca al fuoco, tutto per contenuto di bellezza architettonica e

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Orazio Borgianni: Il Martirio di s. Lorenzo - Roma, Biblioteca Casanatense (fai. Direz. Gen. Belle Arti).

decorativa, fosse il punto di partenza di tutta di rinnovamento dei Carracci e di tutti In ge~
la pittura romana del barocco. nere i Bolognesi, Guercino compreso, e non era
L'ampio corso che ebbe nel Seicento romano perciò cosÌ estraneo da non sentire l' alto signi~
la corrente bolognese, non derivò tanto dalla fÌcato dell'arte corroborante e intellettuale pro-
Galleria Farnese e non tanto dagli stessi diligenti pria di quei Maestri.
Maestri, quanto, per una parte, dali' accompa~ Dire di un accostamento ai Carracci da parte
gnarsi che fece, forse senza intenzione, ma più di del Borgianni potrebbe parere un passo indietro
quanto è stato sinora avvertito, al programma ca~ dalla sua presa di posizione al primo iniziarsi
ravaggesco e, per l'altra, dalla venuta in Roma al\' arte. Ciò che in realtà non è.
degli artisti bolognesi al seguito dei Carracci. Lo studio dei Carracci non significò dedi~
Un'opera siffatta, anche per i consensi una~ zione ma soltanto ricognizione intelligente per
nimi che l'accompagnarono, non poteva tuttavia orientarsi di fronte al problema carraccesco.
lasciare indifferente un artista come il Borgianni, Onde più che una derivazione da questi Maestri
il quale, per una preesistente educazione, por~ sembra più chiara e più naturale una relazione
tava nella sua arte innesti visibilissimi di alcuni con modelli di scuola emiliana.
di quegli elementi che formavano il programma In un quadro della Chiesa cattedrale di Vel-

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Orazio Borgianni: La Vergine col figlio e S. Giovannino. Velletri, Cattedrale.

letri raffigurante la « Vergine col Figlio e S. Gio- aggraziato nell'atteggiamento, direi quasi più ele-
vannino », se pure le caratteristiche peculiari del gante, è palese una certa affinità sia pur lon-
Maestro risultano evidentissime, non possono sor- tana, forse inconscia, una cert' aria di famiglia
prenders~ caratteri di questo nuovo momento nella con i tipi di scuola emiliana, che, mescolate ad
manifestazione artistica di lui. elementi personalissimi, concorrono a fare di que-
Nel taglio e nell'insieme della composizione, st' opera una delle più felici creazioni uscite dal
nel modo di impostare la figl!ra, ma sopra tutto pennello del nostro artista.
nel tipo della Vergine, fatto più gentile, più r
Deve riferirsi a questo periodo di tempo e-

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Orazio Borgianni : S . Anna. la V~rgine. il Bambino e S. Giuseppe.
V ~lIelri. Chiesa di S. Mich~le Arcang~lo.

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Orazio Sorgianni : La Sacra Conversazione - Roma. Galleria Nazionale d'Arte Antica
(propr. Ministero dei Lavori Pubblici) (/01. Direz. Gen. Beli. Arlrl

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Orazio Borgianni: Cri.to morto - Roma, Chiesa di S. Maria in Trivio (fai. Direz. Ceno Belle Arti).

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Orazio Borgianni: Cristo morto.

secuzione del quadro della « S. Anna con la ancora simili in tutto a quelli della « Sacra Con-
Vergine, il Figlio e S. Giuseppe» della Chiesa versazione » del Ministero dei Lavori Pubblici.
di S. Michele Arcangelo in Velletri, dove, insieme In un inventario della Chiesa di S. Michele
con la manifesta ispirazione da modelli di scuola Arcangelo, redatto nel 1762, è detto che, come
bolognese, la disposizione stessa dei vari personaggi si ricava dagli atti di Amministrazione della Sa-
rappresentati, disposizione a scala, è, sull' esempio grestia per l'anno 1626, il quadro della S. Anna è
del Correggio, la prediletta di quei maestri. opera di Agostino Carracci, al quale viene anche
I modelli della scuola bolognese potevano però oggi generalmente, a torto, attribuito. È un'ipo-
solo esser repertorio di motivi e porger lo spunto, tesi ardita, lo comprendo, questa che ci guida a
l'idea di qualche tipo, perchè in realtà il Bor- negar la fiducia a un documento, anche se tar-
gianni non dimenticherà mai, neanche in questo divo, ma è innegabile, a chi abbia occhi per ve-
momento, le forme, i modelli, il tipo d'arte che dere, che l'autore di questo quadro è il Borgianni.
si era venuto formando, e ch'egli aveva assunti Vi è qualcosa tuttavia, oltre i caratteri ge-
nella sua pittura. In questa tela di Velletri, accanto nerici già notati, che giustifica in un certo senso
ai nuovi elementi desunti dall' arte emiliana, ri- l'attribuzione di quest' opera al Carracci, ed è
vediamo la S. Anna ed il vecchio Giuseppe il paesaggio, un cosÌ ampio e caldo paesaggio

250 ..
Orazio Borgianni: Cri.to morto - Roma, Galleria Nazionale d'Arte Antica,

come rare volte se ne dipinse uno di più poe- stava ad accoglierlo, e, se appena qualche volta
tico sulle tracce di Annibale. i! paese si accenna, è per i lembi vividi che
Ed è questa del paese, che nell' opera dei bolo- si disvelano attraverso qualche biancicare di nu-
gnesi è quello che v'è di più nuovo, di più libero vole solcate di color fulvo con plumbei riflessi.
e di men prossimo alla tradizione, la parte che più La fortuna dell'opera dei Carracci e dei loro
considerò e vide i! Borgianni, e, forse, l'unica discepoli, e quella larga serie di dipinti nei quali
vera discendenza carraccesca nell'arte di lui. essi tutti andavano elaborando e sviluppando il
Lo studio dell'arte veneziana, che ebbe cosÌ paesaggio classico italiano accanto al paesaggio
notevole influsso su tutto lo stile del Borgianni, fiammingo italianizzantesi di Paolo Bri! , del-
non lo toccò per quel che riguarda gli aspetti l'Elsheimer e di molti altri, doverono suggerirgli
della natura, o, almeno egli ne rifuggì. la larga possibilità di sviluppi che poteva offrire
Come i! suo grande Maestro, egli evitò, prima questo elemento nuovo intimamente connesso
di questo momento, di porre nei propri quadri alla vita delle persone presentate nel quadro.
la grazia e la gioia di un sorriso di verde o Su un fondo di paese alberato si assesta per
di azzurro, pur quando la composizione si pre- inclinazioni, sul primo piano, il corpo del « Cristo

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Orazio Borgianni: Cristo morto - Roma. Proprietà Brasini (fol . Direz. Gen. Belle .fIrti).

morto » nella tela della Chiesa di S. Maria in Tri- e nella vita del pittore, ma giungiamo proprio
vio, opera indubbiamente eseguita dal Borgian- al suo finire con un' altré! dell'argomento predi-
ni, ma che al Borgianni non è stata mai attribuita. letto, che per l'evidenza di alcune chiare ca-
Quest' opera apre si può dire la serie di altre ratteristiche e per certi particolari riscontri (Ma-
del medesimo soggetto, che avranno cosÌ largo ria è bene la sorella dell' altra nella « Pietà » della
sviluppo nell'arte del Borgianni e tanto favore Galleria Corsini) è da assegnarsi senz' altro al
di consensi che saranno più volte replicate, an- Borgianni medesimo.
che dall' artista medesimo. L'uomo che dalla più perfetta fusione dello
Come quella « Pietà » con Giovanni piangente spirito e della mano sapeva comporre una tela
che nella Galleria Spada era attribuita ad An- di cosÌ caldo respiro e di intensa e vivissima
nibale Carracci, e che, giustamente, il Longhi commozione creativa, aveva qualità se non per
ha rivendicato al\' artista romano sull' appoggio raggiungere r eccellenza, certo per divenire un
di una stampa firmata Borgianni e datata 1615. artista grande.
L'originale che rinvenni tra le opere donate Parrebbe già un grande merito, se altri non
allo Stato dal Principe Ruffo di Motta Ba- ne avesse nascenti dalle sue personalissime qua-
gnara, in tutto simile alla stampa, con quella lità d'artista, quello del Borgianni, d'avere avuto
figura di plorante che manca nell'esemplare Spa- tanta parte nella formazione di un artista come
da, mostra che chi lo ha dipinto oltre che ben il Feti. Il quale, per virtù di questo romano
colorire sapeva certo anche arditamente pensare. che, giunto alle soglie della notorietà, si perde nel
In nessun'altra opera il Borgianni seppe infon- chiuso mare dell' oblÌo, comporrà col Lys e con
dere tanta forza di sentimento, tanta verità di lo Strozzi quella gloriosa triade di maestri che
vita. Il vecchio motivo della Pietà ha qui la sua avrà il potere di risuscitare nei perduti veneziani
piena, la sua completa espressione. la coscienza della loro grande tradizione e di
Con questa tela siamo ben innanzi nell' arte ricondurli sulla via della salvezza.

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Orazio Borgianni: Cristo morto - Roma, Proprietà Capparoni (fol. Direz. Ceno Belle Arti).

Sembrerebbe giustizia studiarlo e ricordarlo Bibliografia: BAGLIONE, Vi/a dei piI/ori, Napoli 1733 pa-

più di quanto si sia fatto sino ad oggi. gine 133-136; LONGHI R. O. J3orgianni, ne L'firle, XVII

EMILIO RA VAGLIA. fasc. l Genn.-F ebbr. 1914.

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